Dresda. Nel giornale diocesano "Tag des Herrn" (Giorno del Signore) di Dresda (5.8.2018), alla seconda pagina, vi è una critica teologicamente ed umanamente rozza a Benedetto XVI. Nella mia bacheca in Facebook ho preso in tedesco posizione contro di essa ed un amico, pastore luterano e musicista, mi ha chiesto fraternamte ragione della mia affermazione polemica contro il giornale. Qui documento la mia risposta con una traduzione italiana del mio post.
Grazie, caro confratello, Michael, per la tua richiesta delle mie ragioni.
1. Benedetto XVI viene accusato, dopo le sue dimissioni come Romano pontefice, di non aver mantenuto la sua promessa di discrezione e silenzio. In verità da cinque anni il papa emerito vive in grande silenzio; le poche parole che ci sono giunte (insieme alle ultime conversazioni con il giornalista tedesco Peter Seewald) sono state un dono di grazia di Dio perché erano certamente inspirate, in modo particolare l'intervista con il padre gesuita Jacques Servais sulla giustificazione.
2. In questo caso viene accusato di aver espresso affermazioni problematiche sul rapporto tra gli ebrei e i cristiani. In verità ha invitato ad essere prudenti nelle formulazioni teologiche sul tema e ci ha ricordato, pur nella riconoscenza del popolo ebraico come popolo di Dio, che la verità per noi cristiani è Gesù Cristo. Far cadere questa "confessio" significherebbe semplicemente non essere più cristiani.
Queste accuse sono espressione di una lotta tra "bergogliani" ed "antibergogliani". Entrambi i gruppi di fans sono incorreggibili, perché in primo luogo non vogliono riconoscere la dichiarata volontà di unità espressa più volte dal papa emerito e da quello regnante. I primi sostengono imbecillità teologiche che non ha nulla a che fare con Francesco. I secondi una "teologia rigida" che non ha nulla a che fare con Benedetto XVI.
Entrambe le direzioni di questo discorso teologico sono incapaci di comprendere lo specifico cattolico e sono forme di un complesso antiromano. Per fare un esempio: accusare un cattolico di pensare con Ambrosio che "ubi Petrus ibi ecclesia, ubi ecclesia vita aeterna" significa semplicemente non aver compreso nulla della Chiesa Cattolica. D'altra parte pensare che ciò significherebbe che non vi sia verità anche in altri luoghi teologici è una rigidità che non comprende la parola stessa "cattolico", cioè universale.
Ovviamente è vero che dove c'è Bonhoeffer c'è la Chiesa di Cristo e che dove c'è questa Chiesa c'è la vita eterna. La nostra incapacità di esprimere precisamente questa verità teologica ha forse a che fare con l'incomprensibile mistero del cuore di Gesù, in cui l'unità tra i cristiani non si è mai lacerata, e che è assoluto amore gratuito.
Per quanto riguarda le religioni vale, mutatis mutandis, qualcosa di simile. Sono molto curioso, quando verrà il momento giusto, di vedere come Dio Padre guarda ebrei e mussulmani. Senza dubbio sarà uno sguardo di amore assoluto.
Testo tedesco:
Danke, lieber Mitbruder, Michael Greßler, für die Nachfrage. 1. Es wird Benedikt XVI vorgeworfen die nach seinem Rücktritt versprochene Stille nicht zu halten. In diesen 5 Jahren hat er ganz in der Stille gelebt; die paar Wortmeldungen (zusammen mit den letzten Gesprächen mit dem deutschen Journalist Peter Seewald) waren ein Geschenk Gottes, da sie zweifelsohne inspiriert waren (besonders der Interview mit Pater Jacques Servais SJ über die Rechtfertigung). 2. In diesem Fall wird ihm vorgeworfen Problematisches über die Beziehung zwischen den Juden und den Christen zu sagen; Tatasche ist, dass er eingeladen hat bei den theologischen Formulierungen Vorsicht zu sein und dass er nicht, wohl bei der Anerkennung des jüdischen Volkes als Volk Gottes, vergessen will und kann, dass Jesus "die Wahrheit" ist. Diese Confessio fallen zu lassen würde dagegen bedeutet schlicht und einfach kein Christ mehr zu sein. Darüberhinaus: es gibt einen Kampf zwischen den Fans von Franziskus und den Fans von Benedikt XVI. Beide sind unbelehrbar, da sie den ausdrücklichen Willen zur Einheit der Beiden nicht erkennen/ anerkennen. Die erste vertreten theologischen Blödsinn mit dem Franziskus gar nichts zu tun hat, die zweite eine starre Theologie, die mit Benedikt XVI nichts zu tun hat. Es sind beide theologische Richtungen unfähig das spezifisch Katholische zu verstehen und Formen eines antirömischen Affekt. Einem Katholiken vorzuwerfen, er könne nicht mehr mit Ambrosius denken: ubi Petrus, ibi ecclesia, ubi ecclesia vita aeterna, bedeutet schlicht und einfach von der katholischen Kirche gar nichts verstanden zu haben; anderseits aus dem Motto Ambrosius' resultieren lassen zu wollen, dass es unmöglich ist, dass irgendwo anders Wahrheit gegenwärtig ist bedeutet eine starre katholische Theologie vertreten zu wollen, die der Sinn des Wortes "katholisch" überhaupt nicht versteht. Es ist sicher wahr, dass wo Bonhoeffer ist Kirche ist, und da wo seine Kirche ist ewiges Leben ist. Dass wir es vielleicht nicht genau ausdrücken können hat damit zu tun, dass das Herz Jesu in dem Einheit nicht zerstört worden ist unergründliche Liebe ist. Was die Religionen anbelangt, mutatis mutatis, gilt ähnliches: ich bin sehr gespannt zu sehen, wenn es soweit ist, wie der himmlischen Vater Juden und Muslimen schaut. Zweifelsohne mit einem Blick der unbedingten Liebe. Dein, Roberto
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