1. In primo luogo come italiano residente all'estero non avrei nulla da dire sul tema. Vorrei ricordare che nella Redazione dei "Contadini di Peguy" sono in continuo contatto con italiani residenti in Italia, che vivono in diverse regioni del nord e del centro ed io non scrivo mai nulla senza buttarmi nel dialogo con persone amiche o che conosco, anche spesso con avversari. Detto questo vorrei dire che il paragone con le cose tedesche mi permette anche una comprensione di quelle italiane. Non faccio esempi storici, ma l'intreccio delle realtà tedesche ed italiane mi sembrano essere più che "dimostrato".
2. Una altra critica suona: se non sei d'accordo devi tacere. Questa mi sembra una posizione dittatoriale o mafiosa o non so bene come definirla. La capacità critica e di critica espressione è il nodo vitale di una società democratica.
3. Accusare Salvini di "populismo" sarebbe senza senso, mentre bisognerebbe riflettere sugli errori fatti per decenni da politici che hanno portato al potere persone come Salvini. Ora questi errori certamente ci sono stati, anche se bisogna tenere conto che per esempio l'Italia è uno dei pochi paesi europei importanti che non abbia subito alcun attacco terrorista e ciò significa che non si può fare nelle critiche di tutta l'erba un fascio.
4. Finalmente Salvini prende "decisioni", che io non considererei. Devo dire che il tutto mi ha fatto pensare ad una riposta che Benedetto XVI aveva dato ad un giornalista che gli chiedeva se non si potesse risolvere il problema liturgico con un "Machtwort" (con un comando). Benedetto XVI rispose che non si può, per il semplice fatto che comandi generano ribellione a priori. Che Salvini faccia il duro con l'Europa ha una sola conseguenza: che gli altri lo affonderanno, appena possono.
5. Per quanto riguarda invece lo scenario che egli vinca, rimando all'articolato intervento della Redazione dei Contadini di qualche giorno fa, che porta il titolo: "una gigantesca sconfitta per il nostro paese! E qualcuno lo sapeva". Lo riporto anche qua: Sulla vicenda della nave Diciotti, come noto, sta intervenendo la magistratura. L’ipotesi è sequestro di persona, ed è chiaro che non è un’ipotesi priva di fondamento. Sembra di trovarci ad un tornante simile a quello cui si trovò il Re nel 1922 dopo la Marcia su Roma (illegale): seguire la legge e permettere che i fatti abbiano le loro conseguenze penali (allora la firma dello stato d’assedio, oggi l’incriminazione dei responsabili politici di tale scelte) oppure fermare lo stato di diritto di fronte al crescente consenso montante nel paese? Allora si scelse la seconda strada, aprendo il passo all’avvento del Regime, oggi si rischia di nuovo di derubricare le azioni di questi giorni a “normali”, legittimando - di fatto - un nuovo ordine di valori, una nuova istanza politica superiore alle leggi. Il tutto non per fermare il cosiddetto commercio di esseri umani, ma per allineare l’Italia ai paesi di Visegrad, portarla fuori dall’asse storico dell’Europa, e far collassare l’Unione. È giusto dire che questo accadrà, che tanti esulteranno per questo, che forse nell’euforia si arriverà perfino alla guerra. Ma è eticamente doveroso dire che questa sarà una gigantesca sconfitta per la nostra nazione, umiliata politicamente, militarmente ed economicamente. Dilagherà la povertà, cesserà la certezza del diritto, nessuno avrà futuro. Soprattutto quelli che oggi, con la bava alla bocca, incitano tutto questo. Con lo tsunami che ne seguirà sarà travolta anche la Chiesa come la conosciamo oggi: sul modello del giudeocristianesimo del I secolo i cristiani zeloti, o cristianisti, scompariranno con Gerusalemme e inizierà per tutti un’epoca nuova. Io vorrei che un domani, quando si faranno sacrifici per ricostruire il paese e la cristianità, quando si studierà questo periodo, io vorrei che si dicesse che qualcuno lo aveva detto, che qualcuno se ne era accorto, che una possibilità di fermarsi c’era. Potete correre verso la notte, cari amici, ma non potete far finta che nessuno vi abbia detto che siamo già al crepuscolo. Chi non è d’accordo proceda pure per la sua strada, ma chi condivide questo grido si converta e cominci a costruire, là dove vive, una casa per dopodomani. Quando la notte finirà, quando la guerrà sarà passata e gli uomini cominceranno di nuovo a desiderare la pace.
La Redazione dei Contadini di Peguy
6. Non vi sarebbe nulla di pericoloso in ciò che fa Salvini. In vero il suo agire con decisioni che la Magistratura incrimina è cosa del tutto problematica per un ministro degli interni. Per quanto riguarda le sue decisioni di chiudere i porti esse sono spiegabile solo come il montare la tigre del populismo. È un peccato che persone che lavorano e sono in gamba nel loro lavoro si fidino di una persona del genere. Sergio Marchionne diceva che il lavoro va "misurato". Bene, io ho cominciato a "misurare" il lavoro di Salvini e non mi convince per nulla. Vi invito a misurare il suo principio primo: la sicurezza. Cosa fa concretamente per questa meta Salvini?
7. Non considererei la povertà e la disoccupazione in Italia. Questo non è per nulla vero, di fato ho spesso parlato del fatto che attraverso la sua retorica contro i migranti Salvini ha innescato una guerra tra i poveri e i più poveri.
8. Infine che non posso considerare tutto un popolo come imbecille. Questo non l'ho mai fatto e nella vita anche offline dialogo con tutto. Come categorie ho offerto la differenziazione linguistica tra folla e popolo.
7. Non considererei la povertà e la disoccupazione in Italia. Questo non è per nulla vero, di fato ho spesso parlato del fatto che attraverso la sua retorica contro i migranti Salvini ha innescato una guerra tra i poveri e i più poveri.
8. Infine che non posso considerare tutto un popolo come imbecille. Questo non l'ho mai fatto e nella vita anche offline dialogo con tutto. Come categorie ho offerto la differenziazione linguistica tra folla e popolo.
PS Arricchirò questo post piano che riceverò ulteriori critiche.
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