Lipsia. Nella lettura odierna dell'Antico Testamento (Gen 3,9-15) viene messo in evidenza un meccanismo, che noi tutti conosciamo molto bene: l'altro è colpevole, non io! Noi siamo dei campioni ad accusare gli altri, ma non non abbiamo fatto alcun passo nell'ammettere le nostre sconfitte. Il cardinale di Monaco di Baviera e Frisinga, Reinhard Marx (1953) ha fatto un passo grande e coraggioso in questa direzione. Ammettere la propria sconfitta, la propria colpa nel disastro della crisi della pedofilia.
Da alcuni tempi nel mio blog, in tedesco, sto prendendo posizione sulla via sinodale in Germania, in un atteggiamento di vera critica che rivela i sensi unici, ma anche il coraggio della Chiesa in Germania. Vivendo da 31 anni in Germania conosco abbastanza bene questa Chiesa, ma forse solo ora, con l'annuncio del ritiro del cardinal Marx, Papa Francesco consenziente, un ritiro che deve, però, aspettare un'ultima risposta di Roma, vedo quanto coraggiosa è questa Chiesa nella mia "patria di elezione". Avendo avuto come maestri Robert Spaemann e Ferdinand Ulrich, in modo particolare quest'ultimo, avevo già incontrato la radicalità evangelica presente in Germania. Che di fronte alla catastrofe della pedofilia ci si ponga la domanda se un sacerdozio di uomini sposati sia legittimo mi sembra del tutto evidente, anche se la famiglia di per sé, non è ancora una garanzia che non accadano atti di pedofilia. Anche il porre la questione del sacerdozio per le donne non è una nefandezza, anche se per motivi dogmatici e filosofici, io mi sono deciso, forse per motivi "tipologici" (uomo-donna), per il sacerdozio solo per gli uomini. Ma in vero, a parte Balthasar e Ulrich e qualche altro grande, leggo più donne che uomini e vivo da più di trent'anni con una donna straordinaria e ritengo che sia uno scandalo il modo con cui spesso vengono trattate (o ignorate) le donne nella Chiesa.
Ho scritto ieri nel post che accennavo prima (traduzione del correttore automatico deepl rivista da me): (5.6.21) Così che il punto morto diventi un punto di svolta - sulle dimissioni del cardinale Marx
Solo le persone coraggiose si dimettono volontariamente da uffici così altri. Benedetto XVI lo ha fatto nel 2013 e ora, se il Papa è d'accordo, lo sta facendo anche il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga. E le ragioni che dà non sono solo "onorevoli", ma profondamente cristiane: "Siamo ...in un certo 'punto morto', che può anche, però, diventare un 'punto di svolta', questa è la mia speranza pasquale. La "fede pasquale" vale anche per noi vescovi nella nostra cura pastorale: Chi vuole vincere la sua vita la perderà; chi la perde la vincerà! Dall'anno scorso ho pensato intensamente a ciò che questo significa per me personalmente, e sono giunto alla decisione di chiederLe di accettare la mia rinuncia all'ufficio di arcivescovo di Monaco e Frisinga. In sostanza, per me si tratta di portare la corresponsabilità per la catastrofe degli abusi sessuali da parte di funzionari della Chiesa nei decenni passati" ( Reinhard Marx, Lettera a Papa Francesco, FAZ, 5.6.21). Ecclesia semper reformanda! La Chiesa deve essere sempre riformata e precisamente a partire dal Vangelo!, se vuole davvero avere a che fare con la libertà di noi cristiani! Naturalmente, libertà e obbedienza si usano a vicenda nella Chiesa: sono due facce della stessa medaglia. Il mio maestro Ferdinand Ulrich era un uomo davvero libero e obbediente, ma anche se al suo letto di morte vescovi o addirittura cardinali sono venuti o hanno telefonato, non ha svolto alcun ruolo nella chiesa-sistema, che critica il cardinale Marx con la sua richiesta di dimissioni. Questo post nel mio blog si intitola: Alla ricerca della libertà perduta e ricerco seriamente la libertà. E a questo proposito: il cardinale Marx e non il cardinale Woelki, fino ad oggi, mostra l'unica strada da percorrere: la libertà del Vangelo!
Anche se il mio post sulla via sinodale in Germania mette anche un freno, il motivo è perché una pseudo libertà non diventi caos. Reinhard Müller ha descritto oggi nella FAZ con precisione le ragioni di una "frenata": "La vita è colorata - e così l'offerta politica e sociale di oggi. Questa è la realtà della vita. Anche la chiesa sta cambiando. Ma le decalcomanie non sono scelte permanenti" (Abziehbilder sind nicht von Dauer, FAZ 5.6.21) - usando l'esempio del problema del genere Müller precisa: "La cosa decisiva è: la vita deve essere modellata senza discriminazione. Questa è una sfida sufficiente. Ma è vero che tutti non sono uguali, né c'è parità in natura. Né questo obiettivo può essere raggiunto senza creare nuove ingiustizie. Anche un partito che pretende di essere un partito del popolo non può piacere a tutti" (ibidem). E questo è ancora più vero per una chiesa! Le riforme si fanno in vista di Cristo, non dello spirito del tempo (Zeitgeist) o gli spiriti dei tempi.
Ecco cosa ha risposto il Santo Padre al Cardinal Marx: