lunedì 29 luglio 2019

Che cosa fa l'uomo che pensa filosoficamente? Per esempio sulla propria identità occidentale?

Lipsia. L'uomo pensante è colui che non chiacchiera, tanto meno su temi del tipo: Siamo in forza della nostra cultura superiori di altri? Questo è un livello adolescenziale di pensiero. L'uomo pensante cerca una verità prima od ultima (la metafora: prima o ultima è  indifferente)? E se pensa ancora a livello metafisico e non solamente linguistico, tenterà di riflettere non solo sull'uomo, ma in primo luogo su Dio. In verità dell'uomo si è già detto molto e sufficientemente. Con il Cusano e con l'aiuto di von Balthasar potremmo riassumere il tutto con questa formula: "Dio è tutto in tutto, perché Egli in modo irraggiungibile è tutto sopra tutto!" (Gloria III, 2, 556). Il nome di questo ragionamento è analogia entis. Cusano lo ripropone nella variante: mondo, realtà, essere come interpretazione di ciò che non è interpretabile, come explicatio der complicatio. Dio è tutto in tutto, perché dona realmente l'essere gratuitamente; Dio è sopra tutto perché non necessitato a donare l'essere. Quindi l'essere finito viene interpretato filosoficamente con il sottofondo della non interpretabilità ultima o prima del donatore gratuito dell'essere. 

Per pensare questo tipo di pensieri in Europa ci siamo serviti di schemi platonici e plotiniani; essi hanno grandezza e limiti. Il grande pregio è quello di tenere fermo ad una duplicità del reale: donatore e dono, realtà ultima ed immagine. Per quanto riguarda Platone o forse meglio il platonismo una difficoltà è consistita nel valore da dare alla materia. E poi nel concetto di desiderio erotico, come desiderio di qualcosa che non c'è ancora; la difficolta con Plotino è consistita nel fatto che Plotino ha uno sguardo sull'essere come dall'alto, quasi che contemplasse il reale dall'altezza in cui lo contempla un'aquila. E poi nel fatto che la bellezza originaria di cui l'essere finito è immagine (cosa ben più debole di dire che essa è donatrice della bellezza finita) non ha coscienza di essere bella, vera, buona. L'unità ultima di Plotino non è un Dio personale. 

Quando il pensiero cristiano si appropria di questi schemi ne trae profitto, ma ovviamente si nasconde anche un pericolo. Il guadagno consiste nel non perdere il mondo con astrazioni teologiche. La riscoperta dell'antichità greca a partire da Cusano era come una riscoperta del cosmo, della realtà epifanica di Dio. Cristo il Logos universale e concreto riassumeva tutti i logoi spermatikoi sparsi nel mondo! Tutti i momenti di verità, bellezza e bontà sparsi nel mondo. Questo compito è intravisto da Paolo nella Lettera ai Romani e negli Atti degli Apostoli ed è cosi Parola di Dio. Ascoltiamo Paolo, nel suo discorso agli Ateniesi: 

At 17, 

[24] Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo 

[25] né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. 

[26] Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, 

[27] perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. 

[28] In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: 
Poiché di lui stirpe noi siamo. 


Cristo è venuto a rivelare Colui, il Padre, in cui noi ci muoviamo ed esistiamo; lo stesso Paolo, però, ad Atene fa l'esperienza che annunciare lo specifico cristiano - la risurrezione dei morti di Cristo - porta ad un contrasto. Cusano esprime questo specifico cristiano riconoscendo che Dio ha dato ciò che gli era più caro, perché con il suo sangue redimesse la realtà che non si trova più in quel momento di bontà e bellezza attestato da Genesi 1, 1- 2, 4a. 

Si dovrà filosoficamente mantenere un equilibrio, non quello aristotelico della via di mezzo, ma quello della analogia entis, quello insomma che, nella modalità di una dotta ignoranza, sa che Dio è tutto in tutto e tutti, ma proprio perché è sopra tutti. Lo specifico cristiano non viene, però, rivelato nella modalità di una superiorità, ma di una discesa fino alla melma dell'inferno per salvare l'uomo. Un'ontologia forte che volesse scavalcare questa debolezza  ultima dell'essere divino che si dona (bellezza disarmata) non è per nulla cristiana, ma gli stessi schemi interpretativi platonici e plotiniani non sono schemi in cui la realtà possa essere interpretata come successo vittorioso. Essa é sempre solo complicatio di una unità ultima, ontologica, non economica o politica. Il bello della filosofia come ontologia consiste proprio nel fatto di non poter essere usata da nessuno progetto di "teologia politica". Ed anche come matematico, tecnico, artistico l'uomo non può che servirsi di una molteplicità numerica che solo per grazia viene condotta a quell'unità che è un opera musicale. Io posso sapere l'italiano o l'inglese molto bene, posso sapere suonare la chitarra e leggere la musica cosi bene come ci si possa immaginare da un buon studente, ma questo non mi rende ancora Mozart o i Beatles. 

Alla fine tutto può diventare grazia, solamente come dono di un irraggiungibile donatore, che è del tutto Sí, quando lo vuole e come lo vuole!  

domenica 28 luglio 2019

Invasi dal nulla - la questione non è Salvini. Post di Bruno Brunelli

Vorrei proporre anche nel mio blog l'intervento lucido dell'amico Bruno Brunelli, ingegnere, fotografo e musicista. Se come Chiesa e come Movimento di CL  non ci confrontiamo con quanto da lui detto non vedo alcuna possibilità di riforma, di memoria non di miti, ma di veri fatti accaduti; certo non lo è ignorare quanto qui detto e rinviare solo al positivo, quasi che tutto il resto non esistesse e quasi che il positivo a volte non venga usato per legittimare il resto. Si tratta di un frammento, ma di un frammento che fa vedere come Gesù ci interpella oggi. Il frammento critico è profetico e non mette in dubbio che vi sia nella Chiesa e nel Movimento del bene, ma non era questo l'oggetto della riflessione (comunque Bruno aveva anche parlato di "quei piccoli fuochi dove lo Spirito riaccende la Speranza"). Noi possiamo sempre e solo cogliere il tutto dell'amore divino in un frammento: Bruno ci ha fatto riflettere con il suo frammento sulla scomparsa del Vangelo ed invitato a ritrovare un percorso che porti ad esso: la fedeltà al Papa! Roberto Graziotto 

La questione non è Salvini . Il grande problema è che Salvini rispecchia la mentalità di una parte ormai prevalente del popolo italiano.
Come è stato possibile che negli ultimi 30 anni (circa) gli italiani, si siano così allontanati da una visione compassionevole dell'umanità? Anche se Salvini sparisse, come per incanto, un altro ne prenderebbe il posto come quando poti un'erba cattiva e quella dopo due giorni è di nuovo ricresciuta. Per non farla crescere dovresti estirparla, o dare un diserbante, o rivangare completamente il terreno.
Questo popolo si è allontanto dalla sua educazione cristiana. E molti appartenenti al clero hanno fortemente contribuito ad allontanarlo o lo hanno diseducato esaltando valori che non sono veramente essenziali alla visione cristiana e caritatevole. Hanno spinto sulla paura, non l'hanno censurata. La paura per l'attacco alla cultura occidentale è difficilmente separabile dalla paura che il nostro stile di vita sia sotto attacco. Ci tolgono il lavoro, ci tolgono i posti negli ospedali, questi gli slogan che hanno prevalso alimentati dalle visioni occidentaliste. Quali radici cristiane? E' evidente che si è sviluppata una strategia internazionale basata sulla paura ma questo accade normalmente. La cosa terribile è come questa strategia sia penetrata facilmente nella Chiesa. La cosa terribile è stata l'incapacità (fino a Papa Francesco) di mettere in campo un minimo di difesa del pensiero evangelico.
Dovremmo sempre ricordare l'osservazione da cui partì don Giussani negli anni '50: le chiese sono piene ma il cristianesimo non ha più radici. Ora quelle radici si sono definitivamente bruciate e le chiese si sono anche svuotate. E soprattutto il cristianesimo viene usato come giustificazione per fare e pensare tutto questo che vediamo: odio per i più poveri, per gli stranieri, muri, porti chiusi, cuori chiusi. Ovvero tutto quello che cristiano non è.
Allora non si tratta di sperare di riempire nuovamente le chiese in una visione ancora organizzativistica dell'azione pastorale. Si tratta invece di alimentare e seguire quei piccoli fuochi dove lo Spirito riaccende la Speranza. Per fare questo non servono sovrastrutture. Meno che mai servono sovrastrutture organizzative e culturali.
Gli stessi movimenti ecclesiali che in un periodo di uno o due decennti ('70 e '80) sono stati il luogo della Speranza, oggi girano a vuoto come macchine a cui hanno staccato la trasmissione dal motore. Girano a folle o peggio vanno a marcia indietro dominati, oltre che dalla paura, da un altro terribile sentimento: la nostalgia della giovinezza. Quel tempo andato che nel ricordo diventa bellissimo anche quando non lo era. Quel sentimento per cui tutto dovrebbe fermarsi e possibilmente tornare indietro. (In realtà anche i movimenti non erano belli nella loro globalità ma per alcuni piccoli gruppi di persone).
In questo scenario solo una cosa è certamente positiva anche perchè il Papa ce la chiede in continuazione ed è pregare per lui. Pregare per il Papa, il punto ultimo di resistenza e di rinascita posto dallo Spirito. Nella fede e nella speranza che non siamo noi a dover fare.


Alcuni dei commenti pubblici a questo post: 

1. Colpa della tv di Berlusconi, del suo becero populismo maschilista della sua esaltazione del carrierismo a ogni prezzo e di quei movimenti cattolici che alla carità hanno preferito l’occupazione di posti di potere a ogni costo distruggendo le basi della fede cristiana trasformandola in una ideologia qualunque. Basta vedere che gli elettori della lega sono in stragrande maggioranza cattolici praticanti. Correggei: anni 60 e 70. Negli anni 80 i movimenti cattolici hanno perso ogni identià cattolica. Applausi comunque per quanto scritto lucidissimo e vero (Paolo Vites). // Risposta di Bruno a Paolo: sono consapevole che questa datazione è approssimativa. Berlusconi, ma soprattutto quei cattolici che in lui hanno posto la speranza. Cambia l'imperatore ma subito si affrettano a incensarlo.

2. La malattia della nostalgia della giovinezza: la percepisco dappertutto, è un cancro reale dei cuori, perché spinge a vedere nei muri - e in chi li propaganda - la soluzione ideale per ripristinare nell'oggi questo mitico giardino di pace, serenità e ordine del passato - anche se esso è innanzitutto una dolente costruzione del proprio pensiero, impaurito dinanzi al reale. / Non si girerebbe a folle, credo, se si accettasse umilmente la provocazione di inestimabile valore, tutta evangelica e perciò cristocentrica, che viene oggi dal soglio di Pietro. Provocazione che è un'ancora di salvezza provvidenziale anzitutto per le nostre vite particolari. / Attraverso questa papa credo di aver capito meglio, proprio dal punto di vista dell'esperienza, il significato di una frase di don Giussani che spesso ho citato anche io " a vuoto", come una formula e cioè che la verità di Cristo è data dal suo accadere qui e ora. E il suo accadere non è mai definito da ciò che ho in mente. Di sicuro Cristo non coincide con le mie nostalgie. E' importante, per me, che questo papa mi richiami sempre alla Sua carnalità, alla Sua presenza dove io neanche Lo vedrei, cioè, in questo tempo particolare, nel povero. Come è importante che mi richiami sempre al Suo mistero, per esempio di fronte al dramma della fatica e del dolore, che molto spesso si è portati a voler "risolvere" con delle formule cristiane. / Il rischio della fossilizzazione dell'incontro cristiano, della sua riduzione a formule e, inevitabilmente a spazi di potere da mantenere, è di sempre, ma in questo momento siamo più che mai sedotti da questa tentazione. Ed è provvidenziale che Pietro oggi ci richiami come la Chiesa sia una realtà dinamica, che cammina , sempre uguale nel cuore rivolto a Cristo, ma sempre inevitabilmente diversa, accanto agli uomini di ogni tornante storico. Forse e senza forse è sentirci richiamare questo dinamismo salvifico che ci fa orrore. Perchè se la Chiesa è movimento, inevitabilmente viene messa in discussione e giudicata la nostra staticità spirituale, spesso mascherata da difesa della Tradizione. (Cristina Ghezzi) 

3. Tra Venezia e Torino ho visitato circa 30 chiese,parrocchiali e non, parlando con i don,i frati,qualche monsignore e "fedeli"vari..Molte te chiese,ormai chiuse soprattutto per la scarsa o nulla partecipazione ancor piu' che per la scarsità di celebranti.E,sul piano della disponibilità all'aiuto fraterno ho avuto una grande delusione da Torino,città con una tradizione di volontariato vivissima un tempo...Basti quest'esempio:una signora,abitante in zona centrale di Torino,con anni di volontariato nel Duomo di Torino e durante le esposizioni della Sindone,è diventata cieca nel giro di 4/5 anni...ebbene non ha ancora trovato una persona che 1 ora alla settimana la possa accompagnare a fare una passeggiata....questo,nonostante segnalazioni,mie ripetute telefonate al suo parroco e ad associazioni varie......nulla da aggiungere ! (Sandra Sandri)

4. Carissimo Bruno,  il mio giorno è cominciato molto presto, perché il parroco è senza voce e mi ha chiesto di tenere la predica al suo posto. Ora vorrei, però, almeno dire una cosa. Il tuo testo non è solo tuo, anche se nasce dal tuo carisma personale, ma è un testo che rispecchia un percorso su cui siamo andati insieme; è frutto di un lavoro comune di anni. Di fronte a queste tue affermazioni, anche le persone attente a quello che diciamo fanno un passo indietro, le ritengono complicate o esagerate. Vero è che esse nascono da un attento ascolto di tante persone e realtà offline und online. Come ho detto nelle mie righe introduttive al tuo post che ho messo anche nel mio blog: se chi guida il Movimento non si confronterà seriamente su questo tipo di pensieri il Movimento non procederà in quella strada che va da Giussani passando per don Carrón fino al Papa. E tu confessi chiaramente la tua fedeltà a Pietro: certo nessuno è obbligato ad amare questo Papa, ma chi non gli rimane fedele, con il cuore, non fa il passo del tempo attuale che il Signore chiede alla Sua Chiesa. Una delle obiezioni che ci vengono fatte se parliamo di ciò che non quadra è che in vero chi guida il Movimento sa già tutte queste cose. Ma il vero problema è che guida senza un popolo fedele e cosciente non può far proprio un bel nulla. Chi guida deve seguire il popolo fedele, per piccolo che sia, e non solo viceversa. Nel tuo testo non si discredita per nulla l'esperienza dei Movimenti, come Adrienne non discreditava un santo facendolo confessare i suoi peccati. Grazie ed un abbraccio. Roberto

5. Mi trovo completamente con quanto scrive, con quanto scrive, Bruno. Aggiungo un pensiero 
E' vero che il problema non è Salvini ma è vero che le sue parole fanno come emergere le istanze che quelle parole stimolano (paura, razzismo, rabbia, intolleranza). Un po' come suonando una nota vibra per risonanza ciò che la stessa nota può suonare. Se le istanze non ci fossero non emergerebbero, come non emergerebbero se non fossero stimolate. Dico quindi che ci sono e che le parole di Salvini le fanno emergere. Non è vero che le creino. Quindi non dobbiamo sopravvalutare il fenomeno solo perchè ora è (più) visibile. Neppure sottovalutarlo.
Credo che sia giusto continuare a credere che ben altre note siano in grado di risuonare se ben stimolate. Perché nonostante tutto "quei piccoli fuochi dove lo Spirito riaccende la Speranza" continuano ad ardere qui e la con vigore. (Giovanni Breda) 
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"Allora non si tratta di sperare di riempire nuovamente le chiese in una visione ancora organizzativa dell'azione pastorale. Si tratta invece di alimentare e seguire quei piccoli fuochi dove lo Spirito riaccende la Speranza. Per fare questo non servono sovrastrutture. Meno che mai servono sovrastrutture organizzative e culturali": questa pure è una sottolineatura importantissima, perché intercetta quello che a mio parere è ormai un dato di fatto: che cioè a noi cristiani - a qualunque livello - è estranea la logica evangelica del " piccolo seme". Siamo abituati a un'idea di Chiesa forte, incidente, di fatto " dominatrice" del mondo e delle coscienze. e il richiamo a questa povertà - la povertà assoluta dei primi, ricchi solo dello Spirito di Cristo - ci infastidisce, come fosse un dato estraneo alla " nostra" storia o un segno di resa davanti al mondo - che resta un'entità su cui, obbligatoriamente ci si dovrebbe imporsi, magari anche con l'aiuto del potere politico. Ma è ovvio che questo senso di "proprietà" del fatto cristiano sia disumanizzante: obbliga infatti a una interminabile logica contrappositiva con gli "altri"- gli altri che non sono " noi", per storia e per sensibilità - e dentro a questa disumanizzazione vanno persi, inevitabilmente, i fondamenti della fede, in primis la carità...Per questo, spesso, ci troviamo disumani - nel pensiero e nell'agire - né più né meno che gli accaniti sostenitori degli attuali uomini forti al potere... (Cristina Ghezzi)

7. "Come è stato possibile che negli ultimi 30 anni (circa) gli italiani, si siano così allontanati da una visione compassionevole dell'umanità? ". beh, ci hanno ossessivamente "educato" a percepire una superiorità morale - di stampo occidentale - nella quale le vittime del vampirismo dei paesi ricchi sono invece le colpevoli. In un editoriale letto solo poche ore fa si ribadiva proprio questo concetto, questa presunta " nostra" superiorità, stigmatizzando chi osa versare lacrime e farsi domande sulle creature che ogni giorno annegano in mare, fuggendo dai loro paesi tribolati. Siamo vittimisti, siamo apostati dalle radici cristiane, sono anni che veniamo martellati da questi mantra. In più, decenni di un benessere mai visto prima ci hanno resi orgogliosi e cinicamente possessivi, come se tutto quello che abbiamo costruito ci appartenesse di diritto - e chi non ce la fa si arrangi, perché in fondo è colpa sua, se il benessere se l'è lasciato sfuggire. Ieri una ragazzina di quattordici anni italiana ha vinto una medaglia d'argento nel nuoto, pochi anni fa una sua coetanea somala è annegata nel tentativo disperato di raggiungere un luogo, l'Europa, dove potere realizzare i suoi stessi sogni di gloria sportivi, lontana dal suo paese martoriato dalla guerra, dalla fame e dal fondamentalismo. Dovremmo essere umilmente grati per quanto abbiamo e perciò sentire pietà e volontà di condividere pane e opportunità - che non ci mancano - con queste persone. Invece da " cattolici" creiamo ghetti ideologici dove " noi" siamo bravi perché siamo riusciti e gli " altri" " loro", quelli che non ce l'hanno fatta, sono addirittura i colpevoli della loro condizione di miseria. (Cristina Ghezzi)

8. "Si tratta invece di alimentare e seguire quei piccoli fuochi dove lo Spirito riaccende la Speranza. Per fare questo non servono sovrastrutture". Condivido. La Chiesa cammina attraverso questi "piccoli fuochi". Tutto il resto, inclusi i movimenti, le iniziative culturali ecclesiali, persino le grandi opere caritatevoli ecclesiali posso diventare solo cenere da adorare o Ong, come ci ricorda il Papa. Ma "i piccoli fuochi" fanno luce nel buio, anche nel buio pesto. E l' umanità cerca disperata questa Luce. (Michela Sterpini). 



sabato 27 luglio 2019

Salvini visto dalla Germania - ma non solo. Quale è il problema oggi nel Mediterraneo?

Lipsia. La vera questione del Mediterraneo non è Matteo Salvini (1), anche se certo il ministro degli interni italiano non contribuisce, particolarmente, a risolverla; la vera questione è stata espressa, in un breve editoriale della pagina 10 della FAZ (27.7.19): "Se al largo delle coste libiche una barca con migranti si rovescia di nuovo e più di 150 persone annegano, un continente che si riferisce alla sua eredità cristiana non deve distogliere lo sguardo", FAZ, 27.7.19 (Her.). Questo è il punto: il nostro continente, e non solo per la sua eredità cristiana, non può distogliere lo sguardo dalla tragedia che accade nel "nostro" mare, tra l'Africa e l'Europa. 

Matteo Salvini (1973), che è anche vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana, sembra avere alcuni argomenti a suo favore: La dura politica di chiusura dei porti italiani ha le seguenti conseguenze: "Da 5096 morti e dispersi nel 2016 a 3193 nel 2017 e 2277 l'anno scorso, il numero di morti quest'anno è sceso a 686 finora" (Matthias Rubrik, FAZ, 27.7.19). I dati sono del UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e del IOM (Organizzazione internazionale per le migrazioni). Il mandato di Salvini comincia il primo giugno del 2018. Il suo governo usa questi dati per giustificare la propria politica dura di chiusura dei porti; quello che Salvini tace è il seguente dato: "Il numero di morti in relazione al numero totale dei migranti è aumentato" (Matthias Rubrik, FAZ, 27.7.19).  E quello che pochi dicono è che ogni morto è un morto di più che non è conciliabile con la nostra coscienza, umanistica e cristiana, perché ogni uomo in sé è un valore unico e singolare e in rapporto agli altri rappresenta tutto il mondo degli uomini. 

Quello che fa Salvini sono leggi di sicurezza più severe. I soccorritori marittimi privati ora devono pagare multe astronomiche se si recheranno nei porti italiani per portare a terra i migranti salvati. 322 dei 413 deputati italiani hanno votato a favore. "Nella seconda camera del Parlamento, il Senato, il disegno di legge dovrebbe ricevere anche una chiara maggioranza" (ibidem). Il commento di un giornale, direi in questa faccenda, molto "conservatore", come la FAZ, è del tutto chiaro: "Criminalizzare i soccorritori del salvataggio in mare, come fa il ministro degli Interni italiano, è disumano" (Her.) L'editoriale contraddice in parte il giornalista Matthias Rübrik, che ho citato qui sopra: ""Studi empirici hanno smentito la tesi secondo cui esiste un nesso tra la presenza di navi di soccorso e la partenza di "navi profughi".  

Ciò che però deve essere detto con altrettanta chiarezza, oltre a far vedere che l'attuale governo non ha un buon rapporto con il governo (quale?) della Libia, è che fino a quando l'Europa non prenderà una decisone comune per affrontare l'innegabile problema della migrazione, Salvini avrà sempre più italiani dalla sua parte. Tra l'altro anche in Spania sta forse avanzando un alter ego di Salvini: Albert Rivera del partito Ciudanos. In forza della propria geografia, l'Italia si trova nel mezzo del Mediterraneo, ma non ci sono porti solo in Italia e su questo il citato editoriale della FAZ parla con chiarezza: "Il regolamento di Dublino (2), che stabilisce che ogni migrante deve rimanere nel luogo in cui è entrato nel territorio europeo, esige urgentemente una riforma". Anche nella via dei Balcani, in Croazia, sembra che al confine con la Serbia accadano cose gravi nella gestione dell'arrivo dei migranti: riconduzione forzata e violenta al di là dei confini croati. 

Un'attenta osservatrice italiana, quando si parlava, qualche giorno fa, di questi problemi nella Redazione del gruppo "I contadini di Peguy" in Facebook, al cospetto della mia osservazione che Salvini in un certo senso solleva un problema reale rivolgendosi alla Commissione Europea, mi rispondeva: "sì, certo, ma Salvini avrebbe già potuto trovarla prima (una soluzione europea)....essendo presente alle 22 riunioni per modificare il trattato di Dublino; disertandole si è reso inviso a molti Partners europei e i battibecchi con Macron non aiutano per niente. Quando uno fa il ministro dovrebbe sapere ed essere in possesso di determinati requisiti, tra i fondamentali...la diplomazia".

E certo questa - la diplomazia - non è proprio il forte di Salvini, come si vede dal fatto che anche un giornale sensibile alla sua posizione come la FAZ, lo stronca come disumano. Poniamoci solo alcune domande: 1. Come evitare che uomini muoiano nel Mediterraneo? 2. Come evitare il parcheggio di migranti in campi libici che sono sempre più simili a quelli di concentramento, di nazista memoria? 3. Come fare una conferenza africana ed europea, in cui si affrontino, con tutti i mezzi diplomatici possibili, vie di soluzioni percorribile? 4. Come fare una reale riforma del regolamento di Dublino? Cercasi uomo o donna politica europea che affronti questa agenda politica e non partecipi al coro ululante dei lupi!

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(1) Un amico ingegnere, fotografo e musicista mi ha fatto pervenire questo commento:
La questione non è Salvini . Il grande problema è che Salvini rispecchia la mentalità di una parte ormai prevalente del popolo italiano.
Come è stato possibile che negli ultimi 30 anni (circa) gli italiani, si siano così allontanati da una visione compassionevole dell'umanità? Anche se Salvini sparisse, come per incanto, un altro ne prenderebbe il posto come quando poti un'erba cattiva e quella dopo due giorni è di nuovo ricresciuta. Per non farla crescere dovresti estirparla, o dare un diserbante, o rivangare completamente il terreno.
Questo popolo si è allontanto dalla sua educazione cristiana. E molti appartenenti al clero hanno fortemente contribuito ad allontanarlo o lo hanno diseducato esaltando valori che non sono veramente essenziali alla visione cristiana e caritatevole. Hanno spinto sulla paura, non l'hanno censurata. La paura per l'attacco alla cultura occidentale è difficilmente separabile dalla paura che il nostro stile di vita sia sotto attacco. Ci tolgono il lavoro, ci tolgono i posti negli ospedali, questi gli slogan che hanno prevalso alimentati dalle visioni occidentaliste. Quali radici cristiane? E' evidente che si è sviluppata una strategia internazionale basata sulla paura ma questo accade normalmente. La cosa terribile è come questa strategia sia penetrata facilmente nella Chiesa. La cosa terribile è stata l'incapacità (fino a Papa Francesco) di mettere in campo un minimo di difesa del pensiero evangelico.
Dovremmo sempre ricordare l'osservazione da cui partì don Giussani negli anni '50: le chiese sono piene ma il cristianesimo non ha più radici. Ora quelle radici si sono definitivamente bruciate e le chiese si sono anche svuotate. E soprattutto il cristianesimo viene usato come giustificazione per fare e pensare tutto questo che vediamo: odio per i più poveri, per gli stranieri, muri, porti chiusi, cuori chiusi. Ovvero tutto quello che cristiano non è.
Allora non si tratta di sperare di riempire nuovamente le chiese in una visione ancora organizzativistica dell'azione pastorale. Si tratta invece di alimentare e seguire quei piccoli fuochi dove lo Spirito riaccende la Speranza. Per fare questo non servono sovrastrutture. Meno che mai servono sovrastrutture organizzative e culturali.
Gli stessi movimenti ecclesiali che in un periodo di uno o due decennti ('70 e '80) sono stati il luogo della Speranza, oggi girano a vuoto come macchine a cui hanno staccato la trasmissione dal motore. Girano a folle o peggio vanno a marcia indietro dominati, oltre che dalla paura, da un altro terribile sentimento: la nostalgia della giovinezza. Quel tempo andato che nel ricordo diventa bellissimo anche quando non lo era. Quel sentimento per cui tutto dovrebbe fermarsi e possibilmente tornare indietro. (In realtà anche i movimenti non erano belli nella loro globalità ma per alcuni piccoli gruppi di persone).
In questo scenario solo una cosa è certamente positiva anche perchè il Papa ce la chiede in continuazione ed è pregare per lui. Pregare per il Papa, il punto ultimo di resistenza e di rinascita posto dallo Spirito. Nella fede e nella speranza che non siamo noi a dover fare. (Bruno Brunelli) 



(2) Un amico giurista mi ha fatto pervenire questo commento: I passaggi controversi del regolamento di Dublino si concentrano nell'obbligo di inoltrare la richiesta di asilo nel paese di prima accoglienza: un principio che scarica il peso dei flussi sulle spalle dei paesi esposti alle rotte del Mediterraneo, come la stessa Italia e la Grecia. I principi di fondo di una iniziale riforma basata su una condivisione equa e solidale di responsabilità decelera per il lungo lavoro di negoziazione degli atti giuridici dell'Unione, e segnatamente dei regolamenti che richiedono il via libera di Parlamento e Consiglio. Ciò che è necessario è uscire dalle contraddizioni perché non si può chiedere aiuto all’Unione e al tempo stesso essere sovranisti e decidere in autonomia e in contrapposizione, ignorando principi comuni rifiutando l’accesso alle navi umanitarie e lasciando morire persone in mare. (Massimiliano Tedeschi) 

(10.8.19) Salvini e Mattarella nella stampa tedesca

Lipsia. Matthias Rüb (e nbu) nella FAZ presentano con precisione la situazione in Italia; un presidente che non soffre di protagonismo, ma che aiuta davvero il paese e un carrierista, il ministro degli interni, che mette in crisi il proprio paese per il suo protagonismo populista. Come ha fatto capire Bruno Brunelli, meglio di tanti, nel nostro gruppo, tutto segue un certo piano:

Il "laboratorio politico italiano", come lo chiama Bannon, è una macchina che pompa voti dal PD per portarli a Salvini attraverso gli insuccessi e la debolezza dei 5stelle. Ora va certificato l'avvenuto travaso con le elezioni. Il governo Salvini promulghera' la flat tax rompendo le regole di bilancio UE. Gli italiani saranno felici. La Commissione sarà furente. Salvini proporrà il referendum per uscire dall'Europa e lo vincerà. Trump avrà messo a segno un altro successo. Non a caso oggi il Papa rilascia un'intervista dove dice che dobbiamo difendere l'Unione Europea. Il Papa ha una visione globale del mondo" (Bruno Brunelli).
Un Italia che invece di occuparsi del bilancio come si è sempre fatto nell'autunno, si combatte per delle elezioni che la porteranno sempre più vicino all'abisso economico, finanziario, giuridico e politico, non è certo un segno di speranza.
Trump con le sue minacce di togliere le truppe americane dalla Germania, perché quest'ultima investe troppi pochi soldi nelle spese militari, per portare in Polonia, non ci spaventa per un possibile attentato contro Putin (come spiega con ragione Bannon: per il momento Putin e Trump sono alleati) (1), ma per quello che ha detto il Papa: "Si sentono discorsi che assimigliano a quelli di Hitler nel 1934...". Un egoismo collettivo confonde la sovranità del proprio paese con la chiusura di esso. L'uscita dell'Italia dall'euro, anche se si possono aver dubbi sulla valenza di questa moneta dal punto di vista economico, avrebbe effetti catastrofici non solo per l'Italia, ma per tutta l'Europa. Trump e Putin non vogliono un Europa forte.
La paura in Italia si rivela anche in "perdita di valore monetario". Le quote delle banche e della Posta controllata dallo Stato hanno perso tra il 5% e il 9%, sentendo delle nuove elezioni. Etc. La lettura di questi dati come la cattiveria dei cattivi capitalisti che vorrebbero affondare l'Italia è talmente ingenua ed ideologica che è difficile argomentare qualcosa contro di essa. È difficile argomentare contro l'irrazionalità). Gli imprenditori del nord, che forse appoggiano ancora Salvini (per la promessa riduzione delle imposte) non possono aver interesse ad un uscita dell'Italia dall'Euro. Vincerà quella "misura della ragione" e fedeltà alla costituzione rappresentate da Sergio Mattarella? Come dice con ragione Matthias Rüb, l'Italia ha bisogno di lui fino all'ultimo giorno del suo mandato nel febbraio del 2022.
Speranze? Che qualcuno in America fermi Trump e in Russia lo strapotere di Putin venga criticato (le proteste di cui parla Giovanna Parravicini sono un grande segno di speranza). E in Italia? La sinistra deve unirsi e Forza Italia congedarsi dall'era Berlusconi. Poi vedremo.

(1) Mi sembra che il vero problema attuale sia la guerra economica tra America e Cina, che potrebbe durare anche decenni, e che mina la stabilità economica non solo cinese, ma anche europea.

(11.8.19)

Cari amici della redazione dei Contadini di Peguy, scusate se ieri con il funerale della collega non ho potuto guardare con attenzione ciò che avete inviato in redazione. Ora mi sono preso il tempo di leggere e guardare quanto più mi è possibile. Molto grave la notizia di Oslo, che fa vedere che il terrorismo sovranista è una realtà, forse non così grande come il terrorismo islamista (non islamico), ma sempre di nuovo presente (Norvegia, USA, New Zelanda). (...)

Molto interessante anche l'articolo su Giorgetti; la via moderata della Lega non è meno pericolosa della via nazista; se Bannon ha ragione quest'ultima non ha futuro, il nazismo e il fascismo sono fenomeni del passato, come ci teneva a precisare negli anni 50/60 Del Noce. Fenomeni del passato che possono essere del tutto pericolosi nello specifico di un quartiere, come ci hanno fatto notare più volte (...)

La via moderata della Lega ha identificato un nemico: la Cina, che si trova in una guerra finanziaria, che forse durerà decenni con gli USA (FAZ). Ovviamente, anche se negli USA ci sono gli attentati, credo che se dovessi scegliere di vivere negli USA o in Cina non avrei dubbi: sceglierei gli USA. Il motore, però, di questa guerra finanziaria sembrano essere gli americani (Trump) e non i cinesi che hanno un fracco di problemi interni da risolvere (pensioni...), che non sono, credo, interessati a fare guerre contro altri (ma forse mi sbaglio). Comunque se Giorgetti guida la Lega in questa direzione, la guida verso una polveriera, perché anche se la Cina è in crisi, gli USA non lo sono di meno, se no, non prenderebbero questo atteggiamento aggressivo contro una potenza del genere. Nei confronti dell'Europa Giorgetti va in una linea di riforma (non uscita dall'Euro, ma cambio di politica), di fatto, però, quello che vuole (su tema migranti e su tema frontiere) equivale alla distruzione del progetto europeo. In questo modo si allinea all'intenzione di Trump e Putin che vedono nell'Europa un pericolo. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il Padre Spadaro di questo Giorgetti. Grazie (...)
per aver sollevato il problema delle due anime della Lega per i rapporti internazionali.


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, ho imparato tanto dal tuo intervento ultimo, sui due piani giuridico e politico che si confondono nel populismo. Ovviamente non volevo mettere in dubbio che si agisca anche a livello giuridico, quando ci sono reati (porti chiusi, trattenimento in ostaggio dei migranti...), ma come ha fatto notare
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(che non ringrazio a parte, perché è evidente che le mie riflessioni, anche se sono aggiornate dalla lettura della stampa tedesca, dipendono da quello che
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ci ha insegnato a proposito di Bannon/Trump) il problema non è solo Salvini, ma quei 40 % che lo votano e che penseranno, se Salvini non viene sconfitto politicamente, che c'é stato un colpo di coltello che ha impedito che il grande eroe facesse ciò che riteneva di fare e che avrebbe salvato l'Italia. Visto poi le contraddizioni economiche messe in mostra dal post sui miliardi che non ci sono (...) sono tante, dovrebbe pur esserci una via per risolvere i problemi che il governo dice di risolvere e che non fa perché le proposte fatte sono irrealistiche (Quota100, flat tax...), non finanziabili ed alcune non costituzionali. 

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, davvero Salvini ha pianto in pubblico, o hai detto metaforicamente? Grazie a tutti, Roberto

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Caro
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, questo è molto interessante ed era l'idea che avevo io in testa (una Cina in crescita), anche tenendo conto del volume di affare notevole dei cinesi in Africa; ieri nella FAZ, il giornale del capitalismo tedesco, si diceva invece che la "Commerzbank" (ma altre banche pensano lo stesso) ha rivisto completamente l'immagine che aveva della Cina, che si troverebbe in un crisi tale da compromettere la "previsione di crescita" anche tedesca, che ha un volume di affari notevoli in Cina. Comunque non si tratta di miei idee - relata refero. E non ho nessun legame emozionale con esse, ma ho trovato molto interessante questi dati offerti dalla pagina delle finanze della FAZ.

Caro
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, molto importante per questo dialogo sulla Cina con te, che hai più esperienza del mondo del denaro. Dal punto di vista giornalistico è comunque, anzi con la tua tesi (la Cina sta dicendo la guerra finanziaria) è ancor più accentuata, la mia idea che identificare nella sola Cina il nemico è qualcosa di pericoloso. I continenti devono rimanere in un dialogo "poliedrico" e non far guerra agli altri dal punto di vista "sferico". Dal punto di vista filosofico ho ovviamente perplessità contro l'idea erotico platonica di una "crescita costantemente in salita"; l'ontologia cristiana non conosce questo modello. L'essere è pensato come "discesa" d'amore gratuito e solo accettando questo momento di discesa, è anche salita o crescita. Tuo, R