Lettera alla mia amica Anna Martina, nel primo anniversario della sua morte.
Cara Anna,
ti conobbi tanti anni fa ad un ricevimento del Consolato italiano di Aleppo, in uno splendido appartamento arredato in stile levantino. Si festeggiava il compleanno della Repubblica italiana e sul balcone si intravedeva il tricolore che danzava nella sera aleppina di una città siriana da sempre ospitale con gli stranieri dal tempo del diwan ottomano. Proverbio aleppino: anche se tratta con un cane l' aleppino lo fa sentire un principe o principessa.
Anna cara, mi invitasti a casa tua e qui inizio' la nostra amicizia in una casa di cuscini e quadri e un balcone simile ad una alcova dove si poteva riposare nelle notti calde d"estate ed essere risvegliate dal canto del muezzin che chiamava i fedeli alla preghiera dell' alba da un minareto vicino.
Poi con semplicità mi raccontò che si era fatta mussulmana alla morte del marito per poter gestire l'avvenire dei figli e la patria potestà su di loro. Firmando l'atto della sua conversione disse allo sheik -giudice che nel suo cuore rimaneva cristiana. Amica mia, raccontandomi la tua storia fosti la prima persona a spiegarmi che Allah il misericordioso, il suo nome sia benedetto, è in lingua araba Dio, colui che è. Arrivederci Anna, a presto. Inshallah.
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