lunedì 17 agosto 2020

Sull'ideologia dell'anti- italiano - in dialogo con Massimo Borghesi

 Predazzo. Nell'appendice "La religione civile della Nuova Italia. Tra '800 e '900'", nel suo volume "La terza età del mondo. L'utopia della seconda modernità" Roma, 2020, 295-315, Massimo Borghesi ci introduce al pensiero di alcuni filosofi italiani e ad un'idea, che credo valga la pena di approfondire. L'educazione del genere umano (Lessing), la terza epoca dello Spirito (Gioacchino da Fiori) si declina in Italia del '800 e del '900 come "Nuova religione civile" (Giuseppe Mazzini), che pur nelle diverse ramificazioni finisce nel disastro fascista (Gentile, Mussolini) e nell'incapacità "eretica" di superarlo (Gramsci). L'unica figura che si oppone a questa linea ed anti-linea è quella di Benedetto Croce, che di fatto, però, rappresenta una posizione debole, come quella di Erasmo, che non ha saputo rispondere al dramma della scissione luterana. Quello che oggi rimane di questo pensiero è un atteggiamento che Borghesi riassume bene con il termine dell'anti- italiano e che di fatto non permette all'Italia di giocare quel contributo di grande valore che ha portato all'unità europea (dapprima De Gasperi e il meglio della storia della DC). La velleità apocalittica italiana continua la sua storia nella "Lega del Nord", secondo me, proprio nella sua opposizione all'idea europea. 

Non mi è possibile presentare tutti gli aspetti della ricchissima appendice di Borghesi, ma vorrei, quasi come pro memoria, fissare due punti. Dapprima la questione di Lutero e della riforma mancata e in secondo luogo il nesso tra utopia eretica e democrazia. In una recente recensione del volume Nicola Felice Pomponio  ha parlato con più competenza di me di molti altri aspetti: https://www.fattitaliani.it/2020/06/libri-massimo-borghesi-la-terza-eta-del.html?fbclid=IwAR0Gruwfdux2r6EsVgGTfpY0mt6YJqpDfo7KrKYN48FVL5lI0cafrHQCvno

Lutero. La grandezza di Lutero è proprio quella della giustificazione per grazia, ma non nel senso di svilimento della forza umana (Gentile), ma come superamento di quella riduzione dell'umano ad "affari" (Lutero non è Calvino e di fatto nella sua intuizione originaria è e rimane cattolico) - non ci si può comprare l'ingresso nel paradiso. Questa intuizione originaria della giustificazione per grazia e il cuore della "riforma" luterana, che Lutero stesso tradirà con le sue posizioni sconsiderate conto i contadini (posizione questa che tradisce l'altra idea importante, sottolineata da Alberto Methol Ferré,  di Lutero, quella del sacerdozio di tutti i fedeli) e contro gli ebrei. Da questa intuizione originaria nasce lo spirito musicale luterano fino a Johann Sebastian Bach. 

Utopia e democrazia. Nella sua pretesa di educare il genere umano, la democrazia non si presenta come un "meccanismo minimo", come una forma "neutrale" di governo, ma nella sua velleità apocalittica - si presenta come l'unica forma possibile di governo. E ciò accade necessariamente, perché non una presunta neutralità può rendere l'uomo libero, ma solo la confessione libera della verità (nel senso teleologico del termine) (1). Confessione che non può essere principalmente "eretica" (Gramsci), ma davvero "cattolica", universale, capace di integrare particolare ed universale (Papa Francesco, Borghesi). Quando Leone Ginzburg, in una sua prefazione al "Guerra e Pace" di Lev Tolstoj del 1942, sottolineava la dimensione collettiva e contadina, come decisiva per l'animo umano, intuiva qualcosa di più che un eresia o un essere anti: "L'Italia come oggi è non ci piace" (Giovanni Amendola) non può creare una comunione che superi l'individualismo e l'egoismo personale e collettivo, una comunione che Ginzburg vedeva realizzata nell'epos di Tolstoj. Intuizione che Gramsci ovviamente comprendeva, ma forse solo come opposizione eretica e desiderio di una rivoluzione che non può che suicidarsi. 

L'incontro con Ferdinand Ulrich e la sua ontologia dell'essere come dono mi ha liberato una volta per tutti da ogni tendenza all'anti italiano o anti-tedesco. Piuttosto penso con Claudio Magris che solo una reale integrazione della cultura tedesca e italiana, come contributo all'idea e alla realtà europea, possa tradurre l'ontologia dell'essere come amore in un'esperienza che valga per un popolo e non solo per intellettuali umanistici e rinascimentali. 

(1) Per comprendere ciò che intendo con la parola "teleologia" rimando al mio post in dialogo con Robert Spaemann: https://graziotto.blogspot.com/2020/07/alla-ricerca-della-natura-perduta-in.html. Per quanto riguarda la democrazia, vorrei dire  - in riferimento alla Siria - che il problema non è che Assad non sia democratico, ma che è un assassino. 

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