lunedì 4 ottobre 2021

Sulla diversità del voto nei nuovi e nei vecchi Länder della Germania.

(Lipsia- Halle - 3.10.21) Perché votano tanti degli ex cittadini della DDR AfD? Sono danneggiati spiritualmente dal loro passato nella dittatura socialista? Riflessioni dopo 19 anni in uno dei nuovi Länder, nel giorno che ricorda l’unificazione tedesca (inizio della prima stesura) (3.10.1990)?  




Nei nuovi Länder, come ha fatto notrare Stefan Locke (FAZ, 2.10.21), la CDU, in questi decenni dopo l’unificazione tedesca, ha avuto risultati ottimi, fino al 50 o addirittura al 60 % dei voti. Come mai è accaduto il disastro di cui si è già parlato in questi giorni anche in Italia? A livello nazionale e in modo particolare nei nuovi Länder, la CDU ha perso le elezioni (con il risultato peggiore di tutta la storia della Germania dopo il secondo guerra). Colpa di Amin Laschet, il candidato della CDU al cancellierato? Certo, ma non solo. Nelle sue ultime pagine di „Guerra e Pace“ Lev Tolstoj fa vedere che addirittura persone come Napoleone o lo zar Alessandro sono sopravvalutate come „causa“ di avvenimenti. Come mai l’AfD è diventata in Sassonia e Turingia il partito con maggior voti? E come mai in questi due Länder la CDU è diventata il terzo partito, mentre la SPD che stava morendo politicamente, il secondo? Merito di Olaf Scholz? Certo anche, ma rimando all’argomento-Tolstoj. Dovremmo tra l’altro abituarci sempre di più a questo voto „liquido“, „fluttuante“ che abbiamo visto in atto alla fine di settembre. 


 Con ragione, ancora una volta, Stefan Locke, prende come simbolo, per comprendere cosa sta succedendo nei nuovi Länder, due personaggi politici della CDU: Hans-Georg Maaßen, ex capo dell’ufficio di tutela costituzionale e Marco Wanderwitz, avvocato, nato a Chemnitz (Karl-Marx-Stadt nel 1975 quando è nato; quindi aveva 14 anni alla caduta del muro). Entrambi hanno perso. Il primo, forse, perché è solo una copia della AfD, quindi molti hanno votato l’originale; il secondo perché si è distanziato completamente dalla AfD con argomenti che sono molto vicini all’insulto: chi vota AfD è danneggiato spiritualmente dal suo passato nella dittatura della DDR; ovvio è però che un numero così elevato di persone non si lascia insultare per la propria non volontaria vita in una dittatura, che comunque a seconda degli anni di cui stiamo parlando, aveva caratteri molto diversi. Anche la cancelliera tedesca attuale ed uscente, Angela Merkel, nel  ultimo (probabilmente) discorso alla nazione, come cancelliera, ad Halle, nel giorno che ricorda l’unificazione tedesca, ha detto che non si può considerare il passato nella DDR, solo come „Ballast“ (zavorra) e che non si possono considerare i cittadini dell’est come „cittadini tedeschi non specializzati“.   


Due amici, entrambi medici, leggermente più giovani di me, che fanno parte delle persone che votano e sostengono la CDU, mi raccontano sempre con nostalgia e con orgoglio, come la scuola funzionasse molto bene negli anni della DDR (e non solo come propaganda del comunismo) che erano gli anni della loro gioventù. Di fronte a questi argomenti ho sempre pensato che obiezioni di principio contro una dittatura, quando non si vive in essa, sono mancanza di stile. E come ha fatto notare una delle grandi della letteratura della Germania socialista, Christa Wolf, nel suo romanzo tardo, „La città degli angeli“, è davvero un colpo forte non potere far vedere in una carta geografica „politica“ dove si è nati: io sono nato in Italia e l’Italia esiste ancora, anche se vivo da 30 anni in Germania, Wolf è nata in un paese che non esiste più. Quindi l’arroganza che ho spesso notato nei giudizi di persone che vivono nei vecchi Länder, è uno stile che io, già pochi mesi dopo il nostro arrivo in Sassonia-Anhalt, non ho mai più usato. 


Tra i motivi per cui la CDU ha perso e la AfD ha vinto (non a livello nazionale, in cui invece ha perso voti) sono complessi; tra questi si può dire che la AfD ha vinto, perché la CDU, che nei nuovi Länder non ha una vera e propria base, è debole, ma questo non basta. Nella giornata dell’unità nazionale, nel bosco in Sassonia, ho chiesto ad un giovane padre di due bambini, che camminava nel bosco, come mia in Sassonia così tanti hanno votato la AfD? Risposta: „weil wir uns nicht mehr verarschen lassen wollen“ (perché non ci vogliamo far più prendere per il culo). Il giovane padre non argomentava in modo fanatico e con ragione non voleva che si facesse l’identificazione tra i nazisti e le persone che hanno votato AfD. La sua analisi è chiara: la CDU si è spostata troppo a sinistra e gli elettori conservatori non si identificano più con essa. 



                                                        (Tharandt - Sassonia)


Direi che la risposta di Tolstoj su cosa sia il potere e su chi abbia voluto la guerra napoleonica in Russia, sia di grande aiuto per comprendere cosa sia in gioco anche nei nuovi Länder della Germania:  non sono persone singoli colpevoli, ma tutti. Tutti siamo „colpevoli“. Di cosa? Papa Francesco lo spiega molto bene al numero 141 della „Fratelli tutti“: „La vera qualità dei diversi Paesi del mondo si misura da questa capacità di pensare non solo come Paese, ma anche come famiglia umana, e questo si dimostra specialmente nei periodi critici. I nazionalismi chiusi manifestano in definitiva questa incapacità di gratuità, l’errata persuasione di potersi sviluppare a margine della rovina altrui e che chiudendosi agli altri saranno più protetti. L’immigrato è visto come un usurpatore che non offre nulla. Così, si arriva a pensare ingenuamente che i poveri sono pericolosi o inutili e che i potenti sono generosi benefattori. Solo una cultura sociale e politica che comprenda l’accoglienza gratuita potrà avere futuro.“ Il giovane padre nel bosco non è ignaro del valore della „gratuità“, per questo fa una passeggiata di 9 chilometri con due bambini della terza e della quinta classe. E sa anche che ci sono situazioni davvero drammatiche, come quella in Siria e pone anche la giusta prospettiva, che dobbiamo aiutare i migranti nel loro paese, ma non ha per nulla il senso, come nessuno di noi lo ha, di essere parte di un’unica famiglia umana, e che i migranti, possono essere anche un arricchimento per noi. 


Nel suo ultimo discorso ad Halle Angela Merkel dice che dobbiamo ascoltare attentamente cosa pensano gli altri e che dobbiamo stare attenti che la „democrazia“ non è un fatto „naturale“, ma per l’appunto „politico“, che dobbiamo costruire giorno per giorno. Ecco questo ho tentato di fare ascoltando questo giovane padre, cercando di entrare in dialogo non solo con ciò che piace ai media „corporate“ (G. Greenwald), ma con le preoccupazioni del suo cuore. Con il rinvio al testo del Papa non ho voluto insultare nessuno, ma indicare un percorso che riguarda noi tutti. L’educazione democratica implica anche un educazione su cosa sia l’uomo, in un’unica famiglia umana.


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