sabato 7 settembre 2024

Amore come crisi. Diario, un momento prima della fine del mondo - Roberto Graziotto

 Amore come crisi. Diario, un momento prima della fine del mondo 

Dopo il „diario notturno“ (qui), quello „diurno“ (qui) ed in fine quello „cattolico“ (qui) comincio oggi, sette Settembre 2024, un diario che porta il titolo: Amore come crisi. Diario, un momento prima della fine del mondo. È chiaro a chi mi conosce che mi sto rifacendo al romanzo di Walker Percy, Love in the Ruins, che porta il sottotitolo: The Adventures of a Bad Catholic at a Time Near the End of the World; ho sostituito la parola „rovina“, con „crisi“, relazionandomi all’idea di Ferdinand Ulrich della „crisi dell’essere“, come „giudizio“ in forza della gratuità della donazione dell’essere come atto di amore gratuito (gratis et frustra). Anche questo diario è scritto da un „ Bad Catholic“, che per grazia crede ancora. 


L’essere non può essere percepito nella sospensione ontologica, cioè nell’idealità astratta, ma può essere percepito solo come „crisi“, come  giudizio, come movimento di finitizzazione nella quotidianità della vita, nella concretezza dell’esistenza storica, per questo non c’è bisogno di forzare nulla scrivendo un diario, anche se quest’ultimo non vuole essere solo la registrazione giornalistica e storica, per quanto esse siano importanti e per quanto io dia spazio ad esse, ma cercare nella materialità della giornata quella traccia sovraessenziale, che si trova nella donazione concreta dell’essere come amore; sovraessenziale perché non l’essenza delle cose, ma le cose stesse come dono, sono la novità sorprendente, che diventa carne ogni giorno della nostra vita.


Nella pura idealità come nella pura realtà manca quindi la ratio boni dell’ordine della creatura verso il creatore“ (Ferdinand Ulrich, HA 510). Questo è un riassunto sintetico della filosofia dell’essere di Ulrich. La nostra coscienza non può che muoversi tra „pura idealità“ e „pura realtà“.


„Dio, il creatore dell’essere, non si esaurisce nel suo essere causa“ (Ferdinand Ulrich, ibidem)


“Una decisione sbagliata può essere più grande di una giusta, la caduta più grande del successo”, Ernst Jünger, 1953


„Das Gute ist die Herzmitte des Seins.“ (Ferdinand Ulrich, Homo Abyssus,  521: La bontà è il centro dell’essere).

“Io stesso non so né leggere né scrivere, ma c'è chi basa la propria poesia sull'istruzione e sull'erudizione. Questa mia storia non si adatta ai principi della saggezza scolastica” (Wolfram von Eschenbach, Parsifal, Libro II) - questo vale anche per i miei diari

C'è un filo rosso tra la filosofia dell'essere come amore gratuito e la profezia della pace: una profezia della pace è possibile solamente quando non si hanno interessi da difendere. RG 


roberto.graziotto31@gmail.com 



Tra le mie letture 


(Wetterzeube, il 21.11.24; Nostra signora di Gerusalemme) 

È chiaro che che essendo stata l’alternativa un patto con Stalin Adenauer e De Gasperi forse non avevano potuto fare altro di quello che hanno fatto, nelle loro scelte atlantiche, ma l’aver chiuso gli occhi sullo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki è stata una decisione che non era senza colpa.Noi dobbiamo liberarci da questa loro colpa, confessandola e con un’analisi geopolitica del tutto diversa. Il Papa ci ha aiutato tanto con la critica alla logica di Cappuccetto rosso e con la sua proposta del poliedro. Chi lascia il Papa da solo su questo punto di fatto compie un atto criminale. Il professore Jeffrey Sachs (vedi il mio account in X di oggi, la frase sulla storia degli USA non quella su Trump, che anche interessante) ha spiegato precisamente la logica del comportamento degli USA a partire dalla seconda guerra mondiale. Che Dio ci perdoni. Testo dettato.


Abba nostro…


(Wetterzeube, il 17.11.24; 33esima domenica del Tempo Ordinario; 70esimo compleanno di Padre Paolo Dall’Oglio SJ)


Ho condiviso nella mia bacheca in Facebook un piccolo video per trenta giorni sul padre gesuita Dall’Oglio, che si riferisce al capitolo: „Il passato simbolico e il futuro sperato“ in „Il mio testamento“ , 2023, 167-170. Vi è un filo rosso tra la missione ecclesiale di padre Paolo e Papa Francesco: „fratelli tutti“ e la „famiglia abramitica“ sono capisaldi di questa missione ecclesiale; e lo sono anche per me; come credo anche il padre e sicuramente il papa essi sono da intendere nella modalità del dialogo tra le religioni nel senso di Nicola di Cusa, piuttosto che di Lessing (questa idea è stata sviluppata alcuni anni fa da Barbara Gerl-Falkowitz, in un numero della Communio tedesca). La verità è Cristo, ma questa verità è inclusiva. Con richiamo al 1989, come punto di non ritorno, padre Paolo sottolineava la differenza tra una lettura simbolica religiosa connessa con la speranza religiosa, da una lettura solo materialista della storia. Non credo che il 1989 abbia un tale significato, piuttosto il punto di non ritorno è lo sgancio della bomba atomica su Hiroshima, ma il messaggio di speranza rimane quello che  il Papa ci insegna con le sue encicliche e che padre Dall’Oglio ha vissuto fino al martirio…


Abba nostro…


(Wetterzeube, il 16.11.24 anniversario della nascita di Rudolf Peter Lässig, il fratello della mamma di Konstanze, Rosi, che ha vissuto solo poco più di un mese, nel 1943; santa Margherita di Scozia) Forse l'incontro più bello all'interno della fraternità di Comunione e Liberazione è stato quello con un Memores al Meeting, un Memores di cui non mi ricordo il nome, sebbene sappia che sia medico e che è stato a casa nostra tanti anni fa (avevamo tra l’altro ascoltato insieme alcuni canti di Schubert). Ovviamente anche il dialogo interiore con Renato Farina  fa parte di questa storia  ciellina ed è per me di grande aiuto (tanto per fare un altro esempio). Ma ritorniamo al Memores, che ci aveva detto che è bello che le persone della fraternità non siano tutte nello stesso partito. E credo che sia anche importante dire la medesima cosa a livello delle interpretazioni; è bello ed è giusto che le persone della fraternità abbiano diverse opinioni, diverse ermeneutiche dei fatti. La linea rossa è quando si dà del nazista all’altro, allora questo è al di là dell’ambito di un’amicizia, allora bisogna poi scusarsi. O quando si consigliano gli altri di non leggere per esempio la mia bacheca, perché sarei un uomo non affidabile, con un carattere cattivo e difficile. In questi giorni ci sono delle persone della fraternità che sono uscite da X perché dicono che in quel social mancherebbe la libertà, io direi che in verità X è uno dei in cui c'è più probabilità di incontrare il samizdat occidentale. Faccio un altro esempio: anche se io ritengo che la vittoria di Trump abbia a che fare con la profezia della pace, non è che sono deficiente e che non so che ci sono anche altri interpretazioni di questa vittoria. Nel mio account di X per esempio condivido spesso anche opinioni che non corrispondono per nulla alla mia interpretazione del reale. Sarebbe bello se i membri della fatalità di CL imparassero ad abbracciarsi e non a scomunicare gli altri se non dicono le cose che corrispondono al proprio lavoro di ricerca o al proprio modo di vedere il mondo. Ho deciso di non lasciare più alcun insulto alla mia persona nella mia bacheca, e questo non per un'irrigidimento. Ma semplicemente per non distruggere ogni possibilità di avvicinamento. Anche questo passo del diario è stato dettato, per via dei dolori che mi provoca lo scrivere. 


C'è un filo rosso tra la filosofia dell'essere come amore gratuito e la profezia della pace: una profezia della pace è possibile solamente quando non si hanno interessi da difendere.



Per quanto riguarda il libro sul lavoro di Jünger (1932). È un libro affascinante che un lettore di Augusto del Noce può comprendere meglio di altri. Innanzitutto perché entrambi gli autori vedono una connessione tra i movimenti rivoluzionari liberali costituzionali e radicali del XIX secolo (Christopher Clark ha scritto un ottimo libro sul tema) e la nascita della „democrazia lavorativa“. Il tipo del lavoratore non è da intendere solo in modo negativo, questo rende affascinante il libro; non è il libro di un reazionario, anzi lui pensa che la reazione non è la risposta adeguata alle sfide del tempo e non censura niente. Perché non pensa che la censura possa risolvere i problemi. Io sono dentro questo capolavoro e non ne posso ancora parlare precisamente, perché bisogna imparare il suo linguaggio: il modo con cui lui usa le parole come tipo, individuo, democrazia lavorativa, pensiero liberale. E poi lui tiene conto anche di fenomeni della scienza della natura. È davvero un libro incredibilmente affascinante


Abba nostro…


(Wetterezeube, il 15.11.24; San Alberto Magno) Katie Halper e Aaron Maté interpretano le scelte del gabinetto politico di Donald Trump nel senso di una rafforzamento della posizione pro Israele. A me sembra questa posizione molto radicale, ma non voglio tacerla perché di fatto bisognerà pur dire, anche se non so bene come, che l'amministrazione di Netanyahu si sta comportando in un modo che nega ogni forma, anche minima, di solidarietà con i fratelli uomini, con quei fratelli uomini palestinesi di cui si occupano i due giornalisti canadese e americana. Allo stesso tempo vorrei però citare una fonte interessante del mio amico Michele Brignone:“ La presa di posizione di Salman al-Dayia {un palestinese che vive nella Striscia e che ha condannato duramente il 7.10.23 (Diluvio di Al-Aqsa), è stato già preside della facoltà di Sharī’a all'Università islamica di Gaza} è stata comprensibilmente ignorata dai media filo-Hamas, mentre è stata ripresa da quelli dell’orbita saudita ed emiratina. A prescindere dal suo impatto, che al momento sembra limitato, essa è significativa proprio perché proviene dalla Striscia di Gaza, e quindi interpreta probabilmente un sentimento diffuso tra la popolazione. Molti osservatori si dicono giustamente preoccupati dalla radicalizzazione che la brutalità della ritorsione israeliana potrebbe generare tra i palestinesi. Ma la fatwa {contro Hamas espressa da al-Dayia  mette anche a nudo il fallimento di Hamas e del suo modo di interpretare la lotta di liberazione“.(MB)

PS La nomina di Tulsi Gabbard come coordinatrice dei servizi segreti e di Bob Kennedy come ministro della salute mi danno grande gioia, e dimostrano che la mia attenzione a queste persone nel mio diario era sensata…

Abba nostro…

(Pomeriggio) Ancora alcuni appunti dettati. Nello scontro tra Mattarella e Musk sono in gioco alcuni elementi, sui quali vale la pena di riflettere. Da una parte sembrerebbe che Elon Musk si richiami a quella libertà di opinione, difesa nel primo emendamento della Costituzione americana e presente ovviamente anche nella Costituzione italiana, insomma a quegli elementi di libertà di opinione che Ernst Jünger nel 1932 diceva essere sempre meno sostanziali. Le opinioni, per l’autore tedesco, sarebbero noiose e mancherebbero di ogni sostanzialità. Je suis tout à fait d'accord avec lui. Mentre la posizione di Mattarella sembrerebbe avere un senso per lo Stato, che l’autore tedesco ritiene essere un senso importante e necessario nella gestione della vita, nel suo saggio sul lavoratore. D'altro canto la frase di Mattarella, che l'Italia sarebbe capace di difendersi da sola e a badare a se stessa da sola è una frase che non ha sostanza: di fatto non è così, perché in questo scontro tra i giudici e il governo si vede che non c'è quella armonia sottintesa da Mattarella. Mentre nel „lavoratore“ Elon Musk - io credo tra l'altro che tantissime delle critiche a lui siano frutto di un risentimento teoretico tecnico, come quello spiegato da Max Scheler - c'è una forza che manca completamente alla posizione di Mattarella. Ci richiama ad un problema reale. Ed è interessante che il governo Trump-Musk sia riuscito a parlare con la classe operaia americana sebbene sia probabile che le riduzioni dei sostegni sociali non faccia bene propria a questa classe. Però vedo che c'è una un’ attenzione reciproca tra il nuovo presidente statunitense con il suo gabinetto e la classe operaia, che conferma la tesi di fondo del libro di Jünger del 1932: C'è solo una figura convincente a livello mondiale ed è quella del lavoratore. La classe manageriale che vuole solo „regolamentare“ (i pensieri e i metodi permessi…) i lavoratori a qualsiasi livello la incontri, di fatto non comprende la cosa che invece comprendono i lavoratori stessi (incluse le mamme) e cioè che sediamo su una polveriera e che non delle opinioni, ma dei giudizi possono portarci fuori dalla situazione catastrofe nella quale ci troviamo. Pensò alla crisi economica della Germania, penso alla guerra assurda in Ucraina con 600.000 morti, pensò alle tensioni in Medioriente. Eccetera…PS una delle opinioni più inconsistenti è quella che il nemico, sia Donald Trump o  Vladimir Putin, debba essere immediatamente, dai media e dalla classe manageriale, paragonato con Hitler. Questo è un paragone demenziale, come ha detto recentemente Jeffrey Sachs. PS 2 il grande lavoro giornalistico di Alessandro Banfi non ha a che fare con una raccolta di opinioni, se fosse così sarebbe invero del tutto noioso. Ma la scelta dei temi che egli riporta nella sua versione quotidiana lo rende un servizio, un lavoro davvero importante. PS 3 Michael Tracey, un giornalista e storico americano che stimo molto, insiste ultimamente su X sulle contraddizioni tra le frasi che dicevano la Tulsi Gabbard (per esempio ciò che disse lei sull’omicidio dell’iraniano Soleimani nel Trump I) e Bob Kennedy, qualche anno fa, su Trump e l'atteggiamento di sostegno di ora. Credo che questo giornalista dia troppo importanza alle opinioni. Le opinioni non sono sostanziali per natura, sono per natura mutevoli. Ora la sostanza della cosa e che i due hanno la possibilità nell'ambito dei servizi segreti e nell'ambito della salute di contribuire ad un certo processo, speriamo buono, degli Stati Uniti d'America.


(Wetterezeube, il 14.11.24) Ho visto un'immagine di una massa di individui con il braccio alzato nella modalità del saluto nazista, ed in mezzo ad essa un individuo che invece non alzava il suo braccio…  chi ha condiviso questa immagine ha scritto: io sono quell’individuo; ora non vorrei approfondire, perché posso solo ancora dettare e non scrivere, la differenza o meglio la non differenza tra massa ed individuo, come la spiega Ernst Jünger, ma direi ad un livello più semplice che  questo continuo paragone di tutto con la storia nazionalsocialista è davvero un po’ stancante ed anche noioso. Ci sarebbero tanti paragoni che si possono fare della nostra storia,  nella storia, per esempio con le rivoluzioni del 1948/49 (Christopher Clark), e poi vi  una cosa da dire, molto molto semplice è cioè che se davvero ci fosse quel pericolo di un nuovo Hitler le persone, che poi sarebbero davvero in grado di contrapporsi, ad una massa come quella rappresentata dall’immagine,  sarebbero pochissime. E questo è già il segnale più chiaro che questo paragone di se stesso con quell’individuo non ha nessun senso. Infine come scrive Jünger nel suo libro sul „Lavoratore“ (1932), invero le opinioni non hanno alcuna differenza sostanziale, uno può difendere le opinioni che vuole, ma manca un ermeneutica dei fenomeni rilevanti. Per esempio in questa assurda guerra in Ucraina sono morti 600.000 soldati (Prof. Jeffrey Sachs): questo è un fatto ermeneutico di una riverenza tale che svela il cuore di tutte le discussioni; uno la può pensare come vuole, ma di fatto è proprio questo fatto che dovrebbe interpellare il nostro cuore o il nostro sentimento fondamentale, come lo chiama Antonio Rosmini…

Abba nostro…


Wetterezeube, il 13.11.24) La chiave che apre l’ultima porta della mia appartenenza spirituale e e rimane la Chiesa cattolica, sub et cum Petro. Non perché io non ne veda le debolezze. Le vedo sia nel grande teatro del mondo che in quello piccolo della parrocchia. Ma Dio mi parla attraverso di essa. Le grandi campagne dei conservatori, come la riscoperta dell'ideale nazionale popolare (vs il multiculturalismo e il meticciato) o come la contrapposizione tra sapere quotidiano e sapere manageriale non è che non siano interessanti. Ma non danno un'ultima risposta alla mia domanda: come fare che l’ontologia dell’essere come amore gratuito diventi ermeneutica ultima e quotidiana del senso del mondo, del nostro senso…

Abba nostro…

(Wetterezeube, il 10.11.24) Oggi è il 70esimo compleanno di Renato, che festeggia nella sua amata Armenia, nella nostra amata Armenia. In questi anni, diciamo a partire dalla pandemia, Renato - insieme ad Adrian in California - è stata una delle persone che mi ha fatto più compagnia nel mio cammino intellettuale, spirituale ed umano. Una dei pochi amici, miei diretti, che ha per lo meno espresso il rammarico di non essere stato presente al funerale di mio padre…gli altri né sono venuti né hanno espresso il rammarico di non poter venire…

Rispondendo ad una domanda di Michela sulla giornata di ieri, cioè sull'anniversario della caduta del muro, ho cercato di schizzare una „storia“ all'interno del quale questo avvenimento possa essere giudicato nella prospettiva dei secoli e non solo nella prospettiva dei 35 anni passati. In un certo senso la storia dell'Europa è stata una storia di regni, di imperi: l'impero romano, il Sacro Romano impero di nazione tedesca (che crolla a causa delle guerre napoleoniche), il cosiddetto secondo regno (quello prussiano terminato con Guglielmo II) e infine il terzo regno che è terminato con il suicidio di Hitler. In modo particolare questi secondo e terzo regno possono essere interpretati come una „caduta di Berlino“ (entrambe le volte anche contro la Russia), la domanda che mi sono posto e se con la caduta del muro ci sia una nuova nascita, la nascita della Berlino democratica simboleggiata dalla cupola trasparente del parlamento tedesco. Direi che certamente con l'apertura della porta di Brandeburgo abbiamo a che fare con una storia di libertà, come ha sottolineato spesso Angela Merkel, ma credo che sia diventato necessario porre in modo radicale il rapporto tra libertà e responsabilità e questo significa per me in ultima istanza superare la dialettica fatale tra democrazia ed autocrazia…

„C’è una vecchia regola dei cronisti politici che recita più o meno così: a volte, non sempre, quando un leader fa una dichiarazione non richiesta lo fa perché sta per fare l’esatto contrario. Questa volta è accaduto al presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden. Aveva appena sottolineato con grande enfasi che la transizione del potere con il successore (e ritornante) Donald Trump sarebbe stata ordinata e senza scossoni, ed ecco che il Washington Post rivela che l’amministrazione Biden sta accelerando la spedizione di 500 missili a Kiev e anche nuovi “contractors” sul terreno ucraino. All’indomani del primo disgelo e del doppio colloquio telefonico, prima con Vladimir Putin e poi con Volodymyr Zelensky, della coppia Trump-Musk, l’America soffia sul fuoco della guerra. Chi crede che Kiev non vada lasciata sola apprezza molto la mossa di Biden. Chi spera comunque nella pace è un po’ atterrito dall’escalation cui assisteremo nei prossimi due mesi. I russi stanno infatti avanzando a tappe forzate mentre stamattina c’è stato un pesante attacco di droni ucraini sulle città russe….Un recente libro di Luciano Lanna ha risvegliato in me il ricordo della capacità del grande Augusto Del Noce di “leggere la storia attraverso il pensiero”. Oggi manca questo. Drammaticamente. Manca il pensiero nell’agire politico. Basti dire che probabilmente Cacciari e Jürgen Habermas sono oggi fra i migliori intellettuali della sinistra europea e mondiale (in Usa c’è solo la filosofia gender della Butler) e sono stati i più inascoltati.“ (Alessandro Banfi, versione odierna)

Abba nostro…


(Wetterezeube, il 9.11.24; santa Elisabetta della Trinità; consacrazione della basilica Laterana) Purtroppo non posso ancora scrivere senza dolori notevoli. Provo a dettare qualcosa. In primo luogo vorrei registrare lo scossone salutare che ha provocato la vittoria di Donald Trump, uno scossone che sta facendo anche cadere il governo del semaforo qui in Germania. Sono cosciente che a scrivere queste cose è probabile che poi ti arrivi l’accusa di essere un nazi-trumpiano, come ho letto nella bacheca di un amico, che non lo è. Il grande Ernst Jünger mi ha fatto capire una cosa che io „curavo“  in qualche modo dentro di me: il punto di non ritorno è accaduto con lo sgancio della bomba atomica in Hiroshima. Qui tutta la forza anarchica (non anarca) e micidiale della tecnica ha mostrato il suo volto. Questo governo tedesco che sta cadendo è un governo che nel febbraio del 2022, con una standing ovation per la guerra, che mitologicamente viene detta di difesa dell’Ucraina, ha rivelato definitivamente il suo volto. Grazie a Dio che c'è un momento nel mio cuore, la grande parola che il Santo Padre ha lanciato´ di nuovo nel dibattito teologico e filosofico, un momento nel mio cuore che non dipende da quello che accade nell'esistenza storica, ma dal dono dell'essere come amore gratuito che è un avvenimento ontologico nell'esistenza storica. Mi scrive un amico da Torino: „Sí, anch'io penso che ci è rimasta solo una timida speranza che non si annuncia con le trombe e i fulgori apocalittici á la Bloch ma con i piccoli segni benjaminiani o nel sorriso di un bimbo nel calore e negli odori di una stalla“. Basta per oggi.

Abba nostro…

PS Se l’AfD fosse un movimento nazista non avrebbe così tanti voti da noi, io credo che abbiamo sovra accentuato il paragone con il tempo storico del nazismo, per motivi comprensibili, ma che sarebbe necessario fare altri paragoni storici, per esempio con l'ottocento rivoluzionario e risorgimentale.

35 anni fa si apriva la porta di Brandeburgo e cadeva il muro di Berlino; per noi due, anzi per tutta la famiglia, anche se i nostri figli sono ritornati nell’ovest della Repubblica è stato un avvenimento che ha cambiato il corso della nostra vita. Che cosa ha significato per la storia stessa? Certamente anche la generazione del mito di una democrazia più forte dell’autocrazia…Per quanto riguarda la libertà, quest’ultima è feconda solo se accoppiata alla responsabilità…

(Pomeriggio) Dialogo tra Gigi e Roberto. "Roberto il cammino è lungo, in questo periodo penso molto a qualche aspetto pro tempore della vita mondiale, qualche esempio, il ruolo di Elon Musk, ne ho timore, la politica di guerra di Netanyahu, che mi fa più paura di Putin, o la crisi politico economica tedesca, e questo sottofondo bellico che lega ogni vicenda. Non penso ci sia una chiave interpretativa univoca, ma che siano necessari punti di riferimento, forti rapporti umani che superino la tecnica e la solitudine e l'umiltà di cercare, come hai detto bene, un momento di verità anche dove non si capisce e ci si potrebbe scontrare“ // Gigi, a me sembra che Jünger dia una chiave interpretativa globale, quella che chiama la mobilitazione totale (Musk è solo un momento esplicito del paradigma tecnocratico). A questa mobilitazione totale, anarchica e guerrafondaia, si deve opporre una motivazione toltale del lavoro, in primo luogo del lavoro con il proprio cuore…e del camminatore nel bosco (anarca). 

(Wetterezeube, il 3.11.24) Purtroppo non sto bene per cui non posso scrivere il diario. Ma il metodo di affrontare il giorno è lo stesso: letture bibliche, per esempio oggi della domenica 31ª dell'ordinario. E poi sto riflettendo tanto sul modo di essere maestro di Ernst Jünger (gli ultimi passi della mia riflessione riguardano il rapporto tra organizzazione e organismo) e il modo più ecclesiale, ma non meno universale di Ullrich. Il primo ha compreso in modo singolare il disastro accaduto con la bomba di Hiroshima (discorso di Verdun del 1979, rivisto nel 1980) il secondo con il suo „medesimo uso di essere e „nulla““  ha provato a dare una risposta di amore cosciente dell’ homo abyssus. Ed anche della simbolica di quel cobra che si trova nello studio di Jünger. 

Abba nostro…

(Stuttgart, Feuerbach, il 31.10.24) Il Santo Padre propone nella sua nuova enciclica una antropologia che corrisponde all'ontologia dell'essere come dono di amore gratuito di Ullrich. „Ora, il problema della società liquida è attuale, ma la svalutazione del centro intimo dell’uomo – il cuore – viene da più lontano: la troviamo già nel razionalismo greco e precristiano, nell’idealismo postcristiano e nel materialismo nelle sue varie forme. Il cuore ha avuto poco spazio nell’antropologia e risulta una nozione estranea al grande pensiero filosofico. Si sono preferiti altri concetti come quelli di ragione, volontà o libertà. Il suo significato è impreciso e non gli è stato concesso un posto specifico nella vita umana. Forse perché non era facile collocarlo tra le idee “chiare e distinte” o per la difficoltà che comporta la conoscenza di sé stessi: sembrerebbe che la realtà più intima sia anche la più lontana per la nostra conoscenza. Probabilmente perché l’incontro con l’altro non si consolida come via per trovare sé stessi, giacché il pensiero sfocia ancora una volta in un individualismo malsano. Molti si sono sentiti sicuri nell’ambito più controllabile dell’intelligenza e della volontà per costruire i loro sistemi di pensiero. E non trovando un posto per il cuore, distinto dalle facoltà e dalle passioni umane considerate separatamente le une dalle altre, non è stata sviluppata ampiamente nemmeno l’idea di un centro personale in cui l’unica realtà che può unificare tutto è, in definitiva, l’amore.“ (Dilexit nos, 10) 

In Siria e nello Yemen e in Iran Donald Trump si è comportato anche come un guerrafondaio (cf. Aaron Maté, in X). Ma questo termine vale anche per il principe della pace Augusto. Qual è l’alternativa? 

Abba nostro…


(Wetterzeube, il 30.10.24) „In questo mondo liquido è necessario parlare nuovamente del cuore; mirare lì dove ogni persona, di ogni categoria e condizione, fa la sua sintesi; lì dove le persone concrete hanno la fonte e la radice di tutte le altre loro forze, convinzioni, passioni, scelte. Ma ci muoviamo in società di consumatori seriali che vivono alla giornata e dominati dai ritmi e dai rumori della tecnologia, senza molta pazienza per i processi che l’interiorità richiede. Nella società di oggi, l’essere umano «rischia di smarrire il centro, il centro di se stesso». «L’uomo contemporaneo, infatti, si trova spesso frastornato, diviso, quasi privo di un principio interiore che crei unità e armonia nel suo essere e nel suo agire. Modelli di comportamento purtroppo assai diffusi ne esasperano la dimensione razionale-tecnologica o, all’opposto, quella istintuale». Manca il cuore.“ (Dilexit nos, 9) - la dimensione istintuale è quella che Ernst Jünger chiama „il cammino nel bosco“. Rinvio alla mia meditazione di ieri notte sulla preghiera contemplativa, che non è una produzione, ma qualcosa che è donato al nostro cuore come avvenimento. 

La crisi in Medio Oriente resta una ferita aperta. Ieri c’è stata una nuova strage di bambini in un bombardamento a nord di Gaza che ha fatto 109 vittime. Anche Washington si appella a Israele dopo la messa al bando dell’Unrwa e respinge “ogni tentativo di far morire di fame i palestinesi”.  Della tregua, purtroppo, non si parla più.“ (Alessandro Banfi, versione odierna)

Abba nostro…

(Pomeriggio) Siamo stati nella casa di Ernst Jünger in Wilflingen, ed anche al cimitero dove è sepolto. Avevo un bisogno forte di stare dove è stato questo uomo che mi ha donato così tanto nell’ultimo anno. Un uomo che non può essere inscatolato né a sinistra né a destra, né tanto meno nel centro; un uomo solitario come lo sono i camminatori nel bosco. Arrivando ci ha aperto la porta un uomo che custodiva oggi la casa e che lo aveva conosciuto tanti anni fa; mi ha permesso di andare vicino ai libri di filosofia nella biblioteca grande. Qualcosa come cattolico devo concedere all’idea di comunione, ma il mistero ultimo rimane il „solus cum solo“…


La scrivania di Jünger, che come quella di Goethe si trova vicino alla stanza da letto 


I libri di filosofia (dettaglio)


(Droyssig, il 29.10.24) „Come metafora, permettetemi di ricordare una cosa che ho già raccontato in un’altra occasione: «Per carnevale, quando eravamo bambini, la nonna ci faceva delle frittelle, ed era una pasta molto sottile quella che faceva. Poi la buttava nell’olio e quella pasta si gonfiava, si gonfiava… E quando noi incominciavamo a mangiarla, era vuota. Quelle frittelle in dialetto si chiamavano “bugie”. Ed era proprio la nonna che ci spiegava il motivo: “Queste frittelle sono come le bugie, sembrano grandi, ma non hanno niente dentro, non c’è niente di vero, non c’è niente di sostanza”». // Invece di cercare soddisfazioni superficiali e di recitare una parte davanti agli altri, la cosa migliore è lasciar emergere domande che contano: chi sono veramente, che cosa cerco, che senso voglio che abbiano la mia vita, le mie scelte o le mie azioni, perché e per quale scopo sono in questo mondo, come valuterò la mia esistenza quando arriverà alla fine, che significato vorrei che avesse tutto ciò che vivo, chi voglio essere davanti agli altri, chi sono davanti a Dio. Queste domande mi portano al mio cuore.“ (Dilexit nos, 7 / 8). Sono un’anima troppo filosofica per scrivere come fa il Santo Padre nel numero 7, ma spero nei miei diari di aver lasciato spazio anche a queste „metafore quotidiane“; ci sono delle frasi dei nonni, come quella di mia nonna Zaira, che l’acqua in un’alluvione ritorna al suo posto, che sottolineano una saggezza popolare autentica: l’acqua torna al suo posto, un po’ nel senso della „giustizia cosmica“ di Anassimandro e a noi tocca fare il nostro compito: per esempio non maltrattare un fiume, e fare quei lavori di drenaggio necessari, etc. Nel numero sette della „Dilexit nos“ la saggezza riguarda le bugie ed introduce al punto 8 in cui vengono poste le domande filosofiche di sempre. Chi sono veramente? Davanti al prossimo e davanti a Dio. La collega armena della scuola numero 118 era intimorita di me, così che mi ha sempre chiamato signor Roberto e alla fine signor Graziotto. Certo non è questo che voglio: non vorrei intimorire nessuno. Ed in vero la collega della scuola numero 6 (con cui prima avevamo un gemellaggio), mi chiamava „Roberto Jan“ (non so se si scrive così, ma significa più o meno: Roberto caro); in fondo io vorrei essere solo un tassello di quel dono dell’essere come amore gratuito di cui parlo sempre; ma sono un peccatore e vi è in me anche tanto risentimento, etc.  

Per quanto riguarda il film di cui ho parlato ieri su Angela Merkel direi che questa idea che lei aveva un senso del suo lavoro di politica come „servizio“, un senso dell'ufficio di cancelliera come qualcosa al cospetto del quale non si può che provare umiltà. Bene, questo in  vero non è specificamente „evangelico“ come ha detto una delle intervistate (credo sia la Schawan), ma è semplicemente „Vangelo“: il lavoro come servizio, di cui parla anche sempre Papa Francesco.

„Classificato come patrimonio dell'umanità dal 1984, il complesso di templi romani di Baalbek (Libano) è uno dei siti archeologici più impressionanti al mondo. Con i suoi colonnati monumentali e i giganteschi santuari dedicati a Giove, Bacco e Venere, si erge a testimonianza della grandiosità dell'architettura romana al suo apice. I segni dei bombardamenti sono evidenti ai bordi della strada alla periferia di Baalbek. Le basse case di due o tre piani al massimo, distrutte dalle bombe; i tetti collassati sulle abitazioni, i muri, spesso di mattoni di cemento a vista, polverizzati dallo spostamento d’aria. Le violente scosse causate dai bombardamenti hanno scosso anche le strutture millenarie di Baalbek. Le colonne ondeggiano e i blocchi di pietra si staccano dai muri sotto l’impatto. A lungo andare, le fondamenta stesse dei templi potrebbero indebolirsi, mettendo a repentaglio la stabilità dell'intero complesso.“ (Marco Lupis). 

Abba nostro …

(Notte) “L'unicità dell'uomo sta nella sua libertà di volontà, cioè nella sua imperfezione. Sta nella possibilità di diventare colpevole, di sbagliare. La perfezione, invece, rende superflua la libertà; l'ordine razionale acquista l'acutezza dell'istinto. Questa semplificazione è ovviamente una delle grandi tendenze del piano del mondo. Possiamo leggerlo nella natura come in un libro illustrato”. (Ernst Jünger, Weltstaat, 1960). Questo è lo stato dell’esistenza storica e dell’esistenza naturale, nella quale l’uomo si trova. Detto questo rimane vero che la „contemplazione“, non come una „produzione“ dell’uomo è possibile; è possibile perché nell’esistenza storica e naturale accade qualcosa che non proviene dall’esistenza storica e non proviene dalla natura. Un avvenimento come quello dell’angelo che viene da Maria e che le porta Gesù; la contemplazione è in primo luogo un’attività del cielo e che Maria vive come compagnia con Gesù. Certo Maria è anche influenzata dai parenti, ma alla fine rimane radicalmente obbediente, che è l’atteggiamento richiesto dalla contemplazione stessa. Con Gesù e reciprocamente i due imparano a contemplare il Padre che dono gratuitamente l’essere. Questa „perfezione“ non supera la libertà, ma la sa vivificare dall’interno. In Maria con Gesù si avvera il primo nucleo di preghiera aperta al Padre (cf. Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 66-67). E questo nucleo di preghiera è il motivo ultimo dell’esistenza della Chiesa. Nel „piano del mondo“ si inserisce il „piano trinitario“ che non ci toglie l’imperfezione e la libertà, ma esse vengono „educate“ dall’interno per giungere a ciò che è „interior intimo meo“ (Agostino). VSSvpM! 

(Wetterzeube, il 28.10.24; Simone e Giuda) Non vi è nulla di più vero per l’uomo che il grido di Bartimeo: „Figlio di Davide, abbi pietà di me“ (Mc 10, 46-52): forse nell’identificazione dei peccati può esserci spazio per un’ermeneutica dell’autenticità, ma non nell’identificazione del bisogno di luce: „ con il suo „figlio di Davide“ (in tutti e tre sinottici) egli intende un profeta o un taumaturgo“ (Balthasar, Luce della Parola); ed è vero che per ottenere la luce, per poter vedere abbiamo bisogno sia di un profeta che di un taumaturgo. Certo in profondità abbiamo bisogno del Cristo trinitario. Abbiamo bisogno che la prima parola senza origine sia l'amore stesso e questo è il senso del dogma della Trinità. „Il cuore è il luogo della sincerità, dove non si può ingannare né dissimulare. Di solito indica le vere intenzioni, ciò che si pensa, si crede e si vuole realmente, i “segreti” che non si dicono a nessuno, insomma la propria nuda verità. Si tratta di quello che non è apparenza né menzogna bensì autentico, reale, totalmente personale. Per questo a Sansone, che non le diceva il segreto della sua forza, Dalila domandava: «Come puoi dirmi: “Ti amo”, mentre il tuo cuore non è con me?» (Gdc 16,15). Solo quando le rivelò il suo segreto nascosto, lei «vide che egli le aveva aperto tutto il suo cuore» (Gdc 16,18)“ (Papa Francesco, Dilexit nos, 5). Il cuore è l'organo dell'ermeneutica dell'autenticità ma nessuna autenticità sarebbe qualcosa di più che un sentimento superficiale e transitorio se non avesse quel fondamento trinitario di cui ci parla il dogma della Trinità. Coscienti di questo „non inizio“ (Dio non ha inizio), possiamo tentare quel lavoro di autenticità di cui parla il Papa: „Questa verità di ogni persona è spesso nascosta sotto una gran quantità di “fogliame” che la ricopre, e questo fa sì che difficilmente si arrivi alla certezza di conoscere sé stessi e ancor più di conoscere un’altra persona: «Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere?» (Ger 17,9). Comprendiamo così perché il libro dei Proverbi ci chiede: «Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita. Tieni lontano da te la bocca bugiarda» (4,23-24). La mera apparenza, la dissimulazione e l’inganno danneggiano e pervertono il cuore. Al di là dei tanti tentativi di mostrare o esprimere qualcosa che non siamo, tutto si gioca nel cuore: lì non conta ciò che si mostra all’esterno o ciò che si nasconde, lì siamo noi stessi. E questa è la base di qualsiasi progetto solido per la nostra vita, poiché niente di valido si può costruire senza il cuore. Le apparenze e le bugie offrono solo il vuoto“ (Dilexit nos, 6). 

Ieri ho riportato il gruppo armeno a Berlino dove c'era anche il nostro direttore scolastico, Dr. Auerswald, che ha parlato di Berlino come il centro del potere, il centro della democrazia che con la cupola del parlamento ha trovato un simbolo di trasparenza. Non è un pensiero stupido, anzi noi abbiamo bisogno davvero di questa coniugazione tra democrazia e trasparenza. Ma stando lì in quel luogo mi venivano in mente le parole di Ernst Jünger quando ha parlato del „crollo di Berlino“ nel 1945, così come Roma è crollata sia a Roma (476 d. C.) che a Bisanzio (1452 d. C., quando gli Ottomani prendono Costantinopoli) . Che dopo relativamente poche decenni Berlino sia di nuovo un tentativo di democrazia è certamente una cosa non indifferente, ma per dirla tutta: la trasparenza significa porre la domanda se la Berlino di oggi sia in grado di accogliere questa sfida della trasparenza ed io in vero non ho tanta speranza, perché la trasparenza di Berlino implicherebbe un lavoro di apertura non solo quella verso l’America (USA) ma anche verso la Russia e quest’ultima purtroppo non è presente, se non in qualche tentennamento del cancelliere Scholz. E per quanto riguarda i popoli piccoli come l’Armenia, che una volta era grande, ci sarebbe bisogno di un impegno più trasparente di quello già importante  dei gemellaggi che facciamo noi.  PS Con la caduta del muro nel 1989 si era aperta una vera e propria possibilità di dialogo anche verso la Russia…


Ieri con il gruppo armeno a Berlino



„Non ho mai visto una propaganda così ridicola {in riferimento ad un intervento di  Bob Kennedy in un comizio politico di Trump}. Non c'è una sola scintilla di prova che Trump “porrebbe fine allo stato di guerra”. C'è un'enorme quantità di prove che Trump avrebbe *espanso* lo stato di guerra, compreso il fatto che si vanta di fare esattamente questo durante il suo primo mandato.“ (Michael Tracey, X, 28.10.24) - vero è però che la folla ha applaudito con entusiasmo a queste parole di Bob.  

Abba nostro…

(Sera) Né il camminatore nel bosco in me, né il teologo che at the end of the day deve rendere conto al Crocifisso del suo pensiero, sia di quello direttamente teologico sia di quello riguardante una „politica teologica“, potrà mai giustificare la superiorità tecnica e militare di Israele come „giustizia“; l’amministrazione Netanyahu è un’amministrazione criminale e in questo giudizio storico non si nasconde alcun antisemitismo, visto che il Dio Crocifisso era lui stesso un ebreo. Un amministrazione criminale che giustifica se stessa con argomenti propri ad una „teologia politica“, che ha un suo nuovo mito (Sieferle) e sostituto religioso (Spaemann): l’olocausto. 

La riforma parrocchiale che ha portato ad unire diverse parrocchie in una grande parrocchia, mette in luce tutta la drammatica situazione della Chiesa in Germania: si crea una gerarchia tra parroci che hanno una visione ecclesiologica così differente che non può che portare ad un crash (scontro). Poi le imperfezioni degli uomini ed una visione della chiesa come management fanno il resto. Così si ripete l’eterno ritorno dell’uguale; Gesù parla di amore e il suo „Bodenpersonal“ (personale di terra) si esercita nella mancanza più bieca di misericordia. 

(Notte) Il film documentario su Angela Merkel (Eva Weber, 2022 Netflix) mi ha permesso di ripensare il mio giudizio fondamentalmente positivo che ho sulla ex cancelliera tedesca (2005 -2021). Ci sono due punti di non ritorno nel mio giudizio: in primo luogo penso come Merkel che la caduta del muro di Berlino sia stato un avvenimento positivo nella storia di questo popolo e di questa nazione, proprio per la questione della libertà da lei sottolineata. In secondo luogo: l’aver accolto nel 2015 i profughi siriani è stato un atto di coraggio umano e politico notevole! Un atto che ha reso grande - nel senso di un umanesimo cristiano -  la Germania! Anche la sua politica economica conciliante con la Russia fa certamente parte del mio giudizio positivo, non solo per lo scopo che aveva la cancelliera, cioè di ottenere il benessere per il popolo tedesco, ma in genere per superare la dialettica fatale tra democrazia ed autocrazia, senza per questo dover simpatizzare emotivamente per dittatori di vario genere. Poi c'è un piccolo dettaglio della sua vita, quando ha visto l’oceano Pacifico in California, che condivido completamente: la sensazione grandiosa comunicatami da questo sguardo e dall’udire il suono delle onde dell’oceano. Detto questo, però, tanti giudizi suoi in modo particolare su Trump, in modo particolare sulla questione di cosa sia vera libertà di opinione eccetera fanno sì che io non ho guardato con entusiasmo questo film, che di fatto (nella scelta delle persone intervistate) tende completamente a favore di un certo tipo di politica „democratica“, che in verità sta portando il mondo sull'orlo dell’abisso. Buona notte! 

(Wetterzeube, il 26.10.24) „Nel greco classico profano il termine kardía indica ciò che è più interiore negli esseri umani, negli animali e nelle piante. In Omero indica non solo il centro corporeo, ma anche l’anima e il nucleo spirituale dell’essere umano. Nell’ Iliade, il pensiero e il sentimento appartengono al cuore e sono molto vicini tra loro.  Il cuore vi appare come centro del desiderio e luogo in cui prendono forma le decisioni importanti della persona.  In Platone, il cuore assume una funzione in qualche modo “sintetizzante” di ciò che è razionale e delle tendenze di ognuno, poiché sia il mandato delle facoltà superiori sia le passioni si trasmettono attraverso le vene che convergono nel cuore.  Così, fin dall’antichità ci siamo resi conto dell’importanza di considerare l’essere umano non come una somma di capacità diverse, ma come un mondo animo-corporeo con un centro unificatore, che conferisce a tutto ciò che vive la persona lo sfondo di un senso e di un orientamento.“ (Dilexit nos, 3). - Come già Benedetto XVI anche Papa Francesco cita in un’enciclica filosofi; in vero anche il grande poeta Omero e non per una questione secondaria. Il centro sintetizzante della nostra vita intima, il cuore, è più che mai necessario; noi purtroppo spesso ci fidiamo solo della psychè (tra l’altro questa parola non si trova nell’Iliade). Dopo una settimana intensa di attività per portare gli armeni in giro per il nostro territorio (ho percorso più di 2.000 chilometri) la mia psiche è disastrata, anche perché non sempre ho reagito bene nello stress quotidiano, ma il mio cuore sa che ho fatto, con l’aiuto di altri, anche di mia moglie, un grande lavoro per questo piccolo-grande popolo. 

„È il terzo rinnovo di un’intesa che con la firma del 22 settembre 2018 aveva schiuso una pagina storica nei rapporti tra Santa Sede e Repubblica Popolare Cinese, e in seno alla Chiesa stessa del grande Paese orientale, consentendo a tutti i vescovi di essere in piena comunione gerarchica con il Papa. La nuova firma apposta dalle due parti sull’Accordo Provvisorio - la cui validità decorre da oggi per i prossimi 4 anni - segue quella del primo rinnovo per un biennio avvenuto nel 2020 e quella per un secondo biennio siglato esattamente due anni fa, il 22 ottobre 2022.“ (Vatican news). - Questo modo di agire della Santa Sede sub et cum Petro è per me un chiaro segno che con la mia messa in questione della dialettica fatale tra democrazia ed autocrazia sono del tutto in comunione con Pietro. 

„Nella settimana in cui gli Stati Uniti hanno ripreso l’iniziativa diplomatica per arrivare in tempi rapidi, ossia prima della tornata elettorale, a una tregua sia in Libano che a Gaza, Israele prosegue la sua campagna militare su entrambi i fronti, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria“ (Mauro Primavera, Oasis 25.10.24) - Questa lettura di Primavera, come ho spesso sottolineato, non corrisponde a quella di Aaron Maté, che non vede per nulla una differenza logistica, politica e militare tra le amministrazioni statunitense ed israeliana. Ovviamente qui ci muoviamo nell’ambito di ciò che si considera più verosimile. Io sto più con Maté.

Per quanto riguarda il dibattito statunitense riprendo qui un giudizio di una rivista di economica tedesca, che parla di una candidata di cui io nel mio diario non ho mai parlato: „Il panorama politico ed economico degli Stati Uniti è profondamente polarizzato, caratterizzato da un campo di tensione tra la ricerca del potere da parte delle vecchie élite dei due grandi partiti e le voci alternative. Le imprese del clan Trump simboleggiano dinastie politiche che rientrano appena nei confini della struttura sociale accettata come “normale”. In progetti che vanno dai campi da golf alle ‚criptovalute‘, il marchio di Trump è più importante del profitto materiale. Non si tratta tanto di corruzione su larga scala, di cui lo accusano i suoi avversari politici, quanto di definire l'egemonia effettivamente esistente, scrive Adam Tooze. Jill Stein, candidata alla presidenza del Partito Verde, che sta attirando sempre più elettori delusi dal campo democratico, vuole posizionarsi contro questa posizione egemonica delle vecchie élite americane. La Stein mette radicalmente in discussione lo status quo della politica estera americana, in particolare in Medio Oriente, come riferisce Ulrike Simon. La sua critica alla politica americana in Medio Oriente è rivolta a quegli americani che condannano la guerra di Israele in Palestina e mettono in discussione gli aiuti militari ininterrotti. Anche le sue richieste di un “New Deal verde” e di un percorso di riforme socialdemocratiche con modelli economici come la ‚Teoria Monetaria Moderna“ non si inseriscono affatto nel terreno politico-economico degli Stati Uniti, che è stato saldamente tracciato per più di mezzo secolo. Ma anche all'interno di questo terreno c'è spazio di manovra. Ad esempio, la ‚Bidenomics‘, il principale programma di politica economica degli ultimi anni, viene dipinta dai media statunitensi come peggiore di quanto non sia, nonostante i dati record sull'occupazione o sulla creazione di imprese, come mostra Dean Baker. Queste rappresentazioni distorte distraggono dai successi reali: Il calo del tasso di disoccupazione e l'aumento dei salari, soprattutto nella fascia più bassa, dimostrano che la Bidenomics ha portato benefici all'economia e a molti americani. Tuttavia, i resoconti dei media su singoli casi atipici contribuiscono alla percezione negativa e rafforzano l'alienazione tra le élite e gli americani “normali”.Questi sono i punti salienti che fanno luce sulla crescente divisione e sull'erosione della fiducia all'interno della società americana da diverse angolazioni. Gli Stati Uniti si trovano a un bivio: in termini di politica estera, la lotta per lo status di potenza mondiale in declino; in termini di politica interna, il desiderio di un'America diversa e rinnovata. Un desiderio che le prossime elezioni difficilmente potranno soddisfare“ (Makroskop, 26.10.24).

Nell’editoriale della FAZ si parla delle donne „populiste“ in Europa, che non corrispondono all’immagine del mainstream di stampo femminista, ma in fondo questo tema „donne“ non ha proprio una forza sintetizzante…

Abba nostro…

(Pomeriggio) Caro Renato, il gemellaggio con l’Armenia ha preso tutte le mie forze e di più (domani li riporto a Berlino per il volo di ritorno), per cui arrivo solo oggi a leggere i due articoli che mi hai mandato. 1) Quello di Alberto Melloni non mi è piaciuto per nulla; è scritto con un tono che nessun figlio spirituale di SPN potrà mai accettare; può darsi che il sinodo sia stato noioso ed inconcludente (il vescovo Oster, figlio spirituale di Ulrich non la pensa così, è sottolinea l’importanza dell’ascolto nello Spirito Santo), comunque così non si parla di Pietro: è questo non è un „divieto“, ma un richiamo dello Spirito. Comunque per lo meno anche Melloni testimonia l’importanza del metodo sinodale. Con l’ultima enciclica Papa Francesco ci offre un criterio ultimo per interpretare tutto il suo pontificato - dice con ragione Stefan Oster - e le domande ancora aperte della ecclesia semper reformanda; tutte le questioni devono essere affrontate (riformate) e lasciate cadere a partire dal cuore di Gesù. Nella mia meditazione mattutina nel mio diario ho cercato di applicare questo criterio-metodo del cuore.2) La recensione di Antonio Carioti del libro di Luciano Lanna su Augusto del Noce la trovo molto interessante. In primo luogo per la profezia sulla „classe dirigente tecnocratica globale che agisce secondo ‚criteri puramente pragmatici ed operativi’“, quella che N.S. Lyons chiama „classe manageriale“ (dalla Cina agli USA) e poi per la questione di una fede che può essere  feconda anche nel nostro tempo. Tuo, Roberto 

(Notte) La risposta di N.S. Lyons a Nathan Pinkoski (Substack, 23.10.24) mi permette di riflettere ancora una volta sulla „convergenza cinese“ o meglio sulla „classe manageriale“, che produce se stessa e non al servizio dell’amore, ma del controllo. Io vedo anche nel mondo della scuola, l’esperienza che conosco dall’interno, un tentativo di sostituire il rischio educativo (autorità, proposta e verifica) con una modalità di controllo manageriale del funzionamento della scuola. Grazie a Dio il sistema non è perfetto, per il quale motivo si può fare anche in questo sistema scolastico molto di buono. Anche nella Chiesa vi è un tentativo di ridurre la Chiesa stessa in un’azienda manageriale, con le stesse leggi che valgono nella sistema manageriale. Lyons mette  in risalto due aspetti (anzi in vero di più) del superamento del liberalismo: in primo luogo lo sparire della differenza tra privato e pubblico; questa differenza fa parte profondamente della visione liberale. Nella Chiesa viene rispettata, per esempio nella differenza tra il forum interno e quello esterno. In secondo luogo lo sparire della differenza tra stato e società. Ovviamente non è conciliabile con lo stato democratico la perdita  della libertà di esprimere la propria opinione, la propria filosofia e la propria religione. Anche il discredito di ogni forma „populista“ come inaccettabile (perché sarebbe fake news o discorso di odio) è un grave attacco alla libertà di opinione, tanto più che in gioco sono temi di portata universale: come quello della migrazione  (N.S. Lyons critica una posizione quasi teologica della questione; su questo punto vi è la differenza più grande tra il suo e il mio pensiero), della pace, etc.

(Wetterezeube, il 24.10.24) Anche solo per la formula: „opzione preferenziale per i poveri“ (cf l’articolo che Lucio Brunelli ha scritto sul padre domenicano) è opportuno ricordare il grande teologo del Perù Gustavo Gutierrez, fondatore della „teologia della liberazione“. Sia una liberazione che una opzione preferenziale per i poveri (il mio agire con gli armeni in questi giorni può essere anche riassunto con questa formula) sono più necessari che mai; non conosco bene il mondo latino americano, anche  se mi sono confrontato in modo serrato con Alver Metalli, che a questo mondo ha dedicato la vita: ho letto con grande attenzione la sua intervista ad Alberto Methol-Ferré, mi sono confrontato in modo serrato con la sua ricostruzione dei giorni della pandemia visti dalla sua „villa miseria“ e della presenza di Cl in America Latina. Ho letto anche con grande attenzione il libro di Massimo Borghesi sulla vita intellettuale (che mi ha permesso tra l’altro di comprendere la differenza tra la teologia della liberazione e quella del popolo santo di Dio) di Papa Francesco ed ho seguito e seguo questo pontefice argentino con grande simpatia. Personalmente sento oggi il bisogno di un discernimento critico di cosa ci rende veramente liberi e di un opzione preferenziale per i poveri nella messa in discussione della dialettica fatale tra democrazia e autocrazia…VSSvpM! Adesso vado a Dresda con i miei ospiti armeni. 

(Sera) Renato ha scritto un articolo importante sull’attento ad Ankara, nel quale pone l’ipotesi di un coinvolgimento di Israele…

Abba nostro…

(Notte) Il film o serie (2 stagioni), Tannbach – Schicksal eines Dorfes (Destino di un paese, 2015-2018), è un’occasione per ripensare la mia vita, passata per più di venti anni nella Sassonia-Anhalt (ex DDR); adesso sono molto stanco, ma voglio ritornarci su. Il film tenta un giudizio storico differenziato, ma probabilmente non sufficiente per superare la critica dell’est come invenzione dell’ovest (Dirk Oschmann). 

Il modo con cui alcuni ciellini criticano il segretario generale dell’ONU António Manuel de Oliveira Guterres mi fa vomitare! Sono infinitamente grato per il suo tentativo di riavvicinarsi a Putin. 

(Wetterzeube, il 25.10.24) „«Ci ha amati», dice San Paolo riferendosi a Cristo (Rm 8,37), per farci scoprire che da questo amore nulla «potrà mai separarci» (Rm 8,39). Paolo lo affermava con certezza perché Cristo stesso aveva assicurato ai suoi discepoli: «Io ho amato voi» (Gv 15,9.12). Ci ha anche detto: «Vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Il suo cuore aperto ci precede e ci aspetta senza condizioni, senza pretendere alcun requisito previo per poterci amare e per offrirci la sua amicizia: Egli ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4,10). Grazie a Gesù «abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16).“ (Papa Francesco; Dilexit nos) - così comincia la quarta enciclica del Papa sul cuore di Gesù; questa è la spiritualità a cui io mi sono sempre orientato dal mio „ritorno“ nella Chiesa nel 1987, in particolare nel incontro grande della nostra vita (di Konstanze e me), con Ferdinand Ulrich. Il dono dell’essere come amore gratuito è similitudo di questo amore del cuore di Gesù:  esso è donato „senza condizioni, senza pretendere alcun requisito previo per poterci amare e per offrirci la sua amicizia“. Sia il tradizionalismo, sia il progressismo teologici non hanno alcun senso di questo amore gratuito; il primo perché ha sempre in mente ancora la legge come „condizione“ e il secondo perché lo ha trasformato in utopia. 

Dall’articolo di Giorgio Vittadini su Lorenzo Albacete: „In particolare, negli anni della maturità di Albacete, si cominciava a vedere quella perdita dell’unità del popolo e quella frattura che oggi è clamorosamente visibile tra due parti parimenti nemiche dell’uomo: l’una tendenzialmente razzista, xenofoba, insensibile ai “vinti”, isolazionista, a favore della pena di morte e l’uso indiscriminato delle armi; l’altra fautrice di diritti individuali senza limiti e di un aborto di massa, alleata della grande finanza e dei grandi monopoli, lontana dalla vera vita della gente, esportatrice di un’ideologica democrazia occidentale invisa a gran parte dei popoli. In quegli anni si è cominciato a perdere la fiducia in una nazione fatta da gente diversa ma amica del benessere umano e spirituale di tutti. L’impegno di Albacete contro questi opposti estremismi aveva come fulcro, innanzitutto, la generazione di comunità cristiane dove fosse visibile un’esperienza di realizzazione, di pienezza, di inizio di felicità.“ - Ieri ho visto un video di un comizio elettorale di Donald Trump in Georgia; sul palcoscenico c’erano Tulsi Gabbard e Robert F. Kennedy Jr. (entrambi di tradizione democratica), e Tucker Carlson, un giornalista che certamente può essere definito un giornalista dei potenti, a cui si dovranno aggiungere, per aver un’immagine realista degli USA giornalisti freelance come Aaron Maté, Katie Halper, Matt Taibbi, Glen Greenwald, etc. e pensatori come N.S. Lyons, Matt Crawford… bene questo palcoscenico in Georgia almeno una cosa la dimostra: vi è un tentativo di unità, che supera la polarizzazione analizzata da Albacete; non si tratta solo del fenomeno Trump, del quale per esempio Maté o Michael Tracey non si fidano e che N.S. Lyons pur fidandosi trova troppo „carismatico“, ma di un vero e proprio tentativo di superare un poter bipartisan neo-con che ci „causato“ guerre su guerre; l’alternativa ad esso è forse un po’ isolazionista, ma questo potrebbe essere anche un bene per il mondo multipolare di cui parlavo l’altra notte. Vittadini parla del monsignor statunitense tra l’altro in questo modo: „Un monsignore cattolico, dal fisico massiccio molto simile a quello di Chesterton, che era di casa in alcune cattedrali laiche del mondo dei media americani, come il New York Times, la CNN o il New Yorker. Un amico che non c’è più, ma che ci ha lasciato in dono tante riflessioni che possono farci un’enorme compagnia. E che sono più attuali che mai.“ Certo vale la pensa di leggere cosa ha scritto Albacete, ma proprio media come il New York Times o la CNN sono artefici di quella polarizzazione criticata da Albacete: il mondo non si è fermato nel 2014, quando è morto il monsignore. Comunque sarà certamente interessante leggerlo per questo spirito dell’ironia che Vittadini descrive così: „Contrastava l’egemonia ideologica di una certa cultura protestante non con battaglie frontali identitarie, ma con una bonaria ma tagliente ironia, come aveva fatto Chesterton in Ortodossia.“ Per quanto riguarda l’importanza delle comunità ecclesiali, io sono in vero un po’ disilluso. A me sembra che in esse molte volte si ripetono i meccanismi del mondo e che in vero questo detto popolare la dice molto su di esse: chi si loda, si sbrodola. Autentiche sono tutte quegli avvenimenti, che possono essere un amicizia tra due (per esempio tra un laico e un prete) o tre o l’amore tra una moglie e un marito, in cui si realizza l’amore gratuito di cui parla Papa Francesco. Etc.

Abba nostro…

(Wetterezeube, il 24.10.24) Anche solo per la formula: „opzione preferenziale per i poveri“ (cf l’articolo che Lucio Brunelli ha scritto sul padre domenicano) è opportuno ricordare il grande teologo del Perù Gustavo Gutierrez, fondatore della „teologia della liberazione“. Sia una liberazione che una opzione preferenziale per i poveri (il mio agire con gli armeni in questi giorni può essere anche riassunto con questa formula) sono più necessari che mai; non conosco bene il mondo latino americano, anche  se mi sono confrontato in modo serrato con Alver Metalli, che a questo mondo ha dedicato la vita: ho letto con grande attenzione la sua intervista ad Alberto Methol-Ferré, mi sono confrontato in modo serrato con la sua ricostruzione dei giorni della pandemia visti dalla sua „villa miseria“ e della presenza di Cl in America Latina. Ho letto anche con grande attenzione il libro di Massimo Borghesi sulla vita intellettuale (che mi ha permesso tra l’altro di comprendere la differenza tra la teologia della liberazione e quella del popolo santo di Dio) di Papa Francesco ed ho seguito e seguo questo pontefice argentino con grande simpatia. Personalmente sento oggi il bisogno di un discernimento critico di cosa ci rende veramente liberi e di un opzione preferenziale per i poveri nella messa in discussione della dialettica fatale tra democrazia e autocrazia…VSSvpM! Adesso vado a Dresda con i miei ospiti armeni. 

(Sera) Renato ha scritto un articolo importante sull’attento ad Ankara, nel quale pone l’ipotesi di un coinvolgimento di Israele…

Abba nostro…


(Wetterezeube, il 23.10.24) „Se al centro di tutto rimaniamo sempre noi con le nostre idee e presumiamo di vantare qualcosa davanti a Dio, non lo incontreremo mai fino in fondo. Se invece ci facciamo piccoli dentro, all'ora lì scopriremo lo stupore di adorare Gesù“ (Papa Francesco; Avvenire di oggi). 

„Hai un’anima armena“ (mi ha detto una collega armena ieri sera). Oggi vado a Weimar con i nostri ospiti armeni. 


La casa estiva di Goethe 

È iniziato il vertice di Kazan BRICS 2024 alla presenza di trenta capi di stato. PS A „Kazan in Russia (vedi Foto del Giorno) sono riuniti i Brics: Brasile, Russia, India e Cina, raggiunti dai nuovi ingressi di Etiopia, Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto e Arabia Saudita. La Turchia, Paese Nato, ha chiesto di entrare e domani arriverà Erdogan. Sarà presente da domani anche Gutteres dell’Onu. Per Putin è un successo la rottura dell’isolamento internazionale. Per Xi e Modi è l’occasione di un disgelo fra Cina e India. Il principale obiettivo del summit è studiare strumenti alternativi per gli scambi bancari rispetto al Swift, dominato dal dollaro. È il Sud globale che cerca di liberarsi da quello che è percepito come dominio occidentale dal sapore neo coloniale. Piaccia o no, è questa la spinta: la richiesta di un mondo più multipolare e meno unilaterale.“ (Banfi, versione odierna). - E meno male che c’è Papa Francesco che non ci ha lasciato da soli (o meglio Cristo non ci ha lasciato da soli mandandocelo) e ci ha permesso di capire dove stava andando la storia…


Abba nostro…

(Droyssig, den 22.10.24) Il rapporto di Maria con la verità è rapporto con suo Figlio e con lo Spirito Santo (Adrienne, cf. Esperienza di preghiera, 65); la verità del Figlio è la sua missione trinitaria (non un concetto astratto); è mandato dal Padre, attraverso lo Spirito Santo; Maria non capisce tutto e si trova in un ambiente ostile: per esempio i parenti (fratelli) pensano che Gesù sia matto; essendo donna, essendo uomo Maria non è priva certo di un influenza di questa „opinione“ (Gesù è matto) su di lei; per fare un esempio: un papa può essere davvero grande, ma certo le opinioni del suo Entourage hanno un’influenza su di lui. Maria è senza peccato, il papa non lo è; ma entrambi, Maria in modo singolare, hanno offerto la loro vita alla verità, e da questa sono attirati per sempre. 

„È di verità che parlava Hannah Arendt, intervistata dalla televisione della Repubblica Federale Tedesca nel 1964 che alla domanda se ritenesse suo dovere pubblicare tutto quello di cui veniva a conoscenza o vi fossero motivi validi per tacere alcune cose, rispose con una frase in latino: fiat veritas et pereat mundus (parafrasando il motto di Ferdinando I d’Asburgo e sostituendo la giustizia con la verità). La verità, anche a scapito del mondo.“ (Vicky Iovinella, Substack, 22.10). - questo pathos per la verità di Arendt mi è sempre piaciuto molto, per questo forse ho cominciato a scrivere i miei diari; vi è un’analogia tra questo pathos e la verità trinitaria, ma per l’appunto solo un’analogia (anche perché a livello „mondano“ spesso siamo piuttosto confrontati con la verosimilitas e non con la verità stessa), perché infine la missione di Cristo si lascia riassumere nel motto balthasariano: solo l’amore è credibile

È la quarta enciclica del pontificato di Jorge Mario Bergoglio e il Papa la pubblica in uno dei momenti più drammatici per il genere umano. Guerre corrosive, squilibri sociali ed economici, consumismo sfrenato, nuove tecnologie che rischiano di snaturare l’essenza stessa dell’uomo, segnano l’epoca moderna e il Pontefice chiede allora, attraverso il documento dal titolo Dilexit nos (Ci ha amati), di cambiare sguardo, prospettiva, obiettivi, e recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore. “Lettera enciclica sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo” è il sottotitolo del documento - di cui oggi la Sala Stampa vaticana ha comunicato la data di pubblicazione: il 24 ottobre –interamente dedicato al culto del Sacro Cuore di Gesù. Era stato Francesco stesso ad annunciarne l’uscita in autunno nell’udienza generale in Piazza San Pietro del 5 giugno (mese tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù), condividendo il desiderio che il testo possa far meditare sugli aspetti “dell’amore del Signore che possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale; ma anche che dicano qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore”. Sempre il Papa spiegava che il documento raccoglierà “le preziose riflessioni di testi magisteriali precedenti e di una lunga storia che risale alle Sacre Scritture, per riproporre oggi, a tutta la Chiesa, questo culto carico di bellezza spirituale”.“ (Salvatore Cernuzio, Vatican News).

„Il prossimo giovedì 24 ottobre, alle 16.30, il cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede, sul tema del diaconato permanente incontrerà coloro che desiderano presentare «idee sul ruolo delle donne nella Chiesa». Lo ha reso noto egli stesso nella sua comunicazione, a braccio, durante la congregazione generale di stamani. In particolare riguardo il «diaconato femminile» il cardinale ha detto: «Il Santo Padre mi ha confermato che continuerà a essere attiva la Commissione presieduta dal cardinale Giuseppe Petrocchi. I membri del Sinodo che lo vogliono — sia individualmente o come gruppi — possono inviare a quella Commissione considerazioni, proposte, articoli o preoccupazioni»“ (Vatican News) - nel testo di presentazione dell’articolo si dice che il Santo Padre ritiene la questione delle „diaconesse“ non ancora matura.

Abba nostro…

(Notte) Questa sera nella parrocchia cattolica di Eisenberg (Turingia) ho parlato del destino degli armeni in Artsakh; erano presenti alcuni parrocchiani, tra i quali una siriana di Aleppo, la dirigente scolastica della scuola numero 118 di Yerevan, suo fratello che vive in Romania, cinque ragazze armene e la collega di tedesco armena; la dirigente scolastica aveva le lacrime agli occhi quando ho parlato e la collega armena mi ha fatto forse uno tra i più grandi complimenti che abbia mai ricevuto: hai un’anima armena, forse addirittura: sei un’anima armena. 


Le mie ragazze armene 

(Wetterzeube, il 21.10.24) „Lo spirito umano di Maria ha ceduto a quello divino“ (Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 65). - Maria si spaventa e pone domande (durante l’apparizione di Gabriele), va con i parenti che credono che Gesù sia matto, ma ovviamente il suo spirito umano è l’incarnazione più pura di ciò che Ulrich chiama „il senso necessario dell’essere“, al quale Maria non può che obbedire e non ha mai pensato che suo figlio sia matto. Non ha compreso tutti i suoi passi, ma lei „dona per così dire il suo non-comprendere al figlio“ (Adrienne) e la sua preghiera non è tanto quella che lei comprenda, ma che si comprenda „l’intera evidenza della relazione con lo Spirito del Figlio“ (Adrienne). Lei è totalmente nel mistero trinitario e nella sua verità e lo Spirito  che l’ha fecondata è lo stesso che la feconda in ogni istante nella sua ricerca del Padre e del Figlio nel mistero dell’esistenza umana…Chiediamo lo stesso per noi, che siamo peccatori! Il cielo si apre, certo la Chiesa ha fatto errori gravi, ma rimane il luogo per eccellenza dell’apertura del cielo al nostro desiderio ultimo di obbedire al senso necessario dell’essere, cioè alla gratuità del dono di amore che è  l’essere stesso.

Del saggio sullo „stato mondiale“ (1960) di Ernst Jünger non ho ancora parlato molto, perché non so bene quale sia il „fabula docet“ in esso inteso; in testa ho un’idea negativa di questo tema, nel senso del „Signore di questo mondo“ di Robert Benson. Jünger ne parla quasi come una „necessità“, come lo è anche la categoria della „guerra civile mondiale“, che va oltre all’idea di una „guerra civile europea“ (Nolte) in riferimento a bolscevismo e nazionalsocialismo. Parlandone come una „necessità“ pensa che vi siano anche vantaggi; fa anche paragoni con il mondo animale, nel quale non vede un progresso dell’idea di organizzazione statale…Jünger sa che tra gli svantaggi di questa idea mondiale dello stato c’è la perdita di libertà e tenta di fare paragoni storici che non siano solo „esteriori“, ma che rivelano una connessione intima; per esempio con l’impero di Augusto! Nei miei diari ho cercato di prendere sul serio, a questo livello di riflessione mondiale, l’idea del „poliedro“ (Methol-Ferè, Bergoglio/Papa Francesco).  

In un suo intervento in grande stile (9.9.24) Massimo Cacciari si pone la domanda: „perché nessuno parla di pace?“ Pone con chiarezza la questione di un’Europa che ha cominciato due guerre mondiali e che non può permettersi di cominciarne una terza; pone la questione degli interessi economici e vitali che vengono messi in gioco con questo prolungamento insensato della guerra in Ucraina; meno convincente è quello che dice sul fatto che gli USA sarebbero non troppo coinvolti, ma è uguale. Interessante è questo intervento perché parla della pace „come senso necessario dell’essere“, per usare il linguaggio di Ulrich, non come pacifismo astratto…e fa dialogare la tradizione cattolica (Benedetto XVI) con il meglio della cultura laica atea (Kraus)…

In Medio Oriente la guerra a Gaza continua nell’indifferenza crescente. Ieri ci sono stati ancora 90 morti nella Striscia di Gaza. Mentre sono stati rivelati i piani di attacco di Israele all’Iran, in una fuga di notizie forse partita dal Pentagono. Per l’Ucraina il presidente Zelensky torna a chiedere nuovi sistemi di difesa antiaerea. Vladimir Putin prova a uscire dall’isolamento: alla riunione dei Brics in Russia arrivano oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello cinese Xi Jinping“ (Banfi, versione odierna). 

„Il principio organizzativo della conferenza episcopale, pertanto, non è di natura ecclesiologica bensì politica.“ (Cardinal Walter Brandmüller) - questo giudizio del cardinale tedesco mi sembra molto importante, ma per tutta la questione del sinodo mi sono fidato dei resoconti settimanali del vescovo Oster, che Stefan Hartmann desidera come successore del Cardinal Schönborn a Vienna.


Abba nostro…

(Wetterzeube, il 20.10.24) Don Giussani {si tratta di una e-mail che ho ricevuto da Gianni Mereghetti} nel 1969 così identificava l'incertezza: "una sproporzione pericoloso fra sé e il proprio destino" "una arduità della vita" "una difficoltà del futuro." E' l'incertezza, la fragilità dei giovani d'oggi, questo vedere il peso del futuro, che incombe sulla vita, tante volte troppo arduo da raggiungere. L'incertezza nasce da una concezione della vita come riuscita, riuscita di un progetto che viene imposto dall'esterno. Qui si genera l'ansietà, qui si genera un istinto a difendersi, a nascondersi, a trovare un rifugio! Don Giussani si chiede come affrontare questa incertezza e risponde in questo modo:"Dunque questo futuro o questo destino ti è possibile per la presenza di un'amicizia, per l'amicizia di un forte. Tu sei sproporzionato, tu sei debole, diciamo la grande parola, tu sei "povero" ma l'amicizia di un forte ti supplisce. Tutta quanta la vita ha come contenuto ultimo l'appoggio a questo forte Amico. " ( Luigi Giussani, Una rivoluzione di sé) - Le letture della domenica odierna (Is 53, 2.3.10-11; Eb 4, 14-16;Mc, 35-45) ci fanno, però, comprendere cosa significhi qui „forte“. Questo „Amico“ „non ha né apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi“, quindi il motivo dell’attrazione di Gesù, sottolineato anche da un pontefice sobriamente tedesco, come Benedetto XVI, deve essere ripensato tenendo conto anche del „Servo di Isaia“ se non si vuole cadere in un irresponsabile „giovanilismo“, tra l’altro del tutto estraneo al pontefice bavarese. Certo questa sofferenza del servo di Jhwh non può essere tradotta in termini di „teologia politica“ (tanto più un popolo è martoriato, tanto meglio sarebbe), ma ciò significa che anche la promessa „dopo il suo intimo tormento vedrà la luce“, non può essere mai tradotta in un trionfalismo mondano; è certamente una „giustificazione“ per molti, sia nel senso della „moltitudine del popolo“ sia nel senso dell’ „insieme delle nazioni“ (cf nota a cura di Ravasi a Is 53, 11), ma non è la promessa di una realizzazione utopica. Il cristiano non può che leggere questa profezia che in riferimento a Cristo; „i giudei leggeranno in seguito il loro stesso destino nel destino di questo uomo disprezzato. Forse non troppo erroneamente, se il loro soffrire è stato incluso da Gesù nella sua dolorosa espiazione universale“ (Balthasar, Luce della parola, 242; con una mia correzione della normalmente ottima traduzione del padre Sommavilla, che però contiene alcuni errori gravi). Perché „forse“? Perché „mai potremmo porre il nostro stesso dolore sullo stesso suo piano, anche se espiamo al suo seguito. Nessuno tranne lui è il sommo sacerdote espiante“ (Balthasar, ibid.). Non aver compreso questo ha fatto si che si sia fatto di Auschwitz un „sostituto religioso“ (Spaemann) o addirittura un „mito“ (Sieferle), con le conseguenze che possiamo vedere oggi con una „superiorità militare“ di Israele che si spaccia come „vittima“, mentre è essa a creare un numero infinito di vittime; probabilmente è vero che Yahya Sinwar, capo di Hamas, era un „assassino di massa“ (Nikolaus Busse, FAZ di ieri), ma certamente non è l’unico „assassino di molti“. Per quanto riguarda il Vangelo: „la preghiera dei figli di Zebedeo non viene respinta dal Signore come sconveniente (lo sarebbe se essi ne vedessero tutta la portata, ma Gesù dice loro che non sanno cosa vogliono).“(Balthasar); Gesù prende solo l’occasione per promettere „una partecipazione all’espressione espiatrice della croce“ (Balthasar)…e questa promessa è una grande speranza per molti: le nostre sofferenze individuali e di popolo non sono inutili. 

Sul terrorista ucciso Banfi riporta un giudizio ben diverso di quello di Nikolas Busse (FAZ,19.10.24), che per lo meno non tace anche la responsabilità di Israele, in quello che è accaduto in Gaza nell’ultimo anno: „Nel mondo arabo Yahya Sinwar è già dipinto come un eroe, ritratto col bastone lanciato in aria contro il drone che lo sta per colpire. In Israele c’è la polemica sul fatto che il capo di Hamas fu rilasciato in uno scambio. Il mediatore di allora Gershon Baskin che riportò a casa il soldato Shalit, in cambio di mille detenuti palestinesi oggi dice a Repubblica: “La strategia di Netanyahu era mantenere la separazione tra le fazioni palestinesi perché Hamas governasse Gaza indebolendo e delegittimando l’Anp. Il 7 ottobre non è stato il risultato del rilascio di Sinwar: è stato il prodotto di 56 anni di occupazione, di 20 anni di assedio a Gaza con più di 2 milioni di persone in una povertà orribile e senza speranza per il futuro. È questo ciò che ci è esploso in faccia il 7 ottobre, non Sinwar. Non era nemmeno considerato tra i più pericolosi. Il problema non era l’accordo, ma una leadership politica la cui strategia era di non risolvere affatto il conflitto israelo-palestinese”“ (versione odierna).

Ho seguito la Santa Messa a Roma - il Vangelo è stato annunciato anche in greco. Ho visto una Chiesa davvero cattolica, il Santo Padre poi ha commentato il Vangelo nel modo più vero possibile: servizio vs dominio! // Ho visto anche il video del vescovo Oster sulla terza settimana del sinodo: sui nuovi luoghi della fede, sul corpo come luogo della fede e sull’autorità del Papa e su un sano decentramento…

Abba nostro…

(Notte) „Nella recita dell'Angelus, Papa Francesco rinnova l'appello alla preghiera per i Paesi in guerra e rivolge il suo saluto ai fedeli accorsi per "onorare" i nuovi santi appena canonizzati. In particolare i fedeli maroniti, e i "missionari e le missionarie della Consolata", l'istituzione fondata da san Giuseppe Allamano, rispettivamente nel 1901 e nel 1910. Francesco ricorda la presenza del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, oltre a quella di una "folta" delegazione ugandese accorsa per i 60 anni dalla canonizzazione dei martiri dell’Uganda.“ (Giribaldi, Vatican News) - i fedeli  maroniti erano presenti in modo particolare per gli undici martiri di Damasco

In una mini-serie francese, „Le combattenti“ (Netflix), si parla di quattro donne che nella prima guerra mondiale si sono impegnate per aiutare i soldati impegnati nella guerra; da Ernst Jünger ho imparato a comprendere che i soldati tedeschi in quella guerra non erano i soli cattivi, come vengono invece rappresentati nella mini serie; anzi da Jünger ho imparato anche a rispettare il nemico; detto questo la mini serie ha il pregio di mettere in primo piano donne, che certamente sono state anche protagoniste di questa guerra, anche se non come soldati; le quattro donne scelte: una suora, una prostitua, una industriale ed una infermiera sono simboliche di un ampio spettro umano. Che la suora francese si innamori di un soldato tedesco ha una certa sua forza simbolica ed è ovvio che una situazione come la guerra non è paragonabile con la vita nascosta di un convento; purtroppo la Chiesa non ne esce bene; anzi ne esce con tutte le sue contraddizioni…comunque sia, tutto sommato, è un buon lavoro che ci fa riflettere sul destino di persone coinvolte nella guerra…

(Wetterzeube, il 19.10.24) Vado a Berlino con Andrea a prendere i nostri ospiti armeni; è quello che posso fare per questo popolo martoriato: tanti piccoli gesti concreti di accoglienza.

Il rapporto di Maria con lo Spirito Santo è concreto (Adrienne, Esperienza di preghiera, 64sg.). Non uno Spirito Santo simbolico di un’altra era del mondo (dopo quella del Padre e del Figlio), ma lo Spirito Santo „che con il Figlio viene a lei“. Certo Maria alcune cose non le ha capite subito, ma del mistero trinitario vive da subito, perché si trova in esso ed Adrienne scrive o detta qualcosa che è davvero straordinaria per il dialogo con gli ortodossi: „Maria sa che entrambe le relazioni {con il Figlio e con lo Spirito Santo} infine si incontrano nel Padre, che sia lo Spirito che il Figlio procedano da Lui“ (65). 

Abba nostro…


(Droyßig, il 18.10.24; San Luca) La preghiera trinitaria di Maria, è tale, incoativamente, nella sua fase veterotestamentaria e lo è, esplicitamente, nella sua fase neotestamentaria (cf. Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 62-64). Le parole dei profeti sono per Maria testimonianza del Dio vivente, poi però il Dio vivente diventa suo figlio. Lei lo porta come una donna gravida porta un bambino, lo accompagna, anche non comprendendo, come abbiamo visto ieri e poi lo riconsegna al Padre. Il Padre era oggetto della sua fede veterotestamentaria; Maria si aspetta un giudizio come tutti gli altri ebrei, ma alla fine arriva un uomo, suo figlio. Questo bambino è mandato dal Padre ed entra in lei attraverso lo Spirito Santo. Guardando il bambino „automaticamente“ contempla anche il Padre e lo Spirito Santo; poi il figlio comincia la sua missione pubblica; Maria non abbraccia con lo sguardo l’intero della missione del figlio, ma a partire dalla sua confidenza con il Padre e lo Spirito Santo, passo per passo, comincia a comprendere - passando anche attraverso fasi della non comprensione - quale sia il modo con cui il Padre glorificherà il Figlio; lei non si fa mai pensieri solo speculativi, per esempio nel senso se la sua preghiera, non si chiede se abbia causato la radicale morte del figlio o la sua discesa all’inferno dicendo „sia fatta la tua volontà“; nella preghiera non si concentra su stessa e non può neppure cambiare nulla della missione e dell’obbedienza completa del Figlio al Padre, spiega Adrienne, lei può pregare per l’opera del Figlio, per la Chiesa, per tutto ciò che fa parte dell’essere Chiesa: sacramenti, comunità…San Luca ci ha regalato uno sguardo intimo sulla preghiera di Maria, per esempio nel Magnificat, che è anche una preghiera „sociale“ e cosciente della logica di Dio, che non è quella della forza umana…

“È stato un incontro importante ed emozionante. Il Santo Padre ha mostrato un interesse straordinario agli sforzi di pacificazione in Medio Oriente”. Ehud Olmert, 78 anni, ex primo ministro dello Stato di Israele ha incontrato stamattina Papa Francesco, assieme all’ ex ministro degli Esteri dello Stato palestinese Nasser Al-Kidva, e ad una delegazione di attivisti per la pace. Olmert, che è stato primo ministro fino al 2009, ha un passato importante nelle negoziazioni per la pace in Medio Oriente: sotto il suo governo è stato siglato il cessate il fuoco nella guerra in Libano del 2006, e a lui si deve l’ultimo vero tentativo di accordo per la creazione dei due stati con il presidente palestinese Mohamud Abbas, come sviluppo degli accordi di Oslo del 1993, accordo poi non raggiunto. “Papa Francesco ci ha dedicato un’attenzione straordinaria per più di mezz’ora, spiegandoci che segue quotidianamente ogni evoluzione del conflitto e che ogni giorno si collega con i cristiani di Gaza”.“ (Roberto Cetera, Vatican News). 

Ciro ha commentato così i miei appunti di ieri notte sull’incontro con il colonnello in pensione Richter sui missili a medio raggio statunitensi, che saranno installati in Germania nel 2026: „Grazie, Roberto. Analisi acuta e realistica. Ci sarebbe spazio per un ruolo della UE, visto gli errori degli USA, che hanno favorito l’ irrigidimento di Putin (mi riferisco al tentativo di blindare, anche tramite la nato, l’assetto unipolare che sembrava emergere nei primi anni del 2000). Ma l Europa non ha una sovranità condivisa. Quindi niente difesa. Draghi invita a rafforzare cooperazione scientifica ed industriale per fare massa critica e curvare lo spazio pubblico europeo nel senso della sovranità. Ma ci vorrà tempo. La soluzione verrà dalla stanchezza per i morti e le distruzioni. Forse. Ma intanto la guerra è diventata ideologica. Religiosa … difficile tornare indietro. E tocca armarsi e armare gli ucraini.“ (Ciro Sbailò, professore di diritto a Roma). Ho reagito a questa risposta così: „Sull’ultima frase, Ciro,  ho dei dubbi, tantissimi dubbi. Ma perlomeno dovremmo fare un tentativo binario come quello del cancelliere Schmidt allora (1976). È chiaro che la mia posizione è differente sia da quella del colonnello Richter che del professore Sbailò, perché io non ritengo che solo Putin abbia causato la guerra, che da due anni ha martoriato il popolo ucraino ed ha messo in crisi i rapporti strategici e politici in Europa (su questo sono d’accordo anche i due). // Per quanto riguarda il podcast di ieri sera ho trovato anche molto interessante il divario tra la ricchezza economica tedesca (che rimane la quarta potenza nel mondo anche nella crisi attuale) e la sua debolezza militare…questo gioca anche un ruolo nella questione dei missili a medio raggio statunitensi, che saranno installati in Germania nel 2026.

La schiacciante superiorità militare di Israele ha ottenuto un altro successo. Ieri è stato ucciso il capo di Hamas, Yahya Sinwar, considerato la mente del 7 ottobre, in un raid vicino a Rafah. La morte sarebbe avvenuta “per caso”, secondo quanto ricostruito dall’esercito israeliano. Sinwar si era rifugiato, insieme ad altri miliziani, in un edificio bombardato e distrutto dai carri armati. Non aveva scorta, non era in un tunnel (dove pure era stato segnalato e filmato in questi lunghi mesi), non aveva con sé ostaggi. Poco più di un anno dopo la strage dei kibbutz viene dunque ucciso il suo feroce organizzatore, considerato “criminale di guerra” dalla Corte dell’Aja, “il più iraniano dei palestinesi”, cresciuto nell’organizzazione terroristica per la sua spietatezza soprattutto contro i “collaborazionisti” interni. Si dice che anche nei tentativi di trovare una tregua nelle ultime settimane si sia sempre schierato, all’interno di Hamas, per la guerra ad oltranza. Oggi Alberto Negri sul Manifesto scrive che è stato un “uomo crudele che ha portato il suo popolo alla rovina”.“ (Alessandro Banfi, versione odierna)  

Abba nostro…


(17.10.24; Sant’Ignazio di Antiochia) Ieri era la ricorrenza della nomina come vescovo di Roma e pontefice della Chiesa romano-cattolica di san Giovanni Paolo II (nel 1978); Franca Negri ha condiviso nella sua bacheca questa sua frase: "Un uomo, da solo, non è capace di trasformarne tanti –/ Può innestare. Può gettare il seme / – ma crescerà il seme per volere dell'uomo? / Questo è ormai di Dio. Il raccolto è di Dio.“ (Karol Wojtyła, 1940); quando scrisse questa frase aveva 20 anni. 

Nel suo piccolo e prezioso libro „Esperienza di preghiera“ Adrienne mi aiuta su un punto che è incluso nella „piccola via“, ma questa formula suona ancora un po’ romantica. Ciò che possiamo imparare da Maria è dire di sì „in una grigia vita quotidiana e quest’ultima è il regno del cielo. Ma questo lo sa solo Dio“ (62); alle volte il quotidiano pesa ed è grigio (grazie a Dio ci viene donato anche spesso un giorno in cui il sole o la luna splendono, come ieri sera; ed anche questa mattina siamo investiti di luce), la scuola è certamente il luogo dell’incontro con Cristo, ma in primo luogo è un luogo in cui un sistema, nel suo grigiore, fa il suo lavoro (il che non vuole dire che non ci siano anche ore che splendono); anche a Maria è donato un compagno che sa un po’ di questo peso grigio da portare: Giuseppe; speriamo di essere Giuseppe per l’altro. Tra l’altro le prime 400 pagine degli „Spiriti cattivi“ (così traduce S. Geier i „Demoni“), sono davvero, a parte qualche impertinenza di Nikolai, ricolmi di questo „quotidiano grigio“; e in questo grigiore poi alcuni dei protagonisti cercano delle vie uscite „divertenti“, come andare a vedere il cadavere di uno morto in circostanze strane o a visitare il matto religioso…

Adrian, il mio amico californiano, mi ha mandato un video sui  file RKI (Robert Koch Institut), che la giornalista Aya Velázquez (in dialogo con Marc Friedrich), ha cominciato a studiare; questi protocolli del RKI permettono di fare chiarezza sulla politica (in parte) ipocrita del coronavirus. Nel canale YouTube di  Marc Friedrich si legge: „Dopo che un whistleblower le ha fatto visita qualche giorno fa e ha indirettamente rilasciato una dichiarazione contro i nostri media mainstream, è emersa soprattutto una cosa: molto deve ancora venire fuori.“ Il video è del 1.8.24, quindi prima delle elezioni in Sassonia, Turingia e Brandenburg; Aya Velázquez, che ha cominciato a capire, nello studio dei protocolli, che tante decisioni prese durante la pandemia non avevano a che fare con dati scientifici, ma con forzature politiche, sperava che le elezioni regionali diventassero il moltiplicatore di questo scandalo, ma dalla mia percezione, non lo sono state, anche BSW non lo ha messo in prima linea della sua campagna politica.La giornalista di Berlino è una di queste personalità, che come Tocqueville desiderava, credono nella forza della verità di liberi cittadini, quindi simile ai giornalisti americani che il lettore del mio diario già conosce. Io sarei più cauto nell’uso della parola „verità“, già la parola „verosimilitas“ sarebbe sufficiente per dare il senso e per cogliere il peso di questo lavoro sui file del RKI. Mi è piaciuto molto alla fine del video, quando Aya ha detto che va nel bosco, dopo le ore passate sui protocolli. Bello! Una camminatrice nel bosco (Jünger). Come insegnante so che una chiarificazione di tutto ciò che di distopico è successo nella pandemia è di vitale importanza: i lockdowns indifferenziati hanno creato in tanti bambini e bambine una crisi difficile da gestire. PS Nei miei diari pubblici („Diario di Roberto Graziotto“) mi sono confrontato in modo attento con la questione della „profezia della pace“, e solo qua e la ho accennato alla questione della gestione non libera, non rispettosa della libertà dei cittadini tedeschi della pandemia (io vivo in Germania dal 1990), sebbene quando era in corso, la pandemia era penetrata in strati del mio io, sui cui non ho riflettuto a sufficienza. Io ero sconvolto dalle notizie che mi venivano dal nord Italia, le Sante Messe con il Santo Padre mi furono di grande aiuto, ma mi fu anche di grande aiuto la libertà che il Santo Padre, già nel marzo del 2021, dimostrò con il suo viaggio in Irak, sebbene la pandemia non fosse finita. Io mi sono fatto vaccinare, convinto che ciò fosse un gesto di solidarietà (anche il Papa ha pensato così), e solo ora, con il confronto con persone come Aya  Velázquez mi accorgo che vi è stato un uso distopico del valore della solidarietà; lei racconta, nel video in dialogo con Friedrich, che un giorno, trovandosi nella stazione di Berlino, e vedendo tutte queste persone con la maschera (cosa che tra l’altro sembra essere stata anche una manovra politica e non dovuta ad un’esigenza medica) aveva pensato al „1984“ di Orwell;  io mi ricordo delle mie passeggiate nei campi davanti a casa, pensando al fatto che i miei genitori erano in Italia, proprio in nord Italia, e i miei figli lontani da noi… mi sono sentito imprigionato e i timidi tentativi di parlare con qualche amico, venivano bloccati da loro sentenziando la mia incapacità di pensare all’unica soluzione, quella scientifica del problema; è chiaro ora che se lo studio dei protocolli del rinomato istituto tedesco, portassero all’evidenza che si è trattato di politica e non di scienza, questo mi fa vedere come io sia stato del tutto ingenuo, per nulla dalla parte di chi aveva capito; mi sono solo accorto ad un certo punto che persone che dicevano di essermi amici, di fatto non lo erano (lo stesso è capitato con la profezia della pace, quando un amico mi ha detto che ero asservito alla propaganda di Putin), perché volevano solo aver ragione; quanto desiderai un dialogo tra le posizioni, ma gli unici messaggi erano: se non pensi che tutto il programma politico di marginare la pandemia sia scientificamente vero, allora sei un cretino. La cosa che più mi ferì è stato il fatto che quando io cercavo di capire, mettendomi in dialogo con le mie fonti più profonde, come Ulrich, uno dei miei migliori amici ha saputo solo comunicarmi che mi fidavo di cose vecchie e superate. Alla fine sono rimasti drammi non spiegati e non approfonditi: in primo luogo che mi padre è morto „rinchiuso“ per via di Corona; grazie a Dio ho potuto vederlo qualche giorno prima nell’Ospedale di Casale, andando da lui con il sacerdote dell’Ospedale, per il sacramento degli infermi e per un ultimo dialogo. Poi la fine di amicizie che mi aveva sostenuto negli ultimi anni; poi la perdita del senso dell’olfatto, forse per i troppi disinfettanti usati; poi una situazione scolastica difficile da gestire per gli indiscriminati lockdowns; poi l’impossibilità di festeggiare il mio sessantesimo compleanno… 

Le ultime notizie dal Medio Oriente riguardano nuovi raid israeliani in Libano e a Gaza. Nella Striscia la situazione umanitaria è al collasso, dopo la chiusura dei passaggi degli aiuti a nord. Ugo Tramballi sul Sole 24 Ore torna a chiedersi quale sia l’obiettivo finale di Israele. Scrive: “Netanyahu è diventato una specie di Dottor Stranamore pronto a bombardare chiunque si frapponga al suo grande disegno. Sono sicuri gli israeliani che non ci sia un’alternativa politica, diplomatica, per spezzare il pericolo che viene da Gaza, dalla Cisgiordania e dal Libano meridionale?”“ (Alessandro Banfi, versione odierna). - In vero il pericolo in Gaza, Cisgiordania e Libano è in primo luogo l’intoccabile mito di Israele! 

Abba nostro…  

(Pomeriggio) Ho incontrato in ambito cattolico spesso la critica che il progetto etico di Kant sarebbe fallito, in vero, per me che vivo in una delle zone più secolarizzate del mondo, Kant significa la possibilità di porre la priorità dell’etica sulla legalità e di porre in modo chiaro l’esigenza di un imperativo categorico nei confronti di se stessi (divieto di suicidarsi) e degli altri (divieto di dire menzogne)…Cf. Höffe, Piccola storia della filosofia, edizione tedesca, 219-221). Questo elemento dell’imperativo categorico è importante per il „mai più per nessuno“ (grande teatro del mondo); per la quotidianità sarà a volte importante sottolineare che nessun sistema merita di essere trattato come un imperativo categorico. 


(Wetterzeube, il 16.10.24; Santa Edvige) “Dio onnipotente, hai fatto della santa duchessa Edvige una messaggera di pace e le hai dato la grazia di dare un esempio di amore misericordioso in mezzo ai compiti del mondo. Per sua intercessione, aiuta anche noi a lavorare per la riconciliazione e la pace tra gli uomini e a servirti in chi è nel bisogno. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e Dio, nostro fratello e amico, che vive e regna con te in unità con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli”. Amen! 

"Convertiti al volto concreto e pratico in cui Dio ti si è rivelato, ti ha chiamato, ti ha fatto l'annuncio! Certo, sei stato battezzato; sei stato battezzato in una determinata chiesa, e questo lascia un cordone ombelicale inestinguibile, ti lega ad essa, con libertà, ma ti lega ad essa, è tua madre. La storicità, con il Vescovo che non ti approva, con la curia che ti ostacola, con i preti che non capiscono, con i cristiani che ti lasciano ancora così, senza aiuto, proprio quella storicità ti ha generato, quella! Ma, che cosa è il Battesimo per la stragrande maggioranza dei cristiani, anche di quelli che vanno in chiesa alla domenica? E' come un bambino di due mesi, un "infante" ( colui che non sa parlare), è come un bambino di due o tre anni, che balbetta frasi sconnesse, che dà giudizi carini, ma non gli si può far fare un discorso, che può essere simpatico, ma che non ti può aiutare. Cosa avviene a un certo punto? A un certo punto avviene: tredici, quattordici, quindici anni, diciassette anni, vent'anni, trent'anni, quarant'anni: Dio mio, che sviluppo, che maturità! E, quello che fu mia madre allora, che cosa diventa ora per me? Che cosa è per me ora l'essere stato concepito, l'essere nato e vissuto, l'essere stato educato e fatto camminare? Adesso io sono grande, capisco, ora quel seme è diventato fattore di vita e cambia, stentatamente, ma cambia ciò che sono e ciò che c'è attorno a me, secondo il raggio d'energia che Iddio concede e la mia libertà, carogna, non riesce a impedire del tutto. Capite l'importanza della storicità, del momento in cui il significato del Battesimo, della Penitenza, della Comunione, dell'andare in chiesa, della Chiesa, ti si è come improvvisamente, subito, o lentamente aperto? Quel tuo compagno, quel gruppo, quella comunità, quel movimento: è partecipando a "questa" storicità che avviene, di fatto, tutto quello che abbiamo detto prima: l'incontro con Cristo, la creatura nuova, lo sviluppo di essa, la giustificazione come seme e come storia." ( LUIGI GIUSSANI, UNA RIVOLUZIONE DI SE') - Qui don Giussani aggiunge la dimensione della storicità a quanto ho cercato di esprimere ieri notte in dialogo con Adrian, più ad un livello di „natura umana“. Adrian citava ieri Robert Spaemann, che aveva detto che la Santa Messa, con il suo sacrificio, corrisponde profondamente alla natura umana; credo che ciò che corrisponde più profondamente alla natura umana sia il desiderio di felicità, che in Cristo non si ferma neppure davanti alla Croce e alla discesa all’inferno. Per quanto riguarda il battesimo, che è morire con Cristo, morto e risorto, e la storicità ha ragione don Giussani e credo che non dobbiamo perdere la fede che se pur „stentatamente“ (questa è un’intuizione da brividi), il seme del battesimo „cambia ciò che sono e che c’é attorno a me“. 

Dove pensare sempre di nuovo alla Guérot: mi rattrista profondamente la rigidità legale nei suoi confronti, una rigidità che non tiene neppure conto che anche al cospetto della legge vi è un margine di errore che deve essere accettato e non punito. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. E la rigidità legale è uno scagliare la pietra: soft? No, durissimo! 

„Quelle che ai nostri giorni vengono chiamate ipotesi sono solo supposizioni arbitrarie, che non rispondono né ad un bisogno intellettuale né ad un bisogno pratico“ (Simone Weil, Quaderno I). - Commenta Adrian: supposizioni arbitrarie considerate come dogmi assoluti. 

Ci sono alcuni pensieri „teologici“ di Adrienne che sono per me di importanza vitale (senza di essere non avrei potuto resistere per più di 20 anni nella diaspora); sono quelli che probabilmente un ciellino „normale“ non comprenderà mai, perché abituato all’aspetto del „frutto che si vede“, che affascina e per il quale motivo non si può che voler far parte di quell’esperienza…Maria non solo vede „il frutto“, ma lo partorisce, lo tiene per mano, lo educa…ma vi sono poi esperienze in cui non vede più la realizzazione della promessa. Adrienne nell’“Esperienza di preghiera“ (61-62) fa questi esempi: Maria non comprende il dodicenne che rimane nel Tempio, va con i parenti da Gesù, quando lui comincia la sua missione pubblica, perché pensano che sia matto e poi l’esperienza di „abbandono“ sulla Croce. Gesù sa (riconosce) che è arrivata l’ora, Maria la soffre, perché il senso è nascosto. La dimensione dell’adempimento è spesso nascosta in Dio e la grandezza non consiste nell’insuperabilità della propria comunità, del proprio movimento, ma semplicemente nella sopportazione di ciò che non si comprende, che al massimo si intuisce un po’.

„Sul Sole 24 Ore in un’intervista di Valentina Furlanetto parla Dan Eliav, riservista dell’esercito, che ha firmato la lettera dei soldati israeliani in cui si chiede di non combattere più a Gaza e in Libano. Dice: “Non siamo più disposti a uccidere e a morire per scopi diversi dalla sicurezza di Israele e dal rilascio degli ostaggi. In questo momento i soldati e combattenti israeliani perseguono degli obiettivi che non sono più di sicurezza o di difesa del Paese, ma obiettivi politici”.“ (Alessandro Banfi, versione odierna).

Abba nostro…

(Pomeriggio) Ho ascoltato in TikTok l’intervento di Viktor Urban nel parlamento europeo (13.10.24); a me sembra che abbia risposto con una grande precisione a tutte le critiche che gli sono state fatte, in modo particolare mi è sembrato molto interessante il suo rifiuto di paragonare le rivolte del 1956 in Ungheria con la „rivolta“ contro i russi dell’Ucraina di questi ultimi due anni. 

Ancora alcuni pensieri sul capitolo undici del „Senso religioso“ (paragrafi 5-7).  Come ho sottolineato questa mattina nella mia meditazione in dialogo con Adrienne von Speyr - qui nel mio diario - c’è una specificità mariana di vivere il mistero che non ha che fare con la conoscenza, ma con la sofferenza (cf. Esperienza di preghiera, edizione tedesca): il Figlio dell’uomo e di Dio riconosce il giungere dell’ora (con questo termine il Vangelo di Giovanni, intende l’ora suprema della sofferenza, che è anche l’ora suprema della glorificazione); la Theotokos invece la subisce come una sofferenza, non „riconoscendo ciò che in essa era promesso, aspettato e compiuto“ (ibid,). Direi che senza questa dimensione della sofferenza subita, non si è mai fatto esperienza del mistero. Il mondo con cui don Giussani parla di quest’ultimo è molto „maschile“, più proprio al „Figlio dell’uomo“ che all’uomo tout court, ma è allo stesso tempo una grande intuizione, che rappresenta forse una delle vette del pensiero del sacerdote lombardo: nel capitolo undicesimo si parla del „segno“, quindi della dimensione dell’“oltre“, come abbiamo visto ieri. Il segno più alto del mistero è il „tu“: „tutto il resto è assimilabile e dominabile dall’uomo, ma il tu mai. Questo è vero già per un rapporto con un tu finito, tanto più con il tu infinito. Scoprilo non è alcunché di irrazionale, ma la massima vetta della ragione; la spiegazione che cerca la ragione non si trova nei limiti dell’esistenza: „ per quanto si dilati questo orizzonte, lo struggimento del perché rimane: la morte fissa irrimediabilmente questa incompiutezza“ (Senso religioso, 155). Quindi don Giussani riassume: „ il mistero non è un limite alla ragione, ma è la scoperta più grande cui può arrivare la ragione: l'esistenza di qualcosa incommensurabile con se stessa. Il ragionamento fatto prima si potrebbe riassumere così: la ragione è esigenza di comprendere l'esistente; nella vita questo non è possibile; dunque fedeltà alla ragione costringe ad ammettere l'esistenza di un incomprensibile“ (ibid. 156); anche su questo punto don Giussani va alla scuola di un poeta, che gli insegna, che „fermo rimane il tronco del mistero, e il tronco si inabissa ov’è più vero“ (Clemente Rebora) - quindi il mistero si inabissa nella verità, non nella irrazionalità. Anche Maria quando subisce la sofferenza non si trova in una dimensione di irrazionalità, anche se non è capace più in quell’ora a fare un qualsivoglia „ragionamento“ per comprende ciò che accade al Figlio. Che cosa ha il nostro tempo da contrapporre a tutto ciò? Giussani vede bene quando parla del „cinismo della cultura materialista“  (157): si, di fatto le risposte della cultura materialista sono o ciniche o rancorose o risentite (Max Scheler fa vedere che ciò non è vero solo ad un livello psicologico, ma anche conoscitivo: si è risentiti quando un sapere è rivelato, invece che conquistato) o legaliste, ma mai soddisfano le esigenze ultime del cuore dell’uomo, che di fatto non può mai fermarsi ad „ipotesi astratte“, ma che nel suo cammino al vero vuole un’“implicazione esistenziale“. E di don Giussani si potrà dire quello che si vuole, ma certamente non si può dire che non abbia un senso del mistero; anzi forse il „senso religioso“ è solo un’introduzione al mistero, con una comprensione radicale ed esistenziale della teologia negativa: „ i termini con i quali tutta la tradizione religiosa autentica dell'umanità ha segnato il mistero, cioè ha parlato di Dio, sono tutti termini negativi: in-finito, im-menso, non misurabile, in-effabile, che non si può dire, ignoto, il Dio ignoto cui gli ateniesi avevano consacrato un'ara. E anche certe parole che sembrano positive per esempio, onnipotente, onnisciente, omnicomprensivo, sono termini, dal punto di vista dell'esperienza, negativi, perché non corrispondono a nulla della nostra esperienza, sono definizioni solo formalmente positive e per essere intesi devono negare il nostro modo di essere potenti o di sapere“ (157-158). 

(Notte) "Nella guerra emerge il lato peggiore dell'uomo: egoismo, violenza e menzogna. Rifiutiamo la logica delle armi, tramutando le ingenti spese militari in investimenti per combattere la fame, la mancanza di cure sanitarie e di istruzione!’' (Papa Francesco); di questo ha parlato il Santo Padre oggi nella catechesi del mercoledì, che aveva come tema la „piena divinità della terza Persona della Trinità“; il Papa ha specificato „che lo Spirito Santo è Colui che dà ai credenti la vita nuova. Quando a Messa diciamo "Credo nello Spirito Santo" affermiamo che lo Spirito è Dio. Questa fede va coltivata "anche per chi, spesso non per colpa propria, ne è privo e non riesce a dare senso alla vita“.“ (Vatican News): „La vita che ci è data dallo Spirito Santo è vita eterna! La fede ci libera dall’orrore di dover ammettere che tutto finisce qui, che non c’è alcun riscatto per la sofferenza e l’ingiustizia che regnano sovrane sulla terra.“ (Papa Francesco, ibid.).

Anche Simone Weil concede che il discorso cattolico dell’obbedienza è liberante (cf. Quaderno I, 153), ma non per questo vuole giustificare alcuna forma di oppressione; quest’ultima richiede infine non solo l’obbedienza non liberante, ma una vera e propria dedizione. Interessante è che il cammino di emancipazione proposto da Simone è la „necessità“; non vi è insomma nessuna fuga magica della rivoluzione; si diventa liberi quando si comprende la necessità insita nelle cose, non nell’oppressione. Ma lo stoicismo di Spinoza, a cui la Weil si riferisce, non mi convince per nulla: „riguardo alle cose umane non ridere, non piangere, non indignarsi, ma capire“; io preferisco un metodo di conoscenza che permetta anche il riso, il pianto e l’indignazione…Buona notte! 


(Droyßig, il 15.10.24; santa Teresa d’Avila; compleanno di Don Luigi Giussani (1922)) Non sono come giudicheranno gli altri questi diari sulla questione dell’obbedienza; forse alcuni penseranno che sono troppo poco obbediente, troppo libero ed emancipato ed altri penseranno che sono troppo tradizionalista, quindi in un certo senso troppo obbediente. Cerco di scrivere in cosa io mi sento del tutto obbediente „sine glossa“: Maria non ha sentito se stessa come particolarmente „prescelta“, eletta; lei pensava a se stessa come ad una delle „ragazze giudaiche“. Anch’io mi sento come uno (!) degli amici di Gesù. Non mi sento speciale, so che devo obbedire come tutti. Ma in cosa consiste l’obbedienza? Essere disponibili ad un „Übergang“ (cf. Adrienne, Esperienza di preghiera, 61), ad una „transizione“, che nel linguaggio del NT si chiama: conversione, metanoia! Ma questa conversione a livello mariano (cioè antropologico) non ha la modalità della „transizione“ del Figlio dell’uomo e figlio di Dio, perché noi come Maria siamo solo uomini. La vera transizione non accade in me, ma nell’Altro, nel Figlio; era così per Maria senza peccati ed è così per me con i peccati; una vera obbedienza, una vera consegna di sé accade sempre e solo nella modalità della realizzazione nel Figlio dell’uomo; noi piccoli amici di Gesù cediamo il passo a lui, non come programma, ma per l’appunto come obbedienza ad un altro e questo in una modalità del tutto umana; non si può dire di essere peccatore e poi pensare in fondo che tutto ciò che facciamo sia giusto. Io non voglio che sia fatta la mia volontà, ma quella del Padre che dona gratuitamente l’essere e che lascia piovere ed brillare il sole sopra i buoni e cattivi. Io cerco una via dell’obbedienza non per super eroi o per semi dei, ma per me uomo, con i miei ormoni e con il mio bisogno delle forze elementari (sesso, potere, possesso). Ovviamente non sarebbe una vera consegna di sé se non si prendesse sul serio il fatto che Gesù può e vuole prenderci per mano. Così come siamo! Forse nel senso che il giovane ricco avrebbe potuto dire a Gesù: sai, non so come si fa quello che vuoi, ma mi fido di te, e tu mi aiuterai passo per passo! Per quanto riguarda la chiamata dei consigli evangelici: una volta ho pensato che questi tre consigli fossero in qualche modo per tutti, ma forse questo pensiero è troppo pio e non passa la barriera delle forze elementari; spero di non cadere come il vecchio Salomone, che perse ogni sapienza; vorrei mantenere viva la mia amicizia con quelle persone che hanno consegnato la loro vita a Gesù, nella modalità di questi consigli, ma non posso negare la mia esperienza, solo consegnarla, al Padre che ha donato tutto l’essere, nel Figlio redentore e nell’invocazione dello Spirito Santo, libero ed istituzionale. 

La professoressa Guérot, di cui ho parlato ieri, ha perso la sua causa (me lo aveva detto ieri Leo e me lo ha confermato Adrian). La sua richiesta è stata respinta; a livello solo giuridico si potrebbe pensare più o meno così: è sempre difficile dire qualcosa di veramente sostanziale su argomenti di questo tipo se non si conoscono tutti i dettagli. Si può discutere del problema fondamentale della critica al sistema universitario (cosa che la Guérot non vuole fare come dice nel video), ma il tribunale del lavoro ha confermato che il licenziamento era legittimo e quindi si potrebbe presumere che i giudici abbiano fatto il loro lavoro correttamente. E poi sostenere che il licenziamento sia avvenuto per motivi completamente diversi, si può fare, ma sembra essere piuttosto imbarazzante che un accademico debba affrontare accuse di plagio confermate dai tribunali. Anche se avesse ragione e dovesse andarsene perché era antipatica (o politicamente scorretta), ha consegnato un motivo di licenziamento su un piatto d'argento. Deve rendersi conto che è stato semplicemente stupido. O detto in breve: la legge ha espresso il suo giudizio legale ed è probabilmente giusto quello che di giudici hanno detto, all’infuori che non si arrivi ad un’istanza superiore. E poi chi come l’intervistatore del video in dialogo con la professoressa, non conoscendo lui tutti gli atti, non avrebbe voce in materia. Tutto giusto a livello giuridico e formale, ma c’è anche la persona della Guérot che ha un diritto di essere ascoltata, non solo in tribunale, ma anche da un pubblico di laici e non esperti. Io non voglio mettere in dubbio né la specializzazione giuridica, né lo stato di diritto, ma vi è un diritto fondamentale delle persone di esprimersi ed ad essere ascolati, anche se la formalità dei procedimenti giuridici è giunta ad un certo risultato. La legge è per l’uomo, non viceversa!  E poi in vero c’è un modo di richiamarsi alla legalità che non permette un giudizio giusto sul clima generale in cui stiamo vivendo! 

La crisi in Medio Oriente. Il governo di Benjamin Netanyahu ha rotto un nuovo tabù. L’esercito ha infatti deliberatamente colpito ieri in Libano il villaggio di Aitou, centro cristiano maronita. Dove la distruzione di una palazzina ha ucciso almeno 18 persone. L’Europa si divide sulla condanna ad Israele e sullo stop alla fornitura di armi. Ieri ha emesso comunque un documento unitario“ (Banfi, versione odierna) - il problema è che se non si prende sul serio la critica al mito di Auschwitz (Sieferle, Spaemann) non si arriverà mai ad un giudizio sensato su ciò che sta accadendo di fronte ai nostri occhi. Più che mai è vero che: „mai più“, non può che significare: „mai più per tutti“! 

Ne avevo già parlato ieri notte: „Importante missione di “diplomazia umanitaria” del cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale del Papa, che è a Mosca per la seconda volta dall’inizio della guerra.“ (Banfi, versione odierna).

Alcune note sui primi quattro paragrafi del capitolo undicesimo del „Senso religioso“ di Don Giussani: la questione del segno e dell’oltre nel linguaggio dell’Homo Abyssus di Ulrich è ripreso con il termine di „sovraessenzialità“. Non siamo solo provocati dal mare, dalla bellezza di una donna o dalla profondità di un libro, non ne cerchiamo solo la loro „essenza“, ma per l’appunto la loro sovraessenzialità, il loro oltre le essenze intese in un senso solo orizzontale. Un mio vecchio amico di Asti, che non ho più sentito, Luigi Terzuolo, diceva che insistere sull’oltre e sul segno delle cose, vuol dire non amare le cose stesse. Don Giussani propone un’ipotesi di lavoro contraria. Chi non va oltre, non ama le cose stesse. Ed in vero anche il più bel paesaggio marino ci può annoiare; in questi giorni sono affascinato dalla bellezza di Matilda de Angelis, come lo ero qualche tempo fa di Jennifer Lorenz, ma consiglierei, con tutto il rispetto, perché io non voglio offendere nessuno, di guardarsi una foto di Ornella Muti oggi e di confrontarla con l’immagine che abbiamo di lei nei film con Celentano, per vedere che se non ci fosse un „oltre“ all’immediatezza avremmo un vero e proprio problema, perché ciò che ci affascinava ieri, o che ci affascina oggi è possibile che non ci affascini più qualche decennio dopo; allo stesso tempo è bello vedere che vi è una bellezza anche nei seni di una donna invecchiata, che ci permette di vedere il bello non solo nella sua dimensione giovanile, ma ad un certo punto anche ciò che ci affascina in modo più saggio diventa cadavere. Anche l’essenza delle cose ad un livello solo orizzontale diventa prima o poi un cadavere. Dobbiamo „resistere“ dice Clemente Rebora - è molto bello che il teologo Giussani vada sempre di nuovo alla scuola dei poeti - „se resisto…verrà a farmi certo del suo e del mio tesoro“; qualcuno, non qualcosa! Qualcuno verrà, „forse già viene“, „come ristoro delle mie e delle sue pene“. // Nel paragrafo quarto Giussani pone il problema del carattere esigenziale della vita, in quattro passi: a) L’esigenza della verità, che non è riducibile secondo me alla questione della sua „funzione“ (parola usata da don Giussani); piuttosto è meglio l’altra parola che usa: “scopo“ (telos), cioè il rapporto delle cose con il loro senso ultimo. Tra l’altro il senso teleologico delle cose salva le cose stesse e non solo il loro oltre; b) l’esigenza della giustizia, che non è per nulla riducibile ad un’esigenza di legalità rispettata (cf quello che ho scritto nel diario questa mattina sul caso della professoressa Guérot). c) L’esigenza della felicità, come risposta alla domanda: „qui animo satis“? d) L’esigenza dell’amore e di una bellezza con una „traiettoria paradossale“, non „naturale“, perché in quella „naturale“ la traiettoria è l’invecchiamento, mentre nella traiettoria paradossale, qualcuno tanto più è bello, tanta più rimanda ad altro, alla sua sovraessenzialità, che è dono gratuito che supera ogni espressione solo umana, solo essenziale di un fenomeno personale e naturale…Porre il problema del segno, significa porre la questione del „Padre“: le cose, le persone hanno un Padre o sono solo frutto di un movimento casuale (caso)? Infine il Padre non è solo qualcuno che „causa“ qualcosa, ma che lo ama! 

Abba nostro…

(Notte) „Seconda giornata del cardinale Zuppi a Mosca, dove è stato ricevuto dal metropolita presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca. In mattinata l’inviato speciale del Papa ha incontrato la commissaria della presidenza russa per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova: prosegue il lavoro per il rimpatrio dei minori“ (Vatican News) „I “problemi umanitari legati al conflitto in Ucraina” sono stati al centro del colloquio di oggi, 15 ottobre, tra il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale italiana e inviato speciale del Papa in Russia, e il metropolita Antonij di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca. Al secondo giorno della sua seconda missione in Russia, dove è tornato ieri per “favorire il ricongiungimento familiare dei bambini ucraini e lo scambio di prigionieri, in vista del raggiungimento della tanto sperata pace”, il cardinale ha incontrato in mattinata Maria Llova-Belova, la commissaria della presidenza russa per i diritti dei bambini (si erano già visti nella missione del giugno 2023) e poi Antonij e le rispettive delegazioni.“ (SC -Vatican News). Prego per questa missione di diplomazia umanitaria. 

Lungo e profondo dialogo in Whatsapp con Adrian (California); lui ritiene con ragione che la pietas cattolica e i sacramenti, in primo luogo la Santa Messa sono anche, a differenza di quanto pensava Nietzsche,  espressione di una forza elementare e corrispondono alla „natura dell’uomo“; mentre ieri in un suo video il vescovo Oster parlava della necessità dell’evangelizzazione, per non limitare l’azione ecclesiale alla dimensione sacramentale, oggi Adrian diceva che il rapporto con Cristo (intimo o di evangelizzazione) necessita di quella dimensione esterna che sono i sacramenti e le forme di pietà (mariana…).  Purtroppo tutto il mondo con le sue visioni del mondo stesso riduce il messaggio cristiano ad una etica generale (rispetto dell’altro), in fondo già per me è una grazia che io non senta solo le forze mondane elementari come vitali (sesso, potere, possesso), ma anche la Santa Messa e l’adorazione eucaristica…ci sono certo vie che garantiscono un cero successo mondano, ma in fondo di fronte alla morte e alla discesa nell’inferno solo Cristo salva e tutto il resto abbisogna del suo sguardo tenero e misericordioso…Una delle espressioni mondane che più mi spaventa è la rigidità legale in consonanza con una rigidità „illuminista“, che di fatto ha perso ogni contatto con la Catholica…

Quelle che ai nostri giorni vengono chiamate ipotesi sono solo supposizioni arbitrarie, che non rispondono né ad un bisogno intellettuale né ad un bisogno pratico“ (Simone Weil, Quaderno I, 152). In fondo quando si perdono i contenuti e la forma della Catholica, rimangono solo „supposizioni arbitrarie“ e alle „generalizzazioni“ (rispettare l’altro…) susseguono „una foresta di nuovi casi particolari“ (Weil lo dice in riferimento all’algebra) di cui non si è più “signori“. Arbitrio puro che lascia che uomini crepino nel Mar Mediterraneo, nelle cliniche per l’aborto, che vogliono cambiare il loro sesso donato…Noi abbiamo bisogno di una vera e propria emancipazione che può nascere solo dallo spirito: „trovarsi di fronte alle cose libera lo spirito“, mentre le ideologie uccidono lo spirito. E io stesso faccio esperienza dell’avvilimento del trovarsi di fronte agli uomini di cui parla Simone, ma in vero perché sono imbottiti del loro egoismo e delle loro ideologie. L’obbedienza di cui ho parlato questa mattina non è una forma di sottomissione (da questo punto di vista il tentativo di Marilyn Simon rimane solo paradossale); obbedienza per il cristiano è libertà, la libertà di mettersi nel cammino che riporta al Padre. Quando Simone scrive: „non cercare mai l’amicizia“, intende credo una forma sublimata di dipendenza e sottomissione; bisogna smettere di „sognare l’amicizia“.  

(Wetterzeube, il 14.10.24; San Callisto Papa e Martire) In primo luogo io  chiedo umilmente che nella mia vita sia fatta la volontà del Padre; non dei suoi interpreti, ma del Padre stesso e so che la Chiesa ha un’autorità speciale per comprendere cosa voglia il Padre, ma ciò non toglie che non vi è „qualcosa“ tre me e il Padre! Poi imparo da Adrienne (Esperienza di preghiera, 60) che la realizzazione delle promesse in Cristo, sia delle promesse implicite o esplicite nelle sue due nature, quella umana e quella divina, o delle promesse implicite o esplicite nei due Testamenti, l’Antico e il Nuovo, non sono immagine, ma realtà. Essere purificati da una prova da parte di Dio, come dal fuoco non è un’idea, ma vita. La bontà del Signore che Gesù rivela al mondo è vita, vita che accade ora. Che accade ora anche se uno sta facendo la chemioterapia. L’agire trinitario non è qualcosa di simbolico o di sola memoria, ma è attualità che accade ora. Il Padre crea ora il mondo, il Figlio lo redime ora, lo Spirito Santo testimonia questo amore in azione ora! 

Mio papà si chiama Francesco, ma veniva chiamato spesso nella famiglia e da amici „Callisto“: oggi è la memoria del papa e martire Callisto, che è stato prima schiavo e dal 217 d.Ch. vescovo di Roma. A differenza di Ippolito di Roma e di Cipriano di Cartagine aveva mitigato la pratica del sacramento di confessione; dovevo sorridere quando ho letto questa informazione nel breviario, perché mio papà nella sua vita ha lottato con una pratica confessionale che non ha mai capito: un sacerdote non gli diede l’assoluzione perché gli aveva detto di non voler aver un terzo bambino…

Il caso della professoressa Ulrike Guérot (Adrian mi ha mandato un video dell’Aprile di quest’anno - quindi non so come sia finita la questione a livello giuridico) mi sembra essere molto interessante; non conoscendo gli atti e non avendo competenza giuridica in merito, non do un giudizio a questo livello; dopo aver ascoltato la professoressa per 30 minuti, devo dire che mi ha fatto un ottima impressione e che mi sembra questo un caso in cui la „cultura della cancellazione“ si sia concretizzato dopo che la Guérot ha preso posizione critica sia nei confronti della pandemia sia nei confronti della guerra in Ucraina. // Per quanto mi riguarda, non scrivendo opere scientifiche non ho questo problema; a volte uso chatgpt, come ho già detto, ma a livello di percentuale, in paragone a quello che scrivo, si tratta sicuramente di una percentuale irrilevante. Il mio vero confronto interiore accade sempre in diretto contatto con autori, di cui cito quasi sempre l’opera…

Quando c’è una guerra, chi vi si contrappone viene sempre accusato di connivenza col Nemico. Succede anche oggi. L’esercito d’Israele prende a cannonate le sedi Unifil nel Sud del Libano e Benjamin Netanyahu dichiara esplicitamente che le Nazioni Unite se ne devono andare dalla cosiddetta Linea Blu. Nessuno spazio per la più grande agenzia di mediazione internazionale. Non solo, ieri pomeriggio alcuni ufficiali dell’esercito israeliano hanno accompagnato un gruppo di giornalisti stranieri (…) mostrando loro tunnel e strutture costruite dai miliziani Hezbollah, proprio vicino alle sedi Unifil. La tesi del premier israeliano è quella ripetuta nel teso colloquio telefonico di ieri con la nostra premier Giorgia Meloni: Hezbollah si fanno scudo delle basi e dei militari dell’Onu. Così Israele giustifica l’inaccettabile incursione dei carri armati nelle basi, che hanno suscitato l’indignata reazione dei 50 Paesi che partecipano alla missione Onu. In guerra la mediazione è un cedimento, è collaborazione col nemico. L’Unifil è fra l’incudine degli Hezbollah, insediati in Libano, e il martello degli attacchi militari israeliani.“ (Alessandro Banfi, versione odierna) - le ho frase che ho sottolineato con il grassetto sono secondo me di importanza vitale; in questi tempi nel mio diario ho offerto una riflessione che permette di comprenderne la gravità. 

Qui gli appunti della mia lezione nella nona e decima classe sul tema: Lavoro ed etica. 1) Lavoro è anche quello delle ragazze e dei ragazzi a scuola. 2) Ho parlato di due estremi, che fanno vedere la rilevanza etica del tema: da una parte chi fa troppo poco e dall’altra un sistema che pretende troppo (ho fatto l’esempio di giovani medici che devono lavorare un tempo lunghissimo, prima del riposo, in una clinica, con una certa probabilità di pregiudicare la giustezza del loro giudizio medico). 3) la questione della tecnica come prolungamento del corpo, come nel caso di una barca (Simone Weil) o di una penna. È il MacBook Air con cui scrivo anche un prolungamento del corpo o sono io un suo prolungamento? Sono gli Smartphone che usiamo tutti un prolungamento del nostro corpo e della nostra anima o è piuttosto vero il contrario? 

Abba nostro…

(Notte) „Il cardinale presidente della CEI Matteo Zuppi ha iniziato oggi una nuova visita in Russia, nel quadro della missione affidatagli dal Papa l'anno scorso. Previsto incontro con le autorità. La Sala Stampa vaticana: viaggio per valutare ulteriori sforzi per favorire il ricongiungimento familiare dei bambini ucraini e lo scambio di prigionieri, in vista del raggiungimento della tanto sperata pace. Primo incontro con il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov“ (Vatican News) - ho pregato questa missione durante i Vespri e la Compieta. 

Forse si può trovare in Simone Weil una correzione all’idea della critica radicale della „macchina“: „ciò che mortifica il lavoro non è certo la macchina in sé, ma il lavoro in serie“ (Quaderno I, 150). Il lavoro in serie automatizza i movimenti dell’uomo; allo stesso tempo vi è anche per Simone Weil: macchina e macchina. Nella macchina come strumento, quest’ultima è il prolungamento dl corpo dell’uomo. Vi è, però, anche una macchina automatica, di cui l’uomo diventa il sorvegliante. Per Simone Weil hanno entrambe un valore liberatorio; ma è anche chiaro che „the machine“ di cui parla Kingsnorth non sono le macchine di cui parla la Weil, anche se quest’ultima prevede: „ si potrebbero piuttosto realizzare macchine molto più flessibili di tutte quelle fin qui conosciute. si può così intravedere una trasformazione tecnica che apre la via a un'altra civiltà“ (Quaderno I, 151). Credo che in questa altra civiltà il vero discernimento sarà tra una macchina che continua ad essere il prolungamento di noi ed una, della quale noi siamo il suo prolungamento…Buona notte! 

(Wetterzeube, il 13.10.24; 28esima domenica del tempo ordinario)


La posizione del vescovo Stefan Oster è chiara - mi sento molto legato a lui per la comune amicizia con Ulrich; gli sono grato per la sua chiarezza, anche se spesso ho qualche problema, non tanto sulla questione del diaconato delle donne, ma più per queste ultime parole del video, che sottolineano che “tutti sono invitati, ma” (cf. La mia bacheca in Facebook). È vero, l'appartenenza a Cristo implica una conversione, ma questa conversione non è un nuovo livello del processo, è totalmente legata all'amore dell'essere invitati; senza il consenso quotidiano e l'invito quotidiano di Cristo, nessuna conversione è possibile, perché questa è grazia, non un programma di regole. E spesso ho la sensazione che in questo “sì, ma”, la fantasia di Cristo sia bloccata, la “fantasia istituzionale” dello Spirito Santo non sia presa sul serio. Alla fine, dopo tanto ascolto e apertura, c'è una certezza etica di ciò che è vero e di ciò che non lo è che sublima (a parole, non nei fatti) le “forze elementari” (potere, sesso) troppo rapidamente... Quando ascolto il Papa, non ho mai questa sensazione, e in lui ci sono anche certezze etiche (migrazioni, guerra, aborto...)

Ovviamente ci si può chiedere (cf le letture di questa domenica: particolarmente Mc 10, 17-30) se Cristo stesso non salti le „forze elementari“, per esempio quella del possesso. Non la fa, perché Cristo rimanda alla „grazia“: per Dio nulla è impossibile, non per noi. Non vi è in lui alcun disprezzo per i beni terreni; „le donne che lo servivano con i loro beni erano benestanti“ (Balthasar, Luce  della Parola); e non vi è in Cristo l’idea di Chiesa come „porto sicuro“. Io chiedo che il Signore mi liberi dalla possibili pazzie della vecchiaia (cf Salomone; cf. Sap 7, 7-11) e chiedo che di fronte alla Parola io sia sempre : „nudo e scoperto“(cf. Eb 4,12-13). 

Abba nostro...

(Notte) „Sono vicino a tutte le popolazioni coinvolte di Palestina, Israele e Libano, dove chiedo che siano rispettate le forze di pace delle Nazioni Unite. Prego per tutte le vittime, per gli sfollati, per gli ostaggi che auspica siano subito rilasciati, e spero che questa e grande inutile sofferenza generata da odio e vendetta finisca presto. Fratelli e sorelle, la guerra è una illusione, è una sconfitta, non porterà mai la pace, non porterà ma la sicurezza, è una sconfitta per tutti soprattutto per chi si crede invincibile. Fermatevi, per favore“ (Papa Francesco, oggi all’Angelus che come al solito ho ascoltato con Konstanze). 

„…luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo Israele“ (Lc 2,32); ovviamente nessun cristiano che prega questi versi può identificare l’amministrazione Netanyahu con il popolo di Israele, che siamo anche noi come Chiesa, ma che certamente è presente anche in Israele stesso, in chi confessa la religione ebraica…poi ci sono i miti, i quali non fanno bene a nessuno, neppure agli Ebrei…per esempio il mito di Israele, unica democrazia, etc. Non so se sia giusto o meno usare la parola „genocidio“, ma so che quello che sta facendo Israele è crimine di guerra…cristiani che sostengono questa politica guerrafondaia non hanno alcun senso che Cristo, non la formazione politica attuale israeliana è „luce per rivelarti alle genti“…purtroppo il „mito di Auschwitz“ (Sieferle), non la realtà di Auschwitz, sta generando un mostro inattaccabile, perché chi lo attacca viene immediatamente accusato di antisemitismo. In vero la forma più brutale di antisemitismo è quella di Netanyahu stessa. „Semiti è un termine che si riferisce a tutti quei popoli che parlano, o hanno parlato, lingue del ceppo semitico, cioè gli Arabi, gli Ebrei, gli Aramei, gli Assiri, i Cananeo-Fenici, e dal punto di vista meramente linguistico anche gli Abissini.“ (Wikipedia).

Le condizioni della vita moderna rompono ovunque l'equilibrio dello spirito e del corpo nel pensiero e nell’azione - in tutte le azioni: il lavoro, la lotta…* e l'amore, che è voluttà, più gioco…* (di ciò, necessariamente risente la stessa vita affettiva…). La civiltà in cui viviamo, sotto tutti i suoi aspetti, schiaccia il corpo umano. Lo spirito e il corpo sono diventati estranei l'uno all'altro. Il contatto è perduto“ (Simone Weil, Quaderno I,149). Simone Weil fa questo esempio: il rapporto tra la barca e il marinaio; la barca è il prolungamento del corpo del marinaio. Vale anche per il MacBook Air che sto usando? Trasmette questo strumento dei segni alla mia anima? Io non sarei pessimista a priori, perché certamente è vero che questo strumento mi permette di lavorare e la definizione di lavoro per Simone Weil comprende questa continuità tra strumenti e la nostra anima; lavoro è anche il contrario di un automatismo; ovviamente schiacciando i tasti automaticamente vengono fuori certe parole invece che altre, ma è anche vero che il lavoro che faccio con questo strumento non è un automatismo, piuttosto mi permette di esprimere il mio spirito. Per quanto riguarda il sesso la questione della separazione tra sesso e spirito è forse più grave, ma è pur vero che anche in un orgasmo si esprime un certo spirito…Buona notte, con o senza orgasmo! 

Ha scritto una persona come commento al mio articolo inglese in Substack sull’amicizia necessaria tra la Russia e l’Occidente: „Da tempo sostengo che l'alleanza razionale e umana sarebbe quella tra Russia e America, che unirebbe la stragrande maggioranza delle armi nucleari del mondo sotto una nuova coalizione cristiana che garantirebbe la pace nel mondo e avrebbe il suo quartier generale a Gerusalemme.“

(Wetterzeube, il 12.10.24; compleanno di mia nonna Maria (1909) e di Edith Stein (1891)  Cielo e terra non sono due realtà separate, ma unite dalla preghiera. La preghiera, mi insegna Adrienne, è sempre inclusiva (cf. Esperienza di preghiera, 60), inclusiva del mondo e del suo peccato. Non c’è neppure bisogno di conoscere tutte le miserie del mondo, per lo meno, per riprendere l’esempio di Adrienne, probabilmente una carmelitana non conosce tutte le miserie del mondo, solo la piccolezza della sua quotidianità e il suo desiderio di espiare per il peccato del mondo con Maria e Gesù, ma la sua preghiera è inclusiva. Chi vive nella clausura e voglia Dio che ci siano sempre persone, maschie e femmine, che vogliono vivere nella clausura per Cristo e Maria, ha una vita meno fluttuante di chi rimane nel mondo, ma io sono grato di conoscere almeno una carmelitana che so che prega per me e comunque, suppongo, con la nuova gioventù che entra in un convento, sicuramente anche molto del mondo vi entra. Ed è bene così! L’altro esempio che fa Adrienne è quello della gravidanza e del parto; a differenza del 1965, nel  parto (Frisinga 1995 e 1998) io c’ero e così non è vero che „l’uomo è fuori, ma il suo frutto vive dentro“ (58); ma è allo stesso tempo vero, anche se ero nella sala parto, anche se ho visto da vicinissimo cosa accade ad una donna durante un parto, rimane il fatto che sono „aliud“ dalla sua sofferenza. Mentre Dio è non-Aliud. „In ogni uomo veramente orante il frutto della sua preghiera è come questo frutto corporale di una madre“ (Adrienne, 58) Non si tratta di un frutto astratto, ma concretissimo anche se uno vive in un mondo del tutto lontano dalla preghiera e dall’appartenenza al Dio trinitario.Tutto ciò che incontriamo, nella scuola, nel rapporto con gli altri - per esempio il vicino che non sta bene - viene incluso in questo amore infinito e trinitario, cioè personale ed unitario!  


Per quanto riguarda le fluttuazioni dell’esistenza storica non vi è per me Salmo più vero che il che il 107(106) che si prega nel terzo sabato dell’Ufficio delle Ore; metto in grassetto un certo verso che si ripete fino a verso la fine come un refrain, ma alla fine non è più ripreso; dopo la citazione del Salmo spiego il perché o per lo meno ciò che io penso esserne il motivo:  


[1] Alleluia. 

Celebrate il Signore perché è buono, 

perché eterna è la sua misericordia. 


[2] Lo dicano i riscattati del Signore, 

che egli liberò dalla mano del nemico 


[3] e radunò da tutti i paesi, 

dall'oriente e dall'occidente, 

dal settentrione e dal mezzogiorno. 


[4] Vagavano nel deserto, nella steppa, 

non trovavano il cammino per una città dove abitare. 


[5] Erano affamati e assetati, 

veniva meno la loro vita. 


[6] Nell'angoscia gridarono al Signore 

ed egli li liberò dalle loro angustie. 


[7] Li condusse sulla via retta, 

perché camminassero verso una città dove abitare. 


[8] Ringrazino il Signore per la sua misericordia, 

per i suoi prodigi a favore degli uomini; 


[9] poiché saziò il desiderio dell'assetato, 

e l'affamato ricolmò di beni. 


[10] Abitavano nelle tenebre e nell'ombra di morte, 

prigionieri della miseria e dei ceppi, 


[11] perché si erano ribellati alla parola di Dio 

e avevano disprezzato il disegno dell'Altissimo. 


[12] Egli piegò il loro cuore sotto le sventure; 

cadevano e nessuno li aiutava. 


[13] Nell'angoscia gridarono al Signore 

ed egli li liberò dalle loro angustie. 


[14] Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte 

e spezzò le loro catene. 


[15] Ringrazino il Signore per la sua misericordia, 

per i suoi prodigi a favore degli uomini; 


[16] perché ha infranto le porte di bronzo 

e ha spezzato le barre di ferro. 


[17] Stolti per la loro iniqua condotta, 

soffrivano per i loro misfatti; 


[18] rifiutavano ogni nutrimento 

e già toccavano le soglie della morte. 


[19] Nell'angoscia gridarono al Signore 

ed egli li liberò dalle loro angustie. 


[20] Mandò la sua parola e li fece guarire, 

li salvò dalla distruzione. 


[21] Ringrazino il Signore per la sua misericordia 

e per i suoi prodigi a favore degli uomini. 


[22] Offrano a lui sacrifici di lode, 

narrino con giubilo le sue opere. 


[23] Coloro che solcavano il mare sulle navi 

e commerciavano sulle grandi acque, 


[24] videro le opere del Signore, 

i suoi prodigi nel mare profondo. 


[25] Egli parlò e fece levare 

un vento burrascoso che sollevò i suoi flutti. 


[26] Salivano fino al cielo, 

scendevano negli abissi; 

la loro anima languiva nell'affanno. 


[27] Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi, 

tutta la loro perizia era svanita. 


[28] Nell'angoscia gridarono al Signore 

ed egli li liberò dalle loro angustie. 


[29] Ridusse la tempesta alla calma, 

tacquero i flutti del mare. 


[30] Si rallegrarono nel vedere la bonaccia 

ed egli li condusse al porto sospirato. 


[31] Ringrazino il Signore per la sua misericordia 

e per i suoi prodigi a favore degli uomini. 


[32] Lo esaltino nell'assemblea del popolo, 

lo lodino nel consesso degli anziani. 


[33] Ridusse i fiumi a deserto, 

a luoghi aridi le fonti d'acqua 


[34] e la terra fertile a palude 

per la malizia dei suoi abitanti. 


[35] Ma poi cambiò il deserto in lago, 

e la terra arida in sorgenti d'acqua. 


[36] Là fece dimorare gli affamati ed essi fondarono una città dove abitare. 


[37] Seminarono campi e piantarono vigne, 

e ne raccolsero frutti abbondanti. 


[38] Li benedisse e si moltiplicarono, 

non lasciò diminuire il loro bestiame. 


[39] Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti, 

perché oppressi dalle sventure e dal dolore. 


[40] Colui che getta il disprezzo sui potenti, 

li fece vagare in un deserto senza strade. 


[41] Ma risollevò il povero dalla miseria 

e rese le famiglie numerose come greggi. 


[42] Vedono i giusti e ne gioiscono 

e ogni iniquo chiude la sua bocca. 


[43] Chi è saggio osservi queste cose 

e comprenderà la bontà del Signore. - C’è un momento in cui non si ha più la forza di „gridare“, per un eccesso di dolore. Dal verso 107, 39 è descritto ancora una volta un „basso“, ma il verso del grido, che appare per ben quattro volte, non è più ripetuto; ad un certo punto il „risollevamento“ è pura grazia; questa si può vedere, come si può vedere la bontà del Signore, se non si è del tutto accecati da un’ideologia…


Dei 35 minuti di colloquio del presidente ucraino Zelensky con il Papa prendo molto sul serio la questione dei prigionieri (tanti ucraini e giornalisti sono nelle prigioni russe, tra i quali il caso della giornalista „freelance 27enne Viktoria Roshchina due giorni fa, morta in una prigione russa, in circostanze non ancora chiarite“ (Vatican news) e prego per questa intenzione (Pater, Ave, Gloria); sull’ „orrore di Bucha“ credo che sia necessario sentire anche l’altra parte; non è improbabile che in una guerra sporca si perda la testa (tanto più che anche i soldati possono perdere o non avere il loro ethos) e si facciano cose orribili, ma ovviamente bisogna stare attenti che non tutte le cose orribili di cui si parla sono accadute (i bambini decapitati in Gaza sembrano per esempio essere semplicemente propaganda israeliana e statunitense). 


„I media tedeschi, poi, lavorano alacremente come custodi di questa nuova religione civile, che lascia poco spazio a una riflessione equilibrata e libera da pifferai e borgomastri. Per esempio, Alternative für Deutschland è meno nazista di quanto la stampa progressista voglia far credere, nel senso che si tratta di un partito ampiamente “fluido”, senza una vera eredità ideologica alle spalle: prima ultraliberale (alla nascita, quando ebbe tra i suoi ispiratori Olaf Henkel, ex presidente di Confindustria tedesca), poi di una destra non definibile, ma sostanzialmente legata ai mal di pancia dell’elettorato rispetto all’immigrazione, alla crisi economica e, ora, a una politica estera appiattita sugli USA; domani, chissà. E non è un caso che il partito riscuota i suoi maggiori successi in quella che fu la Germania Est, ovvero nella parte di Germania che meno ha subito la “rieducazione” (Um-erziehung) in chiave liberal nordamericana. La Germania non si ama e fatica a guardare se stessa.“ (Giuseppe Reguzzoni, qualche giorno fa ne „Il Sussidiario“). 


Abba nostro, Ave Maria, Theotokos… 


(Gera, dopo) Il comitato norvegese ha onorato con il premio nobel per la pace gli „Hibakusha“, i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki che  con un lavoro politico, educativo e diplomatico, come è stato fatto dai sopravvissuti dell’Olocausto, il paragone è di Tim Kanning  nella FAZ (editoriale in alto a destra), hanno educato le nuove generazioni a questa forma giapponese del „mai più“. // Zelensky era anche dal cancelliere Scholz, che assicura che la Germania vuole rimanere il più grande sostenitore militare e logistico dell’Ucraina in Europa (e il secondo nel mondo); quando il cancelliere dice che „un gioco con il tempo“ non funzionerà mentisce in primo luogo a se stesso…


(Notte) Due giorni fa era anche il compleanno del nonno di mia moglie, nato nel 1901, nonno di parte materna; per lei, quando era bambina, il nonno è stato un rifugio di bontà; ovviamente sa che era stato anche soldato, ma io non penso che essere un soldato sia di per sé alcunché di cattivo e poi il nonno viene visto da Dio anche con gli occhi con cui lo ha guardato quella bambina allora, mia moglie oggi. Oggi mi ha raccontato che dopo la guerra il nonno fece parte anche di un’operazione militare che aveva il compito di disattivare le mine, compito che ha certamente richiesto molto coraggio. Si chiamava Rudolph. 


Leggendo una pagina del saggio dedicato al governo del mondo di Jünger (1960) ho riflettuto sul fatto che davvero un politico anche oggi (non solo nel 1960) è sostituibile; Angela Merkel è stata cancelliere tedesca per 16 anni, ma oggi non c’è più e, sebbene Scholz, non sia un grande successore, nessuno la ripiange davvero. Nella nostra società anche un grande politico, come indubbiamente è stata Angela Merkel, cade molto in fretta nel dimenticatoio della storia…è proprio del sistema democratico la sostituibilità delle persone…


(Wetterzeube, l’11.10.24; San Giovanni XXIII) La cosa più importante nel modo di contemplare di Maria è che lei allontana lo sguarda da se; in fondo che cosa dire di noi se non quello che il Salmo dice: „ecco nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre“ (Salmo 51(50), 7). E Davide stesso chiede a Dio di allontanare lo sguardo dai suoi peccati: „Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe“ (51, 11). Ed anche il nostro angelo custode, che ci accompagna dal mattino alla sera, dalla sera al mattino guarda Dio Padre, non noi. Dobbiamo chiedere con umiltà in questo anno della preghiera che con Maria il nostro sguardo si rivolga a „ciò che più lontano, nascosto, misterioso“ (Adrienne, Esperienza di preghiera, 57) e questo senza saltare il nostro compito concreto, come Maria non lo salta: „un uomo quindi, un bambino, è capace di aprire il Dio trinitario alla sua contemplazione“ (Adrienne). I miei figli e mia moglie lo possono pure! Certo in Maria non vi è peccato, non vi è discordia; in lei tutto è unità. „La sua maternità è nella sua missione, la sua missione nella sua maternità“ (cf. 58). Ma anche per noi è possibile, se lo chiediamo davvero, che nella nostra persona ci sia un’apertura all’“essere di più“, alla „sovraessenzialità dell’essere“. Non cerchiamo la nostra essenza, ma un Tu! PS Come vuole il Gius, sono stato sempre fedele, come desiderio, alle persone e alle parole incontrate! 


"Il principio di unità profondo - inesauribile suggerimento, potente e continua sintesi - è la parola che ci è stata data, che non deriva dall'analisi dei bisogni e delle esigenze, che non deriva dalla nostra saggezza, ma è grazia: è grazia che ci è stata data, che ci è continuamente data dal mistero di Cristo. E il mistero di Cristo è Cristo nella sua continuità storica, nella comunità cristiana.“ (Luigi Giussani, Una rivoluzione di sé). 


Come reazione all’aumento delle pene capitali nel 2023 c’è stato „un nuovo, vigoroso, appello contro la pena di morte, che giunge da Papa Francesco in un post sul suo account X in nove lingue @Pontifex: “La #PenadiMorte è sempre inammissibile poiché attenta all’inviolabilità e alla dignità della persona”, scrive il Pontefice. “Faccio appello perché sia abolita in tutti i Paesi del mondo. Non possiamo dimenticare che fino all’ultimo momento una persona può convertirsi e cambiare”.“ (Vatican news).


Ho scritto ieri nella mia bacheca in Facebook: „Katie e Aaron rivelano la "novità" della Harris: "gli Stati Uniti saranno la forza combattente più letale del mondo, le minacce di attaccare preventivamente l'Iran e la Cina, i tour con i Cheney" -insomma una guerrafondaia neocon fotogenica.“ / Ovviamente mi sono state obiettate alcune cose su Trump, che indirettamente veniva appoggiato dal mio post; non riprendo tutto il dialogo, ma cito quest’ultima mia risposta: „ovviamente hai ragione a dire che la Harris è la candidata opposta a Trump. Per quanto riguarda la rivolta al Campidoglio, sono morte alcune persone tra i manifestanti. Per una reazione probabilmente esagerata delle forze d’ordine. Tra le forze d’ordine stesse è morto ‘solamente’ ( sit venia verbo) un poliziotto, per un infarto. Come ha concesso anche il New York Times, dopo averlo negato. Non è vero che Trump non ascolta gli altri. E sulla questione del COVID chi non ha fatto errori può alzare la mano. Il mio post può essere criticato, nel senso che do voce a due giornalisti che criminalizzano la Harris. Mentre io normalmente quando parlo direttamente cerco di non criminalizzare il mio avversario politico…  ma anche a me non riesce sempre: uso troppo la parola „guerrafondaio“ . Per esempio con la Ursula von der Leyen… 


„Donald Trump non pensa a voi. Per lui il potere è solo un mezzo per raggiungere i suoi scopi. L'America è pronta a voltare pagina.“ (Barack Obama, X, 11.10.24) - a voltare pagina? Quindi a votare Trump? ;-) 


Abba nostro…


(Dopo) „I giornali italiani di oggi riportano in prima pagina l’attacco di Israele ad una base dell’Unifil nel sud del Libano. Un carro armato israeliano ha centrato la struttura della forza multinazionale Onu guidata dagli italiani e che garantisce la pace nella zona. Durissima la reazione del nostro ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha detto: “Nessun motivo militare e nessuna giustificazione: è un crimine di guerra, non un errore“.“ (Alessandro Banfi, versione odierna). Ovviamente, a parte la reazione o meglio il giudizio del ministro italiano, ha un carattere simbolico gravissimo l’attacco israeliano ad un’organizzazione mondiale come l’ONU, per il semplice fatto che noi abbiamo bisogno di soluzioni mondiali, non nazionali. La magia di risolvere i conflitti (mondo arabo/Israele; est/ovest) con un colpo di spada è una follia, che sembra essere „tecnica“ e „libertà“, ma lo spirito dell’Occidente non può sopravvivere senza un „patto“ con la „sostanza“ dell’Oriente: questo è il messaggio finale del „Nodo gordiano“ di Jünger del 1953, che finisce pensando in grande. La profezia di Tocqueville (capitolo 43 de „Nodo gordiano“) è un penultimo passo: l’Oriente sotto la guida russa e l’occidente sotto la guida americana; già in questo penultimo passo ci si poteva aspettare una resa dei conti apocalittica. È probabile che la crisi di Cuba (risolta nel 1962) faccia parte di questa profezia di Tocqueville. Dopo un lungo periodo di fitti negoziati, il presidente degli Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy e Chruščёv giunsero a un compromesso! La crisi che stiamo vivendo da due anni è anche parte della profezia di Tocqueville e della sua resa dei conti apocalittica. Ma dobbiamo fare ancora un passo che tenga conto della Cina e dei paesi del Sud del mondo (in vero del sud e dell’est del mondo). Potrebbe darsi che Trump e Putin si lascino usare come strumenti del destino, come allora John Fitzgerald Kennedy e Chruščёv, ma non lo sappiamo. Non solo non sappiamo lo svolgersi delle epoche fredde e calde del mondo (Nodo gordiano, 44), ma non siamo capaci con esattezza - per questo parlo sempre di verosimilitas - di comprendere quali siano „i nuovi sistemi di errori“ (Jünger) in cui il grande scontro, millenario scontro tra est ed ovest, si muove. “Una possibile interpretazione potrebbe essere che con le grandi oscillazioni del pendolo tra Oriente ed Occidente, spirito e materia, libertà e legame si bilanciano agli estremi. C'è un consumo reciproco e una fertilizzazione incrociata tra lo spirito dell'Occidente e la sostanza orientale. In un percorso di vita come quello di Paolo, si può percepire l'avanti e indietro dello scambio”. (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, numero 44, 1953). Dopo la profezia di Tocqueville abbiamo quella di Jünger: „“...Verrà il giorno in cui i russi avranno bisogno del nostro aiuto, proprio come i tedeschi dipendevano dall'aiuto dei loro nemici dopo l'ultima guerra. Ogni grande nazione è necessaria e non si può prescindere da essa se non si vuole che il mondo crolli” (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, ibid., 1953). Questo è il punto! Se non si comprende la necessità di ogni grande popolo, distruggeremo il mondo. Poi è bene che il Molokano al lago di Sevan si occupi del piccolo popolo armeno, perché è possibile che dal punto di vista di Dio non sia possibile stabilire chi sia grande e chi sia piccolo. E grandezza comunque ha sempre a che fare con la giustizia e il dissenso da ogni forma di arbitrarietà. Comunque sia, un programma di vittoria contro la Russia da parte dell’Ucraina, non è solo una follia dal punto di vista logistico e militare, ma non comprende la logica ultima della storia che non ha a che fare forme unilaterali o magiche (tecniche) di pseudo soluzione dei conflitti. „Dopo la distruzione di Gerusalemme tramite un cesare occidentale segue la conquista orientale di Roma“ (Jünger).  La logica ultima del mondo abbisogna della differenza,  nell’interpretazione della storia del mondo stesso, tra „ripetizione“ e „ritorno“ (cf. l’appendice del „Nodo gordiano“); la storia non si ripete: Hitler non ritorna; Cristo ritorna o nel linguaggio meno specifico di Jünger: l’uno ritorna. Il mondo tende ad un’unità, che sarà o un’unità distruttiva o un’unità redentrice. Dobbiamo essere aperti a grandi sorprese, voglia Dio che esse accadano nella modalità del „poliedro“ (Papa Francesco). Credo, come disse il professore giapponese Giko Takahashi a Jünger che dobbiamo imparare a fare dei nodi unitari. Maria è capace a sciogliere i nodi, ma lo fa non con un colpo di spada, piuttosto con tenerezza e preghiera; sarebbe già bello se imparassimo, piuttosto di tagliare i nodi alla Alessandro Magno, a comporli come hanno fatto Luigi Giussani e il professore buddista Shodo Habukawa o il Professor Takahashi e Jünger  Solo uomini in attesa (non ripetitivi) possono comprendere che „in fondo c’è un solo ritorno. Quest’'ultimo si basa sul fatto che l'uomo riconosce l'emergere dell'eterno nel tempo“. Chi non sa amare il nemico, chi non vede la necessità dell’esistenza dei popoli, contribuirà solamente alla prolificazione del paradigma tecnocratico di morte. 


(Wetterzeube, il 10.10.24) Per la preghiera contemplativa, per quanto semplice essa sia, bisogna essere come dei bambini, che si fanno prendere per mano e cominciano a contemplare cielo e terra (cf. Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, edizione tedesca, 55  sg.). Maria è il bambino per eccellenza, che vive della promessa fatta al popolo ebraico; lei contempla tutto con uno stato di animo vergine e da bambina; non pensa di essere la prescelta, l’eletta; quanto io sottolineo la sua anima filosofica, quest’ultima in lei è un’anima disponibile all’exinanitio, all’essere svuotata; pone domande che non riguardano se stessa, ma l’avvenimento stesso e quando si spaventa all’apparire dell’angelo ciò è del tutto chiaro dal fatto che lei non pensa di aver privilegi particolari per entrare nel cielo, per meditare il cielo; vera filosofia comincia sempre  dallo stupore e lo stupore, in determinate situazioni, può essere anche spavento; vera filosofia è sempre aperta, è sempre in ascolto (penso anche a quella dimensione dell’ascolto sinodale di cui ha parlato mons. Oster nel suo video di presentazione della prima settimana del sinodo). Ma ovviamente vera filosofia è anche sempre „ancella“, insomma non può che essere mariana e quindi capace in primo luogo a comprendere „il senso necessario dell’essere“ e non solo l’inevitabilità del processo storico tecnocratico (cf la mia meditazione di ieri pomeriggio); senso necessario dell’essere significa apertura alla gratuità del dono dell’essere nella sua dimensione sovraessenziale e teologica; Maria è la sede della sapienza, perché ha vissuto con il Logos universale e concreto, di cui Giovanni testimonia: „Chi vede me vede il Padre“; per Maria i pensieri trinitari sono esperienza, non una teoria astratta: „Lei impara a conoscere nuovamente il Padre attraverso il Figlio, attraverso il frutto che ha portato, lo Spirito che l’ha fecondata, e tramite esso, come il seme portato dal cielo, di nuovo il Padre“ (Esperienza di preghiera, 57).  La filosofia dell’essere come dono gratuito di amore è testimonianza del Padre, perché solo il Padre può donare l’essere! 


Realizzare la comunione è una cosa dura: non perchè l'altro ha quel temperamento, non perchè non ti guardano come vorresti, non perchè non ti danno la carica che vorresti, non per tutti i perchè che originano i tuoi lamenti e i tuoi disagi, ma perchè non riconosci Cristo presente, non riconosci il Fatto, il mistero di Cristo, il fatto di Cristo, che prosegue irresistibile, comunque, e nessuna siepe di carne lo fermerà. Non riconosci questa presenza, non riconosci l'incontro, non riconosci la parola che ti è stata detta, l'annunzio che ti è stato fatto, la provocazione che hai subito, l'elezione che ti è stata partecipata, il comando che ti è stato dato, l'invito della parabola. E' questo il problema!“ 

( LUIGI GIUSSANI   UNA RIVOLUZIONE DI SE' ) - Maria invece „riconosce Cristo presente“, perché fa parte del tutto della sua esperienza. Maria ci aiuta in questo perché non parla mai di sé; questo è secondo me il problema in CL: si parla troppo di sé, del proprio carisma, della singolarità ed elezione di esso. 


Konstanze ed io, come milioni di persone in questo mondo, stiamo pregando con il Papa il Rosario per chi subisce la pazzia della guerra: all’udienza generale, in cui ha proseguito la catechesi sullo Spirito Santo („che assicura alla Chiesa “universalità” e “unità” operando in modo sinodale“), Francesco ha ricordato ieri ancora una volta „i conflitti in Medio Oriente, Ucraina, Myanmar e Sudan e chiede nuovamente ai fedeli di invocare la Vergine attraverso la preghiera mariana in questo mese che le è dedicato“ (Vatican News). 


„Dopo quasi 4 mesi di accampamento, gli studenti palestinesi di Dortmund sono stati costretti dalla polizia tedesca a smontare il campo e ad andarsene, e la polizia ha detto che mi avrebbe arrestato se fossi andato lì. Tutto questo solo perché gli studenti mi avevano invitato a parlare al loro evento e perché il giorno prima avevo partecipato a una protesta pro Palestina a Berlino che la polizia aveva preso d'assalto. Dobbiamo tutti opporci alla repressione che gli attivisti subiscono solo per aver parlato contro il genocidio e l'occupazione in Palestina. A Dortmund, in tutta la Germania e in tutto il mondo. Non saremo messi a tacere; Palestina libera“ (Greta Thunberg, X, 9.10.24)  


Il settimanale „Der Spiegel“ ha dedicato un numero all’ira e alla sua gestione politica; con l’ira di Achille comincia la nostra cultura europea; insomma il tema non è nuovo, ma in vero non è molto chiaro chi è irato con chi: gli altri con l’AfD o la AfD con gli altri; il giornalista e reporter di guerra, Julian Reichelt, che il mainstream giudica „populista di destra“ scrive nella sua bacheca in X (9.10.24), riferendosi ad un membro verde del parlamento europeo, Alexandra Geese: „I Verdi ora minacciano apertamente di perseguire penalmente e di proteggere la Costituzione chiunque osi definire la loro censura verde una censura. Queste persone hanno completamente abbandonato la democrazia e i diritti fondamentali. Inoltre, stanno cercando di far valere la loro lotta contro la disinformazione con la disinformazione. Il codice penale non definisce da nessuna parte il “discorso d’odio”.“ Certo in tutto questo (la denuncia del genocidio della Thunberg e questa denuncia del giornalista tedesco non vi è quella calma contemplativa di cui parlavo nella meditazione iniziale, ma il lavoro del filosofo è anche „critico“ e oggi critica significa comprendere bene chi davvero odia, chi davvero è irato e per quale ragione…


PS Sulla questione della definizione giuridica di „discorso d’odio“ ho chiesto ad una mia amica giudice se vi è una definizione precisa di esso. Ecco la risposta: „Salut, no, non esiste, non è del tutto chiaro cosa si intenda esattamente. Secondo il diritto penale, potrebbe trattarsi di incitamento all'odio o semplicemente di insulto. Per l'incitamento all'odio, tuttavia, un “discorso” deve disturbare la pace pubblica; per l'insulto, invece, si deve intendere una persona o un gruppo di persone specificamente identificabili.“ - se affermo che „i soldati sono criminali“, questa frase giuridicamente è punibile solamente se si intende un gruppo preciso: „tutti i soldati tedeschi sono criminali“, o „tutti i soldati israeliani sono criminali“, se si intende „tutti i soldati del mondo sono criminali“, quest’ultima frase è troppo mancante di significato specifico e poi potrebbe essere protetta, e per lo più in Germania lo è, dal diritto di opinione e dal diritto di espressione artistica, per essere perseguita giuridicamente.

Il codice penale tedesco è formulato come segue: 

Codice penale (StGB)
§ Sezione 130 Incitamento all'odio
(1) Chiunque, in modo tale da turbare la quiete pubblica
1.
incita all'odio contro un gruppo nazionale, razziale, religioso o etnico, contro parti della popolazione o contro un individuo a causa della sua appartenenza al suddetto gruppo o parte della popolazione, incita alla violenza o a misure arbitrarie, oppure
2.
attacca la dignità umana di altri insultando, denigrando o calunniando maliziosamente un gruppo designato, parti della popolazione o un individuo a causa della sua appartenenza a un gruppo designato o a una parte della popolazione,
è punito con una pena detentiva da tre mesi a cinque anni.

La mia amica ci tiene a dire che „il diritto penale è l'ultima ratio e ci sono pochissime cose che non si possono dire.“ Dapprima mi aveva scritto: „E nel caso di insulti collettivi, il gruppo di persone deve svolgere una funzione sociale riconosciuta e avere una propria volontà, quindi, ad esempio, “gli ebrei” non possono essere insultati (ma ovviamente un individuo a cui viene specificamente rivolto l’insulto e che si intende personalmente), ma un'associazione, ad esempio, secondo l'opinione prevalente, probabilmente sì.“; ma poi si è corretta: „Ah, aspetta, la denominazione collettiva può essere diversa nel dettaglio, quindi anche “gli ebrei” possono essere insultati (scusate, sembra stupido, ma gli avvocati ci pensano molto su queste finezze). È da un po' che non mi occupo di diritto penale... 😅🤷🏽‍♀️ In ogni caso, questo può essere problematico in certe circostanze, perché bisogna pensare bene se il destinatario dell'insulto può essere identificato in modo specifico... Bisogna distinguere tra un termine collettivo, che posso usare per insultare singoli individui, e un insulto collettivo, cioè in relazione alla questione se posso anche insultare la collettività in quanto tale. Ora, basta con questa escursione nel mondo quotidiano dei nostri cavilli... 😅“.

Abba nostro…


(Dopo) „La telefonata di mezz'ora fra Joe Biden e Benjamin Netanyahu segna un accordo di massima sul piano di attacco all’Iran. Che, spiega il ministro della Difesa Yoav Gallant, sarà “preciso, letale e sorprendente”. Ma quali obiettivi colpirà? Secondo la stampa americana, Biden ha chiesto agli alleati israeliani di considerare i bersagli militari e non quelli “energetici”.“ (Banfi, versione odierna). Dalla stessa versione vorrei citare due altre notizie che mi sembrano importanti per il „filo rosso“ del mio diario: 1) „L’economista americano Jeffrey Sachs e la commentatrice di Al Jazeera Sybil Fares scrivono un articolo sul tema della sicurezza di Israele, tradotto in Italia dal Fatto. E rovesciano lo schema: “È l’occupazione dei territori a creare insicurezza”. 2) „Il presidente ungherese sfida il Parlamento, dicendo: “La Ue è in agonia”. Dura risposta di Ursula von der Leyen. Roberta Metsola prova a calmare le contestazioni in aula.“


(Pomeriggio) Tutto il lavoro fatto nel mio diario pubblico (Amore come crisi) in dialogo con Ulrich (senso necessario dell’essere come amore gratuito) e Jünger (il nodo gordiano est/ovest: cioè la questione di cosa sia grande nella storia) si lascia riassumere citando Schiller con questa frase: „Ci sono solo due virtù: se fossero sempre unite, se la bontà fosse sempre grande, se la grandezza fosse sempre buona!“ (Frase citata da Jünger nel „Nodo gordiano, edizione tedesca, 465). Il mondo si trova in un processo unitario ( = paradigma tecnocratico) in cammino in cui non solo il sud del mondo, main primo luogo l’est del mondo si trovano in conflitto con il nord del mondo. Il problema è che tutti hanno uno stesso problema: come usare o distruggere l’anello del potere (Tolkien)? L’alternativa tra autocrazia (Cina, Russia…) e democrazia (EU, USA) è una pseudo alternativa: il managerialismo mondiale (N.S. Lyons) con i suoi specialisti del paradigma tecnocratico è ormai globale (non è solo cinese), ma non abbiamo uno „stato mondiale“ con un „contratto mondiale“ come soluzione dei conflitti e forse è bene così; piuttosto che uno stato mondiale (su questo tema Jünger scrive un saggio nel 1960), abbiamo bisogno di contratti che si orientino ad un concezione poliedrica del potere (Methol-Ferré; Bergoglio)…se non ci orientiamo a questo superamento di ogni forma sferica del potere, distruggeremo il mondo che conosciamo…il vero problema si lascia riassumere con la frase del sacerdote lombardo don Giussani: le forze che muovono il mondo sono le stesse che muovono il nostro cuore. Jünger lo ripete più volte; il problema dei conflitti nel mondo non si lascia risolvere con un taglio netto del nodo gordiano: questa taglio è sempre e solo una forma dell’arbitrarietà del potere che non è conciliabile né con la grandezza né con la bontà di cui parla Schiller. La tensione est-ovest con oggi in testa la Cina e non più la Russia (come scriveva Jünger nel 1953) dura da millenni; gli spostamenti dell’influsso del potere sono stati minimali, non i morti, il paradigma tecnocratico non ha una soluzione, solo aumenta i possibili morti. Quello che dal 2022 cerco di dire nei miei diari pubblici in fondo si lascia riassumere in questa frase di Jünger: il problema del potere è „in“ noi, non „attraverso“ di noi o meglio „attraverso“ l’altro. Da Alessandro Magno (assunzione acritica del modello orientale) ad Hitler (confusione tra dominio del mondo e questione razziale) ad oggi sono stati fatti passi sbagliati (lo pseudo scontro tra democrazia e autocrazia): e l’errore fatale è che il problema non è causato da un altro, ma è in me, nel mio cuore; odio e risentimento, sul grande teatro del mondo e su quello piccolo sono in noi e non causati da un „killer“ che è ovviamente sempre solo l’altro…NO! Il killer (assassino) è in me! 



In un articolo odierno di Matt, due metafore per l’IA: „È possibile progettare il proprio Replika: qualcuno che sia “Sempre qui per ascoltare e parlare. Sempre al tuo fianco”.
Alla domanda su quale metafora mi viene in mente quando penso all'IA, ne ho proposte due:
Nella tradizione ebraica, un golem è una rozza creatura antropomorfa fatta di argilla o fango, portata in vita da incantesimi rituali. Nella Mishnah, la parola “golem” si riferisce a qualcuno che non è sofisticato; in ebraico moderno significa semplicemente muto. “Se gli viene ordinato di eseguire un compito, un golem esegue le istruzioni alla lettera. In molte rappresentazioni, i golem sono intrinsecamente perfettamente obbedienti”, secondo Wikipedia.
Sempre da Wikipedia: Nel mondo dell'occulto, un egregore è un essere artificiale indipendente che nasce da una mente collettiva. Può essere creato deliberatamente, come “efficace alleato magico, ma l'aiuto dell'egregore ha un prezzo, poiché i suoi creatori devono soddisfare il suo appetito illimitato per la devozione futura”. - è un buon spunto critico, ma per me il chatgpt è anche un aiuto per una cultura democratica, per uno che come me vive in un paesino senza biblioteche a parte la propria; ovviamente „democratico“ non è alcunché di solo positivo…



(Wetterzeube, il 9. 10. 24; San Newman) Nel giorno in cui si ricorda il suo essere accolto nella Chiesa cattolica (Littlemore-Oxford, 1845), Papa Francesco ha deciso di porre la ricorrenza liturgica del santo inglese, canonizzato nel 2019. Vorrei oggi citare una sua preghiera nella traduzione del cardinal Martini: 


Guidami, dolce Luce; / attraverso le tenebre che mi avvolgono / guidami Tu, sempre più avanti! Nera è la notte, lontana è la casa: guidami Tu, sempre più avanti! / Reggi i miei passi: cose lontane non voglio vedere; / mi basta un passo per volta. / Così non sempre sono stato né sempre Ti pregai / affinché Tu mi conducessi / sempre più avanti! / Amavo scegliere la mia strada, ma ora guidami Tu, sempre più avanti! / Guidami, dolce Luce, guidami Tu, sempre più avanti! AMEN! 


Su Giorgia Meloni. „In breve, stiamo assistendo alla ‚cannibalizzazione‘ economica dell'Europa da parte del capitale statunitense. Non che la cosa debba sorprenderci. Come scrive lo storico francese Emmanuel Todd nel suo ultimo libro: “Man mano che il suo potere diminuisce a livello mondiale, il sistema americano finisce per gravare sempre di più sui suoi protettorati, che rimangono le ultime basi del suo potere”. Poiché l'industria europea è fondamentale per gli interessi degli Stati Uniti, continua Todd, dobbiamo aspettarci un maggiore “sfruttamento sistemico” di Roma e Berlino da parte del centro imperiale di Washington. Il fatto che ciò avvenga sotto gli auspici di un “patriota” autodefinitosi tale come la Meloni non fa che evidenziare la grottesca debolezza della politica europea.“ (Thomas Fazi è editorialista e traduttore di UnHerd. Il suo ultimo libro è „Il consenso Covid“, scritto insieme a Toby Gree). Il giornalista si chiede, nel corso dell’articolo, se l’aver ricevuto un premio dal „Concilio atlantico“, per mano di Elon Musk, non sia un segno che la „patriota“ italiana stia ritornando nel suo corso politico originario, ma non lo crede: piuttosto, sia che si tratti del „Concilio atlantico“ o di „BlackRock“, con il quale la Meloni ha rapporti intensi, si tratta pur sempre di mega costellazioni finanziarie che per l’appunto vogliono fare gli Stati Uniti „great again“. Non lo so, è chiaro che la premier deve tener conto di tutte queste questioni finanziarie, che per me come filosofo sono in un certo senso „secondarie“, primaria è la questione della pace e di quelle forze che non per santità, ma per calcolo politico e finanziario non vogliono che il mondo esploda. 


Nel suo ultimo viaggio in Luxemburg e Belgio, credo in quest’ultimo paese, il Papa ha incontrato i suoi confratelli gesuiti - incontri di questo tipo ci sono stati in tutto il mondo e sono l’occasione per il Santo Padre di riassumere le linee „elementari“ del suo magistero: missione e non proselitismo (rinviando alle figure di Matteo Ricci e Roberto De Nobili); i quattro verbi della sua posizione sulla migrazione („accogliere, accompagnare, promuovere ed integrare“)…; nell’incontro in Belgio si è parlato anche della donna, problema che il Papa non vuole ridurre alla questione „clericale“ del sacerdozio delle donne, ma ha sottolineato come ci siano tante donne che giocano un ruolo molto importante nel Vaticano, anche nella nomina dei vescovi e che vi è una congregazione di suore in Perù che supplisce alla mancanza di sacerdoti, anche nella gestione di parrocchie…PS Sulla von der Leyen come „madre“ non dico nulla, la citazione del Papa serve forse a ché non mi accanisca contro questa politica…io penso piuttosto ad una guerrafondaia che ad una madre…


Abba nostro…


(Dopo) „Sulle mappe dei potenti il nuovo ordine è sempre presentato come facilmente raggiungibile: una linea sulla cartina. Poi la realtà è sempre diversa. Ieri un tragico episodio ce lo ha ricordato. Una troupe del Tg3 della Rai guidata dall’inviata Lucia Goracci è stata aggredita in Libano dal parente di due donne uccise nei raid israeliani. La pesante aggressione alla fine è costata la vita ad un collaboratore locale della Rai, che da anni con prudenza e saggezza accompagnava i giornalisti nella zona. È stato colpito da un infarto e non è stato possibile salvarlo. Intanto le notizie dal Medio Oriente riferiscono di una esplicita minaccia di Benjamin Netanyahu che paragona il Libano a Gaza e invita la popolazione a schierarsi contro gli hezbollah per evitare “la distruzione”. Il premier israeliano ha fermato anche il Ministro della Difesa Yoav Gallant che doveva recarsi negli Stati Uniti. E forse otterrà un colloquio diretto con il presidente Usa Joe Biden, con cui non parla dalla fine di agosto. Tema: la guerra all’Iran. Francesca Mannocchi sulla Stampa racconta delle aspirazioni alla Grande Israele, scatenate nei gruppi fondamentalisti dall’offensiva di terra in Libano. Mentre Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera critica le scelte di politica estera di Joe Biden: la diplomazia Usa ha fallito sia sull’Ucraina che sul Medio Oriente e questi due conflitti rischiano di segnare per sempre la fine della sua presidenza. A proposito di elezioni Usa, uno dei due giornalisti del Watergate, Bob Woodward, ha appena pubblicato un libro (titolo War) in cui accusa Donald Trump di avere avuto continui colloqui e contatti con Vladimir Putin, anche dopo la sua uscita dalla Casa Bianca. La nostra Giorgia Meloni, esclusa dai colloqui pre Ramstein, riceverà a sorpresa Volodymyr Zelensky. Mentre Viktor Orbán a Bruxelles, presentando la sua presidenza Ue, ha ribadito che non ci sarà la vittoria finale di Kiev….La Versione si conclude, fra l’altro, con la magnifica storia dell’unico prete cattolico in Bhutan: un gesuita che celebra la messa nelle case private (unico luogo dove è permesso) per i 200 fedeli del posto. Il suo incontro casuale con Madre Teresa di Calcutta gli ha segnato l’intera esistenza.“ (Banfi, versione odierna) - Ho lasciato in grassetto la bella notizia di questo gesuita che ha il coraggio di cui ha parlato il Papa ai suoi confratelli in Belgio. Ho messo in corsivo alcune cose che vorrei commentare brevemente; nel terzo punto si tratta di una considerazione generale: 1) Ho visto il video „paternalista“ di Netanyahu di cui parla Banfi e riprendo qui il commento di Michael Tracey: „Professando preoccupazione umanitaria per il popolo libanese mentre lo bombarda a tappeto, e minacciando che se i cittadini comuni non rimuovono in qualche modo una fazione al potere nel Paese, possono aspettarsi che il Libano venga completamente raso al suolo come Gaza. Davvero toccante“ (X, 8.10.24). 2) Tantissimi giornalisti alternativi, di sinistra e di destra, hanno fatto vedere che il Russiagate è stata un’invenzione, cosa che suppongo accada ancora una volta con il libro di Bob Woodward. 3) Lo sconvolgente documentario di Max Blumenthal, condiviso anche da Maté, fa vedere come c’é stata una propaganda (bambini decapitati…) che aveva solo uno scopo e che è stata sostenuta dall’amministrazioni Biden e Netanyahu: legittimare, non dico un genocidio, ma perlomeno un massacro inaudito di una grande parte del popolo palestinese a Gaza, massacro che si sta ripetendo in queste ore in Libano e in Cisgiordania…


(Pomeriggio) Insopportabile! Il libro di John Sweeney (1958), reporter della BBC, su Navalny è insopportabile. Dopo le 31 pagine dell’introduzione mi sono fermato; si tratta del peggio del giornalismo mainstream che io conosca. L’avevo  comprato perché a me persone che muoiono in prigione le sento come „prossimo“, quel prossimo che Gesù vuole che io ami: quindi persone come Anna Politkovskaja, Natalja Estimorowa, Boris Nemzow e per l’appunto Alexey Nawalny mi stanno a cuore, come anche tutte le persone dei presunti „uccisi“ di Putin che sono elencati alla pagina 339-340 del libro nell’edizione tedesca. Le 31 pagine dell’introduzione, in cui gli avversari o sono „Killer“ (Putin) o sono „ridicoli“ (Carson) non sono riusciti a togliermi l’interesse per Navalny stesso, che pur con tutte le sue contraddizioni, è una figura interessante, ma io di Sweeney non mi fido. So bene che Tucker Carson è un giornalista dei potenti (dal nuovo presidente argentino Javier Milei fino a Putin), ma per lo meno traccia delle linee che potrebbero portarmi all’Augusto che cerco al servizio della pace…Sweeney scrive al servizio del mito della totale sconfitta di Putin, quello che ci sta portando all’orlo dell’abisso…


(Dopo) La necessità del processo, la sua inevitabilità“, l’inevitabilità del processo tecnocratico era il tema del “Il lavoratore” (decimo volume dell’opera omnia; il volume nono contiene saggi antecedenti e posteriori ad esso) nel „Nodo gordiano“ viene solo toccato velocemente da Jünger. Diciamo che nella Cina odierna, anche se confucianesimo e comunismo giocano un qualche ruolo, è chiaro che è la tecnica, con il suo bisogno di specialisti, si vede quale sia il movimento elementare della storia del mondo. Il „senso necessario dell’essere“ (Ulrich) come gratuità del dono di amore è forse il motore ultimo della storia, se se ne tiene conto la sua dimensione sovraessenziale, ma diciamo che l’essenza del processo e la sua necessità orizzontale è quella del paradigma tecnocratico; quando l’imperatore giapponese Mutsuhito  (dal 1852 al 1912) si decide per la tecnica occidentale, aveva già sperimentato la sottomissione, la sconfitta dello shogunato; tutto ciò era già accaduto da noi con la sconfitta del mondo di Parsifal, da parte della modernità. Pur tenendo conto della sconfitta di Pearl Harbor, da parte delle forze navali imperiali del Giappone, rimane il fatto che i Giapponesi non erano in grado di raggiungere il continente statunitense con i loro aerei, e non hanno potuto far altro che servirsi del lavoro manuale per tentare di attaccare il nemico, mentre gli aerei statunitensi si servivano delle linee di montaggio: costruirono dei piccoli palloni che si muovevano con il movimento fortuito dei venti. Mentre io ho sempre pensato che la bomba atomica di Hiroshima fosse frutto di un calcolo politico e militare per evitare una possibile sconfitta, Jünger pensa che lo sgancio di essa sia accaduto quando il Giappone stava già perdendo. Insomma la bomba e non solo quella di Nagasaki era pura manifestazione di potenza, della potenza dell’inevitabile. 

Già nel 1953 Jünger sapeva, però, che questo processo superava le sfere di influenza democratica ed autocratica, ma oggi è del tutto chiaro che siamo in una posizione di stallo, come si vede in Ucraina; la superiorità tecnocratica di Israele, se ha ragione Michele Brignone a ricordare il pensatore francese  Raymond Aron, che parlava di un’impotenza della vittoria per Israele, è forse un caso anomalo dovuto dalle insicurezze del mondo „arabo“; diverso sarà se questo si appoggerà alla grande costellazione del „Sud“ del mondo (Cina, Russia, India, Brasile…)…PS in questa riflessione non ho tenuto conto delle catastrofi naturali, come quella che sta accadendo (prevista) in queste e nelle prossime ore in Florida…



(Stoccarda-Feuerbach, l’ 8.10.24; 9.giorno della novena a San Newman) Nell’ultimo giorno della novena il „Centro internazionale degli amici di Newman“ ci fa riflettere su Dio stesso, „beatitudine dell’anima“. Newman si esprime così: „PossederTi, o amante delle anime, è felicità, la sola beatitudine dell’anima immortale! Godere la visione di Te è la sola beatitudine dell’eternità! Al momento presente possiamo provare diletto dei sensi e del tempo, ma non dureranno per sempre. Ne saremo spogliati quando lasceremo questo mondo. Un giorno tutte quelle ombre svaniranno. Che cosa faremo allora? Non ci rimarrà nulla all’infuori del Dio onnipotente. / Tu solo, mio Signore, sei il cibo per l’eternità: Tu solo. Soltanto Tu puoi soddisfare l’animo umano. Vedere Te, fissare lo sguardo su di Te, contemplare Te: questo è solo qualcosa di inesauribile.Tu infatti sei immutabile, eppure in Te ci sono sempre profondità più gloriose e attributi diversi da scrutare; ricominceremo sempre dall’inizio, come se non Ti avessimo mai visto. Alla Tua presenza scorrono torrenti di delizia, che nessuno di coloro che l’hanno provata si lascerà scappare. Questa è la mia parte di eredità , da ora e per sempre! (MD, pp. 327-328).  Newman si esprime con un linguaggio forse platonico, ma in fondo dice ciò che conta sub specie aeternitatis: Dio! Preferisco il linguaggio dei Salmi e dei profeti: „La mia anima Ti desidera nella notte, anche il mio spirito è pieno di desiderio per Te“. Dio ama la nostra anima (psychè), ma anche il nostro spirito  (pneuma), ed ama il nostro corpo, la nostra carne: 

O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, 

di te ha sete l'anima mia, 

a te anela la mia carne

come terra deserta, 

arida, senz’acqua.“ (Salmo 63 (62), 2) 


Questa triplice struttura dell’uomo mi sembra essere più adeguata del linguaggio platonico per esprimere ciò che io penso sia Dio. Intendo l’anima come la struttura spirituale della persona; lo spirito come ciò che esprime il suo compito nel mondo; e la carne è ciò che un giorno risorgerà e che oggi „anela“ Dio! Detto questo io vorrei essere un po’ più come Newman e un po’ meno come me. E cibarmi un po’ di più di Dio solo! 


Il problema è essere, perciò il problema è la conversione a Cristo. Il problema è la conversione a Cristo, cioè l'autocoscienza nuova, la fede, il portare uno sguardo di fede continuo a sé, il dire "io" con quella profondità, quella prospettiva abissale, per cui uno si fonde o s'unisce, paradossalmente (è il paradosso culmine per noi, oltre il quale non se ne può concepire un altro), al fondo s'unisce a Cristo. Insomma, non è un attivismo.“

(LUIGI GIUSSANI  UNA RIVOLUZIONE DI SE’) - in questa frase, che ha mandato oggi in giro Gianni Mereghetti, il sacerdote lombardo mette in evidenza una polarità importante: quella di essere ed azione. Senza la conversione all’amore gratuito di Cristo, di cui la donazione dell’essere è „similitudo“, le nostre azioni diventano „attivismo“, cioè „vanità dei sensi e del tempo“. 


„“Sono con voi…”. Con gli abitanti di Gaza, con gli sfollati, con chi è fuggito dalle bombe, con le madri che piangono i figli morti, con i bambini a cui è stata rubata l’infanzia, con tutti coloro che non hanno voce e che subiscono le conseguenze dei conflitti “che i potenti fanno fare agli altri”. Il Papa ripete sette volte la sua espressione di vicinanza ("Sono con voi...") nella lettera del 7 ottobre, giorno in cui un anno fa “la miccia dell’odio” è divampata con il brutale attacco di Hamas contro Israele, a tutti i cattolici del Medio Oriente. Una porzione di popolo martoriata, stremata, ferita da una guerra che né la comunità internazionale, né i Paesi più potenti con una "vergognosa incapacità" sono riusciti a far terminare.“ (Salvatore Cernuzio, Vatican news).


Abba nostro…



(Stoccarda-Feuerbach, il 7.10.24; Maria, nostra Signora del Rosario; 8. giorno della novena a San Newman)  Con la novena a Newman ci incamminiamo verso il nove di Ottobre (nel 1845, in questo giorno Newman „fu accolto nella Chiesa cattolica a Littlemore (Oxford)“, dove sono stato quest’estate con Konstanze). Corrispondentemente anche alla memoria del giorno, in questo ottavo giorno della novena il tema è Maria, „Consolatrice degli afflitti“. Newman svela quale è il mistero della „vera consolazione“: „sono in grado di confortare gli altri coloro che, a loro volta, sono stati molto provati, hanno sentito il bisogno di consolazione e l’anno ricevuta“ (MD, pp. 56-57). Maria è stata consolata da Gesù stesso nella Croce ed affidata a Giovanni, ma questo non toglie il fatto che „fu una straniera e pellegrina sulla terra“; Newman ci ricorda due momenti di questo pellegrinaggio: „quando Gesù era bambino dovette fuggire nel deserto verso il pagano Egitto, e così pure, quando Gesù fu salito al cielo, dovette imbarcarsi per raggiungere la pagana Efeso, là dove visse e morì“. // La memoria del giorno ci ricorda la vittoria dei cristiani nella battaglia navale di Lepanto (1571), voluta da Pio V; ma oggi è venuto il tempo di pensare a Lepanto, non più nella modalità di uno scontro tra le religioni, ma nel senso dei grandi documenti di pace e di armonia umani, firmati dal Santo Padre: 1) Il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, noto anche come Dichiarazione di Abu Dhabi, è stato firmato il 4 febbraio 2019 da papa Francesco e dal Grande Imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyib. 2) Presso la moschea Istiqlal di Giacarta, la più grande moschea del Sud-Est asiatico, Papa Francesco, insieme al Grande Imam Nasaruddin Umar,  ha firmato una dichiarazione congiunta che condanna l’uso distorto della religione per giustificare conflitti, violenze e guerre: Il documento è intitolato “ Promuovere l’armonia religiosa per il bene dell’umanità ” e pone per l’appunto l’accento sulla necessità di tutelare la dignità umana e promuovere la pace e il dialogo tra diverse tradizioni religiose. Ecco questo significa per me oggi „Lepanto“, in quel viaggio che da Pio V ci ha portato a Papa Francesco, entrambi successori di Pietro…// Un altra ricorrenza importante sarà quella degli 800 anni dalla morte di San Francesco; Davide Rondoni recentemente ha ricordato l’importanza del Santo per l’Italia e per la pace.

Vorrei ricordare infine che il primo di ottobre (nel 1968) si ricorda la morte di Romano Guardini, una delle figure più notevoli della teologia del XX secolo; nella mia bacheca in Facebook l’altro giorno ho condiviso questa sua frase:  «Il Cristianesimo non è una teoria della verità o una interpretazione della vita. Esso è anche questo, ma non in questo consiste il suo nucleo elementare. Questo è costituito da Gesù di Nazareth, dalla sua concreta esistenza, dalla sua opera, dal suo destino». (Romano Guardini, L'essenza del Cristianesimo, 1929). 

La dimensione spirituale dell’essere una straniero e pellegrino sulla terra non può essere tradotta in termini di „teologia politica“, ma certamente è fonte di ispirazione per ogni „politica teologica“ (solo quest’ultima tiene conto della relativa autonomia della politica dalla religione). Nel suo intervento ad Assisi, di qualche giorno, fa Davide Rondoni mette bene in evidenza alcuni momenti di questa „politica teologica“, richiamandosi alla figura di San Francesco: in primo luogo un si radicale alla vita dal suo inizio alla sua fine, cioè del dono intoccabile che è la vita o detto filosoficamente l’essere stesso. In secondo luogo  facendo diventare sempre di più Assisi un luogo di perdono e di pace; non so se sia possibile, come richiesto da Rondoni, far venire i grandi della terra ad Assisi, ma forse è più possibile, come fece Francesco con il sultano: andare con questo suo spirito dai grandi della terra (come desidera fare papa Francesco con la Cina). 

Da giorni cerco di riflettere su ciò che Matt Taibbi ha detto recentemente sulla censura voluta dai potenti „democratici“ statunitensi ed attuata in Europa dal sedicente centro; sento anch’io il bisogno di una figura come quella di Alcide de Gasperi, proposta al Meeting di Rimini di quest’anno; ma non di una copia di de Gasperi, piuttosto di un de Gasperi che accetti e comprenda le sfide che stiamo vivendo ora; un de Gasperi che sappia rendere carne oggi il programma del risorgimento cristiano (come fedeltà laica al Papa), che non cerchi uno scontro con la società laica, ma voglia diventarne il il „sale“ e che sappia integrare tutte quelle forze „populiste“, che cercano di vivere una democrazia dal basso, nel senso di Tocqueville, che vede la democrazia come un sistema in evoluzione, inevitabile nella sua affermazione, ma che deve essere costantemente bilanciato per evitare i rischi del conformismo, della centralizzazione del potere e della tirannia della maggioranza. Il suo messaggio centrale è che la democrazia può promuovere libertà e uguaglianza, ma solo se accompagnata da partecipazione attiva, responsabilità civica, e salvaguardie contro i rischi autoritari. Il suo libro più famoso è „La democrazia in America (1835-1840)“; 1) Tocqueville vede la democrazia come un sistema fondato sull'eguaglianza delle condizioni, un processo inevitabile che stava trasformando le società occidentali. Tuttavia, egli avverte che questa tendenza può avere due esiti: la libertà o la tirannia (questa polarità viene studiata da Jünger nel „nodo gordiano“ del 1953, in riferimento alla polarità occidente/oriente e sui cui abbiamo riflettuto e riflettiamo in questo nuovo diario). L'eguaglianza può favorire una maggiore giustizia e opportunità, ma può anche portare al conformismo di massa o all'eccessivo potere centralizzato se la libertà individuale non è adeguatamente tutelata. Il samizdat occidentale (copyright: Matt Taibbi) ci sta facendo comprendere che questo „conformismo di massa“ è più un atteggiamento delle élite statunitensi ed europee (i neocons democratici e repubblicani e la politica alla Ursula von der Leyen nell’EU) che dei populisti, nel senso che quelle élite lo sanno dirigere con i loro media aziendali. Si tratta di quel managerialismo „cinese-occidentale“ analizzato da N.S. Lyons. In questo contesto mi sembrano politici come Donald Trump, che non è un neocon, e Viktor Orbán infinitamente più democratici che Kamala Harris o per l’appunto Ursula von der Leyen. 2) Tocqueville teme il rischio di un nuovo tipo di tirannia nelle democrazie: il "dispotismo morbido". In questo scenario, il governo si occupa di tutti gli aspetti della vita dei cittadini, rendendoli dipendenti dalle istituzioni statali (questo è un aspetto che interessa in modo particolare a Matt Crawford, che ho citato spesso nei miei diari). Ciò non sarebbe una dittatura esplicita, ma un controllo soffocante e paternalistico che limita l'iniziativa individuale. Tutte le forme di censure attuali e tutta l’arroganza di determinare cosa debbano pensare i cittadini su determinati temi, fa parte di questo capitolo…3) Per evitare i rischi della centralizzazione e del dispotismo, Tocqueville sottolinea l'importanza della libertà individuale e dell'autogoverno locale. Egli ammira il sistema democratico americano per il ruolo centrale delle istituzioni locali e delle associazioni civili, che rafforzano la partecipazione attiva e la responsabilità dei cittadini. Proprio quello che autori come Glenn Greenwald, Matt Taibbi, J.D.Vance, N.S. Lyons, Matt Crawford, Aaron Maté… vedono in crisi negli USA di oggi e che io (non solo io) vedo in crisi nell’Europa odierna. Chi più mi comprende in questo è Renato Farina. In questo capitolo deve essere inteso anche quel momento della dottrina sociale cattolica che va sotto il nome di sussidiarietà. 4) Tocqueville nota il ruolo cruciale della religione nella società americana come una forza stabilizzante. La religione, pur separata dalla politica, offre un'ancora morale che impedisce l'anarchia e sostiene l'ordine sociale, promuovendo virtù e rispetto reciproco tra i cittadini. Questo punto è quello che io ho prima espresso come programma risorgimentale (Rosmini), come fedeltà laica (non pappagallesca) al papato. In vero sulla questione della „profezia della pace“ ed in genere sulle profezie dei poveri e del clima io sono del tutto d’accordo con Papa Francesco, ma come laico devo tentare un „giudizio storico“ che non è identico con quello del Papa, perché come Papa lui sottostà ad esigenze diplomatiche che non sono identiche alle esigenze di un filosofo; in questo senso, per fare un esempio io non ritengo che la neutralità tra la Harris e Trump, proposta dall Papa, sia la scelta politica giusta. Mi servo della mia coscienza, come tra l’altro vuole anche il Papa, per dare un giudizio storico relativamente autonomo, nella modalità della verosimilitas. Sono anche cosciente che sul punto importante della migrazione politici come Trump o Orbán dicono l’esatto contrario da quello che dice Papa Francesco; credo che su questo punto sia necessario un dialogo tra le due posizioni che nascono da „interessi“ differenti… Ovviamente quanto ho scritto sulla „fedeltà laica al Papa“, ha senso solo se Cristo è chi noi cattolici confessiamo essere: vero Dio e vero uomo. Il Papa è il suo rappresentante petrino. Quindi quando Renato mi scrive: „Le questione centrale per me è la fede. Il peso della fede. Il rapporto personale con Cristo. Cosa esso ha a che fare con gli esiti della storia, oggi!“, sono del tutto d’accordo. Io mi esprimo più a livello ontologico che cristologico: non parlo spesso della mia amicizia intima con Cristo, perché non mi sento degno di essa, ma quando parlo del dono dell’essere come amore gratuito e dell’exinanitio dell’essere penso sempre all’inno ai Filippesi.   5) Un altro problema centrale che Tocqueville individua nelle democrazie è la possibilità della tirannia della maggioranza: la tendenza di una maggioranza a imporre le proprie opinioni e interessi a scapito delle minoranze. Questo fenomeno minaccia le libertà individuali e i diritti delle minoranze, e richiede meccanismi di controllo come una forte divisione dei poteri e la difesa dei diritti civili. Oggi più di questo pericolo, mi sembra che ci sia, come ho accennato sopra,  una tirannia della maggioranza guidata da un’élite politica e mediale; il cosiddetto „populismo“, che in vero è una „maggioranza alternativa“ a quella del mainstream, sta cercando di ribellarsi ad una „tirannia“ che  non ha alcun senso della „profezia della pace“; politici come Viktor Orbán, che hanno un senso molto forte per la profezia della pace, hanno un appoggio democratico alla Tocqueville infinitamente più forte di quello che hanno i neocons statunitensi o lo pseudo centro europeo.  6) Tocqueville riconosce che la tendenza verso l'eguaglianza è inarrestabile e fa parte del destino delle società moderne. Tuttavia, la sfida per lui è gestire questo processo in modo da preservare le libertà individuali, mantenere un equilibrio tra uguaglianza e libertà, e evitare gli estremi del dispotismo o dell’anarchia. Credo che questi due estremi siano più attuali che l’alternativa di fronte alla quale o meglio dentro alla quale si è trovato ad agire de Gasperi (rimando anche alle mie righe che ho scritto ieri sera su Adenauer e De Gasperi)…

Abba nostro…

(Dopo) Il numero 37 del nodo gordiano di Jünger ci fa riflettere sulla differenza tra le strategie di guerra dell’est (Russia) e quelle occidentali (Francia), simboleggiata dall’incendio di Mosca del 1812. In occidente si tende a sottovalutare e a non comprendere fino in fondo l’ethos diverso che ha portato a questo incendio; diversità dovuta dal fatto che le forze elementari del tempo e dello spazio non vennero prese sul serio; lo sviluppo tecnico moderno tende a diminuire questa differenza, ma non ad eliminarla del tutto; il fatto che l’Ucraina faccia parte dell’Oriente forse deve essere considerato più attentamente, ma non sono competente a sufficienza per parlarne. Quello che Napoleone non prese sul serio (l’elementarità di tempo e spazio e della gestione „diversa“ del sacrificio di persone e cose), sembra non essere preso sul serio neppure oggi da USA ed Europa, che da una parte considerano a torto Putin un mostro e che dall’altra non prendono in considerazione la sua diversità di ethos. Cosa è disposto Putin a fare se minacciato all’estremo? Hitler tenne conto di questa differenza, forse perché tra lui e Stalin vi era una grande similitudo, e forse meglio di Napoleone stesso, scrive Jünger, ma anche la sua considerazione del pericolo „orientale“ è stata infine errata. Alla fine del capitolo che stiamo considerando Jünger scrive: „La perdita di Bisanzio opera fino al giorno attuale. Quella di Berlino potrebbe avere un impatto simile“ (parliamo del 1953). È possibile che proprio nel nostro tempo (2024) stiamo assistendo alla realizzazione di questa profezia di Jünger sulla caduta di Berlino, che non tiene conto di tutte quelle voci come Sieferle o R. Spaemann che hanno cercato di avvertire che la „mitizzazione“ di Auschwitz o „il sostituto religioso“ dell’Olocausto avrebbero avuto conseguenze catastrofali per la Germania. Così oggi a Berlino è politicamente corretto (ed anche giusto) ricordare i morti israeliani del sette di ottobre dell’anno scorso, ma non vi è un azione analoga per ricordare la moltitudine di uccisi palestinesi. La confessione laica e non pseudo religiosa del „mai più così“, non può che essere „mai più così per tutti“ e in primo luogo per i deboli…


(Stoccarda-Feuerbach, il 6.110.24; san Bruno; 7.giorno della novena a San Newman) Il settimo giorno della novena porta il titolo: „via breve alla perfezione“: presenta una „piccola via“ alla Newman; a me irritano le generalizzazioni, anche perché ognuno ha una „sua piccola via“; quella che descrive Newman è certamente adatta a chi vive in un posto come Littlemore (Oxford), anche se contiene elementi che mi sentirei di fare miei. Ascoltiamolo: „Non attardarsi a letto più dell'ora fissata per alzarsi; rivolgere a Dio il primo pensiero della giornata; fare una bella visita al santissimo sacramento; recitare l'Angelus con devozione; mangiare e bere rendendo gloria Dio; recitare bene il rosario; stare raccolti; tenere lontani i cattivi pensieri; condurre bene la meditazione della sera; fare quotidianamente l'esame di coscienza; andare a letto a un'ora consona.“ (MD, pp. 285-286). La cosa con la quale faccio più fatica è l’esame di coscienza. Ci provo ora…Mi sembra di avere identificato due punti. 

Avendo viaggiato per molte ore (ma abbiamo detto insieme il rosario, tutti e quattro), vorrei commentare brevemente due cose che mi stanno a cuore. In primo luogo in riferimento alla „via breve alla perfezione“; credo che sia bene farsi dei pensieri „programmatici“, ma si deve tenere conto anche del fatto che in questa piccola via, per una persona sposata, potrebbe esserci per esempio il tempo per un dialogo con la moglie, invece che il rosario quotidiano, che noi preghiamo piuttosto nei mesi di maggio ed ottobre. In questa programmatica si trova la mia meditazione quotidiana, l’Angelus con Konstanze in macchina e quello settimanale con il Papa, etc. Il rosario è una forma buona della spiritualità cattolica, ma mezz’ora di silenzio non sono meno preghiera. Credo che che la programmatica più vera sia quella che corrisponde al cuore (nel senso di don Giussani). 

In questi giorni sto pensando su due giganti dell’Europa come Adenauer e De Gasperi. La scelta di politica estera allora è stata probabilmente quella giusta: certamente meglio gli USA che Stalin. Allo stesso tempo rimane il fatto che gli USA non sono solo coloro che ci hanno aiutato con il piano Marshall, ma anche quelli che hanno sganciato la bomba atomica a Nagasaki; se quella sganciata a Hiroshima era già del tutto problematica, ma poteva forse (!!!) essere ancora giudicata come un atto di guerra, quella sganciata su Nagasaki è stata arbitrio puro, come giustamente aveva sostenuto un compagno di classe di Johanna tanti anni fa. E per quanto riguarda Israele era chiaro  giusto che Adenauer abbia sostenuto lo stato nascente, ma è anche vero che la „mitologizzazione“ (Sieferle) di Auschwitz o il „sostituto religioso“ (Spaemann) dell’Olocausto si stanno rivelando come un errore fondamentale: l’amministrazione Netanyahu ha eliminato un numero enorme di civili (donne e bambini inclusi) in Gaza e in Cisgiordania, è tutto l’apparato mainstream è solo capace di dichiarare la sua solidarietà con Israele! Ancora una volta un genocidio o un parente di esso sta accadendo sotto i nostri occhi e noi non sappiamo pronunciare una sola parola profetica (grazie a Dio che c’è il Papa). // Per quanto riguarda De Gasperi, ci sono tante cose che mi impressionano molto: il suo rapporto con Gesù; il suo essere solus cum solo; il suo legame con il risorgimento (Manzoni, Rosmini) e con la democrazia di un Tocqueville, la sua obbedienza libera nei confronti del Vaticano, etc. Ma alcuni punti devono essere ripensati oggi cum grande animo y liberalidad: antifascismo e anticomunismo non sono più il nostro problema, piuttosto lo è l’idea di una crisi della democrazia occidentale; etc. Nella mostra del Meeting c’erano citazioni molto belle, anche sul come abbia accolto la sua morte…

Abba nostro...

(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, il 5.10.2024; sesto giorno della Novena a Newman; Faustina Kowalska) Il sesto giorno della novena mi porta a meditare l’avvenimento cristiano per eccellenza: „Dio ha assunto la carne e il sangue dell’uomo“; senza questa assunzione la carne sarebbe destinata, dopo un certo percorso di istinti polimorfi, a diventare cibo per vermi. Mentre questa assunzione fa si che essa diventi „cibo dell’anima“, e cibo del corpo. „Come posso elevare me stesso ad un tale atto, così da cibarmi di Dio? Aprirò la bocca e riceverò il Tuo dono. Chi può salvarmi al di fuori di Te? Chi può purificarmi se non Tu? Chi può farmi vincere me stesso se non Tu? Chi può risuscitare il mio corpo della tomba se non Tu?“ (MD, 409-410).


La „grandezza“ di cui parla Jünger è una questione di „grazia“; dopo aver uccisi in battaglia tanti russi Napoleone permette che un russo impigliato nel ghiaccio venga salvato, anche se questo salvataggio è complesso e costerà la vita di un soldato francese. Con questo gesto di grazia Napoleone trasforma un soldato russo in un soldato fedele alla sua causa e rivela la sua grandezza. Se vedo come è morto Navalny, non credo che Putin abbia questa grandezza, ma in vero questa grandezza non la vedo tanto sul grande palcoscenico del mondo, anche se certi gesti compiuti da Trump (in primo luogo l’assunzione nel suo team di Vance, di RFK jr e della Gabbard) fanno presumere che esso abbia un desiderio di superare il suo egocentrismo e questo superamento ha a che fare con la grandezza…Per quanto riguarda la Chiesa parlerei piuttosto di „santità“; anche quest’ultima non ha a che fare con la mancanza di errori e peccati; san Giovanni Paolo II lo è, santo, e Papa Francesco lo sarà, probabilmente, ma entrambi hanno compiuto vere e proprie decisioni sbagliate, per esempio nella nomina dei vescovi…


Ho finito di vedere la seconda stagione della nuova serie „Tolkien“: ci sono alcune scene che mi sono entrate davvero nel cuore: la nascita di Gandalf e la sua amicizia con Tom Bombadil; l’amicizia tra Gandalf e la „piccola“ Nori; l’amicizia tra lo gnomo Durin e l’elfo Elrond; il sacrificio di sé di Galadriel al cospetto di Sauron; il salvataggio comunionale di Galadriel…e tante altre ancora…


“Dio Mio Se guardo verso il futuro, m’investe la paura, Ma perché inoltrarsi nel futuro? Mi è cara soltanto l’ora presente, Perché il futuro forse non albergherà nella mia anima. Il tempo passato non è in mio potere. Per cambiare, correggere od aggiungere qualche cosa. Né i sapienti, né i profeti han potuto far questo. Affidiamo pertanto a Dio ciò che appartiene al passato. O momento presente, tu mi appartieni completamente. Desidero utilizzarti per quanto è in mio potere, e nonostante io sia piccola e debole, Mi dai la grazia della tua onnipotenza” (dal Diario di Faustina Kowalska)


Abba nostro…


(Dopo) La guerra è sempre una sconfitta (cosi hanno pensato gli ultimi papi), ma ovviamente nelle azioni di guerra ci sono criteri etici che possono essere o non essere rispettati. Nel capitolo 36 del „nodo gordiano“ Jünger nel 1953 li riassume così: prigionieri di guerra non sono un bottino di guerra che può essere usato in modo del tutto arbitrario; la popolazione civile non è un esercito contro cui si spara o si gettano bombe (qui si dovrà tenere presente l’argomento di terroristi che si nasconderebbero tra la popolazione civile, ma che non può essere limitato, per fare un esempio, ai soli Hezbollah o alla sola Hamas)…in questi due temi per Jünger ci sarebbe una rilevanza etica che viene normalmente rispettata nell’Occidente ed una mancanza di rilevanza etica nell’Oriente. Questa questione ha ovviamente una rilevanza attuale: l’esercito israeliano avrebbe un carattere morale che altri non avrebbero - quello che io so mi fa pensare che non sia così (vedi la mia riflessione di ieri pomeriggio sul tema); per quanto riguarda l’Ucraina e la Russia direi che entrambi gli eserciti sono „orientali“ (come è possibile che Israele stesso è „orientale“ e non solo i nemici contro cui combatte), ma ovviamente un’affermazione del genere deve essere discussa con fatti alla mano…Sia per quanto riguarda la guerra, sia per quanto riguarda le catastrofi naturali o le catastrofi epidemiche (tema adesso alla colazione; ieri è arrivato Ferdinand) vi è una dimensione etica di cui si deve tenere conto, anche nel modo differente di gestire il potere; la differenza tra il 1953, in cui Jünger ha scritto il „nodo gordiano“, ed oggi, credo sia il fatto della generalizzazione o globalizzazione del metodo di potere „manageriale“, che diventa sempre più „cinese“ (N.S.Lyons). Io mi confronto con Jünger (ma anche con Lyons) perché vedo in essi una reale rilevanza dell’argomentazione etica nel giudizio storico. Voglio ricordare ancora una volta che la mia scelta di Jünger, come partner di un dialogo intimo, ha a che fare con il fatto che io vedo un processo (simbolicamente nel nono volume dell’Opera omnia) un cammino che porta il giovane soldato dell’inizio del volume (che comunque ha sempre rispettato il suo nemico) nella sua orazione di Verdun (1980) a dire, in francese: „è necessario che la battaglia di Verdun cessi di essere una manifestazione a carattere solamente nazionalista, per diventare un appello alla pace tra le nazioni“ (p.530).  


„Sorpresa! La guerrafondaia Liz Cheney appoggia Kamala Harris. Tale padre, tale figlia. Un voto per Harris è un voto per Dick Cheney e per la guerra perpetua”.“ (Tulsi Gabbard, X e Facebook, 5.10.24)


Dalla bacheca di Irina Socolova in LinkedIn: „EUROZONA: Il Primo Ministro slovacco Robert Fico:


💬 Stiamo lottando contro l’enorme pressione della Commissione europea affinché non venga attuato nulla da est a sud e da sud a ovest. A nessuno importa che abbiamo una sorta di partnership, che abbiamo oleodotti. Oggi non interessa a nessuno. È semplice, dicono tutti, aspetta un attimo, questo è gas russo, quindi perché gas russo, perché l’Europa dovrebbe trasportarlo attraverso l’Ucraina, la Slovacchia o da qualche altra parte. Ho una visione diversa su questo.


💬 Signore e signori, lo dirò ancora una volta e potrete giustiziarmi per questo. Ogni guerra finisce al tavolo delle trattative. Ogni guerra. Non ci credevo quando ho sentito la dichiarazione del presidente ceco, che ha cambiato notevolmente il suo atteggiamento nei confronti della guerra in Ucraina.“


Chi è Kamala Harris, la donna che si prepara a conquistare la Casa Bianca? Finora, la campagna della candidata democratica alla presidenza non si è distinta per i suoi contenuti. Al contrario, la vicepresidente in carica è vista come opportunista e volubile. Le sue campagne - un misto di wokismo e risentimento. Copia lo stile di Donald Trump, ma ciò che lei stessa rappresenta rimane vago. Nelle parole di Tiago Cardão-Pito: proprio come Trump, il suo obiettivo è svalutare l'avversario politico, mentre non commenta quasi mai la politica economica, ambientale o estera.

Tuttavia, Thomas Fazi non si fa illusioni quando si tratta della sua posizione in politica estera: Harris è una “neo-conservatrice sotto mentite spoglie”. Il suo background progressista è al servizio delle tradizionali giustificazioni per gli interventi statunitensi all'estero. L'appello all'umanità e alla moralità, secondo Fazi, è il fondamento ideologico per l'uso della forza militare, del cambio di regime o della pressione economica e diplomatica per garantire l'“ordine internazionale basato sulle regole” - in realtà nient'altro che un codice cifrato per gli interessi geopolitici di una nazione che lotta per il suo status di potenza mondiale. {Questo è esattamente il contrario di quella rilevanza morale di cui ho parlato prima in dialogo con Jünger}.

La politica a là Harris come alternativa a Trump potrebbe quindi diventare essa stessa un prodotto di esportazione doppiamente avvelenato per il mondo. Con la sua politica estera “reaganiana” (Washington Post), minaccia di spingere gli Stati Uniti e i loro alleati in ulteriori avventure fatali. Allo stesso tempo, la politica del risentimento - l'inconciliabile e allo stesso tempo vuota campagna elettorale statunitense - minaccia di attraversare l'Atlantico per raggiungere l'Europa, come molto altro, e diventare il progetto strategico delle sedicenti “forze democratiche” nella lotta contro il populismo di destra. Questo sarebbe un disservizio per la cultura politica delle democrazie occidentali, già gravemente danneggiate.“ (Redazione, Makroskop) 


(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, il 4.10.2024; quinto giorno della Novena a Newman; San Francesco di Assisi) Mi scrive un amico: Caro Roberto capisco che questo potrebbe - dovrebbe essere il momento della maturazione e diffusione delle nostre idee profonde. E invece tutto è come se chiamasse alla resa. Ma non abbiamo il diritto di non invocare la grazia di esserci e di lottare.


Nel quinto giorno della novena a San Newman il tema è la fonte dell’amore soprannaturale, che a livello teologico corrisponde all’idea dell’essere sovraessenziale. Newman è cosciente che siamo „nati nel peccato“ (cf. Salmo 51 (50)). „L’essere umano è per natura cieco e duro di cuore in tutte le questioni spirituali“ (MD, pp. 402-403), ma è possibile che i „nostri piedi diventino veloci come quelli di un cervo“ (Cf il cantico delle Lodi di questa mattina), come è possibile trovare nella materialità dell’essere le tracce della sua sua sovraessenzialità, cioè del dono dell’essere come amore gratuito (gratuito, non „essenziale“). Noi abbiamo bisogno dall’amore soprannaturale, che è fuoco, „fuoco sceso dal cielo il giorno di Pentecoste“, un fuoco capace di consumare „gli scarti del peccato e della vanità“. Alle volte tutto sembra procedere così lentamente, perché siamo ingarbugliati nei desideri di un amore carnale (o „essenziale“, che è il colpo dialettico di ritorno del primo), ma è possibile la Tua gioia: „voglio gioire nel Signore“ (cf. Cantico delle Lodi). 


Ieri leggendo Jünger mi sono accorto, ancora una volta, che è necessaria „una classificazione storica e teologica delle azioni e delle opere“, cioè una capacità di comprendere la graduazione di esse; dobbiamo evitare in ogni modo un giudizio, nel quale „tutte le vacche nella notte sono nere“; dobbiamo esporci nella preghiera e nel digiuno come vuole il Papa (CL ha aderito a questa sua preghiera), ma se non vogliamo cadere nello spiritualismo, dobbiamo anche tentare un giudizio storico, come quello che riguarda la totale complementarietà tra l’amministrazione Netanyahu e quella Biden. Israel Katz, ministro degli esteri di Israele, dice che non ha meritato di „mettere piede sulla terra di Israele“ chi non condanna o non ha condannato la risposta militare dell’Iran con chiarezza, come secondo lui avrebbero fatto la maggioranza dei paesi nel mondo; questa risposta iraniana è ovviamente da condannare, ma Israele, o meglio l’amministrazione attuale, non è senza colpa, anzi, in un certo senso sta diventando sempre più chiaro che cosa significhi fare dell’Olocausto una religione (Spaemann) o un mito (Sieferle). Katz chiede un totale assenso ad azioni criminali. Uno scienziato della politica libanese sostiene che „il leader di Hezbollah Nasrallah aveva accettato un cessate il fuoco di 21 giorni. Poi Israele lo ha ucciso“ (Redazione di Useful idiots). Oasis ci fa conoscere la voce del chierico sciita libanese Muhammad ‘Ali al-Husseini: «Scrivi il tuo testamento, perché chi ieri ti ha comprato oggi ti ha venduto»: queste le parole che il chierico sciita libanese Muhammad ‘Ali al-Husseini, ex membro di Hezbollah e oggi dichiaratamente ostile al Partito di Dio, ha rivolto al suo ex-amico Hassan Nasrallah durante un’intervista con l’emittente saudita al-Arabiya, andata in onda il 25 settembre. Per la sua capacità profetica, il monito è naturalmente diventato virale in poco tempo. E già lo scorso luglio, al-Husseini, che da alcuni anni ha la cittadinanza saudita, aveva messo in guardia Nasrallah in una lettera pubblicata sul quotidiano saudita Okaz: «Io so – scriveva il religioso – che Israele utilizzerà armi non convenzionali, e Dio è testimone di ciò che dico, e so che la guerra non si fermerà in Libano, ma si estenderà a Damasco, la quale cadrà proprio come cadde Beirut nel 1982». Prevedendo sofferenze senza precedenti, Husseini aveva chiuso invitando Nasrallah a un atto di responsabilità: «giuro, la guerra in Libano è dietro l’angolo, e solo tu puoi fermarla e salvare il nostro Paese dalla distruzione, e i nostri cittadini dalla morte» (Oasis). Devo dire che la „capacità profetica“ per me non è criterio sufficiente per dare un „giudizio storico“, anche se ovviamente anche questa voce profetica debba essere riflettuta…L’amore soprannaturale, così necessario, per camminare nella santità, non può essere tradotto automaticamente in un giudizio politico e storico…


San Francesco, 

                      oggi facendo memoria di te

ti prego di sostenermi 

perché come te sappia stare davanti a Gesù con tutto il mio io.

Ti prego, ho bisogno del tuo aiuto, 

fa che anch'io desideri imitare Gesù, 

guardare la realtà come Lui la guarda, 

amare ogni persona come Lui la ama, 

fammi vivere ogni contingenza 

come spazio che apre all'infinito, 

rendimi certo che tutto porta dentro 

un'onda impetuosa di positività.

San Francesco 

io voglio venire con te per le strade del mondo, 

ma la mia intenzione lodevole non basta,

sei Tu (1) che solo puoi portare a compimento il mio desiderio, 

Tu essendo il mio compagno di viaggio.

Amen  (Gianni Mereghetti) (1) Credo che Gianni intenda, con un salto logico, Gesù, non Francesco. 


Abba nostro…


(Dopo) Mi scrive Gigi nella mia bacheca in Facebook: „In questa situazione Roberto ho molta difficoltà a capire, a volte il verosimile non ha molto di vero, la nebbia dei media avvolge la luce“ - Caro Gigi, proprio questo tipo di giudizi sono quelli che Jünger mi ha aiutato a capire che dobbiamo fuggire come la peste: la notte in cui tutte le vacche sono nere, la nebbia dei media che avvolge la luce…Tu sei molto gentile e segui tantissimo di quello che scrivo; ci sono confratelli di CL che non solo non mi leggono più, ma dicono che sono uno che non si deve leggere, insomma che consigliano di evitare la mia pagina; ma grazie a Dio c’è Renato che con grande pazienza segue quello che scrivo. Io credo che senza il samizdat occidentale di Substack certe giudizi non li potrei neppure formulare o tentare; poi nella mia bacheca X ho tanti agganci a voci alternative; leggo anche i media aziendali come la FAZ, ma devo dire che il giudizio non può basarsi su di essi. E poi ho amici grandi sia negli USA che altrove che mi permettono di comprendere come si può comprendere solo dall’interno; questa prospettiva interna non è l’unica, ma io mi stupisco sempre quando pur sapendo che io vivo nella Germania dell’est, in questi anni solo una persona, Lucio Brunelli, ha sentito l’esigenza di farmi parlare sugli eventi che sono la mia storia quotidiana. Quando parlo di verosimile voglio educarmi a dare giudizi storici e non metafisici sulla storia, ma ho sentito  e sento davvero il bisogno di quella „classificazione“ di cui parla Jünger. Alcuni pensano che mi sono radicalizzato e che sostengo cose che nessun politico del centro può sostenere, io penso invece che il centro alla Ursula o alla Giorgia sia il vero problema; poi a volte ho la sensazione che deve avere un dottore quando un paziente, dopo aver letto un articolo di Wikipedia, vuole insegnargli quale sia la sua malattia o mancanza di essa. Grazie per la tua amicizia preziosa, Roberto A sua volta Gigi mi ha scritto: "Roberto grazie veramente, galleggio sempre sulla superficie delle questioni, immerso nelle fatiche quotidiane. Approfondire e fortificare la coscienza e la fede sono un'impresa, ma forse non mi sostiene la pigrizia intellettuale. Tu sai che ti leggo (e ci parliamo a distanza) non solo perché ti voglio bene ma perché mi aiuti laddove sono carente. Non sempre viaggiamo in parallelo ma la tua ricerca è più solida e informata della mia, quindi ne sto cogliendo il tesoro perché mi dia elementi migliori per crescere e per capire“. 


(Pomeriggio) „“È molto sanguinoso, molto violento e molto pericoloso”.
I politologi libanesi Bashir Saade e Karim Makdisi fanno luce sugli attacchi di Israele al Libano, su Hezbollah, Hasan Nasrallah e altro ancora.
Poiché la situazione è così instabile, le notizie si susseguono: dopo la registrazione dell'intervista, il Ministro degli Esteri libanese ha dichiarato alla CNN che il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah aveva accettato un cessate il fuoco di 21 giorni poco prima di essere assassinato da Israele. Il cessate il fuoco temporaneo, ha affermato, è stato richiesto dal Presidente Biden, dal Presidente Macron e da altri alleati durante l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Durante l'intervista, Karim e Bashir prevedono ciò che accadrà. “Il costo sarà molto alto”, avverte Karim. “Sarà molto sanguinoso”. Riflettono anche sul perché l'attacco di Israele al Libano fosse inevitabile, ma non a causa di Hezbollah.
“Penso che questa sia una guerra che stava arrivando”, spiega Karim. “È una guerra che doveva accadere. E se non fosse accaduta ora, sarebbe accaduta tra un anno. Israele è espansionista. È sempre stato espansionista”. E, aggiunge Bashir, “Hezbollah è preparato a questo”.
I due discutono dei due pesi e due misure dell’IDF (= Israel Defense Forces (Idf)), che viene definito l'esercito più morale del mondo, e di Hezbollah, che viene descritto dai media e dai politici occidentali come terrorista. Come spiega Karim:
“Hezbollah potrebbe prendere di mira aree civili. Ma non è nella loro dottrina, in un certo senso, colpire aree civili per il gusto di farlo. Così come per gli israeliani, con la Dottrina Dahiya, è possibile radere al suolo l'intera area civile se si pensa che all'interno ci sia un qualche tipo di obiettivo militare. È una cosa che gli israeliani fanno dal 1948”. Chiudendo tragicamente il cerchio, la Dottrina Dahiya di Israele, che prevede risposte militari sproporzionate e l'uccisione di civili (crimini di guerra), prende il nome da un quartiere di Beirut dove Nasrallah è stato ucciso.
L'Occidente giustifica i crimini di guerra di Israele sostenendo che Hamas usa i civili come scudi umani. Ma questa settimana, quando l'Iran ha lanciato un attacco missilistico contro una base di armi del Mossad, la stessa CNN ha ammesso che la base era inserita in un'area civile.
“Il quartier generale del Mossad e il ministero della Difesa”, spiega Karim, ”si trovano in varie aree molto civili all'interno delle principali città israeliane. Questo significa che sono obiettivi? Significa che tutti i civili che lavorano lì e intorno a loro sono obiettivi? Significa che è legittimo in base alla legittima difesa o a qualsiasi altro tipo di dottrina? Significa che Hezbollah può far saltare in aria cellulari e cercapersone?”.
In particolare, gli stessi politici e media occidentali che accusano Hamas di usare scudi umani sono assolutamente silenti quando si tratta dell'uso documentato di scudi umani palestinesi e israeliani da parte di Israele.“ (Redazione di Useful idiots“) - i due politologi libanesi parlano anche di un „suicidio del partito democratico“…quello che sostengono loro è proprio il contrario di quanto sostiene chierico sciita libanese Muhammad ‘Ali al-Husseini, che ho citato questa mattina. Michele Brignone e Mauro Primavera riassumano la situazione generale in questo mondo: „Il tanto temuto, e a lungo preannunciato, allargamento generalizzato del conflitto in Medio Oriente si è materializzato nel corso dell’ultima settimana. Il 27 settembre Israele ha ucciso il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Il 1° ottobre ha invaso il Sud del Libano per la quarta volta nella sua storia. La sera dello stesso giorno, messo sotto forte pressione dall’escalation israeliana, che in due mesi ha decapitato l’intera leadership di Hezbollah ed eliminato il capo politico di Hamas mentre questi si trovava a Teheran, l’Iran ha optato per una rappresaglia meno innocua di quella messa in atto nell’aprile scorso, quando la quasi totalità dei missili e dei droni lanciati contro lo Stato ebraico fu intercettata dalle difese di Tel Aviv o dei suoi alleati. Ora, mentre si attende la pressoché certa reazione israeliana, continuano i combattimenti nel Sud del Libano e i massicci bombardamenti nella zona meridionale di Beirut. Nella nebbia della guerra, un dato s’impone. A un anno dall’attacco di Hamas, Israele ha scelto di regolare i conti non soltanto con il movimento islamista palestinese, ma con l’intero Asse che lo sostiene, con l’obiettivo di disegnare un nuovo ordine mediorientale.“ (Oasis). I due giornalisti italiani citano a loro volta un politologo libanese e il caporedattore di una rivista specializzata con temi del Medio Oriente, che mettono in guardia dall’euforia delle vittorie israeliane: „Netanyahu sta agendo sulla base dei risultati conseguiti negli ultimi due mesi, quando la superiorità militare, tecnologica, e di intelligence dello Stato ebraico è parsa schiacciante. Sono molti, tuttavia, a mettere in guardia sulla possibilità effettiva di tradurre tale primato in una vittoria anche politica. Il 30 settembre, dalle colonne del New York Times, il politologo libanese Fawaz Gerges ha definito «prematuro» il «giubilo immediato tra gli israeliani per il bombardamento che ha ucciso il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah». Il conflitto con il Partito di Dio, infatti, «pone un serio rischio di trascinare sia Israele che gli Stati Uniti in una costosa guerra senza fine, un esito che non porterà né pace né stabilità a Israele o al Medio Oriente». Nel seguito dell’articolo Gerges elenca i motivi per cui la baldanza di Netanyahu è mal riposta. Hezbollah è stato colpito duramente, ma è un’organizzazione molto strutturata, profondamente radicata nel tessuto politico e sociale libanese, e forte di migliaia di combattenti. L’ethos sciita che lo anima, con la sua cultura del martirio e del sacrificio, lo predispone inoltre a gestire anche le sconfitte. Sullo sfondo, rimane poi il vero nodo irrisolto: l’autodeterminazione dei palestinesi. Sulla stessa lunghezza d’onda il caporedattore de l’Orient-Le Jour Anthony Samrani, che in un articolo lucidissimo, tradotto integralmente in italiano sul sito di Oasis, ha misurato la distanza tra fantasie politiche e realtà: Netanyahu «vuole cambiare il volto del Libano e del Medio Oriente». […] La Repubblica islamica è «pronta a battersi fino all’ultimo libanese». Nessuno «sembra aver appreso la minima lezione dalla storia. Hezbollah rischia di farsi cancellare e di far cancellare una parte del Libano in un conflitto in cui il Paese dei Cedri ha tutto da perdere e assolutamente nulla da guadagnare. Israele per parte sua sembrerebbe in grado di riportare una vittoria militare, senza però riuscire a dare il colpo di grazia all’avversario. Più cercherà d’ottenere una vittoria totale, più correrà il rischio di perdere questa guerra sul piano politico. Come sempre in Medio Oriente, la logica del più forte prevarrà senza risolvere alcunché».“ (Oasis). 


(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, il 3.10.2024; quarto giorno della Novena a Newman; festa della riunificazione tedesca). Il quarto giorno della novena al santo inglese mi da l’opportunità di riflettere sul „dono della Chiesa“ e di rinnovare la mia fiducia in essa: „Non lasciare che io mi dimentichi, nemmeno per un istante, che tu hai stabilito sulla terra il Tuo regno, che la Chiesa è opera Tua, Tua istituzione, Tuo strumento; che noi siamo governati da te, dalle Tue leggi e dal Tuo sguardo - che quando la Chiesa parla, sei Tu a parlare. Non lasciare che la familiarità con questa magnifica verità mi porti a esserle indifferente; non lasciare che la debolezza dei Tuoi rappresentanti umani mi porti a dimenticare che Tu parli e agisci attraverso di loro“ (MD, pp. 378-379) - un gruppo importante e rappresentativo della Chiesa è riunito ora a Roma per il Sinodo, ma ovviamente in tante parte del mondo la Tua Chiesa è presente, come opera Tua, forse nella camera di un ospedale, forse nella diaspora. Per le persone riunite a Roma il cardinal Ouellet ci ricorda che il Sinodo „non vuole promuovere principalmente desideri di riforma“, ma „piuttosto, le preoccupazioni delle Chiese locali sono veicoli per consentire alla Chiesa di “annunciare il Vangelo secondo la missione che le è stata affidata” (Ouellet) e di riconoscere i passi dello Spirito Santo, che ci invita “a crescere come Chiesa sinodale” (Ouellet). Questo è affermato nella metodologia per il Sinodo mondiale.“ (Dorothea Schmidt, Der Tagespost, 1.10.24). Ciò non significa che la „vigna“ non sia aggredita (cf. Salmo 80 (79) e che non siano necessarie anche riforme concrete (Ecclesia semper reformanda est); giustamente il cardinal Ouellet ci ricorda il compito principale: l’annuncio del Vangelo, che accade sempre in mezzo alle tentazioni: „il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha voluto“ (Salmo 81(80)). Purtroppo spesso ci facciamo guidare „dall’oscurità e dalle apparenze“ (dalla preghiera della novena a Newman). 


Da un certo punto di vista la riunificazione tedesca è davvero, ma anche in un senso inverso a quanto pensa il mainstream una grande opportunità per la Germania, per comprendere quale sia la posta in gioco in questo momento e che ieri pomeriggio ho espresso con la frase di Jünger: “È ovvio che le nature orientali possono guadagnare spazio di manovra e salire al potere {nella modalità dell'arbitrio, che per Jünger è una tentazione, non un valore}... Questo tipo di origine non è necessaria. È una conferma geografica, secondaria. L'arbitrarietà è di casa nel cuore dell'uomo. Per questo può emergere in ogni tradizione, come ad esempio in Domiziano, quella malvagia eccezione tra i Flavi” (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, capitolo 33, 1953).  Oggi la grande „arbitrarietà“ sta accadendo nel nome di un „centro“ che non è più centro politico, ma un’espressione guerrafondaia della risoluzione dei problemi del mondo, che tradisce ciò che „vogliono i popoli“ (una sorella della comunità di Padre Paolo Dall’Oglio SJ) e i popoli vogliono la pace: questo forse è più chiaro nell’est che nell’ovest della Repubblica federale tedesca. Chi è oggi operatore di pace non lo si capisce dalle labili espressioni pseudo diplomatiche, ma da quello che davvero uno fa, in primo luogo per superare l’arbitrarietà „che è di casa nel cuore dell’uomo“ . 


Ieri ho condiviso in Instagram e Facebook alcune frasi di un dialogo che Freya India ha sostenuto con N.S. Lyons e che si possono riassumere così: „Per la maggior parte dei giovani, non credo che abbiano un disturbo. Penso che stiano vivendo un disagio normale e che abbiano bisogno di aprirsi con gli altri. Le ragazze non dovrebbero nascondersi quando non stanno bene. Ma dovrebbero aprirsi faccia a faccia, in modo onesto e vulnerabile, in comunità reali, in amicizie significative, in famiglie stabili - non su TikTok o sui forum di Reddit o con qualche consulente di BetterHelp. E hanno bisogno di usare parole vere, non di imbastire sempre tutto con etichette mediche e linguaggio terapeutico. È questo che dovremmo incoraggiare.“ (India). O detto ancora in modo più sintetico: necessitiamo di amore, non principalmente di terapia.


“Invece di discutere e persuadere i suoi concittadini {Harris e i democratici}, vorrebbe censurare le persone che fanno “disinformazione”. Credo che questa sia una minaccia alla democrazia molto più grande di qualsiasi altra cosa che abbiamo visto in questo Paese negli ultimi 40 anni. Sono davvero orgoglioso, soprattutto perché sono stato cresciuto da due democratici che hanno lavorato per tutta la vita, di avere l'appoggio di Bobby Kennedy Jr. e Tulsi Gabbard, leader della coalizione democratica da sempre. Siamo uniti dietro un principio fondamentale del Primo Emendamento americano.
Kamala Harris è impegnata in una censura su scala industriale. L'ha fatto durante il COVID-19 e l'ha fatto su una serie di questioni, e questa, per me, è una minaccia molto più grande per la democrazia di quello che ha detto Donald Trump quando ha detto che i manifestanti dovrebbero protestare pacificamente il 6 gennaio” (J.D.Vance in X, ripreso da più voci).


Abba nostro…


(Dopo) Tra le cose più disastrose per un giudizio sull’esistenza storica è quella di fare di tutta l’erba un fascio, di dare giudizi del tipo che nella notte tutte le vacche sono nere. Per cui tutti sono criminali allo stesso modo, mentre è possibile differenziare e sostenere, per fare un esempio, che una presidenza di Kamala Harris, per quanto riguarda la libertà di espressione e la profezia della pace sarebbe peggio di una presidenza di Donald Trump. Essendo qui nell’ambito della verosimilitas e non della veritas, ovviamente mi posso sbagliare, ma un giudizio deve essere tentato. “Più preoccupante di qualsiasi minaccia esterna è la perdita interiore, la discesa etica che distrugge ciò che rende la resistenza significativa in primo luogo. Questo ci riporta alla menzione della grandezza. Che si renda visibile ciò che è grande e degno nelle persone, che si insegni e si comprenda una classificazione storica e teologica delle azioni e delle opere, questo è più importante del progresso tecnico, che può essere sempre e solo una leva, ma mai un valore” (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, numero 34, 1953). Si deve essere capaci di distinguere massacri veri e propri da azioni di guerra: per esempio il massacro nazista di Oradour del 10.6.94 ha superato ogni regola dell’uso della violenza; persone come Adolf Hitler o Jean Baptiste Carrier (1756-1794) non hanno mai una „grandezza“ e non potranno mai averla. Qualcosa come „il massacro di Srebrenica (IPA: [srêbrenit͡sa]) di oltre 8000 ragazzi e uomini bosgnacchi (ovvero musulmani bosniaci) avvenuto nel luglio 1995 nella città di Srebrenica e nei suoi dintorni, durante la guerra in Bosnia-Erzegovina“ (Wikipedia), non potrà mai e poi mai essere giustificato…Ma anche per cose meno gravi, forse meno gravi, come il giudizio che ho condiviso questa mattina di J. D. Vance: „Kamala Harris è impegnata in una censura su scala industriale. L'ha fatto durante il COVID-19 e l'ha fatto su una serie di questioni, e questa, per me, è una minaccia molto più grande per la democrazia di quello che ha detto Donald Trump quando ha detto che i manifestanti dovrebbero protestare pacificamente il 6 gennaio”“. Insomma la nostra esistenza storica ci chiede giudizi, che non sono assolutamente veri, ma che sono del tutto verosimili e che come tali devono essere tentati e difesi. Da questo punto di vista è un errore gravissimo, anche se per l’appunto a livello della verosimilitas, sottolineare che Joe Biden avrebbe tentato più volte di frenare la violenza israeliana. Per quanto riguarda l’ultima ora: „Prime vittime in Libano fra i soldati israeliani nell’operazione di terra. Otto giovani sono stati uccisi in uno scontro con gli hezbollah. Nel frattempo, si è andata chiarendo la dimensione dell’attacco missilistico iraniano di 48 ore fa. Scrive infatti Davide Frattini sul Corriere oggi: “L’impatto dei 181 missili balistici lanciati a ondate è diventato più chiaro, i danni maggiori: 100 edifici sono stati danneggiati nel centro del Paese, sulla superstrada a nord di Tel Aviv un grosso cratere è ben visibile, quanto è visibile il palazzo del Mossad, i servizi segreti esterni sullo sfondo. I portavoce dell’esercito ammettono che sarebbero state colpite anche basi, una dell’aviazione nel deserto del Negev, ma non ci sono vittime e l’operatività non è stata rallentata”. Gli esperti militari spiegano che questa volta l’Iran ha bucato lo scudo di protezione israeliano e in questo attacco è dunque contenuto un messaggio chiaro. Tuttavia Benjamin Netanyahu promette una contro-rappresaglia molto dura contro Teheran e fonti giornalistiche citano come obiettivi possibili i siti nucleari iraniani.“ (Banfi, versione odierna). Bisogna lavorare sugli eventi, che anche solo a distanza di 48 ore possono essere giudicati in modo del tutto diverso…


«Per invocare dall'intercessione di Maria Santissima il dono della pace, domenica prossima 6 ottobre mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un'accorata supplica; se possibile, chiedo anche a voi, membri del Sinodo, di unirvi a me in quell'occasione. E, il giorno dopo, 7 ottobre, chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo» (Papa Francesco) 



(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, il 2.10.2024; il giorno degli angeli custodi; terzo giorno della novena a Newman; compleanno di Heidi


Ángele Dei,

qui custos es mei,
me tibi commissum pietáte supérna,
hodie (or hac nocte) illúmina, custódi, rege et gubérna. Amen.

Caro Roberto, Grazie per la tua traduzione {HA}! Capisco bene quello che dici a proposito dell’aver sentito «il mio amico in cielo con me». La sua ispirazione accompagna chi entra come «bambino» nella sua opera. (…) Don Andrea (Brutto)“ {è il nuovo rettore della Casa Balthasar}. 


Il terzo giorno della novena a San Newman riguarda le sofferenze di Gesù, cosi che con essa sono in contatto intimo con la liturgia penitenziale che si è svolta ieri in San Pietro con i partecipanti del Sinodo; il vescovo Oster riassume così alcune intenzioni di preghiera di quella liturgia: „I temi delle preghiere di perdono ben formulate includevano: i nostri fallimenti nel trattare con il creato, con le vittime di abusi, con i poveri e i malati, con i giovani, con le donne, con i migranti, nel sostenere il colonialismo - e anche nel modo (sbagliato) in cui trattiamo la nostra dottrina di fede; e altro ancora.“ - „Il cuore forte di Gesù, quel cuore che è solo nobiltà, generosità, tenerezza e purezza, è stato ucciso dal peccato“ (San Newman, MD, pp. 323-325). 


Ho finito di vedere il film di T. Malick sulla figura di Franz Jägerstätter, ma anche di sua moglie Fanny. Procedendo il film sa esprimere bene la preghiera di entrambi; la Chiesa non ne esce bene nel film (e neppure i cattolici del paese, anche se qualcuno mostra un cuore buono), anche se il parroco accompagna la moglie a Berlino, quando viene a sapere della condanna a morte. Ad un certo punto c’è un „Tu“ nella preghiera di Franz, pronunciato mentre il regista inquadrava le carceri in un movimento opprimente, che era ricolmo di speranza. Una decisione come quella di Franz, può essere presa solo al cospetto di un Tu, e solo così la conferma di amore di Franziska nel carcere, diventa, per quanto sia possibile, consolazione. E certamente angeli e santi non hanno smesso di pregare per questi due eroi contadini! 


„La morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, rimasto vittima di un attacco missilistico israeliano nella serata di venerdì, rappresenta senz’ombra di dubbio un momento cruciale per l’intero Medio Oriente e schiude scenari geopolitici imprevedibili. L’impressionante operazione di guerra ibrida avviata da Tel Aviv contro Hezbollah – iniziata con l’esplosione dei cercapersone dei miliziani e proseguita con massicci bombardamenti nel Libano meridionale – è culminata il 27 settembre con l’eliminazione del leader del “Partito di Dio”.“ (M. Primavera, Oasis di ieri) - nel frattempo, dopo che Israele era entrato ieri con i carri armati nel sud del Libano, l’Iran ha risposto bombardando Israele (ma non ho ancora letto informazioni precise). 


La guerra non si ferma. Anzi cresce, si propaga, si contagia. Ieri è stato l’Iran a lanciare un pesante attacco in grande stile, con 181 missili destinati a colpire Israele. Lo scudo protettivo israeliano, con l’appoggio degli americani e dei giordani, ha impedito che il bombardamento partito da Teheran fosse in alcun modo efficace…Ieri papa Francesco è tornato sul tema della pace, alla veglia di preghiera di inizio Sinodo, nella quale è intervenuta anche una suora della comunità fondata da padre Paolo Dall’Oglio: “Non vi rassegnate alla guerra. I popoli vogliono la pace”.“ (Banfi, versione odierna) - credo che sia venuto il momento di schierarsi apertamente, anche se nella modalità della „verosimilitas“ e non della „veritas“ (quest’ultima vale solo per Cristo); tutti i politici che non si schierano, con le parole e con i fatti (chi vende e manda armi in giri per il mondo non sta facendo il lavoro della profezia della pace), per la pace stanno contribuendo a distruggere il mondo; forse ha ragione Ciro a condividere la parola „impensabile“…


Abba nostro…


(Pomeriggio) Non c’è dubbio che Jünger veda nel „Nodo gordiano“ la libertà come fattore tipico dell’Occidente, ma è molto intelligente per sapere che: 1) “Di fronte all'impotenza, la sofferenza sembra incurabile, tanto più che minaccia di diventare sintomatica in tutti (!) i paesi del mondo. Questa sensazione è allo stesso tempo il segno che un problema fondamentale richiede una soluzione, così come è stato risolto innumerevoli volte nel corso della storia” (Il nodo gordiano, 32). 2) “È ovvio che le nature orientali possono guadagnare spazio di manovra e salire al potere {nella modalità dell'arbitrio, che per Jünger è una tentazione, non un valore}... Questo tipo di origine non è necessaria. È una conferma geografica, secondaria. L'arbitrarietà è di casa nel cuore dell'uomo. Per questo può emergere in ogni tradizione, come ad esempio in Domiziano, quella malvagia eccezione tra i Flavi” (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, capitolo 33, 1953). 


(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, il 1.10.2024; inizio del mese mariano; Santa Teresa del bambin Gesù e del volto santo; secondo giorno della novena a San Newman) Il secondo giorno della novena - i testi sono raccolti dal „Centro internazionale amici di Newman“ dal testo „Meditations and Devotions“ del santo inglese (postumo, a cura di William Neville) - riguarda la „miseria del mondo“ e contiene questa domanda: „Può questo essere il mondo che Tu hai  creato, così pieno di dolore e sofferenza?“ La risposta di Newman contiene una preghiera che mi corrisponde del tutto: „Non sei tu ad aver cambiato la Tua natura, ma è l’uomo ad aver rovinato la sua. Noi abbiamo peccato, o Signore, e da questo è derivato il cambiamento…Insegnami cosa è il peccato“ (MD, pp. 337-338). 


Dal sinodo mi giunge la voce attraverso un riassunto del Vescovo Oster, di una delle conferenze iniziali, quella del domenicano Timothy Radcliffe:   „Abbiamo il miglior motivo per rimanere sempre in pace attraverso la nostra fede, perché siamo in Colui che si è lasciato ferire fino alla morte - e così facendo ha vinto ogni dolore e persino la morte. La pace che noi cristiani possiamo sperimentare deriva quindi dalla vita nuova, la vita del superamento della morte. Per questo anche noi possiamo diventare veri ascoltatori e arrendevoli, senza la paura di essere feriti. Una Chiesa che vive di questa pace, e le persone della chiesa che vivono di questa pace, possono quindi anche essere aperte a tutte le persone, perché la paura di essere feriti non può mai essere più grande della vita che abbiamo già ricevuto.“ - Ovviamente ci sono prove grandi ed addirittura eccessive,  come quelle di  Franz Jägerstätter (ho visto la metà del film splendido di Terrence Malick, che mi ha consigliato Renato Farina): è davvero „misterioso“, che si possa essere cancelliere d’Inghilterra, come Thomas More, o un contadino austriaco, come Franz Jägerstätter, ma ad un certo punto si è presi così dalla verità e dalla giustizia, che non si può che seguire, certo con la propria libertà (che io non mi faccia da solo e che Dio è l’interior intimo meo, sono due facce della stessa medaglia), ma non si può che seguire l’Amore assoluto, che si occuperà anche di sua moglie e delle sue tre figlie. Franz ama la sua famiglia, ama la sua terra, che tra l’altro è messa in scena in modo spettacolare da Malick, ma non può collaborare con il male, perché Dio è amore e non ha fatto il male! In questo senso anche Franz „rimane sempre nella pace“. Come Giuseppe, Franz ha una preghiera „umile e sveglia“, „nell’umiltà impara a trovare il piccolo come piccolo, senza chiudersi al grande“ (Adrienne, Esperienza di preghiera, 54); come per Giuseppe non dipende da Maria e dal bambino ciò che lui deve fare, così per Franz non dipende da sua moglie e dalle sue bambine, „ma deve come uomo risponderne a Dio stesso. Senza mediazione“ (ibid.); come non è compito di Maria consigliare il marito, così non è compito di Franziska consigliare Franz, anche se in un certo senso i due si appartengono in modo indissolubile anche in questo e proprio nel loro destino; Franz „deve conservare in obbedienza la sua libertà“, una libertà che è posta immediatamente senza mediazioni al cospetto di Dio; come per Giuseppe nei confronti di Maria e Gesù la libertà di Franz (anche di fronte al parroco e al vescovo) si appoggia a quella di Franziska, „ma ha una sua propria natura“.  


Abba nostro…Ave Maria…


(Wetterezeube, il 30.9.24; San Gerolamo; primo giorno della Novena a San John Henry Newman) San Gerolamo e sant’Agostino si sono bisticciati molto, ma infine sono entrambi santi e padri della Chiesa: entrambi hanno amato la Bibbia.


Il mese di Settembre è per me in primo luogo il mese di Adrienne, con cui sto facendo la meditazione mattutina, meditando alcune pagine del suo libro sull’esperienza di preghiera (tra l’altro siamo nell’anno che il Santo Padre ha dedicato alla preghiera). Ma ovviamente ci sono anche altri grandi santi in questo mese, tra cui il mio santo protettore, Roberto Bellarmino, e santa Ildegarda di Bingen. Questa mattina nella meditazione sul testo di Adrienne su san Giuseppe mi ha colpito in modo particolare questa formula: „in fondo si esige da Giuseppe un’intelligenza più grande di quella che egli umanamente possieda“ (Adrienne); con ciò il compito rimane grande: proteggere un tesoro, far si che la piccola famiglia stia fisicamente e interiormente bene, sufficientemente bene, così che entrambi possano svolgere il loro compito; Giuseppe „protegge il presente“: scappando in Egitto e lavorando a Nazareth; prega la sua propria preghiera e cerca di partecipare a quella di Maria e Gesù, senza approfondire fino in fondo il significato dei due e la grande missione che si svolgerà sulla Croce e sotto di essa.

Il primo giorno della novena a Newman riguarda la „fiducia nella provvidenza“ („Ho la mia missione. In qualche modo sono necessario per i Suoi scopi…“), che finisce con questa preghiera: „ O Emmanuele, io confido completamente in Te. Tu sei più saggio di me, mi ami più di quanto io ami me stesso. Degnati di realizzare in me i Tuoi eccelsi disegni, quali che essi siano; opera in me e attraverso di me. Sono nato per servirTi, per appartenerTi, per essere un Tuo strumento. Non Ti chiedo di vedere, non Ti chiedo di sapere; semplicemente chiedo che Tu Ti serva di me“ (MD, pp.299-302; citato dal „Centro Internazionale degli amici di Newman“, 2022). 


Tre punti del Santo Padre, un’agenda, espressa in aereo al ritorno del suo viaggio in Luxemburg e Belgio: 1) «Quelle persone disperse alle Canarie, mi fa dolore. Oggi tanti, tanti migranti che cercano la libertà si perdono sul mare o vicino alle coste… Pensiamo a Crotone, a cento metri… Penso a questo. È da piangere, questo». . 2) «Tutti i giorni io telefono alla parrocchia di Gaza. Lì dentro ci sono più di seicento persone, e mi dicono le cose che succedono, anche le crudeltà. E quello che lei mi dice… Non ho capito bene come sono state le cose, ma la difesa sempre deve essere proporzionata all’attacco. Quando c’è qualcosa di sproporzionato, si fa vedere una tendenza dominatrice che va oltre la moralità. Un Paese che con la forza fa queste cose - parlo di qualsiasi Paese - in un modo così “superlativo”, sono azioni immorali. Anche nella guerra c’è una moralità da custodire. La guerra è immorale ma le regole di guerra implicano qualche moralità. Quando questo non si fa, si vede il "cattivo sangue" di queste cose, diciamo in Argentina». 3) „ Il Re (Baldovino) è stato coraggioso, davanti a una legge di morte non ha firmato e si è dimesso. Ci vuole coraggio, un politico con i pantaloni, per fare questo. Lui ha dato un messaggio e lo ha fatto perché è un santo. Ancora non è santo ma il processo di beatificazione andrà avanti, perché ne abbiamo avuto prova…Le donne hanno diritto alla vita, la loro e la vita dei figli. Non dimentichiamo di dire questo: un aborto è un omicidio. La scienza ti dice che al mese del concepimento tutti gli organi sono già completi. Si uccide un essere umano. I medici che si prestano a questo, permettimi la parola, sono dei sicari. E su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana. E le donne hanno il diritto di proteggere la vita. Un’altra cosa sono i metodi contraccettivi. Questo è un’altra cosa, non confondere, io adesso parlo solo dell’aborto. E su questo non si può discutere. Questa è la verità».» 


„L'imperialismo statunitense è oggi più barbaro che mai.
I politici di entrambi i partiti celebrano come una vittoria legittima il fatto che Israele abbia sganciato più di 80 bombe su 4 condomini residenziali nel sud di Beirut per uccidere il leader di un partito politico libanese democraticamente eletto in parlamento.
Difendono lo sfollamento di centinaia di migliaia di libanesi e il continuo bombardamento a tappeto di case civili libanesi e letteralmente qualsiasi atrocità Netanyahu si senta in grado di commettere contro di noi.
Questo avviene dopo un anno di genocidio a Gaza con le armi degli Stati Uniti.
Le persone che sostengono lo smembramento dei nostri Paesi, l'omicidio di massa del nostro popolo e il furto della nostra terra sono più malate che mai. Questo sistema sociopatico è più malvagio che mai.
La resistenza contro di esso continuerà, ma ciò contro cui si scontrano quelli di noi che hanno a cuore l'umanità è enorme e dobbiamo capire fino a che punto sono disposti a spingersi per soffocare qualsiasi tentativo di un mondo liberato.“ (Rania Khalek, X.9.24) - visto che ieri ho citato a lungo il punto di vista di Jared Kushner, non volevo non citare questa giornalista, che ritengo essere una voce credibile del suo popolo. Nella sua bacheca ha condiviso le foto di bambini uccisi in questa azione, che il Papa ritiene essere sproporzionata. 


Cito da un articolo di Matt Taibbi, che mi ha mandato Adrian: „Mi chiamo Matt Taibbi. Faccio il giornalista da 35 anni, occupandomi di tutto, dalla contabilità del Pentagono alle frodi finanziarie alla guerra dei droni. Qualche anno fa mio figlio mi ha chiesto cosa faccio. Gli ho risposto: “Papà scrive di cose così orribili da essere interessanti”.
Due anni fa sono stato invitato da Elon Musk a esaminare la corrispondenza interna di Twitter. Ne sono scaturite le storie chiamate Twitter Files, la cui principale rivelazione è stata un ampio sforzo del governo per sopprimere la parola.
Sono stato invitato a parlare dei rischi per il Primo Emendamento, ma per non creare suspense: quella battaglia è persa. La censura di Stato è un dato di fatto nella maggior parte dell'Occidente. A febbraio i nostri alleati europei hanno iniziato a osservare il Digital Services Act, che impone alle piattaforme Internet di applicare i giudizi di revisori di contenuti nominati dallo Stato e chiamati „segnalatori di fiducia“.
Tutto ciò che abbiamo trovato nei file di Twitter si riassume in una frase: una zuppa alfabetica di agenzie di controllo sta già facendo, in modo informale, più o meno la stessa cosa della nuova legge draconiana dell'Europa.
Ora, è contro la legge quando un funzionario della Casa Bianca chiama Facebook e chiede di bandire un giornalista per aver scritto che il vaccino Covid “non blocca l'infezione o la trasmissione”? Penso proprio di sì. Certamente viola lo spirito del Primo Emendamento, anche se i giudici affermano che si attiene alla lettera.
Ma questa è l'America del dopo 11 settembre. Che si tratti di sorveglianza o di tortura o di habeas corpus o di prigioni segrete o di consegne o di un'altra dozzina di cose, noi ignoriamo le leggi. L'impunità istituzionale è la caratteristica principale della nostra attuale forma di governo.
Abbiamo concetti come “illegale ma necessario”: il governo può torturare, il pubblico ovviamente no. Lo Stato può intercettare le telefonate, voi no. Lo Stato può perquisire senza mandato, assassinare, carpire le geolocalizzazioni dai vostri telefoni, una qualsiasi delle centinaia di cose ufficialmente proibite, ma permesse. Questo concetto richiede che i funzionari abbiano un permesso speciale per ignorare le leggi.
Dieci anni fa, siamo stati sorpresi a spiare tre diversi presidenti francesi e aziende come BNP Paribas, Credit Agricole, Peugeot, Renault e Total. Barack Obama ha chiamato i francesi per scusarsi, ma ci siamo fermati? Abbiamo incriminato la persona che ha diffuso la notizia, Julian Assange.
A proposito, congratulazioni a Julian per essere uscito. E vergogna a tutti i giornalisti che non hanno chiesto il suo rilascio.
IGNORIAMO LE LEGGI. È quello che fa l'America. In quest'ottica, il nostro governo è passato dalla censura al progetto più ampio di cambiare la personalità degli americani. Vogliono un cittadino più obbediente, timoroso e timoroso. Il loro strumento è Internet, un'immensa macchina per distribuire premi e punizioni attraverso i like e le visualizzazioni, la vergogna o la de-amplificazione. I meccanismi sono complicati, ma il concetto di base è semplice: si viene classificati per l'accettazione dell'autorità, si viene classificati per la messa in discussione, e le domande di qualsiasi tipo vengono sempre più considerate come una forma di disinformazione.“ (Matt Taibbi, 30.9.24).


Ciò che Massimo Cacciari chiama la „guerra assoluta“ corrisponde probabilmente all’idea della „mobilitazione totale“ di Ernst Jünger… (cf. Banfi, versione odierna)


Abba nostro…


(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, Pomeriggio) Riprendo il mio dialogo interiore con Ernst Jünger, che mi permette una certa calma profonda, in questo tempo che il Papa definisce quasi come una terza guerra mondiale. Nel capitolo 31 del „Nodo gordiano“ Jünger, alla scuola di Tacito e Svetonio, pone la questione dei „reggenti buoni e cattivi“, tenendo conto in primo luogo che errori e virtù sono presenti in tutti (sia in quelli democratici che in quelli autocratici); ci si muove sempre tra arbitrarietà e giustizia, e la  cosa diventa davvero oscura se l’ecclisse del „bonum diffusivum sui“ (Tommaso d’Aquino) diventa permanente. Fa parte della „natura corrupta“ dell’uomo che più che dalla bontà, la sua attenzione sia attirata da ciò che è orribile, come quello che sta accadendo da mesi, per fare un esempio, in Gaza ed ora nel sud del Libano. Io non sosterrei, per comprendere gli eventi, teorie complottiste, né quelle primitive né quelle più intelligenti, perché in vero la storia può essere solo compresa, se non vuol  diventare solo un chiacchiericcio aneddotico, ad un livello più profondo, dove è in gioco „un nucleo senza tempo“; dire che i servizi segreti israeliani, capaci di piegare la resistenza degli Hezbollah, abbiano preso in conto il massacro del sette Ottobre di due anni fa, non mi sembra essere saggio, piuttosto è vero che si  sono serviti di esso per legittimare ciò che non lo può essere, perché è una reazione eccessiva. Sarà certo necessario, come è stato fatto, riportare nell’alveo dell’esistenza storica i miti, come quello della decapitazione dei neonati da parte di Hamas, ma è probabile che, come ha spiegato bene N.S. Lyons qualche tempo fa, anche il sistema più perfetto, a volte non funzioni, come possiamo vedere nel caso famoso della Titanic. Che Israele abbia preso in conto la morte di così tanti connazionali, a me sembra essere a sua volta un mito. Ma ritorniamo al punto di partenza: quali reggenti possono essere giudicati con una certa „mitezza“? Direi quelli che corrispondono di più al modello di Augusto che a quello di Adriano: il primo comincia con durezza ed arriva ad un servizio di pace; il secondo comincia con mitezza e finisce nella diffidenza; in modo meno brutale che in Nero; anche di quest’ultimo comunque, ricorda Jünger, che al suo sepolcro, per un lungo periodo di tempo, sono stati portati dei fiori, così che sembra che il giudizio dei contemporanei fosse meno duro di quello degli storici e di noi lettori. Molti dei reggenti si sono trovati ad agire in tempi in cui le istituzioni erano in crisi (Cesare…) e quindi dovranno essere giudicati per il modo con cui si sono serviti della loro „forza elementare“. Quest’ultima mi sembra essere più presente in Trump che nella sua rivale Harris. Il reggente diventa insopportabile se crede di poter giudicare tutto e se mette il suo potere al servizio di una totale censura statale (e questo non accade solo nelle autocrazie), fatta passare come un’opera buona per evitare che i cattivi dilatino fake news (Cf. il lavoro fatto su questo da Matt Taibbi). È vero che la libertà interiore, nel senso di Boezio, è possibile dappertutto, anche nelle prigioni, ma è anche vero che in esse, vengono „massacrati“ interiormente anche persone forti come Julian Assange. Infine direi che un reggente è buono quando ha un senso della sacralità di questa libertà interiore e non usa il suo potere come arbitrarietà assoluta e permanente.



(Wetterzeube, 26esima domenica del Tempo Ordinario) „Oh, che bello. Congratulazioni, caro Roberto. Mi fa molto piacere - e spero che possa anche essere pubblicato {la mia traduzione dell’Homo Abyssus}. Forse un confronto con la traduzione americana di David Schindler aiuterà nella rilettura e in caso di dubbi!

Cordiali saluti - Sono in partenza. Domani mattina parto per Roma per il Sinodo. Cordiali saluti. +Stefan Oster SDB“.


Ieri notte commentando la frase di Simon Weil: „La ricerca del piacere è sempre cattiva“, mi sono reso subito conto che io non ne sono all’altezza. Per lo meno posso tentare di prenderla sul serio in riferimento all’amicizia; nell’amicizia non si deve cercare un’auto-consolazione (piacere), ma la gratuità. Le letture della domenica sono anche molto chiare: „l’uomo può sedurre anche se stesso: nella mano, nel piede e nell’occhio si trova la sua cattiva concupiscenza: qui è giusto essere egualmente senza pietà con se stessi, come era conveniente per il seduttore degli altri {in modo particolare dei semplici credenti}. Chi seduce è da annientare; simbolicamente, il membro che attira al male è da tagliare. Un uomo spiritualmente diviso non arriva a Dio, l’antidivino in lui appartiene all’inferno“ (Balthasar, Luce della Parola, traduzione di Padre Sommavilla). Ti chiedo, Padre, di non essere un uomo spiritualmente diviso!  Confido in due pensieri che possono essere messi in contatto con queste „immagini molto forti e dal sapore „orientale““ (Bruno Maggioni): in primo luogo quello che ripete in continuazione il Papa: Dio è tenerezza, vicinanza e misericordia e poi quello di Adrienne: non si può „disimparare Dio“. Infine vorrei anche pregare un discernimento preciso di ciò che fa parte dell’esigenza „selvaggia“ della carne e ciò che è „divisione nello spirito“. // L’altro tema delle letture della domenica mi sembra anche molto importante: „Il suo ordine (dello Spirito Santo) non concorda sempre con l’ordine ecclesiale, anche se Egli stesso prescrive l’ordine ecclesiale, e la Chiesa deve attendersi ad esso“ (Balthasar, ibid.). Infine le letture parlano anche delle ricchezze: „oltre ai carismi, si possono mettere a disposizione della collettività anche le ricchezze gestite con giustizia“ (Ravasi). 


„Fresco dell'incontro con Trump, Zelensky dichiara a Fox News di aver ricevuto da Trump “informazioni molto dirette sul fatto che sarà dalla nostra parte, che sosterrà l’Ucraina”.“ (Michael Tracey, X, 29.9.24) - se questo fosse vero non avrei alcun argomento per favorire Trump alla Harris. 


Secondo un funzionario israeliano, Nasrallah ha letteralmente dato la vita per la Palestina {rifiutando di separare il Libano da Gaza}.“ (Aaron Maté, X, 29.9.24) - ovviamente conosco la lettura di chi dice che lui e i suoi Hezbollah sono solo criminali, ma nelle cose che diceva c’era più „moderazione“ di quanto ci sia in quello che dice e fa Netanyahu. RIP “Quando affermano che Nasrallah era animato da antisemitismo, guardate questo filmato {nell’account di  Proudfoot}. Era spinto da una comprensione anti-imperialista del posto di Israele nel sistema mondiale. Questo è semplicemente un fatto. Ignorate le bugie e la disinformazione degli opinionisti ignoranti”. (Philip Proudfoot, X, 28.9.24).


PS “Il 27 settembre è il giorno più importante in Medio Oriente dalla rottura degli Accordi di Abramo. Ho trascorso innumerevoli ore a studiare gli Hezbollah e non c'è esperto al mondo che abbia pensato che fosse possibile ciò che Israele ha fatto per decapitarli e degradarli.
Questo è significativo perché l'Iran è ora completamente scoperto. Il motivo per cui le loro strutture nucleari non sono state distrutte, nonostante la debolezza dei sistemi di difesa aerea, è che Hezbollah è stata una pistola carica puntata contro Israele. L'Iran ha passato gli ultimi quarant'anni a costruire questa capacità come deterrente.
Il Presidente Trump diceva spesso: “L'Iran non ha mai vinto una guerra ma non ha mai perso un negoziato”. Il regime della Repubblica islamica è molto più duro quando rischia la vita di Hamas, Hezbollah, Siria e Houthi che quando rischia la propria. I loro folli sforzi per assassinare il Presidente Trump e hackerare la sua campagna elettorale puzzano di disperazione e stanno indurendo un'ampia coalizione contro di loro.
La leadership iraniana è bloccata nel vecchio Medio Oriente, mentre i loro vicini del CCG stanno correndo verso il futuro investendo nelle loro popolazioni e infrastrutture. Stanno diventando calamite dinamiche per i talenti e gli investimenti, mentre l'Iran rimane sempre più indietro. Man mano che le minacce e i procuratori iraniani si dissolvono, la sicurezza e la prosperità regionale aumenteranno per cristiani, musulmani ed ebrei.
Israele si trova ora con la minaccia di Gaza in gran parte neutralizzata e l'opportunità di neutralizzare Hezbollah nel nord…
Chiunque abbia chiesto un cessate il fuoco nel nord si sbaglia. Israele non può tornare indietro. Non possono permettersi di non finire il lavoro e di smantellare completamente l'arsenale che è stato puntato contro di loro. Non avranno mai un'altra occasione.
Dopo i brillanti e rapidi successi tattici dei cercapersone, delle radio e dei bersagli della leadership, l'enorme arsenale di Hezbollah è incustodito e non presidiato. La maggior parte dei combattenti di Hezbollah si nasconde nei suoi tunnel. Chiunque sia ancora in circolazione non è abbastanza importante da portare un cercapersone o essere invitato a una riunione della leadership. Anche l'Iran è in difficoltà, insicuro e non sa quanto sia stata penetrata la sua stessa intelligence. Non sfruttare appieno questa opportunità per neutralizzare la minaccia è da irresponsabili.
Ho sentito storie incredibili su come Israele abbia raccolto informazioni negli ultimi 10 mesi grazie a una tecnologia brillante e a iniziative di crowdsourcing.
Ma oggi, con la conferma dell'uccisione di Nasrallah e l'eliminazione di almeno 16 alti comandanti in soli nove giorni, è stato il primo giorno in cui ho iniziato a pensare a un Medio Oriente senza l'arsenale iraniano completamente carico e puntato contro Israele. Sono possibili molti altri risultati positivi.
Questo è il momento di sostenere la nazione di Israele che cerca la pace e la gran parte dei libanesi che sono stati tormentati da Hezbollah e che vogliono tornare ai tempi in cui il loro Paese era prospero e Beirut una città cosmopolita. Il problema principale tra Libano e Israele è l'Iran; per il resto, la collaborazione tra i cittadini di entrambi i Paesi può portare molti vantaggi.
La mossa giusta per l'America sarebbe quella di dire a Israele di finire il lavoro. È da tempo che lo si attende. E non è solo una battaglia di Israele.
Più di 40 anni fa, Hezbollah uccise 241 militari americani, tra cui 220 Marines. Quello rimane il giorno più letale per il Corpo dei Marines americani dalla battaglia di Iwo Jima. Più tardi, nello stesso giorno, Hezbollah uccise 58 paracadutisti francesi.
E ora, nelle ultime sei settimane circa, Israele ha eliminato tanti terroristi sulla lista dei ricercati degli Stati Uniti quanti gli Stati Uniti ne hanno eliminati negli ultimi 20 anni. Compreso Ibrahim Aqil, il leader dell'Organizzazione della Jihad islamica di Hezbollah che ha organizzato l'uccisione di quei Marines nel 1983” (Jared Kushner, X. 29.9.24) // ‘Kushner gestiva il portafoglio della politica mediorientale per Donald Trump’ (Michael Tracey)


Nella nuova serie „Tolkien“ ci sono due belle immagini di amicizia, quella tra l’elfo Elrond e il nano Durin e quella tra Nori e il mago buono. Tom Bombardil, però, ricorda a quest’ultimo che il compito (destino) sta prima dell’amicizia, perché senza il compito quest’ultima diventa solo „sentimento“ che impedisce di fare quel „lavoro“ di cui parla Simon Weil: „È una colpa desiderare di essere capiti prima di aver chiarito se stessi ai propri occhi“, e questo chiarimento è solo possibile non ignorando il proprio compito e il proprio destino. Galadriel in questo è forte, ma anche un po’“fanatica“.  


Abba nostro…  


(Notte) Ho ascoltato e guardato la predica del papa nello stadio a Bruxelles; vedo che il popolo santo di Dio è con lui sia sulla questione degli abusi sia sulla profezia della pace. Mi ha commosso vedere tanta gioia…


(Wetterezeube, il 28.9.24; 28 settembre 1978, ci lasciava Papa Giovanni Paolo I.) „Magnifico! Complimenti! caro Roberto. Sarà un grande contributo alla conoscenza di Ulrich in Italia (ho completato l’altro ieri la traduzione di „Homo Abyssus“ di Ferdinand Ulrich; r). Oggi (27.9.) è l’anniversario della fondazione della Compagnia di Gesù (1540)… e dell’inizio della Casa Balthasar nel 1990. Intanto, buon ultimo anno scolastico, e forse arrivederci a Lyon… Jacques Servais SJ“. 


La preghiera di Giuseppe (cfr. Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 53) è certamente una preghiera dell’obbedienza „senza riserve“, ma la modalità di questa preghiera „non è solo quella della riverenza timorosa e della solidificazione“, ma quella dell’ „accettazione responsabile del compito“ (Adrienne); Giuseppe in primo luogo non capisce, ma appena capisce (non con una „ragione pura“) obbedisce, fugge con la piccola famiglia, quando deve fuggire, lavora con e per essa quando deve lavorare; educa Gesù ad una preghiera profonda ed accompagna Maria nel suo atteggiamento di preghiera, e lo può fare perché lui stesso prega.


Adrian mi ha mandato un articolo che ho appena cominciato a leggere e che voglio approfondire su in filosofo canadese, George Grant, che vorrei, però citare subito per un aspetto che mi ha colpito immediatamente: questo filosofo morto nel 1988, quando aveva settant’anni, non era un ideologo del „nazionalismo“; se fosse così non mi interesserebbe per nulla (nel sangue dei miei figli vi è sangue tedesco, italiano ed ungherese), ma non voleva che la sua nazione fosse risucchiata nella „sfera“ di potenza statunitense, per esempio rifiutando che si installassero missili nel territorio canadese (tra l’altro in questo contesto ho visto come Kennedy stesso fosse involto in un atteggiamento guerriero che non approvo e che non conosco a sufficienza: per esempio la sua responsabilità nella guerra in Vietnam); questa lotta la sento mia, sia per l’Italia che per la Germania; dobbiamo imparare ad essere più autonomi, cioè più „poliedrici“; mutatis mutandis vale anche per l’EU; questa battaglia deve essere vinta in servizio della „profezia della pace“, ma solo con persone come Wagenknecht e Orbán può diventare un „tentativo serio“…  Anche l’AfD potrebbe servire a questo, per questo motivo almeno su questo punto, sono d’accordo con Reinhard Müller, nel suo editoriale di oggi (FAZ), quando sostiene che: „I firewall non sostituiscono il dibattito“, tanto più che come scrive Jasper von Altenbockum nell’altro editoriale: „La migrazione non può essere cancellata (ignorata) dall’agenda politica“, perché essa forse non è la questione più importante del nostro tempo - la profezia della pace lo è -, ma certamente è una domanda importante del nostro tempo, che viene percepita, per il giornalista tedesco, in modo differente da chi è coinvolto „sotto“, e da chi prende le decisioni politiche „sopra“…

PS Dell’articolo di George Dunn (Compact, 26.9. 24) su George Grant, filosofo socialdemocratico conservatore, che tra l’altro Facebook mi ha vietato di pubblicare (ho obiettato, vediamo come risponderanno), vorrei pubblicare questo passaggio, che più da vicino ha un particolare valore per la „profezia della pace“: „Ma, come avvertiva Grant, l'obiettivo della comoda autoconservazione non era sufficiente a proteggere i deboli dalla predazione dei forti. Dopo tutto, la guerra del Vietnam è stata giustificata in termini di ideologia liberale. Lo Stato più potente della Terra era disposto a far piovere fuoco su un piccolo Paese contadino a migliaia di chilometri di distanza perché i vietnamiti non volevano far parte dell'impero capitalista liberale. Era come se l'evidente superiorità dello stile di vita nordamericano autorizzasse il dominio sui Paesi che osavano rifiutarlo. Altrove, Grant ha detto di essere tentato di riassumere l'ethos americano come “l'orgasmo in casa e il napalm all'estero”. Ha anche condannato la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti nella causa Roe contro Wade, che ha abbattuto le restrizioni legali sull'aborto, descrivendola come “una coppa di veleno per le labbra del liberalismo”, perché la sua negazione dei diritti ai non nati ha aperto la possibilità di escludere altre categorie di esseri umani dalla protezione della legge. Temeva per gli anziani, gli infermi, gli handicappati, per tutti coloro le cui rivendicazioni avrebbero potuto disturbarci nella nostra ricerca di una qualità di vita sempre maggiore.“ / L’intuizione filosofica più interessante del filosofo canadese, espressa nella prima parte dell’articolo di Dunn e quella della formula: „io non mi possiedo“, un’intuizione che il pubblico italiano conosce dal pensiero sul „Senso religioso“ del sacerdote lombardo, Luigi Giussani, ma che in quest’ultimo viene coordinata con l’idea della libertà e del libero verificare delle proposte della tradizione ed anche di ciò che viene ritenuta la „natura dell’uomo“ da parte del singolo uomo ; io ritengo che sia necessaria una critica della tecnica e che essa possa essere pensata in dialogo con Martin Heidegger, ma la mia decisione di pensare una critica del paradigma tecnocratico e liberale in dialogo con Ferdinand Ulrich ha certamente anche a che fare con l’idea della libertà, che non può essere lasciata alla sola rivendicazione del liberalismo mondiale. È vero che in dialogo con il „Padre celeste“ comprendiamo che non siamo in possesso di noi stessi, ma è anche vero che „il non-essere-causato-dell’essere“, dell’essere come dono di amore gratuito, mi permette una libertà che nasce dalla libertà del Padre stesso. / Anche il mio lungo dialogo con il volume nono dell'Opera omnia di Ernst Jünger (cfr. il mio diario pubblico: Diario di Roberto Graziotto) nasce da una critica alla "mobilitazione totale" del liberalismo, ma anche da un'idea di libertà che l'autore tedesco riassume con la categoria del "camminatore nel bosco". / Detto questo le posizioni politiche di Grant le sento molto vicine e sono contento di vedere in lui unite due „lotte“ che spesso vengono attribuite a due tendenze politiche: quella contro la guerra (a sinistra) e quella contro l’aborto e l’eutanasia (a destra). In questo senso sono contento di aver conosciuto questo personaggio singolare della cultura canadese. PS „Bello! Interessante! Se può esserti utile c'è un bel libro di Noam Chomsky che, super documentato, dimostra come il Vietnan sia stato voluto da Kennedy: "Alla corte di re Artù". Pertinentissima la sintesi "orgasm at home and napalm abroad". Alla fine la questione la poni bene: la vita mi appartiene? Nel senso di poterne disporre. Certo, è un discorso moooolto lungo“ (Nicola Pomponio). 



L’ora attuale detta in breve: „Gaza is in ruins. Lebanon is under assault. Russia just updated its nuclear doctrine.“ (Max Blumenthal); il cardinal Parolin all'Onu parla dell'eliminazione del debito e delle armi nucleari.. 


Abba nostro…


(Dopo una passeggiata) Mi ha telefonato mia mamma per dirmi che il Papa, credo sia in Belgio, stava parlando della „profezia della pace“ e si chiedeva come sia possibile parlare male di un papa così, che ci ricorda sempre le cose elementari, senza le quali non si può vivere: la profezia della pace, il rispetto per le altre religioni…


La mia amica di Mestre, Michela mi ha mandato un link sul Convegno per i 20 anni di Fondazione Oasis; mi ha indicato due interventi in modo particolare, quello di Massimo Cacciari e quello di un monaco dossettiano, Ignazio De Francesco, che vive nella Cisgiordania. 1) Non riprendo tutto il ricchissimo intervento di Cacciari, che è forse il filosofo italiano più intelligente, ma direi che le sue indicazioni sono preziose; in primo luogo la messa in questione dell’assolutismo totalizzante dell’ondata islamica, che c’è stata, ma che è finita da secoli e che non ha mai interrotto il rapporto tra le culture e le religioni; l’ondata occidentale, non solo militare, ma anche logistica e di una certa idea di intelligenza, che è del tutto assolutizzante, è una vera e propria „mobilitazione totale“ (del denaro, del potere, delle armi…). A questo totalitarismo corrisponde un’idea „deistica“ del Dio unico architetto…Vi è anche un’altra traduzione europea, quella di Nicola di Cusa, che non si basa, sulla „tolleranza“, ma sul coraggio della conoscenza reciproca, del sapersi tradurre reciproco, in forza dell’idea che il „Non-aliud“ è l’amore (ovviamente sono cosciente che in questo modo riassumo Nicola di Cusa, come l’ho capito io, senza usare la terminologia dell’approssimazione al vero usata da Cacciari). Poi infine un richiamo forte alla profezia della pace: nella guerra vince il più forte, non chi è più giusto…2) La testimonianza di preghiera ed esorcismo del Padre Ignazio in Cisgiordania, è anche testimonianza di giudizio sull’esistenza storica, sul significato del 7 Ottobre, sul significato dei coloni in Cisgiordania, che leggono certi salmi cruenti prendendoli alla lettera; sulla chance iniziale persa da parte dei palestinesi di una soluzione dei due stati e sull’illegalità israeliana odierna. Ha raccontato anche la vita concreta, che ha definito come una prigione sotto un cielo aperto ed infine ha invitato a comprendere la connessione intima tra giustizia, pace e perdono…


(Pomeriggio tardo) Nella nuova serie „Tolkien“ Sauron è una maestro dell’illusione con tanti nomi, voglioso di potere, non solo fisico, ma anche spirituale. 


Per quanto riguarda la questione del „meticciato“ (Scola, Cacciari), direi che si dovrà trovare un equilibrio tra esso e l’idea di nazione, a cui non si appartiene perché vi si è nati, ma perché in essa si lavora, come dice Renato nel suo testo su Milano. 


(Sera) „È una colpa desiderare di essere capiti prima di aver chiarito se stessi ai propri occhi - significa cercare dei piaceri nell’amicizia e non meritati - è qualcosa di più corruttore ancora dell’amore. Venderesti la tua anima per l’amicizia“ (Simone Weil, Quaderni. Volume I, 148) - „La ricerca del piacere è sempre cattiva“ (ibid.). Tanto più nell’amicizia; l’amicizia deve essere gratis, espressione prima del dono dell’essere come amore gratuito. Chiarire me stesso è possibile solamente se prendo sul serio: „etiam peccata“: (Agostino, Claudel, Weil); „una colpa è possibile solo nella misura in cui si è compreso che è una colpa: commettere la colpa è dunque necessario per apprendere qualcosa, come un dolore fisico per svelare una malattia. Ciò è possibile solo al passato“ ( Weil, ibidem 146); solo al passato, perché se no diventa giustificazione di ciò che non dobbiamo giustificare, ma confessare: il peccato. Una colpa grande è quello di „desiderare di essere capiti“, ma noi dobbiamo fare due cose: chiarire noi a noi stessi ai propri occhi e confessare il peccato. L’amico non può confermare quello che solo tu puoi confermare e non può neppure confessare il tuo peccato; e la ricerca del piacere? A me sembra che a volte non c’è modo diverso per calmarsi, perché non siamo solo spirito, ma anche carne e lo spirito può trasformare la carne, ma non credo sia un automatismo; bisogna chiedere di essere ampliati, così era cominciata la meditazione questa mattina. 


Con Konstanze abbiamo pregato i „Vespri“ in onore degli arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele. 


(Droyssig, il 27.9.24; anniversario della fondazione della Compagnia di Gesù nel 1540 e della Casa Balthasar nel 1990) Lo „Spirito“ (pneuma) che non è l’anima, può trasformare la materia, nel caso di Maria può renderla gravida; il suo si ha un influsso sulla sua anima (psiche). La dimensione „spirituale“ (pneumatica), come ne parla Adrienne in „Esperienza di preghiera“  (52-53), mi interessa molto; alla domanda „filosofica“ (cioè che cerca un risposta an das, was der Fall ist,): „come è possibile visto che non conosco uomo?“ Dio risponde con il Suo Spirito che trasforma la missione di Maria (con il suo corpo) da una mare calmo in un oceano in tempesta; questo non accade travolgendo senza senso la quotidianità, il cui peso deve essere portato giorno per giorno; i passi di chi si fida rimangono per lo più calmi, in Maria del tutto calmi, ma il senso della sua missione nel mondo si apre ad una vastità e profondità che l’uomo non conosce, quindi che anche Maria non conosceva. Stanno volgendo al termine i miei anni lavorativi nella scuola, spero di essere stato almeno un po’ uno strumento al servizio di questo ampliamento oceanico delle mie possibilità…Quello a cui miro non è un plus di conoscenza, ma un plus di preghiera, che mi permetta di veder almeno un po’ con gli occhi di Dio, al di là degli schemi, pur necessari, di tutti gli schemi, anche quelli ecclesiali…VSSvpM! 


„A proposito di armi, dagli Stati Uniti l’altra grande notizia di oggi riguarda il sì del presidente americano Joe Biden ai missili a lungo raggio per l’Ucraina. L’annuncio è stato dato all’alba americana di ieri ed è destinato a cambiare le sorti del conflitto con la Russia. Kiev avrà 8 miliardi di dollari e la possibilità di utilizzare le armi occidentali contro Mosca, anche sul territorio russo. È una svolta attesa ma importante. Volodymyr Zelensky ha ottenuto quello che voleva, presentando quel “Piano per la vittoria” che resta riservato ma che sta convincendo i leader statunitensi. Anche Kamala Harris è scesa con chiarezza in campo a fianco dell’Ucraina, dando pieno sostegno alla linea seguita finora. Oggi Donald Trump riceverà Zelensky nella Trump Tower, dopo averlo criticato in campagna elettorale come “piazzista”.“ (Banfi, versione odierna). - Ecco i nomi della follia in corso! 


Abba nostro…


(Wetterzeube, il 26.9.24) Ieri nel mio commento a Gv 4, al dialogo tra la donna di Samaria e Gesù, ho insistito molto sul superamento di una religiosità del luogo: „Ma viene l’ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano“ (4,23: ἀλλὰ ἔρχεται ὥρα καὶ νῦν ἐστιν, ὅτε οἱ ἀληθινοὶ προσκυνηταὶ προσκυνήσουσιν τῷ πατρὶ ἐν πνεύματι καὶ ἀληθείᾳ, καὶ γὰρ ὁ πατὴρ τοιούτους ζητεῖ τοὺς προσκυνοῦντας αὐτόν·) - quindi „né su questo monte né a Gerusalemme“ (Gv 4,21: οὔτε ἐν τῷ ὄρει τούτῳ οὔτε ἐν Ἱεροσολύμοις). In questo senso ho detto ai ragazzi che si potrebbe spostare il Vaticano anche nella Mongolia. Già Isaia lo sapeva: 66 


[1] Così dice il Signore: "Il cielo è il mio trono, 

la terra lo sgabello dei miei piedi. 

Quale casa mi potreste costruire? 

In quale luogo potrei fissare la dimora? 


[2] Tutte queste cose ha fatto la mia mano 

ed esse sono mie - oracolo del Signore -. 

Su chi volgerò lo sguardo? 

Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito 

e su chi teme la mia parola. - In questo senso ha ragione Adrienne a dire che „il si di Maria è la prima preghiera cristiana“ (Esperienza di preghiera, 51); „lei prega a partire da un punto che in nessuno modo è più il suo luogo“ (51); la preghiera non è legato ad alcun luogo, neppure al proprio luogo spirituale; la vera preghiera è un inserimento del nostro si nel si del Cristo trinitario, in quel dialogo di amore che forma tutto! È legittimo porre domande, lo fa anche Maria, ma nel momento in cui dice il suo „fiat“ viene trasportata nel si di uno più grande di lei: nella forza che Gesù le dona del Suo Padre e dello Spirito, che è testimonianza viva del Suo amore per il Padre! Dobbiamo chiedere con umiltà di diventare adorati del Padre ἐν πνεύματι καὶ ἀληθείᾳ non di noi stessi o di certi luoghi, con tutto il rispetto che certi luoghi possono anche avere, come per la mia piccola famiglia Altötting. E questo ἐν πνεύματι καὶ ἀληθείᾳ non ha in primo luogo una dimensione di perfezione etica; la samaritana che ha avuto quattro uomini e vive con un quarto, che non è il suo uomo, viene lodata perché dice il vero. Ed anche per Adrienne non si tratta „di ricevere improvvisamente delle visioni approfondite nella vita trinitaria“, ma in qualche modo sente „che la sua preghiera è ampliata in altezza e profondità“ (51), come lo sente anche la Samaritana nel dialogo con Gesù.  


1) „Una dichiarazione del Capo di Stato maggiore Herzi Halevi è sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. Ha detto: «Prepariamoci a entrare nei villaggi di Hezbollah»“ (Banfi, versione odierna) - ormai siamo alla follia vera e propria e a me le azioni diplomatiche (Biden, Macron) di persone che le guerre le finanziano, non dicono proprio un bel nulla. 2) Seconda follia: „Palazzo di vetro che ieri ha visto l’intervento di Volodymyr Zelensky, che ha accusato apertamente i russi di voler colpire le centrali nucleari. Da parte sua ieri Vladimir Putin ha presieduto al Cremlino una riunione specifica del Consiglio di Sicurezza russo sulla «deterrenza nucleare». Quasi a sottolineare quello che ha detto il leader, i media russi ieri hanno rilanciato un vecchio filmato con una simulazione di quello che significherebbe un attacco nucleare su Londra.“ (Banfi, versione odierna). 3) Preghiamo per il Papa e le sue intenzioni: „Papa Francesco, che oggi è in visita nel Lussemburgo (…), ieri è tornato a rivolgere un appello per la pace ai Grandi della Terra. Alla consueta udienza del mercoledì, Bergoglio ha auspicato «che la comunità internazionale faccia ogni sforzo per fermare questa terribile escalation». E poi ha esclamato: «È inaccettabile!», esprimendo la sua «vicinanza al popolo libanese, che già troppo ha sofferto nel recente passato»“(Banfi, versione odierna).  PS „Biden dice che è possibile una “guerra totale” in Medio Oriente e stranamente ripete di essere un “sionista”. La sua idea di raggiungere un accordo per evitare questa “guerra totale” è apparentemente quella di chiedere una “soluzione a due Stati”, il che significa che potrebbe anche aspettare Babbo Natale.“ (Michael Tracey, X, 25.9.24) 



Nella prima stagione della nuova serie su alcune appendici di Tolkien, c’è una chiave diabolica che mette in moto un disastro nucleare; in un certo senso ha ragione Adam quando dice alla giovane Galadriel, piena di rancore, che non c’è solo un elfo, lui, che ha perso la luce, l’ha persa anche la lottatrice fanatica del bene. 


Scheler sembra suggerire che l'uomo che si considera un uomo di rigore, che esige l'applicazione di norme universali, può essere in realtà un uomo di ressentiment che non può ammettere la realtà di cognizioni che non è qualificato ad avere perché appartengono a forme di vita e pratiche che gli sono estranee. Egli va distruggendo ciò che non riesce a capire, sostituendo la conoscenza con l'irrazionalità sistematizzata.“ (Matt Crawford, Substack, 25.9.24) „rancóre s. m. [lat. tardo rancor -ōris, der. di rancere «essere rancido» (è quindi, propr., l’astratto di rancidus)]. – Sentimento di odio, sdegno, risentimento profondo, non manifestato apertamente, ma tenuto nascosto e quasi covato nell’animo: avere, nutrire, serbare r. contro qualcuno; il suo sordo r., a lungo nascosto e frenato, esplose improvvisamente; deporre, dimenticare ogni r.; intanto qualcosa, un vecchio nodo di r., le si scioglieva dentro il petto (Bassani); basta con i vecchi r.; lo dico senza r.; e semplicem.: senza r.?, dopo un diverbio o una discussione accesa, invitando l’interlocutore a non serbarci rancore.“ (Treccani, online) - questa dimensione della filosofia pratica è più conosciuta, in modo particolare in quello sdegno nascosto che coviamo per un vicino che secondo noi non si sarebbe comportato in modo degno alla nostra persona;  la dimensione di cui parla Matt, in riferimento a Scheler, è più complessa ed ha un valore „gnoseologico“; il rancore che proviamo per le persone che sanno ben più precisamente di noi un determinato aspetto del sapere pratico e teorico; che ci può essere „rivelato“ (!) se abbiamo un anima aperta e priva per l’appunto del rancore. Questo sapere rivelato non può essere sostituito da un sapere generale e banalizzante…


Ho cominciato a spiegare la dimensione etica e giuridica di Kant (12esima classe): credo che tutto sommato, anche se si ha un’obiezione critica nei confronti del filosofo tedesco, che egli ci offra alcuni spunti di riflessione, che sono davvero d’aiuto in un mondo in cui l’unico criterio di giudizio è il „sentimento“; la buona volontà, da non confondere con un qualche sentimento del bene, è davvero un criterio che permette di comprendere come le altre qualità che possiamo avere non hanno una dimensione totalizzante come la buona volontà stessa: salute, intelligenza, etc. sono dei beni, ma non sono il bene…


Abba nostro…


(Wetterzeube, il 25.9.24; San Nicola di Flüe) Il Santo del giorno viveva nel suo eremo di eucaristia, ha lasciato moglie e famiglia con l’assenso della moglie, ed entrambi sono diventati mediatori di pace! 


Non è possibile „disimparare Dio“ (Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera); ci sono momenti in cui si è privati dalla preghiera esplicita per un eccesso di sofferenza, ci sono momenti che non si vuole pregare perché ci si vergogna di Dio; „poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose alla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino“ (Gen 3, 8). Questo nascondersi non può evitare il dialogo che segue, perché per l’appunto non si può disimparare Dio. Non siamo qui nella dimensione dell’obbligo, ma dell’amore che vede nel nostro intimo e rivela che le forze che muovono il nostro cuore sono le stesse che muovono la storia…lasciami o mio Signore non giudicare troppo presto, anzi lasciami non giudicare per nulla! Fai che Ti imitiamo, sei venuto per salvare il mondo non per giudicarlo, poi è vero che la Tua parola giudicherà, ma il nostro cuore deve rimanere sempre cordiale, cioè se stesso! Ed anche nel dialogo in Paradiso non è Dio che giudica, anzi lui cerca i suoi e quando si accorge che sanno di essere nudi fa loro addirittura dei vestiti! Nel dialogo mette in evidenza solo il casino che hanno fatto loro! 


La grande fuga dal Libano in fiamme è come un film da incubo che scorre sullo schermo del mondo, riunito a New York alla sessione autunnale delle Nazioni Unite. Mai come in questo frangente la coincidenza casuale dei fatti risulta stridente e insieme fotografa implacabile un mondo impotente, nel disordine e in preda alla furia bellicista.“ (Banfi, versione odierna) - bisognerà vedere bene quali sono le forze che si oppongono alla furia bellicistica e poi schierarsi con loro; in questo l’impotente Biden non è credibile e non lo è la candidata democratica Harris; il sud del mondo (per esempio il presidente brasiliano Lula) sembra essere oggi più credibile; la Meloni pur essendo in alcune cose brava (anche nel tentativo teorico di definire il nazionalismo), non si schiera in modo chiaro per la profezia della pace; il „piano per la vittoria“ di Zelensky è una pagliacciata pericolosa; la voce del Papa è quella più convincente.  PS Per questo motivo io leggo il voto nei territori della ex DDR come una speranza.  PS II Io credo che dobbiamo avere il coraggio della „verosimilitas“ (Cicero); non siamo in ambito dogmatico, ma dell’esistenza storica; a me sembra verosimile che un conservatore intelligente, che abbia come criterio la profezia della pace, non possa che schierarsi con Trump vs Harris (anche se il carisma di Trump non è sufficiente); con Orban vs Meloni e tutta la „nomenclatura ursulana“; la mia zona (ex DDR) è interessante proprio per aver fondamentalmente superato i partiti classici (in Brandenburg la SPD ha tenuto solo per il suo presidente, ma già i giovani sotto 30 anni si fidano meno di lui) in direzione della AfD e del BSW


Abba nostro…


(Wetterzeube, il 24.9.24) „Dio ha dato quindi all’uomo nella creazione la possibilità ancora invisibile, ma vera di partecipare al dialogo divino…Il Padre, che crea, il Figlio, che fonda tutto, lo Spirito, che si libra creativamente sulle acque sono così in dialogo tra di loro, che l’essere umano nascente è sempre partecipe del dialogo di Dio“ (Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera,46-47). Il primo uomo Adamo, anche Eva, la madre dei viventi avevano un presagio di questa realtà dialogante di Dio; si sono persi nello pseudo dialogo con il serpente, ma sapevano, anche dopo questo pseudo dialogo, che Dio era presente, ed era presente in „plurale“, come si può leggere nel nome di Dio usato nei racconti della creazione, Elohim, lo sapevano cosi che hanno dovuto nascondersi, perché dopo aver mangiato il frutto proibito erano coscienti di essere nudi. Questa di Adrienne del dialogo di Dio non è un’immagine universitaria di Dio; persone che sono insieme, per semplici che esse siano, sono in dialogo tra di loro, a volte sono in silenzio, ma anche quest’ultimo è dialogo; noi dobbiamo di nuovo imparare ad essere così „nudi“, nel senso originario del termine, da poter ascoltare di nuovo questo dialogo intra trinitario che ci permetterebbe di comprendere chi è Dio e cosa si aspetta da noi, nel piccolo e nel grande palcoscenico del mondo. 


„Dunque, la guerra in Libano è guerra aperta, guerra vera. Ieri in una sola giornata Israele ha annunciato di aver colpito 1.300 obiettivi. La stima dell’esercito israeliano è di avere distrutto almeno la metà dell’arsenale di razzi e missili con cui hezbollah hanno martellato villaggi e città del Nord del Paese. E questo in poche ore. Gianluca Di Feo scrive su Repubblica che i danni di ieri sono stati superiori a tutti quelli provocati dalla guerra del 2006. Il bilancio delle vittime è pesante: 500 i morti, di cui 35 sarebbero bambini.“ (Banfi, versione odierna) - il metodo guerriero dell’amministrazione Netanyahu è il contrario di ciò che richiede la „profezia della pace“, non solo perché il numero di civilisti è molto alto, ma anche perché è il metodo sbagliato di rapportarsi agli altri, tanto più che è lo Stato di Israele che, nella regione, ha aggredito per primo - è sempre più chiaro il carattere „mitologico“ del 7 Ottobre 2023.


„Nel 2022, la guerra in Ucraina ha fatto emergere una divaricazione crescente tra l’Occidente, schierato con Kiev, e un mondo musulmano più comprensivo nei confronti della Russia. Tale dinamica è stata esasperata dallo scoppio del conflitto a Gaza e dalla brutalità della risposta israeliana all’attacco terroristico del 7 ottobre. Le opinioni pubbliche e diversi governi dei Paesi arabo-musulmani hanno infatti denunciato i doppi standard di europei e americani, pronti a invocare principi e norme internazionali per sostenere la difesa dell’Ucraina, ma rimasti sostanzialmente indifferenti di fronte alla sorte dei palestinesi. A ciò si aggiungono le tensioni legate alle migrazioni internazionali. Già nel 2022, i commentatori musulmani avevano messo in evidenza il divario tra l’accoglienza riservata dagli europei ai profughi ucraini e la chiusura nei confronti di profughi e migranti extra-europei. Le migrazioni hanno tra l’altro l’effetto di avvicinare all’Europa i focolai di crisi diffusi tra Asia e Africa. La consistente presenza musulmana in molti Paesi europei, ad esempio, contribuisce a fare del conflitto israelo-palestinese una questione interna al Vecchio Continente (Redazione Oasis). - Per un’autentico atteggiamento „poliedrico“ è necessario per lo meno conoscere la posizione degli altri, in questo caso del mondo mussulmano; anche in questo senso il servizio di Oasis è davvero molto utile, proprio dal punto di vista della „profezia della pace“. 


Abba nostro…


(Pomeriggio) A sette pagine dal termine della traduzione di HA: Ci stiamo avvicinando al termine di questo opus magnificum: la lotta diventa realmente filosofica e teologica allo stesso tempo: da una parte per evitare gli estremi teologici: quello di un Dio in divenire (Hegel), quello di un Dio coincidente con la realtà tutta (Spinoza, Goethe) e quello di un Dio tradizionalistico e unilaterale. Il Dio eterno non è un’essenza fissa in se stessa e del tutto unilaterale, monolitica, non è la realtà tutta e non è la realtà divenire. Egli è quel Mistero non causato che dona l’amore gratuitamente, perché Egli stesso è trinitariamente Amore gratuito ed assoluto. D’altra parte il suo primo effetto, la donazione gratuita dell’essere non è altro che „nulla“, ma senza questo „nulla“ dell’amore gratuito la creazione stessa si schianterebbe nel nulla nichilistico, nella totale perdita di senso, che cerchiamo di superare con le diverse forme pseudo sussistenti, che si lasciano riassumere nella riduzione della gratuità del dono in una delle forme del „causare“ e „produrre“ che riempiono il giorno dell’uomo. 


„La bontà è il centro dell’essere. Se quest’ultimo viene neutralizzato, allora ci sono solo pezzi di realtà fattuale o la “validità ideale” nell'orizzonte del “concetto vuoto dell'essere”, nel medium di una ragione dimentica dell’essere. Il bene è presente in „tutto“ l’essere dell’essente; senza il bene la res non avrebbe alcun fine a cui mirare: „…sed finem consequitur res secundum totum esse suum, et in hoc consistebat ratio boni“ (Tommaso, De Veritate 21.1.4)“ Ferdinand Ulrich, HA, 521) - Questa frase è il cuore di tutta la mia vita e di tutti i miei diari ed è il cuore dell’opera che sto terminando di tradurre (mi mancano ancora cinque  pagine); in persone come mia moglie la vedo realizzata. La bontà, non una competenza è il centro o cuore dell’essere. I tentativi di neutralizzazione di questa cuore li conosciamo; essi accadono quando una tecnica o un progetto si arrogano il diritto di una pseudo assolutezza. Il bene non è solo e non è primariamente una particolare azione buona, anche se passa attraverso di essa, ma mira alla totalità dell’essere come dono e non dell’essere come produzione o „causa“… 


(Wetterezeube, il 23.9.24; san Pio da Pietralcina; compleanno dell’imperatore Augusto) Da oggi pian piano, ma qui da noi già in modo molto intensivo, le giornate cominciano a diventare, dopo l’equinozio di ieri, sempre più corte.


Grazie per il vostro amore perfetto, mio Gesù, nostro Padre, grazie che attraverso lo Spirito Santo d’Amore ci fate partecipare ad esso, almeno un po’! In questo momento nel mondo, in tante forme che non possono essere omologate, tante persone stanno pregando, da sole nella loro camera o camminando o sedendo in autobus o nelle forme liturgiche della Chiesa. E nei millenni dalla Tua venuta, Cristo, tante persone si sono poste di fronte alla vostra Eternità ed hanno avuto fiducia in essa! Un esercito di preghiere, di tantissimi camminatori nel bosco. Ma anche prima della Tua venuta, tanti profeti e popoli hanno avuto fiducia nel Mistero; Ti chiedo, oltre a quello che Ti ho già chiesto nel silenzio, che questo universo di preghiera si contrapponga a quello dell’odio e della guerra. Amen


Il risultato provvisorio delle elezioni in Brandenburg è questo: SPD 30, 9 % (qui a differenza della Turingia non è crollata, anzi ha avuto un 4, 7 % di voti in più, credo sia merito del premier Woidke che ha la fiducia di tanta gente). L’AfD è al secondo posto con 29,2 % dei voti, quindi con un aumento del 5,7 % dei voti. Il terzo partito è il BSW che si è presentato per la prima volta ed ha raggiunto di colp un 13, 5 % dei voti. La CDU giunge al 12,1 % dei voti con una perdita del 3,5 % dei voti. I Verdi arrivano appena al 4,1 % e quindi non raggiungono il 5% dei voti necessari per entrare nel parlamento (non hanno neppure avuto un mandato diretto, come si pensava all’inizio della serata di ieri); hanno perso il 6,6% dei voti. Il partito „Linke“ ha perso il 7,7 % dei voti e giunge solo al 3 % . 


Ancora un pensiero sulla nuova serie ispirata a Tolkien. È importante ricordare che siamo nell’ambito della mitologia e non dell’esistenza storica; Adam e i suoi orchi, Sauron sono una rappresentazione troppo esplicitamente diabolica del nemico; non ci si può immaginare di sedere ad un tavolo diplomatico con Sauron; mentre per gli avversari nell’esistenza storica vale ciò che ho scritto Sabato pomeriggio in dialogo con Ernst Jünger: “La pittura in bianco e nero può produrre solo immagini imperfette. La società non è divisa in persone terribili e buone, ma il terribile è di casa in ogni cuore;  anche se vive solo in un angolo di esso,  può sempre venire alla ribalta. Le ombre ci sono, anche tra i grandi, ma in questo senso il giudizio rimane severo.“


Nel suo  ultimo articolo Marilyn Simon pone la questione del privato vs forme dittatoriali di presenza di un partito in esso; cita Hannah Arendt e il famoso „1984“ di George Orwell. Anche il sesso fa parte di questo privato; non si può aver sesso come servizio al partito; vale mutatis mutandis anche per la Chiesa. Quest’ultima può dare delle indicazioni, se crede - io sarei molto prudente dopo i disastri in questo ambito - ma dovrà stare attenti a non distruggere la dimensione erotica che è propria dei due, così come sono a capaci a viverla; oggi ci sono „chiese“ molto più potenti della Chiesa, e di fatti la Simon cita quella del „sesso democratico“ e della rivoluzione sessuale; quello di cui l’autrice americana, in questo articolo per lo meno, non tiene conto è della non simmetria dei bisogni sessuali, anche tra persone che si amano davvero; ma anche qui il privato dovrebbe poter coprire tante cose che è bene che rimangano private, cioè intime. Nel romanzo distopico di Orwell il partito è abbastanza liberale con il sesso con una prostituta, ma non sopporta il sesso erotico con la propria donna. Probabilmente la pornografia nei nostri giorni è l’entrata della prostituzione nel privato; probabilmente non se ne può far a meno se vi è una non simmetria nel senso di prima, ma ovviamente si dovrà stare attenti che le leggi del dominio democratico-trasparente pornografico non entrino nelle nostre case, più di quanto già facciano. In genere il rinvio alla Arendt ci ricorda che dobbiamo stare attenti ad ogni forma di dominio pubblico sul privato…è bene che amici non parlino in modo politicamente corretto, quando si trovano ad essere insieme! 


Abba nostro…


(Pomeriggio) Un po’ con l’intenzione di provocare una crisi alla Padre Ganne SJ, quando nel mio corso di antropologia (undicesima classe), parlo di Platone ed Aristotele, il primo nella priorità della forma sulla materia e dell’anima sul corpo; il secondo come unità di materia e forma e di anima e corpo, in effetti vedo la reazione „stranita“ dei ragazzi che pensano che noi cristiani siamo tutti platonici; mentre io mi getto completamente dalla parte di Aristotele. Una ragazza mi ha chiesto: ma Dio non è anche „anima“? Le ho risposto che la mia capacità speculativa non è molto forte, ma direi che Dio è „spirito“ (pneuma), non anima (psychè); il pneuma è origine di tutto, anche dell’unità di anima e corpo, ma non può essere ridotto alla sola „anima“.  


Sono del tutto d’accordo con Jünger: gli uomini più grandi sono i „fondatori o i capostipiti di religioni“, ancora di più degli uomini di stato e degli imperatori. Mi ha commosso quando nel capitolo 30 del „nodo gordiano“ Jünger parla anche „di un uomo semplice, come padre, maestro, insegnante e giusto“: „anche la sua opera e la sua famiglia possono solamente sussistere grazie a questa forza fondante“ (442). Io direi che la „forza fondante“ di Konstanze e me, nella piccolezza della nostra azione sia la cosa più grande che abbiamo incarnato; spero che basti per la salvezza. 


(Wetterzeube, il 22.9.24; venticinquesima domenica del Tempo Ordinario) La domanda che Tommaso vuole discutere in De Potentia 7.2 (cf. HA, 515), se ho capito bene, perché sto ancora traducendo il paragrafo, potrebbe essere formulata così: Si può dire che Dio sia l’essere, se l’essere è qualcosa di semplice e completo, come è Dio, ma non sussistente, mentre Dio è sussistenza assoluta e non originata? In vero la questione trattata da Tommaso ha una valenza di secoli, perché di fatto dopo di lui, pur essendoci ancora delle rocce di resistenza, si è „dissolta la sua (di Dio) positività assoluta e senza origine“; Ulrich si chiede: „definendo Dio come l’essere sussistente stesso non viene proprio in tal modo dissolta la sua positività assoluta e senza origine?“ (Ulrich) - credo che la soluzione sia, alla scuola di Przywara e Ulrich stesso l’analogia entis; e per quanto riguarda l’essere: „Non è difficile vedere che qui è in gioco la „crisi dell’essere“ ed è in pericolo il suo venir dissolta nella realtà positiva!“ (HA, 516); non so bene a partire da quale punto, ma direi che oggi nelle nostre latitudini, non vi è più spazio per la „crisi dell’essere“, cioè per un giudizio sulla realtà a partire dal dono dell’essere come amore gratuito. Tutto viene dissolto „nella realtà positiva“, nella quale vi sono tracce di volontà di potenza, di volontà erotica, ma alcuna traccia di gratuità, di capacità di cominciare a riflettere sulla realtà storica, a partire dal nostro cuore (nel senso di Jünger e Giussani esso è una via a Dio) e non da chiacchiere più o meno culturali, che identificano il nemico sempre e solo negli altri. Devo pensare ad una ragazza armena, nella piazza della Repubblica a Yerevan, l’anno scorso in questi giorni, che come una luce vera e propria, e pur avendo un fratello in Artsakh, si domandava, parlando con mia moglie e me,  quale fosse la parte armena di responsabilità nella crisi, domanda questa che non giustifica la violenza continua azero-turca (in „Tempi“ ho letto tra l’altro dell’origine stalinista della parola Azerbaigian), ma che fa vedere un cuore davvero „semplice e completo“, immagine di Dio. L’essere finito è anche sempre „non sussistente“, perché non sussiste in sé, ma in Colui che dona gratuitamente l’essere e „che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti“ (Mt  5,45: , ὅτι τὸν ἥλιον αὐτοῦ ἀνατέλλει ἐπὶ πονηροὺς καὶ ἀγαθοὺς καὶ βρέχει ἐπὶ δικαίους καὶ ἀδίκους.)


Abba nostro…


(Wetterzeube, il 21.9.24; alla vigilia dell’equinozio di autunno che cadrà domani alle 14,43; inizio dell’autunno; san Matteo) Renato Farina mi ha mandato ieri un messaggio vocale nel quale prende posizione critica con quanto avevo scritto ieri in dialogo con Ernst Jünger, sui grandi e sulle necessità della storia. Le frasi che sono venute in mente al mio amico milanese in questi giorni: „la storia giudicherà“; „dalla parte giusta della storia“ sono per lui frasi non vere, „sono frasi senza nessun senso“; io stesso nella mia meditazione avevo cercato di mettere in contrasto „il senso necessario e buono della storia come donazione dell’essere gratuito“ e come tema dell’uomo singolo e concreto da questo tipo di necessità storiche di cui parla Jünger e nel mio commento alla relazione Draghi di ieri pomeriggio avevo opposto al suo richiamo alla „produttività“ il „cammino nel bosco“; quindi non mi sono estranee le obiezioni di Renato. Eccole in dettaglio: chi è la storia? È una persona, o è solo un altro nome del pensiero dominante che in forza del riconoscimento di certi diritti ritiene che si sono fatti i passi giusti, per esempio verso la libertà? E cosa significa „dalla parte giusta della storia“? „Vuol dire dalla parte dei vincitori“? Renato dice che si è vaccinato da due idee opposte eppure convergenti, nel quale gli sembra cada anche il mio dialogo con Jünger su questo punto della grandezza e dei grandi nella storia, pur avendo „momenti forti di verità“: 1) la prima idea è quella che la storia sarebbe „giustiziera“ come pensano la sinistra hegeliana e Marx, per i quali gli eventi della storia si muovono su dei binari che travolgerebbero il male del passato. 2) la seconda che la storia sarebbe „giustificatrice“ nel senso che visto che un fatto è accaduto in quel modo e non in un altro esso andrebbe automaticamente nella direzione della libertà; questa idea si rifà al pensiero di Benedetto Croce e del liberalismo o se vogliamo del pensiero hegeliano di destra. In questi due sensi la storia giustificherebbe, nella variante di sinistra e in quella liberale, quello che accade perché accade. Renato dice che non crede né nell’una né nell’altra teoria. Non crede che la storia sarebbe innocente e i grandi eventi siano necessitati e quindi debbano accadere come „bolle il latte sul fuoco, così che ad un certo punto esonda, trabocca“. In questo modo sarebbe abrogata la libertà degli uomini di spostare il corso della storia, di Dio di intervenire e di Satana di spostarla in un certo modo a lui gradevole. Poi parla di un suo ricordo personale del 1975: lui era già in CL, ma con il cuore ancora nell’estrema sinistra. Uno di „Lotta continua“, che forse poi passò alle BR, gli disse che i borghesi erano per la rivoluzione, perché sapevano che la classe borghese sarebbe stata necessariamente travolta dalla storia. Non ci sarebbe nessun impulso etico, morale o moraleggiante, nella scelta rivoluzionaria, ma si tratterebbe semplicemente di un calcolo. A tutto ciò Renato oppose l’idea che in vero ogni nostra azione e decisione è una scelta morale e non un automatismo dello svolgersi delle forze di produzione che avrebbero portato per Marx (con correzioni maoiste) alla morte della classe borghese. Renato, disgustato da questo tipo di argomentazioni, chiese al suo interlocutore se non si vergognava a sostenere tali automatismi o necessità della storia; tra l’altro Renato osservava anche il modo indegno di come l’estrema sinistra trattava i poveretti, cioè quelli del servizio d’ordine di Lotta Continua…Insomma Renato vuole dirmi che „gli atti sono atti“: ammazzare un bambino è un atto a cui la coscienza umana si oppone. Non vuol dire che chi fa questo sia un „criminale di guerra“, se lo fa in massa, ma questo atto grida vendetta al cospetto di Dio, come dice il Vangelo. Non si può relativizzare questo. Fa poi nel messaggio l’esempio di Giulio Cesare che gli storici ritengono avere ucciso nella guerra in Gallia un milione e duecentomila Galli; nessuno parla di lui come „criminale di guerra“, anzi piuttosto si critica Bruto che lo ha ucciso; ma era davvero una necessità storica uccidere così tante persone? Per far che? Per far progredire la civiltà? Per costruire delle belle strade che avrebbero permesso ai romani poi di occupare/civilizzare anche il mondo anglo-sassone? Renato pensa che nella storia ci sia la libertà; e per quanto riguarda Tolstoj, che avevo citato nel mio dialogo con Jünger, dice che lui è il contrario del moralismo; lo scrittore russo penserebbe piuttosto che la storia è un fiume che va dove vuole, anche se critica alcune persone specifiche come fa con Napoleone (tra l’altro critica anche lo zar Alessandro); anche la morte di Anna Karenina sarebbe per Tolstoj una „necessità“. // Queste obiezioni sono molto forti e le sento come mie, per questo mi sono preso il tempo di trascriverle, quando fuori dalla finestra il mondo era ancora nella penombra; in difesa di Jünger direi che lui non deriva né dalla sinistra hegeliana né da quella di destra; certamente non è un marxista, anche se i nazisti, in forza del suo libro sul „lavoro“, lo pensarono né un liberale. È innegabile che lui pensi ad alcune necessità della storia, ma aposteriori, non apriori (è semplicemente uno che riflette sull’esistenza storica); vede quello che è accaduto e si chiede se non sarebbe potuto andare anche peggio, con un altra persona; certo usa il termine di „uomo del destino“, ma la mia intenzione nel dialogo era di usare questo termine in servizio della „profezia della pace“, non per niente avevo fatto l’esempio di Donald Trump; se lo sarà, un uomo del destino, è certamente anche una questione della sua libertà, che per ora gli ha fatto fare scelte giuste, come quella di integrare persone come J.D. Vance (addirittura come vice presidente); Robert F. Kennedy Jr. e la veterana Tulsi Gabbard. Poi per quanto riguarda la guerra Jünger insiste, nello svolgersi del volume nono dell’Opera omnia, sulla distinzione tra civilisti e soldati: soldati sparano a soldati (non a bambini innocenti) e non dichiarano mai il nemico un „mostro“…questo sarebbe già un grande atto nella giusta direzione nei conflitti attuali, che stanno perdendo ogni limite sensato…Poi è vero che certi nostri atti, di cui dovremmo giustificarci di fronte a Dio, sono male ed un contributo al male. È stato un male che gli azeri, ormai giusto un anno fa, hanno attaccato gli armeni in Artsakh e poi li hanno scacciati dalla loro terra millenaria: ma quale „atto“ oggi può contribuire alla difesa dell’Armenia? L’avvicinamento all’EU che compra il gas da Aliyev? Certo non si tratta solo di meccanismi, automatismi; nella storia vengono prese decisioni, come quella del genocidio del popolo armeno da parte di giovani Turchi allora? Cosa posso fare io? In fondo solo non contaminare il mio cuore con odi eccessivi e il capitolo 28 del „nodo gordiano“ di Jünger mi aveva aiutato in questo. Sono molto grato, però, che Renato si sia preso il tempo di spiegarmi la sua posizione. 


Non è così importante che le nostre preghiere siano spesso parole timide o addirittura sgraziate; quello che conta è fidarsi della Parola che sola può corrispondere al desiderio del Padre e questa Parola ci prende dentro di sé, ci difende, spiega al Padre cosa volevamo dire (cf Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 46), e anche ciò che in un certo momento della nostra vita, non siamo stati capaci a dire, per un eccessiva esperienza del dolore…Questa Parola (Logos) è Cristo! Solo guardando all’agnello, macellato e vincitore, possiamo sapere come batte il cuore del Padre! Jesus, Maria


Konstanze è tornata ieri notte dal congresso di Münster su educazione e formazione (l’ 8. Münsterschen Bildungskongress); due idee che mi ha riferito mi sembrano molto utili. 1) Dobbiamo prendere atto di una „super-diversità“ nelle classi, non solo tra nazioni, ma anche all’interno di una nazione: venire dalla Siria non significa neppure aver l’arabo come lingua madre comune; 2) la generazione nata nel 2007 è passata da una crisi all’altra: dalla crisi migratoria, alla pandemia, alla guerra ed ha fatto esperienza dell’instabilità degli adulti nella reazione alle crisi. Nelle classi c’è bisogno non solo di affrontare la scuola con competenza di insegnamento, ma di offrire l’amore necessario per affrontare le crisi, un amore che spesso le famiglie non sanno dare; qualora ci siano le famiglie! Per esempio in una mia classe c’è una ragazza che vive con la nonna (il nonno è appena morto e i genitori hanno perso il diritto educativo per lei). Io direi quindi che non abbiamo solo una super diversità etnica, ma anche interna, fatta dei tantissimi destini che hanno i bambini; in modo particolare nel mio insegnamento di religione ne tengo conto, offrendomi come uno che ascolta e prende sul serio i loro problemi… anche passeggiando! 


Abba nostro...


(Pomeriggio) “La pittura in bianco e nero può produrre solo immagini imperfette. La società non è divisa in persone terribili e buone, ma il terribile è di casa in ogni cuore, anche se vive solo in un angolo. Può sempre venire alla ribalta. Le ombre ci sono, anche tra i grandi, ma in questo senso il giudizio rimane severo. Le obiezioni sono rivolte a tutti. Una di queste macchie è l'abolizione e l'esecuzione del Duca di Enghien (1), di cui Napoleone stesso si pentì in seguito... L'atto negava il diritto internazionale e pubblico. Aveva tutti i segni dell'arbitrio, della pura violenza, sia per quanto riguarda l'arresto che la condanna e l'esecuzione. L'orrore che suscitò nei contemporanei istruiti fu dovuto principalmente al fatto che sospettavano un ritorno ai mezzi dell'epoca del terrore. Se applichiamo lo standard a Hitler, che è stato paragonato non solo a Federico ma anche a Napoleone, dobbiamo renderci conto che le vittime del calibro del Duca di Enghien sono inquietantemente predominanti. In quell'atrocità c'era ancora un'ombra di ragion di Stato. Qui, invece, l'omicidio di massa aveva solo i limiti offerti dell’arbitrarietà e le regole erano solo quelle offerte dell'amministrazione... L'interpretazione del recente passato è quindi una questione di vita per noi. Dobbiamo affrontarla nel nostro intimo. L'abbondanza di eventi che ci hanno colpito ci sfida a fare i conti con essi mentalmente, tanto più che le spiegazioni offerte dall'esterno non sono sufficienti. C'è un tesoro educativo nascosto qui che deve essere portato alla luce. Quando la nostra gioventù, dietro a ciò che l'odio, il dolore e la passione hanno nascosto e nascondono tuttora, e dietro alla schiuma dell'opinione, percepirà l'antica, genuina decisione che si erge immutata davanti agli uomini e alle generazioni, allora darà la risposta che ci si aspetta da essa... Un'ombra, come quella gettata dallo sviluppo del Duca di Enghien, pregiudica quasi ogni grandezza nel mondo dei fatti. In Alessandro ci rattristano gli eccessi commessi in stato di ebbrezza, in Federico gli atti di violenza contro Trenck (2) e molti altri” (Ernst Jünger, il nodo gordiano, 1953, 439).


  1. Il duca d'Enghien, il cui nome completo era Louis Antoine Henri de Bourbon-Condé, era un nobile francese, membro della casata reale dei Borbone. Nato nel 1772, fu uno dei discendenti della linea dei Bourbon-Condé, una famiglia strettamente legata alla monarchia francese. La sua esecuzione, ordinata da Napoleone Bonaparte nel 1804, è considerata uno degli episodi più controversi e arbitrari della carriera di Napoleone. Durante la Rivoluzione francese, come molti nobili monarchici, il duca d'Enghien fuggì dalla Francia e si unì all'esercito degli émigrés (nobili esiliati) che combattevano contro le forze rivoluzionarie francesi. Si stabilì nel Granducato di Baden, dove visse vicino alla frontiera francese, mantenendo contatti con monarchici francesi e cospiratori contro il regime napoleonico. Nel 1804, Napoleone venne a conoscenza di un complotto monarchico contro di lui, noto come il complotto di Cadoudal, che mirava a rovesciare il regime e restaurare la monarchia. Sebbene non ci fossero prove concrete del coinvolgimento del duca d'Enghien in questo complotto, Napoleone decise di agire con durezza per eliminare qualunque potenziale minaccia alla sua leadership. Napoleone ordinò che il duca d'Enghien venisse catturato nel Granducato di Baden, un atto che violava la sovranità di questo Stato neutrale. Dopo essere stato arrestato, il duca fu rapidamente processato da un tribunale militare, senza un vero processo equo o la possibilità di difendersi. Fu accusato di cospirare contro lo Stato e di essere in contatto con i nemici di Napoleone. Nonostante le prove a suo carico fossero scarse o inesistenti, il duca fu condannato a morte e fucilato il 21 marzo 1804 nel fossato del castello di Vincennes. L'esecuzione del duca d'Enghien è stata ampiamente criticata, sia all'epoca che successivamente, come un atto di giustizia sommaria e arbitraria. Molti videro in questa azione un simbolo della brutalità e dell'autoritarismo di Napoleone. Anche se Napoleone giustificò l'esecuzione come necessaria per la sicurezza dello Stato, essa alimentò l'opposizione contro di lui, soprattutto tra le famiglie reali europee. La morte del duca d'Enghien ebbe un impatto significativo sull'immagine di Napoleone, contribuendo a dipingerlo come un dittatore disposto a sacrificare le vite di individui innocenti per mantenere il potere. Napoleone stesso, anni dopo, avrebbe ammesso che l'esecuzione del duca fu uno degli errori più gravi della sua carriera politica. 
  2. Friedrich von der Trenck (1726-1794) era un avventuriero, militare e scrittore prussiano, noto per la sua tumultuosa relazione con Federico II il Grande di Prussia e per le sue drammatiche vicende personali, che culminarono nella sua lunga prigionia. La sua vita avventurosa e travagliata lo rese una figura leggendaria nel XVIII secolo.Friedrich von der Trenck proveniva da una famiglia nobile della Prussia e iniziò la sua carriera militare nell'esercito prussiano, dove divenne uno dei favoriti di Federico II. Tuttavia, la sua carriera si interruppe bruscamente quando entrò in conflitto con il re prussiano. La sua relazione con la principessa Amalia, sorella di Federico II, è spesso menzionata come una delle cause della sua caduta in disgrazia, anche se questo punto è avvolto nel mistero e non del tutto confermato. La loro presunta storia d'amore non era vista di buon occhio dal re. Trenck fu accusato di tradimento, in parte a causa dei suoi contatti con gli austriaci, nemici della Prussia durante la guerra di successione austriaca. Federico II lo fece arrestare nel 1745 e lo fece imprigionare nella fortezza di Magdeburgo, dove trascorse dieci anni in condizioni terribili.La sua prigionia divenne famosa perché Trenck tentò più volte di evadere, ma senza successo. La sua storia di prigioniero ingiustamente perseguitato ispirò simpatia, e la sua successiva autobiografia rese le sue disavventure ampiamente conosciute in tutta Europa.Dopo essere stato finalmente liberato, Trenck condusse una vita avventurosa, viaggiando in tutta Europa e partecipando a diverse imprese militari e politiche. Scrisse anche un'autobiografia in cui raccontava le sue esperienze di prigionia e i suoi scontri con Federico II. L'ingiustizia di cui parla Jünger si riferisce probabilmente alla dura prigionia inflitta a Trenck da Federico II, considerata da molti come una punizione eccessiva e arbitraria. Federico era noto per il suo rigore e per la sua determinazione nel mantenere il controllo su questioni di Stato e personali. Il caso di Trenck è un esempio di come il sovrano prussiano non esitasse a usare mezzi estremi per punire chi considerava una minaccia, anche all'interno della sua cerchia più ristretta.


NB: Come si vede in questo passaggio Jünger stesso pone dei limiti al concetto di „grandezza“, non nella „bontà“, ma nella „giustizia“. Per me è davvero liberante il passo iniziale di questa citazione presa dal 29 e 30 del „Nodo gordiano“: “La pittura in bianco e nero può produrre solo immagini imperfette. La società non è divisa in persone terribili e buone, ma il terribile è di casa in ogni cuore, anche se vive solo in un angolo. Può sempre venire alla ribalta.“ Come nel testo stesso di Jünger ci sono ovviamente anche dei limiti alla critica alla lettura bianco-nero: omicidi di massa, sono nero e nessuna „ragione di stato“ li può far diventare bianchi (vale anche per la storia del genocidio degli armeni).


(Droyßig, il 20.09.24; 122esimo anniversario della nascita di Adrienne; martiri coreani) Un dialogo tra due amanti, che sia analogico con la preghiera, viene visto da Adrienne (Esperienza di preghiera, 45) nell’opposizione feconda tra la sensazione di non dire abbastanza da parte di chi parla e l’apertura ad un di più di quello che le parola dicono, come „promessa per la vita futura“, da parte di chi ascolta. Sono contento, anche dopo 37 anni di relazione (32 di matrimonio) con Konstanze che il nostro dialogo sia ancora vivo; a volte lasciamo parlare „i piccolini“, che sono in un mondo molto simile a quello di Tom Bombadil, solo che essendo per l’appunto piccoli, sono ancora più nella dimensione del gioco, ma parliamo anche come adulti, di tutto, anche se ovviamente nella reciprocità si tiene conto di ciò che potrebbe ferire l’altro…voglia il Signore che il nostro dialogo sia aperto anche a quel „beato di più“ di cui parla Adrienne.


Ieri sera mi ha ritelefonato mia mamma - avevamo già parlato un ora prima - ché aveva voglia di parlare, anche perché la notte prima era stata così male, che ha pensato che fosse giunta la sua ora, ma la possibilità di morire da sola non l’ha lasciata indifferente; don Giuseppe, che oggi le porterà i giornali della Chiesa, le ha detto che può telefonargli anche a mezza notte; poi c’é una cugina che viene a trovarla regolarmente ed ha alcune persone, che le fanno, per soldi (il giusto ha detto lei), alcuni servizi. Mi sembra ancora molto forte, anche se ieri ha detto che non si sa quando arriva la morte; ad una sua amica è arrivata, mentre andava in bicicletta, mi ha raccontato; credo che non vada a Predazzo da mia sorella, perché ha il suo mondo di relazioni a Casale Monferrato…


Questa mattina, mettendo i panini in un sacchetto, per portarli a scuola, mi sono accorto che per un momento ho cercato di girarli con la „testa in su“, come mi aveva insegnato mia nonna Maria, per la quale, pur avendo una certa dimensione „illuminista“ nel suo modo di ragionare, il pane era qualcosa di sacro, anche quello non consacrato, e per cui doveva stare con la „testa“ in su. 


„Quella coreana è una comunità cristiana “giovane”, che ci mostra come il messaggio del Risorto agisce nella storia, diffondendosi grazie al fascino e alla bellezza che porta con sé. In Corea, dove di fatto la Chiesa ha le proprie radici nell’opera dei laici, la fede cristiana arrivò nel 1784 proprio grazie a un laico che partecipava alle delegazioni inviate a Pechino. Ma da subito, in pratica, in Corea la Parola di Dio e chi la testimoniava cominciarono a essere considerati con sospetto, tanto che fino al 1882 il Paese fu segnato da una violenta persecuzione contro i cristiani, portatori, a dire del governo coreano, di una “follia”. Per questo la comunità locale perse anche l’unico prete, che era giunto dalla Cina. Solo nel 1837 dei ministri ordinati poterono rimettere piede nel Paese, ma anche questi furono martirizzati. Nel 1984 papa Wojtyla canonizzò 103 martiri coreani che avevano dato la propria vita per far crescere il Vangelo in Corea. E tra queste “radici viventi” vi fu anche il primo sacerdote coreano Andrea Kim Taegon (1821-1846) e Paolo Chong (1795-1839), apostolo laico, che si adoperò per far arrivare missionari dalla Cina. Il primo era nato da una nobile famiglia coreana cristiana (il padre morì martire a 44 anni) ed era stato mandato a studiare a Macao da uno dei missionari “clandestini”. Rientrato in patria fu ordinato prete nel 1844 dal vescovo francese Jean-Joseph Ferréol, anch’egli clandestino, con il quale lavorò a stretto contatto. Taegon venne individuato e arrestato nella primavera del 1846: fu decapitato il 16 settembre successivo.“ (Matteo Liut, Avvenire di oggi)


„Ieri l’Europarlamento di Strasburgo si è pronunciato, in un voto non vincolante, sui limiti dell’utilizzo delle armi occidentali date a Kiev. Gli italiani, a volte anche in dissenso con gli eurogruppi di riferimento, hanno votato l’appoggio agli ucraini, negando però l’uso delle armi in Russia, in una presa di posizione bipartisan.“ (Banfi, versione odierna). 


„Presa di posizione storica del Vaticano attraverso la Congregazione per la Dottrina della fede. Per la prima volta c’è il via libera al culto e ai pellegrinaggi a Medjugorje: i frutti della devozione quarantennale sono portati come riscontro dell’autenticità del luogo. Anche se non si entra nel merito delle presunte apparizioni mariane e si sconsiglia di avere contatti con i veggenti. Impressionanti i numeri forniti ieri in conferenza stampa: si calcola che ogni anno un milione di persone vada a Medjugorje.“ (Banfi, versione odierna) - tanti anni fa sono stato a Medjugorje ed ho avuto anche l’impressione dell’autenticità. 


Abba nostro…


(Pomeriggio) „La sinodalità è sulla bocca di tutti - e per molti è ancora difficile da comprendere. Prima che la seconda sessione del Sinodo mondiale inizi a Roma in ottobre - con il vescovo Stefan Oster come parte della delegazione tedesca - il Consiglio presbiterale della diocesi di Passau ha trascorso un'intera giornata ieri immerso nella questione di come Papa Francesco intende la sinodalità - e di come possiamo praticare concretamente il diventare una Chiesa sinodale.
L'ascolto, l'ascolto comune dello Spirito Santo e reciproco, è essenziale. Il vescovo Stefan ha invitato padre Clemens Blattert, un gesuita che vive a Francoforte e gestisce un “Future Workshop”, un'organizzazione in cui i giovani ricevono sostegno nella ricerca della loro vocazione.
Padre Clemens è stato invitato anche come uno dei “facilitatori” del Sinodo dei Vescovi a Roma. I “facilitatori” sono “animatori” o “moderatori”, ossia esperti formati per guidare, accompagnare e sostenere i partecipanti al “dialogo nello Spirito Santo” al Sinodo. Questo metodo è particolarmente importante per il Santo Padre, affinché le persone nella Chiesa imparino a incontrarsi in modo tale da dare spazio allo Spirito Santo.“ (Redazione della pagina del vescovo Oster). 


(Dopo aver tradotto le pagine 514-515 dell'HA di Ulrich) Questo che segue sembrerebbe essere un problema del tutto astratto, ma è in vero una questione assolutamente vitale e concreta e forse anche il motivo di tante crisi nella Chiesa e nel mondo, crisi che si potrebbero, per lo meno per quanto ciò sia possibile nel mondo, risolvere se si partisse dall’autentica crisi dell’essere e quindi dalla comprensione di cosa sia questo „essere semplice e completo, ma non sussistente“ che il tema principale dell’HA. L’essere è „nulla“; capisco che questa frase è da brividi, ma tante volte nei miei commenti ho spiegato che si tratta del nulla dell’amore, non del nulla nichilistico, che poi a confronto con quel nulla amoroso ha in sé pur sempre un resto ideologico; è chiaro che vi sia una forma del matrimonio ed anche due soggetti che ricevono questa forma; è chiaro che vi è una forma di un ordine religioso o di una fraternità laicale e soggetti che incarnano queste forme. Ma l’essere viene prima di tutto ciò! È prima di tutte le cose e di tutte le forme; è quella donazione umsonst (gratis et frustra) che rende davvero attraente una realtà ed una forma. Un matrimonio ha terminato la sua vitalità, una fraternità ha terminato la sua attrattiva, quando ogni gesto viene compreso come la forma da salvare; ma le forme e le realtà che li ricevono vengono salvate solo da quel „nulla“ che è la gratuità della donazione dell’essere. Un gesto semplice e completo, ma non sussistente, senza il quale tutto il resto è solo formalismo o azionismo.

(Pomeriggio) Nel diario inserisco a volte dei brani di giornalistici (si tratta per lo più di testi che mi vengono inviati da amici) o di interviste che mi sembrano importanti senza commentarli; ieri ho citato per esempio un lungo stralcio di un’intervista con il prof. Sapelli, perché aveva messo in evidenza un aspetto di cui non avevo mai approfondito la rilevanza nei miei diari: il ruolo degli Stati baltici nell’EU; il professore si riferisce in modo particolare all’estone Kaja Kallas nel ruolo di „Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza“, ed al lituano Andrius Kubilius, alla guida di un nuovo dicastero dedicato alla „Difesa e allo Spazio“. Ciò che interessa a Sapelli era di far vedere che l’interesse della NATO si è spostato dal Mediterraneo al Nord dell’Europa. A me interessava in modo particolare la percezione di una realtà, gli Stati baltici, che non mi è molto presente, anche se fino a quale anno fa avevamo, come scuola, un gemellaggio con uno di questi paesi (viaggio a Tallinn in Estonia), al quale anche mia figlia aveva preso parte, perché aveva studiato il russo. - Molte citazioni le prendo da Banfi, perché mi aiutano a tracciare un filo rosso sulla questione della profezia della pace. - Ora vorrei però ritornare sull’articolo di Alessandra Muglia, Corriere della Sera, parte del quale avevo condiviso il 18.9.24 e che riguardava „Il progressivo aumento delle vittime da entrambe le parti (ucraina e russa)“ e che getterebbe un’ombra sul futuro di Paesi che già prima della guerra stavano lottando contro il calo demografico. È un aspetto molto interessante, ma forse manca quello stile più cauto nei giudizi di eventi storici che sto imparando da Jünger; in modo particolare l’autore tedesco è molto cauto in tutto ciò che suona moraleggiante; e pur con tutta la simpatia per Tolstoj, devo dire che il giudizio di Jünger su Napoleone corrisponde più alla rilevanza di questa figura storica più che la sua liquidazione come „criminale di guerra“ (un termine che uso anch’io troppo sovente, perché lo assumo, un po’ acriticamente, da Katie Halper e Aaron Maté): “Si può discutere molto sul conto di Napoleone. Nessuno negherà la sua grandezza. Potevano esserci spiriti migliori e anche peggiori. Il sentire personale passa in secondo piano rispetto al fatto che era l'uomo del destino e che ha „guidato“ grandi cose. In quanto tale riposa nell'Hôtel des Invalides”. Alessandra Muglia, con il suo criterio demografico, in vero non cade nel „moraleggiante“ ma si pone la domanda oggettiva di quanti giovani possa perdere un paese, in una guerra che sembra essere sempre meno risolvibile nel senso di mete massime da raggiungere. Se davvero in tutto ciò, come pensa J.D. Vance (cf la parte dell’articolo di Sohrab Ahmari, che ho condiviso ieri e che mi aveva mandato Adrian) è in gioco una catastrofe atomica è chiaro che non si tratta più di un giudizio moraleggiante, ma che mette in questione la vita tout court di milioni di persone. In questo contesto non è cosa inutile chiedersi chi sia l’uomo del destino; quest’ultimo non deve essere „buono“, ma „grande“ nel servizio alla pace, come lo è stato per esempio Augusto. „Non ci si può aspettare che un capo di Stato eserciti nel suo servizio la sensibilità che caratterizza un privato cittadino. Al contrario, la dote sarebbe dannosa. Ci saranno sempre casi in cui la violenza è inevitabile e si dovrà scegliere tra due mali.“ (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, capitolo 28); quello che dice Jünger in riferimento alla guerra o ad un certo processo storico vale anche per la profezia della pace: scegliere „tra due mali“, anche al servizio della pace, è una necessità e per questo ritengo che Donald Trump (connesso con J.D.Vance, RFK, Tulsi Gabbard) sia il „male minore“ e in questo senso un „grande“ che potrebbe servire alla storia, o meglio alla sua continuazione nelle modalità politiche a noi conosciute. Il correttivo del „soft power“ di Pietro (papa Francesco) è senz’altro importante, anche se probabilmente noi cattolici siamo portati a sopravvalutarne la rilevanza storica; non metto in dubbio per esempio che san Giovanni Paolo II abbia avuto un ruolo importante, con il suo viaggio in Polonia del 1979 ed in genere per il suo essere pontefice romano in quel tempo, nella caduta del muro di Berlino e della Cortina di ferro; probabilmente più di quanto pensi un non cattolico e meno di quanto pensi un cattolico.  Ma torniamo all’oggi; se davvero siamo in „cambio d’epoca“ è chiaro, per chi conosce la storia, che questo tipo di cambiamento non accade senza sconquassi forti. Jünger fa l’esempio del percorso storico che ha portato dalla battaglia di Valmy al Congresso di Vienna. Valmy rappresenta una vittoria simbolica e decisiva per i rivoluzionari francesi. Nonostante l'esercito francese fosse meno organizzato e disciplinato rispetto a quello delle monarchie europee, riuscì a fermare l'avanzata delle forze prussiane e austriache, che cercavano di soffocare la Rivoluzione e restaurare la monarchia. Il Congresso di Vienna mirava a ripristinare l'equilibrio monarchico e conservatore che la Rivoluzione aveva distrutto. Tuttavia, Jünger sembra suggerire che gli sconvolgimenti della Rivoluzione, simboleggiati dalla vittoria a Valmy, fossero inevitabili e necessari per arrivare a un nuovo ordine. Insomma: quali sono gli sconvolgimenti necessari e quali sono quelli evitabili? Definire tutti gli eventi come evitabili, tacciando chi li compie come criminale di guerra a priori, devo concedere a Jünger, significa semplicemente non conoscere come funziona l’esistenza storica. Ciò non sarebbe un servizio alla profezia della pace, ma semplice demenza o idiozia. La dimensione ontologica che imparo da Ulrich non sparisce dietro queste considerazioni storiche; io penso che sia necessaria la similitudine del bene, cioè la storia dei santi, con il loro amore gratuito; i santi si mettono davvero al servizio del „senso necessario dell’essere“; quest’ultimo è la gratuità del dono dell’essere come amore. Ma nella categoria del „grande“ Jünger cerca di comprendere le necessità dell’esistenza storica, questa necessità è meno necessaria di quella ontologica, ma non può essere ignorata; anche se il mio cuore sanguina pensando alla violenza azera in Artsakh, non posso, come uomo pensante, ignorare quelle necessità storiche che non si possono fermare con pii desideri…


Sul rapporto di Mario Draghi. „Per l'Europa l'autunno non è iniziato solo dal punto di vista meteorologico, ma anche da quello economico. Il continente soffre di una crescita debole e di una progressiva deindustrializzazione. Anche in Germania, il più grande Paese industrializzato dell'UE, i segnali di declino sono in aumento. Il crollo del ponte Carola a Dresda è stato solo il simbolo più evidente. Le cattive notizie di Volkswagen e ThyssenKrupp testimoniano la crisi del “motore della crescita europea”. / E come se ci fosse bisogno di una prova, il 9 settembre è stato pubblicato un rapporto sul “Futuro della competitività europea”, sotto la guida di Mario Draghi, ex presidente della BCE e primo ministro italiano. Adam Tooze ha analizzato in dettaglio le 400 pagine del rapporto e ne ha riassunto i dati più importanti. Il risultato è un quadro preoccupante di un'UE in ritardo in settori importanti come la produttività, gli investimenti e la ricerca e sviluppo. In altre parole, nonostante la sofisticatezza della sua governance, l'UE non offre più al capitale europeo la piattaforma di cui ha bisogno per affrontare una concorrenza globale della portata degli Stati Uniti o della Cina.
Secondo Draghi, cosa serve per arrestare il declino? Investimenti aggiuntivi per 750-800 miliardi di euro all'anno. Più del doppio dei soldi che il Piano Marshall, finanziato dagli Stati Uniti, ha pompato in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ma Eric Bonse sa che proprio a Berlino, la capitale del “malato d'Europa”, non cadrà alcun tabù „ (Redazione di Makroskop). Forse il tabù più grande è quello di un „debito comune“ che fa parte della „cura“ di Draghi // Vorrei citare un passaggio della relazione- Draghi: „(...) negli ultimi due decenni la crescita economica dell'UE è stata più lenta di quella degli Stati Uniti, mentre la Cina ha recuperato rapidamente terreno. Il divario tra l'UE e gli USA in termini di PIL ai prezzi del 2015 è aumentato gradualmente da poco più del 15% nel 2002 al 30% nel 2023, mentre è emerso un divario del 12% a parità di potere d'acquisto (PPA). Il divario pro capite è aumentato di meno, poiché gli Stati Uniti hanno registrato una crescita demografica più rapida, ma è comunque significativo: in termini di PPA, è passato dal 31% del 2002 al 34% attuale.“ / Adam Tooze (Makroskop, 19.9.24) commenta questo passaggio come segue: „La produzione totale dipende da molte variabili, tra cui la dimensione totale della forza lavoro e il numero di ore lavorate. L'Europa ha una crescita demografica più lenta e gli europei lavorano meno ore degli americani. Ma ciò che preoccupa Draghi e il suo team è il fatto che circa il 70% del divario tra il PIL pro capite e la parità di potere d'acquisto è spiegato dalla minore produttività nell'UE. Una crescita più lenta della produttività è a sua volta associata ad una crescita più lenta del reddito e a una domanda interna più debole in Europa: Su base pro capite, dal 2000 il reddito disponibile reale negli Stati Uniti è aumentato quasi del doppio rispetto a quello dell’UE.“ (AT) - Insomma facciamo meno figli, lavoriamo di meno ed abbiamo meno soldi a disposizione, anche se noi tutti abbiamo la sensazione di lavorare troppo (ma forse il mondo della scuola è sui generis, tanto più che può contribuire solo indirettamente alla crescita della produzione). La questione affrontata da Tooze è complessa e il rapporto di Draghi, pur non spiegando gli sviluppi ancora più complessi dell'esistenza storica sul tema, fornisce molte informazioni importanti e soprattutto su una questione, molto interessante se si considera la produttività come un valore in sé: „Dove gli Stati Uniti sono davvero in una posizione diversa rispetto all'UE è negli investimenti legati all'innovazione, in particolare nel capitale di rischio.“ (AT); quindi non sono lavoriamo di meno, ma siamo anche meno disponibili a correre rischi, che sembrano necessari per le innovazioni. „Questo dato è molto sorprendente e dipinge un quadro fosco per l'UE. Sembra indicare che il divario tra gli Stati Uniti e l'UE continuerà a crescere nei prossimi anni. Data la feroce concorrenza tra Stati Uniti e Cina e i problemi evidenziati nelle relazioni settoriali, nulla è definitivo. La relazione di Draghi indica i modi in cui l'Europa potrebbe cercare di contrastare la dinamica che sta portando a un'ulteriore divergenza.Tanto più che esiste una forte e chiara correlazione tra tenore di vita, innovazione, intensità di ricerca e sviluppo e produttività del lavoro.Nella ricerca scientifica e nei brevetti, l'Europa rimane un importante concorrente degli Stati Uniti e della Cina.“ (AT) La relazione di Draghi offre anche delle soluzioni; „la sfida fondamentale per l'Europa è combinare la sua forte posizione nella ricerca di base con un aumento degli investimenti. Ed è qui che il rapporto Draghi, che parla di una necessità di investimenti storicamente “senza precedenti”, diventa radicale“ (AT); leggiamo nella relazione: „Il fabbisogno di investimenti dell'UE di 750-800 miliardi di euro (all'anno) corrisponde al 4,4%-4,7% del PIL dell'UE (al livello del 2023). A titolo di confronto, gli investimenti nell'ambito del Piano Marshall dal 1948 al 1952 ammontavano all'1%-2% del PIL. Per ottenere un aumento così massiccio degli investimenti nell'UE, la quota del PIL dovrebbe passare dall'attuale 22% a circa il 27%, invertendo decenni di declino nella maggior parte delle principali economie dell'UE. Non ci sono stati tassi di investimento paragonabili in Europa dal dopoguerra (…).“ / Come dicevo una parte della cura riguarda „debiti comuni“,che permetterebbero di fare con le nostre forze quello che ci permise di fare allora il piano Marshall; ma è chiaro che forze conservatrici (AT non specifica, però cosa questa parola significhi, „denunciato il prestito europeo congiunto“, insomma proprio il cuore della cura della relazione stessa. AT si domanda: „Ma perché gli investimenti sono così bassi rispetto agli Stati Uniti? Il fattore decisivo è la politica macroeconomica: la gestione della crisi dell'euro è stata un disastro assoluto. La sclerosi del sistema bancario europeo ha ridotto il dinamismo del sistema creditizio. Il rapporto Draghi chiede ancora una volta il completamento dell'unione dei mercati dei capitali. In ultima analisi, però, gli investimenti non sono determinati tanto dalle condizioni dell'offerta di credito, quanto dalla domanda di credito, che è guidata dal desiderio di crescita e innovazione delle imprese. Perché questa domanda è stata così debole in Europa? Per trovare una risposta, bisogna guardare alla storia di specifiche aziende in specifici settori e alle loro prospettive di crescita. La parte B del rapporto Draghi contiene molto su questo aspetto. Questa prospettiva settoriale è interessante perché si allontana dai blandi aggregati della macroeconomia e guarda alla logica industriale e commerciale delle aziende e dei produttori. Ci avvicina a rispondere alla domanda sul perché il modello europeo di economia politica capitalista sia così poco dinamico. O, per dirla in altro modo: Come mai l'Europa è diventata un progetto fallito di relazioni Stato-capitale? Il confronto tra le tre maggiori spese aziendali per la ricerca e lo sviluppo negli Stati Uniti e nell'UE in tre momenti degli ultimi venticinque anni fornisce una chiara panoramica delle differenze. Negli ultimi vent'anni, la leadership statunitense nella ricerca e nello sviluppo si è spostata drasticamente dall'industria automobilistica e farmaceutica - i settori della “seconda rivoluzione industriale” - alla tecnologia. Nell'UE, invece, è l'industria automobilistica tedesca ad aver fatto da apripista per un quarto di secolo. Come commenta il rapporto Draghi: „L'industria automobilistica europea è ad alta intensità di ricerca e sviluppo. Più precisamente, la spesa per la R&S ammonta a circa il 15% del valore aggiunto lordo dell'industria (che la qualifica come “manifattura avanzata”). Con un budget per la R&S di 59 miliardi di euro (2021), rappresenta un terzo degli investimenti in R&S delle aziende europee. “Ciò rende ancora più preoccupante la rapida erosione della posizione dell'Europa in questo importante settore. Dal 2000, la produzione di veicoli nell'UE è diminuita del 25%. Come si legge nel rapporto Draghi, i veicoli europei tradizionali con motore a combustione rischiano di finire in un vicolo cieco. L'industria sta subendo un enorme cambiamento tecnologico e, nonostante le spese per la ricerca e lo sviluppo di VW, Daimler e Bosh, sono le aziende extraeuropee a fare da apripista…Soprattutto perché i produttori europei hanno sempre più difficoltà a tenere il passo con il ritmo dell'innovazione e degli investimenti produttivi. Sebbene il costo della manodopera in Cina sia inferiore a quello europeo, le case automobilistiche cinesi sono all'avanguardia nell'installazione di robot di ultima generazione.“ (AT) // Ovviamente tutto ciò spiega come funziona „the machine“, non vi è alcun pensiero critico che si chieda il senso della „machine“ stessa dal punto di vista del „camminatore nel bosco“, ma visto che il lavoro è anche per Jünger una dimensione importante della vita, non è male cercare di comprendere i meccanismi elementari della crisi. „Rispetto all'industria automobilistica, in cui l'Europa è ancora un attore importante, la sua presenza nei principali settori tecnologici sta diventando sempre più marginale. La quota europea del mercato delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione è scesa sotto il 20%, mentre quella degli Stati Uniti è salita dal 30 al 38%.Il settore delle telecomunicazioni in Europa è caratterizzato soprattutto dalla frammentazione. Ciò può essere positivo per i consumatori nel breve termine e ridurre i prezzi dei servizi di telefonia mobile. Ma limita anche gli investimenti e rischia di spingere l'Europa a diventare in futuro un consumatore e un regolatore di tecnologie straniere.“ (AT). La conseguenza ultima che ne trae il giornalista di Makroskop è questa: „Dopo la crisi dell'euro, è diventato chiaro che il rapporto tra le grandi imprese e la governance dell'UE è profondamente disfunzionale. Negli anni 2010, le strategie conservatrici di governance macroeconomica sono diventate chimere catastrofiche. Il rapporto Draghi chiarisce che, per quanto sofisticata sia la sua governance, l'UE non offre più al capitale europeo la piattaforma per affrontare una concorrenza globale di dimensioni pari a quella degli Stati Uniti o della Cina. La risposta non sta nelle strategie di deflazione interna a spese dei lavoratori europei o nel taglio della spesa pubblica. Abbiamo bisogno di mercati più ampi, più investimenti e più innovazione. È necessario un riorientamento fondamentale della politica verso una crescita trainata dalla domanda e dall'innovazione. La difesa dello status quo, come sostenuto dai conservatori europei sia nella politica industriale che in quella fiscale, non offre alcuna sicurezza, ma solo una ricetta per un ulteriore declino strisciante e una crescente dipendenza dall'innovazione tecnologica di Stati Uniti e Cina.“ (AT) // Detto questo senza riscoprire la dimensione del „cammino nel bosco“ (i nostri ragazzi passano tutto il giorno nella „maschine“) non avremo neppure persone adulte davvero capaci di gestire la „machine“ in modo sensato.  PS Interessante sarebbe, in primo luogo, confrontare questi dati dell’economia civile e le loro interpretazioni, con i dati dell’economia militare…


(Wetterzeube, il 19.9.24) Se non avessi incontrato Adrienne, Hans Urs e Ferdinand non avrei la più pallida idea di cosa sia la „nullificazione dell’essere“ (Ulrich) o di cosa sia „l’abbandono di Gesù“. Questa „eccessiva concentrazione di dolore“ implicita nell’obbedienza del Figlio, grazie a Dio l’ho provata solo in brevissimi momenti, se no ne sarei stato schiacciato o dissolto. Che proprio le parole di Gesù sulla Croce: “Tutto è compiuto“ mi appaiano, per una grazia del tutto immeritata, come consolazione, è forse il mistero più grande della mia vita; ma so che ci sono milioni di persone che sono state molto di più sulla Croce di me e che sono scese nell’inferno in un modo più brutale, infinitamente ed imparagonabilmente più brutale di quel poco che ho compreso io. C’è un dormire del Signore, quello sulla barca in tempesta, che è assoluta confidenza e fiducia nel Padre, ma c’è un dormire dei discepoli (i migliori tra l’altro) nel giardino degli Olivi, che, come dice Adrienne (cf Esperienza di preghiera, edizione tedesca 44),  implica un distacco dalla Sua disponibilità a portare il peso del peccato del mondo e mio.  Chiedo una grazia particolare per tutte quelle persone che per una concentrazione eccessiva di dolore sono stati derubati dalla preghiera e dalla fiducia.


Tom Bombadil è tra le figure più geniali di Tolkien; conosce il pericolo degli anelli e della magia nera, ma il suo „naturale“ è talmente „luce“ che può vivere come il „camminatore del bosco“ più coerente che io conosca nel mondo della letteratura mondiale. Alle volte incrocia il destino dei grandi e dei piccoli coinvolti nel destino della lotta del potere o del compito di distruzione degli anelli e quindi non viene provato dal potere come lo è la giovane Galadriel (penso alla nuova serie di cui ho parlato ieri) o anche il giovane Elrond; è molto impressionante vederli da giovani e non da saggi come nel „Signore degli anelli“; anche il fabbro Celebrimbor, che possiede la tecnica della costruzione degli anelli, si fa prendere del tutto in possesso della volontà di distruttiva di Sauron…una grande figura è quella del capitano Elendil, padre di Isildur, che rimane fedele alla regina reggente Míriel, ma ripeto Tom Bombadil sta da sé come una figura di vera armonia con il creato…1) è un essere primordiale e misterioso; è una delle entità più antiche della Terra di Mezzo. Nel "Signore degli Anelli", viene detto che "era qui prima dei fiumi e degli alberi", come si ripete anche nella nuova serie, il che suggerisce che la sua esistenza preceda persino la creazione del mondo così come la conosciamo. Non appartiene a nessuna delle principali razze (Uomini, Elfi, Nani, Maia), ed è descritto come una figura che esiste "fuori dal tempo“. 2) Uno degli aspetti più sorprendenti e singolari di Tom Bombadil è la sua completa immunità al potere dell'Anello. Quando Frodo gli dà l'Unico Anello, Tom lo manipola come se fosse un oggetto ordinario, e persino diventa invisibile per un attimo, ma non è affatto influenzato dalla sua corruzione. Questo lo rende unico, poiché persino i più potenti esseri nella Terra di Mezzo, come Sauron o Gandalf, sono vulnerabili al potere dell’Anello. Lo sono nella nuova serie anche Galadriel e Elrond. 3) Nonostante la sua grande potenza e saggezza, Tom Bombadil rimane indifferente - il che non vuol dire che non ne abbia coscienza - ai grandi eventi e ai conflitti che imperversano nella Terra di Mezzo. Non si preoccupa del destino dell'Anello o delle lotte tra le forze del bene e del male. Vive in armonia con la natura nel suo piccolo angolo di mondo, limitato ai confini della Vecchia Foresta, e sembra privo di ambizione o desiderio di controllo. Questo mi ricorda tanto mia moglie, per quanto ciò sia possibile ad un uomo, e il suo ed ora nostro mondo dei „piccolini“. 4) Tom Bombadil sembra non obbedire alle normali leggi che governano il mondo di Tolkien. Non è chiaro quale sia la sua vera natura, e Tolkien stesso, nelle lettere, ha deliberatamente lasciato la questione aperta. Non è identificabile con precisione né con i Valar né con i Maia. Non è né un angelo né un Dio. Alcuni - io mi associo ad essi - lo interpretano come un "essere primordiale della natura", altri come un simbolo della libertà e della gioia che esiste al di fuori del potere e della corruzione. Alcuni studiosi vedono Tom Bombadil come una personificazione della natura selvaggia e incontaminata, che vive al di là del controllo degli esseri viventi. Per questo ho parlato di „camminatore del bosco“. La dimensione „selvaggia“ è anche quella che Jünger associa al „cammino nel bosco“. Il suo stile di vita libero e spensierato, il suo canto e la sua gioia perpetua sembrano rappresentare un'esistenza primordiale e semplice, non toccata dalle preoccupazioni del mondo. Nel contesto della narrazione, Tom Bombadil ha un ruolo quasi filosofico. Tolkien potrebbe averlo introdotto come una riflessione sulla limitatezza del potere e sulla complessità dell'esistenza. Non tutto nella Terra di Mezzo può essere spiegato o dominato. La presenza di Tom Bombadil ricorda ai lettori che ci sono forze più grandi della guerra tra bene e male, e che l'armonia e la pace possono esistere anche senza il bisogno di vincere o controllare (per l’ultima parte ho fatto uso del Chatgpt). 


Ad un certo punto si dovrà pur dire apertamente cosa si pensa politicamente;  oggi, intanto, ogni persona lo fa, a volte senza alcuna competenza, a parte quella di aprire bocca e muovere la lingua; le stesse competenze necessarie per un blow job; l’Ursula-bis è il mio avversario politico (come lo è Merz in Germania), i nuovi alleati del centro sono quelli che hanno l’anello del potere e lo usano male ed in modo malvagio. E sono corresponsabili del milioni di giovani vite che si sono spente nel conflitto, nella guerra tra Ucraina e Russia, che è, nella mia narrazione, una proxy war. Da sinistra, il BSW, che però è forse troppo concentrato sulla figura di chi da il nome al patto, e a destra Viktor Orbán, sono per me politici della speranza; ieri un amico mi ha mandato un intervento di Vannacci (Lega) al parlamento europeo, che su questo tema era  molto ragionevole. Io non ritengo che persone debbano essere lasciate morite nel Mar Mediterraneo o in altri mari; questo è uno scandalo inaudito, ma la pace ha al momento una priorità assoluta ed ovviamente l’hanno quelle concrete persone che lasciamo crepare nel Mar Mediterraneo. Il processo a Salvini è probabilmente politico e non primariamente giuridico; la sua decisione di allora era sbagliata ed ovviamente la vita concreta di persone indifese non è un esercito da cui difendersi. Allo stesso tempo, però, il cedimento della Meloni al dittatore azero e alla democratica Ursula è un disastro politico per la profezia della pace. Negli USA è giusto che si debba scegliere con coscienza, ma la mia coscienza mi dice che Trump e i suoi collaboratori e sostenitori (J.D. Vance; RFK; Tulsi Gabbard…) sono decisamente meglio della criminale di guerra Harris…


PS Il prof Sapelli, che non amo particolarmente, scrive ne „Il Sussidiario“: „Che nel sistema decisionale europeo stanno irrompendo, fenomeno ancora non sistematizzato nelle filiere di potere e di comando, gli Stati baltici. Non solo con l’estone Kaja Kallas nel ruolo di Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza, ma anche con la nascita di un nuovo dicastero dedicato alla Difesa e allo Spazio affidato al lituano Andrius Kubilius. Quest’ultimo fatto rappresenta un segnale preoccupantissimo, perché vuol dire che le risorse della Nato andranno più sul fronte orientale che non verso quello meridionale/mediterraneo…Si era già cercato di spostare il peso relativo di risorse economiche e militari dal fianco meridionale della Nato a quello orientale, e ora questo potrebbe effettivamente avvenire, rafforzando il ruolo del Regno Unito, proprio adesso che non è più parte dell’Ue. A influenzare moltissimo il comportamento dei Paesi baltici, infatti, è Londra. E sappiamo quali sono le intenzioni del nuovo premier laburista Starmer riguardo alla Russia…Il ragionamento che fa il Regno Unito è molto semplice: non si può contrastare l’influenza cinese nel mondo se non si neutralizza in qualche modo la Russia. Ma è chiaro che questo non potrà non scatenare la reazione di Mosca, che è pronta a lanciare i suoi missili ipersonici in territorio europeo. Temo che si stia andando verso una guerra nucleare tattica…È così che si spiega il significato del documento di Draghi e di questa proposta che non poteva che arrivare da una personalità che ha le mani libere rispetto agli equilibri politici tra nazioni: all’ex presidente della Bce è stato affidato il compito di aprire la via indicando gli strumenti per l’intensificazione della guerra contro Mosca. Il Rapporto Draghi è il tessuto teorico su cui si dovranno costruire le nuove azioni di aggressione alla Russia…Stanno a guardare, anche perché sono profondamente divisi. Sappiamo che se venisse eletto Trump la guerra in Ucraina potrebbe finire in breve tempo, cedendo la Crimea e magari altri territori a Mosca, mentre in caso di vittoria della Harris la Casa Bianca sarebbe più incline a sostenere la linea di Londra…Certamente. Alla Germania in questo momento non interessa combattere la Russia, ma la transizione green che sta minando la sua industria automobilistica…finalmente gli industriali europei stiano battendo un colpo: sanno che in gioco c’è la loro stessa sopravvivenza…L’idea che il capitalismo di guerra trascini tutto il capitalismo è primitiva: può riuscire a farlo con un ritardo di 20-30 anni. Inoltre, le filiere industriali non sono così meccanicamente trasferibili: non si possono prendere centinaia di migliaia di lavoratori che prima costruivano automobili e metterli a realizzare carri armati. Possono volerci degli anni, nel frattempo l’economia fa in tempo a crollare…, i Paesi baltici sono già post-industriali, mentre il cuore franco-tedesco dell’Ue è ancora profondamente neo-industriale. Si tratta di due formazioni socio-economiche completamente diverse…L’Italia, pur essendo atlantista, vede ancora vivo il lascito delle grandi politiche estere democristiane e anche di Craxi e De Michelis. Fino a poco tempo fa il rapporto con l’ex Urss ci è servito anche per aumentare la nostra influenza nei Paesi arabi. Dopo quello che è accaduto in Libia e quello che sta accadendo in Medio Oriente, l’Italia appare isolata nel Mediterraneo…Con tutto il rispetto per la Croazia, non mi sembra sia una potenza mediterranea. Tuttavia, quella di Bruxelles appare una scelta perfettamente coerente con l’idea che il fronte sud della Nato non conti più nulla…Ed è quasi diabolico che un vicepresidente esecutivo (Dombrovskis )debba condividere la sua delega con un commissario (Fitto). Dombrovskis è potentissimo, perché è il cane da guardia dell’austerità e dell’ortodossia monetarista della Bundesbank, e già in passato ha cassato ogni proposta di rinnovamento. Abbiamo una prova del potere che ancora ha la Banca centrale tedesca in Europa…Il Rapporto Draghi  (sul debito comune) appare com un libro dei sogni, difficile da mettere in pratica (per questo il conflitto con la Banca centrale tedesca). // „Agli anglo va riconosciuta una migliore e più ampia visione, affinata nei secoli, degli interessi dell’Occidente globalista rispetto a “Marina Plastica Facciale” vogliosa di “diritti”: può aver valutato che proprio Giorgia sia la meno peggiore delle soluzioni per l’Occidente avviato alla guerra finale contro la Russia (la Heartland di Mackinder) , perché acquieta, per non dire addormenta i “sovranisti” e le “destre post-fasciste ” in un paese come l’Italia, di cui proprio loro, gli anglo, riconoscono la potenza vitale della forza storica fascista (e che Churchill guardò inizialmente con favore, e poi combatté perché era, come il nazismo, un parziale “socialismo di successo” al contrario della miseria provocata dal giudeo bolscevismo, che non lasciava spazio totale alla finanza “di mercato”)“ (Maurizio Blondet). - I testi di Sapelli e Blondet me li ha mandati un amico di Milano. 


"Questo (è stata uccisa mentre portava il pager al padre; ndt) è ciò che è accaduto a una bambina di 9 anni, uccisa ieri nell'attacco al cercapersone in Libano. Un'incredibile innovazione tecnologica. Non potrei essere più impressionato" (Michael Tracey, X, 18.9.24) - PS „Un’altra giornata di attacchi improvvisi a distanza ieri a Beirut. Questa volta ad esplodere inaspettatamente sono stati apparecchi walkie-talkie, ricetrasmittenti e anche pannelli solari. Sempre nelle mani dei miliziani hezbollah. I feriti sarebbero stati 520, 20 i morti: dal Libano all’Irak. A questo punto si ipotizza che l’operazione dei servizi segreti israeliani si basi sulle batterie, che vengono inserite in questi diversi congegni elettronici.“ (Banfi, versione odierna) 


Abba nostro…  


(Dopo) Da un manoscritto di Matteo Foppa Pedretti c’è una critica intelligente al concetto di „proxy war“, che io uso a livello „giornalistico“; la citazione che segue ha la profondità delle cose, a livello „filosofico“, che ho scritto in dialogo con Ernst Jünger: „Questa è la terza guerra che si combatte in Ucraina oggi. Non è una guerra tra stati o tra alleanze . E' semplicemente la guerra di per sé, mantenuta viva da chi (e non sono necessariamente i governi delle nazioni) vuole, progetta e realizza questa rivoluzione. La depressione del continente europeo, la sua regressione a una situazione post (e quindi pre) industriale, la totale irrilevanza delle sue forme politiche nazionali, la fine della capacita di pensarsi liberamente a partire dalle proprie esigenze. Sono tutti risultati che il permanere di questa guerra può ottenere. Risultati che interessano poteri trasversali agli schieramenti in campo, e si ottengono a prescindere dal fatto che a vincere sia uno o l'altro.

La guerra per la guerra. La guerra che si può portare a piacimento a qualsiasi grado di "escalation" possibile. La guerra che nasce perché da mezzo secolo almeno è in corso la più grande delle rivoluzioni della storia umana. Che trova il suo terreno di sviluppo in antichi conflitti o in nuove contese tra blocchi. Che si confonde con questi, ma non si esaurisce in loro. Che non si estingue perché non si riesce a venire a capo del primo e del secondo livello. E' la guerra infinita. Può terminare ( magari solo momentaneamente) per lo spegnersi, in giustizia, equilibrio e compromesso, delle guerre presenti.. Cosa che fa di tutto per evitare. Ogni protagonista delle due guerre che abbiamo visto combatte anche, consapevolmente o meno, anche la terza.“ (Matteo)


Sabato ad Assisi ci sarà una edizione straordinaria della Marcia della pace. Ieri papa Francesco, nell’udienza in cui ha ripercorso il recente viaggio in Asia e Oceania, è tornato ad indicare esempi positivi di pace e di convivenza. Lampi in un buio che si fa sempre più oscuro.“ (Banfi, versione odierna)  


(Dopo la scuola) Forse la sfida di Kant più interessante per me, che vivo in una regione ultra secolarizzata, è quella della „dialettica trascendentale“: cioè la necessità dell’illusione metafisica. È già un superamento dell’illuminismo banale che il più dei miei studenti hanno succhiato con il latte: la religione come superstizione superata; no la metafisica (religione) è una necessità della ragione…ecco una traccia della mia lezione odierna nel corso di filosofia della dodicesima classe. 


(Pomeriggio tardo) Nel capitolo 27 del „nodo gordiano“ Ernst Jünger fa un paragone tra la guerra dei setti anni (1756-1763), considerata da alcuni storici come la prima guerra mondiale, mentre ora consideriamo la prima guerra mondiale quella del 1914/5-1918 e la seconda guerra mondiale (1939-1945); il paragone lo fa Hitler stesso, ma sbagliando nella considerazione giusta del suo carisma in relazione a quello di Federico II il Grande. Anche per quest’ultimo l’esito non era garantito, ma Hitler dopo Stalingrado, basandosi su considerazioni sbagliate, fa morire ancora un milione di persone in più. Un patto con l’occidente non era pensabile per Hitler, anche solo per la questione morale; la „fronda“ (copyright: Jünger) del 20.7.44 voleva muoversi in questa direzione.  Solo un patto con Stalin - ma sono stanco e non scrivo tutte le argomentazioni di Jünger - avrebbe permesso forse un’altro esito. Allora gli alleati occidentali non fecero errori troppo gravi (invasione della Finlandia) che avrebbero costretto Hitler e Stalin ad un patto definitivo…la nota più importante del capitolo è, però,  quella nella quale Jünger dice che si deve stare attenti con le analogie: avvenimenti analoghi possono essere del tutto diversi, avvenimenti diversi possono essere del tutto analoghi… - Sohrab Ahmari sottolinea l’importanza di una proposta diplomatica di J.D. Vance per evitare l’apocalisse; anche qui bisogna stare attenti con le analogie. La più sbagliata è quella tra Hitler e Putin, che spiega Ahmari, non viene creduta neppure dagli Occidentali, per ora è piuttosto solo retorica. J.D. Vance non cade per nulla in questo errore e considera Putin un attore razionale; ci si può immaginare un Churchill che va in pensione, non Hitler; ma credo che possiamo ancora immaginarci un Putin ad un tavolo delle trattative. Per quanto riguarda la pensione non lo so…molto importante è anche la differenza che fa Jünger tra despote (Hitler) e tiranno (in senso romano). Beh adesso basta, sono troppo stanco! 


(Sera) Adrienne mi insegna mio Dio, che c’é un atteggiamento richiesto da Te che è „sofferenza nella non-comprensione“; solo dopo chi è in questa sofferenza comprenderà che la sofferenza stessa era preghiera; il punto di contatto con Te è il tuo grido sulla Croce; ecco tante persone in questo momento nel mondo potrebbero solo gridare la loro non comprensione; non possono per nulla pregare con Te in forma del dialogo, come sto facendo ora. Alle volte sono anche così stanchi che si chiedono solo „perché“: perché è morto mio marito per cui avevo pregato e per cui tanti avevano pregato? Perché è morta la mia figlia di nove anni, perché i servizi segreti israeliani hanno messo in moto una macchina tecnica di guerra terribile? Ma ovviamente, anche perché sono stati rapite persone che non hanno fatto nulla di male? Perché dovevano morire un milione di soldati per scopi geopolitici o di guerra infinita? Perché abbiamo avuto un figlio con un handicap mentale così estenuante? Non ci abbandonare Signore! Ti prego per tutti i miei cari e i miei amici e colleghi e studenti. Amen


Considerazioni sulla nuova serie di Tolkien (Patrick MacKay e J.D. Payne; scritto da Jennifer Hutchison). Sauron è un nemico troppo grande per farlo discendere dalla mitologia alla storia. In un certo senso è il diavolo, ma il diavolo non può essere identificato con una figura storica, neppure con Hitler; certo quello che è successo ad Auschwitz è quasi il male assoluto, ma quasi; quando la fronda di Stauffenberg decide di uccidere Hitler non lo fa con lo spirito di uccidere Sauron, ma di uccidere una persona che ha perso il controllo delle mete realizzabile con una guerra; secondo Jünger la fronda del 1944 avrebbe continuato la guerra, ma solo nel versante orientale i „calcoli“ di Hitler erano calcoli umani; forse ha pensato ad avvenimenti storici, spiega Jünger, come quello di cui ha potuto approfittare Federico il Grande nel 1762 con la morte dell’imperatrice Elisabetta. Forse la considerazione ultima di Jünger pur avendo un carattere umano, trascende la dimensione dell’esistenza storica: „in lui era l’ostacolo. La pace non poteva venire a lui, perché lui non era in essa, non poteva trovare in essa un soggiorno“. Questo giudizio ovviamente vale anche per Sauron, a cui Hitler assomiglia molto, anche se Sauron ha caratteri metafisici che Hitler non aveva. Hitler è la perversione di un’idea del comando dell’esistenza storica. - Galadriel vuole essere fedele alla morte del fratello nella battaglia contro Sauron e rinuncia anche al paradiso degli Elfi per continuare questa lotta; vi è in essa una coerenza radicale che non so se possa essere trasportata nell’esistenza storica; questa coerenza radicale è attraente, ma non so se sia „buona“…


(Wetterzeube, il 18.09.24; anniversario della morte di Dag Hammarskjold) “Una decisione sbagliata può essere più grande di una giusta, la caduta più grande del successo”, Ernst Jünger, 1953. - Detto questo è e rimane scandaloso che il Vaticano faccia patti con il dittatore azero Aliyev o che quest’ultimo venga accolto in Italia con grandi onori. Anche il Vaticano non fa sempre tutto bene; Adrienne von Speyr, nei suoi diari “Cielo e Terra“,  aveva messo il dito nelle ferite provocate da Pio XII al popolo di Israele, ma oggi da parte vaticana si può fare solo apologia di Pio XII e testimoni come Adrienne e Hans Urs von Balthasar non vengono presi minimamente sul serio. Questo è grave perché „deruba“, per usare il verbo forte che ho usato ieri nella preghiera notturna, tanti uomini di fiducia e della preghiera. Certo non possiamo promettere a nessuno, quello che neppure il Nostro Signore non ha potuto e voluto evitare, ma i fatti devono essere espressi tutti; nel mio esempio ciò significa che si può certamente dire quello che di buono Papa Pio XII ha fatto poi per il popolo ebraico, senza cancellare, anche fonti cattoliche di grande profondità, come se non esistessero. Ogni tanto sarebbe necessario meditare anche Mc 8, 33 e non solo Mt 16,17-18. Lo dico sub e cum Petro!  


Ieri ho cominciato a guardare i primi due episodi della seconda stagione della serie: „Il Signore degli anelli. Gli anelli del potere“, che prende spunto dalle opere di Tolkien, che presentono la preistoria dell’Hobbit e del „Signore degli anelli“;  la storia si basa principalmente sulle appendici de Il Signore degli Anelli, che riassumono gli eventi della Seconda Era del mondo immaginario della Terra di mezzo. Patrick McKay e J.D. Payne hanno sviluppato l’idea nella forma dell’attuale serie. Un aspetto che mi interessa molto è la concezione del potere di Sauron che non corrisponde per nulla all’idea di potere in Occidente, come la descrive Ernst Jünger nel 1953 nel capitolo 26 del „Nodo gordiano“; prendendo l’esempio di Federico il Grande e di Solon nella Grecia antica, questa idea si può riassumere così: la leadership occidentale è una guida di uomini liberi; il contrario di questo è il modo con cui Sauron vuole „guidare“ la Terra di Mezzo. I „piccoli“ vengono distrutti e manipolati dal potente, mentre nell’idea occidentale vengono serviti e guidati. In Solon il potente mantiene una certa distanza dal popolo, ma non vuole che si abusi di esso per la volontà arbitraria di potenza. La concezione del potere di Sauron non è „autocratica“, è una perversione ed un tradimento della concezione occidentale. 


Nel capitolo 25 del „Nodo gordiano“ Jünger riflette su chi è grande nella storia, mentre le ultime pagine dell’Homo Abyssus di Ulrich si pongono la domanda del bonum. Essere un grande nella storia ed essere buoni nella storia non sono la stessa cosa. Uno può essere buono, perché come la vecchia nel Vangelo, offre più di quello che ha, ma rimane per l’appunto una figura buona e non grande, nel senso che noi usiamo quando parliamo di Alessandro, di Carlo, di Federico, etc. Il popolo, dice Jünger, è disposto a perdonare tante cose ad un „grande“, sia nella modalità con cui tratta il denaro, sia nella sua vita privata: il fatto che Clinton si sia fatto fare un blow job da un’assistente non lo fa né grande né negherebbe la sua grandezza, qualora ne avesse avuta una. Tutto sommato per le persone che ho visto nella vita in azione direi che Kohl (che tra l’altro non ha mia gestito soldi pubblici per scopi privati) è stato un grande, per la riunificazione tedesca e Merkel lo è stata per la sua decisione di far entrare in Germania un milione e mezzo di siriani durante una delle guerre più brutali degli ultimi decenni. Per quanto riguarda la bontà direi che Ulrich sia stata la persona più buona che io abbia mai incontrato, perché in lui e attraverso di lui ho visto Gesù in azione e ho visto concretizzata il dono dell’essere come amore gratuito. Che poi sia anche un „grande“ della filosofia ha che fare con la sua intelligenza e non tanto con la sua bontà….


Per quanto riguarda la storia della Chiesa, certamente Giovanni Paolo II è un „grande“ per aver guidato la Chiesa nel passaggio dei secoli e prima durante la caduta del muro di Berlino; Benedetto XVI per la sua rinuncia, ma forse questa è piuttosto qualcosa che ha che fare con la sua bontà; Papa Francesco per il suo dialogo con il mondo islamico sta diventando ogni giorno che passa sempre di più un „grande“…Adrienne lo è certamente per la sua disponibilità a discendere nell’inferno, ma anche in questo verum e bonum si usano l’un per l’altro come un’identica cosa. E Madre Teresa per la carità e la missione in India…


Abba nostro…


(Pomeriggio) Nella mia lezione di cristologia della dodicesima classe mi   è riuscito, commentando il prologo di Giovanni, di far comprendere la logica paradossale dell’amore contenuta in questo prologo e la grandezza paradossale ed ironica che il cristianesimo è un avvenimento che accade ora… 


(Dopo la traduzione di Ulrich, HA 512-513) Cosa accade quando perdiamo lo sguardo alla sovraessenzialità dell’essere? Che cosa accade quando l’essere non è più l’atto di amore gratuito di un Creatore che è Egli stesso amore e che non si esaurisce come amore nell’essere finito? Cosa accade quando il movimento di finitizzazione non è più espressione del bonum, ma solo una meta da raggiungere? Accade che la gratuità dell’amore, il bonum, si dissolve in una realtà indifferente, quella che vogliamo poi organizzare tecnicamente. Se non si è stati all’altezza della gratuità del dono dell’essere tutto diventa formalismo o caos accidentale che sono poi le due facce, quella formale per l’appunto o quella materialista della sospensione ideale ed ontologica: un’astrazione che non crea né forme né concretezza quotidiana, come compito e come amore. 


Dialogo con Gigi su Donald Trump. Roberto (R) = Gigi non l’ho scritto in pubblico, perché non volevo fare delle polemiche inutili; ma l’idea che avete in Italia e che abbiamo in Germania di Trump rasenta la menzogna più oltraggiosa…Non è un santo né un martire, ma potrebbe essere l’Augusto di turno che potrebbe contribuire a salvarci dall’abisso di una terza guerra mondiale. Gigi (G) = Faccio fatica ma sai che mi fido molto di quanto scrivi. A proposito di Augusto, di fatto Gesù è nato durante il suo censimento. Trump parla il linguaggio della pace, ma è parziale. Noi ragioniamo da europei, ma chi vive negli Stati Uniti, e che voterà, penso sia insensibile ai problemi della guerra, che toccherebbe il nostro suolo e che ora è terribile in Ucraina, Africa, Medioriente. Gli USA ragionano di pace a livello economico e geopolitico, ma verso l'esterno. Al loro interno prevale la partigianeria, il commercio delle armi, una conflittualità preoccupante. Roberto rispondimi pure su fb, puoi farlo con le parole che ritieni più opportune in amicizia, la tua sarebbe una correzione fraterna che mi aiuta sempre a crescere, poi devo forzare la mia testa dura per impormelo. ( R) = Ma proprio questo non è vero: persone come Aaron Maté (marxista canadese), Katie Halper (marxista statunitense), Glenn Greenwald (omosessuale liberale); Robert F. Kennedy Jr., Tulsi Gabbard (Hawaii), Jimmy Dore (comico statunitense); il mio amico Adrian (professore di filosofia in California), e milioni di persone asiatiche, latino-americane e bianche Hillibilly, non fanno altro che parlare di questo, perché uno scontro nucleare non lascerebbe indifferente neppure loro, a parte che i soldi usati per la guerra mancano ai poveri statunitensi; poi ci sono persone come Maté che non si fidano di Trump e persone come N.S. Lyons (conservatore convertito dal giudaismo al cristianesimo ) che pensano che sia l’unica speranza, anche se sono coscienti che il suo carisma da solo non basta…Ovviamente la posizione di Trump su Israele e Palestina è criminale, ma come è criminale accettare soldi dal dittatore azero… (G) = Gli USA hanno una protezione da scudo nucleare che li protegge molto meglio che Israele, e poi contano sulla immensa distanza. Putin se vedi minaccia gli stati europei. L'opinione pubblica USA, la maggioranza almeno, non gli intellettuali, secondo me è più assorbita dai temi interni, Trump insiste sull'immigrazione, sulla classe media e operaia impoverita, sugli stati della corn belt, non tocca le armi libere né i finanziamenti ai magnati amici. Sulla pace gli si può dare credito, perché no?,  ma non credo sia la priorità, che mobilitò le masse come nel Vietnam. Là morivano i loro ragazzi. I giovani si stanno mobilitando sulla guerra in Israele e la carneficina di Gaza, tanto che Harris per tenersi buoni i giovani di sinistra ha moderato (almeno in superficie) il forte appoggio a Netanyahu. Purtroppo le divisioni che provocano personaggi come Biden e Trump o Musk ed Harris , che coinvolgono anche la Chiesa, mi lasciano perplesso, personalmente non ho fiducia in nessuno, non sceglierei il meno peggio… ( R) =  „…non tocca le armi libere né i finanziamenti ai magnati amici“ .. se fosse così non cercherebbero di ucciderlo. La Harris è solo una stronza fotogenica. (G) = Su questo sono d'accordo, un burattino che sorride come Joker. ( R) =  „…Biden e Trump o Musk ed Harris“ -  qui metti tutto insieme e questo non corrisponde a tutte le cose che ho letto; ma va bene così; io non possiedo la verità… (G) = Sui tentativi di uccidere Trump: Il primo cecchino e quello di questi giorni sono due disgraziati fissati, anche se poi l'FBI ha chiuso gli occhi ad ogni sospetto. ( R) = Questa è la lettura mainstream degli attentati: due poveri disgraziati… (G) = D'altronde anche l'omicidio Kennedy è stato cassato dalla Commissione senatoriale Warren e Lee H Oswald per coincidenza ucciso il giorno dopo… ( R) = certo i due poveri disgraziati potrebbero fare loro il lavoro in modo da non sporcarsi le mani come con i Kennedy. (G) = Su questo si. Disgraziati loro personalmente, come Oswald. ( R) = Solo che sull’omicidio dei due Kennedy sappiamo troppo poco, credo. (G) = è vero. NB Ho ripreso il dialogo, che abbiamo interrotto perché dovevamo lavorare, perché fa vedere come due amici possono parlarsi, pur avendo idee differenti, senza offendersi. 


Il progressivo aumento delle vittime da entrambe le parti getta un’ombra sul futuro di Paesi che già prima della guerra stavano lottando contro il calo demografico. E appare paradossale che una delle motivazioni che ha spinto il presidente russo Vladimir Putin all’invasione del vicino nel 2022 fosse quella di aumentare la popolazione russa assorbendo gli ucraini. «La demografia è una priorità per Putin, e vuole usare l’Ucraina e il suo popolo per consolidare il nucleo slavo della Russia», ha chiarito Ivan Krastev, politologo di origine bulgara e autore di un libro di prossima pubblicazione sulla demografia europea. Mosca ha guadagnato 2,4 milioni di abitanti con l’annessione della Crimea, e pochi altri nei territori occupati dopo l’invasione su larga scala, in cui però ne avrebbe perso almeno 200 mila, senza contare gli oltre 600.000 russi fuggiti dal Paese dall’inizio dell’«operazione speciale». Si tratta principalmente di giovani professionisti che hanno potuto permettersi di trasferirsi in paesi stranieri e iniziare una nuova vita. Ma le perdite sono molto più dannose per l’Ucraina, la cui popolazione è un quarto di quella del suo gigantesco vicino: con le invasioni e la conquista di parti di territorio ucraino da parte di Mosca nell’ultimo decennio, l’Ucraina ha perso almeno 10 milioni di persone, sommando quanti sono finiti sotto occupazione e quanti si sono rifugiati all’estero. Il risultato è che oggi la popolazione nel territorio controllato da Kiev è scesa sotto i 27 milioni.Per l’Ucraina, il dilemma è esistenziale, considera Krastev: «Quante persone puoi perdere in una guerra prima di perdere il tuo futuro?».“ (Alessandra Muglia, Corriere della Sera). 


(Sera) Mio Gesù, quando sei morto sulla Croce, i tuoi erano „sommersi dal dolore“;  quando muore qualcuno per il quale abbiamo pregato, siamo „sommersi dagli eventi“ (Adrienne); quante persone nel mondo in questo momento sono „sommersi dagli eventi“, dalla morte; si sentono del tutto impotenti, non capiscono il senso della Croce, non ne capiscono il carattere redentivo, perché hanno semplicemente sofferto troppo. Dovrebbero pregare con fiducia, ma sono state derubate della fiducia. E non possono neppure mettersi in silenzio a Tua disposizione, perché sono piene di sofferenza fino all’orlo della capacità di soffrire. Non lasciarle da sole, lo so che non le lasci da sole! Credo in questo momento per loro! Ti prego per mia moglie ed una collega che sono in giro per lavoro. Ti prego per Gigi, con cui oggi ho dialogato a lungo e per la sua famiglia, ti prego per don Andrea e Ferdinand che hanno cenato insieme, ti prego per Johanna e David…Ti prego per il Papa! Amen! 


(Wetterzeube, il 17.9.24; anniversario del ritorno al Padre di Adrienne; Ildegarda di Bingen; Roberto Bellarmino) Con grande gioia vorrei dirti qualcosa sul „camminatore nel bosco“ di Jünger, che in Messico non conoscete. Jünger contrappone al „passeggero sulla Titanic“ il „camminatore nel bosco“; il primo si serve di tutte le comodità del lusso e dei servizi della tecnica ed è del tutto conforme al paradigma di vita tecnocratico, che il Papa critica nella „Laudato si’“; il secondo cerca spazi (il bosco, la brughiera, una camera…) per vivere un alternativa alla Titanic; è chiaro che nessuno di noi può abbandonare del tutto la Titanic, io stesso, in questo momento che ti scrivo, uso la „tecnica“ (per esempio quella del MacBook Air); l’idea venne a Jünger quando negli anni 50 osservò il risultato di un’elezione nella DDR: solo due per cento non erano d’accordo con il socialismo reale; ora di per sé far parte di quel 2% non ti fa automaticamente un camminatore del bosco, ma è un’opportunità a diventarlo. È possibile che tra i tuoi amici la maggioranza pensi che una certa persona sia cattiva e tu non lo pensi e con argomenti cerchi una via di uscita, ecco questo ti fa un camminatore nel bosco. Oppure hai un dolore e ti servi delle medicine, ma non metti in esse tutte le tue speranze. Oggi il camminatore del bosco nel mondo „democratico“ è colui che non si fida della contrapposizione democrazia ed autocrazia, ma cerca una terza via; il Papa con i suoi viaggi in paesi „periferici“ è un camminatore nel bosco…Oggi è la festa del ritorno di Adrienne von Speyr al Padre; come una che ha meditato la parola senza basarsi del tutto sulla esegesi scientifica, è una camminatrice nel bosco, etc. 


“Ma poiché il Signore ci dona tutto quello che ha, ci dona non solo il “Padre nostro”, la preghiera dell'Ulivo, la preghiera che irradia da tutto il suo atteggiamento, ma anche la preghiera della sofferenza, in modo tale che egli fa di ogni sofferenza cristiana una preghiera, cioè una sofferenza aperta a lui, consegnata a lui, come se la sofferenza si ritrasformasse ora in parola, dopo che egli ha permesso alla sua parola di diventare sofferenza.” (Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 1965, 43) -  questo doppio movimento: l’amore/logos che diventa carne come sofferenza e la sofferenza che diventa „senso“, parola, proprio nel suo essere preghiera, è un grande annuncio di speranza. 


È chiaro che non si può identificare S. nei „Demoni“ (II, 1,VII) con Dostoevskij, ma è anche chiaro che non è possibile confrontarsi con il pensiero russo senza prendere sul serio questa frase: „L'ateismo è ancora più sano del cattolicesimo romano“. Credo sia quello che ha voluto farci comprendere il filosofo torinese Riconda nella sua frase che ho citato l’altro giorno.


„Hillary Clinton chiede accuse penali e sanzioni civili contro gli americani “impegnati” a diffondere “propaganda”. Per argomentare contro la libertà di parola, invoca la truffa del Russiagate, che a sua volta era il prodotto della propaganda della sua stessa campagna. A proposito, il caso che lei invoca qui  (nel video in X condiviso da Aaron) - Mueller che accusa alcuni russi per attività sui social media - ha portato Mueller a ritirare il caso dopo che la società russa si è presentata per combatterlo in tribunale.“ (Aaron Maté, X, 17.09.24)


Abba nostro…


(Durante la mattinata, in un ora libera) „“Avvenire“, nel suo editoriale, torna a spiegare puntualmente perché si tratta di salvaguardare un principio giuridico fondamentale. Soccorrere un naufrago è una misura minima di umanità, che non può essere accantonata o cancellata in nome della difesa del territorio nazionale, come di fronte ad un nemico armato.“ (Banfi, versione odierna) - verissimo, ma si dovrà trovare una via di compromesso tra le posizioni estreme, anche sulla questione della migrazione. Non ha alcun senso fare di questo tema un oggetto di una guerra civile spirituale e politica. 


„Certo il bis di Ursula parte in salita, come nota Adriana Cerretelli sul Sole 24 Ore: l’Europa di oggi è in crisi rispetto a quattro anni fa, ha perso la locomotiva tedesca, è minacciata geo-politicamente ed è stretta in una strategia occidentale (anglo-americana) dove appare sempre più secondaria e inutile.“ (Banfi, versione odierna). Questo è certamente un giudizio su cui lavorare. 


„I temi (del diario di Hammarskjold) sono quasi unicamente spirituali e filosofici, ruotando intorno alla solitudine, alla sofferenza nella vita quotidiana, al rapporto con Dio. Il libro è percorso da diverse contrapposizioni dolorose e insanabili: tra la vita attiva del funzionario pubblico e la vita contemplativa dell’uomo religioso e devoto, tra le tentazioni della carne e l’ascetismo del dovere. Un paio di annotazioni (per esempio una del 1952) vagheggiano l’idea del suicidio. Vengono citati molto spesso testi e autori molto celebri della mistica cristiana medievale: in primo luogo L’imitazione di Cristo, testo di enorme successo in tempi antichi e moderni scritto intorno al XIV secolo, ma ricorrono anche Giovanni della Croce, Meister Eckhart e il filosofo e scrittore ebraico Martin Buber (1878-1965), verso cui Hammarskjöld aveva una grandissima ammirazione.“ (Giovanni Zagni, 2011)


(Dopo) L’essere è dono e come tale è „ordine“, ordine significa per Tommaso e Ferdinand Ulrich: l’ordinarsi della creatura nell’ordine di Dio, che è Dio stesso. I tre consigli evangelici esprimono l’ordine della redenzione: è Cristo stesso che è radicalmente povero, obbediente e vergine; ma Cristo non è venuto a superare l’ordine della creazione, che prevede un uso delle ricchezze, della libertà e del sesso. La Chiesa prevede una priorità dell’ordine della redenzione, ma non una distruzione di quello della creazione. Così il senso necessario dell’essere non lo si trova solo, per fare un esempio, nei diari e nelle poesie spirituali di Hammarskjold, ma anche nel suo modo di essere segretario dell’ONU, nel suo modo di usare il potere per difendere le nazioni più deboli e per arginare la volontà dei potenti, per favorire la profezia della pace. O per fare un altro esempio: il senso necessario dell’essere non è una prerogativa degli ordini religiosi; anche laici, in possesso della loro ricchezza, della loro libertà e della gestione del sesso, possono ordinarsi o non ordinarsi a Dio…e questo ordinarsi deve muoversi sempre nel giusto realismo che evita l’idealità astratta e la registrazione dei fatti come fatti…


È vero che Trump vuole vietare l'aborto? Chi se ne frega? Il punto è la veridicità (truthiness). Probabilmente è vero che Trump si preoccupa meno di Harris del diritto di scelta delle donne, anche se le affermazioni di Harris esagerano il divario. E più Trump passa il tempo a contestare i dettagli, più rafforza l'associazione tra lui e la politica (largamente impopolare) di vietare l'aborto.E questo vale anche, a piene mani, per la più veritiera di tutte le linee di attacco progressiste contro Trump: la questione di Hitler. Si tratta di un tema di lunga data per i suoi avversari, che hanno sempre collegato Trump a Hitler. E ancora una volta, ciò che conta non è tanto la sua accuratezza fattuale quanto la sua risonanza emotiva. Per coloro che sono contrari ai temi nazionalistici, al machismo e al presunto desiderio di Trump di sventrare l'amministrazione e sostituirla con i suoi partigiani, è un'affermazione più che veritiera; per Trump stesso, invece, confutarla non fa che rafforzare l’associazione. E qui, ancora una volta, sta il problema: l'ombra della veridicità armata è terrorismo stocastico (the shadow of weaponised truthiness is stochastic terrorism.). La mia acquisizione narrativa guidata dai meme (My meme-driven narrative) è un motivo di violenza reale per qualcun altro. E nel caso del parallelo con Hitler, è probabile che questo provochi qualcosa di più di semplici minacce di bombe: minacce che in ogni caso si sono rivelate (turned out), secondo il sindaco di Springfield, chiamate fasulle da oltreoceano. Al contrario, l'associazione con Hitler mette in relazione Trump con una figura che, più di ogni altra, rappresenta il ne plus ultra del male assoluto. E, logicamente, una volta che qualcuno è stato inquadrato come il male assoluto, ne consegue che anche le misure straordinarie sono giustificate.“ (Mary Harrington, 17.9.24)


(Sera) Mio Gesù, mio Signore ed amico, fratello e Dio, Adrienne usa un’espressione molto forte: „Gli amanti, che stanno sotto la Croce, sono in un modo preciso derubati della preghiera“; ho pensato a C., che dopo la morte di A., è stata derubata della fiducia. Abbiamo imparato a pregare con Te, di confidarci con il Padre. Ci sentiamo spesso in Tua compagnia,  ma proprio in questo momento in tante parti del mondo ci sono persone che vengono derubate della preghiera e della fiducia. Riprendili per mano, dai loro e a me la benedizione! Oggi nel giorno del mio onomastico Ti ringrazio per Roberto Bellarmino, per Adrienne e per Ildegarda. Grazie anche per Dag: domani, nella notte, verso l’una si avvererà l’anniversario della sua misteriosa morte in Africa. Ti prego per il lavoro dell’Onu, e per tutti i paesi africani e per la mia piccola famiglia, Ti prego che diventiamo nonni! Amen


(Wetterzeube, il 16.9.24 - nono giorno della novena a Adrienne von Speyr) „Esultando per l'unicità della missione della Madre nostra, impariamo a comprendere che è grazie alla sua fecondità che viene resa possibile ogni fecondità ecclesiale. Una fecondità che è partecipazione di quella, poiché anche noi possiamo portare, in fede e donazione totale, in preghiera e in apostolato, il Figlio in noi come parola per farlo diventare carne in noi e nel mondo.“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio) - io sono un piccolo amico di Gesù, cosciente dell’unicità della missione della sua e della nostra Madre, di Maria. Ma sento in me tutta la voglia di fecondità erotica, che forse è in contrasto con quella di Maria, anzi che certo è in contrasto con l’idea della sua verginità come Theotokos, ma anche i ladri, nel Medioevo, si rivolgevano a le, per ricevere la sua protezione, per sé e per i propri carii! Maria non è solo la madre dei puri! Se fosse così non sarebbe la madre di un popolo, ma solamente la madre di un élite. VSSvpM! 


Ieri ci siamo mossi con Komoot intorno ad un paese vicino a Freyburg, che si chiama Zscheiplitz, dove si trova l’azienda vinicola di Pawis. È una bella passeggiata che si muove acconto al fiume Unstrut, poi con Komoot siamo saliti sulla collina e abbiamo preso dei piccoli percorsi, che grazie a questa applicazione si possono seguire nel dettaglio, fosse anche solo per decidersi di prendere un percorso su una piccola collina o aggirarla. Da un certo punto di vista è come permettere l’ingresso della tecnica in una „passeggiata nel bosco“ (ieri piuttosto in un paesaggio come un brughiera bruciata dal sole), ma ormai sono abbastanza anziano per essere contento di poter controllare (seguire) se le mie forze bastano per un certo percorso…


Da un certo punto di vista non avrei alcun problema se uno decidesse che in coscienza preferisce votare la Harris piuttosto che Trump o se pensasse che non è lecito ad una nazione come la Russia di decidere del destino di un altra, l’Ucraina, quello che in questi due anni mi ha spesso addolorato è che chi sostiene queste idee non può che far altro che dire e pensare che tu, che non le sostieni sei un mascalzone. Ieri ho condiviso la frase del filosofo torinese Riconda sul pensiero russo (vedi qui nel diario, ieri sera)  ed è arrivato subito il commento che questa ricostruzione sarebbe un falso storico. La tesi di un altro non viene mai vista con una certa simpatia, fosse anche quella di una „cultura del dibattito“, ma giudicata a priori in forza di un dogmatismo che rasenta l’idiozia…


Ieri pomeriggio dopo la passeggiata ho aggiunto, alla citazione dell'articolo sulla Cina, alcune riflessioni sull'obbedienza ignaziana e la Cina


Nella pura idealità come nella pura realtà manca quindi la ratio boni dell’ordine della creatura verso il creatore“ (Ferdinand Ulrich, HA 510). Questo è un riassunto sintetico della filosofia dell’essere di Ulrich. La nostra coscienza non può che muoversi tra „pura idealità“ e „pura realtà“.


Questa è forse la critica più radicale che abbia mai sentito ad ogni forma di organizzazione solo tecnica (causale) del mondo: „Dio, il creatore dell’essere, non si esaurisce nel suo essere causa“ (Ferdinand Ulrich, ibidem) -  - Queste due citazioni sono per me di importanza vitale: 1) come spero si veda nei diari - in vero come si spero si veda anche nella mia vitta -, io cerco sempre di evitare, sia per gli avvenimenti del grande teatro del mondo, sia per quelli nel piccolo teatro quotidiano, gli estremi di un’idealità astratta e di una registrazione dei fatti come tale. 2) Per quanto riguarda Dio, è vero che io non parlo tanto di Lui, anche se ogni giorno, con la formula: „Abba nostro…“, rimando a lui, ma parlo spesso del dono dell’essere come amore gratuito; beh vi è solo un possibile donatore dell’essere finito e questo è Dio, che è a sua volta amore, ed essendo amore non può ridursi alla categoria della „causalità“; se fosse così non si tratterebbe di un amore gratuito…


Abba nostro…


(Tarda mattinata) „Dunque Donald Trump è stato di nuovo oggetto di un attentato. La circostanza è inquietante, dopo che in un comizio è sopravvissuto, per pochi centimetri, ad un colpo di fucile a distanza. Secondo l’Fbi il tentativo si sarebbe consumato ai margini del campo da Golf in cui l’ex presidente stava giocando ieri. La persona fermata, che si sarebbe liberata dell’arma prima di essere catturato, sembrerebbe un esaltato militarista, Ryan Wesley Routh, di 58 anni. Routh avrebbe scritto sui social che voleva offrire a Kiev una squadra di mercenari.“ (Banfi, versione odierna) 



(Pomeriggio, tardo) Oggi nel corso della decima classe ho cercato di presentare ai ragazzi alcune idee introduttive alla filosofia di Höffe, arricchite da alcuni pensieri che sto imparando dal „nodo gordiano“ di Jünger. Bella è la spiegazione di Höffe della filosofia come amore per la saggezza, che non pensa di impossessarsi della saggezza stessa e come gioia sempre nuova ad imparare. Credo che sia anche opportuno sottolineare, senza per questo pensare di essere meglio, la specificità della filosofia greca nel porre la domanda del perché delle cose, anche nella sua differenza dal modo più religioso di pensare dell’India o più etico e politico-statale della Cina o delle conoscenze matematiche e astronomiche dei babilonesi. In tutte le cultura abbiamo a che fare con una „curiosità del sapere“ (wijsbegeer), ma la modalità in cui questa curiosità si attua è differente - come giustamente sottolinea Jünger, non vi è bisogno di parlare di migliore, basta differente. Essendoci una ragazza russa nel corso ho introdotto anche il rapporto tra nascita della filosofia nel sesto secolo e quella della democrazia nel sesto e quinto secolo in Grecia - sono cosciente che Platone fosse aristocratico e forse non è il caso che il pensatore più buddista per quanto riguarda il rapporto tra idea e materia. Il modo autocratico di pensare non è di per sé peggio o meglio di quello democratico, ma è certamente diverso e noi dobbiamo capirne la differenza. La ragazza russa mi ha detto che Putin riflette tutto molto attentamente, tanto più se usare o meno le bombe atomiche, ma non ha obiettato nulla quando ho detto, che in caso estremo potrebbe agire in modo estremo…come lo zar Alessandro con Napoleone…


(Sera) Nel capitolo 24 del „nodo gordiano“ che come sempre si dovrebbe commentare riga per riga ci sono due pensieri che mi hanno particolarmente colpito. 1) L’ aggettivo „magno“ non viene conferito dagli storici, ma dalla „spirito comune“ che è „incorruttibile“ ed in un certo senso, per Jünger, ancora più „meticoloso“ della scelta di un santo nella Chiesa. Non so se valga la pena di controbattere che per un cattolico un santo viene scelto anche in modo molto meticoloso e con l’intuizione dello Spirito Santo del Popolo santo di Dio…2) “Una decisione sbagliata può essere più grande di una giusta, la caduta più grande del successo”, Ernst Jünger, 1953. In questo senso Benedetto XVI è stato davvero grande; ed in genere uno non è grande perché prende sempre le decisioni giuste; questa è idealità astratta ed inesistente.


Presentando un video del presunto attentatore alla vita di Trump, Jimmy Dore commenta: „Questo è colui che è sospettato di avere attentato alla vita di Donald Trump, Ryan Wesley Routh, intervistato da Newsweek Romania nel 2022. È un fanatico della guerra in Ucraina perché è stato del tutto influenzato dalla propaganda dei media aziendali a sostegno della guerra. Non ha idea di cosa sia la guerra, la sua mente è molto infantile: “È una battaglia tra il bene e il male”, proprio come gli hanno detto i media aziendali. È così che funziona la propaganda. Ecco perché avevo avvertito TYT di non insistere sul Russiagate, che avrebbe portato a una guerra e a fare il lavaggio del cervello a persone come lui.
Non ha idea di cosa sia in realtà la guerra, quindi quando Trump e RFK dicono di voler porre fine alla guerra, pensa che la cosa morale da fare sia assassinare Trump. Questo è il risultato diretto dei notiziari aziendali e “indipendenti” che ripetono acriticamente i punti di vista della CIA a favore della guerra. Nessuno dei notiziari aziendali si chiederà “Dove è stato radicalizzato?”, perché se si guarda questo video, è chiaro che è stato radicalizzato dai notiziari aziendali proprio qui negli Stati Uniti.“


(Wetterzeube, il 15.9.24; 24esima domenica del Tempo ordinario; ottavo giorno della novena ad Adrienne)


La Chiesa è sempre il luogo dell'incontro fra il Signore e il peccatore, fra la grazia celeste e il mondo. E poiché è Dio che appare in questo luogo, l'evento è ogni volta sconvolgente e sorprendente.“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). - L’incontro con Dio non è nella modalità dell’armonia psicologica e sociale, ma per l’appunto „sorprendente e sconvolgente“. Questo non significa che Dio non ci parli anche attraverso il suo silenzio e la sua pace, ma non dobbiamo addomesticare Dio.


Ho ascoltato per due volte, perché il mio inglese nell’ascolto non è molto buono, un’intervista con Kamala Harris (action new exclusive); ecco l’immagine che lei da di se stessa: viene da una famiglia che ha lottato per giungere al sogno americano, che ora è bloccato, per il qual motivo si devono prendere delle decisioni economiche per aiutare la gente ad iniziare piccoli progetti lavorativi (economia delle opportunità) e per costruirsi una casa; lei è una politica della conciliazione (per esempio anche con politici repubblicani, che fanno tutti parte dei neocons e che hanno provocato guerre nel mondo: Busch Jr…) e non una politica che punta il dito contro gli altri, come farebbe Donald Trump; poi ama la sua famiglia, i suoi amici, e le piace cucinare; infine parla sempre della sua carriera come alcunché di „esemplare“. 


Robert F. Kennedy Jr. ha condiviso nel suo acconto in X un’intervista con il presidente Putin; purtroppo è in russo ed io ho potuto solo leggere la traduzione in inglese che scorreva mentre parlava. Contenuto: se davvero sarà confermata la decisione degli USA (e della EU) di appoggiare con missili di precisione l’Ucraina, allora si tratta di un nuovo passo e di una dichiarazione diretta di guerra, anche nel territorio russo; la notizia che ho riportato ieri dei droni iraniani, non è paragonabile a questo scenario, perché il conflitto non viene fatto alle porte degli USA  o addirittura negli USA, ma è fatto alle porte e dentro la Russia… Kennedy, che ormai appoggia apertamente Trump chiede che si fermi questa follia. 


Rimando alla mia meditazione di ieri pomeriggio che comincia così: (Dopo) Nella storia del Gran Maestro orientale e del Conte occidentale, nel capitolo 23 del „nodo gordiano“ Ernst Jünger…,che ritengo di essere di vitale importanza.


Sia nella bacheca di Elon Musk, sia in quella di Wagenknecht si parla della sovra accentuazione della cura per migranti a discapito dei poveri del proprio paese; ovviamente io non so quanto ci sia di ideologia e di preoccupazione reale in questi messaggi, ma credo che pur appoggiando la posizione di apertura e di accoglienza  del Papa, si debba tener conto di queste narrazioni e dei fatti che si nascondono dietro di esse.


Una giornalista americana, Megyn Kelly, attacca duramente Taylor Swift, che ha appoggiato ultimamente Kamala Harris, per il suo vice: Tim Walz, che in Minnesota come giudice si sarebbe impegnato, anche contro la volontà dei genitori, sul cambio del sesso anche per minorenni. Sulla questione del cambiamento del sesso, questa è la posizione della Chiesa, espressa al punto 60 del documento recente, intitolato „dignità infinita“: „La dignità del corpo non può essere considerata inferiore a quella della persona in quanto tale. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci invita espressamente a riconoscere che «il corpo dell’uomo partecipa alla dignità di “immagine di Dio”».Una tale verità merita di essere ricordata soprattutto quando si tratta del cambio di sesso. L’essere umano è, infatti, composto inscindibilmente di corpo e anima e il corpo è il luogo vivente in cui l’interiorità dell’anima si dispiega e si manifesta, anche attraverso la rete delle relazioni umane. Costituendo l’essere della persona, anima e corpo partecipano dunque di quella dignità che connota ogni essere umano. Al riguardo si deve ricordare che il corpo umano partecipa della dignità della persona, in quanto esso è dotato di significati personali, particolarmente nella sua condizione sessuata. È nel corpo, infatti, che ogni persona si riconosce generata da altri, ed è attraverso il loro corpo che l’uomo e la donna possono stabilire una relazione di amore capace di generare altre persone. Sulla necessità di rispettare l’ordine naturale della persona umana, Papa Francesco insegna che «il creato ci precede e dev’essere riconosciuto come dono. Al tempo stesso siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto rispettarla e accettarla così come è stata creata». Da qui deriva che qualsiasi intervento di cambio di sesso, di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento. Questo non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie. In questo caso, l’intervento non configurerebbe un cambio di sesso nel senso qui inteso.“


Il Papa ha ragione a dire che ogni persona deve seguire la sua coscienza quando va a votare…questo è già un grande regalo; il papa, a differenza dei vescovi in Germania, non si è lanciato contro uno dei partecipanti alle elezioni…poi per quanto riguarda la cosa stessa, non si tratta di una dichiarazione ex cathedra; secondo la maggioranza del giornalismo del samizdat occidentale, anche per quanto riguarda l’immigrazione, l’amministrazione Harris/Biden non ha alcun merito al riguardo. 


Abba nostro…


(Tarda mattinata) Per il lavoro che sto facendo in questo diario sul nodo gordiano orientale-occidentale le affermazioni del Papa sulla Cina, che riprendo da un articolo di „Avvenire“, sono di importanza capitale; io sono stato preparato a comprendere questo tipo di frasi dal lavoro del giornalista Gianni Valente, il marito di Stefania Falasca, negli anni scorsi: „La possibile collaborazione tra Cina e Santa Sede per la soluzione dei conflitti. La soddisfazione per il buon risultato dei dialoghi con la Cina nell’ambito dell’Accordo Santa Sede-Cina sulle nomine dei vescovi. Il rinnovo della sua ammirazione e del rispetto per la Cina e del suo desiderio-sogno di poterla visitare. Poi una dichiarazione solenne: «Credo che la Cina sia una promessa e una speranza per la Chiesa». Questo in sintesi quanto papa Francesco ha dichiarato rispondendo alle domande poste per la prima volta su un volo papale da una testata online della Cina continentale. Per la prima volta, infatti, l’inviata del sito cinese Tianouzhiku, presente sul volo papale di ritorno da Singapore, ha potuto rivolgere le domande provenienti dalla Repubblica popolare cinese dopo aver seguito per la testata il viaggio più lungo che dal 2 al 13 settembre lo ha visto pellegrino in Estremo Oriente. Certamente è un dato significativo del progredire della reciproca conoscenza, in considerazione e nella prospettiva della nuova pagina nei rapporti tra la Repubblica popolare cinese e la Santa Sede che si è aperta in seguito all’Accordo sulle nome dei vescovi siglato il 22 settembre 2018. Un Accordo provvisorio che ha fatto ormai non poca strada, essendo stato rinnovato una prima volta il 22 ottobre 2020, prorogato per un altro biennio il 22 ottobre 2022 ed ora in attesa di un rinnovo per altri due anni e che alla luce anche di queste dichiarazioni papali, appare certo. Alla domanda diretta: «Lei è soddisfatto o no dei risultati del dialogo, che sono stati finora ottenuti?» papa Francesco ha risposto in modo chiaro ed eloquente: «Io sono contento dei dialoghi con la Cina, il risultato è buono, anche per la nomina dei vescovi si lavora con buona volontà. E per questo ho sentito la Segreteria di Stato, su come vanno le cose: io sono contento». Soprattutto di particolare interesse l’affermazione: «Credo che la Cina sia una promessa e una speranza per la Chiesa». Due considerazioni che il Papa non aveva ancora espresso pubblicamente e in un contesto internazionale. Aveva invece già in precedenza e in diverse occasioni pubbliche espresso ammirazione per la Cina e la volontà di recarsi in visita del «nobile popolo» della Cina come nel viaggio che lo scorso anno lo ha portato in Mongolia sorvolando i cieli della Repubblica popolare cinese. In questo viaggio ha invece così riaffermato: «La Cina per me è una ilusión [un desiderio], nel senso che io vorrei visitare la Cina, perché è un grande Paese; io ammiro la Cina, rispetto la Cina. È un Paese con una cultura millenaria, una capacità di dialogo, di capirsi tra loro che va oltre i diversi sistemi di governo che ha avuto».Una ilusión, un desiderio che probabilmente è ripreso da san Francesco Saverio che proprio da queste terre, a Malacca, il gesuita si era imbarcato nel 1552 per raggiungere la Cina e morì nell’isola di Sanciano, vegliato da un amico cinese, giusto di fronte alla costa del Regno di Mezzo, a poche miglia marine dal sogno di vita che Matteo Ricci riuscì a compiere pochi decenni più tardi. Suggestioni che vengono proprio da Singapore, l’ultima tappa del lungo viaggio, dove il Papa ha risieduto nella St. Francis Xavier Retreat Centre. Ma Singapore è soprattutto una città-Stato che ha il 74 certo della popolazione cinese, oltre ad essere molto simile a quella delle avveniristiche città della Cina Continentale, anche per il modello di convivenza armoniosa e pacifica. E dunque dalla vicinanza alla Cina continentale viene la domanda riguardo agli sforzi fatti dalla Cina per il raggiungimento di un cessate-il-fuoco nelle regioni sotto conflitto, come la Striscia di Gaza, considerato che a fine luglio è stata firmata la “Dichiarazione di Pechino” per porre fine alle divisioni tra i palestinesi. La discesa in campo della Cina come mediatore per risolvere i conflitti e dunque come partner per la soluzione delle guerre è una possibilità accarezzata da tempo.“ (Stefania Falasca) - ovviamente non è un caso che proprio un papa gesuita tracci un filo di connessione da Francesco Saverio, passando per Matteo Ricci, fino ad oggi; in un certo senso proprio l’ordine che ha saputo mettere a tema per la Chiesa universale l’importanza dell’obbedienza, può essere in dialogo integrante con quel concetto di obbedienza orientale di cui parlavo ieri pomeriggio in dialogo con Ernst Jünger, sebbene anche in Ignazio non vi è alcun passaggio dall’obbedienza all’automatismo della morte. Quando da giovani feci gli Esercizi di Ignazio, forse uno dei motivi per cui avevo interrotto il percorso ignaziano era proprio il non aver compreso questa differenza tra obbedienza ed automatismo della morte (cf quanto ho scritto ieri sul tema)… 


Qualche giorno fa avevo ascoltato di una scienziata italiana il pensiero molto bello che l’amore ha un’influenza positiva sul DNA…


(Sera) Signore ed amico Gesù, Tu hai addirittura dormito quando i Tuoi temevano di affondare per la tempesta; in questo momento in Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Romania tantissime sorelle e fratelli temono per le loro case, per un’inondazione, che un vigile del fuoco dice di non aver mai visto in vita sua. Ti prego per i vigili, per i soldati e per tutte le persone di buona volontà che aiutano i propri cittadini in queste ore difficili. Proteggi anche la città di Dresda! Chiedo a Te di comandare la pioggia e il vento! Di quietare nostra sorella acqua. Amen


Sul pensiero russo 

«Credo si debba ai suoi rappresentanti aver affrontato in tutta la sua drammaticità il nichilismo che ha depotenziato la stessa esperienza religiosa. I grandi pensatori russi, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento – Dostoevskij, Leontiev, 

Soloviev, Florenskij, Berdjaev per fare esempi illustri –

intuirono che l’opposizione non sarebbe più stata tra 

cristianesimo e ateismo, ma fra il cristianesimo eterno della 

tradizione, con tutta la densità dei suoi simboli, e le forme 

illanguidite che conosciamo in Occidente». 

Giuseppe Riconda, filosofo torinese, allievo di Pareyson e Augusto del Noce, in un’intervista odierna, credo a „La Repubblica“. 


(Wetterzeube, il 14.9.24; Elevazione della Croce; settimo giorno della novena a Adrienne) „Dio può condurre uno nella solitudine della montagna per esservi adorato da lui, può anche porlo in una fabbrica o nel trambusto d'una grande azienda cittadina, insieme ad un'infinità di altri anonimi. Dio non aborre dal mettere gli uomini in condizioni così antitetiche, e ciò perché egli, l'Onnipresente, può incontrarli ovunque“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). - Per cui si può essere un monaco nel deserto o una Madeleine Delbrêl nella periferia di Parigi ed incontrarLo ed essere incontrato! 


Spunti per la preparazione della predica del Servizio della Parola di questa sera; non la festa del giorno, ma le letture della ventiquattresima domenica del Tempo Ordinario (Is 50, 5-9; Gc 2, 14-18; Mc 8, 27-35), sono la base della predica. Anche se Paolo da un altro accento anche per lui, come per Giacomo: „una fede senza amore è morta“. Nel Vangelo Cristo educa Pietro ad un altra concezione messianica; quella che aveva in testa Pietro, come liberazione dai romani, non è ciò che Gesù ha in testa. La prefigurazione veterotestamentaria di Isaia dice già ciò che conta: obbedienza della fede in Dio senza fuggire dai nemici; il NT aggiunge esplicitamente l’opera della redenzione: Croce e discesa all’inferno. Ma non masochismo: alla fine „in una causa giuridica che ingloba tutto il mondo“ (Balthasar, Luce della Parola) l’agnello macellato è il vincitore. 

Anche il mondo riconosce il soft power del Papa - cf. Thomas Jansen nell’editoriale lungo della FAZ di oggi; non è tutto allo stesso livello, ma almeno si riconosce l’intenzione e la preferenza per il sud globale del mondo e per il dialogo con il mondo mussulmano del Papa. Per quanto riguarda invece il fallito attentato di un siriano ai soldati tedeschi (tema dell’editoriale breve), ovviamente lo si deve prendere sul serio, ma anche ricordare „quel presunto cristiano che respinge un nudo ed affamato“ (Balthasar) di cui parla Giacomo; bisognerà pur sempre discernere tra nudi ed affamati da una parte ed assassini dall’altra.


Katie Halper und Aaron Maté fanno notare che sulla questione dell’immigrazione Harris-Biden non sono meglio, ma peggio di Trump. Secondo i due giornalisti nord americani gli USA sono una nazione di immigrati, mentre ora anche la Harris sottolinea sempre e solo i problemi legati all’immigrazione…


Bisognerebbe che i collaboratori del Papa informassero il Papa che la posizione sulla migrazione della Harris è più devastante delle frasi dubbiamente intelligenti che Trump dice sul tema...


Abba nostro…


(Dopo la traduzione di Ulrich): „Ma l’ipsum esse non è sia forma che materia: è „nulla““ (Ferdinand Ulrich, HA, 510) - questa frase è da brividi, perché ci dice che il „nulla“ a cui pensa Ulrich è infinitamente più radicale di ogni forma radicale di nichilismo, nel quale il nulla è solo distruzione, come nel caso provocato dal lancio di una bomba atomica. Mentre qui il nulla è nullificazione di ogni forma di malato legame con se stessi. La tentazione di non mettersi nel cammino di questa nullificazione ricolma di speranza è una concezione errata dell’essere. „L’essere è così in qualche modo essenzializzato e in questo modo la realtà si distingue già di per sé. Con ciò o la bontà è evaporata nella oscillazione ideale o è assorbita dalla realtà.“ (HA, 510); una tentazione consiste nel sostanzializzare l’essere come essere, quasi che la sostanza delle cose sia qualcosa di più delle cose stesse nella loro semplicità e completezza; e in questo modo cerchiamo una distinzione nell’essenza della realtà, che consiste nel distinguersi della realtà contro o indifferentemente al creatore di essa. La conseguenza a livello dell’agire consiste nel fatto che o la bontà è evaporata nell’iperuranio dell’idealità astratta oppure per contraccolpo assorbito nella realtà, come manifestazione di un essere statico e massiccio, non più semplice e completo. „Tommaso sa precisamente che unicamente e solamente il senso necessario dell’essere e la sovraessenzialità dell’essere possono liberare il pensiero da questo dilemma. Non è lecito mai sostanzializzare l’essere come l’essere, il dissolversi della realtà come posizione, senza che in questo modo sia allo stesso tempo distrutta la ratio boni dell’essere.“ (HA, 510). Il senso necessario dell’essere non aggiunge nulla al dono dell’essere come amore gratuito e la sovraessenzialità dell’essere come formula ci ricorda che non dobbiamo limitarci alla sostanza mondana delle cose. Il senso necessario dell’essere è proprio quel nulla della gratuità che deve guidare ogni mossa del nostro agire e pensare! Se si lascia questo cammino semplice e completo, ma in se non sussistente non incontreremo mai il creatore, ma solo le nostre follie. 


Della rassegna stampa di Oasis vorrei sottolineare solo alcuni aspetti: 1)  Anche Claudio Fontana riconosce i segnali contraddittori che giungono dagli USA sulla crisi in Israele-Palestina, che si sta spostando da Gaza alla Cisgiordania e alla Siria; 2) la notizia dell’invio di missili balistici dell’Iran a Mosca, completa e forse correggia quanto dicevo ieri citando Christopher Caldwell; 3) Mauro Primavera fa comprendere la posta in gioco globale che si sta combattendo in Sudan, dove la capitale Khartoum è stata distrutta;4) Chiara Pellegrino ci fa comprendere la posta in gioco tra Egitto ed Etiopia nella gestione del fiume Nilo, un fiume che già dall’antichità era nel centro della prosperità di quella regione…


(Dopo) Nella storia del Gran Maestro orientale e del Conte occidentale, nel capitolo 23 del „nodo gordiano“ Ernst Jünger, senza prendere una posizione, se non quella dovuta al fatto che lui è tedesco, ma lasciando la questione a livello della „diversità“ e non di un ethos migliore o peggiore, fa vedere la differenza tra l’obbedienza occidentale e quella orientale: il Gran Maestro fa un segno ad un suo suddito e questo si lancia nel vuoto. Il Conte dice che lui non potrebbe chiedere questo ad un suo suddito e quest’ultimo non lo obbedirebbe se lo chiedesse, non perché non sia obbediente e coraggioso, ma perché nel nostro modo di vedere questa azione pretesa dal Gran Maestro è „senza senso“. Un sacrifico che venga confuso con l’automatismo della morte non fa parte del nostro senso dell’obbedienza e del coraggio; ed anche un martirio causato da sé, come nel caso del parroco di Zeitz che si bruciò nel tempo della DDR, viene considerato dalla tradizione cristiana come un atto di minore importanza del martirio causato dagli altri; l’auto-castrazione di Origine è stata vista dalla Chiesa come un atto di confusione che distrugge la libertà, non di coraggiosa verginità. Ora pur considerando le questioni strategiche e logistiche a livello solo giornalistico, per esempio confrontando gli invii dei missili iraniani alla Russia (Claudio Fontana)  e quella dei missili statunitensi all’Ucraina (Christopher Caldwell), rimane il fatto che azioni di guerra che con grande probabilità ci porteranno, come sonnambuli (copyright: Christopher Clark), alla distruzione reciproca, non hanno alcun senso etico nel nostro modo di vedere il mondo, mentre ne anno uno dal punto di vista „orientale“…


(Wetterzeube, il 13.9.24; sesto giorno della novena ad Adrienne) „Il cristiano, che nella preghiera ha davanti agli occhi il mondo più grande dell’amor di Dio, deve apprendere tuttavia a riconoscere Dio anche in queste condizioni del mondo, a guardare alla verità unica attraverso tutti i veli, tutte le menzogne“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). Questa frase mi sembra essere di un coraggio inaudito, ancora di più che dire che i pastori devono avere l’odore delle pecore, che è già una frase coraggiosa; qui, nella frase di Adrienne, si tratta di non saltare il mondo: tutti i veli, tutte le menzogne. È chiaro che la meta non sono i veli e le menzogne, ma l’amore di Dio; ma la luce gratuita dell’essere (la sovraessenzialità dell’essere) deve e può essere percepita nella materia, così come è nel nostro mondo, non come è nella mente dei filosofi (e peggio ancora in quella degli altri). E questa sovraessenzialità dell’essere, il dono gratuito dell’essere è similitudo divinae bonitatis! 


La preghiera dell’Angelus, a cui Konstanze ed io siamo rimasti sempre fedeli, non sostituisce la meditazione dell’intero passo biblico da cui è presa, ma ci aiuta a fissare la struttura ultima del reale: l’assenso dell’uomo all’incarnarsi di Dio. Bisogna stare attenti a non „essenzializzare“, però, questa struttura ultima, eliminando le domande autentiche di Maria.


Per Katie Halper e Aaron Maté (Useful idiots) non vi è una differenza specifica tra Harris e Trump per il semplice fatto che nella questione di fuoco: il conflitto in Israele, entrambi i politici vogliono legittimare il male, perché quello che sta facendo l’amministrazione Netanyahu sia in Gaza che in Cisgiordania è il male. Per quanto riguarda l’altro grande incendio, l’Ucraina a me sembra esserci una differenza specifica a favore di Trump, ma non credo che i due giornalisti siano d’accordo con me.


Il cardinal Pizzaballa sta diventando una figura molto grande di pastore: „non siete soli, nonostante i tempi duri, la disperazione non è un’opzione“. Queste parole non le ha dette al tavolino del suo studio, ma visitando la parrocchia latina di Jenin (Cisgiordania) bombardata dall’amministrazione Netanyahu.


Abba nostro…


(Pomeriggio) „Donald Trump sul rischio che la Terza Guerra Mondiale possa scoppiare in Ucraina si sono persi nella marea delle sue stesse iperboli, ma non aveva torto. La Russia possiede ancora più testate nucleari di qualsiasi altro Paese del pianeta, compresi gli Stati Uniti. Putin ha cercato di ricordare a chi uccideva i suoi soldati questo fatto per tutta la durata della guerra. Ma gli intellettuali, da un capo all’altro dell'establishment della politica estera di Washington, si sentono fortunati. Si sono convinti che Putin stia “bluffando”. Forse hanno ragione. Ma uno scambio nucleare non è l'unico esito negativo che potrebbe derivare da un'avventura militare così avventata.
Tutto questo avviene in un momento pericoloso. Costituzionalmente, se Biden, come comandante in capo, vuole iniziare una guerra, deve chiedere al Congresso di dichiararla. Questa formalità non viene più rispettata dalla metà del secolo scorso, ovviamente. Ma il Presidente ha sempre dovuto almeno spiegare in qualche modo le sue ragioni. In questo momento, il Presidente non ha la compostezza mentale (compos mentis) sufficiente per farlo. È stato ritenuto mentalmente incapace (dal consulente speciale del suo stesso Dipartimento di Giustizia) di sostenere un processo in un caso di cattiva gestione dei documenti e fisicamente incapace (dal suo stesso partito) di gestire una campagna presidenziale, una sfida notevolmente meno ardua di una campagna militare. Con il comandante in capo eletto assente dalla scena, sorgono domande scomode. Chi è il suo reggente? Chi in questa amministrazione sta intensificando la guerra tra Russia e Ucraina avvicinando gli Stati Uniti a una partecipazione attiva?“ (Christopher Caldwell, Compact, 13.9.24; un articolo che mi ha mandato Adrian). - il Problema è che quando non si segue „il senso necessario dell’essere“ (Ulrich), si segue la follia! PS L'autore sta commentando questa notizia: "Per tutta la settimana, l'amministrazione Biden ha lasciato intendere che avrebbe autorizzato l'Ucraina a colpire in profondità il territorio russo con i sistemi missilistici tattici dell'esercito di fabbricazione statunitense, o ATACMS. Si tratta di missili supersonici a guida computerizzata con una gittata fino a 190 miglia. Non possono raggiungere Mosca, ma potrebbero colpire le città russe di Kursk, Voronezh e Rostov".



(Wetterzeube, il 12.9.24; quinto giorno della novena ad Adrienne)


„Quando l'uomo comincia a pensare, s’immagina in un qualche modo quella che sarà la sua vita adulta. Se la fede è viva in lui verrà il momento che egli lascerà cadere il suo progetto a favore di quello divino, per poter rispondere di sé, un giorno, a Dio. Ma, anche se egli fa tutto questo, deve pur fare i conti con il mondo che lo circonda. Il suo è un sì che attraverso il mondo va a Dio. (L’uomo di fronte a Dio, it. 66-67)“. Credo che pur con tutti i miei limiti io, avendo preso sul serio gli incontri della mia vita: Hans Urs von Balthasar, Adrienne von Speyr, Don Luigi Giussani, Ferdinand Ulrich, Konstanze, Etty Hillesum ed ultimamente Ernst Jünger abbia fatto cadere il mio progetto, che forse si era espresso in statu nascendi con il pensiero di Ernst Bloch, per seguire quella traccia che mi sta portando al Mistero che è Dio. E credo anche, come testimoniano i miei diari, che sto facendo i conti  con il mondo che mi circonda, in modo che il mio si attraverso il mondo ritorni a Te Padre, per Christum Dominum nostrum! Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto…


(Dopo aver tradotto Ulrich, HA 507) La tentazione di identificarsi con Dio è la tentazione più grande della storia del mondo. Il bonum viene identificato con la realtà che si pone in questo momento: una guerra economica o militare viene così identificata con il bene stesso. Noi uomini non esistiamo nella modalità dell’identità tra esse e bonum, ma in quella della partecipazione; partecipazione però non accade nell’essere: „L’essere nella crisi non partecipa naturalmente niente: solo la sostanza è „proprium susceptivum eius quod est esse“. Quindi la res positiva partecipa: ma come deve partecipare, visto che essa „è già da sempre“ e rivela proprio il carattere del „non essere causato dell’essere come essere o detto altrimenti del non-partecipare“?“ (HA, 507); non  possiamo ancora approfondire l’ultima domanda, ma possiamo per lo meno tener conto del fatto che la partecipazione appartiene alla res positiva; l’essere è dono gratuito ed in un certo  senso ´“nulla“, pura gratuità. Questa gratuità pura viene chiamata da Ulrich „sovraessenzialità dell’essere“ ed essa ha l’impronta del „non-essere-causato dell’essere“, come garanzia ultima della libertà della creazione e in essa del „causare“. Ora questo dono dell’essere può pervertirsi in un’identificazione di sé con esso; è quello che accade alle grandi figure che guidano il mondo: pensano di poter saltare la dimensione della „nullificazione“ (accettare di essere nulla al cospetto di Dio), e di impossessarsi del mistero del non-essere-causato dell’essere, del dono gratuito della vita, che ovviamente non possono per nulla donare; la febbre che uccide Alessandro Magno è simbolo di ciò. Noi uomini possiamo solo metterci a scuola della „crisi dell’essere“, cioè del giudizio che viene dato su di noi, da chi dona gratuitamente l’essere. Amore è crisi, amore è giudizio proprio quando non assolutizza se stesso, ma si finitizza in quel compito particolare che Dio gli dona: questo può essere indifferentemente: fare il calzolaio o il presidente degli USA…


Per quanto riguarda la cronaca prendo due informazioni da Banfi, nella versione odierna: 1) „Papa Francesco è arrivato a Singapore, domani sera ripartirà per Roma. L’ex colonia britannica è una delle cosiddette “Tigri asiatiche”, per l’accumulazione di ricchezza e capitali. Qui i cattolici sono solo il 3 per cento dei quasi sei milioni di abitanti, l’etnia prevalente è quella cinese. Dai più poveri della Terra, visitati in Indonesia e a Timor Est, simbolo del Sud Globale, il pontefice si rivolge quindi in queste ore alla capitale del super capitalismo orientale“. 2) „Come ha notato il veterano Seymour Hersh, nella sua newsletter su substack, ci sono dei “buchi” sostanziali nella auto-presentazione della vicepresidente. Che cosa farebbe in politica estera? Resterà in continuità con la amministrazione Biden, soprattutto su Ucraina e Israele? Manterrà la linea della nuova Guerra Fredda mondiale, contro la Russia e contro la Cina? Condividerà il disegno di un allargamento mondiale della Nato, fino al Pacifico? Anche sull’economia, interna americana, e sul commercio estero, qual è il programma di Kamala Harris?“ (Banfi, versione odierna) - mentre di Trump sappiamo cosa pensi su questi temi ed ancor più cosa pensino le persone che ha preso nel suo barcone elettorale (J.D. Vance, Robert Kennedy Jr., Tulsi Gabbard…)  - PS Konrad Ege ha seguito il dibattito Harris-Trump per „Der Freitag“ e mette in evidenza anche le debolezze della Harris nel senso di Seymour Hersh; purtroppo i criteri per stabilire quando sia in declino la democrazia statunitense vengono esemplificati dal giornalista tedesco con l’esempio del 6 gennaio 2020, che né nella narrazione di destra, né in quella di sinistra ha neppure lontanamente la rilevanza che ad esso hanno dato i media aziendali, ma anche questi di opposizione come „Der Freitag“.


Abba nostro…


(Pomeriggio) Con ragione Michael Jäger (Der Freitag, 12.9.24) scrive che il cancelliere Scholz non è molto credibile nella „figura“ di „cancelliere della pace“; se lo fosse non avrebbe dato il suo assenso allo stazionamento di missili statunitensi in Germania; nella sua cosiddetta „Intervista estiva“, meglio negli ultimi due minuti di essa, ha detto qualche frase sensata in direzione diplomazia, ma con il suo assenso ai missili statunitensi e con la narrazione che sia solo la Russia a non volere davvero il dialogo, si è smentito clamorosamente. La Russia vuole un dialogo serio con gli USA. L’obiezione che essendoci missili a Kaliningrad sarebbe legittimo averli anche in Germania, secondo Michael Jäger, non tiene; il paragone giusto sarebbero missili a Cuba, che per l’appunto non ci sono. - Poi a me sembra che nessuno tenga davvero conto del peso della figura di un capo popolo orientale, che non cederà alla violenza, piuttosto farà saltare in aria il mondo piuttosto che smentire se stesso (questo lo sto imparando da Ernst Jünger). Un altro articolo molto importante in „Der Freitag“ è quello sulla Germania e l’amministrazione fanatica di Netanyahu; anche qui abbiamo registrato le frasi sagge della Baerbock, ma vi è un fatto chiarissimo; sotto il governo del semaforo a riguardo di munizioni per artiglieria, carri armati e mitragliatrici, nell’anno 2023 le esportazioni di armi tedesche verso Israele sono decuplicate. Questi sono i fatti, le altre sono parole. 


Nell’articolo di Hein de Haas (Der Freitag, il 12.9.24) sulla migrazione ho trovato molto interessante questo dato: per quanto gravi siano le morti nel Mar Mediterraneo, sottolineate recentemente in una catechesi del mercoledì dal Papa, non vi è alcun dato che confermi che nell’anno attuale ci sia una crisi migratoria più forte che negli ultimi anni, misurati a partire dal 2010. Le domande di asilo hanno avuto un picco negli anni 2015/6 se no sono rimaste abbastanza costanti, leggermente in salita, con un piccolo sbalzo in quest’anno. Le cause della migrazione sono secondo l’autore „povertà, mancanza di eguaglianza, violenza e il clima“, ma „la migrazione dei rifugiati è di gran lunga inferiore a quanto suggeriscono la retorica politica e le immagini dei media. Circa il 10% di tutti i migranti internazionali sono rifugiati, il che corrisponde allo 0,3% della popolazione mondiale. Sebbene i flussi di rifugiati fluttuino notevolmente a seconda delle dinamiche del conflitto, non ci sono segnali di una tendenza all'aumento a lungo termine“.


(Dopo) Dell’articolo odierno di Matt sul suo lavoro da elettricista, quando aveva 14 anni, in una comunità „orientale“ (ashram) in cui viveva con sua mamma e sua sorella, mi ha colpito questo passaggio, che cito e commento brevemente: „Con il lavoro manuale, il vostro posto nel mondo è ovvio. Gli effetti dei vostri sforzi sono visibili a tutti. La vostra competenza non è qualcosa che immaginate per voi stessi, ma un semplice fatto, un fatto condiviso , la base per le relazioni e le transazioni, piuttosto che una “identità” sfuggente. Dopo l'università, molto tempo dopo aver lasciato l'ashram, ho avviato un'attività individuale di elettricista a Santa Barbara, in California. (…) In quegli anni, non ho mai smesso di provare piacere nel momento in cui, alla fine di un lavoro, premevo l’interruttore. Ed ecco la luce. È soddisfacente manifestarsi concretamente nel mondo, attraverso la competenza manuale; si sa che rende una persona tranquilla e facile. Sembra che lo sollevi dalla necessità di offrire interpretazioni chiacchierate di se stesso, di rivendicare il proprio valore. Può rimanere in silenzio e semplicemente indicare: L'edificio è in piedi, le luci sono accese, l'auto ora funziona“ (Matt Crawford). - Più o meno a quell’età ho lavorato ogni pomeriggio manualmente, ma non un lavoro del tipo nobile come quello dell’elettricista, aiutavo mio padre a portare penne da montare a delle donne, insomma facevo il facchino; togliendomi questo lavoro il tempo per giocare a pallone nel cortile, non ne ero molto entusiasta, ma capisco molto bene quello che vuole dire Matt sul lavoro manuale come cura per non „masturbarsi“ il cervello con domande sulla propria identità:   anche oggi quando ho finito di tagliare l’erba in giardino o pulire la stalla delle galline sono sempre contento che il lavoro si vede e questo davvero mi rende „tranquillo e facile“…e mi aiuta a riprendere il lavoro intellettuale anche nel senso di quella donazione semplice e completa che è il dono dell’essere…

 

Dell’articolo che ha pubblicato oggi la moglie di Matt, Marilyn Simon, su una sua interpretazione della „bisbetica domata“ di Shakespeare vorrei riprendere questo passaggio: „Quello che voglio proporre qui è una lettura de La bisbetica domata che vede Katherina, Kate, come un personaggio che diventa un individuo libero attraverso una vera umiltà e un vero orgoglio proprio perché diventa obbediente al suo ruolo di donna e di moglie. Inoltre, voglio suggerire che piuttosto che leggere Petruchio come un padrone brutale e dominatore, lo vediamo generoso e amorevole proprio perché anche lui si sottomette al suo ruolo di uomo e marito. In definitiva, quello che voglio suggerire è che la gerarchia non è sinonimo di tirannia. E che, attraverso la sottomissione ai loro ruoli sociali, Kate e Petruchio trascendono i meri costumi sociali per diventare padroni e padrone di se stessi e l'uno dell'altro. Il risultato è che non sono ansiosi, né altezzosi, né eccessivamente concentrati su se stessi, ma molto felici.“ - L’articolo parte dalla citazione di Shakespeare stesso: “Tuo marito è il tuo signore, la tua vita, il tuo custode, / la tua testa, il tuo sovrano. [...] Un dovere simile a quello che il suddito deve al principe, / anche una donna lo deve al marito“; mi sembra che Marilyn abbia ragione a non mettere il nostro tempo e la sua ermeneutica come l’unico modo giusto di interpretare frasi e cose del passato, allo stesso tempo mi sembra che le riesca di salvare, pur nel rispetto dei ruoli, una reciprocità senza la quale l’amore non è possibile, non solo nel senso moderno o postmoderno, ma anche nel senso trinitario: vi è una priorità del Padre, ma nell’assoluta uguaglianza della natura divina, con il Figlio e lo Spirito Santo, etc.  


(Sera) Ho commentato (Facebook; LinkedIn) l’articolo di Ciro Sbailò sulla possibile crisi della Cina così: „prendo l’occasione per correggere una tendenza che c’è in me, e cioè di vedere più la crisi dai miei (cioè nell’occidente democratico) che dagli altri (nei paesi autocratici) e ti sono grato anche per l‘articolo molto interessante su alcuni vicoli ciechi del processo cinese (per esempio in Africa); allo stesso tempo credo con Ernst Jünger che il nodo gordiano del rapporto occidente- oriente non possa essere risolto tagliandolo con una spada che sottolinei solo il meglio di un polo sull’altro. - Il meglio secondo l’autore sarebbe che noi paesi democratici saremmo più capaci di fare quello che la Cina voleva essere in Africa: un partner di lavoro non colonizzante. Io penso, che Ciro, basandosi sulla filosofia di Severino non conosca per nulla la dimensione di „nullificazione“ dell’essere così propria ad Ulrich.


Quante persone mio Dio cercano di pregare in questo momento nel mondo! Quanti si stanno confessando, certo non credo qui da noi e nell’immediata vicinanza saranno pochissimi o forse nessuno, ma forse da qualche parte in America Latina; quanti sacerdoti stanno alzando la mano per dare l’assoluzione; quanti bambini stanno pregando, senza neppure capire bene le parole; quanto persone pregano solo per il loro bene, quante invece pregano e Ti ringraziano Signore per tutta l’umanità. Quanti anziani pregano il Rosario, come la mia mamma, nel suo letto. Quanti malati stanno pregando, quante persone che stanno morendo, quante persone che sono stanche e non riescono a mettere ordine nella loro preghiera. Tutto questo è il tesoro di preghiera della Chiesa che è così intenso che copre il vuoto di preghiere in zone secolarizzate del mondo. Ma chi sa, forse pregano anche persone  che non hanno alcuna confessione! Io singolo che Ti prego, Ti chiedo aiuto per la pace e Ti ringrazio per ogni nuova vita che sta sorgendo o si prepara a sorgere e sono cosciente, con l’aiuto di  Adrienne, di questo grande tesoro di preghiera, in cui è possibile integrare tutto, anche il più piccolo sospiro. Prego per chi ha dubbi! Amen! 


(Wetterzeube, l’11.9.24; 23esimo anniversario dell’attacco terroristico agli USA; quarto giorno della novena ad Adrienne

„Nel momento del nostro incontro con Dio non ci è lecito dimenticare la destinazione di tutti gli altri. La coerenza, la solidarietà di tutti, il Signore l'ha ribadita nel comandamento dell'amore del prossimo. Ma il nostro prossimo è il mondo intero. Non possiamo non prenderlo con noi sulla nostra via personale verso Dio.“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). - Questa universalità è spiegabile solamente nel Logos universale e concreto, che è Cristo. Per quanto uno debba incarnarsi o finitizzarsi in una „prossimità“, rimane il fatto dell’universalità che Papa Francesco ha espresso in modo particolare nella sua Enciclica „Fratelli tutti“, un uno dei suoi motti: l’universale ha precedenza sul particolare; e nella sua presenza nel mondo. Sub et cum Petro ne facciamo parte! Anche il motto che ha recentemente ricordato in una delle prediche del suo ultimo viaggio: „l’unità è più grande del conflitto“ ha a che fare con quanto dice qui Adrienne. 

FRANCESCO A TIMOR EST

Una lezione e un esempio da imitare. Nella sua terza tappa a Timor-Est, lo Stato più giovane del Sudest asiatico, Francesco ha celebrato una messa nella “Piana della pace” a cui hanno partecipato 600mila fedeli. Ha parlato alle autorità del Paese e ha incontrato la Chiesa, apprezzando la pace fatta con l’Indonesia dopo decenni di conflitto sanguinoso, chiudendo le ferite e purificando la memoria. E ha indicato il Paese come esempio per il mondo di riconciliazione e di pace“ (Stefania Falasca) - ho condiviso nella mia bacheca alcune foto di Stefania, che fanno vedere il „Popolo santo di Dio“ a Timor Est.


Vorrei ricordare, alle persone che hanno aperto il diario solo la mattina,  le mie meditazioni pomeridiane di ieri in dialogo con Ulrich e Jünger. 


Sulla morte di Friedrich Schorlemmer vorrei esprimere solo due pensieri;  che un altro teologo, Christian Dietrich, prenda le distanze da lui, perché ha cercato il dialogo con Gysi lo trovo alcunché di molto unilaterale, come lo è la posizione di Dietrich, unilateralmente a favore dell’Ucraina. Ma è possibile che il „pathos protestante“ abbia annebbiato la vista di Schorlemmer, per esempio con un giudizio unilateralmente negativo nei confronti di Benedetto XVI e con un’avvicinamento acritico ad un teologo come Drewermann; etc. Comunque il teologo e attivista per i diritti civili, morto ieri a Wittenberg, per lo meno sulla questione della profezia della pace, mi sembra abbia visto bene, per lo meno fino alla malattia che due anni fa non gli permise più di percepire il mondo…


(Dopo la traduzione di Ulrich) La questione se vi sia o meno un’identità tra essere e bene (cf. HA, 506) non è per nulla una questione astratta. Ovviamente tale identità c’è in Dio stesso; per quanto riguarda l’essere finito ed in modo particolare l’uomo non abbiamo mai nel pensiero cattolico a che fare con una „natura totaliter corrupta“, ma sempre con una „partecipazione al dono dell’essere“. La domanda interessante è se l’essere partecipi al bene oppure se è il bene che partecipa all’essere? Il dono dell’essere come amore gratuito è la forma con cui tutto l’essere finito  partecipa all’essere che è amore. In questo senso è vero sia che il bene partecipa all’atto di donazione dell’essere sia che l’atto di donazione dell’essere è „similitudo divinae bonitatis“, quindi partecipazione alla bontà divina. Per quanto la filosofia viva di un giudizio e quindi possa nascere solo nella „crisi“ - forse anche a differenza di ciò che pensa Hegel - rimane il fatto che si tratta di una „crisi ontologica“ e non di altro tipo. L’essere umano può essere vissuto in forme del tutto drammatiche, anche tragiche, ma mai cessa completamente la partecipazione al bene, come possiamo vedere in Etty Hillesum e in padre Massimiliano Kolbe. Neanche la dimensione più tragica può distruggere la partecipazione dell’essere al bene. Mi riprometto di ritornare su questo tema. Ma vorrei ancora accennare alla questione del moralismo, che di fatto sovra accentua un distacco tra bene ed essere…


Il commento di Banfi alla serata duello tra Harris e Trump finisce con queste righe: „Donald Trump dovrà trovare una strategia efficace per contrastarla in modo adeguato.“ Ma in vero il vecchio Trump lo ha già fatto nominando nel suo gruppo gente come Kennedy Jr, Tulsi Gabbard e il suo vice JD Vance. A me sembra che Banfi in questo sia abbagliato dal giudizio positivo mainstream sulla „giovane e bella“ Harris, che comunque ha 60 anni…


Dopo il duello. „Kamala ha assunto la posizione più “falco” (“hawkish”) possibile su OGNI questione di politica estera che si è presentata. Fa sembrare Hillary Clinton una pacifista hippie“ (Michael Tracey, X, 11.9.24).


Prima del duello. „Kamala Harris è stata addestrata come un'attrice - luci, telecamere, battute memorizzate - per poter “vincere” il dibattito e recitare in questa elezione. Ma non stiamo scegliendo il protagonista di un film: stiamo scegliendo il nostro Comandante in capo. Come cittadini ed elettori, dobbiamo riconoscere la nostra solenne responsabilità al riguardo.“ (Tulsi Gabbard, X, 10.9.24)



Venti di guerra spirano forti in Medio Oriente. Un nuovo bombardamento israeliano ha colpito una tendopoli a Khan Yunis provocando una nuova strage.“ (Banfi, versione odierna). La Cisgiordania si sta rivelando per quello che è: il cuore del problema! 


Abba nostro…


(Pomeriggio) Vorrei riprendere la frase di questa mattina: „L’essere umano può essere vissuto in forme del tutto drammatiche, anche tragiche, ma mai cessa completamente la partecipazione al bene, come possiamo vedere in Etty Hillesum e in padre Massimiliano Kolbe.“ (Ho nominato questi due come esempi per un numero ben più grandi di testimoni) Non metto in dubbio il momento di verità di questa frase, ma dovremmo tenere conto del canto funebre della madre di Ettore, Ecuba (Iliade, citato da Jünger nel capitolo 20 del nodo gordiano): alle volte la morte stessa è questo bene, è partecipazione al bene. Jünger tiene conto anche di situazioni nelle quali certe regole della guerra non vengono più rispettate, in primo luogo quella della differenza tra soldati e civilisti. O della situazione a cui ad un esercito non rimane più nulla a che fare che il suicidio o la resa incondizionata… Le categorie usate dal maestro tedesco: guerra tra nazioni, rivoluzioni, guerre civili, guerra civile mondiale sono usate per interpretare non solo cambiamenti all’interno di un ordine, ma il cambiamento dell’ordine stesso (un tema caro a Papa Francesco), nel quale il motivo della guerra civile mondiale e quello dello scontro dell’asse est-ovest, permettono a Jünger di comprendere la posta in gioco nel 1953; ora non è più la Russia, ma la Cina la potenza asiatica per eccellenza, ma con la mossa di Putin nel 2022 la Russia si trova ad essere di nuovo in uno scontro mondiale, con elementi di guerra civile e religiosa. Di fronte alla globalità di queste sfide abbiamo bisogno di un programma realmente cattolico, quello che è stato sconfitto  nella Riforma del 1517, nella Rivoluzione francese del1989 e nella Rivoluzione bolscevica del 1917 (gli esempi sono di Jünger); un pathos protestante che insista sulla propria differenza non potrà che contribuire a ciò che Jünger chiama „guerra civile mondiale“ e di fatto tanti pastori luterani sono pieni di odio contro la Russia e difensori unilaterali dell’Ucraina. Un’ortodossia, che a differenza di quella di Istanbul (Patriarca Bartolomeo), non si ponga in un atteggiamento fraterno con Roma diventa o spiritualismo o benedizione delle armi russe. Il contro programma a questo tipo di movimento rivoluzionario, dalla Riforma alla Rivoluzione bolscevica, che poi non è un „contro“, ma un „pro“, è quello che Papa Francesco ha chiamato „Fratelli tutti“; chi non coopera a questo programma, lavora direttamente o indirettamente alla „guerra civile mondiale“ (la terza guerra mondiale a pezzetti). 


„L'intera sezione di politica estera è una gara a chi è più guerrafondaio. Il principale punto di forza di Trump è che tutti hanno “paura” di lui. Come ha avvertito Stephen F. Cohen (RIP) nel 2016, l'idea di diplomazia è stata completamente criminalizzata.“ (Aaron Maté, X, 11.9.24)


(Dopo) Ho ascoltato per caso un video in cui veniva spiegata la fisica quantistica come viaggio dalla materia allo spirito, con tanto di annuncio di alchimia vibrazionistica e buddismo panteistico…beh era interessante questo modo di vedere la fisica quantistica, ma tutto sommato a me sembrava l’annuncio di una notte nella quale tutte le vacche sono nere (chiedo scusa a Hegel per avergli rubato una frase)…oppure un eccessiva luce in cui tutte le vacche diventano luminose…


(Sera) Ho sentito un video di Papa Francesco in cui parlava della necessità della Chiesa per incontrare Cristo, della Chiesa gerarchica, come dice SPN negli Esercizi; avevo la sensazione che chi avesse condiviso questo video non avesse mai sentito parlare un gesuita…


Mio Dio, grazie per le milioni di preghiere che vengono pregate in quest’istante in tutto il mondo e grazie per i sacramenti che vengono celebrati in tutto il mondo. Per esempio stanotte il Papa celebrerà a Singapore la Santa Messa… La preghiera dei singoli è vivace, a volte stanca, a volte piena di entusiasmo e i tuoi sacramenti sono stabili. Gli ultimi senza le prime diventano formalismo, le prime senza i sacramenti diventano, chiacchiera senza volto e senza figura. Amen! 


(Wetterzeube, il 10.9.24; terzo giorno della novena ad Adrienne) Da una delle tante E-Mail che fa girare Gianni: “Il regno di Dio non passa attraverso la mia saggezza, ma attraverso le condizioni storiche che Lui sceglie, perchè: “Le mie vie non sono le vostre vie e il mio disegno, e i miei pensieri non sono i vostri pensieri” scrive don Luigi Giussani in “Una rivoluzione di sé”. Per far capire questo metodo di Dio don Giussani fa un esempio molto esplicativo: se io dovessi scendere da cima a valle io verrei giù diritto, di spaccata, “invece no: Dio ci fa fare lo slalom, ci sono delle bandierine fissate dentro la neve e uno ci deve passare”. - Questo è un pensiero molto saggio che vale la pena meditare con attenzione. Noi spesso confondiamo la nostra „biografia“ con la saggezza; le interviste che abbiamo fatto, gli eventi come li abbiamo pensati e sentiti noi e così arriva la bandierina del kairos presente e noi non c’è ne accorgiamo per nulla. E andiamo „giù diritto, di spaccata“! 

„Un uomo incontra la parola di Cristo e vi aderisce. Man mano che si sottomette e configura così la sua vita, si accorge di quanto concreta gli sia diventata la parola. Era una parola della Scrittura, una parola scritta per tutti, ed ora è diventata la parola del Signore rivolta a lui personalmente, la parola che lo guida e s'introduce in tutta la sua vita, una parola che esige là dove nessuno se l'aspetterebbe, una parola che determina molte piccole cose della vita quotidiana e al tempo stesso le grandi decisioni vitali.“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). - Ti chiedo la grazia, mio Dio, di accorgermi della bandierina personale che metti nel mio percorso, si tratta qualcosa non di scontato (un cattolico deve fare quello o questo), ma che nel quotidiano e nelle grandi decisioni della vita, riguarda proprio me

Il vescovo Stefan Oster con ragione in un Reel dice che il cammino, la sequela di Gesù non consiste solo nel seguire un’annuncio, ma seguire Gesù presente qui! Un cammino dentro una presenza, non dentro una teoria! 

Il Santo Padre è arrivato a Timor-Leste - Paese a maggioranza cattolica segnato da una lunga guerra. È il primo pontefice in visita in dalla fine del conflitto nel 2002. Lo ha accolto una grande folla. PS „Un mondo in guerra, un mondo diviso anche in modo brutalmente manicheo e il Papa che vola dall’altra parte della Terra per celebrare la giovinezza dei popoli emergenti e periferici, la custodia della natura, la riconciliazione, il disarmo e la convivenza pacifica. L’istantanea del Globo, stamattina 10 settembre 2024, 23 anni dopo le Torri Gemelle, è inaspettato e per certi versi drammatico. L’angoscia per una pace che non arriva in Medio Oriente come in Europa si intreccia col messaggio di papa Francesco. Ancor prima che con le parole, la sua testimonianza è in quel peregrinare fra persone e popoli che non contano nella logica dei potenti della Terra.  A Timor Est Francesco ha detto ieri: «Il Paese ha saputo risorgere, grazie anche al radicamento nella fede». Ma soprattutto ha lodato «l’impegno assiduo per giungere a una piena riconciliazione con i fratelli dell’Indonesia, atteggiamento che ha trovato la sua fonte prima e più pura negli insegnamenti del Vangelo». Per poi aggiungere: «Voglia il Cielo che pure in altre situazioni di conflitto, in diverse parti del mondo, prevalga il desiderio di pace e di purificazione della memoria, per chiudere le ferite e sostituire all’odio la riconciliazione e alla contrapposizione la collaborazione. L’unità è sempre superiore al conflitto»“ (Banfi, versione odierna). 

Questo testo di OASIS in presentazione di una conferenza internazionale sul tema lo trovo interessante per il nodo gordiano, che è il tema di questo nuovo diario: „Nel 2022, la guerra in Ucraina ha fatto emergere una divaricazione crescente tra l’Occidente, schierato con Kiev, e un mondo musulmano più comprensivo nei confronti della Russia. Tale dinamica è stata esasperata dallo scoppio del conflitto a Gaza e dalla brutalità della risposta israeliana all’attacco terroristico del 7 ottobre. Le opinioni pubbliche e diversi governi dei Paesi arabo-musulmani hanno infatti denunciato i doppi standard di europei e americani, pronti a invocare principi e norme internazionali per sostenere la difesa dell’Ucraina, ma rimasti sostanzialmente indifferenti di fronte alla sorte dei palestinesi. A ciò si aggiungono le tensioni legate alle migrazioni internazionali. Già nel 2022, i commentatori musulmani avevano messo in evidenza il divario tra l’accoglienza riservata dagli europei ai profughi ucraini e la chiusura nei confronti di profughi e migranti extra-europei. Le migrazioni hanno tra l’altro l’effetto di avvicinare all’Europa i focolai di crisi diffusi tra Asia e Africa. La consistente presenza musulmana in molti Paesi europei, ad esempio, contribuisce a fare del conflitto israelo-palestinese una questione i nterna al Vecchio Continente.“ (Redazione di Oasis)

La cura proposta da Draghi è drastica e richiede il doppio degli investimenti che furono mobilitati per il piano Marshall. Riguarda l’industria, l’innovazione, il settore energetico e anche la difesa. Ci sarà tempo e modo di capire se e come la nuova Ue accetterà gli stimoli di Draghi.“ (Banfi, versione odierna) - per quanto riguarda le cose che mi interessano vorrei comprendere se queste riforme di Draghi siano solo un’applicazione europea di quello che N.S. Lyon chiama „managerialismo“). PS Mi scrive un amico, a cui avevo chiesto un parere: „Prima di tutto non sono sufficientemente esperto per dare giudizi sul dettaglio e sulla strategia che sottintende la proposta. Tra l'altro è così corposa che credo solo gli addetti alla materia siano in grado di farne una analisi seria e capirci qualche cosa. Io personalmente su Draghi ho molte riserve dettate da un mio giudizio su di lui che è sostanzialmente negativo in linea con le conclusioni dell'articolo di Lyons. Draghi appartiene al mondo dei manager delle élites da decenni. Ha sempre fatto i loro interessi anche quando ha rivestito cariche pubbliche. Non avrebbe e non può fare diversamente proprio per le ragioni espresse efficacemente dall’articolo di Lyons. In questo senso le vere ragioni che sottendono la proposta non possono essere a noi chiare. Draghi è una persona capace ed intelligente ma fa gli interessi di un gruppo di potere che risiede prevalentemente oltreoceano; non gli interessi degli europei. A prova di ciò basta ascoltare quanto diceva sulle sanzioni alla Russia. Le sanzioni hanno fatto male a Putin? No, hanno fatto male all'Europa e bene agli USA. Vogliamo credere che Draghi non sapesse le conseguenze sull'economia europea e sulla economia americana delle sanzioni? Impossibile, ha semplicemente mentito per "spingere" sui suoi obiettivi.Niente fiducia a scatola chiusa da parte mia“ (MMG).

Le crisi in Medio Oriente e Ucraina, alle quali abbiamo già accennato, fanno registrare un ulteriore inasprimento. Israele ha lanciato nuovi raid in Siria per colpire le fonti dei missili usati da Hezbollah mentre resta altissima la tensione in Cisgiordania. Stamattina nuovi raid di droni ucraini alla periferia di Mosca. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz va avanti con un tentativo di mediazione fra Zelensky e Putin.“ (Banfi, versione odierna). 

Abba nostro…

(Dopo la traduzione di Ulrich) Credo che ci sia una grande tentazione nel progetto della „nuova destra“, anche se mette il dito in tante piaghe; quanto ieri scrivevo che manca in quest’ultima una ricezione di ciò che fa il pontefice romano, che ho definito il vicario dell’agnello, in contrapposizione ai leoni e alle volpi (Weber, Pareto, N.S.Lyons) del palcoscenico politico mondiale, intendevo dire che viene sviluppato un pensiero acuto, che comprende anche le tendenze totalitarie della democrazia liberale (Auron MacIntyre), ma che è, nel ragionamento - sulla vita non voglio dire nulla, perché non conosco le persone personalmente, - „sine habitudine ad Dei bonitatem“ (Tommaso citato da Ulrich, HA, 505).  „L’essere è amore“ (HA, 505) e non un progetto di conquista del potere, ma per l’appunto presenza nel senso spiegato da Wael Farouq e ripreso da Alessandro Banfi, come presenza „fra persone e popoli che non contano nella logica dei potenti della Terra.“. Ciò non significa che non si possa fare un progetto di resistenza al potere delle classi manageriali nel mondo, ma si dovrà stare bene attenti „che una ratio imprigionata nel concetto dell’essere“, che questo venga sviluppato filosoficamente come lamento sulla perdita del senso dell’essere stesso, o che venga formulato come critica al crepuscolo democratico, non genererà mai l’unica cosa credibile: l’amore!  Un’ „habitudo ad Deum“ si gioca non a livello del pensiero, ma della presenza amorosa nella complessità del reale. Le tracce di questa presenza per noi cattolici si rivelano in modo „rappresentativo“ in quelle tracce che Pietro lascia, in modo particolare in quei paesi che sembrano non valer nulla nella logica del poter mondiale…Per quanto riguarda la quotidianità, vi è una possibilità di pensare all’essente finito come buono „per essentiam“ (HA, 504), se quest’ultimo non separa se stesso da quel dono sovraessenziale che è l’essere stesso come amore. Non potremo mai comprendere il senso dell’essere nella nostra vita quotidiana senza una „crisi“, senza un „giudizio“ che non si basa su una nostra impressione, ma sul „senso necessario dell’essere“ e su quella „habitudo ad Deum“ di cui parlavo prima; ciò che vale non è l’essenza delle cose o il lamento che essa sia andata persa, ciò che vale è la sovraessenzialità (gratuita come dono dall’alto) delle cose stesse e dei compiti che abbiamo da svolgere nella nostra vita quotidiana…Non vi è alcuna gratuità dell’essere senza quel Dio che lo dona gratuitamente! 

(Pomeriggio) „Il nodo gordiano“ di Ernst Jünger è scritto nell’anno della morte di Josef Wissarionowitsch Stalin (1878-1953), quindi parliamo di un saggio che ha 71 anni; per quanto geniale esso sia, dobbiamo tenere conto degli sviluppi, nella concezione del potere, che ci sono accaduti fino al giorno odierno; la genialità del saggio consiste nel fatto che i confini tra est ed ovest rimangono fluidi o meglio legati nel nodo gordiano stesso e la tesi centrale che il modo di vivere il potere nell’est è più brutale che nell’ovest, dove si cerca una legittimità che non consiste nella sola presenza del potente stesso, è anche a sua volta fluida. Come il suo grande maestro, Erodoto, anche Jünger si muove con agilità tra mito e storia e ci fa comprendere in profondità cosa accade nel mondo, a differenza di chi ha in mente confini solidissimi tra Oriente ed Occidente. Molto interessanti sono le pagine di Jünger per esempio su Pietro il Grande, una mistura tra tecnica occidentale e concezione del potere orientale. N.S. Lyons, in suo saggio sul managerialismo, uscito un anno fa, ha fatto vedere come il modello cinese è diventato quello che ha assorbito quello occidentale e Auron MacIntyre, con il suo libro sullo stato totale, conferma l’idea del come la democrazia liberale sia diventata una tirannide. Il caso Juliane Assange non è per nulla una rarità singolare; grazie a Dio esso si è poi svolto come noi occidentali pensiamo si debbano svolgere le cose giuridiche, ma con ritardi impressionanti; solo gli occidentalisti imbarazzanti che ci troviamo a volte come amici e fratelli insistono sulla singolarità del nostro bene e sulla singolarità della malvagità dell’autocrazia orientale. Jünger parla di un fenomeno interessante: viaggiatori in Oriente raccontano che la vita la, se non ci si in mischia in cose politiche, può essere vissuta in modo più umano… Nel saggio di Jünger, sia a livello storico che a livello mitologico, sono interessanti le figure fluide, come l’occidentale Alessandro il Grande che si trasforma in una despote orientale, che nel momento, nel quale una febbre lo uccide, lascia un impero senza alcuna unità - Jünger scrive che ha carattere emblematico studiare il regno dei Diadochi post Alessandro; dopo la morte di Stalin, pur con qualche crisi, come si vedono anche nel „Don Camillo“ di Guareschi,  il potere rimane abbastanza stabile fino al 1989, quindi per più di trent’anni. Achille, nel combattimento contro Ettore si comporta in modo „orientale“, pur essendo un greco, e solo l’intervento degli dei gli suggeriscono una misericordia per il padre Priamo, diciamo „occidentale“; la figura dell’occidentale Hitler ha poi, già a partire dal massacro del giugno 1934, tratti „orientali“. L’analisi di Jünger implica una conoscenza storica e dell’umano incredibile; e così usciamo dalla lettura con un attenzione a tutto, per esempio al modo di seppellire morti o non seppellirli; del modo, che conosco dall’Azerbaigian in Artsakh, di distruggere i segni della civiltà, anche quella dei cimiteri, armena. La cremazione di massa dei cadaveri è poi uno dei segni più brutalmente nichilistici, quella che abbiamo ponderato ad Auschwitz…VSSvpM! 

Victoria Nuland ammette che gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno incoraggiato l'Ucraina ad abbandonare l'accordo di pace negoziato con la Russia nell'aprile 2022. La ragione dichiarata non ha nulla a che fare con le presunte atrocità russe a Bucha, che, come hanno insistito i guerrieri per procura, sono il motivo per cui l'Ucraina avrebbe abbandonato l’accordo.
La Nuland sostiene invece che l'accordo avrebbe posto “limiti al tipo preciso di sistemi d'arma che l'Ucraina poteva avere... in modo tale che l'Ucraina sarebbe stata sostanzialmente neutralizzata come forza militare”.
Quindi Nuland e l'amministrazione Biden erano disposti a sacrificare centinaia di migliaia di ucraini per evitare che l'Ucraina venisse “castrata” come Stato cliente degli Stati Uniti per la Russia sanguinante.
Il sabotaggio statunitense dell'accordo di pace dell'aprile 2022 è stato efficacemente censurato dai media statunitensi, compresi quelli progressisti. Forse questa ammissione di uno dei principali sabotatori romperà il loro giuramento di silenzio collettivo“ (Aaron Maté, X, 9.9.24) - prego di leggere questa notizia nel contesto della mia meditazione qui sopra sul testo di Jünger. 

(Sera) Tu conosci, mio Dio, le tante preghiere che oggi sono state pregate e che vengono pregate proprio in questo momento; conosci lo stato animo di chi non è stato esaudito, come pensava fosse un suo diritto o un suo bisogno. Tu conosci i baci che Ti do, Cristo crocifisso, ai Tuoi piedi, quando passo davanti a Te. Conosci le preghiere dei monaci e delle monache; dei parroci e delle mamme, conosci i nostri tentativi di preghiera, Ti chiedo di vederli come un’unità, un’unica realtà; come preghiera di tutta la Tua Chiesa, così che per quanto arido io sia, la preghiera che Ti giunge sia così forte da poter cambiare il mondo. Ti prego per questo viaggio del Papa nel sud del mondo; Ti ringrazio che la visita di colleghi da tante parti della Germania nella nostra scuola, sia andata in modo soddisfacente e buono, come mi ha raccontato Konstanze; Ti prego per chi ricomincia, in Baviera o in Italia o in Baden-Württemberg la scuola in questi giorni. Amen

In dem Parsifal von Wolfram von Eschenbach gibt es eine ritterliche Szene in dem einen sehr guten Soldaten. bzw. Ritter sich dem Held der Geschichte, Gachmuret, ergeben muss; es ist auch eine Ehre sich dem Besseren zu ergeben; sich zu ergeben ist total sinnlos nur wenn der Gegner keine Ehre kennt, sondern nur Brutalität...


(Wetterzeube, il 9.9.24; secondo giorno della novena ad Adrienne)


„Se avessimo quale unica risorsa noi stessi, la nostra autoconoscenza, sarebbe per noi saggezza e preveggenza, di fronte a un qualsiasi compito, delimitare confini più ristretti, preferire compiti più modesti, che sia possibile cogliere bene con uno sguardo complessivo, e della cui riuscita possiamo garantire. Sennonché noi siamo credenti, consapevoli di quelle energie che sono nella preghiera, nella Chiesa, nella vicarietà, nella comunione dei santi, per cui dilatiamo i confini dei compiti che ci sono assegnati, nutriamo una fiducia più grande, non in noi stessi, bensì nella grazia e nella Chiesa, che sono con noi.“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). - Non so se i miei diari siano una „dilatazione dei confini dei compiti“ che mi sono affidati. Ma in questi anni sono stati, insieme alla scuola e alla traduzione di Ulrich, non un’attività del tempo libero, ma „lavoro“. E per quanto secolarizzato agli occhi di lettori cattolici „normali“ io possa sembrare, non ho mai smesso di credere che le energie del mio lavoro non siano solo le mie! 

Per quanto riguarda il viaggio del Santo Padre in Oceania, Banfi riassume così il senso di questa tappa: „Papa Francesco è in Papua Nuova Guinea e le immagini del suo incontro con la popolazione indigena sono affascinanti. Qui il grande argomento è quello dominante nel Sud del mondo: il retaggio post-coloniale e la grande difesa della natura, come risorsa naturale da proteggere contro la predazione occidentale. In questo senso il lungo viaggio in Asia e Oceania finisce per comprendere i due grandi capitoli del pontificato di papa Francesco: dalla Fratelli tutti (la firma nella moschea di Giacarta) alla Laudato si’“ (Banfi, versione di domenica scorsa, cioè di ieri). - Nella versione odierna Banfi scrive: „È un viaggio lontano: a metà, in questo momento, fra due continenti: l’Asia e l’Oceania. Eppure la lontananza non giustifica molto il disinteresse della stampa italiana (al lunedì mancano Avvenire e Manifesto) verso il viaggio più lungo del pontificato di papa Francesco. Conferma l’idea che il Sud del mondo non conti, se non per clamorose calamità naturali. Qui nella Versione prendiamo spunto dal gran lavoro della squadra di Vatican News che sulla rete (anche con immagini e podcast) sta raccontando questa affascinante missione del pontefice dall’altra parte del mondo (stamattina il Papa è arrivato a Timor, isola del sud est asiatico). Ieri c’è stato un dialogo tra Francesco e i giovani papuani radunati allo stadio di Port Moresby.  Dice il Papa: “Tutti possiamo sbagliare. Tutti. Ma l’importante è rendersi conto dello sbaglio. E dobbiamo sempre correggerci (…) E se vedete un amico, un compagno, un’amica, una compagna della vostra età che è caduto, che è caduta, cosa dovete fare? Ridere di quello?”. “No” rispondono in coro i giovani. “Tu devi guardarlo e aiutarlo a rialzarsi. Pensate che noi soltanto in una situazione della vita possiamo guardare l’altro dall’alto in basso: per aiutarlo a sollevarsi”“. PS Nella mia bacheca in Facebook ha raccolto alcune tra le foto più belle del viaggio.

Sul pontefice Wael Farouk ha scritto un articolo interessante che parte da un’analisi dell’Occidente (che vivrebbe nel vuoto nichilismo dell’ora) e del mondo islamico (che vivrebbe proiettato ieri all’indietro). Questo passaggio -in verto l’articolo va letto per intero, visto  che dopo la parte da me citata vi è anche un importante rappresentazione del viaggio del Papa in Egitto nel 2017 -  mi è sembrato particolarmente importante:  „È infatti il metodo cristiano del “vieni e vedi”, ma anche della shahàda islamica (dal verbo shahida, vedere), cioè la testimonianza, l’annuncio che “io ho visto”, perché ogni esortazione alla fede inizia appunto con l’invito ad aprire gli occhi e guardare. Questo “non vedere” ha creato un grande vuoto. Pregiudizio e odio sono alimentati dal vuoto, crescono nel vuoto, il vuoto è il loro primo alleato. È un vuoto che non si può affrontare con il dialogo tradizionale, ma soltanto con un nuovo modello di incontro. L’esempio è quello di papa Francesco che infatti gode di ampia popolarità fra i musulmani. Il papa non fa diplomazia né dialogo, ma una cosa molto più semplice, seppur fondamentale: riempie il vuoto in cui possono crescere odio e pregiudizio con la presenza. Non fa dialogo astratto, lo porta dentro la vita quotidiana delle persone comuni, porta una presenza. In tal modo, mette fine anche al dialogo fra stereotipi, ancor più pericoloso dello scontro fra stereotipi. Il papa ha stupito gli iracheni con il suo viaggio in Iraq nel 2021. Si sono chiesti perché venisse da loro nel bel mezzo della pandemia e degli attacchi terroristici dell’ISIS. Nella sua lettera al popolo iracheno, il papa aveva ribadito che sarebbe venuto in Iraq come un pellegrino penitente. Tuttavia, un pellegrino non viaggia portando con sé speranza e benedizione per gli altri, bensì per chiederle. Il papa non è andato in Iraq per fare la carità agli iracheni, né per dialogare, né per diplomazia, ma per condividere il loro dolore, per essere presente. Quando un nostro amico è malato, andiamo a visitarlo. La visita non cura il corpo, non cambia la situazione e non lo fa certo uscire dall’ospedale, ma fa la differenza perché cura l’anima. La presenza è il segreto“ (Wael Farouk).  - in vero si potrebbe obiettare che questa „presenza“ possa diventare un’intensità senza contenuti, degradati ad essere solo „stereotipi“; mi chiedo se per esempio il dogma trinitario sia anche uno „stereotipo“; non so bene su questo punto e vedo che Balthasar nel suo pensiero teologico insiste molto sulla Trinità, che sarebbe in un certo senso un ostacolo per il dialogo con la umma mussulmana. Allo stesso tempo credo che Wael centri nel segno, quando mette in evidenza la teologia della presenza del Papa, che continua in quella linea che da Charles de Jesus, passando per Paolo Dall’Oglio, padre Christian, i padri domenicani al Cairo (padre Adrien Candiard era al Meeting quest’anno), continua fino ad ora. Una linea nella quale la misericordia è il cuore di tutto, e la misericordia sa andare dagli altri per farsi benedire e baciare (vedi nella mia bacheca la foto de grande Imam Nasaruddin Umar che bacia il Santo Padre) e non solo per benedire e baciare.

„Una giovane attivista turco-americana di 26 anni, Aysenur Ezgi Eygi, (…) è stata uccisa in Cisgiordania con un solo colpo alla testa, mentre partecipava, venerdì scorso, ad una manifestazione contro l’occupazione dell’esercito israeliano vicino a Nablus. La sua famiglia chiede ora al presidente Usa Joe Biden un’inchiesta sulla sua morte, la cui dinamica ricorda quella toccata alla giornalista cristiano palestinese di Al Jazeera Shireen Abu Akleh. Nello Scavo su „Avvenire“ usa un’immagine inquietante: l’inferno è stato trasportato da Gaza alla Cisgiordania.“ (Banfi, versione domenicale). - Mi spiace tanto per la giovane donna uccisa; per quanto riguarda la frase del giornalista di „Avvenire“, dire se ha ragione Slavoj Žižek, allora non vi è alcun trasporto, ma si tratta di inferni paralleli. 

Finalmente una bella notizia dall’Ucraina e dalla Russia: „Si discute invece della proposta di pace di Volodymyr Zelensky, annunciata a Cernobbio, per risolvere il conflitto in Ucraina. Da Berlino arriva la notizia di una nuova iniziativa diplomatica del cancelliere tedesco Olaf Scholz che vorrebbe mettere ad un tavolo il presidente ucraino e Vladimir Putin. E c’è un bel commento di Massimo Cacciari sulla Stampa che scrive fra l’altro: “Le guerre in atto non sono necessarie… Perciò è criminale non compiere ogni sforzo politico-diplomatico per farle cessare”“ (Banfi, versione odierna).

Essendo malato potevo continuare la lettura dei „Demoni“ di Dostoevskij, nella traduzione di Swetlana Geier. Questo romanzo mi sorprende per il modo del tutto quotidiano con cui ci conduce alla questione demoniaca del nichilismo; quasi che quest’ultimo nasca in primo luogo da forme come quella vittimistica e del tutto quotidiana di Stepan Trofimowitsch, prima ancora che dalle lotte ideologiche, di cui ho parlato l’altro giorno, citando Il programma Zhigalev.

.Abba nostro…

(Pomeriggio) La recensione di  N.S. Lyons (Lo stato totale e il crepuscolo della democrazia americana, 9.9.24) del libro di Auron MacIntyre „Lo stato totale. Come la democrazia liberale è diventata una tirannide“, è molto interessante. È un tentativo di comprendere e combattere quello che la „nuova destra“ chiama il „deep state“ (lo stato profondo), che è quello di una classe manageriale, non eletta, che determina cosa si debba pensare e fare oggi nella nostra società; si tratta di una forma dittatoriale nascosta, che il „populismo“ cerca di combattere, ma che non può essere superata solo con il carisma di certe persone (Trump, Wagenknecht…); bisogna smantellare, secondo Lyons e MacIntyre, la classe manageriale stessa. Quello che manca in questo progetto della nuova destra è una ricezione del papato, che suppongo venga visto come un portavoce del managerialismo; ed in vero per un certo periodo di tempo, per esempio con le frasi sul farsi vaccinare come atto di amore del prossimo, si sarebbe potuto interpretare il Papa in quel modo; ma di fatto andando, pandemia ancora in corso, in Irak già nel marzo del 2021 si vede che la logica con cui si muove il vicario dell’agnello è diversa; è quella logica che lo porta ad essere una presenza amorosa nel mondo mussulmano e nel sud del mondo, come accade in questo viaggio. Poi ogni considerazione politica, anche quella molto intelligente della nuova destra, non tiene conto a sufficienza del fatto che tante cose necessaria alla vita accadano in spazi per nulla politici, come si vede bene leggendo „I Demoni“ di Dostoevskij; si tratta di considerare quella storia non prevedibile degli incontri quotidiani, con i suoi personaggi (che magari hanno quella o un’altra idea manageriale, ma che non fanno parte di quel tipo di uomo e classe) e caratteri; detto questo non voglio per nulla non prendere sul serio questa critica alla democrazia crepuscolare della nuova destra, che vede in Vance - con cui ho dialogato profondamente  nel mio diario pubblico nell’ultimo mese -  un reale aiuto a superare la riduzione alla mera carismatica del già presidente. 

(Wetterzeube, l’8.9.24; 23esima domenica del Tempo Ordinario; compleanno della vergine Maria; inizio della novena a Adrienne von Speyr


„Il Figlio è la gioia del Padre, la perfetta gioia divina. Egli vive per il Padre e tutto quello che è del Padre è suo; egli ha piena partecipazione al patrimonio del Padre, e quindi anche alla gioia di lui. Ha partecipazione anche in tutto quello che è rivolto contro il Padre, e che perciò addolora il Figlio e lo muove a redimere il mondo. Egli lo redime nella gioia del Padre, e per accrescere questa gioia, ma anche nella sua propria gioia, di cui fa dono al Padre. Eppure, nel mezzo di questa gioia è tutto il dolore della Croce, che non ne viene diminuito“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). 


Possiamo leggerle anche le letture del giorno (Is 35, 4-7; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37) nel senso della gioia del Padre e del Figlio, e visto che Marco parla anche del „sospiro“ di Gesù, anche della gioia dello Spirito Santo. Non manca il momento del dolore: siamo sordo-muti, lo era quel malato di allora, lo è Israele, lo è tutto il mondo; ma noi viviamo della gioia e della speranza della guarigione. Questa gioia prevede una scelta preferenziale per i poveri ed invita tutti, anche noi cristiani a non far differenza, nel modo di trattarli, tra privilegiati e poveri. È una gioia che prevede anche un santo contatto fisico, come abbiamo visto nel Vangelo: Gesù gli mette le dita nelle orecchie del malato e gli tocca la lingua con la saliva. Che questo contatto fisico possa purificare ogni forma di contatto fisico. „Gesù non opera miracoli-spettacolo, perciò prende il malato da parte, cerca la difficile mediazione fra discrezione (contro la propaganda mondana) e prestazione di aiuto per il popolo“ (Balthasar, Luce della Parola); non vi è alcun dubbio che abbiamo bisogno di aiuto, tanto più che oggi, nella nostra società trasparente (Byung-Chul Han), la propaganda mondana è diventata tanto dominante, che è difficile discernere tutto ciò che essa ci suggerisce e ci impone. Per quanto riguarda la scelta preferenziale dei poveri anche il Salmo 146 ci ricorda con chiarezza: Dio mantiene la sua fedeltà per sempre, procura giustizia agli oppressi, da pane agli affamati, libera i prigionieri e lo fa anche con le nostre mani. Per questo ritengo che la mia ora nella nona su remigrazione (Björn Höcke) e Mar Mediterraneo come cimitero (Papa Francesco) sia stata davvero importante. 


Un sacerdote della Patagonia (Argentina) è volato, se ho capito bene, due ore, per venire ad incontrare il Papa con un gruppo di fedeli; nel video di Stefania Falasca dice che il viaggio del Papa in Papua Nuova Guinea, in un paese così lontano da Roma, è una grande benedizione; e dalle foto e dai video di Stefania si può respirare la gioia della sua presenza. 


Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev è in Italia ed è stato ricevuto dalla premier italiana Giorgia Meloni; ovviamente c’è tutta l’ipocrisia, non solo italiana, in questo incontro, ipocrisia perché il dittatore azero ci fa arrivare il gas di Putin, che noi in teoria non dovremmo più comprare. Ma è anche vero che la nostra povera Armenia si trova in punto pericolosissimo di quel nodo gordiano tra Occidente ed Oriente, con il quale ho cominciato il lavoro di questo mio nuovo diario. La premier italiana è solo un piccolo tessuto di questo nodo…


Conto su di te, anche per questo Servizio della Parola che devo celebrare oggi, Maria, nel giorno del tuo compleanno.


Abba nostro…


(Wetterzeube, il 7.9.24) Credo che abbia ragione Ernst Jünger (Il nodo gordiano, 1953) quando dice che vi è più sacralità in Priamo che in Agamennone; non è che il primo sia perfetto; sacralità non vuol dire perfezione in quel senso; non è pure una forma di „trionfalismo“, come si vede nella grande scena dell’Iliade, nella quale Priamo va a richiedere il corpo del suo figlio Ettore, morto nello scontro con Achille; in fondo ci si può chiedere come mai Priamo non metta seriamente in dubbio la scelta di Paride per Elena, sebbene metta seriamente in pericolo la sua città - questo dovrebbe farci riflettere sul grande rapporto tra sacralità e bellezza erotica, che non lascia indifferente neppure Priamo. Ovviamente la sacralità non è neppure una garanzia di poter vincere, piuttosto al cospetto dell’astuzia di Ulisse non può nulla. Ma diciamo che  Priamo non è mai imbarazzante come lo è Agamennone, che vuole avere a tutti i costi il bottino-femmina di Achille. Mutatis mutandis, perché si deve tenere conto di tante differenze storiche e del ruolo della democrazia rappresentativa (Occidente) e diretta (Unione Sovietica), Putin non è mai così imbarazzante come Biden, che fino a quando non ne è stato sbattuto fuori si è aggrappato al suo ruolo di presidente; ci si può immaginare un attentato a Putin, qualora non abbia più un potere reale, ma sulla sua persona vi è per ora un consenso quasi „sacrale“, accentuato, a differenza dal tempo sovietico, anche dall’avvicinamento della Russia attuale all’Ortodossia; poi direi che se partecipa alla conferenza di Vladivostok, non sembra per nulla temere di essere disarcionato dal potere. Come spiega Jünger i confini tra Occidente ed Oriente sono fluidi, ma diciamo che il modo con cui da noi si parla di Putin non fa comprendere assolutamente nulla di quello che i russi pensano di lui, anche se non metto in dubbio che vi siano russi anti-putiniani. Purtroppo a noi manca del tutto, non solo il rispetto, ma la conoscenza del nostro avversario. - Per quanto riguarda l’agnello - si potrebbe paragonare il sistema democratico rappresentativo alla volpe e quello russo al leone, ma anche qui i confini sono fluidi, visto che una persona come Trump è più leone che volpe - e la sua concezione „monarchica“, cosa che poi non è giusta, e non solo per l’inversione della piramide tipica di Papa Francesco, direi che la grande differenza consiste nel fatto che il poter del Papa non solo non è uguale a quello di Dio, come nel caso del potere monarchico orientale, ma neppure simile a Dio come nel caso del poter monarchico occidentale, ma è un servizio dell’ultimo tra i servi; questa logica dell’agnello supera la dialettica tra la persona del principe nel senso di similitudine o uguaglianza con Dio proposta da Jünger nel capitolo 13 del saggio che sto meditando… 


Alla fine del capitolo 15 Jünger cita il metodo del programma, presentato dalla figura di Zhigalev, uno dei personaggi rivoluzionari del romanzo „I demoni“, che è un simbolo centrale delle idee utopiche e allo stesso tempo totalitarie che Dostoevskij affronta nella sua critica alle ideologie radicali. Quindi vi è nella Russia stessa, nel cristiano Dostoevskij una critica radicale dell’autocrazia. „Zhigalev è una figura che incarna le correnti intellettuali del socialismo rivoluzionario nella Russia del XIX secolo. Egli presenta un programma radicale per la trasformazione della società che, secondo le sue stesse parole, ha riflettuto a lungo. Nel romanzo afferma: “Inizio con la libertà assoluta e finisco con il dispotismo assoluto”. Il piano di Zhigalev è paradossale e terrificante: propone un ordine sociale in cui la libertà è sostituita dal controllo totale e dal dispotismo. Solo una piccola élite (circa il 10% della popolazione) avrebbe conoscenza e potere, mentre il restante 90% della popolazione vivrebbe nella più completa ignoranza e sottomissione.

Il Programma Zhigalev è la rappresentazione satirica e critica di Dostoevskij delle conseguenze logiche delle ideologie utopiche estreme del XIX secolo, in particolare del socialismo e del nichilismo. Mostra come il tentativo di creare una società ideale possa alla fine portare a sistemi totalitari in cui la libertà è completamente soppressa. La visione di Zhigalev illustra il pericolo che riforme radicali e movimenti rivoluzionari che promettono libertà e uguaglianza possano finire in un regime repressivo. La citazione di Jünger da Zhigalev nel 15° capitolo de “Il nodo gordiano” ha una funzione simile a quella di Dostoevskij. Jünger mette in guardia dai pericoli delle ideologie totalitarie e utopiche che portano alla tirannia attraverso promesse di libertà e giustizia. Jünger riflette sulle sfide della modernità e sui problemi che derivano dall'organizzazione tecnica e politica delle masse. Citando Zhigalev, Jünger evidenzia il pericolo che i programmi radicali che pretendono di liberare la società finiscano per portare a nuove forme di oppressione e controllo.“(Chatgpt) Questo è certamente vero, ma bisogna stare attenti a non assorbire Jünger stesso nella polemica fatale tra democrazia ed autocrazia; con l’immagine del colpo di spada che pseudo risolve il nodo Occidente-Oriente Jünger ci fa vedere che questo nodo non è mai stato sciolto, neppure da Alessandro, che in vero è stato prima assorbito nelle modalità del dispotismo orientale e poi ucciso da una semplice febbre cattiva…E poi c’è tutta una critica da fare al nostro sistema pseudo democratico, che grazie a Dio è diventato uno dei tempi più importanti della campagna elettorale statunitense. Ieri per esempio la veterana Tulsi Gabbard ha postato un video agghiacciante del modo con cui il partito democratico si comporta con chi non è d’accordo con la linea del partito stesso…


Abba nostro…


(Sera) Mio Gesù, mi piacerebbe essere come Maria di Betània, anche se non ho la più pallida idea di come sia possibile: vorrei che tutta la mia esistenza si sparga in quel olio prezioso con cui Ti ha unto i piedi; vorrei essere come la piccola Teresa che prende tutto, per donartelo; tutto nella mia vita serva alla Tua gloria: quella confessione da giovane in cui tornando a casa ero felice per il cielo stellato; i tempi in montagna con don Paolo; i primi passi nella conoscenza del carisma di don Giussani; il primo periodo di amore con Konstanze, i giorni del nostro sposalizio e il viaggio di nozze a Budapest e tutti i singoli anni del nostro amore; gli anni in cui Ferdinand e Johanna erano piccoli e poi tutti i successivi; i tempi con la Casa Balthasar, i tempi in cui ho studiato l’Homo Abyssus in Istria; i tempi della traduzione; i  venti anni di insegnamento in Sassonia-Anhalt; l’amicizia con don Andrea; il nostro viaggio in Inghilterra…Amen!