Amore come crisi. Diario, un momento prima della fine del mondo
Dopo il „diario notturno“ (qui), quello „diurno“ (qui) ed in fine quello „cattolico“ (qui) comincio oggi, sette Settembre 2024, un diario che porta il titolo: Amore come crisi. Diario, un momento prima della fine del mondo. È chiaro a chi mi conosce che mi sto rifacendo al romanzo di Walker Percy, Love in the Ruins, che porta il sottotitolo: The Adventures of a Bad Catholic at a Time Near the End of the World; ho sostituito la parola „rovina“, con „crisi“, relazionandomi all’idea di Ferdinand Ulrich della „crisi dell’essere“, come „giudizio“ in forza della gratuità della donazione dell’essere come atto di amore gratuito (gratis et frustra). Anche questo diario è scritto da un „ Bad Catholic“, che per grazia crede ancora.
L’essere non può essere percepito nella sospensione ontologica, cioè nell’idealità astratta, ma può essere percepito solo come „crisi“, come giudizio, come movimento di finitizzazione nella quotidianità della vita, nella concretezza dell’esistenza storica, per questo non c’è bisogno di forzare nulla scrivendo un diario, anche se quest’ultimo non vuole essere solo la registrazione giornalistica e storica, per quanto esse siano importanti e per quanto io dia spazio ad esse, ma cercare nella materialità della giornata quella traccia sovraessenziale, che si trova nella donazione concreta dell’essere come amore; sovraessenziale perché non l’essenza delle cose, ma le cose stesse come dono, sono la novità sorprendente, che diventa carne ogni giorno della nostra vita.
„Nella pura idealità come nella pura realtà manca quindi la ratio boni dell’ordine della creatura verso il creatore“ (Ferdinand Ulrich, HA 510). Questo è un riassunto sintetico della filosofia dell’essere di Ulrich. La nostra coscienza non può che muoversi tra „pura idealità“ e „pura realtà“.
„Dio, il creatore dell’essere, non si esaurisce nel suo essere causa“ (Ferdinand Ulrich, ibidem)
“Una decisione sbagliata può essere più grande di una giusta, la caduta più grande del successo”, Ernst Jünger, 1953
„Das Gute ist die Herzmitte des Seins.“ (Ferdinand Ulrich, Homo Abyssus, 521: La bontà è il centro dell’essere).
“Io stesso non so né leggere né scrivere, ma c'è chi basa la propria poesia sull'istruzione e sull'erudizione. Questa mia storia non si adatta ai principi della saggezza scolastica” (Wolfram von Eschenbach, Parsifal, Libro II) - questo vale anche per i miei diari
C'è un filo rosso tra la filosofia dell'essere come amore gratuito e la profezia della pace: una profezia della pace è possibile solamente quando non si hanno interessi da difendere. RG
Tra le mie letture
(Wetterzeube, il 28.2.25) Ho letto con grande attenzione la lunga lettera di Davide Prosperi alla Fraternità (Milano 28.2.25) che mi spinge a ripensare la mia appartenenza al Movimento di Comunione e Liberazione. Sto meditando, in questi tempi, un bello scritto pro manuscriptu di un’amica francescana secolare, che al momento si trova a Pechino (Cina), „Tu sei amore“, con tante testimonianze di francescani secolari, come Franz e Franziska Jägerstätter, ma anche come Tommaso Moro, che non sapevo fosse un francescano del Terzo ordine, come si chiamava una volta, o francescano secolare come si chiama ora. Sento queste testimonianze come un grande invito alla fede ed anche la mia amica, Michèle Altmayer, che ha assistito Ferdinand Ulrich nel 2020 negli ultimi giorni di vita, facendo la pendolare, con il Flixbus, dalla Francia a Ratisbona, la sento come estremamente vicina. Da un certo punto di vista più vicina di questa lettera scritta in „atteggiamento di confessione“, che rispetto ed approvo di Davide Prosperi, allo stesso tempo, però, è vero che anche se io vivo nella diaspora il carisma di CL ha per me una preferenza (non autoreferenza), al servizio della Chiesa che altre forme di appartenenza non hanno. Vorrei scrivere queste righe per cercare di comprendere in cosa consista la preferenza. Anticipo: nella sottolineatura che il cammino al vero è un’esperienza. Nell’apparato di note della lettera di Prosperi vengono riportate alcune frasi che ci hanno detto il Papa, che con ragione Davide Prosperi vuole seguire (la lettera è del tutto sub et cum Petro), e il cardinal Farrell. Nella nota 17 viene citata una frase di quest’ultimo sul carisma di Don Luigi Giussani, che ha preso sul serio l’uomo e Cristo e che ho trovato molto bella e vera. Un vero e proprio invito a comprendere l’intenzione ultima di don Giussani. La nota 7 riporta, sempre del cardinale, una frase a riguardo la „dottrina della successione del carisma“, che già allora, quando la lessi per la prima volta, mi è sembrata un giudizio troppo negativo sull’era di guida di don Julián Carrón. Dire questo non significa per me invitare pubblicamente alla disobbedienza alla Chiesa, perché un dicastero vaticano non è eo ipso la Chiesa, anche se deve essere preso sul serio, come fa Prosperi. Come si dice nella nota 10 bisogna evitare che pubblicamente o anche non pubblicamente si instauri un „clima di sfiducia nei confronti della Chiesa e di resistenza alle sue indicazioni“; questo non si deve fare mai, come ho imparato dal mio amatissimo Ignazio di Loyola, tanto meno in nome di una presunta singolarità del nostro carisma, che nessuno comprenderebbe.
Per quanto mi riguarda la frase principale del Papa il 7. 3.2015 è stata quella del „decentramento dal carisma“ che non viene più citata ed in vero non è mai stata citata da nessuno. Questa per me era l’indicazione più preziosa, anche delle preziose indicazioni, riprese nella nota 8, di evitare forme di autoreferenzialità o di non ridurre l’amore per il carisma in un culto delle ceneri, se ben mi ricordo.
Nella lettera stessa Davide Prosperi pone questa domanda invitandoci a rispondere in prima persona, senza ridurre il criterio ultimo dei nostri giudizi ad un personalismo intimista, che non corrisponde a ciò che don Giussani ci ha insegnato: il giudizio deve essere mio personale, ma non è mio il criterio ultimo con cui giudico: mi è donato da fuori. Ecco la domanda proposta da Prosperi: „Quali sarebbero gli errori che la Chiesa ci ha fatto notare?“ A me sembra che l’errore più grande sia quello di ridurre le indicazioni della Chiesa ed addirittura del Papa in un gossip, che alcuni anni fa nei social media era assordante. Proprio nei social media avevo visto in atto il contrario di ciò che il Papa aveva detto nell’udienza del 15.10.22: „l’unità sia più forte delle forze dispersive o del trascinarsi di vecchie contrapposizioni“. Il tutto era così assordante e vergognoso che quasi avevo desiderato che si vietasse ai membri di CL di parlare nei social, come la Chiesa copta aveva fatto con i suoi monaci. Divieto questo che non amo per nulla, perché in vero alla scuola di Arendt e Habermas, ritengo che si debba discutere pubblicamente, ma senza demonizzare l’avversario.
Se si prende sul serio la preghiera sacerdotale di Gesù in Gv 17 e le indicazioni di don Giussani a Lourdes in occasione del decimo anniversario del riconoscimento della Fraternità (avevo partecipato a questo pellegrinaggio, con mia moglie, che più di tutte le persone che conosco prende su serio la frase che il cammino al vero è un’esperienza), l’unità è garanzia perché il mondo creda: „io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me“ (Gv 17, 23: ἐγὼ ἐν αὐτοῖς καὶ σὺ ἐν ἐμοί, ἵνα ὦσιν τετελειωμένοι εἰς ἕν, ⸀ἵνα γινώσκῃ ὁ κόσμος ὅτι σύ με ἀπέστειλας καὶ ἠγάπησας αὐτοὺς καθὼς ἐμὲ ἠγάπησας.). „Chiediamo alla Madonna che ci faccia „uno“, che salvi la nostra unità dallo sperpero di essa cui il mondo ci invita in nome di nostre ragioni, sentimenti, reazioni ed istintività“ - mi ricordo ancora la serietà di don Giussani a Lourdes, vestito in grigio e che parlò di Giuda in quell’occasione.
Per quanto riguarda il desiderio del Papa che si aspetta più da noi, in modo particolare nelle tre profezie che gli stanno a cuore: quella della pace, quella della migrazione e quella della casa comune, devo dire che per quanto riguarda la prima questo invito è stata il motore di tutto ciò che ho scritto nei miei diari pubblici a partire dal 2022. E se sulla seconda ho cercato di prendere sul serio anche le obiezioni, l’ho fatto sempre con quel grande amore e rispetto che provo per Francesco; mia moglie ed io lo seguiamo quasi ogni domenica all’Angelus e da quando è in clinica diciamo spesso il rosario per lui.
Non nego che a volte mi sono sentito come solo accettato in CL, sopportato, ma è anche vero che sempre sono nate amicizie che mi hanno portato a rimanere fedele al carisma, tanto più quando ho centrato di decentrarmi da esso. All’esperienza alla tomba di Balthasar nell’estate del 2020, in cui ho sentito un’indicazione di cammino che univa Balthasar (ma anche Adrienne von Speyr, anche Ferdinand Ulrich) a Giussani sono rimasto sempre fedele!
Abba nostro…
(Sera) In una lunga intervista di Glenn Greenwald con Alexander Dugin si sono toccati tutti i grandi temi, che ripropongo come breve domanda o asserzione: è stato mai Trump una marionetta di Putin? La Russia ha espulso USAID già tanto tempo fa. La posizione di Trump su USAID è corretta, ma sarà in grado davvero di essere il peacemaker in Ucraina? In che modo la Russia giustifica la guerra contro l’Ucraina, che per Dugin è, per fare un paragone, come uno stato all’interno degli Stati Uniti d’America. Anche la domanda se la Russia sia un regime autarchico è stata discussa…
Impressionante lo scontro in diretta tra Zelensky da una parte e JD Vance e Trump dall’altra: l’amministrazione statunitense non vuole rischiare una terza guerra mondiale per l’Ucraina. Dugin commenta in Substack: „Trump e Vance si sono puliti i piedi su Zelensky come uno zerbino. Questa è la fine della farsa. L'Ucraina non esiste più. È solo una fake news. La verifica dei fatti dimostra che era solo una teoria del complotto.Questo pagliaccio ha mancato di rispetto agli Stati Uniti d'America. Nessun americano può perdonarlo. È un insulto alla grande nazione.“ - ne avevo parlato in un articolo in inglese, nel quale citavo Ernst Jünger, che rifletteva sull dignità di una grande nazione, necessaria se il mondo non vuole essere distrutto (un articolo del 11.10.24 letto più di 600 volte.) Ovviamente mi dispiace per il „paese martoriato“, ma il Papa lo aveva detto fin da principio: non usate la favola di Cappuccetto Rosso per interpretare gli eventi in corso. Constantin von Hoffmeister commenta: „“Se non aveste avuto il nostro equipaggiamento militare”, dice Trump, appoggiandosi allo schienale, con le dita intrecciate, ‘se non aveste avuto il nostro equipaggiamento militare, questa guerra sarebbe finita in due settimane’. Sorride compiaciuto. Divertito. Un gatto che gioca con un topo mezzo morto, chiedendosi se valga la pena ucciderlo. La verità, dura e fredda, si riversa sul tappeto come sangue versato: l'Ucraina non conta. L'Ucraina è una pedina. L'America si occupa di interessi, non di beneficenza.“ (Substack). Aaron Maté commenta a sua volta in X: „Zelensky ha assecondato la strategia di Biden di distruggere l'Ucraina per dissanguare la Russia. È stato ricompensato con l'adulazione di un partito unico statunitense e della classe politica dei media. Ma gli americani si sono stancati di pagare il conto e hanno eletto qualcuno che ha promesso di porre fine alla guerra. Ora la sua sottomissione si traduce in umiliazione“ (28.2.25)
Più problematica mi sembra la posizione dell’amministrazione Trump in Israele. Fontana (Oasis) commenta: „La provocazione (va chiamata così?) di Donald Trump, che ha diffuso un video creato con l’intelligenza artificiale in cui si vede la Striscia di Gaza trasformata in una pacchiana meta del turismo di lusso, è solo l’ultimo segno di una situazione sempre più incancrenita, nonostante con qualche fatica la tregua e lo scambio ostaggi-prigionieri prosegua. La sensazione generale è che il ruolo americano e il modus operandi di Washington possano aver avuto un effetto nel raggiungimento di un cessate il fuoco a gennaio, ma complessivamente non facciano altro che provocare nuovi scossoni e, nel medio-lungo periodo, aumenti l’instabilità. A cominciare dalla Cisgiordania, dove la situazione continua a peggiorare…“ Buona notte!
(Wetterzeube, il 27.2.25) Ieri nella mia dodicesima classe ho cercato di spiegare la rilevanza della concezione „monarchica“ di Dio (Gregorio di Nazianzo, nel manoscritto di Adrian Walker) anche per la concezione della Chiesa. La Chiesa è certamente una communio, perché Dio stesso è communio, ma in essa non può che specchiarsi anche il momento „monarchico“ di Dio, con le processioni trinitarie „ex Patre“ (un Padre che non è avaro, ma che si dona totalmente al Figlio, amore questo testimoniato dallo Spirito Santo). Ho cercato di far comprendere che i dogmi (per esempio quello trinitario: un solo Dio in tre persone) non hanno nulla a che fare con il „dogmatismo“ che critica Hölderlin (questo dogmatismo è la cessazione del pensiero). Poi a partire dal dogma cristologico, che annuncia Cristo come vero Dio e vero uomo e nel quale le due nature sono non mischiate, ma neppure separate ho cercato di far comprendere che tutto ciò ha a che fare con la concezione dell’amore che abbiamo in testa e nel cuore. // Detto questo ritengo che sia molto importante sottolineare, con Matthias Kopp, che il fatto che i cristiani nell’Irak siano sopravvissuti nonostante le molteplici persecuzioni che hanno subito, sia un fatto ancor più notevole delle differenze teologiche tra le chiese antico-orientali, quelle ortodosse e quella latina, e che, come ho scritto nei giorni passati, l’atteggiamento di Roma come partner e non come controllore a partire da Leone XIII mi sembra di vitale importanza. Questo significa per me cercare di unire una precisa riflessione teologica su Dio e la Chiesa, tenendo conto dei grandi Concili del quarto secolo, ma con un atteggiamento pastorale conciliante…
„È evidente che per comprare le armi che sono state prodotte bisogna sottrarre risorse a scuola, sanità e assistenza». (Stefano Zamagni in „Vita“). Questo che spiega il professor Zamagni è ciò che intendo con l’espressione „mobilitazione guerriera quasi totale“.
A parte quello che ho scritto ieri sul modo di essere giornalista che non riconosce il momento di verità di ciò che critica, vorrei aggiungere sul video disgustoso „di“ Trump su Gaza, che nella bacheca X di Trump questo video non ha alcuna rilevanza. Sembra che sia stato pubblicato su „Truth“. Questo tipo di polemiche sono, però, del tutto sterili. Secondo me, la vera domanda l’ha posta Aaron Maté nel suo account in X ieri, quando chiede a JD Vance, se volendo finire la guerra in Ucraina, l’amministrazione Trump sia anche disposta a finirla davvero in Israele. PS Sul video la versione di Banfi scrive: „A proposito di Gaza, ieri le opposizioni italiane sono insorte chiedendo al governo di protestare per il video che il social privato di Donald Trump, Truth, ha rilanciato. Il video della “visione trumpiana” della Striscia, nelle intenzioni satirico nella realtà molto offensivo e volgare, generato dall’IA con l’app Runway, è online da un mese, come ha ricostruito Il Fatto. È stato messo in circolo da Ziv Rubinstein, musicista e paroliere israeliano, che l’ha postato sul suo canale Telegram, aperto dopo li 7 ottobre per “diffondere notizie dal mondo arabo”. «Non è mio, l’ho pubblicato perché faceva ridere», ha dichiarato Rubinstein.“ (Banfi).
Questa notizia della versione è particolarmente importante: „Ieri Kaja Kallas, alto rappresentante della politica estera Ue, non è stata ricevuta dal Segretario di Stato Usa Marco Rubio.“ Come ha fatto capire il Prof. Sachse, scegliere questa donna, fanaticamente anti russa, come rappresentante della politica estera dell’Eu, è una decisione, una decisione che non permette di comprendere cosa sta accadendo a livello di imperi (USA, Russia e Cina). Certo sarebbe importante che gli imperi avessero un atteggiamento di servizio nei confronti degli stati che stanno sotto la loro influenza, ma, come dice, sempre il Prof. Sachse, è del tutto insipiente mettersi in un atteggiamento di continua critica, che non aiuta quel rispetto del diritto internazionale che riconosce l’autonomia degli stati. Io credo che si debba fare anche un reale discernimento anche sulle formule che si usano per una preghiera o un’azione di solidarietà; certamente l’Ucraina è uno stato martoriato; ma per esempio la formula: „chiedere insieme la cessazione dell’aggressione“ è una posizione politica, per nulla neutrale che non tiene conto per nulla che l’aggressore ha sentito se in pericolo da parte di una aggressione occidentale: Anche Trump ha riconosciuto con ragione che una partecipazione dell’Ucraina alla NATO deve essere dimenticata, perché probabilmente è stata proprio questa intenzione a scatenare la guerra (per le parole precise, vedi la mia bacheca X). Per quanto riguarda il MEAN ritengo che la loro idea di „corpi civili europei di pace“ sia un’idea geniale, purtroppo „mescolata“ con una chiara presa di posizione politica per la sola Ucraina, senza considerare minimamente la tesi di una „proxy war“…Forse da Giorgia Meloni si può imparare una posizione che non si separa dalla Ucraina, ma che prende sul serio il nuovo corso di Trump e della sua amministrazione.
Abba nostro…
(Mattinata) Purtroppo, per quanto riguarda J., forse si tratta di una gravidanza ectopica (extrauterina), ma confido nel tuo aiuto Madre di Altötting. Il medico la segue da vicino.
„Se Dio non mi avesse concesso la Sua grazia e la forza di morire anch’io, se necessario per la mia fede, forse farei la cosa della maggioranza degli altri cattolici“ (Franz Jägerstätter, che era francescano secolare come sua moglie in Michèle Altmeyer, pro manuscriptu, 46) è impressionante come Franz prenda sul serio la Parola, anche nelle sue frasi difficili e come consideri seriamente la prospettiva della vita eterna. Chiedo anche a lui e sua moglie di occuparsi della mia Johanna.
Ave Maria...
(Dopo) “Dov'è finita la consapevolezza che i pensieri e i sentimenti sono completamente imperituri, che esiste qualcosa come una doppia contabilità segreta, in cui ogni spesa in un punto molto remoto riappare come entrata?” (Ernst Jünger, Das abenteuerliche Herz, seconda versione, opera omnia 11, 1938/1950, 190) - Ciò significa che anche la nostra gioia a Monaco di Baviera per la gravidanza è imperitura; ora abbiamo piuttosto una “spesa”, ma da qualche parte, lontano o meno, c'è anche un’ “entrata” (tutto in senso simbolico).
„La certosa di Parma“ è un romanzo del tutto diverso da quello che avevo pensato leggendo il titolo; non provo per il romanzo un affetto particolare, ma in qualche modo la figura di Fabrizio mi interessa: ogni gonnella lo „fa palpitar e fremere, senza saper“ ed in un certo senso è ancor più diretto del Cherubino de „Le nozze di Figaro“; per Fabrizio non si tratta di innamoramento, ma del piacere volgare…
Per quanto riguarda questa notizia: „Avvenire dedica un primo piano alle drammatiche conseguenze dello stop allo Us Aid: molte Ong in tutto il mondo sono in difficoltà. In Italia Caritas, Sant’Egidio, Avsi e molte altre organizzazioni sono pesantemente colpite, soprattutto sono bloccati gli aiuti a milioni di loro assistiti. Come nel caso degli ucraini e dei palestinesi di Gaza, sono i più deboli nel mirino“(Banfi), vorrei saperne di più. // N.S. Lyons, se ho capito bene, pensa che nel caso del „Us Aid“ si tratti di un potentato che non ha servito solo i poveri. Io credo che anche in queste cose sia necessario verificare bene da chi si prendono i soldi. Per Lyons lo „smantellamento del USAID“ fa parte di un progetto ben preciso con il quale l’amministrazione Trump sta cercando di sconfiggere il deep state, che ha sostenuto per decenni una società se dicente „aperta“. Questo è il passo che avevo in mente di N.S.Lyons: „La fine della Guerra Fredda ha poi dato il via al consenso per la società aperta. Lungi dal moderare il suo zelo, la caduta del comunismo sovietico (l'ultimo vero concorrente ideologico del liberalismo) sembrava convalidare la superiorità morale e pratica della società aperta, e l'establishment del dopoguerra fredda ha raddoppiato la convinzione che il mondo intero potesse e dovesse essere ricostruito a sua immagine, inaugurando la fine della storia.
La crociata per l'apertura si è assunta il grande compito di andare a smantellare tutte le nazioni in nome della pace, della prosperità e della libertà. Questa convinzione è stata rafforzata dagli attacchi dell'11 settembre 2001, che sembravano contribuire a dimostrare che la continua esistenza dell'intolleranza di mentalità chiusa ovunque era una minaccia alla tolleranza in tutto il mondo. Come disse poco dopo un politico aggressivo citato nel libro Reflections on the Revolution in Europe di Christopher Caldwell: “Ora viviamo in un mondo senza confini in cui la nostra nuova missione è difendere non i confini dei nostri paesi, ma la civiltà e i diritti umani”.
Se vi state chiedendo perché USAID abbia speso 1,5 milioni di dollari per promuovere la diversità, l'uguaglianza e l'inclusione nei luoghi di lavoro serbi, 500.000 dollari per “diffondere l'ateismo” in Nepal o 7,9 milioni per insegnare ai giornalisti dello Sri Lanka a evitare un “linguaggio binario di genere”, ecco il motivo. È lo stesso motivo per cui il governo degli Stati Uniti ha stanziato milioni per finanziare “organizzazioni benefiche” dedicate a infrangere la legge sull'immigrazione statunitense e a facilitare la migrazione attraverso le frontiere aperte: credevano di combattere la buona battaglia contro la società chiusa per fermare lo zombie Hitler (intascando un sacco di soldi per le loro buone azioni). È anche il motivo per cui, per decenni, chiunque si sia opposto è stato automaticamente etichettato come fascista.“ (Substack, 13.2.25). - Ora è chiaro che la ricostruzione storica di N.S. Lyons è semplificata; ci sono stati politici in Europa, che non volevano smantellare la loro nazione e che non hanno condiviso questo tipo di ideali liberali criticati dal filosofo statunitense, ma è anche chiaro che non sarà possibile non tenere conto di questa sua critica; deve essere salvata l’opzione preferenziale per i poveri, ma come non è giusto dare del fascista a chi si oppone al progetto liberale, non è neppure giusto inscatolare la posizione difesa da N.S. Lyons in una cattiva ed egoistica teologia della prosperità americana. Bisognerà piuttosto tenere conto di questi punti, che ho elaborato in dialogo con Adrian: 1) migrazione non accade in vacuum (vuoto), ma in una storia concreta. 2) non tutti i migranti sono disperati. 3) La migrazione in America è fuori controllo, e questo anche per le decisioni dell’amministrazione uscente. 4) Ottimo sarebbe aiutare il Guatemala in Guatemala. 5) La prosperità non è una realtà statica, ma generata e quindi può anche sparire, in modo tale che ciò non aiuterebbe nessuno. 6) Aprire le frontiere in modo indiscriminato non aiuta chi ha bisogno, ma favorisce l’ideologia del rimpiazzo (R. Camus) e la Chiesa nelle sue voci pubbliche non aiuta a fare il discernimento su questo punto. 7) Non abbiamo un diritto assoluto alla prosperità, mentre gli altri devono tutti soffrire, ma dobbiamo trovare dei modi efficaci per aiutare. E poi rimane anche la domanda che ho posto prima sul discernimento: da chi vogliamo ricevere soldi? Vogliamo davvero ricevere i soldi dalla stessa organizzazione che finanzia progetti contrari ad un’antropologia cristiana?
(Wetterzeube, il 26.2.25) „Se ucciderò in te il giusto e il peccatore, significa che la spada sguainata sarà contro ogni mortale, dal mezzogiorno al settentrione“ (Ez 21,9) questo verso del profeta si trova nella profezia sulla distruzione di Gerusalemme. Non si possono addolcire queste frasi della Bibbia, bisogna conservarle nel cuore, senza abusarne. In un certo senso, pur con un linguaggio teologico-antropomorfico, descrivono quello che sta accadendo ora in tante parte dal mondo, dal Congo all’Ucraina, al Myanmar (Birmania), alla Palestina… Accadano nel nostro cuore ferito, ma in modo interiore. C’è stato un abuso di immagini apocalittiche, anche richiamandosi al Catechismo e alla Bibbia, quella più nota è quella dell’angelo della luce, che in vero è l’anticristo, che addirittura è stata usata contro il Papa „eretico“. Questo tipo di abusi linguistici svuotano la forza di queste frasi, così che quando sono o saranno necessarie, le perone penseranno solo che chi le usa è un fanatico. Io sono per un pensiero che tenga conto dei dogmi, ma non credono che essi possano essere ridotti ad una lista di peccati, nemmeno quella famosa dei peccati capitali, che tra l’altro viene usata anche da persone (una pittrice qui vicino a casa) che non ha nulla a che fare con la chiesa. Signore se tieni conto dei peccati, chi si salverà?
È cominciata la pseudo discussione sulla formazione del governo, tanto si sa che o si fa un’alleanza tra Unione e SPD oppure si vota di nuovo. Oggetto di questa discussione sono il superamento del cosiddetto „freno al debito“ e un discorso-ricolmo-di-odio di Merz, che non è piaciuto a sinistra; beh se quest’ultimo è un criterio, allora devo solo dire: chi è senza peccato scagli la prima pietra!
Comunque fino a quando non si dirà apertamente che senza un freno alla quasi mobilitazione totale alla guerra non si risolveranno i problemi (questo lo dice come tema principale Sahra Wagenknecht e il suo BSW; un po’ lo accenna anche Alice Weidel e la sua AfD, sebbene quest’ultima abbia compreso meglio della prima il ruolo positivo di Trump) economici ed umani tedeschi, beh tutte le discussioni saranno solo pseudo discussioni. PS Copio una parte della versione di Banfi con cui d’accordo sull’essenziale: „Fa un po’ effetto pensare che la Germania oggi ha un Cancelliere in pectore che vuole stanziare 200 miliardi in armamenti: una cifra mostruosa. E l’emanazione dei popolari tedeschi a Bruxelles, Ursula von der Leyen, non sarebbe da meno. Oggi La Stampa scrive che la Commissaria ha preparato un piano di riarmo da 700 miliardi di euro che verrebbero fuori da un debito comune dei 27. Nonostante poi che sia fuori dalla Ue, anche il premier inglese Keir Starmer si butterebbe nella mischia. Ma l’euforia bellicista dei giornali italiani non può a fare a meno di registrare anche tanto scetticismo. Se c’è un’accelerazione militarista a parole, c’è poi la realtà. In Germania per rompere il tabù della corsa alle armi bisogna cambiare la regola costituzionale ed avere due terzi dei voti del Parlamento, cosa che Friedrich Merz non può ottenere se non con una improbabile forzatura sui numeri attuali del Bundestag, delegittimato dall’ultimo voto. Anche in Europa non sarà così facile varare il piano con l’elmetto. Anche perché nel frattempo il mondo sotto il nuovo ordine del MAGA si sta adeguando. Come titola oggi, non a caso, Le Figarò: Sull’Ucraina Trump impone la sua linea agli europei. (…) Intendiamoci: il Presidente Usa, al netto della fine della guerra in Ucraina, non è affatto contrario al riarmo Ue, a patto che le armi da comprare siano americane e che questo non porti la Ue fuori dal nuovo ordine mondiale Usa-Russia-Cina. Per legittimare la corsa al riarmo di Bruxelles (follemente condivisa al 100 per cento in Italia dal Pd di Elly Schlein, mentre per fortuna Giorgia Meloni è più prudente) circola una clamorosa fake svelata dal mite professor Carlo Cottarelli e dal suo osservatorio economico in Cattolica. Non è vero che „Mosca spende sulla difesa più di tutto il continente messo insieme“ (Cottarelli al Fatto)“ (Alessandro Banfi, versione odierna).
“Il tono di fondo dell'attuale dibattito tedesco segue un allarmismo inutile e sembra essere dovuto più allo spirito del tempo della politica di sicurezza e alla necessità di giustificare un aumento inappropriato del bilancio della difesa che a un'analisi obiettiva della politica di sicurezza stessa.” (Prof. Johannes Varwick, X, 26.2.25)
C’è una forma di giornalismo che tradisce di fatto un ultimo risentimento, spacciato per bontà, quello che nell’avversario vede solo ciò che è sbagliato e vergognoso, e mai, nemmeno in lontananza, il suo „momento diu verità“ (uso questa parola come l’ho imparata da Alver Metalli e Alberto Methol Ferré).
Abba nostro…
(Pomeriggio) „La vera e propria „alterità“ dell’essere è perciò non l’essenza bensì l’ente. Ciò che è specifico nella filosofia di Ulrich è la sottolineatura della sussistenza“ (Servais, in Maffei, 88). Noi invece nel modo nel quale parliamo insistiamo sempre sull’essenza delle cose, ma quest’ultima in vero è solo un’astrazione. Non esiste l’essenza dell’uomo ne di qualsiasi altra cosa di per sé, ma solo in relazione all’uomo stesso e alla cosa a cui stiamo pensando. Il dono dell’essere come amore gratuito diventa carne nella sostanza, non nell’essenza! È vero che „essere ed essenza sono da sempre già unite nell’elemento della realtà e fusi in unità persistente“ (Ulrich, in Servais 88). Il dono dell’essere si espropria negli enti, nelle sostanze e in questo ambito ha senso parlare anche dell’essenza delle cose, ma senza questo ambito l’essenza diventa sospesa al di sopra degli enti“, invece che predicarne la specificità sospende quel movimento di finitizzazione dell’essere che è il tema dell’Homo abyssus. „L’essenza riceve l’essere“, non lo produce, né lo causa, perché l’essenza ha la sua origine nell’essere, che si dona completamente come atto di amore nella piccola via degli uomini. Ma allora che senso ha parlare di un’essenza? Evitata ogni forma di „essenzialismo“ che è un’astrazione che sospende il movimento di finitizzazione dell’essere, ha senso parlare dell’essenza delle cose, perché ci ricorda un’idealità, insomma ci aiuta a non confondere la „piccola via“ con una via ordinaria nella quale si è perso il primo amore (cf la lettera alla Chiesa di Efeso, nell’Apocalisse).
(Notte) Ernst Jünger è come un amico, o forse un fratello maggiore, faccio parte di quei suoi lettori, forse pochi, ma che crescono ogni anno, è anche un maestro che mi insegna il reale, da una foglia di indivia (Cichorium endivia) all’orrore che si prova in certe occasioni o che i fratelli uomini provano in certe occasioni. Buona notte!
(Wetterzeube, il 25.2.25; 26esimo anniversario della morte di Rosi, della mamma di Konstanze) „Sto leggendo il tuo diario. In particolare la questione per cui l'esito più interessante dell'autocoscienza dell' uomo è che si rende conto di essere più di una autocoscienza. „Sum, ergo cogito“ ( oltre a un sacco di altre cose…) Ma chi è Adrian che ti scrive e a cui rispondi? Sto mandando alcuni passaggi delle tue riflessioni e del tuo dialogo al mio amico e filosofo Paolo Ravazzano che insegna ad Alessandria“ (Matteo Foppa Pedretti)
Matthias Kopp mi fa comprendere che nel rapporto tra la Chiesa di Roma e quella caldea ed assira vi è una linea che si può tirare da Leone XIII fino a Papa Francesco, che vede Roma come un partner e non come un controllore. Questa dimensione ecumenica del rapporto con le confessioni in Mesopotamia ed Irak mi interessa molto; in questo tipo di atmosfera si inserisce anche la missione teologica di Padre Paolo Dall’Oglio in Siria che apre questo atteggiamento ecumenico anche all’Islam, sebbene il rapporto con le autorità politiche fossero difficili, come lo erano al tempo di Leone XIII i rapporti con l’impero osmano. // All’inizio del XX secolo poi Roma è confrontata anche con il nazionalismo turco che distrugge paesi e uomini assiri ed armeni e che giunge fino al genocidio degli Armeni nel 1915-1918. Per annotare un associazione che mi è venuta in mente leggendo: non si deve confondere questa forma di nazionalismo fanatico ed omicida con ogni forma di senso per la propria nazione, che vuole essere „casa“ per gli uomini e non espressione di fanatismo.
A me sembra che quello che Susan Neiman nell’intervista a „Repubblica“ critica dell’ideologia woke (rifiuto di un astratto universalismo), sia probabilmente il momento di verità della stessa e ciò che difende (il liberalismo di sinistra universale) sia la secolarizzazione pericolosa del messaggio cristiano (opzione preferenziale per i poveri).
Abba nostro…
(Mattinata) Ciao Michele, ho posto la tua domanda, a riguarda della grande differenza tra est e ovest della Repubblica federale tedesca, al mio collega di economia, che mi ha risposto che l’inflazione nei nuovi Länder ha avuto un effetto più devastante che nei vecchi. Poi mi ha detto che c’è un problema di infrastrutture deboli: quando un medico va in pensione, non c’è un sostituto. Questa insicurezza economica fa si che le persone abbiano più paura degli „stranieri“, anche se ce ne sarebbero di meno. Il mio collega di storia mi ha detto che loro hanno un rapporto molto diverso con la Russia, più conciliante. Una ragazza della decima classe: la gente non è di destra, ma vuole un governo più efficace e poi l’accoglienza dei profughi ucraini sarebbe stata troppo pesante. Nel mio articolo mi ero riferito alla tavola rotonda tenuta a caldo alla sera stessa del voto, Tuo, R PS Nella mia dodicesima hanno votato quasi tutta la „sinistra“, forse anche per l’influenza social-mediale della nuova co-presidente del partito, Heidi R. Su questo ho scritto un articolo in Substack.
(Pomeriggio) “Che l’io si renda conto della sua identità, perché solo per essa gli è dato alcunché da fare” (Franke, 66). Non dico che questo problema dell’identità dell’io non sia importante, anche se in vero non vedo nulla di più triste dell’affermazione assolutizzata: „Io = io“. Balthasar mi scrisse in una sua lettera che l’incontro con il Sé (avevo usato in una mia missiva antecedente questa formula di Ernst Bloch) potrebbe essere anche l’inferno. Nel „cuore avventuroso“ di Ernst Jünger si tratta anche di un’identità dell’io come nobiltà, ma esso non si realizza in un auto-riflessione dell’io, ma in un compito, come in quel giovane soldato, con cui si chiude la prima versione del „cuore avventuroso“(1929), che poco prima della sua morte era impegnato in un compito, che serviva il bene comune dei suoi. In una lettera del 26 gennaio 1795 (Hölderlin aveva 25 anni) ad Hegel, il poeta, in questo caso nella sua veste filosofica, scriveva: “All'inizio lo sospettavo (Fichte) molto dogmatico; sembra, se posso supporre, che fosse davvero o sia ancora a un bivio - vorrebbe andare oltre il fatto della coscienza in teoria, come dimostrano molte delle sue affermazioni (...) - il suo io assoluto ( = la sostanza di Spinoza) contiene tutta la realtà; è tutto, e oltre a lui non c'è nulla; quindi non esiste alcun oggetto per questo io assoluto, perché altrimenti non sarebbe tutta la realtà in lui; una coscienza senza oggetto non è concepibile, e se io sono questo oggetto, allora sono necessariamente limitato in quanto tale, anche se solo nel tempo, quindi non in modo assoluto; quindi non è concepibile alcuna coscienza per l'io assoluto, come io assoluto non ho coscienza, in quanto tale sono (per me) nulla, quindi l'io assoluto è (per me) nulla” (Hölderlin in Franke 61-62). Nella parte citata da questa lettera non è descritto precisamente in cosa consista il bivio nel quale Fichte si troverebbe ed anche la tentazione di dogmatismo (affermare una soluzione senza pensarla; in sé in questo trovo piuttosto un problema nell’ismo che nel dogma, ma di questo un’altra volta). Mi chiedo se il problema che Hölderlin vede in Fichte non sia proprio questo volere „andare oltre il fatto della coscienza in teoria“, cioè non nell’esperienza. Per quanto riguarda il resto vedo una tentazione diabolica nel pensare un io assoluto, che abbia ingoiato tutta la realtà; una coscienza necessità un oggetto, come un io necessità un compito ed un tu. Senza tu, senza noi, senza un compito sono aperte le porte del nichilismo, espresso nella formula, se la capisco bene: „l'io assoluto è (per me) nulla“. L’essere come dono di amore gratuito offre all’io una via di uscita dall’io = io, perché siamo subito confrontati con un Tu che ci dona l’essere e con il compito che nasce da questo dono. Non so, però, cosa intenda l’ Hölderlin filosofo con la parola „Seyn“ (essere), ma comunque egli cerca l’unità a cui tutti aspiriamo, non nell’io assoluto, ma nell’essere: “Questa unità è ciò che Hölderlin chiama “essere”; non può essere pensata (perché pensare è giudicare, giudicare è distinguere); eppure non posso sottrarmene, perché, senza postulare un'unità fondante dei termini di riferimento, l'esperienza effettiva ed evidente dell'“Io sono io” - cioè l'identità dell'io - rimarrebbe inspiegabile” (Franke, 63). L’io sono io, o il cuore avventuroso o l’anima nobile postano un’unità fondante, che non è però per Hölderlin ed anche per Ulrich nell’io e neppure nel gioco dialettico con un non-io, ma per l’appunto nell’essere!
(Notte) „Per quanto riguarda le elezioni in Germania, il cancelliere Olaf Scholz ha ovviamente perso. Tuttavia, è ancora troppo presto per dire che la società tedesca stia iniziando a risvegliarsi. Dopo tutto, la maggioranza è andata al partito di Friedrich Merz, che è “cristiano” solo di nome. L'Unione Cristiano-Democratica (CDU) è una struttura politica completamente liberale, senza alcun legame reale con il cristianesimo. È globalista tanto quanto il Partito Socialdemocratico (SPD) di Scholz.
Naturalmente, il fatto che il partito Alternativa per la Germania (AfD) si sia assicurato il secondo posto, conquistando oltre il 20% dei voti, è un successo significativo. Questo partito relativamente nuovo propone tesi ragionevoli e qualsiasi accusa di nazionalismo o radicalismo di destra nei suoi confronti non è altro che una vera e propria calunnia.“ (Alexander Dugin, in Substack oggi).
Riprendo in mano il testo pro manuscriptu di Adrian, che spiega la Trinità in Gregorio di Nazianzo: „Lnn 17-30: A questo punto, Gregorio introduce i nomi biblici per i membri della triade: Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Padre è la causa non generata (e non elaborata) delle altre due persone; è il Generatore del Figlio e il Progettista dello Spirito. Questi, da parte loro, sono rispettivamente il Generato e il Proiettato. “Proiettare” - in greco “proballein” - sottolinea la qualità dinamica della spirazione attiva del Padre (un termine che Gregorio non usa qui) della terza persona. È come se lo Spirito personificasse l'impulso e la direzione della causalità paterna, il che è appropriato dato il suo ruolo di terzo in cui si ferma il moto del dono causale di sé.“ Confrontarsi con i Padri della Chiesa significa immediatamente mettersi in contatto con una „relazione“, che non nega l’identità delle singole persone, ma che non vengono pensate come io assoluti chiusi in se stessi. By the way il dogma trinitario non ha nulla a che fare con il dogmatismo temuto da Hölderlin. Nel passaggio commentato da Adrian, Gregorio si preoccupa soprattutto di rimuovere qualsiasi connotazione creaturale sia dalla causa del Padre che dall'essere causato del Figlio e dello Spirito. La prima persona, dice, causa “in modo impassibile, senza tempo e incorporeo”, mentre possiamo parlare degli altri due come causati, meglio: come generati e proiettati solo “dopo averli rimossi da tutto ciò che è visibile”. È per fedeltà a questa teologia negativa che Gregorio rifiuta la spiegazione offerta da “uno dei filosofi greci” riguardo alla produttività della “prima causa”.“ Ovviamente pensando queste cose teologiche non sarà possibile evitare ogni forma di antropomorfismo, ma sarà necessario correggerlo con una sana teologia negativa. La formula „causa in modo impassibile“ è il modo teologico in cui Gregorio pensa „il non essere causato dell’essere“ di Ulrich. Il filosofo con il quale Gregorio si confronta, dice Adrian, è probabilmente Plotino: „Secondo la lettura di Gregorio, il grande neoplatonico descrive il potere produttivo della “prima causa” (l'Uno plotiniano) come una sorta di “torrente di bontà” il cui destinatario, essendo in grado di catturare solo una parte dell'eccesso della prima, è già una “seconda causa” (il Nous plotiniano) che occupa un livello ontologico inferiore rispetto alla prima. “Per evitare questo”, Gregorio dice che... parliamo dell'Ungenerato e del Generato e di ciò che procede dal Padre, come fa Dio Logos stesso nella Scrittura. Il punto di Gregorio è che questi termini implicano una stretta coordinazione e co-inerenza di Padre, Figlio e Spirito Santo che mantiene tutte e tre le persone all'interno della prima causa, o monarchia divina, escludendo al contempo qualsiasi discrepanza in termini di tempo, spazio, rango o natura tra di loro.“ Questa coordinazione e co-inerenza trinitaria, monarchica, è la risposta alla questione dell’identità assoluta, che porrà l’idealismo secoli dopo, che non ha un senso o lo ha perduto (sebbene credo che il tardo Schelling lo sapesse), di cosa sia una „relazione di origine sussistente“. „L'affermazione che ciò che designano “Padre”, “Figlio” e “Spirito Santo” sono (per prendere in prestito un termine di Tommaso d'Aquino) relazioni di origine sussistenti. Per Gregorio, è importante aggiungere, queste relazioni di origine coincidono sostanzialmente con modi distinti, ma co-inerenti, di incarnare uno stesso e unico dono causale nella comunione. Questo è già vero per la relazione di paternità. La paternità del Padre è la stessa realtà della sua generazione: la realtà della sua generazione del Figlio mentre comunica con lo stesso Figlio come co-soggetto ricettivo dell'atto generativo.“. Insomma nella teologia cristiana non abbiamo il problema di un Io che ha bisogno di un Non-io per comprendere la propria identità: l’identità del Padre è la stessa della sua generazione del Figlio. „Per Gregorio, un'altra caratteristica problematica del resoconto plotiniano è il carattere “involontario” che Plotinus sembra attribuire alla produttività della prima causa, almeno in passaggi come quello a cui allude Gregorio. Tale involontarietà, osserva Gregorio, implica una passività che mal si accorda con la divinità. Dopotutto, generare e proiettare non sono eventi che accadono al Padre aggirando in parte o del tutto il suo coinvolgimento in essi. Piuttosto, il Padre stesso è il suo coinvolgimento in questi eventi, tanto da essere il suo dono generativo-spirituale di sé. Questa identificazione trascende ogni dicotomia tra natura e libertà: il Padre vuole essere il dono di sé che è ed è il dono di sé che vuole essere; il suo essere dono di sé e il suo dono di sé volontario sono la stessa realtà. Il Padre è l'unità sussistente di libertà, attualità e dono, insieme al Figlio e allo Spirito che personificano insieme quella stessa unità ab aeterno.
Contrariamente al quadro plotiniano, Gregorio insiste quindi sul fatto che la causalità del Padre è un dono totale di sé che assicura sia la sua comunione consustanziale con il Figlio e lo Spirito, sia il suo carattere propriamente personale. Le due realtà, comunione e personalità, vanno insieme come espressioni dello stesso essere-come-dono che il Padre è con le altre due persone divine. Non è quindi un'affermazione vuota, una frase buttata lì, quando Gregorio dice che una divinità monopersonale è in contraddizione con se stessa. Poiché dove l'essere è totalmente donazione e la donazione è totalmente essere, “persona” è necessariamente un termine di comunione. In ogni caso, designa colui che, nella sua stessa sussistenza, singolarità e spiritualità, è un modo di essere a forma triadica con altri due, e quindi di co-personificare l'intera realtà dell'essere-come-dono nella feconda solitudine della divinità. „(Adrian)“. Questo spiega proprio la differenza tra la teologia di Gregorio e l’idealismo di Fichte e forse anche del primo Schelling: una divinità monopersonale è in contraddizione con se stessa, detto con il linguaggio degli idealisti, che forse non ne vedono la contraddizione (ma credo che Hölderlin l’abbia intuita, come poeta l’ha certamente intuita): un’io assoluto è una contraddizione in se stesso. Un nulla per me dice Hölderlin. La persona è necessariamente un termine di comunione, non per caso Spaemann intitola il suo libro sul tema: „Persone“, non "Persona".
(Wetterzeube, il 24.2.25) Nel paragrafo „Roma e il superamento della bolla „Reversus“ (Matthias Kopp, 94-95) si parla di una questione che ha un valore ben più grande del tentativo stesso di Leone XIII di superare, nel rapporto con i cristiani orientali uniti a Roma, ma con diversi riti, il vicolo cieco in cui si er inoltrato Pio IX con la sua bolla iper-latina „Reversus“. Non si tratta di un non esistente liberalismo di Leo XIII, ma dell’attenzione del papa a non perseguire un trionfalismo della Chiesa romana, ma di presentare il pontefice come costruttore di ponti e non di controllore. Senza il delegato Altmayer nella regione orientale, non sarebbe stato possibile incarnare la volontà del pontefice, al quale ovviamene premeva l’unità con Roma, di rafforzare la responsabilità propria dei patriarchi caldei e siro-cattolici nella regione mesopotamica. Knopp fa luce sulle diverse bolle degli anni 94-96 nel quale Leone XIII esprime il superamento di „Reversus“. Cita in una nota anche un breve, meno ecumenico, nel regolare il rapporto con i „nestoriani“ (chiesa assira), in cui si invitava alla loro conversione. Comunque, per quanto riguarda quest’ultima, in vero noi tutti dobbiamo convertirci, secondo il Vangelo. Scrivo queste righe, in queste ore difficili per Papa Francesco, cosciente di quanto egli abbia pensato e pensi il pontificato nel senso della costruzione di ponti, anche per esempio con il suo viaggio in Irak del 2021.
„Francesco è vigile, si prosegue a somministrare ossigeno, migliorano i valori del sangue grazie alle trasfusioni, presente una iniziale e lieve insufficienza renale, oggi ha partecipato alla Messa. Dall’account @Pontifex ringrazia per le manifestazioni di affetto e vicinanza, dicendosi colpito da disegni e lettere dei bambini. Tanti quelli inviati dagli alunni delle scuole italiane. Messe e Rosari in ogni diocesi. Zuppi avvia la maratona di preghiera in Italia: "Dio gli dia forza““ (Vatican news).
Alessandro mi ha detto che ha letto da qualche parte che il BSW ha raggiunto il 5 %, (nella versione odierna con un ottimo commento sulle elezioni tedesche, conferma tra l'altro che BSW non c'è l'ha fatta; il giornalista italiano riporta anche la reazione diplomatica e strategica di Trump alle elezioni tedesche) mentre nel grafico del mattino l’ARD in Instagram gli da ancora il 4,97 %. Ieri sera ho scritto a caldo le mie impressioni sulle elezioni qui nel diario. Probabilmente Sahra Wagenknecht ha perso la fiducia di alcune persone del „centro“ che l’avevano votata alle Europee, poi ci sono certo anche persone come me che potevano votarla alle Europee, ma che come italiano residente all’estero non ha potuto votarla ieri. Ho letto in una bacheca di una persona del centro, che l’aveva votata alle Europee, che lei sarebbe una „putinista“ e per il quale motivo è contento che il BSW non sia entrato nel parlamento. La stessa persona lamenta la sconfitta dei liberali (FDP), che non hanno raggiunto il 5 %. In un altra bacheca di una persona del „centro“ ho letto questo commento, che non condivido, ma che segnalo: „Anche dopo lo shock dell'AfD: continuerò a difendere l'unione tra Est e Ovest. Ilko-Sascha Kowalczuk ha descritto il motivo. Lo shock della libertà dei tedeschi dell'Est e il loro amore per l'AfD è il trionfo tardivo del SED di Honecker. Ma il fatto che così tanti giovani in Occidente abbiano votato per la sinistra è altrettanto scioccante. L'utopia di sinistra per la pace e l'uguaglianza è sexy per chi vota per la prima volta. La CDU di Merz non lo è.“ L’ex elettore di BSW a sua volta ha replicato: „Dal 2009 Merkel ha svuotato la CDU, lei ex membro del SED {partito comunista della DDR} è la vendetta di Honecker. Merz salverà il partito, se lei glielo permetterà. Il nero-rosso non è più un Groko {una grande coalizione}“. Un terzo è intervenuto specificando che la ex cancelliera non è mai stata del SED. Segnalo questo piccolo dibattito, perché fa capire lo shock provocato dalla vittoria (raddoppiamento dei voti) della AfD, consigliata anche dal filosofo russo Alexander Dugin. Per le mie impressioni rinvio a quello che ho scritto ieri notte.
PS Ecco il commento molto attento di Alessandro Banfi nella versione odierna: „La prima notizia dei risultati elettorali tedeschi era scontata: Friedrich Merz sarà il prossimo Cancelliere tedesco. CDU e CSU hanno vinto le elezioni come primo partito, anche grazie ad una campagna elettorale anti-migranti, arrivando a votare con l’AfD in Parlamento poco prima di andare alle urne. Merz ora dovrà fare il governo con quel che resta dei socialdemocratici, che pure hanno preso una batosta senza precedenti: il cancelliere uscente Olaf Scholz è riuscito a concentrare sull’Spd tutto il malcontento e la rabbia, provocati dalla profonda crisi del Paese. La vera sfida dell’irascibile Merz (da leggere il profilo di Tonia Mastrobuoni su Repubblica) non è solo risollevare l’economia tedesca (senza liberali potrà uscire forse dall’austerità e tornare agli investimenti) ma è quella di diventare il leader dell’Europa anti-Maga. «Per me la priorità assoluta sarà raggiungere l’indipendenza dagli Stati Uniti», {questa frase l’ha detta ieri nella tavola rotonda berlinese, di cui ho parlato nelle mie impressioni a caldo; RG }ha detto infatti a caldo il futuro Cancelliere. Il suo principale nemico politico è Donald J. Trump ed è per questo che JD Vance ed Elon Musk si sono schierati con l’AfD. Ed è per questo che Paolo Valentino sul Corriere di oggi lo dipinge come il leader cui tutti noi europei dovremmo guardare per resistere al mondo ridisegnato da Washington e da Mosca.
La seconda notizia però è che „Alternative für Deutschland“ è cresciuta moltissimo: i titoli dei giornali italiani parlano di “volo”. Con oltre il 20 per cento è infatti il secondo partito tedesco. È un’affermazione che fa riflettere ancora di più perché per mesi AfD è stata presentata come partito neo nazista, da mettere fuorilegge. La terza notizia è che la sinistra di „Die Linke“, incalzata dal partito personale di estrema sinistra della ex Sahra Wagenknecht, che era dato molto alto nei sondaggi fino a qualche settimana fa e che non ha raggiunto il quorum del 5% per un soffio, ha avuto un grande successo, in rimonta, grazie alla guida di Heidi Reichinnek {lei ha un’influenza nei social è guida il partito con Jan van Haken; RG}. «Sono incredibilmente felice del nostro risultato», ha detto. La Linke ha puntato sui classici temi di sinistra abbandonati da tempo dall’Spd e in un primo tempo cavalcati dal BSW: «tassare il più possibile i miliardari», lotta al caro affitti e al caro vita, difesa del welfare e del salario minimo. La terza notizia è la soddisfazione di Donald Trump (“È un grande giorno per la Germania”, ha scritto su Truth, complimentandosi con CDU-CSU). Come interpretarla? A Washington sanno benissimo che il governo tedesco sarà il più importante supporter della Ue in funzione anti-Maga. Ma pragmaticamente The Donald incassa lo spostamento a destra dell’asse del consenso anche in Europa. Il tracollo dell’Spd e dei liberali (alla Macron, per intenderci) lo ha convinto che i popolari di Merz e Von der Leyen in prospettiva dovranno guardare sempre più a destra. E in questo gioco sappiamo che Giorgia Meloni (con sullo sfondo Le Pen e Orban) ha un possibile ruolo nel grande vuoto strategico da riempire“ (Alessandro Banfi).
Nelle elezioni della nostra scuola in Sassonia-Anhalt ci sono stati questi risultati: Die Linke 47 voti, AfD 44, CDU 25, FDP 9, SPD 7, Verdi 5. PS Ho parlato con alcuni ragazzi, in modo particolare uno della nona classe, della „Sinistra“, nella nostra scuola, che ritiene che il 20 % dei tedeschi che hanno votato „AfD“ sarebbero nazisti; diceva anche che le persone si „estremizzano“ tutte, in vero anche lui fa parte di questo „pseudo estremismo“, che in vero è solo la voce del mainstream. Tra le tante cose che diceva c’era anche la frase che la donna di Weidel (che sarebbe di sinistra e del Sri Lanka: quest’ultima cosa è vera), dovrebbe andarsene da Alice, che sosterebbe invero la necessità di respingerla in Sri Lanka… il ragazzo mi è simpatico, ma io starei molto attento ad abbassare l’asticella degli anni, con i quali è possibile notare.
Al tavolo con le ragazze e i ragazzi della mia classe (dodicesima) ho scoperto che molti hanno votato „Die Linke“. Per quanto riguarda le elezioni dei giovani in 7.000 scuole abbiamo il seguente risultato: Die Linke 25, 3 %; CDU/CSU 16, 8 %; SPD 15,5 %; AfD 14,7 %; Grüne 9,3 %; BSW e FDP 4,7 %. Nei dialoghi io non mi espongo tanto, piuttosto ascolto.
Abba nostro…
(Notte) „La Sala Stampa vaticana aggiorna sulla salute del Pontefice: nessuna nuova crisi respiratoria, ridotto lievemente il flusso di ossigeno, esami migliorati. La lieve insufficienza renale non desta preoccupazione. Francesco ha ripreso a lavorare e in serata ha chiamato la parrocchia di Gaza“ (Vatican News). - Questo contatto del Papa con la parrocchia di Gaza, anche nei giorni della sua malattia grave, simboleggia forse più di altre cose il cuore del pontefice!
Ho finito di leggere la prima versione del cuore avventuroso di Ernst Jünger (quella del 1929) ed ho cominciato la seconda versione (quella del 1938, rivista nel 1950) che comincia con la descrizione del „Lilium tigrinum“. Ma ritorniamo al finale della prima, che è alla ricerca di un eleganza e nobiltà che non vede nei nobili, ma per esempio in un giovane soldato, impegnato poco prima della sua morte in un compito troppo grande, ma che svolge con grande responsabilità. Sono questi esempi semplici, che si possono incontrare dappertutto, che permettono all’autore di non dubitare che ci siano uomini, che hanno un’anima nobile, e che per questo sono semplicemente e completamente uomini… ci sono uomini che passano attraverso la „purificazione del fuoco“, che sanno offrire la propria vita per una vita più giovane, ma anche per la patria. Oggi quando i ragazzi della mia classe mi raccontavano che hanno votato la „Sinistra“ (Die Linke) mi sono chiesto se questo è un segno che sono ancora „uomini“ che credono in qualcosa; non so, vedremo. Sono imbevuti dell’ideologia woke, di cui parla Susan Neiman in un’intervista a „Repubblica“, che mi ha inviato Alessandro; forse anche degli aspetti critici di cui parla la filosofa americana, dal piedistallo di universalismo tanto astratto quanto ignorante di vera nobiltà. Direi che la tribù è certamente meglio che gli obblighi universali liberali. Un cuore avventuroso abbisogna della sua tribù, della sua etnia, della sua gente. La cattolicità, alla quale ho dedicato un altro diario, è sempre universale e concreta, come lo è il Logos universale e concreto. Il desiderio di aiutare oppressi ed emarginati, non è solo un’idea liberale e di sinistra, è una realtà del Vangelo (cf. Lc10). L’avventura più grande è quella del lasciar andare, speriamo che il Signore sia misericordioso e non ci metta alla prova fino all’ultima fibra. Buone notte!
(Wetterzeube, il 23.2.25; settima domenica dell’Ordinario; compleanno di Ferdinand Ulrich) Adrian ha risposto al mio commento su Schelling di ieri: „This is wonderful, Roberto. A question, though: Isn't self-consciousness, for an embodied rational being, precisely also a coming to awareness of oneself as more and other than just the content of self-reflection? Spaemann points to this when he says that I'm hungry before I realise I'm hungry. A“ (È meraviglioso, Roberto.Una domanda, però: l'autocoscienza, per un essere razionale incarnato, non è forse anche una presa di coscienza di sé come qualcosa di più e di diverso dal semplice contenuto dell'autoriflessione? Spaemann lo sottolinea quando dice che ho fame prima di rendermi conto di avere fame. A.“). - Caro Adrian, questo che chiedi mi sembra essere il punto e forse è propri il punto, ma non ho finito di leggere il libro, nel quale Schelling si distingue sia da Kant ma infine anche da Fichte. Una presa di coscienza di sé come qualcosa di più e di diverso dal semplice contenuto dell’autoriflessione; all’inizio Schelling si è servito del linguaggio di Fichte, ma pian piano ha compreso, che dietro lo stesso o simile linguaggio vi era un contenuto diverso. Se Schelling dice: „Solo la realtà limitata è realtà per noi“, afferma qualcosa di molto simile a quello che dice Spaemann: solo la realtà determinata dell’avere fame è realtà per noi, e questo prima di averne coscienza; se l’aver fame dipendesse dalla coscienza dell’aver fame, per Fichte e Schelling ciò metterebbe in moto un processo all’infinito (un cattivo infinito) che dissolverebbe proprio la nostra realtà corporale! Tuo, Roberto
In Whatsapp Adrian formula alcuni pensieri sulla prosperità e sulla migrazione che mi sembrano notevoli: 1) migrazione non accade in vacuum (vuoto), ma in una storia concreta. 2) non tutti i migranti sono disperati. 3) La migrazione in America è fuori controllo, e questo anche per le decisioni dell’amministrazione uscente. 4) Ottimo sarebbe aiutare il Guatemala in Guatemala. 5) La prosperità non è una realtà statica, ma generata e quindi può anche sparire, in modo tale che ciò non aiuterebbe nessuno. 6) Aprire le frontiere in modo indiscriminato non aiuta chi ha bisogno, ma favorisce l’ideologia del rimpiazzo (R. Camus) e la Chiesa nelle sue voci pubbliche non aiuta a fare il discernimento su questo punto. 7) Non abbiamo un diritto assoluto alla prosperità, mentre gli altri devono tutti soffrire, ma dobbiamo trovare dei modi efficaci per aiutare.
"Le condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo. Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi. Gli esami del sangue odierni hanno inoltre evidenziato una piastrinopenia, associata ad un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua ad essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri. Al momento la prognosi è riservata“. (Vatican News). - PS Nella versione odierna Alessandro conferma la situazione medica critica del Papa: „Papa Francesco ha voluto che i medici riferissero senza filtri sulle sue condizioni. Così quando ieri è stata confermata la notizia di una lunga crisi respiratoria e poi di trasfusioni è stato evidente a tutti che il Pontefice sta attraversando un momento molto critico, da quando venerdì 14 febbraio è stato trasferito al Policlinico Gemelli di Roma.“
Per quanto riguarda la Germania, che oggi vota, la versione da queste informazioni. „A proposito di scelte difficili dell’Europa, oggi si vota in Germania in un momento che potrebbe essere spartiacque. I sondaggi danno in testa i popolari di CDU-CSU guidati da Friedrich Merz, l’iracondo europeo destinato ad essere il vero leader anti-Trump del nostro continente (Macron è marginale e a fine corsa, mentre Starmer è fuori dalla Ue). Merz è già pronto come Cancelliere di un governo con una Spd ridotta al 12 per cento e, se costretto dai pochi seggi, disposto anche ad imbarcare i Verdi. A quanto arriverà la AfD? Ma soprattutto riusciranno Linke e BSW a superare il quorum del 5 %? Se il colpo riuscisse a queste formazioni di protesta, per Merz la strada diventerebbe molto in salita. Come spiega bene Il Manifesto stamane.“ (Alessandro Banfi).
In Ezechiele 20, 40: „Il monte del Signore, Sion, è l’unico luogo di culto possibile in Israele“. Gesù lo conferma in Gv 4, 22, ma la sua posizione è chiara: „Credimi donna, viene l’ora in cui ne su questo monte {quello dove si trova la samaritana} né a Gerusalemme adorerete il Padre…viene l’ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità“ ( Gv 4, 21-23: 23ἀλλὰ ἔρχεται ὥρα καὶ νῦν ἐστιν, ὅτε οἱ ἀληθινοὶ προσκυνηταὶ προσκυνήσουσιν τῷ πατρὶ ἐν πνεύματι καὶ ἀληθείᾳ). Gesù lo spiega precisamente: „Dio è spirito e e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità“ (Gv 4, 24: πνεῦμα ὁ θεός, καὶ τοὺς προσκυνοῦντας αὐτὸν ἐν πνεύματι καὶ ἀληθείᾳ δεῖ προσκυνεῖν). Dio che è spirito (πνεῦμα ὁ θεός), c’è lo ha detto Papa Francesco tantissime volte: è vicinanza, tenerezza e misericordia“; questo non significa che è un Dio sdolcinato. Noi dobbiamo chiedere aiuto per i nostri abomini, ma infine anche Ezechiele sa che sapremo chi è il Signore, quando lui agirà: „per l’onore del mio nome e non secondo la vostra malvagia condotta e i vostri costumi corrotti“(Ez, 20, 44), che hanno causato tanto male nel mondo.
L’idea dei „corpi civili di pace“ (Bonacina, Moretti, Mean) cioè di non soldati a Kiev è forse un’idea geniale.
Nelle elezioni della nostra scuola in Sassonia-Anhalt ci sono stati questi risultati: Die Linke 47 voti, AfD 44, CDU 25, FDP 9, SPD 7, Verdi 5.
Abba nostro…
(Sera) Come è giusto che facciano i camminatori nel bosco (Ernst Jünger), mia moglie ed io abbiamo trascorso il pomeriggio nello spettacolare bosco nei pressi di Blankenhein e Bad Berka, in Turingia. Il paesaggio è ancora immerso nel sonno invernale, ma pian piano si sta risvegliando. Dopo cena, abbiamo letto una poesia di Hölderlin, e poi mi sono dedicato all’ascolto dei risultati delle elezioni tedesche e del dibattito tra i principali protagonisti della politica odierna. Tra loro mancava Sahra Wagenknecht, che ha rifiutato l’invito: al suo posto è intervenuta Amira Mohamed Ali.
Alla tavola rotonda di Berlino, moderata da Oliver Köhr e Bettina Schausten, erano presenti l’attuale cancelliere Olaf Scholz (SPD), il vincitore e probabile futuro cancelliere Friedrich Merz (CDU), Markus Söder (CSU), Alice Weidel (AfD), Robert Habeck (Verdi), Jan Paul van Aken (Die Linke) e il grande sconfitto Christian Lindner (FDP), che ha annunciato il suo ritiro dalla politica qualora i risultati definitivi confermassero l’attuale 4,7% del suo partito (dato delle 21:30).
La CDU/CSU ha vinto con circa il 28,8% dei voti (+4,7% rispetto alle elezioni del 2021), ma avrà difficoltà a formare un governo, che Merz vorrebbe insediare entro Pasqua. Molto dipenderà dal destino del BSW, attualmente al 4,9%: se riuscirà a superare la soglia del 5% ed entrare in Parlamento, Merz potrebbe dover formare una coalizione a tre (CDU/CSU, SPD e Verdi), mentre, se il BSW restasse fuori, potrebbe limitarsi a un’alleanza con la sola SPD, come preferirebbe.
Le vere vittorie, però, sono altre. L’AfD raddoppia i consensi e raggiunge il 20,2% (+9,8%), diventando così il secondo partito tedesco, anche se nessuno sembra disposto a coalizzarsi con esso. Ottimo risultato anche per Die Linke, che, nonostante l’addio di Sahra Wagenknecht, sale all’8,5% (+3,6%). Questo exploit è stato attribuito, in parte, alla forte presenza sui social media di Heidi Reichinnek, capace di intercettare molti giovani elettori di sinistra con un discorso infuocato contro la recente, seppur fugace, alleanza CDU/AfD sulla questione migratoria.
Riprendendo il commento di Alessandro Banfi di questa mattina, va riconosciuto che il giornalista italiano ha colto, quasi in pieno, ciò che è accaduto:
“A proposito di scelte difficili dell’Europa, oggi si vota in Germania in un momento che potrebbe essere spartiacque. I sondaggi danno in testa i popolari di CDU-CSU guidati da Friedrich Merz, l’iracondo europeo destinato a essere il vero leader anti-Trump del nostro continente (Macron è marginale e a fine corsa, mentre Starmer è fuori dalla UE). Merz è già pronto come cancelliere di un governo con una SPD ridotta al 12% e, se costretto dai pochi seggi, disposto anche ad imbarcare i Verdi. A quanto arriverà l’AfD? Ma soprattutto, riusciranno *Die Linke* e il BSW a superare il quorum del 5%? Se il colpo riuscisse a queste formazioni di protesta, per Merz la strada diventerebbe molto in salita. Come spiega bene *Il Manifesto* stamane.” (Alessandro Banfi).
La SPD, in realtà, ha ottenuto qualcosa in più del previsto 12 % (16,2%), ma con una perdita significativa (-9,5%). L’incognita principale riguardava l’AfD, il cui risultato Banfi lasciava in sospeso.
Un altro giornalista, Eugyppius, su Substack, ha usato una metafora informatica per descrivere la situazione, che avevo già ripreso nel mio diario ieri: *“Non so se il firewall reggerà ancora domani, probabilmente sì, visto che Friedrich Merz sembra avere la fiducia di almeno il 30% degli elettori.” Due giorni fa, Eugyppius scriveva:
“Il firewall manterrà la politica tedesca congelata nell'ambra ancora per qualche tempo. Tutto rimarrà come dieci anni fa sotto Angela Merkel, fino a quando questo sistema inflessibile e sclerotico non si romperà improvvisamente e scatenerà tutta l'energia potenziale che ha accumulato in una grande crisi caotica.” (Eugyppius).
Alla fine della tavola rotonda di Berlino, ho avuto l’impressione che solo Alice Weidel, che ha persino offerto simbolicamente la mano a Merz – il quale, però, l’ha rifiutata – avesse colto l’isolamento della Germania e dell’UE, la necessità di un riconoscimento multipolare dei nuovi potentati mondiali e la novità positiva che l’amministrazione Trump rappresenta per il mondo. Merz e Söder, al contrario, si sono limitati a ribadire di non voler diventare “vassalli di Putin”, liquidando l’idea euroasiatica come una “follia” – un concetto che, invece, rientra nella visione del saggio che Ernst Jünger dedicò al „nodo gordiano“ (1953).
Mi è tornato in mente che, nel 1995, l’allora cancelliere Helmut Kohl andò a rendere omaggio a Jünger in occasione del suo centesimo compleanno, nella sua casa di Wilflingen, una vecchia casa forestale restaurata nel sud della Germania. Dubito che oggi un cancelliere o un candidato vedrebbe in un simile gesto qualcosa di utile.
Certo, molti elettori sono preoccupati per il futuro della democrazia in Germania (lo sono anch’io, anche se non per le stesse ragioni del mainstream). Ma ho la sensazione che sia più vera un’altra lettura, quella proposta da *Eugyppius*:
“La politica tedesca è diventata una triste farsa, una rappresentazione ridicola che ogni giorno è sempre più imbarazzante.”
Una politica dilettante, incapace di comprendere la dimensione storica dei problemi globali, ridotta a un sentimentalismo guerriero che si autoproclama unico difensore della dignità dell’Ucraina. Alice Weidel ha cercato di spiegare tutto questo durante la tavola rotonda di Berlino di questa sera, ma è stata attaccata da Robert Habeck e, infine, anche dai due vincitori dell’Unione.
Mia moglie mi ha detto oggi che Francesco è stato il primo papa che ha conquistato il suo cuore. Che Dio ti benedica grande annunciatore della vicinanza, tenerezza e misericordia di Dio!
(Wetterzeube, il 22.2.25; Cathedra Petri; anniversario della morte di don Giussani) La nostra speranza consiste in quel ritornello di Ez 21: „ma agii diversamente per onore del mio nome“, ripetuto in modo leggermente diverso. Non so se abbiamo la forza di prendere sul serio il messaggio di Ezechiele quando ci ricorda che anche allora il popolo di Israele non gettò „via gli abomini dei propri occhi“; la potenza di questa frase, a parte ogni esegesi precisa, parla da sé e ci ricorda ciò che non possiamo, ma per lo meno possiamo sperare nell’onore del Signore. E possiamo sperare che il dono dell’essere come bontà sia „diffusivum“.
Per usare una metafora informatica: non so se il firewall reggerà ancora domani, probabilmente si, visto che Friedrich Merz sembra avere la fiducia di almeno 30 % degli elettori e al tavolo della mia dodicesima c’era chi lo difendeva. Eugyppius si è espresso così due giorni fa in Substack: „Il firewall manterrà la politica tedesca congelata nell'ambra ancora per qualche tempo. Tutto rimarrà come dieci anni fa sotto Angela Merkel, fino a quando questo sistema inflessibile e sclerotico non si romperà improvvisamente e scatenerà tutta l'energia potenziale che ha accumulato in una grande crisi caotica. E non fraintendetemi, quella crisi è in arrivo, proprio perché la demolizione controllata che sarebbe nell'interesse dei nostri governanti è anche assolutamente al di là della loro immaginazione e del loro talento. Questo potrebbe sembrare all'inizio un post pessimista, ma vi assicuro che non lo è. Sto sviluppando un cauto ottimismo quasi mio malgrado, mentre cerco di riflettere su ciò che accadrà nei prossimi mesi.“ Sempre Eugyppius commenta così il nodo del problema che sottolineo con un corsivo: „Dietro a tutti gli insinceri fact-checking {tra l’altro chi ha letto Nietzsche sa che il fact-checking è anche un’ interpretazione. RG} e all'indignazione performativa, si percepisce nei commenti mainstream tedeschi il riconoscimento più profondo che J.D. Vance era tutt'altro che in errore su molte cose nel suo storico discorso alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di venerdì scorso. Solo la verità può provocare il tipo di reazioni panico e intemperanti che hanno seguito le osservazioni di Vance. La politica tedesca è diventata una triste farsa, una rappresentazione ridicola che ogni giorno è sempre più imbarazzante. La ragione principale di questa farsa, come ha detto Vance, è la paura che la nostra classe politica nutre nei confronti del proprio popolo e la loro totale incapacità di invertire la rotta su una qualsiasi delle politiche catastrofiche a cui hanno dato il proprio nome, dalla transizione energetica all'immigrazione di massa alla guerra in Ucraina.„ Non ho la competenza per abbracciare con lo sguardo questi tre problemi: transizione energetica, immigrazione di massa e guerra in Ucraina“; nei miei diari mi sono concentrato sull’ultimo dei fattori e non ho un giudizio negativo della Merkel come ha Eugyppius ed hanno anche la AfD e BSW - tra l’altro non so se quest’ultimo entrerà domani nel parlamento o meno e non quanto sia grande, a parte tra i giovani, il successo della politica dei Linke, Heidi Reichinnek. Certo il mio cauto ottimismo sta a livello mondiale non nella sinistra, ma nell’amministrazione Trump (con Vance, Rubio, etc.), che come ha detto il prof Jeffrey Sachs sta riconoscendo e dicendo pubblicamente quello che il deep state statunitense voleva che non fosse detto e cioè che nel mondo abbiamo una multipolarità di poteri, quello che nei miei diari , seguendo Papa Francesco, ho chiamato la logica del poliedro…A me sembra che l’AfD insista troppo sulla questione dell’immigrazione di massa, senza tenere conto di quello che Papa Francesco chiama il cimitero del Mediterraneo; BSW ha una posizione più moderata su questo, ma Wagenknecht non può condividere il mio cauto ottimismo, perché non può, per la sua propria storia, avere un giudizio positivo dell’amministrazione Trump e poi in Turingia e Sassonia ha fatto troppo presto compromessi con il potere che per ora si difende con il firewall di cui sopra. Per questo motivo è possibile che essa non sia come pensa l’intelligente Aya Velázquez, la vera alternativa al partito unico (CDU/CSU, SPD, Verdi). È probabile che i passi di Trump proteggano indirettamente qui in Germania la CDU che con Merz sembra offrire una certa alternativa, perché il firewall regge, ma non contro il pericolo atomico, che per l’appunto sembra essere fermato dai passi di dialogo di Trump con Putin (Merz non ha alcun merito su questo).
PS La narrazione esattamente contraria alla mia è quella della FAZ (Andreas Ross) che invita a non fidarsi di quel „rispetto“ che Trump riconosce alla Russia (Sachse parla di un passo storico), perché Putin sarebbe l’unico aggressore. Tutti gli argomenti del Prof. Sachse non giocano alcun ruolo ed in modo particolare l’aggressività del deep state statunitense, che già partire dal 1992 voleva prendersi l’est e che nel 2014 (neutralità di Yanukovich) ha pianificato un vero e proprio intervento della politica americana in Ucraina, e poi la postazione dei missili ABM (Ant Ballistic Missile) in Europa nel 2002, così da raggiungere il territorio russo, sebbene gli USA non fossero stati provocati (intervista di Tucker Carlson) - era infatti il tempo nel quale Putin parlava nel parlamento tedesco (2001) e alla Conferenza della sicurezza a Monaco di Baviera (2007). // In genere per quanto riguarda Trump so che tantissimi sono contrari: una mia allieva della dodicesima, rispecchiando il mainstream, per esempio, lo accusa di aver forzato la comprensione antropologica solamente all’essere uomo o donna o il suo intervento in Gaza lo ha interpretato come ingerenza, etc. . // Per quanto riguarda le elezioni qui in Sassonia-Anhalt esse coinvolgono 1,7 milioni di elettori, dei quali 48.000 votano per la prima volta (MZ); da noi al momento governa una coalizione tra CDU, SPD e FDP. La MZ, con due foto fa vedere la differenza tra le elezioni oggi e quelle di 35 anni fa, nelle quali vinse Helmut Kohl con la promessa di un „mai più socialismo“; la foto di oggi rappresenta due uomini che scimiottano alcune parole politiche: „freno al prezzo della birra ora“ e „la fine della giornata deve rimanere pagabile“.
Abba nostro…
(Pomeriggio) Se si lascia per un momento quella che Balthasar chiama la „mediazione antica“ (Goethe, Hölderlin come poeta, Heidegger: percezione della figura), e ci si concentra sul problema moderno dell’io, allora la mia simpatia va certamente per Schelling e non per Descartes. Quest’ultimo pone l’io sono dipendentemente dall’io penso, mentre Schelling, seguendo Fichte, ma ancor più l’Hölderlin filosofo, pone immediatamente l’io sono in modo pre-riflessivo. Non sono certo dell’essere dell’io in forza del pensiero; Fichte qui ci vede un regredire infinito dell’autocoscienza nel legittimare l’io sono; questo cattivo infinito, però, non legittimerà mai l’io sono. Per evitare questa estensione pseudo infinita dell’autocoscienza o della soggettività trascendentale Schelling vuole pensare un io nel quale soggettivo ed oggettivo non sono divisi e che lui da giovane chiama „Io assoluto“, che però non è Dio, credo, per lo meno non è il Dio personale cristiano; comunque si può tener ferma la similitudo tra la critica alla logicizzazione dell’essere (Ulrich) e questa confutazione del modello riflessivo di certezza dell’essere, dal quale, secondo Manfred Franke, parte l’idealismo. Ad un certo punto Franke cita una frase di Schelling che mi fa credere che forse lui non intenda per nulla assolutizzare l’io nel senso che ho dapprima pensato io (su questo punto ho le idee ancora confuse): „Solo la realtà limitata è realtà per noi“; qui Schelling spiega bene cosa significa una certezza pre-riflessiva, ma devo comprendere meglio cosa intenda con l’io assoluto. Comunque possiamo chiederci quale sia la meta di queste filosofemi del giovane Schelling: „il momento massimo dell’essere è per noi transizione verso il non-essere, momento della nullificazione (Vernichtung; Ulrich se ricordo bene usa Durchnichtung e non parla di una transizione, ma del „medesimo uso di essere e „nulla“). Qui, nel momento dell’essere assoluto si uniscono la passività massima con l’attività senza limiti. Attività senza limiti è calma assoluta, epicureismo compiuto“ (Schelling, citato in Franke, 57-58). Questo permette di porre una „opposizione tra essere e riflessione“. Coscienza è relazionata sempre al limite del non-io. Ma quello che desidera Schelling è poter dire: „Io sono! Il mio io contiene un essere, che precede ogni pensiero e ogni rappresentazione“ (58) e questo essere è libero, infinito, assoluto, illimitato“ (58). E questo tipo di essere può essere solo percepito con quello che Hölderlin e Schelling chiamano „visione intellettuale“, da non confondersi con alcuna autocoscienza. È chiaro che io leggo alcune frasi come le penserebbe Ulrich, non come le legge Schelling, anche se vedo alcuni punti di vicinanza. La mia meta non è l’epicureismo compiuto, ma l’agape compiuto (che sa includere anche l’eros) come accettazione del dono dell’essere come amore gratuito. Anche per questo dono dell’essere vale che precede „ogni pensiero e ogni rappresentazione“ e che sia necessario un organo percettivo che non può essere nel concetto né la riflessione (autocoscienza), ma che potremmo chiamare „visione intellettuale“; ovviamente la differenza più grande tra Schelling ed Ulrich è che per Ulrich l’essere come dono è „semplice e completo, ma non sussistente“ (Tommaso); solo di Dio vale che è un essere libero, infinito, assoluto, illimitato. Noi siamo immagine di ciò, ma non siamo ciò. Credo che Ulrich pensi nella modalità dell’analogia dell’essere (come Przywara, Siewerth, Balthasar…), mentre il giovane Schelling in quella dell’identità…
(Sera) Mi ha commosso vedere dei bambini interpretare „Emil e i detective“; alcuni sono della nostra scuola. Si tratta per l’appunto di un Musical (“Emil und die Detektive”), libro e testi delle canzoni di Wolfgang Adenberg, musica di Marc Schubring, tratto dal romanzo di Erich Kästner; il teatro giovanile di Zeitz si chiama „Karambolage“.
(Wetterzeube, il 21.2.25) „Una vita ordinaria vissuta in modo straordinario. È stata quella di Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, i primi sposi ad essere beatificati come coppia il 21 ottobre 2001 da San Giovanni Paolo II, nel 20.mo anniversario dell’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio. La loro quotidianità di coniugi e genitori fu sempre sostenuta dalla preghiera, dalla fedeltà al Vangelo e dall’unione intima con Gesù Eucarestia.“ (Vatican news, 25.11.24) La coppia di francescani secolari (si chiamavano una volta del „Terzo ordine“), con un volto normale e avvincente, sono la prima coppia di sposi non martiri della Chiesa cattolica. „Catanese lui, fiorentina lei, si erano conosciuti a Roma nel 1902, all’età rispettivamente di 22 e 18 anni. Nella capitale italiana Luigi aveva raggiunto lo zio che lo aveva adottato e dal quale ereditò il cognome Quattrocchi: qui aveva compiuto gli studi di legge che in età matura lo porteranno alla carriera di avvocato generale dello Stato. Poco praticante, viene attirato alla fede dall’entusiasmo e dall’intelligenza di Maria, studentessa di lingue, amante dell’arte e della letteratura. Hanno entrambi caratteri forti che spesso li portano a discutere, ma capiscono presto di essere chiamati a camminare insieme. Attraverso la preghiera intuiscono ciò che poi gli anni a venire confermeranno: è Dio a volere l’innamoramento e l’attrazione provati reciprocamente, che troveranno compimento pieno nell’amore sponsale. Una fitta corrispondenza epistolare caratterizza i circa 7 mesi di fidanzamento: lettere e bigliettini dai quali traspare la stima, il rispetto, e il pudore tra i due giovani, fermamente motivati a vivere la castità prematrimoniale, ma nel contempo desiderosi di esprimersi con parole appassionate come “kiss you”, singolarmente affidate alla lingua inglese. Il 25 novembre 1905 nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore si celebra il matrimonio.“ Se penso a Konstanze e me, che non siamo santi, c’è un analogia con questo tipo di rapporto, ma anche una differenza: il nostro tempo e il luogo dove viviamo è del tutto differente. Qui non sarebbe possibile la Santa Messa ogni giorno e non credo che per esempio la confessione ogni settimana sia necessaria e buona per noi. Nella diaspora è già molto se riusciamo, oltre alla domenica, avere una Santa Messa ogni settimana; nel nostro caso il martedì (Vespri, Messa, Adorazione e pizza)Vespri, Messa, Adorazione e pizza) e questo solo perché abbiamo un parroco sensibile a questa esigenza; cosa del tutto rara. Ma credo che vi siano alcune cose da dire anche ad un altro livello: io non credo che si possa vivere da santi, ma che la santità venga donata. Ma forse su questo Maria e Luigi sarebbero d’accordo. Poi per quanto mi riguarda sono troppo carnale…troppo figlio di questa „società trasparente“ (Byung Chul-Han). Ritorniamo a Luigi e Maria: „Presto arrivano i figli: Filippo, Stefania, Cesare. Infine l’ultima gravidanza è particolarmente travagliata a causa di una placenta previa che mette a rischio la vita del feto e della madre. Gli sposi rifiutano di abortire e nel 1914 nasce Enrichetta: sarà la più longeva di tutta la famiglia. Essere genitori è una missione che Luigi e Maria portano avanti affidandosi alla Provvidenza e al sacro Cuore di Gesù: ogni giorno la partecipazione alla Messa, la recita serale del Rosario, l’adorazione notturna. La vita quotidiana dei Beltrame Quattrocchi trascorre così ed è registrata dalla penna, vivace e brillante, di Maria: dai suoi appunti nascono libri di carattere educativo, punti di riferimento ancora attuali per le famiglie. Totale la dedizione ai figli che in casa respirano un clima di fiducia e serenità: tutti e quattro decidono di abbracciare liberamente la vita religiosa, “allenati” dai genitori a valutare qualsiasi cosa “dal tetto in su”, come con simpatia amavano dire.“ Tra le analogie: abbiamo dedicato la nostra vita al cuore di Gesù e Maria nel nostro viaggio in Israele (2016) sul monte Carmelo. Konstanze ha avuto gravidanze travagliate, anche se non ha rischiato la vita…Spesso preghiamo insieme, in modo particolare nei tempi liturgici forti (Avvento, Natale, Quaresima, etc.). „Costante l’impegno sociale dei due sposi: volontari dell’Unitalsi, barelliere lui e infermiera lei, accompagnano i malati a Lourdes e Loreto. Divengono terziari francescani. Durante i due conflitti mondiali si prodigano a curare e assistere soldati e civili feriti. In costante contatto con l’Abbazia di Subiaco, salvano oltre 150 vite dalla persecuzione nazista. Assistono i terremotati. Sono impegnati nell’Azione Cattolica, nel sostegno all’Università Cattolica. Animano i gruppi del Movimento di Rinascita Cristiana. Forse per primi inaugurano i corsi per fidanzati in tempi in cui l’esigenza della preparazione al matrimonio non era minimamente avvertita. Quello di Luigi e Maria è un apostolato fecondo nella semplice testimonianza di ogni giorno, un rapporto sponsale aperto alla trascendenza della presenza di Gesù tra loro: ogni mattina “usciti di chiesa mi dava il buon-giorno, come se la giornata allora avesse il ragionevole inizio”, scrive lei nelle sue memorie.“ In analogia a ciò si trovano in Konstanze e me alcuni progetti, come quando portiamo nelle nostre ferie i giovani della nona classe a Malta, etc. Infine: „Mezzo secolo di vita insieme. Nel 1951 l’ultimo raduno di tutta la famiglia a Roma, poi a fine novembre la morte di Luigi, già fiaccato da un infarto. Il dolore della separazione è grande per Maria, ma troverà conforto nell’unione con Dio. 14 anni dopo, il 26 agosto 1965, anche per lei arriva l’ora dell’incontro con il Padre. A mezzogiorno, subito dopo la recita dell’Angelus, si spegne serenamente tra le braccia di Enrichetta. La testimonianza dei coniugi Beltrame Quattrocchi, ha affermato San Giovanni Paolo II, è “una singolare conferma che il cammino di santità compiuto insieme, come coppia, è possibile, è bello, è straordinariamente fecondo ed è fondamentale per il bene della famiglia, della Chiesa e della società” (Vatican news)…per quanto riguarda la nostra vita forse la prova più grande per ora è stata quella di lasciar andare i nostri figli, che vivono entrami lontani da noi. Poi in Ulrich vedo una grande santità proprio perché la sua famiglia non era per nulla come quella descritta qui nel calendario dei santi di Vatican News, ma lui è rimasto fedele ad essa fino a dopo la morte! VSSvpM!
Per quanto riguarda Zelensky a me non è mai piaciuto, il suo modo di comportarsi a volte l’ho sentito come del tutto insopportabile; poi la celebrazione che ne abbiamo fatto nell’Eu e qui in Germania era del tutto esagerata, tanto più che lui, come ha sempre detto Aaron Maté, era stato votato con un compito del tutto differente da quello con il quale si è imposto all’attenzione del grande teatro del mondo. In questo senso trovo del tutto giusta l’idea di elezioni in Ucraina! Aaron Maté, in riferimento al dibattito interno agli USA, si espresso ieri così in X sulla questione Ucraina: „Davvero triste. Il leader progressista e indipendente di “Our Revolution” si sta schierando con il partito unico bipartitico neocon che ha usato l'Ucraina, e decine di miliardi di dollari dei contribuenti statunitensi, per il dichiarato obiettivo di dissanguare la Russia. Bernie continua a ignorare il fatto che gli Stati Uniti hanno sabotato alternative pacifiche prima e dopo l'invasione russa. Proprio come hanno anche sabotato il programma progressista di Bernie incolpando la Russia per il 2016 e poi sostenendo che la Russia stava appoggiando Bernie nel 2020. Bernie, che ha dedicato la sua vita a molte nobili cause, ha stranamente scelto di sostenere le stesse forze che si dedicano a minarle“ (Aaron Maté). PS Aggiungo il commento odierno della redazione di „Useful idiots“ (Katie Halper e Aaron Maté): “Ogni singolo giorno perdiamo territori. Ogni singolo giorno perdiamo persone. Ogni singolo giorno i nostri bambini in Ucraina soffrono a causa di questi attacchi missilistici, attacchi con droni. E nessuno sa cosa è successo dopo.”
La dottoressa Marta Havryshko è una storica ucraina e professoressa alla Clark University. Ha visto la guerra per procura tra Stati Uniti e Russia distruggere il suo paese.
“Coloro che vogliono continuare questo disastro e questo inferno”, dice, rivolgendosi ai guerrieri per procura e a coloro che l'hanno criticata per aver cercato la pace, ”siete pronti a sacrificare la vostra vita? Siete pronti a sacrificare la vita di vostro fratello, figlio e altri cari per questa folle idea che la vittoria possa essere raggiunta?”
L'Ucraina, secondo lei, era condannata fin dall'inizio della guerra.
“La Russia è più grande, ha molte risorse e amici potenti. Non riesco nemmeno a capire chi, sano di mente, possa davvero credere che l'Ucraina possa cambiare la situazione sul fronte e riconquistare tutti quei territori”.
Marta ha visto i suoi familiari costretti a combattere e morire per questa guerra per procura. Ci mostra filmati dell'esercito ucraino che insegue e rapisce uomini come metodo di coscrizione forzata, mentre la popolazione combattente diminuisce.
“Chi riconquisterà quei territori? Molti dei miei amici, molti dei miei parenti sono nell'esercito adesso. Soffrono di pensieri che li spingono al suicidio. Soffrono di questa disperazione, frustrazione. Ma nessuno può sostituirli perché abbiamo questo problema con la mobilitazione, stiamo esaurendo la forza lavoro.”
E spiega chi gli ucraini stanno incolpando: “Ecco perché la popolarità di Zelensky è davvero bassa al giorno d'oggi. L'Ucraina sotto Zelensky non è una democrazia”.
Abba nostro…
(Sera) In un certo senso capisco che non ci si poteva fermare al dualismo di Descartes (res cogitans, res extensa), né nel dualismo kantiano di una „!critica della ragion pura“ e di una „critica della ragion pratica“. In un certo senso neppure Kant lo fa ed infatti scrive una „Critica del giudizio“, che approfondisce il bello dell’arte e la teleologia della natura. Capisco quindi che Schelling cerchi di trovare qualcosa „ che non può assolutamente essere pensato come una cosa“ (cf la citazione di Manfred Frank, 50); questo è quello che fa anche Ulrich pensando l’essere come dono di amore gratuito, che per l’appunto non è una cosa („Ding“). Probabilmente era necessario, ma anche „un senso unico“ pensare la via uscita dal dualismo pensando un „assoluto io“, che viene dapprima determinato come „qualcosa che assolutamente e mai può diventare oggetto“ (ibidem), all’infuori che questo „assoluto io“ sia Dio stesso, ma in vero la „monarchia“ di Dio (Gregorio, Adrian) non si lascia pensare come „assoluto io“; piuttosto se ci concentriamo su Dio non è tanto necessario pensare il fatto che non possa mai diventare oggetto (cosa), perché non è il suo problema; piuttosto pensare Dio significa pensare un Uno-Trino che si dona sia immanentemente che economicamente del tutto, quasi facendosi addirittura diventare un „Ding“ o essere appeso ad un „Ding“…
(Wetterzeube, il 20.2.25) Cara Johanna, ci sono miracoli, nel senso letterale del termine, lo posso testimoniare, ma il miracolo più grande, se guardo Gesù in Croce, è la sofferenza portata con fiducia in un senso ultimo che non dipende da noi. Tuo, Papi
Oggi devo correggere i compiti di religione della 12esima classe, quindi solo qualche accenno di pensiero dopo aver letto la versione di Banfi, il mio breviario laico quotidiano: 1) Anch’io ho pregato il Rosario per il Santo Padre. 2) Habermas lo aveva detto a modo suo: l’Ucraina non avrebbe dovuto vincere la guerra, ma neppure perderla. Le decisione dell’EU e di chi ha posto le sue speranze nelle sole armi ha contribuito alla probabile perdita (Cacciari a suo modo ha insistito spesso su questo punto). Rimane il fatto che l’Ucraina è un paese martoriato, ma da sempre vi è stata una sola possibilità: quella diplomatica. 3) Che i vescovi statunitensi abbiano „intentato causa alla Casa Bianca per il taglio degli UsAid“, se è vero quello che dice N.S. Lyons su questo „potentato“, allora questo mette in luce la „teologia politica“ dei vescovi statunitensi, piuttosto che essere una difesa dei poveri.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 19.2.25) Le medicine che prendo, in vero per un’infezione agli orecchi, mi permettono di dormire più a lungo, è così è più presente il mondo dei sogni, con il suo iato (Kluft) con quello giornaliero. Non sono capace, anche già solo per un motivo letterario a descrivere i sogni come fa Jünger, ma vorrei fare alcune considerazioni, per quel che mi ricordo dopo aver fatto la doccia e aperto la stalla delle galline. Il sogno aveva a che fare con il sesso, sebbene non vi sia stata alcuna scena di sesso, come le si vedono nei film del nostro tempo, tanto meno come si vedono nei porno. La cronologia era sfasata, ma in qualche modo erano presente alcune delle studentesse che ho avuto in questi ultimi due decenni, che nel mondo giornaliero non mi hanno mai sedotto. Forse su una barca una di queste si spoglia in modo tale che lo trovo eccitante e quindi facciamo un piano per stare insieme alla notte, ma lei dorme con un altra ragazza, per il qual motivo si deve preparare un altra stanza per essa, in modo che si trovi a suo agio; questa preparazione ha preso una grande parte del sogno. Per quanto riguarda l’altra stanza, dove dormivano originariamente le due ragazze che nel mondo giornaliero non si conoscono, essa non era neppure pronta, e poi mi sono accorto che i piedi del letto non avrebbero mai portato il mio peso, tanto meno in un azione sessuale di qualsiasi tipo.Poi è arrivata una lettera, che forse mia mamma ha portato nell’altra stanza, dove ormai la ragazza dormiva. E Ferdinand ci parlava della bellezza delle rocce in una passeggiata che aveva appena fatto. Nel frattempo, una terza ragazza cerca di sedurmi facendomi vedere un po’ i suoi seni e dicendomi che lei non ava mai bloccato il rapporto con me; gli ho risposto che ero stato io a farlo perché pensavo che lei fosse una meta irraggiungibile, ma mentivo. Quindi niente sesso nel sonno, in questo sogno. La realtà (la tosse di mia moglie e le difficoltà di Johanna) mi erano presenti e durante il sogno ho cercato di pregare per loro due. Ma l’atmosfera erotica del sogno era più potente. Nel mondo giornaliero, sono del tutto nella mia vita familiare incluso il mondo dei piccolini, ma è chiaro che la dimensione erotica in qualche modo è presente e questo in me che ho quasi 65 anni, figuriamoci nei colleghi giovani.
Le pensioni diventano un peso per il Land Sachsen-Anhalt. L'anno precedente sono andati in pensione più funzionari e giudici, quasi il doppio (MZ). Due i motivi: da una parte l’esercito di funzionari che sono serviti dopo l’unità tedesca va ora in pensione e poi, per trovare più insegnanti, si è dato a tutti loro il titolo di funzionario dello stato, che guadagna di più di un normale insegnante come me. Io devo sempre pensare, quando leggo queste notizie, ai miliardi che vanno per finanziare la guerra assurda contro la Russia, etc…
Credo abbia ragione il professor Sachs (citato nella versione odierna di Banfi) quando afferma che Donald Trump significa la fine del piano neo-con; è una delle prime cose che ho imparato dal filosofo californiano Adrian Walker a differenziare tra Trump e i neo-cons, che sono un fenomeno "bipartisan". Credo che sia giusto anche quello che dice sul ruolo dell'EU: "deve impegnarsi direttamente con la Russia sulle questioni di sicurezza europea."
I propositi per la sua vita di Garcia Moreno, francescano secolare e Presidente della Repubblica dell’Ecuador, assassinato nel 1875 (cf. Altmeyer, Tu sei amore, pro manuscriptu, 42-43), mi ispirano a formulare i miei, pur nella coscienza di Filippo Neri, che probabilmente non ne sarò capace: 1) Cercare di cominciare il giorno con una preghiera, almeno il segno della Croce con un Pater, Ave Maria e un Gloria, ma se è possibile con una meditazione di un testo cristiano o della Bibbia (per quanto riguarda la bibbia cercherò di leggerla ogni giorno). 2) Mi sembrerebbe di dire troppo se dicessi: „Avrò cura di rimanere nella santa Presenza di Dio“, chiedo piuttosto che Dio non mi perda di vista; l’essere vigile nelle conversazioni è un proposito grande, ma almeno tentarci; credo sia giusto „non eccedere nelle parole“, ma che sia a sua volto giusto non tirarsi troppo indietro (parlare chiaramente); chiedo un equilibrio su questo (anche nella scuola). 3) Prima di intraprendere qualcosa fare almeno un momento, o forse anche un giorno, di riflessione per chiedersi se ciò sia conciliabile con il cuore misericordioso di Dio. Leggendo l’Apocalisse con i ragazzi mi accorgo, però, che questa misericordia sa anche essere esigente. 4) Garcia Moreno, che comunque come presidente aveva un compito pubblico ben più grande del mio, conosceva meglio di me le „tentazioni“ e le confrontava con l’ora dell’agonia. Non è facile per me questo confronto, ma vorrei tenere più presente questa dimensione escatologica. 5) Compiere atti di umiltà, distinguendoli da servilismo; per me significa evitare forme di risentimento. Non parlare di se stesso per mettersi in mostra. Chiedere a Gesù e Maria di controllare la mia impazienza, cercando di essere gentile anche con persone che non mi sono simpatiche. 6) Prendere più sul serio, l’esame di coscienza serale, cosa che non mi riesce quasi mai; confessarmi regolarmente, ma non con un ritmo settimanale. 7) Evitare le chiacchiere. 8) Che il lavoro sia più importante del relax; prendere sul serio la palestra. 9) Nei miei articoli, nel mio diario, etc cercherò di chiedermi se siano o meno al servizio del bene comune, senza ridurre quest’ultimo al mainstream.
Abba nostro…
(Pomeriggio) „la monarchia {di cui avevo parlato in dialogo con Adrian} non può essere “circoscritta da una sola persona”. Perché tale circoscrizione non escluderebbe semplicemente le altre due persone dall'essere l'unico Dio e l'unico Creatore. Rivelerebbe quindi anche un'incapacità o una riluttanza da parte della prima persona a identificarsi pienamente con il ruolo di causa che si dona senza riserve e senza esitazione. Allo stesso modo, tradirebbe la sua mancanza di coerenza e risolutezza; mostrerebbe una contraddizione interna in lui, condannandolo per essere “fattivamente diviso contro se stesso”. Quando, quindi, cercavamo di spiegare la molteplicità ordinata del cosmo, dovevamo ricorrere a questo auto-antagonismo divisivo come spiegazione causale del fenomeno. Ma allora {nel caso di una divisione antagonista} saremmo costretti a dire che la molteplicità ordinata del cosmo, lungi dall'essere un bene creaturale che riflette a sua volta la bontà divina, è in realtà il risultato di un'alienazione originaria in cui l'uno “diventa molti” a causa della sua stessa divisione faziosa. Tra le tante assurdità che derivano da questa premessa c'è il fatto che implica che ciò che è divino, ciò che è metafisicamente primario, non è una monarchia, ma un'autodissoluzione poliarchica, il cui risultato non può che essere pura anarchia. “Perché”, come abbiamo già visto, ‘ciò che è . . . poliarchico è fittiziamente divisivo, e quindi anarchico e disordinato’, il che equivale a dire: sulla via del non-essere.“ (Adrian, pro manuscriptu) - Il Padre non è avaro e non è risentito, non è riluttante ma si dona completamente come causa gratuita. Questo vale sia per la Trinità in sé che nella sua relazione al mondo creato. Dio è in questo donarsi „risoluto“, non vi è in Lui alcuna contraddizione, non è diviso in se stesso. Adrian insomma pensa ad una Trinità monarchica; anche se io ho una certa simpatia per l’anarchia, rimane il fatto che il mio maestro in questo distingue tra anarca (camminatore nel bosco) e anarchico (casinista dissoluto). A differenza di Garcia Moreno io non riesco ad essere così deciso nel formulare dei propositi della mia vita, perché non so se riuscirò ad essere fedele ad essi, ma sono ovviamente contento di questa risolutezza divina di cui parla Adrian. Mi da la certezza che Uno può! E che questo Uno è Tre: „L'attività di Dio come causa monarchica delle creature dipende, rivela e comunica l'esistenza del Padre come causa donatrice di sé di “coloro che sono dall'Uno”. È importante ricordare che la causalità donatrice di sé del Padre non è imposta al Figlio e allo Spirito dall'esterno, ma li include come co-soggetti del suo svolgersi originario. Allo stesso modo, assicura che non ci sia mai stato un momento in cui abbia realizzato la monarchia da solo, mai un momento in cui tutte e tre le persone non siano riuscite a “costituirla” in “uguaglianza di natura, concordia di mente, identità di moto e una concordanza con l'uno da parte di coloro che ne fanno parte” (and a concurrence with the one on the part of those who are from it.”). La stessa natura della priorità causale e della fecondità del Padre richiede che la monarchia divina abbia sempre avuto in sé una costituzione trinitaria, pena il non essere una monarchia divina in primo luogo.“ (Adrian). Non vi è imposizione dall’esterno in Dio, perché Dio è amore! „Arriviamo così al passaggio più enigmatico delle righe che stiamo commentando: “E così da un'unità primordiale si è passati alla dualità per giungere alla trinità”(Gregorio). Alla luce di quanto detto, ciò sembra significare che la monarchia divina (“unità”) contiene una dinamica auto-comunicativa (“movimento”) che inizia senza tempo da un principio ordinatore non originato (“principio supremo”), produce senza tempo un altro (“dualità”) e altrettanto senza tempo si ferma nella produzione di un terzo (“trinità”). Come nota Massimo il Confessore in Ambiguum, 1, Gregorio non sta parlando di eventi separati che accadono in sequenza temporale, ma di un singolo evento che accade in simultaneità co-eterna. Lo stesso Gregorio lo chiarisce quando attribuisce l'identità di moto a tutte e tre le persone nella riga 12. „ (Adrian). Questa „simultaneità co-eterna“ ci fa comprendere che l’amore non è un sentimento, che sono raramente simultanei ed eterni, ma un „principio“ (ἡ ἀρχή, che significa "principio", "inizio", „origine“). „Ciò che Gregorio intende per “movimento” in questo contesto trascende quindi il movimento nel senso ordinario del termine. Per “movimento”, come lo intende qui, è l'impulso e la direzionalità della causalità intradivina, intesa, ancora una volta, come una vera e propria auto-comunicazione che rimane all'interno della monarchia. Tale movimento, come l'auto-comunicazione che esprime, è al di sopra del cambiamento, del tempo e del luogo. Ma la trascendenza di queste condizioni contribuisce a garantire sia al moto che all'autocomunicazione un'immensa vivacità simile a un evento. È come se la vivacità simile a un evento che Gregorio vede caratterizzare il cosmo in Or. 28 avesse il suo paradigma trascendente e il suo fondamento nella vita intradivina stessa.“ (Adrian) - ritengo come filosofo che sia importante prendere sul serio il nostro essere nel mondo. Ma per quanto gli avvenimenti nel mondo possano essere vivaci, possono essere anche tristi e monotoni: il movimento non movimentato divino ci da una prospettiva di vivacità eterna, nel senso dell’essere „sorpresi dalla gioia“ di C.S. Lewis. In tutto ciò noi immagine divina (Gen 1,27) troviamo un’ultima stabilitas, che non può essere costruita con le nostre forze, ma solo donata causalmente. Questa stabilitas divina non ha bisogno di noi, per questo motivo Gregorio pensa che „il moto dell'autocomunicazione intradivina si ferma nella trinità. Il dinamismo evocato dal termine “moto” va di pari passo con una stasi. Il moto e la stasi in questione sono strettamente simultanei. In effetti, sono la stessa realtà, lo stesso evento auto-comunicativo, visti da punti di vista distinti ma complementari. Un'importante implicazione di questo fatto è che l'autocomunicazione intradivina è eternamente completa ed eternamente viva nella sua completezza. La terza persona che completa la trinità è come la sintesi vivente di questo completamento e vitalità, la simultaneità personificata delle realtà trascendenti evocate dai termini “moto” e “riposo”.“ (Adrian su Gregorio, pro manuscriptu). Dio non ha bisogno quindi del mondo per essere vivace! Dio è in se stesso eternamente completo e vivo in se stesso. La creazione è manifestazione di una sovrabbondanza di completezza e vivacità, non di un bisogno. Ma prima di riflettere del mondo rimaniamo ancora all’interno della Trinità. Perché c’è bisogno di terzo? „Perché, allora, il movimento intradivino si ferma nel terzo? Un modo per rispondere a questa domanda è considerare il ruolo del terzo come mediatore tra i primi due. Gregorio evoca esplicitamente questa mediazione in Or. 31, 8. Lo Spirito, dice lì, è una sorta di medium [mesone] che ha qualcosa in comune con ciascuna delle altre due persone divine pur rimanendo distinto da entrambe. Come il Padre, lo Spirito non è generato; come il Figlio, non è privo di origine; a differenza di entrambi, procede [ekporeuetai] dal Padre.“ (Adrian) Significa ciò una negazione del „Filioque“? „Ora, torniamo per un momento alla causalità del Padre, che, per ripetere, è una questione di donazione perfetta di sé. Ma la donazione perfetta di sé da parte di uno richiede una perfetta reciprocità da parte dell'altro, mentre questa perfetta reciprocità richiede una perfetta comunanza di entrambi in una nuova, congiunta donazione di sé verso un terzo.“ Il „Filioque è salvo in questa nuova e congiunta donazione di sé verso un terzo. Ma se capisco bene Adrian è salvo anche l’ex Patre: „Le osservazioni di Gregorio sull'intermediazione dello Spirito Santo puntano nella stessa direzione: il Pneuma è il terzo che completa il modello triadico proprio della donazione causale del Padre, il legame e il frutto della donazione di sé in cui consiste la causalità paterna. È così che si rivela come co-soggetto dello sviluppo di quella causalità “dall’archetipo”.“ (Adrian). // Per quanto riguarda il rapporto con il cosmo Adrian vede nella concezione uni-trinitaria il superamento di ogni forma di „arbitrarietà“: „Non c'è nulla di arbitrario o superfluo nella tri-unità della monarchia. Al contrario, la monarchia deve essere trina se vuole essere ciò che è e vuole essere: la perfetta coincidenza dell'essere e del dono in sé. Per Gregorio, anche lo spettacolo dell'ordine cosmico indica già una tale coincidenza nel cuore della monarchia. Cos'altro, oltre all'unità dell'essere e del donare, e quindi della singolarità e della comunione, potrebbe spiegare adeguatamente “questa grande rete non creata da alcun nostro artificio”, questo cosmo i cui molteplici membri “non sono meno lodevoli nella loro relazione reciproca che nella loro rispettiva singolarità” (Or. 28, 25)? L'ordine dell'universo è creato, ma anche così riflette, come in uno specchio scuro, la qualità interiore del suo modello increato: la Trinità “unita e divisa e divisa e unita” da cui discendono ogni essere e ogni illuminazione (cfr. Or. 28, 1).“ Essere e dono non si contraddicono! Come le relazioni reciproche non contraddicono la singolarità. E questa è anche la risposta alla domanda se vi sia una contraddizione nella comprensione singolare e comunionale del mondo!
(Notte) „Forse che io ho piacere della morte del malvagio - … - o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?“ (Ez 18,23).
(Wetterzeube, il 18.2.25) Come Geremia, Ezechiele (cf. Ez 18) „sviluppa la dimensione della responsabilità personale dell’individuo riguardo al proprio destino“ (ibidem); pur pensando che vi sia anche una comunione nel peccato, rimane vero che non posso discolparmi dicendo che i miei peccati sono causati meccanicamente da mio padre. Molto interessante sono anche i tipi di peccati che elenca Ezechiele, sia di tipo sessuale (per esempio accostarsi ad una donna durante il suo periodo di impurità) che sociale (per esempio non dividere "il pane con l’affamato“)…non vi è insomma la fissazione ad un solo tipo di peccato.
Ho pensato che l’appoggio del giovane Schelling alla Rivoluzione francese in statu nascendi fosse in primo luogo ribellione contro l’insopportabile patto tra la Chiesa luterana e il potere politico che giungeva fino ad una gestione del tutto autoritaria del sistema scolastico ed universitario; domani vorrei parlare del modo autoritario di porsi della Chiesa cattolica nei confronti delle altre Chiese durante il Vaticano I (un secolo dopo Schelling; penso al rapporto di Roma nei confronti delle Chiese caldee ed armene), ma questo tema è ben più noto del primo ed io qui nelle terra di Lutero, del primo, ne vedo le conseguenze fino ad oggi… non è che la Chiesa cattolica in Germania non corra il rischio di identificarsi con il pensiero unico del mainstream, ma quella luterana, da un certo punto di vista, lo fa in modo ancora più esposto…
Dialogo con Alessandro Banfi in Substack. Credo che il Santo Padre con la sua malattia stia combattendo per quello che ha combattuto negli ultimi anni: la pace. // Il presidente della Conferenza episcopale tedesca Georg Bätzing è un disastro sia teologico che politico e sta manovrando la Chiesa in un vicolo cieco: il problema non è l'AfD, il problema è la Chiesa stessa che ha smesso di annunciare il Vangelo, per annunciare, a livello di "teologia politica", la democrazia...per questo senza Ernst Jünger e la sua riflessione sul nodo gordiano che non può essere sciolto con la spada non sopravviverei spiritualmente qui in Germania. /// Carissimo, so dei problemi della gerarchia tedesca. Penso però che sia naturale che i Vescovi siano contrari alla caccia al migrante... mi sorprenderebbe se l'accettassero. Come credo non possano accettare aborto o eutanasia che magari la sinistra difende. /// Alessandro, ma questo è proprio il problema: si può presentare l'AfD come chi caccia i migranti, ma si può entrare in dialogo con essa come con chi vuole risolvere il problema della immigrazione illegale. Questa è una questione di ermeneutica, come sto vedendo nelle classi che sono di più sotto l'influenza della AfD (per me questa ermeneutica a scuola è un problema quotidiano); e poi c'è il problema primario dell'evangelizzazione (qui da noi ci sono 2 % di cattolici), anche del 30 % che vota AfD.
„Insultare qualcuno non è un crimine e criminalizzare il linguaggio metterà a dura prova le relazioni tra Europa e Stati Uniti. È una situazione orwelliana e tutti in Europa e negli Stati Uniti devono respingere questa follia.“ (J.D. Vance, X, 17.2.25) - Il discorso di Vance ha colpito nel segno e non solo nelle persone che votano AfD. Il mio collega che vota BSW, e che fino a qualche tempo fa probabilmente aveva votato i „Linke“, ne era del tutto entusiasta e questa mattina mi ha portato un articolo (uscito nell’Open-Source della Berliner Zeitung) di un americana, Johanna Freymann, giornalista freelance, con genitori intellettuali-cristiani di Palo Alto (Standfort) e che nell’autunno scorso ha sostenuto Kamala Harris, che dice di vergognarsi dei discorsi-reazione all’intervento di JD Vance da parte dei grandi del SPD (Steinmeier, Pistorius und Scholz); in nome della democrazia attaccano un discorso democratico, senza tener conto di quanto ciò sia ridicolo visto che essi rappresentano al massimo il 14 % degli elettori, mentre i criticati, che JD Vance avrebbe sostenuto, ne rappresentano ca. il 20 % a livello nazionale e qui da noi addirittura il 30 % degli elettori. Scrive la giornalista: „Il vice presidente degli USA aveva ricordato che la libertà di esprimersi è minacciata in Germania ed in Europa - e con questa sensazione sono d’accordo tanti tedeschi“, secondo un’evaluazione di Allensbach addirittura il il 40 %. Ed anche il grande scrittore di Dresda, Uwe Tellkamp, che aveva denunciato a livello letterario il sistema della DDR nel suo romanzo „La torre“ (2008), nel suo ultimo romanzo „Il sonno negli orologi“ (2021) denuncia proprio questa mancanza di libertà di espressione nella nostra società. Con ragione la giornalista californiana, che vive a Berlino, afferma che la „lotta contro la destra“ non ha nulla a che fare con il quotidiano di una grandissima parte dei cittadini tedeschi. La presenza aggressiva dell’islamismo in Germania sarebbe per tanti cittadini tedeschi piuttosto una preoccupazione ben più grande, con il suo rifiuto dei valori della costituzione tedesca e con un antisemitismo aggressivo. Per quanto riguarda i giovani, quelli con cui io lavoro ogni giorno qui in Sassonia-Anhalt, ce ne sono tanti che votano AfD non perché siano influenzati da TikTok o dai social media, ma perché nel loro quotidiano scolastico, sono confrontati, in modo particolare nelle scuole non elitarie, come quella dove insegno io, con ideologia che non ha nulla a che fare con valori democratici, quelli a cui si è riferito JD Vance. Ed anche nella mia scuola, già tra il liceo e la scuola professionale vi sono differenze abissali nel nostro pubblico e propri i meno intellettuali sentono i nostri richiami contro il fascismo come una minaccia alla loro libertà di votare AfD. Poi per quanto riguarda BSW, la Sahra Wagenknecht con ragione ha pubblicato ieri in X il commento seguente: „700 miliardi per armamenti e armi per l’ Ucraina? Cosa dicono Scholz e Merz di questi folli piani dell'UE, che evidentemente la signora Baerbock trova fantastici? La gente ha il diritto di venire a conoscenza di questi piani segreti PRIMA DELLE ELEZIONI!“ Insomma tutto urla un bisogno di vero dialogo sui problemi che scottano. E questo senza risentimento, senza insomma quel sentimento che fa si che chi non ha il potere o lo sta perdendo si senta più che mai „logorato“ (Copyright: Giulio Andreotti).
Abba nostro…
Cara M., grazie per le tue parole; mi piaci e quindi non voglio enfatizzare troppo la mia posizione (è solo una posizione); non l'ho fatto nemmeno a colazione. Quello che scrivi suona così aggressivo e arrogante alle mie orecchie che interrompo la discussione qui. Hai detto quello che avevi da dire; io dico brevemente quello che penso, e poi è meglio lasciare le cose come stanno (intendo a questo livello politico). Ho già detto qualcosa sull'argomento nell'articolo in Substack che ho scritto stamattina (in un'ora libera). Leggo la FAZ ogni settimana, ma è, come te, solo un portavoce del mainstream, che tu confondi con i “fondamenti oggettivi”. Per fare un esempio: l'abolizione dell'USAID non ha a che fare con alcuni problemi ideologici; è la lotta contro o tra i potentati (fonte: N.S. Lyons); e per quanto riguarda l'Europa: si sta autodistruggendo. La sfida del vicepresidente degli Stati Uniti dovrebbe essere presa un po' più sul serio in Europa. Accusarlo di “distruzione delle strutture” è a dir poco sfacciato. (…)Roberto.
(Notte) In dialogo con la mia amica francescana Michele, che ora è in Cina (Pechino). Ernst Jünger pensava che l’epoca cavalleresca era da lungo terminata; l’ultima grande opera letteraria su di essa sarebbe stata, secondo il grande pensatore tedesco, „L’Orlando furioso“ di Ariosto. Ma forse si potrebbe dire in un certo senso che questa epoca finisce con san Francesco: „Francesco, a chi stai correndo dietro?…Torna ad Assisi“ (LM1,3; FF 1032, citato in M. Altmeyer, Tu sei amore, pro manuscriptu, 37). Dio chiede a Francesco, che vuole diventare cavaliere, di ritornare alla vita ordinaria, alla „piccola via“. La domanda del Signore giunge anche a noi: chi stiamo inseguendo? In questo Grande Giubileo della Speranza san Francesco ci aiuta a chiedere „la grazia delle grazie“, cioè la grazia della preghiera, così che tutto ciò che accade venga da noi percepito nell’atmosfera della preghiera. Michele ci offre anche due grandi testimoni per comprendere il primato della preghiera: 1) Ceferino Jimenez Malla. „Il primo figlio del popolo gitano ad essere beatificato“ (38). Sposato con Teresa e senza poter aver figli propri, avevano adottato una nipote. „Un uomo di pace, veniva chiamato ad arbitrare le dispute tra zingari o i conflitti interetnici“ (39). Sapeva quindi unire la preghiera alla mediazione politica. „Uomo di fede, amava l’Eucarestia e partecipava alla Messa…aveva una tenera vocazione per la Vergine…aveva vissuto i suoi ultimi anni in grande povertà“ (39). E poi era uno che confessava la sua fede a rischio di perdere, come successe, la vita: „durante la Rivoluzione spagnola nel 1936, aveva visto una folla di miliziani e militanti comunisti in strada che attaccavano un giovane sacerdote sospettato di collaborare con Franco“ (39). Ceferino aveva amici tra i comunisti, in modo particolare uno lo avrebbe aiutato ad uscire dalla prigione, nella quale era stato gettato per aver aiutato il sacerdote, se non avesse più confessato la sua fede. Non accettò ed aveva 75 anni e con gioia si è fatto piuttosto uccidere. Mi è piaciuta tanto questa figura di francescano secolare, tra politica e fede, „pacificatore“, „difensore dei poveri“, „difensore degli zingari“. 2) Angela da Foligno. „La più grande mistica francescana“ (Pio XII), che passa da una vita frivola, ad una vita consegnata a Cristo. Insomma una che non ha tenuto nulla per se stessa, per usare una formula di san Francesco (cf. Lettera a tutto l’Ordine, citata a pagina 41).
Interessante è che sia Ernst Jünger (XX secolo) che San Francesco (XII secolo) pensino che la battaglia più grande si combatte nel nostro cuore: „Come Francesco cominciate sempre da voi stessi. Siamo noi per primi la casa che Dio vuole restaurare“ (Papa Benedetto XVI, 18 Aprile 2009, alla Famiglia Francescana). E vero che io combatto tante battaglie, anche per comprendere il nostro secolo ed alle volte difendo la posizione di un potentato contro un altro, ma è pur sempre vero che non dimentico quasi mai che il primo luogo della „profezia della pace“ è il nostro cuore. Sono anche convinto che il Papa (1) nella sua malattia stia lottando in questo momento nel suo cuore, per quel tema della pace su cui ha parlato continuamente in questi due anni. Buona notte! PS Un amico che si trova a Buenos Aires ha pregato nella sua (di Bergoglio) cattedrale per lui.
(1) "Gli esami di laboratorio, la radiografia del torace e le condizioni cliniche del Santo Padre continuano a presentare un quadro complesso. L'infezione polimicrobica, insorta su un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme, e che ha richiesto l'utilizzo di terapia cortisonica antibiotica, rende il trattamento terapeutico più complesso. La tac torace di controllo alla quale il Santo Padre è stato sottoposto questo pomeriggio, prescritta dall'equipe sanitaria vaticana e da quella medica della Fondazione Policlinico 'A. Gemelli', ha dimostrato l'insorgenza di una polmonite bilaterale che ha richiesto un'ulteriore terapia farmacologica. Ciononostante Papa Francesco è di umore buono. Questa mattina ha ricevuto l’eucarestia e, nel corso della giornata, ha alternato il riposo alla preghiera e alla lettura di testi. Ringrazia per la vicinanza che sente in questo momento e chiede, con animo grato, che si continui a pregare per lui“ (Vatican news).
(Wetterzeube, il 17.2.25; anniversario del battesimo di Rosi, la mamma di Konstanze, nel 1935) Caro Renato, ho letto la lettera di Vittadini, che mi hai mandato, come avevo anche letto la lettera di Prosperi, che riferiva le parola del Papa sulla sua conferma alla guida di CL. Io sono d’’accordo con Vittadini: bisogna seguire le parole del Papa come si seguono le parole di un padre, cercando di comprenderne i motivi, ma in vero SPN mi insegna che a volte si deve seguire, anche senza comprendere i motivi; poi trovo molto bello quello che dice il Santo Padre sul pluralismo tra di noi e sul carisma di ognuno; penso che Cl sia un contributo per salvare il mondo moderno, come dice Vittadini. Detto questo tutto il dibattito di cui lui parla, qui nella diaspora per me non esiste; io non sapevo neppure che si dovessero fare delle elezioni per il presidente; non conosco nessuno candidato più vicino a Prosperi o più vicino a don Carrón; io mi sento legato ad una francescana secolare, che ora è in Cina a Pechino, perché ha accompagnato Ulrich negli ultimi giorni, mi sento legato a te, perché cerchi di entrare in dialogo con me e per il nostro amore comune per l’Armenia; ,mi sento legato ad Alessandro, che non si scandalizza per le mie posizioni politiche (del mio entusiasmo per il discorso di Vance a Monaco di Baviera…) così poco consone al mainstream ed anche anche a ciò che si dice nel Movimento; mi sento legato a Maria e Martin perché vogliono bene alla mia Johanna, ma tutto questo parlare della singolarità del carisma, mi lascia del tutto indifferente e davvero io dei „partiti“ in CL non so nulla o quasi né ne voglio sapere qualcosa. C’è una foto di don Giussani qui sul tavolo dove scrivo, e la sua idea concreta del cammino al vero come esperienza mi corrisponde, tutto il resto per me è nulla.
Tuo, Roberto
Riflettendo sul sistema giuridico nell’Impero Ottomano e sul rapporto tra le Chiese ed in modo particolare con il vescovo di Roma, che con la bolla „Reversus“ di Pio IX esprime un certo centralismo romano, nel contesto mediorientale, comprendo che le questioni strutturali della Chiesa sono tutt’altro che indifferenti, sebbene le domenicane che si occupano dell’educazione scolastica e dei bambini senza tetto, hanno per me un valore ben più grande che gli scontri tra e le mediazioni dei patriarchi con il vescovo di Roma (cf. Matthias Kopp, 84-91).In questo contesto secolare si comprende che il modo di essere papa di Francesco, che nel 2021 fece un viaggio memorabile nell’Irak, sia davvero salutare. Leone XIII mi sembra avesse già ammorbidito l’atteggiamento romano, ma è chiaro che da Leone XIII a Francesco si sono visti vescovi di Roma, con un grande senso dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso. Ai tempi dell’Impero Ottomano, verso la fine del XIX secolo il governo mussulmano stesso interviene in modo positivo negli scontri tra le Chiese; Dio si serve di tutto, anche se la stabilità istituzionale era debole, e da li a poco cominceranno grandi sofferenze per i cristiani, specialmente quelli armeni.
In Ezechiele 17 Dio si serve di Nabucodònosor, sovrano di Babilonia per i suoi piani; i tentativi solo politici di liberarsi di Nabucodònosor (alleanza con il faraone di Egitto) sono visti da Dio come tradimento dell’alleanza stessa. Ez 17, „[16] Per la mia vita, dice il Signore Dio, proprio nel paese del re che gli aveva dato il trono, di cui ha disprezzato il giuramento e infranto l'alleanza, presso di lui, morirà, in Babilonia. [17] Il faraone con le sue grandi forze e il suo ingente esercito non gli sarà di valido aiuto in guerra, quando si eleveranno terrapieni e si costruiranno baluardi per distruggere tante vite umane.“ . La nostra fiducia ultima deve essere sempre e solo in Dio: „[24] Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l'albero alto e innalzo l'albero basso; faccio seccare l'albero verde e germogliare l'albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò".
Caro Alessandro, nella versione odierna mi sembra che tieni conto di tantissimi fattori e così ci permetti di comprendere sia la sofferenza degli ucraini sia lo shock forse positivo del discorso di Vance.
Abba nostro…
(Sera) Riprendo le riflessioni trinitarie di Adrian: „possiamo dire che c'è un'altra ragione per cui il fatto che Elena sia figlia di Matteo non esaurisce ciò che è o chi è. Questa altra ragione non è dovuta principalmente alla sua fisicità e finitezza. È dovuta al fatto che, nella sua personalità e non solo nella sua natura, è a immagine divina, vale a dire: partecipa, già a livello di creazione, al Logos, al Figlio, e quindi riflette qualcosa del suo stesso modo di rispecchiare l'inesauribilità del Padre. Quindi sì, essere Causa presuppone essere più di una semplice Causa; significa riposare in se stessi, nella propria originalità. Che è ciò che viene alla luce nel causare e che viene comunicato nel causare.“ (Adrian) - questo è il modo con cui Adrian si mette in dialogo con la posizione del „non-essere-causato-dell’essere“ (Ulrich). Quel „più di una semplice causa“ è simile al „non-essere-causato-dell’essere“ (Ulrich), senza per questo rinunciare all’idea di causa stessa.
Un altro aspetto affrontato da Adrian è quello dell’essere miscuglio dell’uomo. Angelus Silesius: “Non so cosa sono, non sono ciò che so: una cosa e non una cosa, una circonferenza e un punto”. (Fa rima in tedesco). „Perché siamo così? Non è forse perché siamo un meraviglioso miscuglio di invisibile e visibile, di spirituale e animale?“ (Adrian). Oggi a scuola ho cercato di spiegare la differenza tra Eraclito e Parmenide sottolineando i due pensieri a loro legati: divenire ed essere; il primo si muove nella dimensione del nascere e morire, il secondo no. Una ragazza di origine russa ha detto che anche nel divenire vi è un momento di permanenza, che la morte non spezza. Ma a me sembra che la troppa insistenza sul divenire porti alla fine del meraviglioso miscuglio di cui parla Adrian: „In ogni caso, mi sembra che solo un'antropologia che affermi il miscuglio e entrambe le sue parti, senza ridurre l'una all'altra o separarle in modo dualistico, possa rendere giustizia al nostro status di “cosa e non cosa”. Questo è ciò che fa l'antropologia della Chiesa. Secondo Massimo il Confessore, che qui parla per una lunga tradizione precedente, l'uomo è (secondo le parole di Lars Thunberg) “microcosmo e mediatore”: una stereoscopia vivente, che unisce in modo anfibio gli estremi del creato, vale a dire: spirito e materia, ed è un legame di comunione tra il mondo e Dio e Dio e il mondo.“ (Adrian); si arriva però a Dio solo accentuando l’essere sul divenire. „Tempo ed eternità, cielo e terra, Dio e creatura.Questo è il nostro destino. Non c'è modo di evitarlo. Le persone che affermano di evitarlo, che enfatizzano unilateralmente un elemento o l'altro, formulano sempre la loro affermazione in modi che dimostrano che sono ancora sotto il suo influsso.“ (Adrian).
(Wetterzeube, il 16.2.25) Il bel fine settimana per il compleanno di Ferdinand a Monaco di Baviera si è concluso con una bella colazione, in un bar al quinto piano, davanti alla Chiesa dedicata a San Pietro, questa mattina, con Maria e Martin. Johanna aveva organizzato l’incontro con la sua madrina di battesimo.
La frase di Vance che il problema non sono la Russia e la Cina, ma siamo noi il problema corrisponde al grande lavoro che ho fatto qualche mese fa qui nel diario sul nodo gordiano di Jünger: quasi tutti, anche nella Chiesa, pensano che il vero problema sia nelle dittature dell’est, ma in vero si tratta solamente di un altro modo di gestire il potere, a volte più brutale.
De Lubac („Meditazione sulla Chiesa“), mi ricorda, in una citazione che fa il nuovo vescovo di Ivrea, mons. Salera, che non ci si salva con una via della solitudine, ma solamente nella Chiesa, ma che la Chiesa non deve essere confusa con un „raggruppamento sociale“, etc.: "“Ormai non sono più che un filosofo, cioè un uomo solo“, si narra dicesse uno sventurato sacerdote, la sera della sua apostasia, ad un visitatore che era andato a congratularsi con lui. Riflessione amara, ma quanto vera! Egli aveva abbandonato la casa, fuori della quale non ci sarà mai altro per l’uomo che esilio e solitudine. Molti non lo avvertono perché vivono ancora nell’immediato, fuori di se stessi, “barricati al mondo come le alghe sulle rocce del mare” (Clemente Alessandrino). Le preoccupazioni quotidiane li assorbono, “il limbo d’oro dell’apparenza“, stende loro davanti un velo di illusione. Oppure tentano di ingannare la loro sete cercando, per vie diverse, qualche surrogato della Chiesa. Ma chi al fondo del proprio essere sente o anche soltanto intuisce e sospetta l’Appello che l’ha destato, sa con certezza che né nell’amicizia, né nell’amore, né a maggior ragione i raggruppamenti sociali che sorreggono la sua esistenza, potranno mai placare la sua sete di comunione. Ne l’arte, né la riflessione, né la ricerca spirituale indipendente, simboli soltanto, promesse di altro ma simboli deludenti, promesse che non reggono, legami troppo astratti o troppo particolari, troppo superficiali o troppo effimeri, tanto più impotenti oggi quanto più seducenti ieri: nulla di ciò che l’uomo crea o di ciò che rimane sul piano dell’uomo potrà strappare l’uomo alla sua solitudine. La sua solitudine, anzi, si accrescerà sempre più man mano che egli scopre se stesso perché essa non è altro che il contrario della comunione alla quale egli è chiamato, ne ha l’ampiezza e la profondità. Dio non ci ha creati “perché dimorassimo nei confini della natura”, né perché vivessimo una vicenda solitaria; ci ha creati per essere introdotti insieme in seno alla sua Vita trinitaria. Gesù Cristo si è offerto in sacrificio perché noi non formassimo più che una sola cosa in questa unità delle persone divine. Questa deve essere la ricapitolazione, la rigenerazione e la consumazione di tutto; e tutto ciò che ci allontana da questa mèta finale è un richiamo ingannatore. Ora c’è un luogo in cui, fin da quaggiù, incomincia questa riunione di tutti nella Trinità. C’è una “famiglia di Dio”, misteriosa estensione della Trinità nel tempo, che non soltanto ci prepara a questa vita unitiva e ce ne dà la sicura garanzia, ma ce ne fa già partecipi. Unica società pienamente aperta, essa è la sola che sia all’altezza della nostra intima aspirazione e nella quale noi possiamo attingere finalmente tutte le nostre dimensioni. De unitate Patris et Filii et Spiritus Sancti plebs adunata (Cipriano): tale è la Chiesa. Essa è “piena della Trinità” (Origene)". - Ed anche il „camminatore nel bosco“ alla fine giunge ad essa!
È chiaro che Matt Taibbi inviti tutti a leggere il discorso di Vance! Ed è chiaro che il „partito unico“ (CDU, SPD, Verdi) trovi questo discorso come motivo di divisione. Su questo due righe che ho scritto ad Alessandro: „Quando Habeck (Verdi) dice che il discorso di Vance fa vedere che non abbiamo più valori in comune, devo dire che io i valori li ho quasi tutti in comune con Vance, non con Habeck; l’unica cosa che mi distingue da Vance è che io ritengo sia importante non solo sconfiggere l’ immigrazione illegale, ma anche che non muoiano bambini e mamme attraversando il Mar Mediterraneo. Il “partito unico “ (CdU, SPD e Verdi) ha reagito all’unisono.
Abba nostro…
(Notte) „Un aspetto di questo mistero: il Padre non è assorbito nella sua relazione con il Figlio (e lo Spirito), ma non riserva alcuna “parte” di sé per qualcos'altro. È al di là di qualsiasi dialettica tra essere in comunione e indipendenza.“ (Adrian, pro manuscriptu). Quando si parla del Padre si parla del Mistero, ma possiamo come teologi avvicinarsi a questo mistero con discrezione e imparando qualcosa per il nostro essere uomini, che hanno bisogno davvero di una posizione non dialettica tra „essere in comunione e indipendenza“; questo aspetto permette anche di approfondire la citazione di de Lubac sulla Chiesa di oggi pomeriggio. L’altro giorno avevo mandato qualche riga sul „non essere causato dell’essere“ (Ulrich) ad Adrian, che mi ha mandato, come risposta, alcuni appunti nel quale approfondisce questo tema: „Non è che il Figlio e lo Spirito abbiano la proprietà personale del Padre. È che il Padre è in grado di condividere l'unità di indipendenza e comunione che ha e attiva come causa, ma in modo tale che gli altri due abbiano quell'unità, non come causa, non come Padre, ma come se stessi.“. Da una parte è innegabile ciò che Adrian scrive in riferimento di Gregorio e Giovanni: „Gregorio riprende il detto di Giovanni: “Il Padre è più grande di me”. Non lo considera in contraddizione con la co-uguaglianza del Figlio. Forse Gregorio direbbe ciò che mi sta venendo in mente ora grazie alla nostra conversazione {con un suo amico}: che il Padre è più grande come Causa, che c'è un “di più”, è ciò che gli permette di dare co-uguaglianza, “spazio”, “respiro” agli altri.“; questo è vero, ma è anche vero che nel rapporto con il Figlio e con lo Spirito Santo è in gioco la libertà, essi sono loro stessi e non „causati“ dal Padre. Per quanto riguarda le tre sostanze ciò significa: „È quasi come se la natura fosse un “essere più grande di se stesso”, un'iperousia che, in quanto tale, può sussistere solo in una triade di ipostasi consustanziali.“ - Per ritornare a terra: „Il fatto che Elena sia figlia di Matteo non esaurisce ciò che è. Non esaurisce nemmeno chi è.“ Cioè l’essere causata da Matteo non esaurisce ciò che è. Questo aspetto lo approfondisco domani. Buona notte!
„Uno dei punti di forza del libro (Daria Dugina, Una teoria dell’Europa) è la spiegazione di come la Nuova Destra trascenda le categorie politiche tradizionali. Dugina spiega come il movimento combini le critiche sia al capitalismo che al comunismo, attingendo a pensatori di tutto lo spettro politico: ‚La Nuova Destra afferma che è necessario liberarsi di questo mito, di questa ideologia dell'egualitarismo, perché l'egualitarismo porta a disuguaglianze e squilibri ancora maggiori… La Nuova Destra rifiuta sia il liberalismo che il marxismo. Dal loro punto di vista, il liberalismo e il marxismo sono poli opposti dello stesso sistema di valori economici.“ (Alexander Dugin) - questo punto insieme a quello di un’Europa dei popoli e non degli individui mi sembra essere molto interessante della filosofa russa, uccisa in un attentato a Mosca nell’agosto del 2022.
(Monaco di Baviera, Leonardo Hotel, il 15.2.25; 27esimo compleanno di Ferdinand) Sulla discussione di ieri sera. Mia moglie stamattina mi ha detto che un’argomentazione mia di ieri alla cena non era del tutto certa; sembra ragionevole dire, come ho fatto io richiamandomi ad una fonte di uno specialista in materia, che Putin per ora, a parte nell’Ucraina stessa, ha agito in modo molto attento e senza esagerare, per il qual motivo è improbabile che, come ho sostenuto, voglia aggredire l’Europa. Konstanze ha precisato che c’è anche il caso Nero, che comincia con una certa liberalità (per quanto riguarda Putin si può ricordare che è stato nel parlamento tedesco nel 2001 e qui a Monaco alla Conferenza per la sicurezza nel 2007) e finisce come un dittatore folle e poi a livello metodologico bisogna precisare che se un esperto sostiene una certa tesi, se ne trova un altro che ne sostiene un altra, e che entrambe sembrano essere, a chi esperto non è, del tutto plausibili, sebbene spesso si è trovato un errore iniziale della catena argomentativa, che ha messo in crisi l’argomentazione stessa.
Io credo che l’errore più grave, come ho imparato da Ernst Jünger e Max Scheler, si insinua nel nostro cuore: la guerra più terribile, quella del risentimento, accade nel nostro cuore e una discussione come quella di ieri deve tenere conto della dimensione emozionale di tutti i partecipanti, anche di coloro che hanno un certa idea, anche se hanno letto di meno sull’argomento, che nasce da una certa intuizione, di cui tutti noi abbiamo bisogno, specifica Hannah Arendt, quando ascoltiamo due esperti. In fondo una tale discussione dovrebbe essere vista come un gioco, e un gioco è qualcosa di serio, ma pur sempre „solo“ un gioco.
Qualcosa di simile vale anche se si confrontano i due discorsi, quello del presidente italiano Mattarella a Madrid e quello del vice presidente degli USA, J.D. Vance, qui a Monaco di Baviera. A me sembra che quello di Mattarella contro i dittatori sia debole, e quella di Vance sulle pecche della nostra democrazia sia forte, per tutto ciò che ho detto nel diario sul nodo gordiano in dialogo con Ernst Jünger alcuni mesi fa; detto questo, però, entrambi i discorsi sostengono una certa visione del mondo ed una certa esperienza politica che deve essere rispettata e di cui si deve tentare di individuare il momento di verità, come ho imparato da Alberto Methol Ferré.
In Ezechiele 16, 44-51 il profeta sostiene che „i crimini di Gerusalemme sono più grandi di quelli di Sódoma e Samaria“. In cosa vede il profeta la differenza? Anche Sódoma e Samaria „erano piene di superbia, ingordigia, ozio indolente. Non stesero però la mano contro il povero e l’indigente“ (Ez 16, 49): questo criterio è quello che dovremmo usare per giudicare oggi e dobbiamo farlo a partire dal nostro cuore, non da un’analisi politica…
Abba nostro…
(Notte) Il compleanno di Ferdinand è trascorso con alcune novità grandi; in primo luogo la gravidanza di Johanna, appena cominciata, quindi lo scrivo per affidare questa notizia alla Madonna di Altötting e alle preghiere dei lettori di queste righe, non per comunicarla ad alta voce. Poi abbiamo conosciuto Nadia, la ragazza persiana iraniana (credo nel dialetto „farsi“) di Ferdinand, mi sembra che siano su una buona via. Oggi abbiamo conosciuto anche un altro amico di Ferdinand, Jasper, che studia filosofia ed ingegneria. E Lea, psicologa, che studia ad Amsterdam. Con Jasper abbiamo visitato la galleria „Lenbachhaus“, che raccoglie tante opere del movimento artistico „Der blaue Reiter“ (August Macke, Wassily Kandinsky, Gabriele Münter, Paul Klee: sie le mie foto in Instagram e Facebook). Mi sono particolarmente piaciuti: il giardino zoologico di August Macke, di cui abbiamo comprato una stampa, e nel quale sono raffigurati uomini allineati e animali, in primo piano un pappagallo, che vivono la molteplicità come dono e colore. A me è piaciuto molto anche un quadro di Gabriele Münter, che rappresenta un uomo ed una donna seduti al tavolo: probabilmente parlano insieme, la donna è molto attenta e seduta nella parte anteriore della sedia; mi è piaciuta molto la dinamicità quotidiana del quadro. Poi la Città R di Paul Klee, nel quale in modo astratto è dipinta una città riprendendo il motivo della lettera „R“. A David è piaciuta molto una tigre di Franz Marcs, loro che hanno un gatto a casa, e così hanno comprato una stampa di questo quadro, mi ha spiegato Johanna. La galleria ospitava anche il famosissimo, a livello mondiale, „cavallo blue“ di Franz Marc. L’idea di Kandinsky che la realtà è superflua, per esprimere il lavoro dello spirito, è interessante, ma io sono d’accordo con Schelling: „la corporalità è la meta delle vie di Dio“ (citazione in Manfred Frank, „Un introduzione alla filosofia di Schelling“).
Nadia e Ferdinand
Konstanze, Johanna e David
Il giardino geologico
A proposito di uomini allineati: le reazioni dei politici mainstream al discorso di Vance fanno vedere che Vance ha messo il dito nella ferita o se volete che ha colto nel segno.
Purtroppo la ragazza dodicenne e la mamma ferite gravemente nell’attacco terroristico dell’altro giorno sono morte! RIP / Il Santo Padre è al Gemelli: che Dio lo benedica!
(Droyssig, il 14.2.25; San Valentino) „Oggi {ieri} alle 10:30 vicino a Stiglmaierplatz a Monaco di Baviera, non lontano dal mio vecchio appartamento, un richiedente asilo di 26 anni in Germania di nome Farhad Noori1, ha guidato la sua Mini Cooper contro il retro di una manifestazione sindacale Verdi. Ha eluso la scorta di polizia dei manifestanti e investito 28 persone, prima che gli agenti aprissero il fuoco e riuscissero a sottometterlo. Due delle vittime di Noori, una madre e suo figlio, sono finiti sotto la sua auto. Il bambino è stato rianimato sul posto dai soccorritori e non è certo se sopravviverà.“ (Eugyppius, Substack). Da questo scrittore ho l’informazione che fino ad ora ci sono stati 12 morti e 343 feriti in casi simili a questo. Ho scirtto a Gigi, che dice di non avere una soluzione a riguardo dell’integrazione, in Facebook: „Neppure io ho soluzioni; e non ritengo che la chiusura dei confini sia una soluzione, solo che capisco cosa accade nella testa di tante persone qui da noi dopo Magdeburg, Aschaffenburg e ieri Monaco di Baviera a due passi da dove abita mio figlio; noi uomini abbiamo bisogno di una "casa" e questo bisogno non può e non deve essere ignorato. Uno dei santi che io amo di più e Charles de Jesus, il fratello universale, che passava notte intere davanti al Santissimo Logos universale e concreto dai Tuareg; è bene che ci siano questi uomini, ma non è realistico pensare che tutti siano così coraggiosi. Lo sarò io? Lo sarò io se mio figlio morisse in un attentato del genere di quello di ieri a Monaco di Baviera? Vedremo! Anzi speriamo di non vederlo!!!
Per quanto riguarda la questione della „casa“, su questo punto ha ragione N.S. Lyons (ed anche Trump), ma la questione degli „dei forti“ a me questa „retorica“ non dice nulla; come non mi diceva nulla l’“ontologia di debole“ di Vattimo, che by the way ho scoperto l’altro giorno che è morto già da due anni (RIP). C’è solo un Dio forte, che rivela la sua forza nella debolezza della Croce e della discesa all’inferno!
Abba nostro…
(Monaco di Baviera, Leonardo Hotel) Il padre Giuseppe Mattei parla della tentazione di pervertire la parola di Dio in qualcosa di noto e attribuisce questo pensiero a Nietzsche (Dono e perdono, 32) - questa mattina ho ripreso la parabola del buon samaritano (Lc 10) nella mia classe con più risonanza della AfD; è sempre una grande sfida non leggere un tale testo come qualcosa di noto ed anche in dialogo con il contesto storico di una certa classe scolastica…
Johanna, Ferdinand, Maxi (uno studente di medicina nel settimo semestre, amico di Ferdinand), Konstanze ed io abbiamo mangiato insieme in un ristorante asiatico; si è svolto un bel discorso, nel quale tutti i partecipanti hanno potuto esprimere ciò che pensano o provano, nella coscienza che per quanto serio, un discorso rimane pur sempre un „gioco“ (Hugo Rahner aveva scritto pagine molto belle sulla natura del gioco, che sa unire serietà e letizia); Maxi tra l’altro, qualche ora prima, aveva visto a 10 metri di distanza J. D. Vance con la sua famiglia.
Karsten, un collega, mi ha scritto per Whatsapp che avrei dovuto ascoltare il discorso di Vance alla Conferenza per la sicurezza qui a Monaco; mi ha colpito molto in particolare la frase che il pericolo per la democrazia non viene dal di fuori (Russia, Cina…) ma dal nostra perdita di senso democratico: quando viene arrestato o si fa pagare una multa salata ad una persona che prega in silenzio vicino ad un clinica dell’aborto, quando si escludono a priori dal discorso politico persone che raggiungono in certe regioni quasi il 30% dei voti, quando non si permette una critica come quella di Musk (dopo che per anni abbiamo accettato che la Thunberg intervenisse su ogni tema politico), quando si sottovaluta il problema della migrazione illegale, quando si censurano le opinioni che non corrispondono al mainstream, bene allora la democrazia è davvero malata al suo interno. Alla fine del discorso ha citato san Giovanni Paolo II, se mi ricordo bene su quel suo invito a non avere paura…Certo altri temi, in questo discorso tenuto senza leggere una riga, non sono stati trattati: la democrazia o se si vuole la nostra umanità è in pericolo anche quando si lasciano morire persone nel Mediterraneo, ma tutto sommato il vice presidente americano, sul quale avevo scritto ieri un articolo nel mio portale in Substack, ha tenuto un discorso davvero coraggioso!
Rainer mi ha mandato informazioni sul favoloso lago siberiano Baikal, il più profondo del mondo.
(Wetterzeube, il 13.2.25) Grazie a Dio questa notte sono riuscito a dormire bene, così che c’era spazio anche per un sogno, riguardante cinque scolari ribelli, uno particolarmente aggressivo, ma anche lui non totalmente perso.
Pierre Alexandre Coupperie e Laurent Trioche. Questi due vescovi latini di Bagdad mi hanno davvero impressionato. In forza di un Breve di Urbano VIII potevano essere vescovi di Bagdad solo dei francesi e così negli anni 1773 fino al 1820, gli anni della Rivoluzione francese, la sede di Bagdad restò vacante. Nel 1820 viene eletto Pierre Alexandre e dopo la sua morte a causa della peste, dopo una breve interruzione di tre anni, il suo segretario Laurent nel 1837. Entrambi conoscono la regione molto bene e non fanno parte di quei vescovi che erano interessati solo al titolo, ma che non hanno mai o per brevissimo tempo messo un piede in essa. Mi impressiona il lavoro vocazionale, spirituale, pastorale, diplomatico ed ecumenico, di mediazione tra due linee dei vescovi caldei. Ed anche un attenzione spirituale ed economica per i poveri. In questa fase l’impero osmano permette ed aiuta la presenza della Chiesa latina. Nel vecchio mondo la Chiesa perde il suo potere, ma in questa parte del mondo - l’Irak - nel quale non aveva un grande potere, fa un lavoro di presenza cristiana, che secondo me ha un significato per tutta la Chiesa. Un attenzione a piccole comunità cristiane!
Rinvio a ciò che ho scritto ieri pomeriggio sulla polemica Vance/Vaticano. Certamente fa bene il Santo Padre ha sottolineare l’importanza della „profezia della migrazione“, ma devo dire che quel termine „deportazione di massa“, presente anche nella lettera scritta ai vescovi americani dal Papa, non mi piace, perché mi fa venire in mente eventi come la deportazione degli ebrei ad Auschwitz e questa associazione probabilmente è falsa! E non tiene conto di quello che molte persone negli USA ritengono e giudicano come la situazione catastrofale dell’immigrazione illegale, che sotto l’amministrazione Biden è diventata „senza controllo“. Questo è il motivo per cui ritengo che una polemica unilaterale contro Vance sia sbagliata. Poi per quanto riguarda la vescovo Budde, presentata come precursore della lettera di Roma, bisogna decidersi: o davvero si pensa che la posizione del Papa sia „impopolare“, come ha detto Alessandro Banfi ieri, allora bisogna separare la lettera vaticana da quell’intervento della vescovo oppure non è impopolare, perché anzi, anche se ora dimenticato, perché tutto gli eventi mediali hanno vita breve, quello dalla Budde è stato un successo mediale!
„Ho le mie critiche nei confronti di Tulsi Gabbard, soprattutto per aver abbandonato una posizione relativamente (per gli standard del Partito Democratico) decente su Israele-Palestina per unirsi al campo di Trump. Eppure ha anche preso posizioni coraggiose e solitarie e le ha sostenute: sfidando il pregiudizio del Partito Democratico contro Bernie; la sporca guerra della CIA in Siria; l'insabbiamento dell'OPCW a Douma; le sanzioni omicide sul Sud del mondo; e la guerra per procura in Ucraina.
A causa di queste posizioni, è stata diffamata come una spia russa dall'élite del Partito Democratico e dai loro stenografi dei media. Dopo anni di maliziosi sforzi per sabotare la sua carriera, è storico che ora supervisionerà la stessa comunità di intelligence che lei, più di qualsiasi altra figura politica statunitense di spicco nella memoria recente, ha coraggiosamente messo in discussione.
Nel suo breve discorso di oggi, ha attinto alla sua esperienza di combattente per difendere la pace e descrivere la guerra come l'ultima risorsa, che spero definirà il suo mandato. Spero anche che Hillary Clinton e tutti gli altri guerrafondai che hanno cercato di distruggere la carriera di Gabbard con bugie neo-mccarthiste stessero prestando attenzione.“ (Aaron Maté, X, 13.2.25)
La telefonata di 90 minuti tra Trump e Putin (Fonte mia: Berliner Zeitung), che riprende anche in prima pagina Alessandro Banfi, è in primo luogo una buona notizia. Che si tratta del diritto dei forti è la scoperta dell’acqua calda nel XXI secolo. Il vero problema è come mai l’EU non faccia parte di questi forti!
Abba nostro…
(Pomeriggio) Ritengo che la visita di Alice Weidel in Ungheria dal presidente Orban (cf. Nicolas Butylin; Daniel Cremer nella „Berliner Zeitung“) sia una notizia importante non tanto per la frase che l’Ungheria sarebbe „il baluardo contro l’immigrazione illegale“, ma perché in questo modo l’AfD deve orientarsi anche più chiaramente al lavoro di diplomazia della pace del presidente ungherese. Per quanto riguarda poi l’immigrazione illegale questo tema non può essere politicamente sottovalutato; ogni politico che ama il proprio paese non potrà che orientarsi a quella logica della lontananza e della vicinanza che è propria al modo di pensare dell’uomo stesso (come ho imparato da Robert Spaemann); il che non significa che non possa o debba diventarmi anche vicino ciò che è lontano (cf. Lc 10,25-37) , ma prima facie non potrò far altro che pensare in forza del fatto che alcune cose e persone mi sono più vicine di altre (questa era l’idea al quale si riferiva J.D. Vance richiamandosi a Tommaso d’Aquino). Il sacerdote e il levita della parabola del buon samaritano non peccano perché agiscono secondo questa logica, ma perché l’assolutizzano, senza guardare quell’uomo concreto, il nome del quale è scritto nel cuore di Dio (cf. Francesco di Sales, citato in „Dilexit nos“, 114-118).
Donald Trump secondo N.S.Lyons. „Le prime settimane della seconda amministrazione Trump sono state un viaggio selvaggio. Come molti, sono rimasto sbalordito dalla velocità e dalla portata della guerra lampo che Trump e il suo team hanno scatenato contro lo stato manageriale permanente a Washington…Con la sua energia del tipo “puoi semplicemente fare le cose”, Trump 2.0 sembra essere la prima amministrazione che prende sul serio le richieste democratiche di un vero cambiamento nella governance americana dai tempi di Roosevelt…C'è una citazione del 2018 del defunto Henry Kissinger che è circolata di recente, in cui rifletteva sul fatto che “Trump potrebbe essere una di quelle figure storiche che appaiono di tanto in tanto per segnare la fine di un'era e costringerla a rinunciare alle sue vecchie pretese”…Sulla scia degli orrori inflitti dalla seconda guerra mondiale, le classi dirigenti di America ed Europa hanno comprensibilmente fatto del “mai più” il fulcro del loro universo ideologico. Hanno deciso collettivamente che fascismo, guerra e genocidio non dovranno mai più minacciare l'umanità. Ma questa risoluzione, per quanto ragionevole e ben intenzionata all'epoca, divenne presto un'ossessione totalizzante di negazione…Ora il potere unificante degli dei potenti veniva visto come pericoloso, una fonte infernale di fanatismo, oppressione, odio e violenza. I legami significativi di fede, famiglia e soprattutto nazione erano ora visti come sospetti, come tentazioni allarmanti e retrograde al fascismo. Adorno, che per decenni ha dato l'impostazione alla psicologia e alla politica educativa americana del dopoguerra, ha classificato le naturali lealtà verso la famiglia e la nazione come i tratti distintivi di una latente “personalità autoritaria” che spingeva l'uomo comune alla xenofobia e al culto del führer. Popper, nel suo libro del 1945, di enorme influenza, La società aperta e i suoi nemici, denunciò completamente l'idea di comunità nazionale, etichettandola come disastrosa “propaganda antiumanitaria” e diffamando chiunque osasse considerare speciale la propria patria e la propria storia come un pericoloso “razzista”. Per tali intellettuali, qualsiasi pretesa definitiva di autorità o gerarchia, sia tra gli uomini, sia tra le morali, sia tra le verità metafisiche, sembrava rappresentare una minaccia mortale alla pace sulla terra. Come cataloga in dettaglio Reno, i nuovi approcci all'istruzione, alla psicologia e alla gestione cercarono di relativizzare le verità, elevare il “pensiero critico” al di sopra del carattere, diffamare le lealtà collettive, mettere in dubbio le gerarchie, abbattere tutti i confini e le frontiere e liberare gli individui dalla “repressione” di tutti i doveri morali e relazionali. L'aspirazione a un vago umanesimo universale divenne presto l'unico bene superiore per il quale era socialmente accettabile mirare oltre la pura crescita economica. L'antifascismo del XX secolo si trasformò in una grande crociata, caratterizzata, ironia della sorte, da un ardente zelo e da una feroce intolleranza. Facendo del “mai più” la sua priorità assoluta, l'ideologia della società aperta ha posto al centro un summum malum (il male più grande) piuttosto che un summum bonum (il bene più grande). La singolare figura di Hitler non si è limitata a insinuarsi nella mente del XX secolo; ha dominato il suo subconscio, diventando una sorta di Satana laico, minacciando per sempre di tentare l'umanità con nuove malvagità. Questa “seconda carriera di Adolf Hitler”, come la chiama scherzosamente Renaud Camus, ha fornito la raison d'etre para-religiosa per il consenso della società aperta e l'intero ordine liberale del dopoguerra: impedire la resurrezione del non-morto Führer…Nel frattempo, lo sviluppo del consenso della società aperta è andato di pari passo con la crescita universale dello stato manageriale e la sua occlusione dell'autogoverno democratico. C'era un collegamento molto diretto e deliberato. Come notò Carl Schmitt all'inizio del XX secolo, un “impulso elementare” del liberalismo è la “neutralizzazione” e la “depoliticizzazione” della politica, ovvero il tentativo di rimuovere ogni contesa fondamentale dalla politica per paura del conflitto, riducendo la “politica” a mera amministrazione manageriale. Questa asportazione del politico dalla politica era al centro degli obiettivi strutturali del progetto del dopoguerra. Proprio come aveva previsto Schmitt, l'obiettivo divenne quello di raggiungere la pace perpetua attraverso un'“era della tecnicità”, in cui la politica sarebbe stata ridotta ai movimenti più sicuri e prevedibili di una macchina attraverso l'empowerment di meccanismi apparentemente neutrali come i processi burocratici, le sentenze legali e le commissioni tecnocratiche di esperti…Da qui la grande espansione dei nostri moderni regimi manageriali, compreso il “deep state” americano che l'amministrazione Trump e Elon Musk stanno ora cercando di smantellare. Caratterizzati da vasti stati amministrativi permanenti di burocrazie irresponsabili, tali regimi sono gestiti da una classe elitaria oligarchica di tecnocrati istruiti in ingegneria sociale, dissimulazione, falsa compassione, manipolazione di processi presumibilmente neutrali e un ethos litigioso di elusione (avoidance) del rischio. Anche la gestione ossessiva dell'opinione pubblica attraverso la propaganda e la censura è diventata una priorità fondamentale in tali regimi, con l'obiettivo sia di limitare i risultati democratici (per difendere la “democrazia” dalle masse) sia di sopprimere in generale una seria discussione pubblica su questioni politiche controverse ma fondamentali (come le politiche di migrazione di massa) nel tentativo di prevenire conflitti civili…Mary Harrington ha recentemente osservato che la rivoluzione trumpiana sembra tanto archetipica quanto politica, notando che la risposta generalmente “esultante degli uomini al recente lavoro di Elon Musk e della sua ‘banda’ di giovani tecnici” nello smantellare la burocrazia radicata è un riflesso di ciò che può essere “inteso archetipicamente come [il loro] combattere contro un nemico vasto e miasmatico il cui scopo è la distruzione dell'eroismo maschile in quanto tale”. Questo spirito di vitalismo pulsionale di matrice maschile è stato soppresso per tutto il lungo ventesimo secolo, ma ora è tornato. E non è stato, osserva, “come se una civiltà proceduralista e manageriale non offrisse alcuno spazio ai propri orrori”. Così ora “stiamo assistendo in tempo reale al ritorno nella sfera pubblica di figure come l'eroe, il re, il guerriero e il pirata; o anche vari tipi di antieroi. Invece di produrre un mondo utopico di pace e progresso, il consenso della società aperta e i suoi dei deboli e morbidi hanno portato alla dissoluzione e alla disperazione della civiltà. Come previsto, gli dei potenti della storia furono banditi, le tradizioni religiose e le norme morali screditate, i legami e le lealtà comunitarie indeboliti, le distinzioni e i confini abbattuti e le discipline dell'autogoverno cedute alla gestione tecnocratica dall'alto verso il basso. Non sorprende che ciò abbia portato a Stati-nazione e a una civiltà più ampia che non hanno la forza di tenersi insieme, figuriamoci di difendersi dalle minacce esterne provenienti da società non aperte e non illusorie. In breve, la campagna di radicale auto-negazione perseguita dal consenso della società aperta del dopoguerra è diventata funzionalmente un patto di suicidio collettivo da parte delle democrazie liberali del mondo occidentale…Il populismo odierno è più di una semplice reazione contro decenni di tradimento da parte delle élite e di pessimo governo (anche se lo è anche questo); è un profondo e represso desiderio di agire, rimandato da tempo, di liberarsi dalla letargia soffocante imposta dal managerialismo proceduralista e di lottare con passione per la sopravvivenza collettiva e l'interesse personale. È il ritorno della politica alla politica. Ciò richiede il ripristino delle vecchie virtù, compreso un senso vitale di autostima nazionale e di civiltà. E questo a sua volta richiede il rifiuto della patologica “tirannia della colpa” (come la definì una volta il filosofo francese Pascal Bruckner) che ha attanagliato la mente occidentale dal 1945. Mentre il potere delle infinite accuse isteriche di “fascismo” si è gradualmente affievolito, abbiamo iniziato a testimoniare, nel bene e nel male, la fine dell'era di Hitler...Questo è ciò che Trump, in tutta la sua sfacciataggine, rappresenta: gli dei forti sono fuggiti dall'esilio e sono tornati in America, trascinando con sé il XXI secolo…Inoltre, da nazionalista impenitente, non esita a usare la forza in nome degli interessi americani, o a mettere tali interessi davanti a quelli degli altri in tutto il mondo. In altre parole, non è né la causa né il semplice sintomo di uno sconvolgimento populista, ma in senso reale l'incarnazione dell'intero nuovo spirito mondiale ribelle che sta ora rovesciando il vecchio ordine…ll nuovo Segretario di Stato Marko Rubio ha persino descritto esplicitamente l'idealismo dell'ordine internazionale liberale globale imposto dagli Stati Uniti come un'“anomalia”, osservando che “era un prodotto della fine della Guerra Fredda” e che “alla fine si sarebbe tornati a un punto in cui si aveva un mondo multipolare, con più grandi potenze in diverse parti del pianeta”. Questa rivitalizzazione dello spirito di sovranità nazionale e competizione internazionale sembra già diffondersi e ispirare un ritorno a dèi più forti in tutto il mondo. Come ha recentemente detto il primo ministro nazionalista conservatore dell'Ungheria, Viktor Orbán, a un raduno di populisti europei: “Il nostro amico Trump, il tornado Trump, ha cambiato il mondo in un paio di settimane. Un'era è finita. Oggi tutti vedono che siamo noi il futuro”…Il neoliberismo globalista, l'internazionalismo interventista e l'ingenuo progressismo sociale della società aperta degli anni '90 sono morti e sepolti. Nonostante la sua alleanza politica con i progressisti di destra della Silicon Valley, il nuovo mondo di Trump è in realtà decisamente post-liberale…Si noti, ad esempio, la comparsa di ammonimenti sempre più allarmati (tra o in una fusione casuale con accuse di fascismo) sull'imminente pericolo del “nazionalismo cristiano”. Questo è un termine che fonde insieme due dei forti – nazionalismo e religione – e quindi è un fantasma particolarmente scatenante. Da ormai ottant'anni la vecchia élite, sia di destra che di sinistra, è unita dalla comune priorità data alla società aperta e ai suoi valori. Anche se alcuni americani potrebbero essere rimasti sorpresi nel vedere figure precedentemente di destra come Dick Cheney schierarsi con la sinistra politica nelle ultime elezioni, non dovrebbero esserlo. Cheney era un sostenitore radicale del consenso della società aperta, solo nella forma del neoconservatorismo, il movimento della chiesa americana che si batte per imporre il vangelo dell'apertura in tutto il mondo con la forza delle armi. In questo non era poi così diverso da convinti di sinistra come George Soros, che ha fondato un'istituzione attivista che prende esplicitamente il nome dal suo obiettivo (la Open Society Foundation) e ha usato la sua vasta rete di influenza per sovvertire e decostruire le culture conservatrici in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti…Nonostante la sua ossessione per l'“apertura”, il mondo della società aperta del dopoguerra è stato in realtà sempre, a modo suo, un luogo strettamente chiuso e profondamente soffocante. È un mondo in cui la natura umana, anzi la nostra stessa umanità, è vista con grande sospetto, come qualcosa di pericoloso da sorvegliare, sopprimere e contenere o, meglio ancora, da rimodellare in un ingranaggio affidabile da inserire in modo sicuro in una macchina prevedibile e priva di rischi. Il suo sogno di un mondo di perfetta libertà, uguaglianza, razionalismo e passività è sempre stato un mondo “in cui nessun grande cuore poteva battere e nessuna grande anima poteva respirare”, come disse una volta Ernst Jünger...Resta da vedere se questo necessario rinnovamento di forza e vitalità potrà essere reintegrato armoniosamente nelle nostre società, o se il nostro mondo sarà nuovamente immerso in un periodo di conflitti, pericoli e guerre significativamente maggiori. Ma non abbiamo più molta scelta in merito; il ritorno degli dei forti è diventato inevitabile, in un modo o nell'altro. Ora stiamo vivendo in un secolo completamente nuovo. Il lungo XX secolo ha fatto il suo corso, il mondo che ci ha lasciato in eredità in Occidente si è rivelato un mix del tutto insostenibile di atomizzazione, svogliatezza, abnegazione e tirannia meschina e impersonale. Le nostre società accetteranno l'offerta di rivitalizzazione o scompariranno, per essere sostituite da altre culture più forti, più radicate e coese. Come giustamente conclude Reno in Return of the Strong Gods, “Il nostro tempo, questo secolo, richiede una politica di lealtà e solidarietà, non di apertura e deconsolidamento. Non abbiamo bisogno di più diversità e innovazione. Abbiamo bisogno di una casa”. A Dio piacendo, possiamo tutti ritrovare quella casa mentre entriamo nel ventunesimo secolo.“ (In Substack, 13.2.25)
(Notte) Non lasciarmi scoperto e nudo, O Signore (cf. Ez 16,39)! Proteggi i miei! Ed anche i nemici! Amen!
(Notte profonda) „In termini positivi, il fenomeno primordiale dell'ordine cosmico rende evidente che la causalità alla base dell'universo non è un'imposizione, ma un dono: un dono dell'essere, della natura e della capacità di auto-ordinarsi dall’interno“ (Adrian Walker, che commenta Gregorio di Nazianzo, 29,2) - Sia l’orazione che il commento parlano del modo ortodosso di parlare di Dio, come una „monarchia“, ma una „monarchia trinitaria“, nella quale il Padre dona completamente se stesso al Figlio e allo Spirito Santo. Questa monarchia viene contrapposta, come giudizio, non come risentimento, all’anarchia e alla poliarchia. Queste due varianti sono disordine e dissoluzione. Nell’ordine cosmico si rispecchia, anche se in modo analogo, non identico, l’ordine intra trinitario; come il Padre non si impone al Figlio e allo Spirito Santo, cosi la creazione stessa non è imposizione, ma dono dell’essere; mentre io sottolineo spesso l’idea del dono dell’essere come amore gratuito, Adrian sottolinea di più l’auto-ordinarsi in forza del dono. Ovviamente queste due sottolineature si fecondano a vicenda. Quando ultimamente, in dialogo con Ernst Jünger ho sottolineato una simpatia più grande per l’anarchia che per il comunismo, non intendevo mettere in dubbio questa idea di ordine, che sarebbe piaciuta senz’altro al soldato Jünger. In fondo ha ragione Gregorio quando afferma: „Le opinioni su Dio si riducono in ultima analisi a queste tre: anarchia, poliarchia e monarchia. I bambini greci giocavano con le prime due. Beh, lasciamoli giocare!“ - nel gioco si intravede però una grande serietà: il comunismo è una contraffazione ben più grande del mistero della Trinità di quanto lo possa essere l’anarchia, che in vero ci aiuta solo a mettere in luce i falsi ordini, a quali ci si ribella, ma proprio nel senso del „camminatore nel bosco“, che si ribella ad un ordine solo tecnico e tecnocratico, come quello che regola la Titani, che poi affonda. L’ordine monarchico di Dio non può essere ridotto all’ordine tecnocratico, questo secondo me perché in un certo senso si supera anche l’idea di „causa“: Ulrich parla del „non essere-causato-dell’essere“. Adrian si chiede: „Come sappiamo che il Padre è questo dono totale di sé al Figlio e allo Spirito? Lo sappiamo in modo culminante attraverso lo svuotamento di sé fino alla morte del Figlio incarnato, che, come ha detto e mostrato, ha rivelato il dono generativo di sé del Padre a lui, il Figlio, prima della fondazione del mondo. Ma questa rivelazione primaria non è priva di contesto. Presuppone e completa, pur trascendendola, una rivelazione preliminare che è già stata data con l'iniziale nascita del mondo come cosmo ordinato. Come già osservato in precedenza, l'esistenza dell'ordine come caratteristica fondamentale, pervasiva e spontanea dell'universo rivela che il dono di sé è interno sia alla natura della causalità che alla natura della Causa che lo realizza nel senso pieno, primario e proprio del termine.“ (Adrian, pro manuscriptu) - questo è senz’altro vero, ma a me sembra che debba essere fecondato dall’idea del „non-essere-causato dell’essere“ (Ulrich), che rivela la natura di dono della „Causa“ stessa e che pone la questione dell’ „anarchia“ in un senso ben più profondo. Etc.
(Wetterzeube, il 12.2.25)
(Pomeriggio) Ho letto la lettera che il Santo Padre ha scritto ai vescovi americani sulla „profezia della migrazione“; dal NewYorker (Paul Elie, 11.2.25) prendo il riassunto della polemica tra il testo vaticano ed una frase di J.D. Vance sull’ordo amoris: „Lunedì, Papa Francesco, in una lettera ai vescovi statunitensi, ha esortato i cattolici, “e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a non cedere a narrazioni che discriminano e causano sofferenze inutili ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati”. In una replica al vicepresidente Vance, il Papa ha osservato che “il vero ordo amoris che deve essere promosso” è quello rappresentato dal Buon Samaritano: “l'amore che costruisce una fratellanza aperta a tutti, senza eccezioni”. Il cardinale McElroy, da parte sua, ha chiarito meglio il punto durante una funzione interreligiosa e un raduno di domenica a San Diego, facendo appello alla fine di quella che ha definito una “guerra della paura e del terrore contro i migranti”. Sta arrivando il giorno in cui, come arcivescovo di Washington, potrebbe aver bisogno di parlare con la stessa franchezza nella capitale, come ha fatto il vescovo Budde, in un'occasione che sembra già appartenere alla storia.“ - Prima di tentare un commento, vorrei fare una premessa: io mi sento in primo luogo un figlio di Ignazio (che Adrienne von Speyr ed Hans Urs von Balthasar chiamavano SPN: Sanctus pater noster) e per me quello che dice il Papa è vero, anche qualora io non fossi d’accordo; poi in questo caso non so bene che pensare, vedo solo che a parte quello che io penso tantissimi sono d’accordo con Trump e co e probabilmente vi è un momento di verità in questa posizione e non credo che criminalizzarla sia il modo giusto per fare chiarezza sul problema e tanto meno per aiutare i migranti. Per quanto riguarda quello che dice J.D. Vance sull’ordo amoris, richiamandosi a Tommaso, credo che la posizione sia degna di essere discussa. Nell’introduzione al testo di Tommaso d’Aquino (Summa theologiae, I-II q.18-21 a cura di Rolf Schönberger (Weinheim 1990), Robert Spaemann commentava così il testo a cui probabilmente si riferisce J.D. Vance o comunque un testo analogo: “Il consequenzialismo etico condivide con molte filosofie moderne la tendenza a rivendicare per l'uomo una prospettiva divina, cioè la prospettiva di chi deve provvedere al bene dell'intero mondo. Il testo che segue ora (Sum. Theol. I-II q. 18-21) considera questo tentativo come immorale... Allo stesso tempo, la sua sorprendente plausibilità rende evidente l'eccentricità della posizione consequenzialistica. Nel decimo articolo della questio 19, infatti, Tommaso dice che solo a Dio è riservato il “bene dell'interouniverso” e di ordinare tutto ciò che accade in funzione di questo bene... Noi, invece, non sappiamo cosa sia meglio per il mondo, perché “il modo di comprendere la creatura va per sua natura ad un bene particolare, come corrisponde alla sua essenza” (I-II,19,10). Il “bene particolare” che definisce la responsabilità dell'agente è ulteriormente distinto da Tommaso in base alla posizione dell'individuo nel contesto sociale. Tommaso ritiene che sia dovere di una moglie o di un figlio sottrarre, se possibile, l'uomo o il padre diventato criminale al tribunale, per non mettere in pericolo il “bonum privatum familiae”. Il giudice, invece, è responsabile del bene della comunità politica. Deve essere attento a catturare il criminale. Platone aveva fatto dire a Socrate che il giusto, per la salvezza delle anime dei suoi cari, doveva portarli davanti al giudice se meritavano una punizione (cfr. Gorgia 480 b-c). Questo è già troppo universalistico per Tommaso. Non dobbiamo volere ciò che Dio vuole, ma ciò che Dio vuole che noi vogliamo. Ciò che Dio vuole lo scopriamo sempre solo in seguito, istruiti dal corso degli eventi. Ciò che vuole che noi vogliamo ce lo insegnano la natura e le “buone maniere” (Robert Spaemann). Qualcosa del genere ha voluto dirci J.D.Vance, non in rapporto al „bonum privatum familiae“, ma in rapporto al bonum per un paese vs quello universale. Quando il Santo Padre gli oppone la frase: „ „Il vero ordo amoris che occorre promuovere è quello che scopriamo meditando costantemente la parabola del “Buon Samaritano” (cfr. Lc 10, 25-37), ovvero meditando sull’amore che costruisce una fratellanza aperta a tutti, senza eccezioni“, assume una posizione che non è conciliabile con la comprensione etica di Tommaso (cosa che forse non stupisce se si prende sul serio il fatto che il Papa è un gesuita); dal punto di vista etico il Papa assume una posizione consequenzialistica, come quella descritta da Spaemann e che Tommaso ritiene non etica. Il Papa può fare ciò, perché si riferisce al vangelo sine glossa, che in Mt 5, 48 dice: „Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.“ (Ἔσεσθε οὖν ὑμεῖς τέλειοι ⸀ὡς ὁ πατὴρ ὑμῶν ὁ ⸀οὐράνιος τέλειός ἐστιν.). Rinviando il Papa a Lc 10, 25-37 ci pone la domanda a chi vogliamo diventare prossimo e si potrebbe obbiettare all’argomentazione tomistica di J.D.Vance che non dobbiamo salvare il mondo, ma quelle persone concrete che sono i migranti che vengono respinti. Io comunque non consiglierei un muro contro muro su questo tema, anche se, come ho già detto, se devo obbedire obbedisco al Papa e non a Vance, ma allo stesso tempo credo che sia giusto cercare di comprendere il momento di verità della posizione che si vuole contraddire e secondo me il documento lo fa: nel punto 4 e 5 del documento si parla in fatti del „diritto di una nazione a difendersi…“. Infine ovviamente un testo profetico ha sempre un carattere universale che un politico responsabile per il suo paese non può né deve avere“. Sulla questione dei soldi spesi e come che lo stato da alle organizzazioni cattoliche non voglio entrare perché non ne so nulla, ma credo Vance non parli a vanvera…
Abba nostro...
(Wetterzeube, il 12.2.25; notte profonda) „Il racconto metaforico o allegorico“ (Rota Scalabrini/Bertinetti) con cui si parla della nascita e dello sposalizio di Gerusalemme è commovente. La nascita non prevede quello che le ostetriche orientali fanno per lavare il neonato “con acqua fresca e il sale“ (cf la nota dell’edizione del 2009 della CEI). Il profeta riassume: „occhio pietoso non si volse verso di te per farti una sola di queste cose e non ebbe compassione nei tuoi confronti“ (Ez 16, 5). Come „oggetto ripugnante“ cresce fino „all’età dell’amore“ (16,8); qui Dio si commuove e „stese il lembo del suo mantello“, insomma la copre, la veste, fa un giuramento per lei, stringe una all’alleanza con lei, la possiede („divenisti mia“); e propio in questa esposizione viene lavata con l’acqua, viene ripulita dal sangue, viene unta con l’olio, viene adornata con gioielli (tutte le espressioni sono prese dal profeta): „ti misi i braccialetti ai polsi e una collana al colo, misi al tuo naso un anello, orecchini agli orecchi e una splendida corona al tuo capo“ (16,11-12). L’atto del possedimento non consiste solo nello spogliare la donna amata, ma anche nel lavarla e rivestirla con „stoffa preziosa e ricami“; la nostra società trasparente ci ha abituato solo al processo del denudamento, allo svestire. Ma la compassione è anche vestire l’amato!
La luce della luna e la solita insonnia mi tengono sveglio, ma sono riuscito anche a pregare e poi ho ripensato a questo brano di Ezechiele che avevo letto prima di andare a dormire.
Un testo di Adrian riguarda la teleologia e l’originalità: „Un cieco aumento dell'energia vitale non è una volontà. È un fatto bruto privo di interiorità. Non è né necessario (essendo indistinguibile dalla semplice casualità) né libero (data la sua totale mancanza di interiorità). Una cosa del genere non può esistere nella realtà, ma solo nell'intelletto o nell’immaginazione. Se l'impeto di energia vitale sarà una volontà, o qualcosa di simile, dovrà essere un impeto verso un fine che valga la pena. Deve essere un'aspirazione teleologica verso un qualche bene. Questo fine-cum-bene è più prossimamente la perfezione del fine-cercatore stesso, vale a dire: la sua esistenza come versione migliore di se stesso. Questa perfezione non è puramente autoreferenziale, ma è essa stessa un modo di partecipare a ordini di bontà che la includono e la superano; ne parleremo più avanti. Nota: il fine, insieme alla sua bontà, logicamente precede e sollecita la ricerca del fine. Se così non fosse, chi cerca il fine non potrebbe mai iniziare a muoversi in una direzione determinata e sarebbe quindi privato della condizione della possibilità di iniziativa propria. (Questo è uno dei motivi per cui Aristotele equipara la negazione del telos alla negazione della physis come principio interno di movimento e di riposo)“ (Adrian Walker, pro manuscriptu). - Questi pensieri a riguardo dalla teleologia come presupposto non negano la gratuità del dono dell’essere, perché gratuità non è arbitrarietà, anzi corrispondono a ciò che Ulrich chiama „senso necessario dell’essere“. Ma ascoltiamo ancora una volta Adrian: „Senza un fine prestabilito non può esserci volontà o un'impennata simile alla volontà. L'ordinamento non scelto a tale fine priva questa impennata della sua originalità spontanea, energica e trionfante? No. Lungi dal distruggere questa originalità, la ricerca del fine è la sua manifestazione più appropriata nell’azione. I fini predeterminati e perfettivi forniscono un'ancora, o una leva, grazie alla quale coloro che cercano un fine trascendono le condizioni abilitanti della loro esistenza e azione. È vero, coloro che cercano un fine si sottomettono sempre in qualche modo alle loro condizioni abilitanti. Tuttavia, lo fanno sempre incorporando queste condizioni nel proprio progetto di ricerca di un fine, un progetto che ha origine nella loro natura, come se fosse in anticipo rispetto al loro tempo e luogo attuali. La sottomissione, in questo caso, è padronanza, ma una padronanza per il bene del fine prestabilito e della sua bontà. È un amor fati che si dà il suo fatum e lo trascende in un unico gesto. La ricerca del fine, quindi, è l'eccesso attivo del cercatore del fine rispetto alle proprie condizioni abilitanti e, quindi, rispetto al proprio stato fattuale in un dato momento. In effetti, la ricerca del fine, come eccesso continuo di sé, impedisce a chi lo cerca di scivolare nella mera fatticità, nella puntualità immobile e nella morte. La physis che cerca il fine è il padre invisibile della durata continua e della permanenza attiva nel luogo. Cosa rende desiderabile l'eccesso di sé del cercatore del fine? Meno l'arduo superamento di sé che può richiedere la partecipazione erotica al bene che mette in atto. L'eccesso di sé è la partecipazione anticipatoria al fine amato. È la presenza del fine nell'atto di generare il fine in piena esistenza. Il fine amato include la perfezione del cercatore di fine, ma comprende anche altro. Abbraccia ciò di cui la perfezione del cercatore di fine è essa stessa una condivisione: la bontà del cosmo, dell'essere e della fonte divina di entrambi. Essendo il fine dei fini, Dio è anche il donatore dell'impulso più primario, più originale e più trionfante di tutti: quello che si protende, con tutte le altre cose, verso il divino ed eterno, amore per il quale (per il quale) è la forma a priori e la matrice di tutte le esistenze finite.“ (Adrian Walker) - questo corrisponde a ciò che ha detto il padre Servais (cf la meditazione di ieri pomeriggio) nel suo saggio su Ulrich e su quel passaggio da Siewerth a Ulrich che consiste nella priorità del bonum, che qui Adrian pensa in senso aristotelico e teleologico.
(Droyssig, l’11.2.2005; anniversario dell’apparizione di Maria in Lourdes (1858) e del ritorno al padre di Ferdinand Ulrich(2020)) Nel 1517 comincia la storia della Chiesa luterana, nello stesso anno Il Cairo viene conquistato dai sultani osmani e turchi, che si chiameranno a partire da quell’avvenimento califfi. La conquista de Il Cairo è un avvenimento importante per comprendere il cristianesimo in Mesopotamia insieme al ruolo stabilizzante della Chiesa romano-cattolica in questa parte del mondo. Volevo solo annotare questa coincidenza per far comprendere che una visione solo europea della Chiesa riduce lo sguardo della posta in gioco nella missione universale della Chiesa stessa…ovviamene sono anche cosciente, attraverso il libro di Matthias Kopp, che nel corso dei secoli la presenza della Chiesa latina in Mesopotamia non è stata sempre capace di offrire un governo continuo. “Una sorta di guida cattolica doveva mancare e così imparare ad aiutare se stessi e quindi a sopravvivere sotto la propria responsabilità” (L'eredità cristiana dell'Iraq, 74).
L’articolo di Padre Spadaro SJ sulla teologia della prosperità (che certo non è il mio ideale) farebbe imbestialire anche uno che avesse letto solo una riga di Nietzsche. Nelle ultime notti mi sono confrontato con alcuni testi di Adrian Walker su Nietzsche e sulla volontà di potenza o meglio di eccellenza. Certo vi è una prosperità vs l’opzione preferenziale per i poveri, ma vi è anche un pauperismo, che non ha nulla a che fare con il voto di povertà, che non comprende nulla dell’eccellenza necessaria per essere cristiani (eroismo nel quotidiano diceva san Giovanni Paolo II). Certo un’eccellenza al servizio e come grazia e non come merito. Purtroppo la lettura di Padre Spadaro non tiene conto minimamente di cosa sia una „volontà di eccellenza“ (cf la mia meditazione di ieri notte in dialogo con Adrian), né di quello che prova un credente nel vedere una preghiera in atto nell’ufficio del presidente degli Stati Uniti e riduce di fatto il senso poliedrico del pontificato di Papa Francesco in una riduzione politica più o meno di sinistra…Poi l’attacco a Tocqueville è culturalmente ridicolo. PS La grande sfida di Tocqueville, per un filosofo cristiano, è come coordinare un vero desiderio di democrazia diretta con l’idea cattolica di un’obbedienza rappresentativa.
(Pomeriggio) Per una teologia dell'eccellenza e della prosperità. Scrive Adrian in uno dei saggi che mi ha mandato pro manuscriptu: „Un altro punto: il proprio lavoro, perseguito con spietata dedizione, dà forma anche alle relazioni con gli altri. Aiuta quindi a liberare queste relazioni da una certa immediatezza senza distanza. Introduce in esse ciò che Nietzsche chiama un sano “pathos della distanza”. Ora, la ricerca del proprio lavoro, per quanto spietatamente determinata, ha sempre una dimensione sociale. Si fanno o si realizzano cose che sono necessarie, desiderate o apprezzate dagli altri, se non effettivamente, almeno potenzialmente. Lo si fa, inoltre, all'interno di un mondo di vita intersoggettivo in cui la ricerca di tali oggetti ha (o alla fine raggiunge) una forma e uno status pubblicamente riconosciuti. (Tutti sanno cos'è un fornaio, e quella conoscenza fa parte di ciò che significa esserlo). Non solo, ma l'eccellenza del lavoro svolto o prodotto richiede naturalmente riconoscimento. Anzi, può persino generare riconoscimento. Il grande cantante, ad esempio, crea il suo pubblico riunendo le persone per ascoltare e apprezzare. In questo senso, la devozione risoluta, persino spietata, all'eccellenza include strutturalmente una promozione della compartecipazione da parte degli altri (e, in linea di principio, da parte di tutti). Questa promozione, tuttavia, non è una questione di soddisfare i desideri o i capricci degli altri. Piuttosto, si tratta di offrire loro un'eccellenza esigente come un'occasione per elevarsi e, così facendo, convergere in una comunità di partecipazione condivisa all'eccellenza così offerta loro. La spietatezza nella ricerca dell'eccellenza, correttamente intesa, include quindi strutturalmente un eros generativo che tende naturalmente a favorire negli altri la nascita di una partecipazione a quella stessa eccellenza. {Ciò che Padre Spadaro non comprende}. Nel suo esempio più paradigmatico, questa partecipazione è essa stessa una ricerca idiopratica dell'eccellenza. L'eros generativo implicito nella spietata ricerca dell'eccellenza stessa include una preoccupazione per la crescita personale degli altri, senza confondere tale preoccupazione con la loro assolutizzazione sentimentale “così come sono” nella loro brutale fattualità. La spietata devozione all'eccellenza, con il suo eros non sentimentale per aiutare gli altri a diventare idiopragia {„Dionigi chiama “idiopragia”, un'occupazione, un compito e una missione adeguati, nella cui esecuzione siamo pienamente all'opera come ciò che e chi siamo destinati a essere“ AW} in cui diventano pienamente ciò che sono destinati a essere, fornisce quindi un analogo dell'amore di Dio con tutto il proprio essere. Allo stesso tempo, analogizza il potere di questo amore verso Dio per generare un amore non sentimentale e non umanitario verso il prossimo, che consiste soprattutto e più formalmente nel volerlo Dio e nell'eccellenza della partecipazione alla vita divina. Amare un altro essere umano per se stesso significa, infatti, almeno implicitamente, amarlo per il bene infinito (e personale) che chiamiamo “Dio”. Vuol dire almeno implicitamente desiderare Dio per lui. Allo stesso tempo, significa anche desiderarlo per Dio. Significa consacrarlo, metterlo da parte, per Dio, e così lasciarlo completamente separato da se stessi come l'irriducibile altro sé che è. Il riferimento primario a Dio sull'asse verticale crea quindi discrezione, traccia confini e salva dall'immediatezza senza distanza su quello orizzontale. Se tutto ciò è corretto, allora la “volontà di potenza” - purché intesa come volontà di un'eccellenza le cui forme sono radicate in una teleologia naturale mediata socialmente - contiene strutturalmente un ethos, persino una moralità, anche se questa moralità, a sua volta, è ordinata interiormente all'amore (non umanitario) di Dio e al prossimo. „ (Adrian Walker) - Confrontarsi seriamente con una qualsivoglia teologia dell’eccellenza (un altro nome per prosperità) individuandone il momento di verità, significa prendere sul serio questo momento spietato dell’eccellenza, che non cede nulla a forme di sentimentalismo; ridurre il pontificato di Papa Francesco a questo sentimentalismo che prende la fattualità dell’altro come dato insuperabile è forse l’errore più grave che commette il Padre Spadaro, cui tra l’altro dobbiamo alcune intuizioni molto buone, come quella sulla teologia diplomatica del Papa.
Abba nostro...
La quarta di copertina del libro del Padre Maffei
(Pomeriggio) Il saggio di Padre Servais SJ su Ulrich, che avevo letto tanti anni fa e che viene riproposto nel libro di Padre Maffei mi permette di riprendere l’opera di Siewerth, che non conosco bene, ma che sembra aver trovato un equilibrio tra sussistenza e non sussistenza dell’essere. Due punti mi sembrano importanti: 1) „L’essere sussiste più in Dio che nelle cose“ (83). Questo è certamente vero perché è Dio che dona gratuitamente l’essere. 2) „L’essere non galleggia in se stesso“ (83). Questo è una bella formula per ciò che Ulrich chiama: „sospensione ontologica dell’essere“, astrazione questa che aggredisce il „movimento di finitizzazione dell’essere“ Quale passo ulteriore ci fa fare Ulrich? La meta dell’attualità del dono dell’essere è il bonum! Ulrich insomma cerca di comprendere „l’idealità e la realtà a partire dalla bontà“ (84). Con ragione padre Servais cita la frase di Tommaso alla quale Ulrich si orienta: „ipsum esse est similitudo divinae bonitatis“ (84). Questo significa che: 1) „Secondo Tommaso non c’è in ogni caso una essenza come entità „prima“ dell’essere“ (85). Questa è la tentazione di ogni forma essenzialista dell’essere; si sottolinea così tanto l’essenza delle cose, da perdere il senso delle cose stesse. 2) „La positività dell’essere si capisce perciò soltanto a patto di non interpretarlo come come un’ipotesi galleggiante al di sopra degli enti“ (86) - questo tema lo riprendo e lo approfondisco nella mia introduzione. L’ipostatizzazione dell’essere lo rende quasi una persona di cui si lamenta la mancanza (Heidegger). A partire da qui Ulrich vede con ragione una grande tentazione: „pensare l’essere come entitativo“ (86). Mille volte Ulrich ripete che l’essere è „nulla“ nel senso della gratuità dell’amore, non nel senso del nichilismo. Questa gratuità è „eccellente“, anzi è espressione dell’eccellenza come „similitudo divinae bonitatis“. 3) Versus Hegel, ma senza alcun risentimento, piuttosto come giudizio, Ulrich pensa che ogni „processione „non si svolge mai fuori di Dio, l’essere procedente è da sempre ripreso dentro la positività assolutamente semplice di Dio senza che Dio venga incluso nel processo del divenire“ (86). E la sussistenza relativa che avviene per questo dono gratuito dell’essere ci rende vivi, anzi siamo noi vivi: non siamo mai „la morte appendice di un altro“ (86).
(Notte) Dalla lettera del Santo Padre ai Vescovi degli USA: „Sto seguendo da vicino la grande crisi che si sta verificando negli Stati Uniti con l’avvio di un programma di deportazioni di massa. La coscienza rettamente formata non può non compiere un giudizio critico ed esprimere il suo dissenso verso qualsiasi misura che tacitamente o esplicitamente identifica lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità. Al tempo stesso, bisogna riconoscere il diritto di una nazione a difendersi e a mantenere le comunità al sicuro da coloro che hanno commesso crimini violenti o gravi durante la permanenza nel Paese o prima del loro arrivo. Detto ciò, l’atto di deportare persone che in molti casi hanno abbandonato la propria terra per ragioni di povertà estrema, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o grave deterioramento dell’ambiente, lede la dignità di molti uomini e donne, e di intere famiglie, e li pone in uno stato di particolare vulnerabilità e incapacità di difendersi“ (Papa Francesco) - questo è il punto numero quattro della lettera, che mi sembra formulato in modo adeguato, anche se usa il termine „deportazione di massa“, che non so se corrisponda al vero; comunque la Santa Sede è più informata di me che vivo in un paesino della Germania orientale. Anche il punto numero cinque mantiene un tono attento anche ai „bisogni di una nazione“: „Non si tratta di una questione di poca importanza: uno Stato di diritto autentico si dimostra proprio nel trattamento dignitoso che tutte le persone meritano, specialmente quelle più povere ed emarginate. Il vero bene comune viene promosso quando la società e il governo, con creatività e rigoroso rispetto dei diritti di tutti — come ho affermato in numerose occasioni — accolgono, proteggono, promuovono e integrano i più fragili, indifesi, vulnerabili. Ciò non ostacola lo sviluppo di una politica che regolamenti una migrazione ordinata e legale. Tuttavia, tale sviluppo non può avvenire attraverso il privilegio di alcuni e il sacrificio di altri. Ciò che viene costruito sul fondamento della forza e non sulla verità riguardo alla pari dignità di ogni essere umano incomincia male e finirà male.“ Il riassunto del problema in poche righe centra ovviamente il cuore della dottrina sociale cattolica: „Il vero ordo amoris che occorre promuovere è quello che scopriamo meditando costantemente la parabola del “Buon Samaritano” (cfr. Lc 10, 25-37), ovvero meditando sull’amore che costruisce una fratellanza aperta a tutti, senza eccezioni“. Questa parabola era il tema della mia lezione odierna nella decima classe (la sfida era parlare di questo tema in una classe con molti ragazzi che vengono da famiglie che votano AfD). Con Francesco prego la Signore di Guadalupe perché ci doni una luce che illumini tutti: „Chiediamo a Nostra Signora di Guadalupe di proteggere le persone e le famiglie che vivono nella paura o nel dolore a causa della migrazione e/o della deportazione. Possa la “Virgen morena ”, che sapeva come riconciliare i popoli quando tra loro c’era inimicizia, concedere a tutti noi di incontrarci di nuovo come fratelli e sorelle, nel suo abbraccio, e quindi compiere un passo avanti nell’edificazione di una società più fraterna, inclusiva e rispettosa della dignità di tutti.“ (Francesco). Ave Maria…
(Wetterzeube, il 10.2.25; santa Scolastica; viglia del quinto anniversario della morte di Ferdinand Ulrich) Proprio in questa vigilia mi è arrivato il testo di Padre Giuseppe Maffei, con un saggio del padre Servais e con una mia prefazione sull’interpretazione ontologica di Ferdinand Ulrich della parabola di LC 15,11-32, che porta il titolo di „Dono e perdono“.
A me sembra che solo un’interpretazione „umile“ (copyright: Otfried Höffe) di Parmenide sia sensata, e questo sia a livello ontologico che conoscitivo. Vi è certamente un „taglio metafisico“ tra il mondo sperimentabile con i sensi e quel „fondamento non sperimentabile“ di cui parla Parmenide. Per noi cristiani si tratta di pensare il rapporto tra l’atto della donazione dell’essere come amore gratuito, che è un „primerear“ al cospetto del mondo sperimentabile con i sensi, ma che si „finitizza“ in esso, senza che l’atto della donazione dell’essere perda la sua gratuità (semplicità e completezza). Per quanto riguarda l’atto conoscitivo, esso non si può perdere nel mondo delle opinioni, insomma ha una sua „immutabilità“ che corrisponde all’essere donato, ma non si considera un „tesoro geloso“, che non tenga „umilmente“ conto delle opinioni, con le quali si confronta, senza perdersi (unito, ma non mescolato)…
Abba nostro…
(Notte) Giustamente don Andrea Brutto nella „Nota redazionale“ fa notare che c’è un nesso proprio al pensiero e alla vita di Ulrich: l’unità dell’appartenenza ecclesiale, della preghiera e del pensiero (Giuseppe Maffei, Dono e perdono, Lugano-Siena 2025, 9). L’atto elementare della preghiera ridiventa in Ulrich „per la prima volta tematico“. Senza la preghiera, senza l’appartenenza ecclesiale e senza il pensiero ci accadrà quello che è accaduto agli abitanti di Gerusalemme: „Da un fuoco sono scampati, ma un fuoco li divorerà! Allora saprete che io sono il Signore, quando mi voterò contro di loro, e renderò il paese deserto, poiché sono stati infedeli“ (Ez 15, 7-8). Senza il dialogo con il Dio vivente (nella modalità della lode, della supplica e della contemplazione), tutto ciò che facciamo è desertificazione del reale!
„Il potere… è radicato nella fecondità del bene che si comunica, si condivide e si universalizza. In questo senso, Nietzsche ha ragione nel dire che esiste una “volontà di potenza” nel senso di un'inclinazione spontanea verso l'auto-espansione. Ha anche ragione nel dire che la spontaneità dell'inclinazione auto-espansiva va di pari passo con una certa autoaffermazione indiscriminata…Nietzsche, mi sembra, desidera una certa perfezione tipicamente umana della ‘volontà di potenza’ universale (e cosmica): la perfezione che consiste nella spontaneità della ruota che gira su se stessa, che è liberamente la propria necessità. Il mio scopo non è quello di rifiutare questo ideale di libertà traboccante, ma non arbitraria. È quello di dire che tale libertà è schiavitù del Bene (. It’s to say that such freedom is slavery to the Good.). Ecco perché la perfezione della libertà richiede la “visione beatifica” di Colui che è il Bene Infinito, la visione che, secondo Massimo il Confessore, ci dà “di governare magnificamente il nostro stesso autogoverno” (Adrian Walker). La visione beatifica di Colui che è il Bene infinito è forse il momento più alto della preghiera, che possiamo imparare anche dal basso, nella piccola via del quotidiano. Solo il magnifico governo dell’autogoverno, permette di non aumentare la desertificazione del reale. Adrian cerca di approfondire questi pensieri sulla volontà di potenza, specificando che più che „potenza“, si tratta di „eccellenza“: . „Ferdinand Ulrich una volta ha fatto capire questo punto (nietzschiano) quando ha detto a un gruppo di studenti di cui facevo parte: “Non abbiate paura di uccidere”, di tagliare ciò che è incompatibile con la devozione all'eccellenza a cui si è chiamati.“. Cosa si intende con la parola „eccellenza“? „Quell'eccellenza è principalmente Dio e la partecipazione a Dio.“ (Adrian) - questo ha un significato importante anche per l’amore del prossimo che non è identificabile con un’ideologia umanitaria. Adrian si esprime così: „L'antidoto all’umanitarismo (= ideologia umanitaria) è il comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso”, che equivale a dire: auguragli la stessa eccellenza che augureresti a te stesso.“ (Adrian). In fondo se non si augura che l’altro incontri Dio, in fondo non gli si vuole bene, si vuole bene ad un’apparenza: „Questo chiarisce il motivo per cui il comandamento di amare il prossimo come se stessi dipende dal comandamento di amare Dio con tutto il proprio essere. È solo se si ama Dio che si vuole il bene migliore; è solo se si vuole partecipare a lui che si vuole quel bene per se stessi; ed è solo se si vuole quel bene per se stessi che lo si può volere per gli altri.“ - Non si tratta di comunicare astrattamente Dio, ma di farlo nella vita e in quella figura del lavoratore che è la figura principale degli ultimi due secoli secondo Ernst Jünger. Un altro grande del pensiero e della poesia, Charles Peguy, parla anche di questa grandezza del buon lavoro: „Come osserva Péguy nel suo saggio sul denaro (L'argent), un uomo che ama il proprio mestiere o la propria professione ha una devozione incondizionata per il lavoro svolto o prodotto e per il corrispondente ethos della corporazione. La sua preoccupazione principale (in quanto lavoratore) non è quella di compiacere il datore di lavoro o il cliente, o anche di fare soldi, ma di fare un lavoro eccellente che non dipenda per la sua eccellenza dal piacere di nessuno (ma che invece comandi sovranamente tale piacere)“. Sentiamo ora Peguy direttamente: „Abbiamo conosciuto l'onore nel lavoro, esattamente lo stesso che nel Medioevo guidava la mano e il cuore. Era lo stesso, segretamente conservato. Abbiamo conosciuto questa cura spinta alla perfezione, la stessa nel complesso, la stessa nei minimi dettagli. Abbiamo conosciuto questa devozione per un lavoro ben fatto, Per tutta la mia infanzia, ho visto sedie intrecciate con lo stesso spirito, lo stesso cuore e la stessa mano con cui questo stesso popolo ha tagliato le pietre per le sue cattedrali. Quegli operai non erano schiavi. Lavoravano. Avevano onore, assoluto, come si conviene all'onore. Una sedia doveva essere ben fatta. Era chiaro. Era una legge. Non doveva essere ben fatta per il capo o per uno stipendio o per un salario. Non doveva essere ben fatta per il capo o per gli intenditori o per i clienti del capo. Una tradizione, proveniente, sorta dalle profondità insondabili della razza, una storia, un assoluto, un onore esigeva che questo bastone di sedia fosse ben fatto. Tutte le parti della sedia che non si vedono erano fatte altrettanto perfettamente delle parti che si vedono. Era il principio stesso delle cattedrali.“ Come la preghiera, il lavoro ci mette al cospetto di Dio nella modalità della lode, dell’adorazione e del servizio!
„È giunto il momento di prendere in considerazione la creazione di una nuova organizzazione internazionale che rifletta le condizioni emergenti del mondo multipolare {Dugin pensa che l’ONU sia troppo legato al mondo bipolare finito con la caduta dell’Unione Sovietica}, con un'adeguata distribuzione dei ruoli all'interno delle istituzioni chiave. Un possibile passo in questa direzione potrebbe essere l'instaurazione di un dialogo tra le nazioni BRICS come modello di multipolarità e l'America di Trump. Alla fine, attraverso un processo residuale, l'Europa potrebbe unirsi, una volta che si risveglierà e uscirà dal delirio liberal-globalista in cui purtroppo si trova ancora.“ (Alexander Dugin, „Putin’s Geopolitical Revolution“, Substack, oggi) - il mondo multipolare è un altro modo di esprimere la poliedricità di esso. È probabile che l’affermazione „delirio liberal-globalista“ sia unilaterale e che Massimo Borghesi abbia ragione quando parla di una „legittimità critica del moderno“ e così anche del pensiero liberale, d’altra parte non vi è dubbio che molti fenomeni come la guerra nella modalità di una mobilitazione totale e come le perversioni antropologiche (dalla morte di bambini nel Mare Mediterraneo all’aborto) siano testimonianze di un certo delirio del mondo liberale-globalista.
(Wetterzeube, il 9.2.25; quinta domenica dell’Ordinario) I miei anni lavorativi a Droyssig stanno terminando, ancora qualche mese, mesi che devono essere vissuti al Suo servizio, e poi sono in pensione. Il contesto storico di questi anni è stato quello di una delle zone più secolarizzate del mondo, e i credenti che ho incontrato erano luterani o evangelicali; ho avuto anche figli di pastori luterani nella mia classe; con uno è nata una certa amicizia, ma a distanza (una volta mi ha invitato a pranzo): mi ha mandato all’inizio dell’anno per anni un piccolo calendario con delle sue poesie e con delle foto di diversi organi; lui stesso dirige a Natale l’Oratorio di Bach; quest’anno per la prima volta non lo ha fatto, perché io non penso politicamente in modo corretto, suppongo. Ha certo percepito che io sono „cattolico“, una volta in un „Servizio della Parola“ per la festa della Riformazione lo ha detto anche esplicitamente alla sua gente: sono contento che Roberto sia venuto, perché lui è davvero cattolico; ciò che non sa e che anche quei pensieri politici che lui suppone essere non corretti, nascano dalla mia appartenenza cattolica. Questi anni sono volati, come volano gli anni. Quanto Adrienne vuole dire ad una sua amica che dice bugie e che esprime la sua fede in Dio con frasi altisonanti: „Non si possono fare tali affermazioni se si mente allo stesso tempo. Devi fare della tua vita un’unità!“ (La parola e la mistica II, 215), mi ha fatto riflettere. In un contesto nel quale molti matrimoni sono falliti e quelli che non lo sono, non lo sono per motivi terreni, il matrimonio di Konstanze e me rappresenta un’unità di vita, anche se i bisogni miei e suoi non sono del tutto simmetrici. Ma vi è un consenso nelle cose vitali: i nostri figli, la stima reciproca, il mondo dei piccolini, la gestione dei lavori quotidiani; le camminate nel bosco…Ovviamente mi sono chiesto se la mia non purità sessuale (non ho mai, però, tradito Konstanze, tanto per essere chiari) sia un ostacolo per questa unità di cui parla Adrienne e questo vale da sempre: dal quindicenne, al cinquantenne, ed ora a sessantacinquenne (quasi). Comunque il senso di non dignità, se penso alle letture odierne domenicali, è proprio anche a Isaia (Is 6, 1-2a.3-8) e a Pietro (Lc 5, 1-11). Non sono molto bravo con l’esame di coscienza serale, ma da un certo punto di vista comprendo molto bene quello che la quindicenne Adrienne dice: la preghiera del mattino non è un inizio, ma una continuazione (cf. 214). Che la vita sia un’unità lo può fare solo Dio stesso, cambiandoci il cuore (Geremia, Ezechiele). Comunque sia non ho mai incontrato in questi anni della diaspora un’alternativa alla Catholica! I più dei luterani, a parte il fatto che sono per lo più politicamente corretti, hanno nel cuore la legge, non l’amore gratuito. Lo dico senza risentimento. Riprendo quello che scrivevo ieri sulla logica formale del risentimento: “Si afferma, si stima, si loda qualcosa, una posizione A, non per la sua qualità intrinseca, ma nell'intenzione - che rimane senza espressione linguistica - di negare, svalutare, rimproverare un’altra posizione, B. La A viene “giocata” contro la B“ (Max Scheler). Non svaluto il luteranesimo, anzi ho cercato sempre il momento di verità in esso (la giustificazione per fede e la musica di Bach) e la mia lode della Catholica è senza paragone, è in se! Non vi è un’alternativa. Bisogna evitare giudizi personali, c’è lo ha detto Gesù (non so quale sia la fede personale di questo amico luterano, che una volta mi chiese di pregare per una sua parrocchiana ammalata), esprimo solo un giudizio teologico, come quello di Adrienne: diventando cattolica ha superato ogni complicazione nel rapporto con Dio. Per gli evangelicali questa „complicazione“ consiste in una pseudo immediatezza, che si esprime in una quasi totale mancanza di senso liturgico. Per quanto riguarda Gesù l’unità in movimento della sua vita viene espressa da Adrienne cosi. Anche per lui, in quanto adolescente, non c'è immediatamente “l'atteggiamento l’insegnamento definitivi”. “È solo il punto di partenza di un percorso che lo porterà alla croce. Ha sempre avuto il giusto rapporto con la croce come obiettivo della sua vita. Ma il giusto rapporto è esso stesso in movimento, in evoluzione. Altrimenti i suoi 30 anni di contemplazione e tre anni di azione sarebbero stati tempo perso, che avrebbe potuto passare altrettanto bene in cielo. (217-218), Nella meditazione notturna di ieri in dialogo con Adrian e Nietzsche ho cercato di spiegare il rapporto tra Croce e Risurrezione, ma è chiaro che la vita terrena di Gesù trova la sua unità in quello che il Vangelo di san Giovanni chiama „l’ora“.
Alexander Dugin ha spiegato precisamene cosa significhi, tra l’altro, l’atteggiamento critico di Trump nei confronti della Corte Penale internazionale dell’Aia. Questo è uno dei punti della sua lotta contro il liberalismo globalista a favore di una posizione solo americana, capace intrinsecamente di un giudizio. Per i filosofo russo, anche se Trump non lo pensa, anzi pensa piuttosto di sé di essere un nuovo Augusto, la sua posizione contribuirà a quello che chiamo, seguendo il Papa, una posizione poliedrica dei potentati del mondo. PS Che Giorgia Meloni si allinei alla posizione di Trump su questo punto (cf versione odierna di Banfi) è del tutto consequente.
Abba nostro…
(Pomeriggio) Nella sua lettura di Stawrogin (I Demoni) Guardini rivela tutta la sua grandezza; comprende la forza distruttiva anti ontologica del nulla che emana da questo uomo, ne comprende il vuoto, ma anche in qualche modo il desiderio di essere salvato (Figure religiose nell’opera di Dostoevskij, 252), come lo si vede nel suo incontro con l’arcivescovo Tichon, ma anche nell’amore per Dascha Schatowa, che non ha però la forza della Sonia di „Delitto e castigo“…/ Pur nello stancante rapporto tra Schatow e sua moglie Marie in 5, VI il mistero, il più grande mistero umano, quello della nascita, è descritto in modo geniale e partecipato…quella partecipazione che manca a Stawrogin.
(Notte) GENTILISSIMO ROBERTO GRAZIOTTO,
a lei il mio più sentito grazie per il volumetto "Dono e perdono" uscito in questi giorni: ne ricevo le copie omaggio.
Lei ha aperto la via della pubblicazione con il suo giudizio positivo lo scorso anno e lei ha voluto introdurre il volumetto presentando la figura di Ferdinand Ulrich.
Ulrich è un autore difficile; ma intriga. Se riuscirò a fare ancora qualcosa su di lui (ho 86 anni), la terrò al corrente.
Intanto accludo un piccolo lavoro redatto per presentare H.U.v.Balthasar: se vuole dare uno sguardo e dirmi qualcosa. L'ho scritto pensando agli studenti (sono insegnante anch'io): che sia facile da capire e sia diretto: faccio parlare principalmente lo stesso Balthasar. Il titolo rifà il verso al linguaggio sportivo: ... Milan vs. Inter.
E ho un desiderio: come poter avere la registrazione delle lezioni di Ulrich? ... Dopo tanto leggerne gli scritti, vorrei sentire la sua viva voce. Mi dicono che quando fa lezione Ulrich è molto più facile che quando scrive.
Stimatissimo Roberto, dovesse scendere in Italia e capitasse dalle parti di Frascati ... qui c'è dell' est est est ...
Nel Signore Gesù e la sua dolce Madre sono il suo, Don Giuseppe Maffei - Carissimo padre Maffei, grazie per le sue righe; leggerò volentieri ciò che ha scritto su von Balthasar, che ho conosciuto personalmente. Io non so se vi sia una registrazione delle lezioni di Ulrich, ma credo che Ulrich stesso sarebbe molto scettico su di esse. Una volta gli dissi, con entusiasmo, che avevo una registrazione di una lezione di Balthasar, con il quale era legato da un’amicizia intima, e che se voleva gliela avrei fatta sentire; mi rispose, gentilmente, con un no: la sua voce nel frattempo in cielo è diversa, mi disse. Sono anche molto grato che lei come salesiano si sia occupato di Ulrich; da sempre ho un legame sentito con don Bosco e i suoi figli. Che il Signore la benedica, dalla diaspora tedesca, suo Roberto
Nella parabola cosiddetta del „figliol prodigo“ (Lc 15) Dio Padre si presenta come vicino, tenero e misericordioso, anche come un Dio che lascia andare il proprio figlio, e che lo attende e lo vede arrivare già da lontano. Questa vicinanza misericordiosa di Dio, non toglie il fatto che sa essere duro, anzi durissimo come leggiamo in Ezechiele 14, 12-23, nei quali versi si dice esplicitamente che anche la presenza di tre giusti non cambierà nulla nella condanna prevista da Dio stesso; questi tre salveranno se stessi, basta! „Essi soltanto si salverebbero per la loro giustizia“. Anche un Papa misericordioso, come Francesco, ha detto parole durissime contro i corrotti.
Ovviamente, dal punto di vista neotestamentario, presente anche nell’AT, non dobbiamo rinunciare all’amore vicario, anche per i nemici. Adrian in un manoscritto che mi ha mandato si esprime così: „In questo contesto {dell’amore per i nemici}, inoltre, “per” - ὑπὲρ più il genitivo in greco - significa non solo “a beneficio di”, ma anche “al posto di”. Dobbiamo compiere un atto di rappresentanza vicaria per i nostri persecutori, facendo a loro nome ciò che essi stessi si rifiutano di fare da soli: comunicare con noi in Dio. In questa rappresentanza vicaria, in questa posizione per i nostri nemici coram Deo, compensiamo il loro rifiuto di amarci in reciprocità. Compensiamo la mancanza di ricompensa senza la quale l'amicizia è normalmente impossibile. Notate che non ridefiniamo l'amicizia stessa come una benevolenza unilaterale senza alcun interesse nella ricompensa da parte dell'altro. Piuttosto, estendiamo la reciprocità dell'amicizia in una mediazione e intercessione in gran parte invisibile davanti a Dio. In tutto questo, imitiamo Cristo stesso, che non solo ha dato la vita per noi quando eravamo ancora peccatori e nemici, ma ci ha anche rappresentati vicariamente, dicendo “Sì” al nostro posto e riconciliandoci così con il Padre (questa è la condizione della possibilità di accettare questo atto di riconciliazione a nostro nome). “L'amore di Cristo ci costringe, giudicando come giudichiamo che uno è morto per [ὑπὲρ] tutti, quindi tutti sono morti. E lui è morto per tutti, affinché coloro che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (1 Cor 5:14-15).“ Ezechiele agisce prima di questa sofferenza vicaria, ma la durezza con sui si esprime non è sorpassata dal NT, se non si vuole ridurre l’amore in sentimentalismo (un tema importante nei „Demoni“ di Dostoevskij, nel quale il sentimentalismo del maestro di Stawrogin, genera il suo vuoto interiore). Gesù spiega infine Adrian non vuole mettere in dubbio l’importanza dell’amore reciproco {che non è sentimentalismo}, quando ci chiede di amare i nostri nemici; Gesù argomenta: se amate solo chi vi ama, che fate di speciale, ma quello che viene messo in discussione non è la reciprocità. Adrian lo esprime così: „Quindi, agli occhi di Gesù, ciò che è sbagliato non è il desiderio di reciprocità, ma la perversione di questo desiderio in un vuoto rispecchiamento di sé.“ Questo „vuoto rispecchiamento di sé“ che genera vuoto, è la forma più disastrosa di sentimentalismo.
David e Johanna
(Wetterzeube, l’8.2.25) Con Calcedonia (451) si chirisce in che cosa consista l’ortodossia a riguardo delle due nature di Cristo; questa decisione teologica ha come conseguenza anche la scissione definitiva delle Chiese paleocristiane (cf. Matthias Kopp, L’eredità cristiana dell’Irak, 57); una spiritualità che si basasse su una conciliazione senza ortodossia non avrebbe alcuna sostanza (così ho imparato da tutti i miei maestri). Uno di loro, san Newman, diventa cattolico studiando l’arianesimo nel quarto secolo. Ferdinand Ulrich ripeteva l’importanza esistenziale di quel rapporto tra le due nature di Cristo: unite, ma non mescolate. Infondo in quella unità non mescolata è espresso il mistero di ogni vero amore gratuito, umano e divino. In questa formula è contenuto anche il destino di un vero ecumenismo e non solo per noi cristiani, ma anche per le confessioni sciite e sunnite del mondo islamico.
“Un tempo vivevo come gli dei, e non c’è bisogno di altro” (Hölderlin, Alle Parche). Si c’è bisogno di Cristo! Così possiamo vivere come Dio, nella modalità di un’unità non mescolata! PS Questa frase di Hölderlin è priva di risentimento (vedi meditazione di questa sera), ma non è ontologicamente corretta e non corrisponde all’esperienza (Konstanze): se abbiamo vissuto come gli dei vogliamo vivere ancora come gli dei; se ci è piaciuta l’Andalusia vogliamo ritornarci.
Ci sono più stili di Trump: quello „inclusivo“ che gli ha permesso di raggiungere persone come Vance, Kennedy e Gabbard. Quello di „peacemaker“, che gli ha permesso di raggiungere molti elettori stufi di guerre, ma che per ora è ancora „wishful thinking“, e quello „imperioso“ con il quale regola il suo rapporto con l’America Latina (per esempio la questione di Panama e della presenza cinese in America Latina) ma anche il rapporto con la corte internazionale di giustizia; quello del sognatore immobiliare (proposta di una riviera in Gaza). Comunque leggendo i giornali, per esempio la FAZ del fine settimana è chiaro che Trump è diventato il tema numero uno. Di una cosa sono certo: questo terremoto è salutare. E giustamente Elon Musk lo ritiene importante anche per l’Europa (MEGA). Infine è vero che bisogna vedere la storia non solo dal punto di vista di questi potenti, per il qual motivo ha ragione „Der Freitag“ ad intervistare quattro migranti chiedendosi se è possibile vivere in un paese lacerato dal dibattito migratorio. Probabilmente anche per esso vale: uniti e non mescolati!
Abba nostro…
(Pomeriggio) È stata una grande sorpresa ed anche una grande gioia quando mia figlia Johanna mi ha detto che prega regolarmene il rosario. Io penso che lei abbia un’anima grande, ma non sapevo di questa dimensione religiosa, che ha imparato in famiglia.
Non sapevo che Tommaso Moro fosse un francescano secolare; ho una grande stima di questo santo inglese di cui parla Michele nel suo scritto sull’amore. Questa frase citata dalla mia amica francescana ne rappresenta la figura in modo molto convincente. Tommaso Moro a sua figlia Margaret: "Alcune persone credono che se parlano in un modo e pensano in un altro, Dio presterà più attenzione ai loro cuori che alle loro labbra. Da parte mia, non posso agire come loro in una questione così importante: non ometterei il giuramento se la mia coscienza me lo imponesse, anche se gli altri lo rifiutassero; e allo stesso modo, non lo farei contro la mia coscienza, anche se lo facessero tutti gli altri".
(Sera) Tra i tanti pensieri geniali sul risentimento di Max Scheler vorrei riflettere su quel rapporto tra democrazia e risentimento e tra i media e il risentimento di cui parla il filosofo tedesco alla pagina 25 dell’edizione di Klostermann. Dopo aver letto le quattro testimonianze di cui avevo parlato questa mattina (cf. Der Freitag) ho pensato che le paure delle persone intervistate con retroterra migratorio (quella che mi è piaciuta di più è stata quella di origine curda) sono il risultato di un lavoro giornalistico che diffonde ed irradia il risentimento. Quasi tutto quello che si scrive sulla AfD è frutto di risentimento; un lavoro giornalistico che davvero aiuti a superare il risentimento sarebbe quello che spiega il successo dell’AfD, non quello che criminalizza questo partito che nel contesto democratico e parlamentare ha il merito di canalizzare paure e preoccupazioni esistenti; è vero che non è in grado di canalizzare la paure delle persone come quelle scelte dalla rivista „Der Freitag“, ma di tantissime altre. Comunque come dice Konstanze bisogna tenere conto anche delle paure e delle preoccupazioni di queste donne (una di origine curda, una di origine africana, una coreana ed una araba)…e questo è il merito della rivista tedesca gemellata con „The Guardian“. // Per quanto riguarda la struttura formale del risentimento Scheler si esprime così: “Si afferma, si stima, si loda qualcosa, una posizione A, non per la sua qualità intrinseca, ma nell'intenzione - che rimane senza espressione linguistica - di negare, svalutare, rimproverare un’altra posizione, B. La A viene “giocata” contro la B. (25). QUESTA struttura formale la si può ritrovare dappertutto: nel dialogo con una persona di famiglia, nella letteratura, nel giornalismo, etc.
PS Credo che il santo che possa liberarci da ogni forma di risentimento sia Tommaso Moro, che muore abbracciando chi lo uccide, pregando per il re e invocando misericordia per sé.
Passeggiata al tramonto
Konstanze
Johanna
(Notte) „Popolo e profeta porteranno la pena della loro iniquità“ (Ez 14, 10). Non vi è garanzia di perfezione: né per gli anziani, né per il popolo, né per il profeta. Per tutti vale la possibilità di porre i propri idoli nel proprio cuore e di approfittare di ogni occasione per peccare. La formula è usata più volte (cf. Ez 14, 1-11). Nella versione del 1974 della CEI suonava: „tengono fisso lo sguardo all’occasione della loro iniquità appena si mostri“. Cosa fare? „Convertitevi, abbandonate i vostri idoli e distogliete la faccia da tutti i vostri abomini“ (Ez 14, 6). Certo è probabile che Ezechiele pensi „a pratiche superstiziose ed occulte, amuleti, riti magici“ (Rota Scalabrini/Bertinetti). Dobbiamo chiedere al Signore che ci indichi quali siano i nostri idoli e i nostri abomini. In genere gli idoli sono „creature o immagini o simulacri“. L’abominio è profanazione del tempio e forse in genere di ciò che è divino. Chiedo a Gesù che mi prenda per mano e mi aiuti nel processo di conversione.
„La relativizzazione dei beni terreni (e creati) da parte di Cristo è la critica profetica definitiva dell'idolatria. Ma è anche l'atto supremo di ringraziamento, la benedizione suprema del Padre della luce, “dal quale discende ogni dono buono e perfetto”, come leggiamo nella Lettera di Giacomo. I due momenti, quello critico e quello grato, sono due facce della stessa medaglia, proprio come l'essenza dell'idolatria, secondo le parole di San Paolo, è il rifiuto di “ringraziare Dio come Dio”.“ (Adrian Walker, „Come usare Nietzsche“, pro manuscriptu) - La conversione di cui parlavo prima consiste nel ringraziare Dio come Dio! „La relativizzazione cristologica dei beni terreni (e creati) è un rinvio filiale di essi, e di se stessi, alla loro Fonte paterna, in modo che “tutto l'onore e la gloria” possano essere suoi “nei secoli dei secoli…. Cristo cii solleva nella sfera in cui Egli è sempre a casa, la sfera dello stesso Padre, e così facendo, realizza la nostra glorificazione. Glorificazione è una parola chiave qui: coloro che glorificano il Padre partecipano della sua gloria. Entrano in un patto di reciproca glorificazione, un patto in cui l'uomo raggiunge la massima espressione di quella gioiosa auto-espansione che Nietzsche chiamava “volontà di potenza”. Lo fanno, tuttavia, in modo grato, piuttosto che risentito.”“ (Adrian Walker, ibidem). Non si può negare la logica del servizio in Cristo e neppure il fatto che egli trasvaluti i valori puramente umani. Ma questo servizio è „basileia“ (potere), una basileia che agisce in forza di una „exousia“(autorità) sua propria. Adrian ne parla così: „Se tutto ciò è vero, allora Cristo stesso, Cristo nella sua forma più distintamente cristiana, richiede e consente un'integrazione dell'ethos aristocratico con un amore al servizio del bene comune. Cristo fonda e modella l'ideale cavalleresco.“ Nel suo saggio che Adrian mi ha inviato cerca di spiegare come mai anche l’umiliazione dell’obbedienza, in un Ordine religioso, non sia umiliazione per l’umiliazione, come non la Croce ma la Risurrezione è la meta dell’opera creazionale e redentrice di Dio. Per quanto riguarda l’uso cristiano di Nietzsche il saggio alla fine afferma: „Uno dei tanti meriti di Nietzsche è quello di confrontarci in modo provocatorio e scomodo con questo sorprendente capovolgimento. Se sappiamo cosa stiamo facendo, possiamo usare la sua critica al cristianesimo come un salutare monito contro la separazione della Croce dalla Resurrezione, nonché contro la separazione di entrambe dall'unità complessiva della creazione e della Redenzione, una doppia separazione che inevitabilmente produce un'errata interpretazione della Croce (e del cristianesimo) come esaltazione innaturale del vergognoso, del frustrante e del distrutto in quanto tali e per se stessi. In questo senso, la polemica di Nietzsche contro il cristianesimo, se gestita con la dovuta cura, ci ricorda utilmente che c'è un'enorme differenza tra l'affermazione che la luce risplenda nelle tenebre e l'affermazione, la contraffazione della prima, che le tenebre, in quanto tali, siano già luce. Sì, Dio si sottomette liberamente a ciò che frustra la nostra natura sulla Croce, ma il suo scopo nel farlo è rivendicare se stesso come il Dio che è vita e che la dona. Lo fa non glorificando la frustrazione, ma usandola, contro la sua stessa illogicità, come strumento per il suo superamento, vale a dire: per la liberazione della creazione dalla schiavitù della corruzione e la sua liberazione nella libertà della gloria dei suoi figli.“ (Adrian Walker).
(Droyßig, il 7.2.25; compleanno di mia cugina Lorella) Ciao Lorella, volevo farti tanti auguri per il tuo compleanno. Ti auguro la benedizione di Dio e la gioia che noi uomini abbiamo bisogno per vivere. Tuo, r
La cosa più importante che ho imparato da Alberto Methol Ferré è che bisogna sempre cercare il momento di verità, anche e forse soprattutto in ciò che si crede di dover combattere, che si ritiene essere un nemico o un avversario. La meditazione di questa notte su cosa si senta più simpatico non toglie il fatto che anche in ciò che sentiamo meno simpatico, ci sia un momento di verità, ma giustamente Ernst Jünger ci aiuta a riflettere su cosa sentiamo più vicino, lui lo fa dicendo che l’anarchico lo sente più vicino che il comunista, perché quest’ultimo si fa rappresentare da un partito, mentre l’anarchico pensa ed agisce da solo. Detto questo si dovrà anche riflettere sul fatto che l’anarca (o il camminatore del bosco) non è identico con l’anarchico. Dire esplicitamente cosa sentiamo più simpatico è necessario, perché a volte il momento di verità dell’altro lo si può solo presupporre e non proporlo esplicitamente e noi abbiamo bisogno più del pane di quella ironia del modo di pensare di Jünger. Nella riflessione di questa notte ho applicato questi pensieri a Trump, ma ovviamente hanno un senso più ampio di questo paragone; con Peguy penso che si debba fare un ermeneutica di personalità forti a livello politico; è possibile che il pensatore e poeta francese sentisse il socialista come a lui più prossimo (anche da convertito), ma Peguy era un socialista sui generis, che ha sempre difeso la verità di una persona senza considerare a quale partito appartenesse (caso Dreifuß). Per dirla in breve: quello che davvero mi preoccupa è la confusione della verità con qualcosa che le assomiglia, ma che non è la verità stessa; per questo sono molto grato alla formula di Jünger a riguardo delle „armi avvelenate della compassione“; se uno abbia o meno davvero un cuore amoroso, gratuitamente amoroso, non lo si vede tanto nelle persone che loda, ma nella sua capacità o meno di considerare il momento di verità del nemico! Che è poi quello che dice Gesù nel discorso della montagna a proposito dell’amore per il nemico. PS Questo era tra l’altro il tema di una parte della mia ultima lezione di antropologia nell’undicesima classe.
„Per tre volte il Cristo in croce si animò, e gli disse: “Va’, Francesco, e ripara la mia Chiesa in rovina”. Questo semplice avvenimento della parola del Signore udita nella chiesa di S. Damiano nasconde un simbolismo profondo. Immediatamente san Francesco è chiamato a riparare questa chiesetta, ma lo stato rovinoso di questo edificio è simbolo della situazione drammatica e inquietante della Chiesa stessa in quel tempo, con una fede superficiale che non forma e non trasforma la vita, con un clero poco zelante, con il raffreddarsi dell’amore; una distruzione interiore della Chiesa che comporta anche una decomposizione dell’unità, con la nascita di movimenti ereticali. Tuttavia, in questa Chiesa in rovina sta nel centro il Crocifisso e parla: chiama al rinnovamento, chiama Francesco ad un lavoro manuale per riparare concretamente la chiesetta di san Damiano, simbolo della chiamata più profonda a rinnovare la Chiesa stessa di Cristo, con la sua radicalità di fede e con il suo entusiasmo di amore per Cristo. Questo avvenimento, accaduto probabilmente nel 1205, fa pensare ad un altro avvenimento simile verificatosi nel 1207: il sogno del Papa Innocenzo III. Questi vede in sogno che la Basilica di San Giovanni in Laterano, la chiesa madre di tutte le chiese, sta crollando e un religioso piccolo e insignificante puntella con le sue spalle la chiesa affinché non cada. E’ interessante notare, da una parte, che non è il Papa che dà l’aiuto affinché la chiesa non crolli, ma un piccolo e insignificante religioso, che il Papa riconosce in Francesco che Gli fa visita. Innocenzo III era un Papa potente, di grande cultura teologica, come pure di grande potere politico, tuttavia non è lui a rinnovare la Chiesa, ma il piccolo e insignificante religioso: è san Francesco, chiamato da Dio. Dall’altra parte, però, è importante notare che san Francesco non rinnova la Chiesa senza o contro il Papa, ma solo in comunione con lui. Le due realtà vanno insieme: il Successore di Pietro, i Vescovi, la Chiesa fondata sulla successione degli Apostoli e il carisma nuovo che lo Spirito Santo crea in questo momento per rinnovare la Chiesa. Insieme cresce il vero rinnovamento.“ (Papa Benedetto XVI, Udienza generale del 27 gennaio del 2010) - Michele cita con ragione questa Udienza generale perché permette di comprendere la spiritualità francescana, ma anche quello che ci ha insegnato Ferdinand Ulrich, che in un certo senso è paragonabile, almeno per quanto riguarda la mia esperienza della Chiesa qui in Germania, a quel „religioso piccolo e insignificante, che puntella con le sue spalle la chiesa affinché non cada“. In un certo senso san Francesco è davvero un „camminatore nel bosco“ ed un „anarca“ (non anarchico); non gli interessa una Chiesa come „partito“, ma la Chiesa come „mistero“, e quest’ultima esiste solo „sub et cum Petro“ ed in un affidamento a Maria (il tema dell’ultima catechesi di Papa Francesco, letta da un sacerdote perché il Papa è raffreddato, e che ci ricorda il coraggio di Maria e il suo viaggio da Elisabetta): „ Madre e regina nostra, accetta le nostre fraternità. Agisci in ciascuna di essa e in ciascuno dei suoi membri secondo la tua volontà. Veglia sulla grazia della nostra vocazione nell’OFS. Santa Maria vergine, ci affidiamo al tuo cuore materno come l'han fatto il nostro serafico padre San Francesco in totale fiducia, perché sei nostra madre, la nostra protettrice e la nostra avvocata e ottieni ogni grazia di misericordia dal tuo Figlio. Amen“ (Atto di consacrazione dell’Ordine francescano secolare alla Vergine Maria; citato da Michele, 32). Ripeto questo atto di consacrazione anche per la Fraternità di CL, che il Santo Padre ha posto, per ancora cinque anni, sotto la guida di Davide Prosperi. Per quanto riguarda la mia e la nostra consacrazione ai cuori immacolati di Gesù ripeto con fiducia il suo valore per noi (Konstanze e me), come abbiamo fatto sul monte Carmelo ad Israele nel 2016. - Detto questo è chiaro che non ho nessuna intenzione di nascondere dietro un linguaggio pio i problemi che vedo in atto nella Chiesa qui in Germania. Se penso alle parrocchie qui nella nostra vicinanza, abbiamo a che fare anche qui con „una fede superficiale che non forma e non trasforma la vita“, come lo vedo nel tentativo „manageriale“ di formare parrocchie territorialmente gigantesche, per mancanza di sacerdoti. Ma abbiamo anche a che fare con vocazioni tarde al sacerdozio di sacerdoti che vogliono fare un lavoro pastorale e spirituale, ma che sono costretti a fare i manager per il motivo sopra accennato (Zeitz); abbiamo buoni sacerdoti che hanno incontrato una donna e che per questo devono lasciare ogni presenza pastorale e spirituale e che sono amati dai propri parrocchiani (Naumburg)…
Abba nostro…
(Sera) Ad un certo punto mi è diventato chiaro che Ernst Jünger era diventato per me un autore di riferimento, non perché io sia sempre d’accordo con lui (a parte il fatto che lui stesso cambia giudizio nel passare del tempo e nel considerare un certo tema da un’altra prospettiva: come è nel caso della pena di morte), ma perché il mio corpo e il mio spirito, il mio cuore trovano in lui una corrispondenza ultima, ripeto non quella dell’avere la stessa opinione, ma quella dello stesso bisogno di autenticità e sincerità. È diventato un compagno di strada „necessario“, nel senso della parola tedesca „not-wendig“: egli „wendet“ la „Not“, „gira“, „rivolta“ nel senso di „supera“, il „bisogno“. Ed ora qualche suo giudizio dal „cuore avventuroso“. 1) “Mi ha sempre stupito che i giovani siano spesso già troppo sicuri nel rifiutare fenomeni complessi, molto prima di raggiungere una consapevolezza più solida - ma dopotutto il gusto precede il giudizio” (163). Quando parlo con un giovane quindicenne della Chiesa, un mio allievo cattolico, uno dei pochi, sono stupito che ancora prima di aver raggiunto una „consapevolezza più solida“, quella che sarebbe possibile solamente in una relazione di rispetto profondo, che non ha, con un maestro, giudichi tutto con una spensieratezza da far spavento; Jünger mi fa, però, capire che questo in un certo senso è normale, perché „dopotutto il gusto precede il giudizio“ e questo vale per tutti, e solo un maestro davvero molto fine potrebbe mettere in sé e nell’aiuto degli altri „il giudizio prima del gusto“. 2) „Esigiamo da lui (dall'eroe), in quanto massimo simbolo della vita, anche la massima nobiltà insita in questa vita - perché anche l'animale, quando non è più equipaggiato, quando è sopraffatto dalla debolezza mortale e quando sente che deve morire senza combattere, si ritira nell’oscurità.“ (164). Jünger dice che non si può raccontare tutto, alcune cose sono troppo „vergognose“ e devono accadere nell’oscurità. Ed anche il poeta o il narratore deve chiedersi cosa voglia e possa davvero raccontare. Questo vale anche per i grandi come Omero (la scena di Ettore trascinato dal furioso Achille è l’esempio che fa Jünger di qualcosa di davvero vergognoso), o per Dante - non mi è possibile perdonargli di aver messo nell’inferno persone con nome e cognome! Forse le follie di De Sade sono meno gravi di questa decisione di Dante. 3) “E in effetti, quando la fede in un rapporto di colpa più profondo è andata perduta, il crimine rimane come un fenomeno che deve essere risolto con i mezzi della logica e della psicologia. Ma allora si è in grado di dimostrare che il crimine si basa su fondamenti anormali, patologici o sociali.” (166-167) - se questo fosse vero la pena di morte non avrebbe alcun senso; la pena di morte potrebbe aver un senso come „espiazione del proprio peccato“; ma se non vi è nulla da espiare, allora bisogna curare le persone, non condannarle a morte. „“L'umanità ha ragione quando tratta con parsimonia la vita individuale, non perché questa sia la cosa più preziosa, ma perché è la cosa più preziosa che le è rimasta”. La cosa più preziosa, è e rimane la „communio“. PS Mi scrive Giuseppe su Dante: „su Dante che mette all’inferno con nome e cognome non mi sento particolarmente turbato: la considero una necessità poetica nel suo tentativo di portare la storia nell’eterno; del resto lui sì che ne è turbato, come si fa dire dal suo avo Cacciaguida (Par. XVII, ma cito a memoria).
(Notte) Se è anche vero che vi è un momento di verità in tutte le posizioni, rimane vero anche il fatto che vi è un discernimento tra profeti veri e profeti falsi (vale anche per le profetesse) (Ez 13). La colpa in questo capitolo è espressa precisamente: vedere per Gerusalemme „una visione di pace, mentre non vi era pace“. La „profezia della pace“ non cade in questo errore.
(Eisenberg, il 6.2.25) Al Ferdinand hanno tolto i punti e il gesso, quindi sembra che il processo di guarigione stia funzionando bene. L’Internista, da cui sono stato, perché un valore dell’esame del sangue, era un po’ sopra la norma, mi ha detto che sto molto bene per la mia età.
Per quanto riguarda il vangelo di oggi (Mc 6,7-13) vorrei sottolineare due aspetti. In primo luogo che Gesù ha l’exousia sugli spiriti impuri; credo sia necessario discernere tra l’impurità degli spiriti impuri e quella derivata dalla semplice appartenenza alla società trasparente, ma è importante ricordarsi sempre di nuovo che noi dobbiamo supplicare una partecipazione a questa exousia di Gesù, sia per quanto riguarda gli spiriti maligni sia per quanto riguarda le malattie; senza questa partecipazione l’annuncio evangelico sarà sempre più astratto, in modo particolare per una società come la nostra che conosce forme terapeutiche di diverso genere, ma nella quale i malati, anche cronici, continuano ad esistere. Credo che nella opposizione feconda tra religione e scienza (non nell’esclusione di uno dei due poli) ci sia un potenziale di guarigione che dovrebbe essere usato. Il secondo punto è quello della povertà nella nostra attività missionaria; ovviamente non siamo tutti chiamati alla radicalità francescana, ma nella vita borghese ci sono più occasioni per ricordarsi della povertà (non miseria) come valore!
Nella MZ di oggi si è dato voce ad una difficoltà che hanno i mussulmani qui da noi in Sassonia-Anhalt e cioè che non è loro lecito essere sepolti in un telo (sotto la terra), perché sotto la terra si viene sepolti con una bara, suppongo per motivi tradizionali e igienici. Il problema igienico dovrebbe essere superato scavando in profondità; tutto sommato l’idea di essere immediatamente a contatto con la terra, solo con un telo di distanza, la trovo, dopo averci pensato un po’ su, attraente.
Per quanto riguarda Trump trovo la formula di Alessandro buona: „choc e trattative“. Ovviamente mi è chiaro che nessuno può essere deportato contro la propria volontà da un posto all’altro, ma in vero le riflessioni di Trump sulla praticabilità immobiliare e politica di una tale ricostruzione di Gaza, in modo che sia di nuovo patria, non sono prima facie del tutto „matte“. PS un approfondimento su Trump e i cattolici di sinistra lo trovate nella riflessione notturna
Abba nostro…
(Notte) Credo che sia necessario in questo anno del giubileo riprendere a pensare e a pregare per la salvezza di tutte le anime, anche nel senso per cui San Francesco aveva chiesto „al papa Onorio III la grazia dell’indulgenza plenaria della Porziuncula“ (Michele Altmeyer, Tu sei amore, pro manuscriptu, 31).
„Infatti non ci sarà più visione falsa né vaticinio fallace in mezzo alla casa di Israele“ (Ez 12, 24) - questo vale ancor più per la Chiesa se colei o colui che ha una visione si fa guidare dalla Chiesa (come Adrienne da Hans Urs) non si sbaglia.
La „genia di ribelli“ sono coloro in Israele che se ne fregano della Parola di Dio e della mediazione profetica. Cioè la genia ribelle siamo noi, non gli altri!
Con un certo dolore vedo che chi, tra i cattolici, per quattro anni non ha detto una parola profetica sull’amministrazione guerrafondaia di Biden e sul finanziamento di questa amministrazione del genocidio palestinese, si scandalizza ora per ogni parola di Trump. Non è solo una questione di falso giudizio politico, perché questo in vero è possibile a tutti, anche a me. C’è una scelta da fare che Jünger propone in termini molto duri nel „cuore avventuroso“: Rousseau (vergognoso) o De Sade (matto)? Comunista o anarchico? Molti cattolici trovano simpatico piuttosto il „comunismo“ che „l’anarchia“. Non hanno il minimo senso per quel „atteggiamento diverso, molto più vicino al criminale che all'umanità moderna”, proprio dell’anarchico. Ci sono cristiani che confondono l’amore gratuito con le „armi avvelenate della compassione“ (cf. Ernst Jünger, Il cuore avventuroso, 160). Nella sua lotta contro il deep state Trump incarna un momento anarchico che me lo rende del tutto simpatico; è possibile che faccia anche errori e che dica frasi sconsiderate, ma è vero che tutti noi le diciamo! E come dice Mary Harrington di Trump si può dire tutto, ma non che non sia un uomo; i suoi avversari parlano come un „partito“ con l’arroganza incredibile di pensare di avere sempre ragione. Non si chiedono mai e poi mai quale sia il momento di verità del loro avversario: sono i porta-voci di una natura umanitaria, e non vi è in essi nulla di veramente umano, quindi di sbagliato, di aggressivo, ma anche di realmente generoso e poi sono di una noia infinita!
(Berlin, 4.2.25) L’articolo di Robert P. Impelli sul padre De Lubac è l’occasione di fare memoria di questo grande gesuita, che ha insistito tanto sulla singolarità di Cristo, nelle tre dimensioni „corporali“ dell’incarnazione stessa, dell’eucarestia e di quel network che è la Chiesa. Queste tre dimensioni non hanno smesso di essere vitali per noi, neppure qui nella diaspora.
Per quanto riguarda Berlino vorrei solo scrivere due righe „interiori“: credo che ci sia un cuore avventuroso (Jünger), ma anche un cuore amante (Papa Francesco) ed uno piccolo (Konstanze); ecco per vivere o anche solo per passare una giornata in questa città „storica“ c’è bisogno di queste tre dimensioni del cuore.
Abba nostro…
Gropius Bau, Berlino
Chiesa evangelica di San Luca
(Wetterzeube, il 2.2.25; San Biagio) Nei Demoni 5, II c’è una frase che mi ha fatto molto riflettere sull’obbedienza di un fanatico, al servizio di un idea generale, incarnata in una persona. Io non credo che l’obbedienza di Ignazio sia da intendere così; il superiore è trasparente ad una persona che è amore assoluto e non ad un’idea generale e non ha bisogno di quell’intelligenza spicciola del fanatico, ma di una vera e propria intelligenza del cuore!
Alessandro Banfi pensa che, per la natura della cosa stessa, i vari nazionalismi mondiali non possono avere una piattaforma comune, ma credo che su questo si sbagli. Hanno in comune una certa idea di democrazia non sovraccaricata di norme, tanto meno dell’idea paternalistica di doverla salvare, perché minacciata. Che poi a Berlino ci sia stata una grande manifestazione contro la AfD non vuol dire nulla, sarebbe come voler comprendere da una manifestazione in California cosa si pensi in quasi tutti gli altri stati…
Non so valutare la guerra dei dazi, ma la trovo meno pericolosa di quella con le armi (ovviamente deve essere verificato se siano costituzionali, cioè conformi alla Costituzione). Per quanto poi riguarda l’uso della parola „deportazione“ (che a me me fa venire in mente il nazismo e lo stalinismo) io non so se la si possa usare per ciò che ha ordinato Trump, comunque sto all’erta…PS Anche Juan David Rojas (UnHerd) usa questo termine, ma in modo moderato, e per avvertire l’amministrazione Trump a non esagerare.
Eros, sesso, cuore - il più grande è il cuore e voglia Gesù attirarmi nel suo cuore! Ma anche le altre due energie fanno parte dell’economia della vita; chiedo la grazia del discernimento saggio su tutto ciò!
Caro san Biagio, grazie di tutto (in primo luogo della riuscita dell’operazione alla gola di Johanna quando era una piccola bambina), fai che la tosse di Konstanze passi!
Abba nostro…
Nadia e Ferdinand
(Pomeriggio) La mia amica francescana Michele mi ricorda che San Francesco chiamava la povertà; „Signora povertà“ (cfr Regola OFS 11). E chiaro che nella mia vita di sposato non ho mai vissuto secondo il consiglio evangelico della povertà; nei primi anni in Sassonia-Anhalt abbiamo vissuto in uno dei Länder più poveri, con un alto numero di disoccupati; attraverso il fondo Papa Francesco abbiamo aiutato persone che si sono trovate in difficolta estrema, ma personalmente appartengo ad una delle categorie meglio pagate dalla Germania; andando in pensione, però, guadagnerò molto di meno - questo è uno dei motivi per cui voterei la Wagenknecht se fossi tedesco, perché ha messo a tema la questione delle pensione minime che ci troviamo a ricevere anche dopo aver pagato per 30 anni le tasse. Ma in forza dell’eredità paterna, probabilmente, anche questa diminuzione di più della metà di ciò che guadagno ora non sarà davvero un problema; forse un ricordo a pensare che i soldi non ci rendono gioiosi. Con il nostro sostegno dell’Elemosineria Vaticana abbiamo cercato di onorare quella „Signora povertà“ francescana di cui parlavo all’inizio.
La questione della ospitalità degli stranieri non è certo solo un tema caro a Papa Francesco, ho letto in Facebook una frase di Papa Paolo VI che insiste tanto su questo tema. E tutta la dottrina sociale cattolica ci ricorda l'importanza dell'ospitalità di stranieri bisognosi. Alla stesso tempo, però, credo che, in forza di quello che dice anche il Vaticano secondo sulla relativa autonomia delle riflessioni politiche, è innegabile che ci sia un problema di mancata integrazione degli stranieri, che ha creato una paura nella popolazione anche qui da noi, che non può essere timbrata con il termine di nazismo o fascismo o negazione dell’importanza delle opere della misericordia, perché, per esempio, nel caso dell'Ucraina c'era stato un grande movimento del cuore dei miei connazionali, appena era iniziata la guerra…
(Notte) Fa parte del lavoro profetico „parlare contro“ (Ez 11,4). Nel testo biblico si tratta della „fazione politica filo-egiziana e anti-babilonese“ (Rota Scalabrini-Bertinetti), ma in vero identificare oggi la fazione politica contro cui è necessario „parlare contro“ implica un lavoro di discernimento, nel quale non ci si può far guidare sempre dalla „lectio facilior“; già il fatto che quasi tutti i media aziendali parlino contro Trump, me lo rende simpatico. E chi può dire di sé che ha seguito le leggi e osservato le norme (cf. Ez 11,12)? Solo se Dio ci da un „cuore di carne“ al posto del nostro „cuore di pietra“ (cf. Ez 11, 19; Ger 31, 31-34) possiamo seguire davvero la legge; e per quanto riguarda la „deportazione“, la gloria di Dio viaggia con essa; Dio sarà per i deportati „per poco tempo un santuario“ (Ez 11, 16). Questo non giustifica ovviamente alcuna „deportazione“ e bisogna stare all’erta quando si deportano uomini…Buona notte!
(Wetterzeube, il 2.2.25; 4. Domenica del Tempo Ordinario; Presentazione di Gesù al Tempio) Per quanto riguarda la sonnolenza provocata dalla birra, bisogna anche dire che io non ho la connotazione del sonno, che rivela nella sua frase sarcastica, Jünger, piuttosto ho, almeno come desiderio, quella di Peguy, che ha scritto un inno del sonno. E sul mio tavolino da notte vi è un Gesù dormiente; allo stesso tempo è vero che la sonnolenza non è il sonno, piuttosto è metafora di noia, come l’osservazione di Massimo Faggioli, che le frasi sull’ordo amoris di Vance sarebbero insignificanti, perché non corrisponderebbero al suo comportamento, è del tutto noiosa. „Se consideri le colpe Signore, Signore, chi ti può resistere?“ (Salmo 130, 3).
Abba nostro…
(Notte) „Il cortile fu pieno dello splendore della gloria del Signore“ (Ez 10, 4). Per comprendere Fil 2, 6-8 bisogna avere un senso della gloria di Dio; senza avere questo senso non è possibile comprendere quel „non ritenne un privilegio essere come Dio“!
Questa sera al tramonto!
(Wetterzeube, il 1.2.25) La comunicazione della morte di mio padre ritorna nei miei sogni. Mi avvicino a mia zia, con la quale mio padre non parlava da anni (in vero non so bene chi non volesse parlare con chi), lei si accorge che volevo comunicarle la morte di mio papà, ma continua il suo lavoro, forse per nascondere l’emozione. Da lontano vedo mia mamma, ma anche lei al mio avvicinarmi sparisce con un grande libro in mano, quando arrivo alla porta della stanza dove si era nascosta, il libro è aperto, forse un libro liturgico: penso che anche lei voglia rimanere da sola, dopo la morte di una persona con la quale ha passato più di 60 anni insieme…
Nei capitoli iniziali del libro di Matthias Kopp „sull’eredità cristiana in Irak“ ritorno con il pensiero al tempo nel quale Konstanze lavorò sulla città di Uruk nella sua laurea a Monaco di Baviera, sotto la guida di Edzard Dietz-Otto (assiriologia) e del grande Christian Meier (Storia antica)…per la prima volta mi accorsi della complessità della storia e del susseguirsi di nuove formazioni geopolitiche di quella zona e di tutto un mondo oltre l’impero romano…
Il fatto che il Bundestag ha respinto il progetto di legge della CDU/CSU sulla migrazione è stato l’oggetto del dialogo tra mia moglie e me a colazione. Le ho letto il commento dell’editoriale di Jasper von Altenbockum (FAZ) sulla frase di Rolf Mützenich (SPD) che avrebbe visto la vittoria di questo progetto di legge come „portone dell’inferno“; metaforica questa che il giornalista della FAZ ritiene un’ „esagerazione grottesca“. Il punto che interessava me è il giudizio di von Altenbockum sul divario su questo tema migratorio tra il risultato nel parlamento e „l’umore della popolazione“, ma proprio su questo punto mia moglie, con ragione, mi ha fatto notare che „l’umore della popolazione“ è una categoria molto vaga. Il progetto di legge riguardava il termine: „limitazione della migrazione“, che il governo detto del semaforo aveva eliminato perché non corrispondente alla sua filosofia della migrazione e la questione del „ricongiungimento familiare“ di cui probabilmente si è abusato, ma che secondo mia mogie corrisponde all’idea delle opere della misericordia. Questa mattina leggendo il grande libro sull’eredità cristiana nell’Irak di Matthias Kopp ho pensato che una „mescolanza dei popoli“ non è né evitabile né qualcosa di solo negativo, ma allo stesso tempo sento come mio il giudizio di mia moglie: su questi temi si dovrebbe parlare in modo non manipolativo e purtroppo nessuno su questo punto sarebbe in grado di scagliare la famosa pietra contro gli altri, di colui che sarebbe senza peccato. Sahra Wagenknecht ha certamente avuto il coraggio di dire cose importanti sulla profezia della pace, ma per quanto riguarda il suo discorso sugli stranieri in Germania, non parla in modo limpido, ma demagogico. Non è vero, per fare un esempio, mi ha fatto notare mia moglie, che la mancanza di insegnanti abbia a che fare con un esagerato numero di stranieri; nella nostra regione gli stranieri sono relativamente pochi e gli insegnanti mancano ugualmente e i profughi ucraini, che sono tanti, hanno i loro insegnanti…Per quanto mi riguarda anche il discorso di Markus Söder (CSU) che l’AfD sia un „nemico del sistema“, devo dire che lo trovo molto manipolativo. L’AfD fa parte del sistema democratico, che Til van Rahden (cfr la mia riflessione di ieri pomeriggio) vuole definire in modo minimo e non massimale. “Vale quindi la pena di non sovraccaricare il concetto di democrazia con termini normativi. Solo così potremo andare a fondo delle passioni contraddittorie e delle fragili speranze, paure e preoccupazioni che si sono riflesse nei dibattiti contemporanei” (Till van Rahden, Demokratie, Frankfurt/New York, 2019, 29). E proprio di queste paure e preoccupazioni si fanno portavoce BSW e AfD ed ora anche CDU/CSU, che ritengono di governare in modo più efficiente di tutti gli altri.
In dialogo con Adrienne. Essere così nel compito che il Signore ci ha dato, che non abbiamo alcuna paura che Egli ci guardi e ci ascolti sempre (cf La parola e la mistica, II, 211) - questo è per me desiderio, ma è probabile che non sappia neppure bene cosa desideri desiderandolo. Per Adrienne è realtà sia come bambina di otto anni sia come donna di 45; la bambina ha un aggancio a Dio più immediato e più fresco, la donna adulta più abitudinario. Ma Dio è ciò che di più è desiderato e sentito. Vorrei pensare più a Te mio Dio, in tutto ciò che faccio, in tutto ciò che accade. Se penso all’incidente di Ferdi nella pista di neve devo dire che Tu lo hai salvato, credo per l’intercessione di Ulrich; il grande Ferdi salva il piccolo Ferdi (si fa per dire piccolo) che vola su una vecchia casupola e non contro un albero che avrebbe opposto una più grande resistenza; so che il cielo si occupa anche della tosse di Konstanze, ma non sono così limpido in tutto, in primo luogo quando vado a dormire devo superare la prigione della mia volgarità; è probabile che la dimensione erotica si mischi a questa altra della volgarità, ma non credo sia la stessa cosa. Gesù ci guarda sempre come opere/doni del Padre, anche quando lo feriamo: “In seguito sperimenterà sempre di più che il prossimo che gli infligge il male lo ferisce, ma allo stesso tempo aumenta il suo amore per il Padre; deve tanto più amare il Padre visto che ha creato anche queste persone” (Adrienne, 214)
Abba nostro…
(Pomeriggio) „Il momento culminante del Simposio è il racconto di Socrate degli insegnamenti di Diotima sull'amore. Il pensiero centrale di Diotima è che l'eros è un impulso alla nascita. Il suo scopo è generare il bene attraverso il bello. Quando Diotima spiegherà il significato di questa formula piuttosto opaca, la sua visione si rivelerà piuttosto sorprendente. Si scoprirà che dovremmo davvero essere, e spesso lo siamo, attratti dall'eros verso i nostri studenti, i nostri amici, i nostri figli e le nostre figlie, i nostri pensieri e le nostre azioni in evoluzione e persino il nostro io emergente. Come forse questo elenco eterogeneo già chiarisce, qui non si suggerisce di essere coinvolti sessualmente con nessuno di questi soggetti. La formula astratta di Diotima dovrebbe riverberarsi in un'ampia gamma di imprese procreative. L'impulso a fare figli dovrebbe condividere la stessa struttura interna dell'impulso a fare capolavori, dell'impulso a rendere la vita umana un po' migliore e dell'impulso a decidere sulle questioni più importanti. Non perché queste ultime pulsioni siano spostamenti o sublimazioni freudiane mascherate delle prime. È perché tutti danno espressione a un unico orientamento al bene, attorno al quale la vita e gli esseri umani dovrebbero essere correttamente organizzati. Questo orientamento, in una parola, è l’eros…
Non è quindi un caso che l'eros attiri la nostra attenzione sul bello. La bellezza è semplicemente la stereoscopia scintillante che l'eros vede. E quando l'esperienza della bellezza rivela un potenziale di bontà che possiamo contribuire a propagare, siamo ispirati dall'eros a contribuire a generarlo. Ora, Platone pensava che le forme perfette fossero belle e ispirassero amore, quindi è chiaro che non poteva pensare che l'esperienza della bellezza o il sorgere dell'eros richiedessero la percezione di una differenza, di un divario, tra l'attuale e l'ideale. Tuttavia, non credo che questo richieda il rifiuto dell'interpretazione stereoscopica. La visione di una forma da parte dell'occhio della mente può essere considerata un'economia della vita“ (Talbot Brewer, dal seminario di Matt, Adrian e Marc di cui ho già parlato nel diario). - Non si tratta di voler vivere in una sorta di adulterio latente (penso a me come uomo sposato), non si tratta neppure di giustificare il peccato, perché la struttura antropologica erotica non è equiparabile al peccato, ma per l’appunto ad un’economia della vita. Ed è proprio vero che nel nostro rapporto con gli altri non è in gioco primariamente solo una certa astratta carità, ma per l’appunto l’attrazione erotica come mediazione del bene attraverso il bello. Questo va inteso come ho scritto, senza alcuna riduzione puritana dell’eros. Il passaggio ulteriore e cioè quello della gratuità che possiamo chiamare agape non distrugge questa dimensione erotica; forse quel „non toccarmi“ di Gesù a Maddalena significava l’avvertenza che l’attrazione erotica per quanto buona, rimane una dimensione terrena, che di per sé non è peccato. Peccato in questa economia della vita si innesta solamente quando mi metto al di fuori della logica dell’essere come atto di amore gratuito, ma l’attrazione di una bella pianista, Cosima Heilmaier, che suona Schumann, non è peccato, ma appunto quello che ci vuole insegnare Diotima (Platone): l’eros attira la nostra attenzione al bello, per diventare più buoni.
(Notte) Il volume nono dell’opera omnia di Jünger è stato per me una rivelazione; un uomo che nel corso di decenni mi ha aperto una pista per comprendere momenti decisivi della vita: la questione della mobilitazione totale, il nodo gordiano, l’amore e il cuore, il nichilismo, la Titanic e il camminatore del bosco, infine la pace di Verdun ed in genere una solida profezia della pace. Il volume decimo che contiene il „lavoratore“ come figura epocale, che supera ogni forma di atteggiamento elitario. L’undicesimo volume con il „cuore avventuroso“ di cui sto leggendo la prima versione del 1930 mi è meno congeniale, ma contiene frasi e pensieri che mi fanno crescere e che mi danno una forza vitale, che forse nel frattempo ho perso e di cui ho bisogno per affrontare gli ultimi mesi nella scuola. Certo in questo undicesimo volume scrive un giovane alle soglie del nazionalsocialismo, con una prima guerra mondiale sulle spalle e che a volte fa patti ancora con i „demoni“ (cf pagina 156), ma che ha un senso ironico e umoristico tutto suo, in modo particolare nel passaggio sulla birra tedesca (151), nella quale bevanda l’equilibrio tra effetto stimolante e narcotico è deficiente; la birra rende stanchi, come rendono stanchi e sonnolenti la politica tedesca di allora e di oggi, il socialismo e il pacifismo, una certa comprensione della giustizia e della religione; sono tutti pensieri narcotizzanti che è possibile pensare solamente con i paraocchi nel loro senso simbolico e metaforico. In un certo senso l’unica forma di socialismo che mi ha attratto è stato quello dello spirito dell’utopia di Bloch, ma anche su questo Balthasar mi rese attento: per chi spera Bloch? Per sé? Per una società futura? E che ne sarà dei miliardi di persone oppressi e che cercano il volto del Padre, non di una rivoluzione futura. Jünger è nel pieno della sua fase „Sturm und Drang“, vitalista se si vuole, ma proprio di questo abbiamo bisogno: di pensieri che danno vita e forza, come la dimensione erotica della vita, come il dono dei figli…e entrambi i nostri figli, anche se in modo diverso hanno davvero un „cuore avventuroso“…
Eisenberg, andando alla Santa Messa sta sera
Venere e la luna
Il fiume Elster, vicino a casa, foto di Konstanze
Nel capitolo nono di Ezechiele Dio stessa vuole punire l’ingiustizia, ma il profeta si getta con la faccia a terra e grida: „Ah! Signore, sterminerai quanto è rimasto di Israele, rovesciando il tuo furore contro Gerusalemme?“ Questo è il compito del profeta, che comprende l’ira di Dio, ma interroga Dio stesso: vuoi davvero essere così consequente? Hai ragione, ma vuoi essere così consequente?
(Wetterzeube, il 31.1.25; San Giovanni Bosco) Dal dormiveglia. Già nel dormiveglia avevo cominciato a scrivere questa pagina del diario, come una specie di sogno nel sogno (inception). Non so bene dove cominciare, ma parto dalla fine dell’epoca del cardinal Schönborn, come arcivescovo di Vienna, durata trent’anni; nel dormiveglia mi chiedevo se un tedesco, il vescovo Stefan Oster (l’idea non è mia, ma di Stefan Hartmann, che si riferiva ad un legame forte tra la diocesi di Passau e quella di Vienna nel passato), potesse diventare il suo successore. Questa questione dell’identità nazionale mi sembrava nel dormiveglia un ostacolo insuperabile, sebbene la Catholica non dovrebbe orientarsi, come criterio ultimo, all’identità nazionale di un vescovo, se no uno straniero non potrebbe diventare vescovo di Roma (questo argomento non nasce dallo studio del diritto canonico, ma da quello che mi sembrava nel dormiveglia). Tra l’altro mi sembrava anche che una tale nomina potrebbe essere una possibilità per il vescovo Oster di liberarsi dalla „Conferenza episcopale tedesca“, che con la scelta di immergersi direttamente nel dibattito politico tedesco, entra ancora una volta in un vicolo cieco, come tra l’altro deve essersene accorto il vescovo di Eichstätt, Gregor Maria Hanke, che qualche giorno fa credo abbia detto che non è compito di un vescovo dire cosa debbono votare i battezzati.
Da questa storia specifica viennese i miei pensieri si muovevano verso l’idea geniale di Laurence Sterne nel suo „Vita e opinioni di Tristram Shandy“, quella di presentare un parroco, il „povero Yorick“ come il don Chisciotte dell’epoca moderna, nella quale non vi sono più cavalieri (Jünger); il parroco Yorick con le sue battute e i suoi scherzi si è creato così tanti nemici, che lo combattano in modo tale che il suo cuore non ha retto ed è morto così proprio di crepacuore, mentre don Chisciotte, anche nella battaglia contro i mulini a vento non ne viene distrutto. Ho sempre paragonato il nostro parroco con don Camillo, ma in vero, non avevo visto come Don Camillo fosse ultimamente un personaggio forte, che infine diventa monsignore, sebbene sui generis, a Roma. Nei confronti della Chiesa manageriale, e non nei confronti di un sindaco comunista, il nostro parroco sta diventando come questa figura di Yorick di Sterne. Nel dormiveglia poi si mischiavano questi temi ecclesiali con la mia compassione per la tosse di Konstanze, che dura così a lungo, con la preghiera ad Adrienne, che era stata a lungo in un sanatorio per una malattia polmonare, di liberarla da ciò. Il tutto si contestualizzava in quel movimento dal Padre buono al Padre buono di cui parla Adrienne e dell’offerta della propria vita per questa bontà del Padre! La bontà è il tema dell’Homo Abyssus (Ulrich): L’essere stesso è „similitudo divinae bonitatis“.
In dialogo con Michele. Nella Regola dei Francescani secolari (Reg. OFS 13) c’è scritto che „il Padre vede in ogni uomo i lineamenti del suo Figlio, il primogenito di una moltitudine“. Quindi la voce dal cielo, in occasione del Battesimo e della Trasfigurazione: „Questi è il Figlio mio, l’amato“ (Mc 1,11); „Questi è il mio Figlio diletto, in lui ho posto tutto il mio amore; ascoltatelo“ (Mt 17,5 e 25,34) è una voce che vuole raggiungere, per mezzo dello Spirito Santo, una moltitudine, rappresentata da coloro che Cristo ha scelto: „Padre, io in loro e tu in me…affinché il mondo sappia che li hai amati come hai amato me…Tu mi hai amato prima della fondazione del mondo…Padre, l’amore con cui mi hai amato sia in loro ed io in loro“ (Gv 17, 23-26). In questi ultimi giorni al Mar Baltico abbiamo parlato a lungo con Ferdinand di Dio, perché oggi ha un esame dai Gesuiti sulle dimostrazioni dell’esistenza di Dio. Ad un certo punto Ferdinand ha citato dalla nuova enciclica del Papa un passo in cui Francesco dice chiaramente che abbiamo bisogno del „cuore“ per comprendere Dio, non bastano gli argomenti della ragione.
Sulla politica tedesca. Anche la ex cancelliera Angela Merkel ha preso le distanze dalla decisione di Friedrich Merz di ignorare la conventio ad excludendum nei confronti della „Alternative für Deutschland“; sia detto con chiarezza: le sette opere della misericordia (dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assettati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti) non sono il forte né della AfD né di Merz. E la versione secolarizzata di essa dei partiti di sinistra è del tutto ambigua, perché si mischia con posizioni guerrafondaie e con una non considerazione dei problemi che una immigrazione incontrollata provoca nel paese accogliente. Credo che Angela Merkel abbia agito nel 2015 prendendo sul serio le opere della misericordia, per questo non ho il giudizio saccente ed anche superficiale che sia Wagenknecht sia Weidel hanno della ex cancelliera tedesca, che non avrebbe risolto alcun problema e gestito solo il potere…Allo stesso tempo, però, per tutto quello che ho scritto in questi anni di guerra sulla „profezia della pace“ devo dire che quella preferenza per i partiti di centro e centro sinistra che ha la Merkel non corrisponde allo spirito delle opere della misericordia, ma di una supposta superiorità occidentale democratica che ci sta portando al orlo dell’abisso. L’idea che ho sviluppato in dialogo con Ernst Jünger sul nodo gordiano è stata approfondita a suo modo dallo storico Franco Cardini sul „futuro orientale“ del mondo: „la Cina è già da molto tempo una fucina di idee ed innovazione. Ma non sono idee e innovazioni cinesi. Sono idee occidentali, invenzioni occidentali, che camminano su gambe cinesi. E così che avvengono i passaggi culturali, quando una civiltà assume rilevanza fa propria la storia delle altre, mitigandola e mescolandola. È accaduto per l'Occidente nei confronti dell'Oriente, e adesso è probabile che il gioco si inverta“ (citato ieri da Alessandro Banfi).
Abba nostro…
L'arcobaleno al Mare Baltico
Ferdinand
(Pomeriggio) “Vale quindi la pena di non sovraccaricare il concetto di democrazia con termini normativi. Solo così potremo andare a fondo delle passioni contraddittorie e delle fragili speranze, paure e preoccupazioni che si sono riflesse nei dibattiti contemporanei” (Till van Rahden, Demokratie, Frankfurt/New York, 2019, 29). - L’omogeneità di alcuni valori, ricercata da un pensatore giuridico come Ernst-Wolfgang Böckenförde o l’ immaginario sociale comune di Charles Taylor sono certamente anche oggi uno stimolo grande al pensiero democratico, ma allo stesso tempo rischiano di non prendere sul serio quelle paure e fragili speranze che non si lasciano coordinare in un sistema. Per quanto riguarda partiti come BSW e AfD non si può negare che non siano partiti democratici, anche se i partiti che dicono essere gli unici veri democratici lo mettono in dubbio. Ovviamente questa democrazia formale minima di von Rahden non soddisfa tutta la ricerca del mio cuore, che ha bisogno di leggere autori come Ernst Jünger o i profeti dell’AT (in questi giorni Ezechiele), ma per lo meno permette una certa serenità nell’affrontare le sfide simboleggiate da partiti come BSW e AfD.
(Wetterzeube, il 30.1.25) Abbiamo passato alcuni giorni belli al Mare Baltico ed ora siamo di nuovo a casa, perché domani Ferdinand ha un esame di filosofia dai Gesuiti a Monaco.
Newman con ragione dice che non si possono prendere sempre alla lettera alcune delle espressioni forti della Bibbia, ma ciò non significa che dobbiamo annacquarle. Il capitolo sette di Ezechiele („Annuncio che la fine di Israele è vicina“) deve essere meditato come una possibilità anche per noi, una possibilità che per tanti paesi è realtà grave ed immediata (Congo…).
Abba nostro…
Questa mattina al Mare Baltico
(Kühlungsborn, mare Baltico, il 29.1.25) In dialogo con Michele. Qualche giorno fa ho parlato dei primi due passi delle sue riflessione sull’amore di Dio nel tempo. 1) Nella creazione. 2) Nella rivelazione. Poi aggiunge ancora 2 passi: 3) nell’ incarnazione redentrice. 4) Nei cuori, nella Chiesa in Pentecoste. Dopo questi quattro passi il testo procede sulla nostra risposta all’amore di Dio nel tempo. 1) Credere nell’amore di Dio, personale, per me, ma anche per popoli interi. Gli esempi che fa Michele sono forti: la testimonianza dei fratelli francescani in Ruanda dopo il genocidio del 1994, dopo il quale hanno invitato alla fratellanza tra Tutsi e Hutu, umanamente impossibile. Poi quella dei fratelli francescani in CIAD, che hanno posto la domanda che ieri sera a cena abbiamo discusso con Ferdinand, perché posta da nostro figlio: „Che differenza c’è tra voi che siete battezzati e quelli che non lo sono? Se non c’è differenza, quale è il senso della morte e della risurrezione di Gesù?“ (Pro manuscriptu, 27). Michele insiste su un aspetto che i teologi di professione ed accademici forse prendono meno sul serio: Dio ci ha amati per primi! Cristo è venuto a rivelare l’amore del Padre per tutti! Quel „per tutti“ che ripete sempre Papa Francesco e che è espressione della „speranza per tutti“ (Balthasar…). San Francesco pensava che lo Spirito Santo „sia il vero Ministro generale dell’Ordine“; parlando con i suoi frati diceva: „Ciascuno desideri soprattutto lo Spirito del Signore e la sua santa operazione; preghi Dio con cuore puro“. Tra l’altro non sapevo che Papa Pio XII fosse un „francescano secolare“, che invitava a concentrarsi di meno sulla nostra bruttezza e di più sulla bontà di Dio (pro manuscriptu, 25/26). Il pericolo più grande per comprendere tutto ciò, secondo Papa Francesco, è „il dilagante secolarismo, quando si fa rifiuto positivo e culturale dell’attiva paternità di Dio nella nostra storia ed impedisce ogni autentica fraternità universale“ (pro manuscriptu, 23). Io credo che Cristo sia „la via, la verità e la vita“ (non una!), ma visto che il Logos universale e concreto è venuto a rivelarci l’amore del Padre e non l’amore tra i membri di un club, posso con „grande animo y liberalidad“ incontrare tutte le nostre sorelle i nostri fratelli uomini, anche se fanno parte di una religione come l’Islam, che pur riconoscendo la singolarità di Cristo profeta, nega la sua divinità trinitaria e pensa di se stessa di essere la vera religione. Non credo di essere a livello psicologico o sociologico meglio delle mie sorelle e dei miei fratelli uomini, ma parto nell’argomentazione da una priorità teologica e filosofica: Il Padre ci ha amato per primi inviandoci il Figlio e nel tempo della Chiesa, che è il tempo dello Spirito Santo, ha fatto sorgere una grande religione come l’Islam perché non confondiamo l’assoluta singolarità ed unicità di Cristo con la nostra superiorità umana; quella carità impossibile all’uomo di cui parla Michele è un’azione di Dio, non nostra!
Abba nostro…
(Kühlungsborn, mare dell’est, il 28.1.25; San Tommaso d’Aquino) Maria e l’epifania. Per non fare di Maria una dea abbiamo insistito su quei passaggi evangelici, nei quali lei non sa tutto e tiene nel suo cuore anche ciò che non sa fino in fondo; questo aspetto è senz’altro vero, ma è anche vero, come sottolinea Adrienne (Esperienza di preghiera, 67sg.) che „Maria e Giuseppe sanno, in forza della promessa compiuta, chi è il bambino“; a Maria lo ha detto chiaramente l’angelo, a Giuseppe lo è stato rivelato nel sogno. Ultimamente ho pensato che non fosse davvero necessario pensare che Maria e Giuseppe non abbiano avuto altri figli dopo Gesù, per lo meno questo non era evidente neppure ad un grande esegeta come Schlier, ma è vero che non avevo pensato a questo punto che Adrienne esprime con ragione: „la sua presenza in casa porta qualcosa di eucaristico nella loro vita. Dio è diventato carne e vive con loro“ (68). Ora la presenza eucaristica non impedisce di aver sesso con la propria moglie o con il proprio marito ed probabile in questo caso che Maria e Giuseppe avessero, se questa prospettiva fosse vera, un modo più puro (non più puritano) di aver sesso, che è la condizione normale per avere bambini. Vero è però che una presenza vergine ed eucaristica del calibro di Gesù a Nazareth abbia implicato una preghiera di vergini…
Nella festa dell’epifania (a casa nostra nel presepe fino al due febbraio è rappresentato questo momento) attraverso la venuta dei Magi Maria e Giuseppe hanno la conferma che il mondo, guardando la stella, sa che questo bambino e speciale, e Maria impara, per tutta la Chiesa, a pregare così che tutto il mondo sia incluso nella preghiera stessa. Certo „mondo“ significa anche Erode con le sue minacce e ciò significa che la persecuzione e la sofferenza fanno parte da subito del cristianesimo, ma Erode non è tutta la dimensione del mondo e la fede che sa della presenza eucaristica di Dio è più forte di Erode. Una prova grande sono anche gli anni di solitudine a Nazareth nei quali devono imparare a mantenere questa prospettiva grande ed epifanica della preghiera per tutto il mondo (al massimo rappresentato dai parenti e dai vicini che non capiscono). E ciò che nel secolo passato ci ha ricordato Charles de Jesus!
È bene anche non paragonare ad Erode e alle sue follie (l’uccisione di bambini appena nati) ogni politico che non corrisponde al nostro modo „democratico di centro“ (sinistra o destra è lo stesso). Un espressione o un’idea di un politico può forse meritare il titolo di „madness diplomacy“ (copyright: The Economist), ma questo non lo rende immediatamente un Erode o un Hitler.
Adesso dirò con Konstanze e Ferdinand le „Lodi“ per quelle sorelle e fratelli che stanno ritornando nei loro paese, il nord di Gaza da sud di esso. E tanto per essere chiari: cosa dice un fratello parroco di Gaza su questa situazione mi interessa molto di più di cosa dica Donald Trump.
Per quanto la chiarezza della premier italiana sul nazismo e sul fascismo (fonte Alessandro Banfi) devo dire che questo non corrisponde al lavoro che io penso debba essere fatto oggi su questo tema; sono stato tre volte ad Auschwitz e non mi verrebbe mai in mente di negare l’innegabile e poi li ci sono morte sorelle grandi come Edith (Teresa benedicta a Cruce) o Etty e poi tantissimi altri, ebrei e non, tra cui il grande Massimiliano Kolbe…In una di quelle baracche c’è stata come bambina Lidia Maksymowicz…detto ciò deve essere fatta chiarezza anche su ciò che Sieferle chiamava il „mito di Auschwitz“. La frase di Meloni è ovvia e ciò basta…
Abba nostro…
(Pomeriggio tardo al mare Baltico) Come scrisse Jünger nel 1930: “Per noi (tedeschi) è necessario perdere la guerra perduta fino in fondo, è necessaria la coerente realizzazione di un atto nichilistico fino al suo necessario punto zero, oltre il quale si sottraggono solo coloro che hanno a disposizione altre invisibili fonti di potere” (Das abenteuerliche Herz, 135). Probabilmente con Auschwitz si è raggiunto il punto zero, solo che la crescita che ha portato la Germania ad essere la locomotiva dell’Europa non si basava completamente su „invisibile fonti di potere“; la filosofia tedesca con Ferdinand Ulrich (Robert Spaemann anche per quanto riguarda la filosofia dell’etica), più che con Martin Heidegger, nel quale rimane appiccicato una certa dimensione di moda, come lo era Voltaire per Federico il Grande, è andata a bere a quelle „invisibili fonti di potere“, le stesse da cui hanno bevuto a loro modo Hamann (salvando lo specifico cristiano), Goethe (come mediazione dell’antichità) ed Hölderlin (versando lo specifico cristiano nel mondo greco), ma certamente anche Schelling (e non solo quello tardo). Da Nietzsche si è andati giustamente a scuola, ma il grande maestro della Germania centrale, era troppo ricolmo di ambiguità…
A livello politico la Germania del secondo dopo guerra ha altalenato tra CDU/CSU e SPD, prendendo con sé, quest’ultima, i Verdi, ma in questa altalena si ci si è mossi sempre di più nella moda del potere, che può andare perso. BSW e AfD non si muovono a partire da quelle „invisibili fonti del potere“ di cui parla Jünger, sono forse solo la giusta reazione alla negazione della realtà da parte dei partitici classici e dei nuovi (Verdi, La Sinistra). Alla fine della sua vita Jünger si è convertito al cattolicesimo - questo passo è come un faro su tutta la sua opera. Ed è un faro sulla storia tedesca, ma la Chiesa in Germani dovrebbe guardare con grande rispetto ai suoi grandi, che non sono mai i grandi della moda (tanto meno di quella moda nella quale si sta riducendo la Chiesa in un puro managerialismo): da Teresa Benedicta a Cruce a Ferdinand Ulrich, che ha pensato quella categoria del „movimento di finitizzazione dell’essere“ che sola permetterebbe di arrivare nel cuore di quelle invisibili fonti di potere di cui parla Jünger…Che fare? In fondo è possibile solo nascondersi nel cammino del bosco e meditare la Parola, di più non è possibile e si può gettare nel mare una bottiglia con messaggio, come scrisse alla fine della sua trilogia Balthasar, sperando che qualcuno la trovi, legga il messaggio e lo metta in pratica.
Stasera al tramonto, foto di Konstanze
(Sera al mar Baltico) Ieri sera parlando dei „Gemelli“ ho accennato al fatto della valenza mitologica, ma non ho approfondito il tema e non ho fatto comprendere che le due stelle a sinistra di Marte, guardando, fanno parte di due costellazioni diverse. Leggo in una pagina in Internet (osr-org): „La costellazione dei Gemelli, traduzione dal latino 'Gemini', è una delle costellazioni principali del cielo settentrionale che è attraversata dall'eclittica - il percorso apparente che il sole compie in un anno rispetto allo sfondo della sfera celeste. La costellazione dei Gemelli si trova tra quella del Toro ad ovest, quella meno luminosa del Cancro situata ad est, la costellazione dell' Auriga a nord, e la costellazione dell'Unicorno e del Cane Minore a sud.“ E specificamente sulla costellazione dei Gemelli, leggo: „Ciò che è importante sapere è la rappresentazione di tale costellazione. Esistono infatti due differenti tipi di rappresentazione grafiche: anche se comprendono l’unione delle stesse stelle, a seconda di come vengono tracciate le linee immaginarie i Gemelli assumono due aspetti diversi. La rappresentazione più significativa ritrae le sagome dei due fratelli che sono intenti nello scambiarsi un reciproco ed affettuoso abbraccio.
La costellazione dei Gemelli è una tra le più importanti costellazioni che si estende per 514° quadrati ed ha inoltre la caratteristica di essere ben visibile nella volta celeste grazie alla presenza di due stelle vicine tra loro molto luminose che corrispondono esattamente alle teste dei due gemelli.“ E proprio di queste due stelle „vicine“ tra loro avevo parlato ieri. Ecco alcune spiegazioni astronomiche, con l’accenno alla dimensione mitologica: „Tra le stelle principali è bene evidenziare l’importanza delle due stelle che costituiscono le teste dei gemelli: Castore (Castor) e Polluce (Pollux). Queste due stelle sono molto luminose e sono quelle che hanno fatto pensare ai gemelli proprio per il bagliore particolarmente somigliante che presentano. Castore, il cavaliere, è un sistema di stelle molto particolare poiché composto da sei corpi celesti, tre stelle doppie di cui due stelle bianco-azzurre più una stella nana rossa. Osservando attentamente Castore al telescopio si ha la possibilità di scorgere in maniera dettagliata sia le due stelle bianco-azzurre, le quali orbitano intorno a se stesse, sia la nana rossa. Dalle osservazioni degli esperti è emerso che la prima coppia si sta allontano sempre di più negli anni, quindi col passare del tempo si potranno distinguere molto più semplicemente. Non si allontaneranno all’infinito, infatti è stato stimato che fino al 2065 circa continueranno ad allontanarsi per poi riavvicinarsi.
La stella multipla Castore ha un così forte magnitudo che rientra tra le più brillanti stelle nella volta celeste, tanto da essere la ventitreesima.“ Per quanto riguarda i due nomi mitologici la Treccani online spiega: „Mitici figli di Zeus (Διὸς κοῦροι), di nome Castore e Polluce, generati insieme con Elena dall’uovo di Leda, congiuntasi con Zeus trasformato in cigno. Compivano le loro gesta sempre uniti: Castore domatore di cavalli, Polluce valente nel pugilato.“
Capitolo sesto di Ezechiele. In questo capitolo si condannano gli adoratori di idoli. „Idoli (ghillulìm) è neologismo ironico derivante dal termine „galàl“, che significa „rotolare“. Forse indica un bocco di pietra…“ (ibidem). Il profeta con alcune immagini forte ne indica l’impotenza. Dio interviene a spezzare il „cuore infedele“ - detto tra parentesi: un „cuore avventuriero“(Jünger) non è mai un cuore infedele -, un cuore che si è fidato, meglio che si è prostituito ad idoli che per definizione sono impotenti. Ognuno faccia sul serio nella domanda: quali sono gli idoli impotenti che seguo io? Non gli altri, io! Non Trump, io! E voglia Dio che abbiamo „orrore di noi stessi“, non degli altri; e voglia Dio che abbiamo fiducia nella cura di Dio e che facciamo parte di quel „resto“ che sa chi sia l’unico Signore! Che Dio ci doni il discernimento necessario tra Dio e gli idoli. A questo resto non è garantita un’unità nazionale (cf. 6,8).
(27.1.25; giornata della memoria) 80 anni dopo la liberazione di #Auschwitz - per la giornata della memoria (brevemente perché sono in partenza e devo preparare la valigia)
“Quasi tutti noi sapevamo dai giornali, dalla radio, dai raduni e così via ciò che Hitler voleva attuare con il suo programma e che liberarsi dai debiti di guerra e mettere fuori corso il marco non poteva portare altre conseguenze se non quelle che sono sopraggiunte in abbondanza, a meno che il buon Dio non avesse tolto agli altri popoli il libero arbitrio e avesse guidato i lori pensieri in modo che si sottomettessero senza combattere al nazionalsocialismo tedesco. Ma Dio lascia ad ogni uomo il libero arbitrio ed anche noi austriaci lo avevamo il 10 aprile 1938, anche se i tedeschi si erano già impossessati del nostro paese: la possibilità di decidere in coscienza per un ‘Sì o un ‘No non ce l’hanno tolta né Dio né i tedeschi”.
Franz Jägerstätter - ho pubblicato nelle mie bacheche questo passo di Franz a scanso di equivoci e nel mio account Substack, qualche tempo fa, ho condiviso un articolo su questo grande contadino austriaco. Detto questo le decisioni che sono da prendere oggi, sono altre da quelle che aveva preso lui (vedi mia meditazione notturna di ieri). Non so cosa abbia detto precisamente Elon Musk nel comizio della AfD, ma dopo il lavoro storico di Ernst Nolte (la guerra civile europea e la cosiddetta disputa tra gli storici) e di Rolf Peter Sieferle sarà una buona volta pur necessario porre la domanda riguardante l’aspetto da „sostituto religioso“ (Robert Spaemann) e mitologico (Sieferle) dell’Olocausto, senza negarne la memoria storica!
Abba nostro…
(Kühlungsborn, mare dell’est) Nel cielo si vedevano anche oggi molto bene Marte, Giove e Venere e vicino a Marte, a sinistra di esso guardandolo, apparivano con chiarezza le due stelle chiamate „i gemelli“, che hanno anche una valenza mitologica. Da qualche parte in Internet ho letto: „Polluce, il Pugile, è una gigante gialla leggermente più luminosa di Castore, infatti si classifica diciassettesima stella dell’universo per la sua luminosità. La sua vicinanza con Castore è solamente una questione di prospettiva se si tiene conto che la distanza è di 35 anni luce, mentre quella che ha con la terra è di 45 anni luce. Polluce è un esemplare di stella Arturno ed ha una temperatura di circa 4500 Kelvin, trentadue volte più luminosa del Sole.“
Non si può leggere la Bibbia come la legge Netanjahu: „Quando Benjamin Netanyahu ha menzionato la figura biblica di Amalek, ha evocato un concetto teologico, interpretandolo però in un senso strumentalmente letterale, contro tutta una serie di tradizioni interpretative ben differenti. Nel Primo libro di Samuele, capitolo 15, il re Saul riceve l’ordine di sterminare gli Amaleciti, colpevoli di un proditorio attacco agli israeliti durante l’esodo dall’Egitto. Il richiamo biblico viene riletto dal premier israeliano in chiave di teologia politica e si trasforma nell’invito a una guerra di sterminio, che, alla fine, non può non assumere anche un risvolto pesantemente negativo per la stessa causa di Israele.“ (Giuseppe Reguzzoni in un articolo di oggi de Il Sussidiario). Ma ovviamente non si può neppure leggere la Bibbia annacquandola. Il capitolo quattro e cinque di Ezechiele contengono frasi molto forti, nel quale il soggetto agente è Dio stesso e non un politico. La ribellione di Israele viene descritta con toni molto duri: „Essa si è ribellata con empietà più delle nazioni e alle mie leggi più dei paesi che la circondano: hanno disprezzato le mie norme e non hanno camminato secondo le mie leggi.“ (Ez 5, 6); Israele non ha nemmeno seguito „le norme delle nazioni“ (Ez 5, 7) - bene queste frasi profetiche devono interrogarci con tutta la serietà possibile e devono interrogare anche Israele nel suo agire in Gaza ed in Cisgiordania. Quel „non avrò compassione“ (Ez 5, 11) da parte di chi è „vicinanza, tenerezza e misericordia“ deve essere meditato molto seriamente! Nel senso di una „teologia della politica“, non di una „teologia politica“.
(26.1.25; Terza domenica dell’Ordinario) Grazie a Dio oggi potrò confessarmi. Continuo la lettura di Ezechiele: il profeta deve mangiare la parola di Dio e vivere di essa. Un verso mi ha colpito in modo particolare: „Ecco io ti do una faccia indurita quanto la loro faccia ed una faccia dura quanto la loro fronte“ (Ez 3,8); questo non è risentimento, ma compito; credo che si debbano tenere insieme, in un atteggiamento di „opposizione feconda“ (Guardini), questa frase e quella della regola dei francescani secolari: „i francescani secolari accolgono tutti gli uomini con animo umile e cortese, come dono del Signore e immagine di Cristo“ (Regola OFS 13). La fecondità è grazia, non una una sintesi. Leggo 3, 16-21 in riferimento alla profezia della pace, perché „la condotta perversa e viva“ accade in primo luogo nella guerra nel nostro cuore, quando non siamo capaci di cogliere il movimento di verità nell’atro e discernerlo dalla sua menzogna, dalla mondanità spirituale, come ho spiegato ieri in dialogo con Stendhal.
Abba nostro…
(Notte) Domani si compirà l’ottantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento e della morte di Auschwitz! Nel 1930 Jünger scriveva una pagina da brividi, nella quale parla di una preparazione ad „un attacco violento della realtà contro la realtà, della vita contro le sue forme“ ("Il cuore avventuroso", 11esimo volume dell’opera omnia, 130) ed invita ad essere „decisi“ in modo da evitare „il pericolo più grande“, quello di scambiare „una delle forme della vita con la vita stessa“; questa decisione non è decisionismo, anzi è piuttosto prudenza: un invito a non innamorarsi troppo di un partito; potrei, se fossi tedesco, decidermi di votare Sahra Wagenknecht, perché è per la diplomazia e per un aumento delle pensioni, ma non sono innamorato del BSW. Non abbiamo bisogno di risposte ideologiche, ma di domande più precise; non abbiamo bisogno di bandiere, ma di veri „soldati“ al servizio ultimamente del dono dell’essere come amore gratuito; non abbiamo bisogno di sistemi, ma di uomini. La vera fecondità consiste nel non esagerare in alcuna direzione; accusare Trump di deportazioni o Musk di nazismo è del tutto assurdo. Certo ci sono decisioni da prendere, l’ultima è quella tra Betlemme o Davos, ma l’amore che è nato a Betlemme è anche vera e propria potenza, come lo è la donazione dell’essere. Non sappiamo se Trump sia al servizio di questa potenza ontologica e se con la sua amministrazione sia superato i grande pericolo di cui ha parlato il Santo Padre per mesi, per anni; non abbiamo bisogno di una simulazione evangelica, ma di un vero discernimento: quali potenze sono oggi, che lo vogliano o meno fino in fondo, al servizio della profezia della pace e quali potenze non lo siano…ridicolizzare il voler esser peacemaker di Trump è l’esagerazione più pericolosa, perché gravida di risentimento e di violenza del proprio cuore; certo non bisogna neppure fare di lui un mito, ma la domanda più urgente a livello politico è quella se possa o meno essere un Augusto al servizio della pace del mondo, pur non perdendo tutte quelle contraddizioni che erano proprie anche all’Augusto storico, anche dopo Actium.
(25.1.25; Conversione di san Paolo) Atti, 26 15 „E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti.
[16] Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora. [17] Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando [18] ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me.“ - A partire dalla sua conversione Paolo pensa nel senso della missione che gli è stata affidata. Adrienne si esprime così: „Tutto ciò che mi interessa è parte della missione piuttosto che parte dell’io. Penso che fino all’incontro con Lei (Hans Urs) tutto è stato progettato a partire dall’io verso la missione. E da quando Lei mi ha gettato nella missione, tutto parte dalla missione stessa“ (La parola e la mistica, seconda parte, 210). Tutto significa tutto; negli ultimi giorni per riposarmi ho visto la serie „American Primeval“, nella quale vi è una critica forte al fondamentalismo dei Mormoni in statu nascendi; vi sono anche momenti davvero buoni di amore gratuito, ma alla fine rimane solo una proposta: California come sogno di liberazione. E questo non basta, anche per riposarsi non basta.
„In questo caso, ad esempio, Fabrizio credeva pressappoco tutto quello che gli abbiamo sentito dire; per quanto, è vero, a tutti quei sublimi principi non gli capitasse di pensare neanche due volte al mese. Mente sveglia e facile l'entusiasmo, aveva però anche la fede“ (Stendhal, La certosa di Parma, 128). Questo è un aspetto molto importante di quello che abbiamo chiamato ieri la „mondanità spirituale“. A Fabrizio è rimasto il cuore entusiasta ed anche la fede, ma quei principi di cui parla nella discussione con il principe, il suo prima incontro a Parma, non sono la sua forma mentis, non sono la sua forma cordis sono piuttosto delle cose che dice e questo è il problema grande, credo, anche nella Chiesa oggi: si dicono alcune cose teologiche a cui non si pensa mai e che non c'entrano niente con la nostra vita, ma in vero spesso non si dicono neanche due volte al mese, al massimo quando si ripetono frasi nella Santa Messa. Quello che tocca il nostro cuore non è Cristo!
Se si vuole leggere qualcosa di intelligente nella FAZ bisogna leggere gli articoli di Jasper von Altenbockum; nell’editoriale di oggi: „Merz osa infrangere il tabù“ coglie nel segno. Se CDU e CSU non accettassero il possibile sostegno della AfD alle loro proposte di legge sull’immigrazione, parteciperebbero a quel declino a cui si sono auto condannati SPD, Grüne e Die Linke ed appoggerebbero indirettamente l’ascesa di BSW e AfD. Non è questione solo del cattivo Trump e della pseudo buona Budde, ma nessun politico, che non prenda sul serio tragedie come quelle di Aschaffenburg (anche qui sono stati uccisi bambini) e Magdeburg, avrà alcuna chance di governare il suo paese. BSW ha dalla sua - ma ciò vale forse anche per l’AfD - che ha un alternativa anche sulla questione della guerra e non solo sulla „disfunzionalità“ europea della soluzione del problema migratorio.
Abba nostro…
Due giorni fa si sono visti molto bene nel cielo alcuni pianeti, qui Venere.
(Pomeriggio) Abbiamo fatto una bella passeggiata nel bosco di Zeitz, un piccolo ma autentico gioiello nel grande mare dei boschi euro-asiatici, ed abbiamo visto, ancora una volta, i cavalli selvatici della razza Konik.
I cavalli selvatici Konik, oggi
Qualche giorno fa
Per un impulso di Adrienne ho cominciato a leggere il libro profetico di Ezechiele. Tutto quello che ho scritto nei miei diari sulla „profezia della pace“, voleva essere un lavoro profetico più che politico, anche se ho preso posizioni politiche. Qualora abbia accentuato certi aspetti più di altri, vorrei ora prendere l’occasione del libro di Ezechiele, per specificare, che io non perseguo mai una via „rivoluzionaria“ (teologia politica di destra o di sinistra o di centro), ma sempre e solo „risorgimentale“. „Come Geremia, Ezechiele sembra opporsi al tentativo di rovesciare il dominio babilonese“ (Patrizio Rota Scalabrini, Marco Bertinetti); non ho mai inteso l’impostazione poliedrica del Papa come un atto rivoluzionario, ma come la constatazione di diversi interessi politici mondiali. Come Ezechiele non ho interesse per le ambizioni politiche di chicchessia. Quello che davvero mi interessa sono delle persone o piccole comunità (come quella famigliare), „osservanti ed obbedienti a Jhwh“. Per quanto riguarda i „sostegni istituzionali“ la mia idea iniziale di vedere nella Fraternità di CL un tale sostegno e per lo più fallito. Il lavoro da fare è più personale che collettivo, senza per questo essere individualista. Come Ezechiele credo che „Dio si implica personalmente nella storia come go’èl, ossia parente redentore del suo popolo; il Suo Nome è santo e non va profanato; la sua volontà è trascendente rispetto alle speranze e alle azioni degli uomini; la vergogna e il pentimento che ci si aspetta dalla condotta dell’uomo sono preceduti dalla santità di Dio e dal suo gratuito intervento che dona ad Israele cuore e spirito nuovo, capaci di essergli fedele“ (ibidem). La visione del primo capitolo ci invita a prendere sul serio la nostra missione, „senza voltarsi indietro“ (Ez 1, 12.17). Il Signore non ci manda per creare un’élite intellettuale, ma da chi è „testardo ed ha il cuore indurito“ (2,4). Noi dobbiamo evitare di avere eccessiva paura e di essere ribelli (2,8). Chiediamo la grazia di obbedire solo a Dio: „non nobis Domine, sed nomini tuo da gloriam“ (non mi ricordo più il Salmo).
„La dottrina di Gramsci è interessante in quanto rompe con il marxismo classico rifiutando l'assoluta determinatezza dei processi economici su quelli politici. Per Gramsci, la cultura (la sfera della società civile e degli intellettuali) esercita un'influenza maggiore e più tangibile sulla politica rispetto alle forze o ai mezzi di produzione. Pertanto, le rivoluzioni avvengono attraverso la sfera della cultura, non attraverso cambiamenti nell'equilibrio della base. Gramsci distingue tra intellettuali "tradizionali" (o "convenzionali") (quelli che giustificano lo status quo e accettano le regole dell'egemonia) e intellettuali organici. Questi ultimi stipulano consapevolmente un patto o con il Lavoro (e quindi si schierano dalla parte dei lavoratori) o con il Capitale (e quindi diventano difensori del sistema borghese e portatori della coscienza borghese, alla quale non necessariamente appartengono in termini economici). È attraverso questo patto che si definisce il rapporto degli intellettuali con l'egemonia. Schierandosi dalla parte dell'egemonia, l'intellettuale organico giura fedeltà al Capitale; rifiutando l'egemonia e scegliendo il Lavoro, diventa un becchino dell'egemonia e una fonte di forza vitale per la rivoluzione. Avendo studiato attentamente le idee di Gramsci (nel 1981 hanno tenuto un congresso dedicato al "gramscianesimo da destra"), la Nouvelle Droite ha concluso un patto intellettuale con il Labour, con l'Anti-Capital. Criticando la ristretta interpretazione materialista tipicamente marxista del Labour, la Nouvelle Droite riconcettualizza il nucleo stesso del Labour, trasformando così un fenomeno esclusivamente materialista in una categoria esistenziale. Il lavoro, insieme al suo portatore, l'operaio (Der Arbeiter di Jünger)“. - A me non interessa in Gramsci l’organicità dell’intellettuale rivoluzionario, ma la sua comprensione dell’importanza del lavoro culturale, che sto approfondendo con un dialogo serrato con Ernst Jünger.
Caro Prof. Dugin, Da qualche mese sto leggendo le opere di Jünger, tra cui “Der Arbeiter”; credo che lei abbia toccato un aspetto molto importante. Grazie anche per le righe su Gramsci. Cordiali saluti, Roberto Graziotto
(Sera) In dialogo con Michele. Il secondo dei quattro passi che ci vuol far fare Michele sul tema: l’amore di Dio nel tempo, dopo quello della creazione, è l’amore di Dio nella rivelazione e sottolinea l’importanza dei profeti, la grandezza dell’uomo creato ad immagine del Dio trinitario. Quello che io vedo di specificamente francescano lo leggo nella frase: „i francescani secolari accolgono tutti gli uomini con animo umile e cortese, come dono del Signore e immagine di Cristo“ (Regola OFS 13). Su questo devo lavorare e precisamente su quel „tutti gli uomini“. La sequenza positiva citata da Michele mi da speranza: „Tutto con Dio, tutto con il mio libero assenso ed impegno, e tutto con i miei fratelli e sorelle, immagini di Dio come me e per me“ (pro manuscriptu, 22). Devo imparare a vivere più nel senso di Tristram Shandy: ridete pure di me o anche su di me, l’importante è non perdere il buon umore. A me sembra che alcuni fratelli e sorelle sono così impertinenti e scortesi che non vedo come ciò sia „per me“, ma forse perché mi prendo troppo sul serio. VSSvpM!
(Notte) C’è una formula in Stendhal che mi ha fatto riflettere: „mostrarsi evangelico“ (128); lo consiglia la duchessa a Fabrizio dopo il dialogo non andato proprio bene con il principe; il giovane Fabrizio deve mostarsi evangelico con l’arcivescovo, per ricevere una promozione che gli permetterà di parlare in modo più autorevole con il principe di Parma. Questo è un aspetto sottile della mondanità spirituale; non essere evangelico, ma mostarsi tale! Nello scontro Trump-Budde, quest’ultima si è mostrata evangelica e tanti ci sono caduti! È vomitevole come persone che non permettono neanche una pur minima critica al presidente Mattarella, ritengono legittimo diffamare Trump. Ora dal punto di vista „evangelico“ ha certamente ragione Papa Francesco quando dice che non si può trasformare il Mar Mediterraneo in un cimitero, ma questo tema non è quello - forse anche a torto - che tormenta tutti i politici che vogliano governare un paese oggi; avvenimenti come quelli di Aschaffenburg e Magdeburg spaventano con ragione le persone, che vogliono essere protette. Per questo motivo Friedrich Merz osa infrangere il tabù di un possibile sostegno della AfD alle sue proposte in questo ambito. Il dis-funzionamento europeo nella questione della migrazione è un tema che l’AfD ed anche BSW (per quanto riguarda questo partito insieme ad una posizione diplomatica nei confronti della guerra in Ucraina) hanno posto e che ha permesso loro di diventare presenze politiche notevoli; Jasper von Altenbockum(FAZ di oggi) dice con ragione che se SPD, Verdi e la Sinistra rimangono sulla linea del „non è possibile“ perderanno ancora più voti. Anche Benedetto XVI, nel suo discorso al parlamento europeo, pur chiedendo ai politici di non diventare una banda di ladri, non ha chiesto che non abbiano successo…E per quanto riguarda il Papa: quest’ultimo non ha nascosto la sua simpatia per la premier italiana Giorgia Meloni, sebbene quest’ultima non abbia la sua posizione sulla migrazione. Chi equipara il Papa alla vescovo episcopale statunitense fa davvero un cattivo servizio alla Chiesa. Questo errore di giudizio è un errore di intelligenza, di discernimento molto grave. Purtroppo spesso nella Chiesa hanno successo i commenti sentimentali, invece che giudizi filosofici e storici precisi.
Sono arrivato a Laurence Sterne (XVIII secolo), „Vita ed opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo“ (traduzione tedesca di Ferdinand Adolf Gelbcke) tramite Ernst Jünger; è un autore che si occupa più dell’io che della missione, forse, (vedi mia meditazione in dialogo con Adrienne), ma lo fa in modo davvero simpatico.
(24.1.25) Questa mattina il nostro Ferdi viene operato alla mano destra, dopo la caduta in Austria. Abbiamo detto i Vespri, ieri sera e le Lodi questa mattina per lui.
Non so bene (ancora) con quale intenzione , ma nella sua „Certosa di Parma“ (traduzione di Camillo Sbarbaro) Stendhal descrive un aspetto importante della „mondanità spirituale“ (Henri de Lubac, Papa Francesco) e lo fa nella „raccomandazione“ che gli viene data, quando comincia il suo studio di teologia a Napoli: „Che tu creda o che tu non creda ciò che ti verrà insegnato, non fare mai obiezioni di sorte. Figurati che quello che ti insegnano siano le regole del gioco dell`whist: alle regole del gioco dell`whist ti verrebbe in mente di fare delle obiezioni? …Pensa che vi sarà chi terrà fedele nota di ogni tua minima obiezione; si passerà sopra ad un piccolo intrigo galante, se saprai fare; ma non ti verrà perdonato un dubbio; e si capisce: l’amoretto passa con l'età, il dubbio con l'età si radica“. Si potrebbe pensare che il grande scrittore francese parli di una situazione di una Chiesa in decadenza, e probabilmente è giusto, ma la Chiesa che io ho conosciuto nella diocesi di Monaco di Baviera (1994-2001), nell’ambito del mio insegnamento di religione nella scuola elementare e in quella di avviamento (Grund- und Hauptschule), mutatis mutandis, era proprio così. Mai sollevare dubbi teologici con chi ha la responsabilità ultima della diocesi, ma ignorare tutto ciò che dice. A noi piccoli pesci si poteva dire apertamente che parlare della risurrezione di Cristo, come di un fenomeno non solo simbolico era irresponsabile, perché si dava una speranza senza senso ed irrealistica ai bambini, ma non vi era, in chi ci introduceva al mestiere, nessuna fede e nessuna disponibilità di mettersi in dialogo autentico con chi guidava la diocesi e con i grandi teologi della Chiesa, tanto meno con chi parlava di una „teologia in ginocchio“. Nell’est della Germania la situazione era certamente migliore (comunque io non l’ho vista dall’interno, perché il mio datore di lavoro non era più l’Ordinariato cattolico), ma tanto più la Chiesa diventa „manageriale“, tanto meno gioca la teologia un qualsivoglia ruolo. Per quanto riguarda il romanzo: la figura innocente ed ingenua che segue l’imperatore per convinzione, Fabrizio, è diventato uno che fa uno studio di teologia per motivi evidenti di „mondanità spirituale“, visto che alla raccomandazione della zia, non fa alcuna obiezione…sono curioso come procederà questo romanzo che nell’edizione dell’Einaudi da decenni stava nei miei scaffali ed a cui sono giunto perché Jünger alcune volte cita Stendhal.
Tra le fonte dei „Padri“ che cita il Papa nella „DIlexit nos“ sul cuore di Gesù, mi ha colpito in modo particolare una frase di san Bernardo: mi approprio (per lo meno cerco di avvicinarmi) con fiducia di ciò che mi manca! E cosa ci manca? Un accesso alla bontà infinita di Dio; a volte ne parliamo, ma il nostro cuore è del tutto „deficiente“ di essa! Rimando alle bellissime frasi che ho citato ieri di San Filippo Neri! San Newman nel quinto sermone cattolico insiste su quei „sentimenti di consolazione e di pace“ che non ti rendono più attento al dono dell’amore gratuito di Cristo! C’è una „sicurezza eccessiva“ che non esprime una teologia della speranza, ma semplicemente un riposarsi più o meno piccolo borghese sugli allori.
Per quanto riguarda la liberazione del generale libico Njeem Osama Almsari (cf versione odierna di Banfi) l’argomento più vomitevole è quello della „ragione di stato“ - quest’ultima è sempre o quasi espressione di idolatria dello stato stesso.
Abba nostro…
(Primo pomeriggio) L’operazione era un po’ più complicata del previsto, ma è andata bene e l’operatrice era contenta. Adesso Ferdi è tornato al reparto.
Quando i marxisti, anche quelli attuali, cercano di spiegare un avvenimento politico a partire dalla situazione economica (per esempio nell’editoriale odierno del settimanale „Der Freitag“ la crisi del 2008 come problema strutturale economico per spiegare le elezioni del 23.2.25), ovviamente permettono di superare una visione troppo personalistica dei problemi e in un certo senso hanno ragione che l’AfD (Alice Weidel) o Trump sono la conseguenza e non la causa dell’evolversi della storia, allo stesso tempo, però, per quanto l’accumulazione e la crisi del capitale siano fattori di cui si deve tenere conto, rimane il fatto che le persone concrete non sono solo la reazione sovrastrutturale (persone che esprimono solo pensieri che a loro volta sono la sovrastruttura di una struttura), ma hanno un compito storico, che può superare anche la loro costellazione economica.
(Pomeriggio tardo) Abbiamo fatto una video chiamata con Ferdi e l’ho visto bene, aveva dormito a lungo e la dottoressa gli ha allentato un po’ il gesso.
In dialogo con Michele ed Ernst. Per noi cristiani è possibile percepire l’amore di Dio nel tempo e nello spazio. Questo amore nel tempo è „storia della salvezza, la storia fedele di Dio per noi“ (Michele, 18). Questa storia viene ricostruita in quattro fasi. Questa sera vorrei parlare della prima: l’amore di Dio nella creazione, una creazione che Jünger conosce benissimo! E ne comprende anche la struttura spirituale se può dire: „l’ultima decisione non si prende nelle cose“; l’ultima decisione è quella del „cuore avventuriero“ (Jünger), che sa che l’infezione, la putrefazione non si trova nel cuore dell’essere, sa che vi è un passaggio dalla fase del combattimento più furioso alla contemplazione più pura. Michele si riferisce ai Papi, San Giovanni Paolo II e Francesco, per comprendere la fraternità di tutte le cose (sole, luna…), quella che ci ha insegnato San Francesco nel suo Cantico!
(23.1.25) Salmo 80
[1] Al maestro del coro. Su "Giglio del precetto". Di Asaf. Salmo.
[2] Tu, pastore d'Israele, ascolta,
tu che guidi Giuseppe come un gregge.
Assiso sui cherubini rifulgi
[3] davanti a Efraim, Beniamino e Manasse.
Risveglia la tua potenza
e vieni in nostro soccorso.
[4] Rialzaci, Signore, nostro Dio,
fà splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
[5] Signore, Dio degli eserciti,
fino a quando fremerai di sdegno
contro le preghiere del tuo popolo?
[6] Tu ci nutri con pane di lacrime,
ci fai bere lacrime in abbondanza.
[7] Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini,
e i nostri nemici ridono di noi.
[8] Rialzaci, Dio degli eserciti,
fà risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.
[9] Hai divelto una vite dall'Egitto,
per trapiantarla hai espulso i popoli.
[10] Le hai preparato il terreno,
hai affondato le sue radici e ha riempito la terra.
[11] La sua ombra copriva le montagne
e i suoi rami i più alti cedri.
[12] Ha esteso i suoi tralci fino al mare
e arrivavano al fiume i suoi germogli.
[13] Perché hai abbattuto la sua cinta
e ogni viandante ne fa vendemmia?
[14] La devasta il cinghiale del bosco
e se ne pasce l'animale selvatico.
[15] Dio degli eserciti, volgiti,
guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
[16] proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato,
il germoglio che ti sei coltivato.
[17] Quelli che l'arsero col fuoco e la recisero,
periranno alla minaccia del tuo volto.
[18] Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
[19] Da te più non ci allontaneremo,
ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.
[20] Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti,
fà splendere il tuo volto e noi saremo salvi. - Solo Tu puoi toccare e risanare il nostro cuore triste. Sono cosciente come in altri parti del mondo questo Salmo sia sentito in una modalità ancora più esistenziale, ma come dice il poeta italiano: nel mio cuore nessuna croce manca, ciò vale ovviamene per Cristo, più che per me, ma credo di partecipare al suo corpo la Chiesa!
“La Russia si è impegnata nella costruzione di un mondo multipolare, ha iniziato a eliminare il liberalismo come ideologia dalla nostra società ed è tornata apertamente ai valori tradizionali. Questo era un fronte. E ora il liberalismo e il globalismo hanno subito un altro colpo, questa volta dall'interno, proprio da Washington”, ha dichiarato Alexander Dugin a Sputnik. - È probabile che la „costruzione di un mondo multipolare“ (qualcosa di molto simile al poliedro del Papa) russa sia da vedere in modo più critico di quanto sia disposto a fare il filosofo russo, ma egli colpisce nel segno, al di là del pur doveroso commento delle notizie di ogni giorno. Quella riportata da Banfi è interessante: „Le prime mosse di Donald Trump continuano ad attirare l’attenzione di tutti. Ieri The Donald ha lanciato un nuovo messaggio a Mosca non proprio amichevole: il presidente Usa ha detto che, se non si mette fine alla guerra in Ucraina, gli Usa metteranno nuovi dazi sui prodotti russi.“ (Banfi). Nuovi dazi! Questo non interessa molto Putin, proprio perché in forza della multipolarità non dipende totalmente da noi. Non nuove armi! Vedremo!
Il mondo cattolico di „sinistra“ va „in brodo di giuggiole” per la vescovo Budde, che in fondo non rivela parresia ma mainstream. Sotto questo giudizio sbagliato si nasconde un errore filosofico di fondo: il pensiero cattolico, a parte in rari casi, corre sempre e solo dietro al mondo e alle sue mode. E questo vale sia a destra che a sinistra ed oggi in quello che si ritiene essere il centro.
A proposito dei miliardari presenti all’ „inaugurazione“. „Non credo nemmeno per un attimo ai lamenti dei Democratici su una “oligarchia industriale tecnologica” o all'improvvisa conversione alla chiesa della politica di classe (the church of class politics). È solo il piagnisteo colpevole (the guilt-ridden bleating) di un partito che ha trascorso un decennio a fare da dominatore allo stesso gruppo di aziende tecnologiche leccapiedi, lasciandosi alle spalle uno sforzo ampiamente documentato per trasformare Internet in una gigantesca macchina per il pensiero di gruppo (into a giant groupthink machine). Non solo i Democratici sono insinceri, ma saranno quasi certamente più insopportabili del solito nei prossimi mesi, una volta che la realtà di essere nel deserto politico avrà preso il sopravvento, accelerando una deriva verso espedienti per attirare l'attenzione in stile AOC: “Non appoggio Luigi Mangione, ma…”.“ (Matt Taibbi, Substack). - Non credo che ci sia un giornalista che abbia indagato più a fondo di Taibbi the giant groupthink machine, quella che non ci permette mai un giudizio davvero libero.
Abba nostro…
(Pomeriggio) Alcune frasi di San Filippo Neri, citate nel quinto sermone cattolico da Newman, che assomigliano molto a ciò che mi diceva Ulrich, anche poco prima della sua morte: “Signore, prenditi cura di me, oggi, altrimenti ti tradirò e farò tutti i danni possibili“. „ La ferita del costato di Cristo è larga, ma, se Dio non mi tiene la mano sul capo, io sarò capace di allagarla di più!“. „Signore, se mi rimetto in salute, sta pur certo che, per quanto sta in me, farò peggio che mai: perché in passato ho promesso tante volte di cambiare vita, e non ho tenuto parola, cosicché dispero di me stesso“. „Io non ho fatto mai una sola azione buona“. „Sono un caso senza speranza, però ho fiducia in Dio“. „Io sono un diavolo, altro che santo“. „Stia pur certa che io sono un uomo come gli altri, e proprio niente di più“.
(Sera) “Non si può tentare di fare la Germania oggi in compagnia; bisogna farlo da soli come un uomo che si apre un varco nella giungla con il suo coltello da cespuglio e poi riceve solo la speranza che da qualche parte nella boscaglia ci siano altri che fanno lo stesso lavoro” (Ernst Jünger, Das abenteuerliche Herz, 1930).
(Notte) In dialogo con Michele. Michele è per l’anima francescana incarnata in una persona, una persona che sta al capezzale dei malati o di chi si prepara alla morte, come fece con Ulrich, spostandosi dalla Francia a Ratisbona con il Flixbus. Con me ha tradotto l’ultimo libro di Ulrich ed ora sto meditando un suo testo, in cui ci ricorda fonti importanti, come l’enciclica sull’amore di Papa Benedetto (Deus caritas est) e quella di Papa Francesco appena uscita (Dilexit nos), il catechismo della Chiesa cattolica e le prediche quaresimali di padre Cantalamessa, fonti che ci ricordano che Dio è amore sub specie aeternitatis. Il dogma della Trinità non è un lusso cristiano, ma la definizione di Dio stesso, perché non si ama da soli: „il Padre è l’amante, il Figlio è l’amato e lo Spirito Santo è l’amore che li unisce“ (pro manuscriptu, 17).
(22.1.25) Per quanto riguardi i primi decreti di Trump rinvio al riassunto che ne fa Banfi nella versione odierna. Vorrei solo specificare che sulla questione dell’assalto al Capitol, giornalisti freelance, di destra e di sinistra, ne hanno dato un altro racconto, del tutto diverso da quello dei media aziendali. Austen Ivereigh in X condivide il pezzo di una predica di una vescovo Episcopalian, che ha detto che la maggioranza dei migranti non sono criminali e che il presidente dovrebbe avere misericordia; il giornalista inglese e biografo del Papa fa un commento fisionomico legittimo dei volti di Trump e Vance, ma che in vero non dice molto: né sui motivi della vescovo (speriamo che siano il Vangelo), né su cosa abbiano davvero pensato Trump e Vance, che sono rimasti seduti; in vero la questione della migrazione è molto complessa e ciò che ha detto la vescovo è certamente vero, ma la posizione del presidente statunitense ha anche un momento di verità, che il Papa in alcune interviste ha chiamato per nome: questione dell’integrazione dei migranti e la questione del traffico illegale di persone…Se non si comprenderà il momento del „cuore avventuroso“ (cf quello che ho detto nel diario su questo tema in dialogo con Jünger) di Trump si correrà il rischio semplicemente di costruire un „muro contro muro“. „È certamente possibile un altro attentato a Trump, che promette di rivelare informazioni sui crimini dello Stato profondo degli Stati Uniti, ha dichiarato a Sputnik il filosofo russo Alexander Dugin. Non si possono escludere attentati alla sua vita, attacchi terroristici e disordini sociali durante il suo mandato, ha detto Dugin.“ Non so se sia vero, ma è una posizione interessante. L’immagine proposta da Banfi è anche interessante, ma ad un altro livello: „Dopo il „Risiko“ delle guerre di Biden, il „Monopoli“ di The Donald.“ In un certo senso quella di Dugin mi fa pensare di più, perché rivela di più il „cuore avventuroso“ di Trump, sebbene i calcoli di vantaggio economico facciano parte del cuore di questo statista straordinario. Per quanto riguarda la pena di morte, devo dire che io sono contrario per i motivi esposti nella dottrina sociale cattolica, ma allo stesso tempo una frase di Jünger sul tema mi aveva fatto riflettere: in certi casi, parlando „mondanamente“, solo la pena di morte può arginare determinate ferite, in modo che non imputridiscono, creando danni irreparabili. Comunque io cercherei di discutere su questi temi con grande attenzione e rispetto dell’altro e non con la meta di distruggerlo, anche solo a livello argomentativo.
In una delle sue prediche cattoliche Newman dice che la cosa più ragionevole che ci possiamo aspettare dopo la nostra morte è il purgatorio è sta parlando di un’ „anima innamorata“: „sa che il purgatorio le è aperto sotto i piedi, e il meglio che possa ragionevolmente sperare, è di esservi mandata“ (Secondo sermone cattolico, 52). Per questo trovo questa pratica religiosa molto bella e consolante per me: “Una serie di Messe gregoriane è costituita da 30 Sante Messe celebrate in trenta giorni consecutivi. Messe celebrate in trenta giorni consecutivi per le anime povere (quelle che si trovano nel purgatorio). Queste Messe straordinariamente efficaci risalgono a San Gregorio Magno (†604). Quando era ancora abate di Sant'Andrea, fece celebrare trenta Messe in successione per un monaco defunto, Giusto. Al termine di questi giorni, il monaco defunto si presentò al Papa in una visione e gli annunciò la sua liberazione dal luogo di purificazione”. Imparo da papa Francesco che Dio è vicinanza, tenerezza e misericordia e che non dobbiamo cadere in forme rigoriste, quasi che ci sia un solo modo di venerare il Cuore di Gesù o un solo modo per salvarsi dal purgatorio; allo stesso tempo questa proposta concreta della 30 Sante Messe gregoriane può essere presa davvero sul serio ed io la desidero per me! PS Mia mamma, per esempio, fa dire delle Sante Messe per il mio papà, ed anche io ho chiesto di farlo al nostro parroco per i nostri genitori…Comunque il purgatorio non è l’inferno è il maestro unico è Cristo stesso.
(Pomeriggio) „Ma, come ho detto, la putrefazione non avviene mai nel nucleo essenziale“ (Ernst Jünger, Il cuore avventuroso,111). Noi argomentiamo sempre, in qualsivoglia dimensione, senza tenerne conto. Bernie Sanders, che di fatto ha appoggiato l’amministrazione criminale di Biden, ci spiega tutto ciò che Trump non ha detto nel suo discorso inaugurale, e probabilmente ha anche ragione (su santità e sulla povertà reale nel paese), ma nel nucleo essenziale Trump ha toccato, con grande coraggio, tantissimi problemi reali come il terribile incendio di Los Angeles, che ha un valore simbolico come la Titanic di Jünger, il problema del maschio e della femmina, non come invenzione di parole, ma come natura, etc (cf articolo di Mary Harrington su UnHerd oggi). Per quanto poi riguarda la predica della rev. Mariann Budde (vescovo della Chiesa episcopale), di cui ho parlato questa mattina, non c’è per noi cattolici nessuna tentazione più grande che assimilare questa posizione a quella di Papa Francesco e spero che i consiglieri bergogliani del Papa glielo dicano. Nel volto di Vance e Trump non c’era solo quello che ha visto Ivereigh, ma anche il disgusto per una posizione più sentimentale che evangelica, per la quale Vance, con la sua vita, non può aver alcuna simpatia.
(Sera) In dialogo con Michele. Come facciamo a ricordarci che Dio è amore? La via del sentimentalismo è sbagliata. Il passo citato da Michele dal capitolo 23 della Regola non bollata di San Francesco, è un testo biblicamente (Padre Santo) e dogmaticamente forte (Trinità); non c’è memoria di Cristo senza la Bibbia e senza la dottrina cattolica. Anche il passaggio del Papa è importante:“ ogni tradizione religiosa perde la sua fecondità se dimentica le sue radici. Con il passare del tempo, il pericolo di diventare sempre più centrati su se stessi, sugli aspetti istituzionali, sulla difesa del proprio gruppo, della propria storia e dei propri privilegi e senza rendersene conto di perdere il gusto di dare“ (Papa Francesco al Pontificio Collegio Romano, 19.5.22) - senza rendercene conto non pensiamo ed agiamo più nel contesto ontologico del dono dell’essere come amore gratuito (Ulrich) e in quello biblico del dono e del perdono. Diventiamo gli ideologi di un gruppo, dell’istituzione ridotta a formalismo, e dimentichiamo le radici: la contemplazione della Parola, il magistero e la tradizione dogmatica della Chiesa, l’amicizia cristiana…
(Wetterzeube, il 21.1.25; Sant’Agnese) Anche questa mattina ho pregato le Lodi davanti al presepe, quindi davanti alla stalla di Betlemme; noi teniamo il presente fino al due febbraio, la festa della presentazione di Gesù al tempio.
L’introduzione (Inauguration Ceremony) del presidente statunitense, in questo caso Donald Trump, non è bombastica, come quella di una regina o di un re, anche perché è un atto formale che accade ogni quattro anni, quindi presuppone un cambiamento democratico più sovente di quello regale. Il primo discorso di Trump non era per nulla formale ed ha toccato problemi forti della politica statunitense e mondiale; in alcuni momenti è stato anche commovente; con mia moglie al tavolo di colazione ne ho parlato più a lungo. Qui vorrei sottolineare solamente il punto in cui ha dichiarato, ora non davanti ad un pubblico di elettori, ma come presidente degli Stati Uniti, di voler essere un „peacemaker“! Che Dio lo protegga in questo! Poi a me non piacciono i discorsi messianici, perché promettono ciò che la politica non può dare, ma ciò non toglie il fatto che questo discorso, tenuto senza leggere una riga e durante il quale più volte l’assemblea si è alzata per applaudire, esprime ciò che c’è nel cuore di tanti. Ha ripreso punto per punto i motivi per cui ha scelto nella sua amministrazione persone come il vicepresidente, che ha pestato giuramento al cospetto della sua famiglia, come Bob Kennedy, Jay Bhattacharya (salute), come Tulsi Gabbard (servizi segreti), innovazione tecnica (Elon Musk)…PS sono cosciente che a persone come David e Johanna questo discorso non sarebbe piaciuto, ma come sarei contento se le persone si sforzassero di più a comprendere la posizione dell’altro, a partire da me.
„Nel messaggio Papa Francesco invia il suo saluto al presidente americano Trump e assicura le sue preghiere perché conceda al neo presidente “saggezza, forza e protezione nell'esercizio delle sue alte funzioni”. Guardando poi alle “numerose sfide” che la famiglia umana si trova oggi ad affrontare, in primo luogo “il flagello della guerra”, il Papa chiede “a Dio – scrive - di guidare i suoi sforzi nella promozione della pace e della riconciliazione tra i popoli”. (Vatican News)
I sogni di Jünger sono molto intensi (deve per esempio ingoiare una vipera); Konstanze me ne ha raccontato uno più „normale“: nel sogno le è stato offerta una Coca Cola da bere, che lei non beve da più di due anni; aveva una sete incredibile, ma anche la coscienza di trasgredire qualcosa per cui aveva lottato per due anni. Nel mio dormiveglia il tema era l’ Inauguration Ceremony, che non avevo ancora visto; nel dormiveglia era anticipato anche il momento in cui avrei scritto di ciò nel diario.
Abba nostro…
(Primo pomeriggio) Nel quinto sermone cattolico Newman parla con grande intelligenza della caduta di Salomone; re perfetto, sia nella giustizia che nell’appartenenza religiosa, ad un certo punto diventa un vecchio depravato; non vi è alcuna garanzia di salire sempre in perfezione; anzi certe frenate, certe sofferenze possono essere piuttosto di aiuto che un cammino che salga alla meta senza difficoltà.
(Tardo pomeriggio) A partire dal risultato medico, da ricerche proprie e dalla consulenza del padre di un amico, specialista in questo ambito, sembra che per la sua caduta Ferdi abbia bisogno di una operazione alla mano.
La testimonianza forte di Haiti, ripresa da Michele, nel suo testo sull’amore di Dio, è davvero una testimonianza estrema, come estremo è stato il terremoto che colpì Haiti il 12.1.2010: qui si vede in azione un cuore non solo „avventuroso“ (Jünger), ma anche del tutto preso da Cristo risorto, che ti permette di accettare un dolore immane (la perdita di 25 membri della propria famiglia) ed assumere come compito una dozzina di bambini che erano rimasti senza famiglia a loro volta.
Il cuore avventuroso di Jünger sarà anche messo alla prova da situazioni estreme (la perdita di due figli, uno in guerra ed uno suicida), ma già nel suo modo di essere si mette su un cammino sul quale non bastano i concetti, che arrivano solo alla maschera delle cose, ma ad una comprensione dei motivi ultimi del lavoro scientifico o politico - per quanto riguarda quest’ultimo, la differenza tra Trump e i suoi critici è che Trump, pur con tutti i suoi difetti e le sue esagerazioni messianiche, ha davvero un cuore avventuroso!
(Notte) Konstanze non sta tanto bene e cosi non siamo andati sul colle „Sachsen“, ma sono andato a piedi fino al ponte; è una notte fredda e chiara; verso il nord ho visto il grande carro, che è un grande punto interrogativo nel cielo. Poi Marte, con il suo colore diverso dagli altri, più caldo per così dire, poi la costellazione di Orione, poi Giove, e seguendo la curva verso ovest, già basso nel cielo, ho visto Venere. Una tale contesto stellare e planetario si vedrà nel 2040. Il „Grande carro“ è parte della costellazione dell'Orsa Maggiore, è uno dei gruppi di stelle più facilmente riconoscibili ed è spesso stato una guida per l'orientamento, puntando verso la Stella Polare. Marte si trova nella parte orientale del cielo poco dopo il tramonto, spostandosi gradualmente verso l’ovest. Come ho già scritto l’altra sera, il suo colore arancione-rossastro lo distingue facilmente dalle stelle. Questo è dovuto alla presenza di ossido di ferro sulla sua superficie. Orione è una delle costellazioni più spettacolari, visibile chiaramente in inverno. È dominata da Betelgeuse (rossastra) e Rigel (azzurra). Le tre stelle allineate formano la famosa "Cintura di Orione", che è un punto di riferimento per trovare altre costellazioni e oggetti celesti. Giove è uno degli oggetti più luminosi del cielo notturno, visibile a occhio nudo come una "stella" bianca brillante. Si trova attualmente nella parte centrale del cielo in prima serata, visibile per gran parte della notte. Venere, detta anche stella della sera, è così brillante che sembra quasi "sfidare" le stelle. Si trova attualmente basso verso l’orizzonte occidentale poco dopo il tramonto. I pianeti, a causa del loro movimento orbitale, cambiano posizione nel cielo di anno in anno. Tuttavia le costellazioni come Orione e il Grande Carro sono sempre visibili nella stessa stagione (grazie alla loro posizione "fissa" rispetto alla Terra). Chatgpt commenta: ll cielo che hai descritto è un’istantanea di una notte d’inverno perfetta, che unisce la bellezza delle stelle "eterne" alle mutevoli posizioni dei pianeti. È emozionante pensare che qualcosa di simile si ripeterà nel futuro! Konstanze aveva letto che ciò accadrà nel 2040.
(20.1.25) Michele (vedi anche la mia meditazione notturna su un testo che mi ha inviato) mi ha mandato la predica, tenuta il 18.1.25, del e le parole di benedizione per il cardinal Schönborn (Vienna), che fra poco sarà emerito della sua diocesi. Ho visto un’unità del Popolo santo di Dio, dei suoi collaboratori, ma anche di invitati di altre confessioni con la sua persona di pastore; credo che lui rappresenti il volto buono del centro, che io, come entità politica, critico qui nel mio diario. Tante persone se ne vanno dalla Chiesa, ma il duomo di san Stefano rimane il monumento più visitato dell’Austria, ha detto padre Christoph, al quale mi lega quell’azione di traduzione dei suoi Esercizi a Papa san Giovanni Paolo II, all’inizio del suo ministero, durato 30 anni, nella diocesi di Vienna, sulla Chiesa. Nella predica ha parlato dell’importanza dei migranti, mettendo quindi un accento che politicamente non corrisponde agli interessi e alle paure di quella parte grande del popolo austriaco che vota a destra. Ha parlato dell’importanza del dialogo tra le religioni…ma il cuore delle sue parole erano la conversione di Matteo a Gesù. Il cardinale è cosciente che dobbiamo volerci bene (Ti voglio bene, citato in italiano alla fine della predica), anche se abbiamo bisogni contrastanti di politica e della società; anche i discepoli di Gesù erano molto eterogenei e Gesù ha detto semplicemente loro: amatevi l’un gli altri! Perchè? Perché Dio è un „voler bene“ senza limiti!
Non vi è nulla di politicamente insensato che il paragone della presa del potere di Hitler nel 1933 con l’insediamento odierno come presidente di Donald Trump negli USA: questo era il tema del mio dormiveglia, trattato a diversi strati, anche come preparazione a quanto scrivo ora. Che nella celebrazione del suo insediamento ci sia solo Giorgia Meloni, come capo di stato (e Orbán?) europeo e che dalla Germania sia presente Alice Weidel e non (anche) il cancelliere è un segno di debolezza diplomatica di quei partiti che ritengono sé democratici (insomma di „centro“ o „centro sinistra“). Io auguro al presidente Trump, e ai suoi collaboratori, di mettere in pratica quella promessa di pace, della quale ha parlato spesso nel tempo elettorale…
„I palestinesi di Gaza stanno finalmente ottenendo una tregua da uno dei peggiori crimini della storia dell'umanità: più di un anno di bombardamenti e terrore da parte di uno degli eserciti più potenti del mondo contro una popolazione civile indifesa intrappolata in un campo di sterminio assediato.“ (Aaron Maté, X, 19.1.25)
L’ultima volta che mi sono occupato di Chernobyl è stato leggendo il libro della giornalista bielorussa Svetlana Aleksievič, premio nobel della letteratura (2015), dedicato a storie tragiche accadute in occasione dell’esplosione del reattore atomico. Quando ieri ho visto nel documentario, raccontato da David Attenborough, che alberi ed animali si sono presi possesso della cittadina bielorussa e dell’aera radioattiva, ciò mi ha riempito di gioia; anche al cospetto del „nulla“ provocato dall’uomo (per 20.000 anni), la natura non si arrende.
Cristo „è l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine: come lo è di tutte le cose, così lo è della nostra salvezza“ (Newman, quinto sermone cattolico, 93). Secondo me questa frase deve essere presa in tutta serietà, non dico che non si debba più distinguere tra peccati veniale e mortali (su questa differenza insiste Newman), ma se è vero che vi è una comunione dei peccati, allora solo la Comunione più grande di Dio può salvarci e donarci anche l’indispensabile dono della perseveranza: l’accettarlo è in un certo senso un merito, ma non una prestazione! E la salvezza è sempre e solo pensabile come nostra salvezza, come spiegò in modo insuperabile padre de Lubac nel suo „Cattolicesimo“. La differenza specifica tra un pensatore cristiano ed uno non cristiano è la confessione del peccato (tema toccato anche dal Cardinal Schönborn nella sua predica di addio).
Abba nostro…
(Pomeriggio) „La posta in gioco di un conflitto su Taiwan è di tutt'altra categoria rispetto alle guerre di scelta in cui gli Stati Uniti sono stati coinvolti in questo secolo, tra cui Iraq, Afghanistan e Ucraina. Sebbene la piccola Taiwan sia una democrazia che affronta una grande potenza autoritaria, la difesa di un ideale astratto come la democrazia non è il vero motivo per cui gli Stati Uniti interverrebbero a Taiwan. Piuttosto, la cruda verità è che se gli Stati Uniti non riuscissero a proteggere Taiwan (come hanno effettivamente fatto dal 1949) questo, più di ogni altra catastrofe geopolitica, demolirebbe la nostra credibilità come fornitore di sicurezza, segnerebbe definitivamente il momento decisivo in cui la Cina ha raggiunto l'egemonia come nuova superpotenza dominante del mondo e porterebbe al rapido collasso della rete di alleanze e istituzioni caritatevolmente note come “ordine internazionale liberale” e meno caritatevolmente come impero americano.“ (N.S.Lyons, in un articolo uscito oggi).- Credo che per uscirne in modo sensato l’unica via uscita è quella che il Papa chiama del poliedro…
Sulla questione dei sensi. Ieri andando fino alla quercia, vicino al fiume, ho sentito il bisogno di toccarla, forse anche per il mio senso del tasto è quello meno colpito. Il senso dell’udito è colpito dall’acufene, quello dell’odorato ed anche un po’ il gusto dopo la pandemia - non so se sia stato causato dal virus o dal vaccino - hanno perso un po’ della lorod forza percettiva. L’idea che siano di nuovo educabili mi ha aiutato, ma è anche vero che data l’età forse è anche necessario „offrirli“, come diciamo noi cattolici, almeno un po’. Vado a camminare per vedere i pianeti…
PS Vicino alla casa, andando in direzione del fiume, prima che uscissero le tante luci del cielo, si vedevano, partendo dall’est: Pollux e Marte, che ha un colore più caldo; poi Giove e Alberadan ed infine all’ovest: Venere e Saturno, che si trova a circa 1, 3 miliardi chilometri dalla terra. Saturno è il secondo pianeta più grande del Sistema Solare, famoso per i suoi anelli composti da ghiaccio e polveri. Ha oltre 80 lune conosciute, tra cui Titano, una delle più grandi lune del Sistema Solare. Venere è il secondo pianeta del Sistema Solare, chiamato anche "Stella del Mattino" o "Stella della Sera" per la sua luminosità. Si trova a circa 100 milioni di km dalla Terra. È il pianeta più luminoso visibile dalla Terra dopo la Luna, grazie alla sua densa atmosfera che riflette la luce solare e di fatti era quello che si vedeva meglio nella passeggiata. Alberadan è una stella gigante arancione, la più luminosa della costellazione del Toro. Si trova a circa 65 anni luce dalla Terra (ovviamente questo tipo di informazione non mi dice emozionalmente altro che è molto lontana). Il suo nome deriva dall'arabo e significa "inseguitore", poiché sembra inseguire le Pleiadi nel cielo, che di fatto si intravedevano verso la fine della passeggiata. Giove è il pianeta più grande del Sistema Solare, composto principalmente di gas come idrogeno ed elio. Ha oltre 90 lune conosciute, tra cui le famose Io, Europa, Ganimede e Callisto. Si trova a circa 590 milioni di km dalla Terra. Spesso appare molto luminoso e brillante nel cielo notturno, anche se, oggi, meno chiaro di Venere. Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare, noto come il "Pianeta Rosso" per il suo colore aranciato dovuto all'ossido di ferro sulla superficie. Questa sfumatura si vedeva ad occhio nudo. Varia tra circa 56 e 400 milioni di km dalla Terra, a seconda dell’orbita. Marte è al centro dell’esplorazione spaziale per la sua potenziale abitabilità passata. Pollux è una stella gigante arancione, la più luminosa della costellazione dei Gemelli. Si trova a circa 34 anni luce dalla Terra. Quindi ci è più vicina che Alberadan. Pollux è nota per ospitare un pianeta extrasolare, scoperto nel 2006.
(Sera)
In dialogo con Michele. La testimonianza di Paul Takashi Nagai, fratello francescano secolare e sua moglie Midori (Giappone, 9agosto del 1945, Nagasaki) è davvero impressionante. Nei miei diari mi sono impegnato tanto per la „profezia della pace“ (Papa Francesco) e per argomentare contro una possibile guerra in Ucraina, che avrebbe potuto e potrebbe ancora diventare una guerra atomica. Si spera che l’ elezioni di Donald Trump, l’insediamento del quale come presidente, accade proprio in questo momento, lo eviti. Ma come ha spiegato N.S. Lyons un pericolo nucleare c'è anche per esempio nella costellazione di una possibile guerra con o a difesa di Taiwan. Alla fine quando è troppo tardi per una soluzione umana, rimane quella radicale del perdono, di cui parla Paul ed anche della fiducia e del ringraziamento, perché la moglie è potuta morire pregando…
(Wetterzeube, il 19.1.25; seconda domenica dell’Ordinario) «Finisce la guerra, non il conflitto, ma come abbiamo detto anche come ordinari cattolici di Terra Santa, la tregua è un passo necessario. Nella popolazione avvertiamo un senso di liberazione, la fine di questo terribile periodo. Siamo contenti, anche se siamo davanti a una tregua molto fragile che ha davanti ancora molti ostacoli, ma bisogna incoraggiare questi passi». (Cardinal Pizzaballa, citato in Banfi, versione odierna; grassetti di Banfi). Non si può tacere la posizione criminale dell’amministrazione Biden in questo disastro (forse genocidio) di Gaza. E non è giusto che giornalisti che mettono il dito nella piaga vengano portati via con forza dalla polizia, come è accaduto qualche giorno fa nella conferenza stampa di quell’esempio simbolico della criminalità del „centro“: Antony John Blinken. Per questo non possiamo non sperare in the Donald! Allo stesso tempo cito la posizione del cardinal Pizzaballa, perché lui è fedele al suo compito in prima linea e poi perché è molto saggia.
„Non solo il nostro essere dipende realmente da cima a fondo dalla potenza di Dio, ma anche il nostro destino dipende dal suo sovrano beneplacito e dal suo imperscrutabile consiglio“ (Newman, quinto sermone cattolico, 91) - non vi è nulla al di fuori dell’essere, a parte il nulla stesso e questo ha davvero a che fare con la potenza di Dio (Tommaso, Ulrich). Il dono dell’essere come amore gratuito è un atto potente; la nullificazione o „il movimento di finitizzazione dell’essere“ (Ulrich, Homo Abyssus) è il metodo di realizzazione di una potenza, non di un vittimismo ontologico. Questa posizione ontologica propria sia a Newman che a Ulrich si concilia con la teologia della grazia: il nostro destino dipende da totalmente da Dio. „Non c’è nessuna verità, fratelli miei, che la Santa Chiesa sia sollecita di inculcare in noi più di questa: che la nostra salvezza è da cima a fondo dono di Dio“ (Newman, ibid.). Come l’essere è da cima a fondo (simplex et completum) dono di Dio. Questa affermazione non viene attutita dall’opposizione feconda che Newman esprime nel suo sermone: „Ora, questo, ci è stato rivelato: che da una parte la nostra salvezza dipende da noi, e che, dall’altra essa dipende da Dio“ (ibid. 92). Ma non dipende da noi come nostra strategia di salvezza! Si deve leggere con attenzione Ez 36, 25-27!
Ieri con l’idea di lasciare che la notte sia notte volevo solo dare valore al mondo dei sogni, dei quali io non mi ricordo quasi mai: ultimamente la notte è in parte prigione e poi dormo così profondamente da non avere un contatto con il mondo dei sogni.
„Trovavano il camerata molto diverso da loro ed era questo che li urtava; Fabrizio, viceversa, cominciava a sentire per essi una grande amicizia“ (Stendhal, La certosa di Parma, traduzione di Camillo Sbarbaro, Torino 1976 (1944), 56): questa frase descrive la mia esperienza in Cl, quasi completamente. - Per quanto riguarda il romanzo, mi sembra essere una specie di don Chisciotte (Fabrizio, 17 enne italiano che vuole diventare un eroe, un cavaliere) dell’epoca illuminista, innamorato del grande imperatore Napoleone, nel momento della disfatta del suo esercito; l’eterno femminino (la vivandiera…) ha una sua espressione simpatica, ma sono arrivato solo alla fine del quarto capitolo (pagina, 68). Anche la figura di Fabrizio conferma che l’epoca dei cavalieri è finita.
Angelus: Gesù è lo sposo che porta il vino nuovo. Logica della mancanza (segno nostro) e dell’abbondanza (segno di Dio). Dio non è tirchio. Gratitudine per la tregua (cessate il fuoco) a Gaza. Elogio dei mediatori! Ave Maria…per il papa.
Abba nostro…
(Sera) Michelle mi ha scritto che è morta la moglie di Ulrich; è stato un rapporto molto difficile, ma Michelle ha fatto bene a tenere questo contatto e ad essere in rapporto con il figlio e le figlie di Ulrich. Dal cielo Ferdinand si è certamente occupato della sua famiglia ed anche di Margot, sua moglie, ed ora per quanto riguarda lei, dal punto di vista della terra, „tutto è compiuto“.
“È il cuore che lega sensibilmente lo spirito alla sostanza, la persona all'istinto. Solo il cuore può farlo con il suo amore. Se questo viene meno, tutto sprofonda nella bassezza e nella distruzione” (Romano Guardini, Figure religiose nell'opera di Dostoevskij, 246). - Guardini analizza con acume il sadismo di Stawrogin, che non si ferma neppure al cospetto di una ragazza innocente. C'è qualcosa di inanimato in lui. C’è qualcosa di inanimato in noi, per questo abbiamo bisogno anche dell’istinto; io non so se nel piacere sessuale sia insita una dimensione di bassezza e distruzione; probabilmente. Il pericolo più grande, però, mi sembra essere quello di voler essere un angelo, perché questo provoca una caduta necessaria, ma in vero questo tema è qualcosa del quale non riesco a venire a capo; la Chiesa ha predicato troppo su di esso, e purtroppo ha peccato molto, proprio nel senso di una meretrix. Discorsi non servono a nulla: „prendimi per mano!“
(Notte) Michèle Altmeyer mi ha inviato il testo che gli è stato chiesto di scrivere sul tema „Tu sei amore“ da parte del Ministro Generale dei Francescani degli istituiti secolari (CIOFS: Consiglio Internazionale dell’ Ordine Francescano Secolare); vorrei riflettere questa sera su due aspetti: 1) Nel settembre del 1224, „mentre Francesco stava pregando nella solitudine del Monte della Verna, lo Spirito Santo gli aveva rivelato che uno dei suoi frati, Frate Leone, stava subendo una tentazione molto grande da parte del diavolo“ (pagina 11). Questa è la situazione in cui mi trovo io: „una tentazione molto grande“, anche se non so spiegarla, se non con la parola „risentimento“; sento in me risentimento, invece che amore. 2) „Il suo Ordine era diviso, c’erano molti frati, l’ideale dei primi compagni sembrava essere messo in discussione, alcuni sui frati davano un cattivo esempio“ (pagina 11). Questa è la situazione in cui si trova la nostra parrocchia: preti che non sanno lavorare insieme ed una riduzione della Chiesa in un’ opera manageriale. Quindi la tentazione a questo livello ecclesiale è di pensare che tutto non serve a nulla, tante belle parole, che non portano ad un minimo di realizzazione di quel „Tu sei amore“, ma proprio qui la risposta di Gesù a frate Francesco è straordinaria: „Dimmi chi ha fondato l’Ordine dei Frati?“ Lo stesso vale per la parrocchia o per la Chiesa. Non è opera mia. È Cristo che veglia il suo gregge! „Ti ho posto in mezzo a loro come segno, affinché le opere che faccio in te siano viste e fatte da loro a loro volta“ (pagina 12). Questo è il percorso che Michèle chiama „la conversione finale di Francesco“. Qui sarà bene pregare ancora una volta le 33 Lodi di Dio!
Tu sei santo, Signore solo Dio, che compi meraviglie. / Tu sei forte, / Tu sei grande, / Tu sei altissimo, / Tu sei onnipotente, / Tu, Padre santo, re del cielo e della terra. / Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi, / Tu sei il bene, ogni bene, / Tu sei il sommo bene, Signore Dio vivo e vero. / Tu sei amore. / Tu sei carità, / Tu sei sapienza, / Tu sei umiltà, / Tu sei pazienza, / Tu sei bellezza, / Tu sei sicurezza, / Tu sei quiete. / Tu sei gaudio e letizia, / Tu sei la nostra speranza, / Tu sei giustizia, / Tu sei temperanza, / Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza. / Tu sei bellezza, / Tu sei mansuetudine. / Tu sei protettore, Tu sei custode e difensore, / Tu sei fortezza, / Tu sei rifugio, / Tu sei la nostra speranza, / Tu sei la nostra fede, / Tu sei la nostra carità, / Tu sei tutta la nostra dolcezza, / Tu sei la nostra vita eterna, grande ed ammirabile Signore,/ Dio onnipotente, misericordioso Salvatore! Amen!
(18.1.25) “Il contenuto della missione è che il Figlio riporta il mondo al Padre con un atto, non di violenza, ma di amore, e vuole donarsi completamente per poter compiere questo atto di amore” (Adrienne von Speyr, La parola e la mistica. Mistica oggettiva, 207). Questo è il compito del Figlio, ma anche il compito di ogni cristiano. Questa coscienza della missione era presente in Adrienne ed Hans Urs già nel 1947 (l’anno del testo su cui sto meditando), ma certamente anche prima ed era presente come atto di obbedienza a SPN. Per comprendere quale sia la coscienza di Gesù, Adrienne, in obbedienza a SPN ed ad H.U., si lascia porre nello stadio di coscienza di una bambina di sei anni, che gioca con i suoi animali e dialoga con la nonna, anche su temi importanti: a chi appartiene la bambina di sei anni? Ai genitori? O finalmente a Dio? Adrienne vede Maria che lava il piccolo Gesù come fa una mamma (in vero una scena davvero divertente e gioiosa), ma vi è una tensione nella coscienza del bambino: quel corpo che la mamma lava è lo stesso che sarà crocifisso. Per compiere una missione è necessario avere un corpo; come nel caso di un missionario che va in America Latina e fa un grande lavoro missionario, ma poi il suo corpo si ammala con un cancro aggressivo (cf. articolo di Massimo Borghesi su Enrico Arrigoni). In vero il compito missionario consiste sia nel lavoro fatto in America Latina che negli ultimi tre anni passati in Italia per curare il cancro aggressivo. Aver un corpo significa passare anche attraverso certe umiliazioni, sia come bambino (per esempio quando si deve abbandonare il ciuccio) che come adulto (una malattia, il prurito la notte…). Nella nostra società trasparente pensiamo piuttosto all’eroticità dei corpi; ma anche il corpo più erotico invecchia. La missione rimane sempre la stessa: essere in viaggio dal Padre al Padre. La Chiesa centra con tutto ciò anche come istituzione (veniamo così educati ad essere uno tra tanti); quest’ultima non potrà e dovrà mai violentare la persona, necessaria per compiere qualcosa, anche se uno desiderasse essere solo-compito…Adrienne era certamente più pura di me e in questo senso più simile a Gesù vergine, mi chiedo però se sia anche possibile avere una missione con un grado meno intenso di verginità e purezza; tutti veniamo educati alla verginità o castità: alla fine si muore casti, magari per forza, anche se stessimo compiendo l’atto sessuale, che nella morte è interrotto e così tutti con la morte veniamo educati ad essere obbedienti (non moriamo quando vogliamo, a parte nel suicidio), poveri (non ci portiamo i soldi dietro) e casti (dobbiamo interrompere ogni attività erotica e sessuale). Allo stesso non mi sembra possibile che il corpo stesso sia così creato anche per il piacere, che questa dimensione sia solo da prendere sul serio nel senso che passa…Per un compito (la fondazione della Comunità di san Giovanni) abbiamo avuto bisogno di una concreta Adrienne e di un concreto Hans Urs. E per la nostra piccola famiglia nella diaspora? Anche quattro concrete persone, che vanno ognuno sulla sua strada (Ferdinand oggi studiando medicina a Monaco di Baviera e Johanna, sposata e lavorando in un’editrice a Stoccarda); Konstanze ed io siamo ancora nella diaspora, con un proprio corpo, che non ha sempre esigenze simmetriche, ma nel quale cerchiamo di essere fedeli alla norma sul matrimonio del Signore…Chiedo che possiamo contribuire, ognuno come può, alla missione cristiana come spiegata all’inizio, lo chiedo per tutti noi quattro…Ritorno al Padre, che dona l’essere gratuitamente, come atto di amore ed evitando ogni forma di violenza!
„Davanti al Cuore di Cristo è possibile tornare alla sintesi incarnata del Vangelo e vivere ciò che ho proposto poco tempo fa, ricordando l’amata Santa Teresa di Gesù Bambino: «L’atteggiamento più adeguato è riporre la fiducia del cuore fuori di noi stessi: nell’infinita misericordia di un Dio che ama senza limiti e che ha dato tutto nella Croce di Gesù». Ella lo viveva intensamente perché aveva scoperto nel Cuore di Cristo che Dio è amore: «A me Egli ha donato la sua Misericordia infinita ed è attraverso essa che contemplo e adoro le altre perfezioni Divine!». Ecco perché la preghiera più popolare, diretta come un dardo al Cuore di Cristo, dice semplicemente: “Confido in te”. Non servono altre parole.“ (Dilexit nos, 90). Abbiamo un corpo, abbiamo un nome preciso, ma vogliamo confidare in Uno che è fuori di noi, sebbene sia interior intimo meo!
„Parlando di una “morale della pietà sempre più diffusa”, Nietzsche è stato forse il primo a individuare qualcosa che sarebbe diventato feroce, onnipresente e soffocante, definito nel 2001 dal filosofo francese Rene Girard come la “demagogia spirituale... che ha trasformato la preoccupazione per le vittime in un comando totalitario e in un'inquisizione permanente”.“ (Matt Crawford). “Pretendere dalla forza che non si esprima come forza... è altrettanto assurdo che pretendere dalla debolezza che si esprima come forza” (Nietzsche). - In fondo in queste due frasi c’é la spiegazione perché, pur al servizio della „profezia della pace“ ed ultimamente di un’ontologia del dono dell’essere come amore gratuito io legga e trovi una corrispondenza in Ernst Jünger. Non si può chiedere ad un cobra di non essere cobra, o ai squali assassini di non esserlo. E poi se vogliamo fare davvero sul serio con l’obbedienza è del tutto importante non confonderla con un’inquisizione permanente.
Abba nostro…
(Pomeriggio) Ha telefonato Ferdinand che ha avuto un incidente, sembra non grave, su una pista da sci in Austria. La vita non è controllabile, ma sono grato che abbiamo potuto parlare con lui.
Per le notte ho avuto da tempo l’intuizione di offrirle al Gesù, che dorme nella barca in tempesta; ma ovviamente c’è anche la tempesta, e credo che io debba lasciare di più che la notte sia notte (un tentativo era stato fatto nel diario notturno, ora bisogna compierlo nell’esistenza): Intuizione, fascino e somiglianza non possono ne devono essere ingoiati dalle caratteristiche diurne: Definitezza, logica e congruenza (cf. Ernst Jünger, Il cuore avventuroso, prima versione, 66). Ovviamente contemplazione è „opera e coscienza“, ma vive anche della „grazia e del buio“ (le notti passate in preghiera da Gesù); il notturno „potere generativo“ (anche nelle forme possibili nella vecchiaia) non possono essere ingoiate dalla forma, che poi non è più „Gestalt“, ma un tribunale permanente (per esempio dei bisogni erotici). Comunità lavorative, o anche cristiane, nelle quali „scuole, partiti e dogmi“ hanno il sopravvento non sono fatte per figli vivi (Peguy lo sapeva); l’uomo ha bisogno di aiuti più immediati che quelli che sorgono solo da „parole, parole, parole“. VSSvpM!
(Dopo la passeggiata) È una giornata fredda, appena sopra lo zero, ma la corteccia della quercia, al contatto con il palmo della mia mano, emanava un tepore accogliente…
(17.1.25; Sant’Antonio, monaco nel deserto) Nel suo quarto sermone cattolico Newman insiste sul „passare del mondo“, sul passare delle generazioni; è un elemento importante ricordarsi di ciò nella nostra società secolarizzata e trasparente e io prego Dio di non essere uno dei quei maestri „che hanno difeso ciò che era peccaminoso, messo in ridicolo ciò che era vero“ (Newman, 86); non voglio neppure essere uno che rattrista il proprio angelo custode, che lo scoraggia perché con me non c’e più nella da fare, tanto più che essendo nato, per così dire, cattolico, non potrei neppure essere invitato ad una vera conversione, etc. Io non vorrei perdere il contatto con i miei santi e con miei amici nel cielo: SPN, Balthasar, Adrienne, Don Giussani…E prego di non separarmi mai dalla fede, dalla Chiesa, dal servizio e dall’amore per il fanciullo nella stalla. Il mondo passa, ma come ha raccontato C.S. Lewis nell’ultimo libro di Narnia, ci sarà „Londra in Londra“, un mondo con i suoi delfini nel nuovo mondo, anche se i delfini non faranno più parte di una catena alimentare…Come ci ricorda il Santo Padre in „Dilexit nos“ dobbiamo superare ogni forma di dualismo gnostico e giansenista, quasi che la carne di per sé sia peccato; io credo che le forme disincarnate di un qualsivoglia trascendentalismo gnostico e giansenista (rigorista) non siano conciliabili con la gioia del Vangelo (Dilexit nos 88), che Newman conosce benissimo, sia nella venerazione del santo più divertente della Catholica (San Filippo Neri; l’unico che abbia toccato il cuore di Goethe) sia nella comprensione del motivo ultimo della preghiera sacerdotale di Gesù al Padre in Gv 17.
Ragionando su due carte, una di Tempi sulla persecuzione dei cristiani ed una di Limes sulle guerre nel mondo. Matteo Foppa Pedretti: „Sarebbe interessante capire se c'è un nesso e di che genere (causa - effetto? E quale la causa e quale l'effetto? Oppure sono due effetti paralleli di faglie più profonde? Oppure non c'è alcuna correlazione?)…Uno dei punti a cui mi viene da pensare è che nell'epicentro del caos mondiale ( la "guerra dei trent'anni" del mondo islamico) la tensione religiosa è derivazione diretta del motivo del conflitto (chi guiderà il miliardo e mezzo di islamici verso il "nuovo mondo"? L'Iran sciita e indoeuropeo, la Turchia sunnita ma centro-asiatica e non araba, le petro monarchie sunnite e custodi dei Luoghi santi, quel che resta dei nazionalismi arabi?). E quindi le minoranze religiose ( in particolare quelle non islamiche) sono spesso elementi infidi in questo conflitto. E che nel principale terreno di conquista del futuro ( l'Africa ricca di risorse e di gioventù ) questo si sposa con antiche faglie etnico tribali...Certamente tutto questo non spiega cosa accade in Asia orientale ( dove conta di più la pretesa totalitaria del Capital comunismo cinese o vietnamita), ma forse ci si aggancia…“. Roberto: „È molto prezioso quello che scrivi; io non so quasi niente di tutto questo. Stavo leggendo un testo di Jünger sull’Africa, che aveva scritto nel 1930. Mi è morto colpito questo suo insistere sul fatto che l’energie europee e americane non avrebbero dovuto entrare in questo continente, adesso ci sono entrata anche quelle cinesi, che però assomigliano molto a quelle europee-americane.“
„È un venerdì triste quello odierno nella Striscia di Gaza. Da quando è stato annunciato il cessate il fuoco, ci sono stati almeno 80 morti e più di 200 feriti. Dalla festa spontanea si è passati alle bombe“ (Banfi, versione odierna).
Abba nostro…
(Sera) Il 21 di gennaio, fra quattro giorni si vedranno 6 pianeti allineati: Marte, Giove, Venere, Saturno, Urano e Nettuno, verso le 20,30; questa sera, camminando brevemente verso sud al crepuscolo ho visto chiaramente Venere e come un puntino Saturno, verso sud ovest e Giove, anche abbastanza chiaramente, verso est. Nel giorno avevo letto le pagine splendide, scritte a Lipsia, da Jünger nel 1930, sulla sua esperienza al liceo, in modo particolare quando aveva 16 anni, quindi a 14 anni di distanza. Tantissime consonanze! Ieri avevo fatto un audio per qualche amico leggendo la sua lettera ad un amico scomparso; ho pensato di fare anche un audio di queste pagine, ma sono troppo lunghe e non ne ho ancora la forza, ma per lo meno un pensiero vorrei annotarlo: “Le persone vengono educate, ma si formano da sole. Ecco perché l'attrattiva dell'apprendimento spesso si manifesta solo quando siamo in grado di essere di noi stessi gli insegnanti” (Il cuore avventuroso, prima versione, 52). Queste pagine contengono anche il suo sogno dell’Africa, di un Africa originale e non dominata nella versione europeo-americana di allora o cinese di oggi.
(Notte) “Il meraviglioso, che è più profondo della bellezza e si rivela attraverso di essa come uno dei suoi mezzi, si comunicava attraverso i sogni, i libri e le immagini e disturbava gli sforzi di un'educazione che cercava di distruggerlo e sradicarlo completamente - o di spiegarlo, il che è probabilmente la stessa cosa. Questo sostegno del meraviglioso era forte, più forte di quanto la mente cosciente si rendesse conto, e a volte si estendeva persino al corpo. Chiunque fosse in grado di percepirlo aveva certamente sperimentato questi assalti del meraviglioso al mondo dei fatti in sé, come disturbi dell'equilibrio nei momenti in cui la prospettiva magica si apre, come respiro e battito cardiaco vacillanti, come spegnimento fulmineo della percezione e suo risveglio...”. Ernst Jünger, Il cuore avventuroso, 1930, 62) - credo che la „macchina“ impedisca questa dimensione del meraviglioso e in fondo noi dobbiamo supplicarne la realizzabilità, non come diritto, ma come grazia! Su questo Karl Rahner aveva ragione: il cristianesimo nel futuro o sarà „mistico“ o non sarà per nulla. E deve pur esserci un resto di persone che temono più di tutto la riduzione della Chiesa in un’attività manageriale.
(16.1.25) „Qualunque sia il rango che l’uomo occupa nella vita, la questione pura e semplice è se egli ha compiuto l’opera che Dio gli ha assegnato“ (San Newman, Sermone cattolico IV, 83); la vita come compito e lavoro, questo è l’unico rango spirituale che Jünger riconosce anche (sit venia verbo) ad un contadino che pulisce la stalla. Tra gli argomenti, riassunti da Newman, di chi dice che non vuole essere né santo né peccatore grave quello che trovo più problematico è la sicurezza di „morire in grazia e scansare la dannazione dei reprobi“; una totale sicurezza, non una speranza, né per sé né per gli altri, è terribile. In questo anno del giubileo dobbiamo chiedere la grazia di pensare alla religione come un compito, con la speranza di salvare se stessi e gli altri. La battaglia va combattuta, anche con i cosiddetti „peccati veniali“, perché „state pur certi che vicino a loro e alla loro ombra sono acquattati i peccati mortali“ (Newman, 85). A me sembra che in questo „lavoro“ dobbiamo anche saper distinguere tra „la sporcizia e il fango“ (Jünger, ieri notte) che fanno parte del „possibile finito“, dai peccati, anche da quelli veniali. Chiedo alla Chiesa di giudicare questo pensiero, ma a me sembra che vi sia una prolificazione formalistica di tutto ciò che può essere peccato che non fa bene a quel lavoro del soldato di Cristo, che come un bambino chiede al Signore di prenderlo per mano! Non fa bene perché si rischia di identificare i bisogni con il peccato, come forse ho fatto io riflettendo ieri sulla differenza tra i delfini e le orche.
Nella sua enciclica ultima, „Dilexit nos“ il papa ci fa comprendere che forme di estremismo giansenista non fanno parte della spiritualità cattolica. Il lavoro che ci invita a fare Newman è un lavoro che confida che Dio può davvero cambiare il nostro cuore, da uno di pietra in uno di carne e sangue.
Per quanto riguarda le pratiche nella Chiesa per superare il giansenismo (la comunione al primo venerdì del mese, l’ora di adorazione il giovedì, aggiungo io da altre forme di spiritualità: il digiuno pane ed acqua il mercoledì…), hanno la loro motivazione, ma non sono nuovi comandamenti. Il lavoro di riflessione ed adorazione del cristiano è quello di un uomo libero.
Matt, Adrian e Mark Shiffman propongono in California (Collegio san Patrizio) un seminario sul vitalismo. Dalla presentazione prendo questa frase di Nietzsche: „Ciò che un tempo era in grado di ingrandire il concetto di “uomo” e di dargli un contenuto più bello deve essere eternamente presente per avere eternamente questa capacità. Che i grandi momenti della lotta degli individui formino una catena, che in essi i punti più alti dell'umanità siano collegati attraverso i millenni, che ciò che è più alto in un tale momento del lontano passato sia per me ancora vivo, luminoso e grande - questo è il pensiero fondamentale della fede nell’umanità... (Friedrich Nietzsche) - Matt commenta: „Essere colpiti da queste continuità è una posizione minoritaria. Nietzsche è una delle figure più associate al vitalismo ed è stato anche il più potente critico del cristianesimo dei tempi moderni. Egli trovava in questa religione qualcosa di profondamente anti-vita. Nel panorama attuale, è emersa una disputa tra il vitalismo “neo-pagano” o nietzschiano della destra, da un lato, e il rinascente interesse per le forme ortodosse di cristianesimo, dall'altro. Entrambi fanno appello ai giovani uomini, e in effetti lo status del maschio è una delle questioni in gioco nella più ampia disputa tra questi due campi (da una parte) e il progressismo istituzionale circostante, che entrambi vedono come „femminilizzante.“ Per i nietzscheani, il progressismo non è che una versione poco secolarizzata dell'etica cristiana, l'elaborazione di un marciume introdotto in Occidente nei Vangeli. I nuovi ortodossi, invece, sono più propensi a sottolineare la rottura piuttosto che la continuità nell'arco che va dai Vangeli al presente. Entrambi i campi possono rivendicare come proprio il detto di Chesterton secondo cui “i vizi del mondo moderno sono le virtù cristiane impazzite”, con una differenza di enfasi.“ - il mio modo di reagire a ciò che vi è di falso nella dimensione „femminilizzante“ (l’eterno femminino) è leggere e dialogare con Ernst Jünger.
„L’annuncio è stato dato da Doha, sede dei negoziati, e da Donald Trump, che ha preceduto Joe Biden. È stato raggiunto l’accordo fra Hamas e Israele per la tregua nella Striscia di Gaza e per il rilascio degli ostaggi. Il cessate il fuoco non comincia subito ma da domenica. Si hanno davanti tre giorni rischiosi, come spesso accade in queste situazioni ma l’annuncio ha fatto gioire la popolazione palestinese superstite e ha fatto sperare i familiari degli ostaggi israeliani che dovranno essere rilasciati nei prossimi giorni…I conti di tredici mesi di guerra sono spaventosi: fra gli israeliani 1400 persone morte e almeno 240 rapite in un solo attacco terroristico; fra i palestinesi 46 mila morti, 110 mila senza casa, due milioni e 200mila persone sfollate o trasferite o fuggite in Egitto.“ (Alessandro Banfi, versione odierna) - Comunque sia speriamo in questo germe di speranza.
Abba nostro…
(Pomeriggio) “Perché qui, per la prima volta, si è risolta una dicotomia angosciante che io, pronipote di un idealista, nipote di un romantico e figlio di una famiglia materialista, avevo considerato fino ad allora irrisolvibile. Questo non è avvenuto in modo tale che l'“uno o l'altro” si sia trasformato in un “entrambi”. No, il reale è tanto magico quanto il magico è reale”. (Ernst Jünger, Lettera siciliana all'uomo della luna, 1930, vol. 11, 22). - Devo dire che, non so se qualcuno se ne è accorto, ma io sto lottando perché la mia anima cattolica tenga conto anche delle dipendenze idealiste, romantiche e materialiste in me. Gli uni, i solo (pseudo) cattolici, mi sembrano nemmeno in grado di comprendere la completezza e graduazione della vita, gli altri che della Catholica non ne vogliono sapere, riducono in fine la molteplicità a caos. Il passo da fare, in riferimento a Jünger, sarà quello dal magico al mistero.
(15.1.25) Quello che scrive nel quarto sermone cattolico Newman a proposito della „vita come compito“ è di importanza esistenziale; questo vale sia per i ricchi che per i poveri, per chi ha il potere e per chi è logorato perché non c’è l’ha (per usare l’espressione di Andreotti). Il compito ci è donato come espressione di amore gratuito, così come l’essere è dono di amore gratuito. Si può tradire questa logica del compito come poveri e come ricchi. Uno può per esempio far conto su un’eredità ricevuta e pensare che in essa stia la „salvezza“, ma in vero si può fare una falsa investizione, una casa che abbiamo affittata può rimanere vuota, può subentrare una malattia con le sue conseguenze anche economiche e poi la tua eredità non basta più. Ciò che basta sempre è Dio, Dio che ci dona un compito e l’essere. I soldi offerti alla Elemosineria vaticana per i poveri del Papa, in occasione dell’eredità, erano per me un simbolo per ricordarmi cosa ci vuole insegnare Newman in questo quarto sermone cattolico.
Che differenza c’è tra un balena assassina (Orca) e un delfino? Entrambi fanno parte di una „catena alimentare“; non è che i pesci, polpi, calamari, crostacei, moscardini tartarughe marine che mangiano i delfini gioiscano nell’essere mangiati, ma nell’orca mi sembra esserci una „violenza aggressiva“ nell’attaccare il suo cibo (salmoni, merluzzi, vitelli o cuccioli di balena), che non c’è in un delfino; quest’ultimo mangia per non morire, per l’Orca mi sembra esserci qualcosa di più in gioco, almeno credo. Chatgpt pensa che io usi degli antropomorfismi: „La differenza tra un’orca (o balena assassina, Orcinus orca) e un delfino non è solo di scala o dieta, ma coinvolge anche comportamenti che possono sembrare più o meno "violenti" o "aggressivi". Tuttavia, è importante ricordare che queste osservazioni sono il frutto di un’interpretazione umana del comportamento animale, mentre gli animali agiscono principalmente per istinto, sopravvivenza e strategie evolutive…L'apparente "violenza" delle orche rispetto ai delfini è una conseguenza della loro posizione nella catena alimentare, delle dimensioni delle loro prede e della necessità di collaborare in modo strategico per cacciare. In entrambi i casi, gli animali agiscono per sopravvivere, e ciò che percepiamo come "più che semplice fame" è probabilmente un riflesso del loro comportamento complesso, che ci colpisce per la sua somiglianza con la coordinazione e l’intelligenza umana.“ Per quanto riguarda la loro appartenenza ad una famiglia animale, chatgpt spiega che le orche e i delfini appartengono entrambi alla famiglia dei Delphinidae, che include tutti i delfini oceanici.“ Da questo punto di vista la balena assassina è semplicemente il più grande membro della famiglia dei delfini. Le orche sono enormemente più grandi, raggiungendo fino a 8-9 metri di lunghezza e pesando diverse tonnellate, mentre i delfini comuni sono molto più piccoli, con una lunghezza tipica di 2-4 metri. Questa differenza influisce sul loro ruolo ecologico: le orche sono super-predatori in cima alla catena alimentare - i filmati del documentario raccontato da David Attenborough sono davvero molto impressionanti per documentare tutto ciò. In questo documentario la scena che mi ha portato a sottolineare nelle orche l’aggressività più che la necessità è stata quella riguardante la loro strategia nell’attacco dei cuccioli di balena allontanandoli dalle madri per isolarli. Ovviamente da un punto di vista più scientifico si può dire solo che si tratti di un’apparente maggiore aggressività: „Questa "aggressività" è dovuta alle dimensioni delle prede e alla necessità di usare tecniche più energiche e cooperative. L’apparente "gioco" che talvolta sembra accompagnare le loro cacce (ad esempio, lanciare le prede in aria) è interpretato come un modo per insegnare ai giovani o per esercitarsi nella caccia.“ La mia riflessione che tende a vedere una differenza tra le orche e i delfini rifletterebbe da questo punto di vista scientifico il modo in cui attribuiamo intenzioni umane agli animali. „Tuttavia, non ci sono prove scientifiche che le orche provino un piacere crudele nel cacciare. Le loro azioni sono probabilmente guidate da: la necessità di nutrirsi; l'apprendimento e la trasmissione culturale (ad esempio, insegnare ai giovani a cacciare) ed infine il bisogno di mantenere la coesione sociale nel pod, poiché la caccia cooperativa è cruciale.“ (Chatgpt). Forse il nome stesso usato dagli uomini con l’aggettivo „assassina“ mi ha spinto a vedere una differenza che non c’è e poi una simpatia innata per i delfini, che come spiegava Robert Spaemann, sono quasi persone…PS Mia moglie mi ha fatto notare, mentre stavamo andando dal dottore, che anche noi, per un vitello tonnato, separiamo violentemente un vitello dalla sua madre, e certamente ciò non corrisponde né ad una necessità nutritiva, tanto meno ad una necessità nel senso del „senso necessario dell’essere“ (Ulrich) o delle „necessità“ del vangelo (l’unica necessità qui è la nostra conversione); piuttosto si tratta di un „mangiare non da ghiottoni ma roba rara e di costo“, che corrisponde secondo Newman (quarto sermone cattolico) alle esigenze di un epulone di questo mondo…Mia figlia, per esempio, si è decisa di non mangiare nessuna carne di cuccioli di animali…
Mentre per quanto riguarda veri e propri assassini riporto la notizia della versione odierna di Banfi: „Avvenire e La Verità danno grande spazio al rapporto Porte Aperte/Open Doors secondo cui i cristiani perseguitati nel mondo sono cresciuti ancora tra il primo ottobre 2023 e il 30 settembre dello scorso anno, raggiungendo l’assurda cifra di 380 milioni. Quindici milioni in più dell’anno precedente. Nella tremenda classifica negativa dei Paesi contro i cristiani è in testa la Corea del Nord. Seguono Somalia, Yemen, Libia e Sudan nei quali la persecuzione è legata alla guerra civile. Poi l’Eritrea – scesa al sesto posto non per un calo del fenomeno bensì per l’aumento negli altri Stati – e la Nigeria, il Paese con più vittime cristiane: 3.100. Pakistan e Iran sono stabili in ottava e decima posizione. L’Afghanistan dei talebani è decimo.“
Abba nostro…
(Notte) Quando Jünger scrive „La forbice“ è ancora un figlio di questo mondo; la conversione è molto tarda, ma anche i figli di questo mondo sanno dire cose molto utili: „Senza sporcizia e fango, il possibile non potrebbe essere realizzato.“ - nella nostra vita possiamo solo raggiungere un possibile, visto che siamo finiti; il nostro compito dovrà essere completato; magari vedremo anche in quale direzione, ma non saremmo più in grado di completarlo noi. Per Jünger il giudizio accade nel nostro cammino, nel mondo quando le forbici tagliano e il fuoco brucia, ed è possibile che questo giudizio terreno sia anche molto importante; io credo anche in un giudizio soprannaturale, perché lo dice la Chiesa, che accade forse nei tre giorni dopo la nostra morte ed infine per tutti nell’ultimo giorno. Dire che il possibile implica lo sporco non significa negare che ci sia anche il peccato, ma per il peccato vale quello che hanno detto Agostino e Claudel: anche attraverso di esso possiamo maturare, se lo confessiamo. La definizione della morte di Ippocrate non è male: la morte è il momento nel quale l’anima lascia la casa del corpo…il che però non vuol dire che muore solo il corpo; con la morte vi è un incipit vita nova e „il corpo“ lo fornisce, prima della risurrezione della carne, Cristo. PS La mattina mi confronto con Newman e lui parla spesso del peccato; anche questa mattina, in questo diario, la prima riflessione era in dialogo con Newman. Sulla questione del corpo e del anima il gesuita amico di Balthasar, padre Ganne, diceva che la gente cristiana si nasconde troppo dietro questa idea, che è solo il corpo che muore. Perché non vuole prendere sul serio che la morte è davvero un taglio, l’ultimo taglio della forbice.
(14.1.25) «Chiunque tu sia, che nel flusso di questo tempo ti accorgi che, più che camminare sulla terra, stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sopraffatto dalla burrasca! Se sei sbattuto dalle onde della superbia, dell'ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria. Se l'ira o l'avarizia, o le lusinghe della carne hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria. Se turbato dalla enormità dei peccati, se confuso per l'indegnità della coscienza, cominci ad essere inghiottito dal baratro della tristezza e dall'abisso della disperazione, pensa a Maria. Non si allontani dalla tua bocca e dal tuo cuore, e per ottenere l'aiuto della sua preghiera, non dimenticare l'esempio della sua vita. Seguendo lei non puoi smarrirti, pregando lei non puoi disperare. Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti è propizia raggiungi la meta» (Preghiera di San Bernardo di Chiaravalle alla Madonna). Amen! È una preghiera molto bella quella che mi ha mandato, nella notte, Renato, quando il mio mobile phone era già nel programma notturno, dove passano solo le telefonate dei miei figli e di mia moglie.
Mi ha mandato anche il video di un anarchico (Oliviero Toscani) , nel quale quest’ultimo parla tra l’altro dell’omosessualità come dissidenza dal normale e commenta: „Mi fa molto pensare! È la posizione ribelle dell’anarchico. Ma non è forse ancora più grande prendere sul serio che siamo messi al mondo per amore, con il dono anche della libertà di dire di no? Sto ripetendo - come posso- quel che ho imparato da don Giussani“. A brucia pelo gli ho detto: „Giusto! A me interessa la posizione dell’anarca (non anarchico) di Jünger, perché così il confronto si fa davvero serio. In fondo la posizione dell’anarchico è solo diametralmente opposta a quella del mainstream e nel caso del video è la stessa del mainstream.“ Dopo aver aperto la stalla delle galline e fatto la doccia gli ho scritto un po’ più a lungo: „In un certo senso il Magnificat è l‘inno pet eccellenza dell‘anarca. Non mette in dubbio neanche un momento che l’essere sia donato gratuitamente, questo è quello che ho imparato da Ulrich, ma non ha nessuna simpatia per i potenti, il che ovviamente non vuol dire che non ci siano potenti che abbiano il cuore semplice come un bambino. Lo vediamo in tutti i santi re che abbiamo nella Chiesa. Io sono d’accordo con quel giussaniano: „non è ancora più grande?“ Mi ricordo molto bene il passaggio de „Il senso religioso“ e del ragazzo che era venuto da lui nella confessione e che poi era ritornato e che è morto prematuramente. Ti do la sensazione che io sia anarchico? Questo mi dispiacerebbe alquanto…“. PS „Non sei anarchico, sei un violino dell’ orchestra“ (Renato)
A proposito di anarchici: „In Italia c’è grande preoccupazione per i ripetuti cortei che sembrano cercare lo scontro con le forze di polizia. Anarchici, tifosi delle curve, estremisti dei centri sociali ma anche figli di migranti risponderebbero al richiamo silenzioso della guerriglia urbana.“ (Banfi, versione odierna).
La nostra vita appartiene al compito (lavoro) che Dio ha pensato per noi, non agli aspetti biografici di essa - „andare a letto la sera, levarci la mattina, lavorare per guadagnarci un pane, mangiare e bere, ridere e spassarcela, peccare se ne abbiamo voglia, riassestarci in caso che fossimo stanchi di peccare, far famiglia e morire“ (Newman, Sermone cattolico IV, 79). L’epoca tecnica forse ha la figura del lavoratore come figura massima, perché essa dipende, come origine, da questo modo cristiano di vedere il mondo; ora la figura del lavoratore dell’era tecnologica deve a sua volta orientarsi a quella ultima figura che è il Padre stesso come lavoratore (Gv 5) se non vuole secolarizzare del tutto il senso del lavoro. „Come Cristo ha il suo lavoro, così noi abbiamo il nostro; come Egli si rallegrò di eseguire il suo, a nostra volta dobbiamo rallegrarci noi con il nostro“ (Newman, 80) - questo „lavoro“ ha a che fare certamente anche con il lavoro nel senso usuale (falegname, insegnante…), ma in primo luogo con tutto un modo di prendere sul serio la nostra esistenza; per quanto riguarda Gesù: essere nato in una stalla, essere fuggito in Egitto, aver lavorato come falegname in una città religiosamente irrilevante, aver predicato senza poter posare il proprio capo per riposarsi, rinunciare alla madre (Newman ripresenta la sua vita-compito con questi ed altri esempi). Questo è il contrario dell’ideale epicureo del „piacere“, anche se ovviamente anche il cristiano è invitato a quella gioia ontologica che dipende dal dono dell’essere come amore.
Dall’ultimo articolo di Matt vorrei riflettere su due frasi, una di Eugyppius ed una sua. 1) “Il managerialismo è un processo di decadenza in continuo avanzamento, mascherato da sistema amministrativo, ed è diventato una patologia caratterizzante della civiltà occidentale”. Questo implica la riduzione degli uomini a persone del tutto conformate, insomma che non hanno più in sé una briciola di ciò che Jünger chiama „il camminatore nel bosco“ o l’ „anarca“, da non confondere con „anarchico“. 2) „L'innovazione raggiunta in questo caso, su larga scala, sta nel modo in cui il governo concepisce i suoi soggetti: non come cittadini di cui ci si deve assicurare il consenso ponderato, ma come particelle da guidare attraverso una scienza di gestione del comportamento che si basa sui nostri pregiudizi pre-riflessivi.“ Traduco per me: i potenti hanno bisogno di persone che sono deboli, in modo da poterli manipolare per i loro scopi e le loro menzogne…
„I believe Christ is the King, God, Man. I believe in Orthodox Church and its teaching. I believe in holly Mother Russia. And I believe that Christian Empire is the only legitimate form of political system.For sure you have other opinions and choices. That is wonderful. Let us speak, not demonise, not kill each other. There are different religions and political systems. Let them compete.“ (Alexander Dugin, Substack).
Abba nostro…
(Notte) Pur con il suo sguardo ampio sul reale, Jünger non nega la situazione catastrofale del mondo ed afferma, quando si trovava a Manila nel 1965: „La devastazione del mondo è evidente anche negli angoli più remoti“. Grazie a Dio negli ultimi anni sono stati fatti alcuni passi nella direzione giusta, proteggendo speci in via di estinzione (tigri e gli squali dei coralli) e dichiarando alcuni ambiti naturali come protetti, ma è cosa certa che le terre erbose, il mare nelle sue coste e negli oceani, le giungle abbiano sofferto gravi ferite a causa del paradigma tecnocratico. Che Dio ci perdoni.
(Wetterzeube, il 13.1.25) Totalmente nel senso del „Principio e fondamento di Sant’Ignazio di Loyola, scrive Newman, nel suo quarto sermone cattolico: „Cristo venne in terra non per un suo piacere, non per un suo gusto, non per un mero esercizio di affetti umani, ma semplicemente per glorificare il Padre e fare la volontà di Lui. Venne incaricato di una missione, deputato ad un compito; non guardò né a destra né a sinistra, non pensò a sé, ma offerse se stesso al Padre“ (San Newman, edizione italiana citata 79). Questo corrisponde anche ad un’idea di fondo di Balthasar: „la vita appartiene al compito, non alla biografia“ (che si trova nel libro su Reinhold Schneider). E il compito ci è donato dal Padre, che dona l’essere come amore gratuito. Quando negli ultimi giorni ho sottolineato la critica di Jünger ad un „tribunale di inquisizione permanente“, non volevo rispondere alla domanda: „perché sono stato messo al mondo?“ con un: „io sono a me stesso il mio centro e il mio fine“, volevo solo denunciare quei tanti padri che non lo sono e che vogliono controllare tutti i nostri pensieri, ma la meta ultima dei miei pensieri non sono i miei pensieri, ma Dio che dona gratuitamente l’essere ed in esso un compito specifico per me, per noi!
Per quanto riguarda le cose politiche direi che sento per me come sempre più vera la posizione di Ernst Jünger, che egli stesso esprime, avvicinandosi a Manila, in questo modo: „A bordo, 22 luglio 1965. Mi è così difficile liberarmi da certe ingenuità. Quando qualcuno arrivava di nuovo presentando la sua spazzatura in politicis, in litteris, in moralibus e tutti erano estasiati dalla sua bellezza e dalla sua fragranza, avevo sempre due sospetti: 1) In primo luogo, potevo essermi sbagliato sulla sostanza di questo spettacolo. Forse c'era qualcosa, o sotto o sopra, che il mio scetticismo mi impediva di giudicare adeguatamente. A favore di questo ci sono i fan frenetici, la loro pietà intellettuale per tutto ciò che non tiene il rispettivo vertice e venera con loro i loro santi sospetti. Si vorrebbe sospettare che la convinzione di questi ragazzi provenga da un luogo semi-serio. 2) In secondo luogo, presupponevo, soprattutto in politicis, quell'ironia o addirittura quel ritegno machiavellico che, a distanza di 20 anni, vorrebbero aver avuto, mentre già si inchinano a nuovi idoli. Ho sperimentato il potere dei luoghi comuni e lo sperimento ancora oggi. L'arte, anche in senso artistico, non è quella di superarli, ma di aggirarli più o meno educatamente. 3) Ancora una volta, non si può negare che nello Zeitgeist si nasconda un'altra qualità rispetto a quella che si esprime nella volontà politica e nei suoi slogan. Dietro il colpevole si nasconde lo Zeitgeist e dietro questo, se vogliamo, lo spirito del mondo o l'evoluzione pura. L'esecutore riceve la sua missione di seconda mano. Pertanto, il risultato dell'evoluzione non è visibile nel singolo partito o in questo o quel portatore di volontà, ma nella costellazione. // Nelle grandi apparizioni politiche, con le loro crisi e convulsioni, è all'opera un elemento che tira con sé anche i resistenti e dà loro l'aspetto di un evento naturale, persino della potenza degli dei ” (Ernst Jünger, Siebzig verwehrt, opera omnia). - Ormai amici mi mandano articoli da leggere sulla Alice Weidel (NZZ, Il fatto quotidiano) , perché in un articolo in „Pluralia“ avevo scritto che bisogna dialogare con lei, ma quello che Jünger scrive in questo passaggio del suo diario sul suo scetticismo e sull’espressione politica dello Zeitgeist vale ovviamente anche per lei.
„Altra affermazione elettorale anti-Ue e anti Nato in Europa. Col 74 per cento dei voti Zoran Milanović, nell’immagine Ansa, ha trionfato al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Croazia, assicurandosi un secondo mandato quinquennale. Milanović si è potuto assicurare questa vittoria plebiscitaria grazie all’appoggio di tutti i partiti di centro e centrosinistra ma ha ottenuto anche molti voti dagli elettori di destra, che vedono di buon occhio le sue posizioni di stampo sovranista.“ (Alessandro Banfi, versione odierna) - nel mio articolo su Parenzo (Substack), che ha commosso il mio vecchio professore di filosofia a Torino, non ho parlato di politica, ma in vero ci sarebbe da dire anche in politicis qualcosa sul tema.
Abba nostro…
(Notte) Ho scritto per Substack un articolo per me importante sullo spirito del tempo (Zeitgeist) e le elezioni tedesche. Ho cercato di riflettere a più livelli, in dialogo con Ernst Jünger, ma anche con Benedetto XVI e con Papa Francesco. Ho confessato anche la mia ingenuità nei giudizi…
“Tra i movimenti, quello pulsante oscilla tra l'inizio e la fine: con ogni percorso, si stabilisce anche la via del ritorno. A ogni separazione segue, come un rimpianto, un'attrazione. La perdita viene compensata, sia attraverso la procreazione o la morte. Forze pulsanti sono all'opera nel più grande e nel più piccolo; l'origine risuona in loro. Il tempo compie la sua preghiera nel cosmo con il suo sorgere e tramontare, e anche in ogni girasole. La vita è corso e ritorno come il movimento del mare: l'onda si allontana e riacquista la sua forza originaria da dove è partita. Questo è da notare per quanto riguarda la compressione del tempo, che non spegne la coscienza, ma la trasforma. L'onda si trasforma in luce”. (Ernst Jünger, Le forbici, 280). - Per mettere in evidenza le catastrofali azioni dell’uomo nella natura il documentario: „Il nostro pianeta“ (scritto da David Attenborough e letto in tedesco da Christian Brückner) si dimentica di questa forza pulsante, questo movimento ultimo che è la natura stessa (a livello cosmico, floreale…); non è che non pianga il cuore se una specie viene sterminata o se animali (per esempio i trichechi) sono costretti a riposarsi in spazi piccolissimi, perché abbiamo distrutto una grande parte del loro habitat, ed ovviamente fa male al cuore vedere la riduzione delle giungle, la loro trasformazione in monocolture, ma il nostro pianeta non può essere distrutto da noi (noi possiamo distruggere noi e qualche specie), ma solo da Dio, quando dira il suo definitivo: „the end“. Non si tratta di negare i problemi riguardanti la molteplicità del dono dell’essere nella modalità dei poli del nord (artico) e del sud del mondo (antartico), quindi non si tratta neppure di negare lo scioglimento dei ghiacciai; non si tratta di negare i problemi nelle giungle, nei mari e negli oceani, ma se una volta rimanesse anche solo l’oceano, alla fine la terra si prenderà il suo tempo per riposarsi e ricominciare e Dio stesso ci penserà a che non vada persa la memoria di Cristo, oppure è davvero la fine, perché siamo l’ultima generazione dopo Cristo, ma questo è un evento che possiamo comprendere dalla Rivelazione, che ci avverte, però, di non speculare sul quando della fine. Questa fine la conosce solo il Padre e tutta la realtà si muove da lui e ritorna a lui (Adrienne). Il documentario ha il merito di aver arricchito infinitamente il mio sapere zoologico, che Jünger ha cominciato ad educare. “Un problema per gli zoologi è la migrazione periodica degli animali attraverso mari e continenti. Come fanno gli uccelli migratori a ritrovare la strada verso le zone di riproduzione e i pesci verso le zone di alimentazione? Questo significa un viaggio di diverse migliaia di chilometri, ad esempio per il salmone Chinook del Pacifico. Il sole, la luna e le stelle sono utilizzati per spiegare questo fenomeno, così come le correnti e il contenuto salino del mare; attualmente (1988), la ricerca propende per la “teoria degli odori”… Secondo questa teoria, i salmoni seguono gli odori, la cui conoscenza è memorizzata nel loro materiale genetico. Le domande sono quindi limitate agli aiuti alla navigazione e al trasporto. Naturalmente, anche in questo caso ci sono delle sorprese. Ad esempio, i salmoni sembrano reagire al cambiamento delle correnti cambiando il loro percorso. Lo stesso vale per altri ostacoli, ad esempio dopo una frana, e significa - secondo uno dei loro migliori esperti, Cornelius Groos - “che devono già sapere cosa li aspetta nel mezzo del Pacifico”. Alfred Brehm aveva ancora scritto in “Tierleben”: “Non sappiamo come il salmone si muova nel mare, per quanto sia stato osservato con attenzione, il più prezioso di tutti i pesci d'acqua dolce”. Nel frattempo, gli strumenti a disposizione dei biologi sono diventati molto più sofisticati. Un minuscolo trasmettitore può essere ancorato nella bocca di un salmone e la sua partenza originaria può essere determinata dalla chimica delle sue squame.... Alla luce di queste teorie fluttuanti, può essere lecito ipotizzare un „salto nel tempo“ - una guarigione anticipata nel futuro ispirata dalla nostalgia, che ritrova senza dubbio la strada dell'origine. In questo contesto, il magnetismo può essere inteso come una forma di Eros, che a volte diventa visibile e guida, come nell'ago magnetico. Si tratta di un incoraggiamento da parte della materia. Questo spiega il forte fascino del “Fluidum” di Mesmer. Mesmer si colloca tra i profeti più che tra i medici; aveva toccato un desiderio più profondo di quello di guarire”. (Ernst Jünger, Die Schere 47). Ecco, pur nella sua bellezza cinematografica e la sua precisa ricerca, il documentario di David Attenborough, manca di questa sensibilità. Il paradigma tecnocratico va studiato attentamente ed anche la sua influenza negativa sulla biodiversità, come vuole anche il Santo Padre nella sua Enciclica „Laudato si’“, ma non dobbiamo sopravvalutare la dimensione causale antropologica, quasi che quest’ultima fosse davvero in grado di distruggere anche l’ „incoraggiamento da parte della materia“ di cui parla Jünger.
(Wetterzeube, il 12.1.25; Battesimo del Signore) „Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento“ (Lc 3,22b: „Σὺ εἶ ὁ υἱός μου ὁ ἀγαπητός, ἐν σοὶ εὐδόκησα.“). Il verbo εὐδόκησα, che è l'indicativo aoristo attivo, prima persona singolare, del verbo εὐδοκέω, è molto più di un semplice "compiacersi" o "essere soddisfatto". Racchiude in sé il concetto di approvazione divina, volontà benevola e piacere profondo che Dio ha nel Figlio. È un termine che comunica la relazione perfetta e piena tra Dio Padre e Dio Figlio, rivelata al mondo nel momento del battesimo di Gesù. Il verbo εὐδοκέω è composto da εὐ- (bene, buono) e δοκέω (pensare, ritenere, sembrare). Isaia 42,1: "Ecco il mio servo, io lo sosterrò; il mio eletto in cui si compiace l'anima mia" (LXX: ὁ ἀγαπητός μου, ὃν εὐδόκησεν ἡ ψυχή μου). In questa prospettiva, probabilmente il battesimo di Gesù in Luca 3,22 non è solo un evento storico, ma un'identificazione del Figlio come il Servo sofferente di Isaia, colui che compirà la missione di redenzione. Nella sua ultima enciclica Papa Francesco sottolinea questo aspetto espresso nella parola „εὐδόκησα“, che rivela l'approvazione piena e amorevole del Padre. Questo verbo sottolinea la relazione unica tra Padre e Figlio, in cui il Figlio è l'oggetto del piacere e della volontà divina. Insomma in questo verbo si rivelano il cuore del Padre e del Figlio, nella loro relazione, testimoniata dallo Spirito Santo, sceso nella forma di una colomba (καὶ καταβῆναι τὸ πνεῦμα τὸ ἅγιον σωματικῷ εἴδει ⸀ὡς περιστερὰν ἐπ’ αὐτόν).
Nella bacheca di un sacerdote in Facebook ho trovato questa bella preghiera di benedizione della casa in occasione dell’Epifania (20 + C + M + B + 25): Ti chiediamo, Signore, di benedire questa casa e quanti vi vivono. In questa casa regnino sempre amore, pace e perdono. Concedi alle persone che la abitano sufficienti beni materiali e abbondanza di virtù; siano accoglienti e sensibili alle necessità altrui; nella gioia ti lodino, Signore, e nella tristezza ti cerchino; nel lavoro trovino la gioia del tuo aiuto, e nella necessità sentano vicina la tua consolazione; quando escono, godano della tua compagnia, e quando tornano sperimentino la gioia di averti come ospite; questa casa sia davvero una chiesa domestica in cui la Parola di Dio sia luce e cibo, e la pace di Cristo regni nei cuori di chi la abita fino ad arrivare un giorno alla tua casa celeste. Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Ciro in un intervista, nella quale spiegava il senso di guerra ibrida, quindi anche digitale, al „Sole 24 ore“ ha dato un giudizio su Elon Musk, che condivido del tutto. „Il Sole: “C’è poi il versante degli Stati Uniti con Trump e Musk. Ci si deve aspettare la stessa cosa? Ciro Sbailò (esperto di sicurezza internazionale): «Non credo. Perché Musk, che può piacere oppure no (…) ci mette la faccia. Nel senso che quando esprime un giudizio su un politico o su uno schieramento, non usa troll o sistemi ingannevoli. Lo dice apertamente e si firma. Diciamo pure che lo fa in modo trasparente e mette gli interlocutori in grado di capire quale è la sua posizione e quindi di farsi un’idea». Non è tutto: «Paradossalmente il suo approccio è molto poco ibrido, inoltre non si sta utilizzando la pseudoscienza per diffondere ipotesi su complotti. Si può dire che il suo modo di fare può non piacere ma è trasparente». Io ci vedo anche tanto „risentimento“ (Scheler) nei commenti contro Musk!
“L’origine {dell’universo} può essere interpretata in qualsiasi modo: come la dolce apertura di un fiore di loto, come l'emergere della tartaruga dal mare primordiale o come un'esplosione. Rimangono parabole. Le migliori sono poesie”. (Ernst Jünger, Die Schere, 279). Questa sicurezza di giudizio nell’ambito delle scienze naturali di Jünger mi ha aiutato tanto in questi giorni sia nell’approcciare una teoria scientifica come il Big bang, sia per la comprensione biologica del nostro pianeta (cf anche il documentario uscito nel 2019, che porta questo titolo; prodotto da Fothergill, Scholey e Lanfer). Questa serie in Netflix è certamente super informativa, ma manca il mistero, che Jünger vede in gioco anche nel movimento degli uccelli (La forbice, I, 47). La spiegazione che gli animali si muovano perché hanno fame (per cui se in una parte della terra, anche per questioni climatiche, non c’è più da mangiare vanno in un’altra) è ovvia e nessuno la vuole mettere in questione, ma in fondo per tutte queste spiegazioni materialiste, rimane vera la domanda di Goethe: Ma il risultato va oltre quello che leve e viti possono raggiungere? Insomma bastano queste spiegazioni „meccanicistiche“, come quella che alcuni animali si muovono in forza „del campo magnetico terrestre“, per spiegarne il fenomeno? In fondo senza un po’ anche solo di „antropomorfismo“ non è possibile spiegare neppure cosa sia il magnetismo, che Jünger con ragione paragona con l’eros. Per quanto riguarda il „campo magnetico terrestre“ la semplice spiegazione proposta da chatgpt è già di per sé interessante: Il campo magnetico terrestre è una forza invisibile {!} che circonda la Terra e agisce come un grande magnete. A livello di „leve e viti“ si può dire: „Il campo magnetico terrestre è generato dai movimenti di ferro e nichel liquidi nel nucleo esterno della Terra, che si comportano come una gigantesca dinamo. Questo processo crea correnti elettriche, che a loro volta producono il campo magnetico. Il campo magnetico ha una forma simile a quella che si vede attorno a una calamita a barra, con linee di forza che si estendono dal polo magnetico nord al polo magnetico sud. Il campo magnetico protegge la Terra dai venti solari, cioè particelle cariche provenienti dal Sole, deviandole lontano dal pianeta. Questo scudo naturale è fondamentale per mantenere la vita sulla Terra.“ Ma già la sola esistenza di una cosa di questo tipo non può non farci porre la domanda sul perché mai siamo così protetti. In genere il documentario vede la „protezione“ del pianeta piuttosto in quello che sarà capace di fare l’uomo; non metto in dubbio che ciò sia importante, ma la realtà stessa è protetta perché è espressione del dono gratuito dell’essere, che si esprime in tante accortezze come quella della funzione del campo magnetico terrestre. Ed anche nei fenomeni collegati a questo campo magnetico c’è tanto mistero, che non vuole dire alcunché di contrario a sensatezza (per esempio nell’orientamento con una bussola). Una bussola funziona grazie al campo magnetico terrestre: l'ago della bussola si allinea con le linee del campo, indicando il nord magnetico. La aurore polari non sono solo una questione di „leve e di viti“: Quando le particelle del vento solare entrano nell'atmosfera terrestre vicino ai poli magnetici, creano spettacolari luci colorate nel cielo (!), chiamate aurore boreali (nel nord) e aurore australi (nel sud). Il mondo non funziona solo, è anche bello!
PS La mia oretta di diario era già conclusa quando è arrivata la versione odierna di Alessandro Banfi, che mette in evidenza il disastroso incendio di Los Angeles, già al quinto giorno e senza un reale controllo di esso, questo ovviamente ci fa capire quanto debba fare l'uovo a livello ecologico per evitare queste tragedie.
(Pomeriggio) Per quanto riguarda la figura ultima del romanzo „I Demoni“, non credo sia possibile superare ciò che ha scritto Romano Guardini, in una pagina che certamente è piaciuta a Papa Francesco, sulla superiorità del cuore: „è il cuore ciò che rende la vita viva, non lo spirito e non la physis“ (opera citata, 236); è il cuore che rivela la vicinanza di Dio e dell’uomo e proprio questa vicinanza manca a Stawrogin, che per Guardini è per l’appunto la figura ultima e prima del romanzo. Lui può trasmettere anche idee romantiche come il „panslavismo“, ma non ci crede, etc. Rimando a Guardini per approfondire tutto ciò, io vorrei spendere ancora una parola su Stefan T. Werchowenskij, la figura con il quale comincia il romanzo e che è l’insegnante di casa di Stawrogin; Stepan W dice cose belle e sembra avere un cuore (in vero è solo sentimentale), ma in vero ha solo un infinito gusto di se stesso e delle sue frasi russo-francesi, etc. Credo che Dostoevskij (1821-1881), comprenda bene l’idea del professore o dell’insegnante; il XIX secolo è stato il secolo dei professori, pensa Jünger, nel XX secolo ed ancor più nel XXI secolo non abbiamo bisogno di professori ed insegnanti, che di fatto sono innamorati delle loro frasi e del loro sistema e non davvero delle persone che incontrano; Robert Spaemann era in questo senso anche un po’ „professore“, ma per lo meno cosciente, come mi disse in una camminata nel bosco, di aver letto troppo poco; l’ unico professore che mi ha davvero raggiunto ed ascoltato è stato Ferdinand Ulrich, ma perché non era in fondo solo professore, ma davvero un „maestro“, come lo è Jünger, come lo è, pur tenendo conto della sua infinita cultura, Balthasar, che non è mai stato professore, come certamente lo è Adrienne e a suo modo Etty…
(Wetterezeube, il 10.1.25; tempo natalizio) Ho fatto alcuni passi, nell’area gelida e chiarissima, fino alla quercia, vicino al fiume (300 metri da casa) e mi sono sentito come se avessi scalato il Monte Bianco.
„Esiste una cosa sola che realmente si opponga al mondo: ed è la fede cattolica. Cristo ne è il fondatore: ed essa continuerà a compiere la sua opera su questa terra così come l’ha sempre compiuta, fino al momento in cui Egli torni di nuovo“ (San Newman, Terzo sermone cattolico, 71). È molto interessante che Newman stesso usi l'espressione „fede cattolica“, non „Chiesa romano-cattolica“, forse per un motivo di „inclusione“. Comunque di fatto io, che sottoscrivo questa frase parola per parola, la intendo nella sua modalità inclusiva, come ho imparato da alcuni servi di Dio e santi che ho incontrato sulla terra. Don Luigi Giussani è volato fino al Giappone per parlare con un maestro buddista, padre Balthasar ha dialogato con tutto il mondo culturale occidentale ed orientale, Carlo di Gesù si intendeva come fratello universale, padre Paolo dall'Oglio era innamorato dell’Islam, eccetera eccetera eccetera. Newman contrappone la „fede cattolica“ ad una „religione nazionale“, perché quest’ultima, mi esprimerei così, funzionalizza la religione per scopi politici (di teologia politica), e non apre la vista e il cuore all’Invisibile, non si basa quindi su „quei principi basilari, quei dogmi dai quali bisogna partire, che vanno tramandati ed accettati da un epoca all’altra“, perché in essi si esprime la vita eterna (Newman). La scuola più grande per imparare la fede cattolica è quella dei santi, che sono diversi, ma tutti „eroi“, spiega Newman. Se io penso ad una persona come Ferdinand Ulrich, la prima cosa che davvero direi è che era un eroe della quotidianità. Ha vissuto la sua fedeltà al matrimonio, in situazioni nelle quali noi non resisteremo neppure per 10 giorni. In questo senso, pur con la precisazione di ieri, e cioè che anche i santi devono confessarsi, è vero che hanno un „nobile controllo di sé“, che „hanno crocifisso la loro carne“, „che hanno rinunciato al mondo“, ma che sono anche sereni, ricolmi di umorismo; direi: anche se non possono essere in tutto per noi un esempio, perché volano troppo in alto, sono i nostri eroi. Tommaso d'Aquino risponde alla domanda se dobbiamo agire come agisce Dio o essere perfetti come è perfetto Dio, nella sua „Summa teologica“, con un no; dobbiamo agire così come Dio si aspetta che noi agiamo, non come Lui, perché non siamo Lui; così è importante agire come ci è possibile; pur non potendo, i santi, essere sempre un esempio per noi, un esempio da imitare, sono però la „memoria viva di Dio“, perché non hanno i criteri del mondo: la fama, la notorietà, il rango e il nome ma sono l'oggetto della nostra venerazione perché hanno saputo rifiutare tutto ciò che mondanamente vale, così come Adrienne ed Hans Urs, all'inizio delle loro missione, a Montecassino erano disposti a rimettere tutto nelle mani di Dio.
Ho chiesto ad un amico della California spiegazioni su alcune frasi di Donald Trump, nella sua ultima conferenza a Mar-a-Lago (Florida); ecco la sua risposta: „Groenlandia: un vantaggio nella competizione per l'Artico e i suoi tesori. Naturalmente non attaccherà la Groenlandia. Questo è tipico di lui: parlare tanto per portare un messaggio meno grande. La retorica grossolana deve essere intesa come una sorta di linguaggio metaforico.“ Un mio amico italiano, al quale ho fatto leggere questa frase, mi ha scritto: „Lo condivido, esprime sinteticamente quello che penso. È una questione strategica ed economica, ognuno usa le armi (verbali o vere) che si può permettere. Stiamo veramente vivendo un cambiamento d'epoca, anche politicamente sembra un terremoto planetario, in cui le placche più forti si assestano a discapito di quelle deboli e fragili (l’Europa?)“. - L’editoriale lungo della FAZ si occupa del portavoce di Trump, Elon Musk, parlando di „pazzia e genio“; geniale come imprenditore, matto come politico. Reinhard Müller, lo scrittore di questo editoriale, sa ovviamente che Musk non è il primo che si immischia nella politica altrui; Bill Gates e George Soros fanno lo stesso, solo in modo più subdolo, ma compiacente al mainstream, aggiungo io. Sa anche che il dialogo tra la Weidel e Musk non ha funzionato bene, anche perché solo chi comprende l’inglese poteva seguirlo senza far fatica, ma non alla fine dell’articolo che „minacciare“: „L'imprenditore e influencer in capo rafforza i suoi assi, fino a minacciare militarmente gli Stati associati. Un'offesa assoluta ai nostri valori fondamentali, che non può rimanere senza risposta.“ (Reinhard Müller). Io direi solo che sulla questione dei valori nostri fondamentali, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Per quanto riguarda il dialogo con la Weidel, una frase di quest’ultima ha scatenato un putiferio; per la Weidel Hitler sarebbe stato un comunista, non uno di destra. Beh, direi che questa frase la si può interpretare come si vede un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto; accusare una politica, in campagna elettorale, di non fare una lezione di storia precisa è senza senso, perché non so quanti politici passerebbero l’esame, se il criterio di giudizio fosse la precisione storica, ma si potrebbe per esempio apprezzare che perlomeno ha avuto il bisogno di distanziarsi da lui, considerandolo un nemico, cioè un comunista.
Abba nostro…
(Wetterezeube, il 10.1.25) Ieri sera mi è salita la febbre, la tosse è fastidiosa, ma il mio cuore è libero, così posso scrivere il mio diario, che è per me un modo di vivere; quando alcune settimana fa non ho quasi più potuto scrivere, per i dolori alla spalla, è stata per me una prova forte.
Quindici anni fa si ammalò gravemente il mio amico Gianni Mereghetti, mi ricordo ancora ora, come il suo modo di vivere la malattia, mi consolò al quanto. Fu per me un modo di comprendere e rinnovare il mio legame con il carisma di don Giussani. Ecco un suo testo odierno su quel giorno: „Oggi ho una grande evidenza, che Dio mi ha donato 15 anni di vita; oggi sono grato alla Sua benevolenza, perchè 15 anni fa’ ha voluto allungare la Sua mano e trarmi dal buio di una notte profonda così che potessi rivedere la luce; oggi sono commosso da quello che Lui ha voluto, regalarmi un’altra possibilità di scoprire che tutto consiste in Lui. Io oggi ripercorro questi quindici anni che sono rigonfi di drammi e di tanta positività e ha il cuore pieno di affetto per Dio che si è preso cura di me da quel lontano 10 gennaio 2010 e poi giorno dopo giorno mi è stato al fianco aiutandomi a riscoprire la bellezza del vivere. E’ stato questo tempo della mia esistenza un'occasione totalmente gratuita che Dio ha voluto concedermi affinché io potessi riscoprire quello che Lui dall’inizio ha operato per me, la sua iniziativa di bene verso di me che rimane una costante dei miei giorni. Così questi 15 anni sono stati una crescita nella consapevolezza che io sono nulla, un essere segnato da limiti e fallimenti, un traditore della Sua fiducia, ma che questo non conta niente, perchè è Lui a farmi vivere, è Lui a riempire di senso ogni attimo di vita. C’è stato bisogno di un aneurisma perchè io potessi scoprire quanto Dio si occupi quotidianamente di me, quanto bene mi voglia e quanto abbia a cuore il mio destino, c’è stato bisogno che la mia testa esplodesse perchè la mia coscienza si risvegliasse e riconoscesse che Lui è attento a tutto di me. Così questi 15 anni sono stati la maturazione della consapevolezza che vi è una provvidenza reale, così che io oggi ripeto con don Luigi Giussani che “non solo l’uomo si accorge che questa inesorabile presenza è bella, attira, è consona a sé nel suo ordine: constata anche che essa si muove secondo un disegno che può essergli favorevole.” (Gianni Mereghetti)“.
Konstanze mi ha raccontato della situazione molto difficile che si è creata a causa degli incendi in LA, anche in posti (Santa Monica, Hollywood) dove abbiamo camminato nel nostro viaggio nell’agosto del 2015. Come nel caso della „Titanic“, un luogo di lusso, diventa un inferno, nel quale vengono colpiti ricchi e poveri, ma quest’ultimi di più.
Los Angeles, 2015
“La nostalgia, che dipinge il passato a colori vividi e brillanti, è un’illusione, un’illusione mortifera, poiché ci fa confrontare l’oggi, sempre deludente, con un passato idealizzato che non è mai esistito. Così ridisegnato, il nostro passato rischia ben presto di diventare a sua volta un idolo tremendo. Come tutti gli idoli, ci scolla dalla realtà per rinchiuderci in un mondo di idee, di ricordi e di immaginazione. Non può creare nulla di nuovo: non ha null’altro da offrire che il rimuginio degli stessi ricordi, in un mondo chiuso, protetto dalle incertezze, ma anche al riparo dalla vera felicità, che è solo l’altro nome dell’amore per la realtà”. Padre Candiard, OP - La nostalgia per un passato d’oro o l’utopia per un futuro perfetto offuscano il dono dell’essere come amore gratuito, qui ed ora. Un dono che può essere percepito anche in una situazione grave. Tra l’altro la critica alla nostalgia del passato del Padre Candiard è giusta anche in riferimento al video di Alice Weidel sul paradiso tedesco prima dell’anno in cui Angela Merkel avrebbe aperto i confini al male. Mia moglie che quegli anni li ha vissuti, anche con me, mi ha detto questa mattina quando le ho letto la frase del padre domenicano: quello che narra la Weidel è falso!
Non è possibile rinunciare alla „luce soprannaturale che squarcia la cupa oscurità“ (Newman, 69), senza rinunciare all’idea stessa di santità; non è possibile neppure pensare che una certa forma di „distacco dal mondo“ faccia parte della realtà della santità, come ne fa parte un’“obbedienza incondizionata“ a Dio. Newman ci ricorda con ragione una molteplicità dei santi: eroi, martiri, missionari…Quello che a me non convince tanto è il distacco netto tra prima e dopo la conversione, quasi che non ci sia più bisogno di una vera e propria confessione anche dopo la conversione. Il libro su „tutti i santi“ di Adrienne fa vedere che, per fare un esempio, la vanità ha perseguitato Tommaso d’Aquino fino all’ultimo respiro…
Il Santo Padre ci ricorda, citando un testo di san Giovanni Paolo II, che l’adorazione del cuore di Gesù, nasce come risposta e superamento del rigorismo. Certamente il Papa non è un rigorista, ma la sua riduzione ad una politica in fondo liberale e di sinistra è forse un tradimento ancora più grande del suo messaggio di quella dei tradizionalisti, che lo odiano.
Dal Prometeo in dialogo con Giove.
“...Chi mi ha aiutato
Contro l'arroganza dei Titani?
Chi mi salverà dalla morte?
Dalla schiavitù?
Non hai fatto tutto da solo?
Santo cuore splendente?
E sei stato giovane e splendente,
ingannato, grato alla salvezza
dei dormienti di lassù?”.
Johann Wolfgang Goethe, 1749-1832 - il giovane Goethe, anticipando lo spirito con cui Cesare Pavese parlava degli dei olimpici, ci presenta la figura del Prometeo come una liberatore dai dormienti di lassù, che di fatto non fanno nulla per alleviare le sofferenze umane. Come sottolinea anche Jünger Prometeo non è un titano (i titani sono per Jünger la versione mitologica del nostro paradigma tecnocratico), anzi si lamenta, in questo dialogo con Giove, di non essere stato aiutato contro l'arroganza dei titani. Già da giovane, nella sua „Apocalisse dell'anima tedesca“ (nel primo volume che porta il titolo: „Prometeo“), Balthasar scrisse un saggio su Goethe, ovviamente su un Goethe che ha superato la fase dello „Sturm und Drang“, di un Goethe che in un certo senso si allontanerà da questa venerazione giovanile di Prometeo per comprendere il significato profondo della rassegnazione, che non è il contrario della speranza, ma secondo me una briciola di realismo nella speranza stessa. Nel secondo grande saggio su Goethe, quello in Gloria, il Balthasar maturo centrerà la figura di Goethe nell’idea dell’amore come rinuncia e come radicale no alla spirito della Rivoluzione francese e dell’idealismo… La dimensione mitologica non può essere superata, senza cadere, in forme di „rigorismo“; è stato un errore da parte dei pensatori cristiani essersi concentrati solo in un dialogo con i filosofi: i miti e le tragedie rivelano una dimensione dell’umano, che non può essere censurata, senza cadere in un „tribunale dell’inquisizione permanente“ (Jünger). Nelle poesie riguardanti Ganimede (il fanciullo bellissimo, nel quale è innamorato Giove, davvero primo grande simbolo della bisessualità), e in quella dedicata a Prometeo Goethe ha più coraggio di noi cristiani, anche se infine manca quella „presenza affidabile“ (Benedetto XVI) che è il cuore di Gesù, non il nostro (cf. Dilexit nos, numero 81). Il cuore di Gesù è il cuore del mondo!
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 10.1.25) In primo luogo sono molto contento che per l’azione diplomatica della premier italiana Giorgia Meloni e per quella del cardinal Zuppi siano stati liberati rispettivamente la giornalista italiana Cecilia Sala e 449 bambini ucraini che erano in prigionia in Russia (Fonte: Alessandro Banfi, versione odierna).
Riprendo la questione della disputa e del tribunale dell’inquisizione permanente di cui ho parlato ieri sera. Purtroppo sono di nuovo ammalato, probabilmente sono stato aggredito dai micoplasmi (o mollicutes), che sono batteri appartenenti all'Ordine dei Mycoplasmatales e alla Famiglia dei Mycoplasmataceae, dalle caratteristiche molto particolari (Fonte: Wikipedia) e che hanno causato la polmonite a mia moglie; Ferdi mi ha però detto che non portano sempre alla polmonite, e di fatto i miei polmoni ieri erano liberi. Sono molto stanco, ma scrivere il diario è per me una forma di vita. Torniamo al tema, partendo dalla metafora che usa Ernst Jünger, quella della forbice. “Solo in un mondo in cui le forbici non tagliano possiamo attraversare il muro e riposare nel sole durante il tragitto”. (277). Ernst Jünger sta scrivendo sul big bang: “l'immagine è grossolana, sensuale; l'eros di natura spirituale e mentale manca. Se la si vuole accettare, allora solo come parte tecnica di un evento incomprensibile. Un suono nasce anche quando un bocciolo si apre e appare il fiore. La vita era una possibilità tra le tante; in assenza di stelle, non si poteva parlare di tempo in senso astronomico. Quando risaliamo indietro nel tempo, assomigliamo al cieco che cammina a tentoni verso casa e sbatte contro il muro con il suo bastone”. (ibidem). Per questo l’altro giorno ho parlato del big bang come mito. Un mito che sorge dal paradigma tecnocratico che domina il nostro tempo. Un mito scrive con ragione Jünger, che serve piuttosto per spiegare la fine non l'inizio della storia. Se davvero usassimo bombe atomiche, bene allora saremo confrontati con un Big Bang. Le posizioni cosmogoniche scientifiche a quella biblica possono essere presentate e riflettute senza cadere in una disputa ancora una volta del tutto insensata, e senza continuare o propagare un'inquisizione permanente; io direi che si possono usare questi miti per spiegare l'inizio e la fine, la possibile fine della storia senza per questo doversi combattere in una disputa del tutto inutile. Ognuno in fondo accetta il mito che corrisponde di più al suo cuore.
Ieri sera accennavo alle assurde dispute che si fanno in Facebook. Anche qui dobbiamo evitare ogni forma di „inquisizione permanente“, si possono spiegare le proprie vedute politiche senza accusare l'altro di essere un uomo fondamentalmente cattivo o stupido. In questi giorni mi sono per esempio confrontato con alcuni brevi scritti, che si trovano in Substack, di Alexander Dugin e vedo che lui ha, perlomeno per certe cose, uno sguardo molto attento, che gli permette di dire alcune cose che non vengono ingoiate dal mainstream. Capisce che Donald Trump è una nuova forma di egemonia e identità occidentale, che probabilmente, non perché lo vuole (come probabilmente Augusto non voleva la pace), ma potrebbe essere un contributo ad una forma di comprensione „poliedrica“ del reale. Forse con una certa dose di risentimento vede che per l'Occidente la Russia, come potenza mondiale, è „dimenticata“, ma vede anche come forse si potrebbe ricomporre i diversi interessi in un disegno poliedrico, del tutto contrario ad ogni forma di globalismo (anche dell’indifferenza), cercando di comprendere quelle realtà grandissime che sono l'India e la Cina, il mondo islamico, l’Africa e l'America Latina. Sentendo parlare Donald Trump in Florida, nel modo con cui si è espresso nella conferenza stampa sulla questione di Panama o quella della Groenlandia, mi sembra che Alexander Dugin abbia ragione: si tratta di un nuova forma di occidentalismo, ma se questo contribuirà o meno al riconoscimento della poliedricità del mondo lo vedremo; capisco che per lui, Donald Trump, sia un problema se la Cina controlla il canale di Panama (un tema questo del canale che Claudel ricompone nella visione mondiale della „Scarpina di raso“), ma bisogna vedere se sarà anche disposto ad accettare la Cina e l'India e il Brasile come entità che non sono ricomponibili sfericamente intorno agli Stati Uniti d’America. Ovviamente questi temi implicano una conoscenza sconfinata, un discernimento delle diverse forme di giornalismo (aziendale e freelance), un’ermeneutica storica tale che solo un imbecille può pensare di dire sempre il vero. Non leggo per esempio Dugin per imparare il vero, ma perché affronta la realtà da un altro punto di vista del mio, che non mi permetterei mai di definire „da canaglia“. Chi pensa che Putin o Trump siano rispettivamente gli unici lupi è un imbecille, non lo dico per aver ragione, e neppure per fare una disputa; lo dico per un bisogno di poter esprimere senza inquisizione ciò che penso. Che io sia inquisizione per gli imbecille non è vero, in primo luogo perché sono in genere più potenti di me e poi perché io non vado a casa loro a dir loro che sono imbecilli, nazisti, trumpiani… PS Mentre stavo scrivendo il mio diario Massimo Borghesi mi ha inviato una sua intervista sul perché Trump attrae consenso tra i cattolici. La trovo molto interessante: in primo luogo la trasformazione del partito democratico in un partito radicale massa (Del Noce) è abbastanza interessante; un partito di massa (o piuttosto elitario?) che ha però perso il mondo cattolico, legato ai temi del divieto dell’aborto, etc. L’intervista presenta molto bene la figura contraddittoria di Trump: forse apostolo della pace in Ucraina, ma sostenitore delle follie di Netanjahu, che in Gaza ha ordinato un genocidio o quasi. Prezioso trovo l’invito di Massimo Borghesi ad un pensiero cattolico, „un pensiero della sintesi capace di trascendere le opposizioni“, che è poi quello che stavo dicendo su un pensiero che non si fissi in dispute insensate. Spero che il mio diario sia un contributo a questo tipo di pensiero cattolico…
Per quanto riguarda la democrazia: non è possibile ridurre il discorso democratico agli urli che ci si getta l’uno contro l’altro in un comizio politico, prima delle elezioni. Il discorso pubblico democratico dovrebbe cercare di comprendere gli interessi contrastanti tra le posizioni, cercando di evitare il più possibile ogni „inquisizione permanente“. La forbice democratica taglia, ma bisogna stare attenti che non tagli come la spada di Alessandro tagliò il nodo gordiano. Il camminatore del bosco non ha bisogno di questi tagli netti, perché di fatto la meta è una realtà oltre questa realtà, quella che Gesù ci ha fatto vedere attraverso i muri e le porte chiuse erette dai discepoli spaventati. Arriva da noi, Gesù, con un messaggio di pace, perché si trova oltre il muro, in un mondo in cui le forbici non tagliano più: “Solo in un mondo in cui le forbici non tagliano possiamo attraversare il muro e riposare nel sole durante il tragitto”. (277).
Sulla questione della santità. Non ho mai amato teologi „liberali“, perché non dicono altro che quello che già so, perché fanno parte dell’epoca “liberale“ in cui vivo. Sono grato del mio confessore non „tradizionalista“, ma non perché sarebbe „liberale“, ma perché cerca di comprendere chi sono e cosa sento. Anche oggi leggo con profitto piuttosto Newman che uno dei nomi del liberalismo teologico, anche se con alcune cose non sono d’accordo con il mio grande amico inglese. Parto da ciò che condivido. Sulla questione dei santi ha un senso molto forte della „luce temibile della santità di Dio“ (terzo sermone cattolico); in questa luce temibile della santità di Dio sarà giudicato tutto, in primo luogo chi ha causato i milioni di persone morte per l’azione e il consenso di capi di stato „cristiani“; ma ovviamente il „propter e pro me peccatore“ vale anche per me, per le lacrime che nella mia vita ho provocato a mia moglie. Se penso, però, a me giovane adolescente ed anche all’adolescente che è in me ora, vedo un intreccio tra profano e purità, che forse Newman non concede, per lo meno non concede per santi davvero grandi come Benedetto o Tommaso d’Aquino, etc (da Adrienne ho imparato che anche loro devono confessare i loro peccati). In me „adolescente“ ci sono entrambi le dimensioni: il colloquio con l’angelo custode a cui ho dato anche un nome, e colui che gioca con le fantasie erotiche, prima (!) di aver conosciuto il mondo pornografico. Su un punto sono del tutto d’accordo con Newman: non possiamo concedere nulla all’idea che „peccare è proprio della natura umana“, in qualche modo per giustificarsi e dire che „se pecchiamo, non è colpa nostra“. Questo „in sostanza“ significherebbe che neghiamo „l’esistenza del peccato“ e in questo modo non pensiamo che Cristo sia morto „propter e pro me peccatore“ (San Francesco Savio). Cioè non saremmo più cristiani! Allo stesso tempo non mi convince che „la vittoria della grazia sulla natura“ consista in una „armarsi“; o in un „castigare l’insubordinazione della carne mediante il dolore sensibile provocato dalle ferite“ (68); Newman pensa a Benedetto che si getta nelle spine per superare una tentazione carnale. Preferisco l’immagine meno guerriera di Gesù che mi prende per mano; e poi una doppia constatazione: 1) Le fantasie erotiche (io purtroppo non ne sono tanto capace) possono essere un modo non per preparare un adulterio, ma per evitarlo, qualora i bisogni sessuali dei partner non siano corrispondenti. 2) Io non voglio essere salvato da solo, ma con tutto il mondo del „proletariato pornografico“; un cattolico che guardi un porno si sente colpevole, non in sé, ma per l’educazione ricevuta. Ma forse potrebbe, invece che di distruggersi nella colpa, dire un „Ave Maria“ per le sorelle e i fratelli del proletariato pornografico…Chiedo a Newman di segnalarmi dal cielo se sono matto.
Abba nostro…
(Sera) Il lavoro fatto per l’asse Occidente-Oriente (Goethe, Jünger), deve essere ora fatto per il rapporto tra mondo arabo e l’Occidente; questo lavoro è già cominciato ed è stato pagato con la propria vita (Charles de Jesus; Padre Christian, padre Paolo…); anche Oasis sta facendo un ottimo lavoro. Jünger è morto nel 1998, se ricordo bene, comunque prima del 11 Settembre 2001. Tutta la realtà tragica di Guantanamo, delle prigioni in Bagdad di cui avevo già parlato nel mio articolo del 2003 nella „Communio americana“, sulla guerra di allora, ci apre una prospettiva interessante e grandiosa: quella del perdono che i mussulmani hanno saputo darci (cf. Il film spettacolare: „Il mauritano“ (2021), basato sul diario di Mohamedou Ould Slahi (regia di Kevin Macdonald; interpretato con grande amore e professionalità da Jodie Foster, Shailene Woodley, Benedict Cumberbatch, Tahar Rahim…). Nel film si vede come il mondo arabo, incarnato da Mohamedou, riconosce tra l’altro la nostra grande eredità: quella dello stato di diritto, anche se pesantemente ferito in Guantanamo. PS Ovviamente ciò non significa dimenticare ciò ha fatto o sta facendo il terrorismo islamistico; anche padre Paolo non sarebbe d’accordo, anche se lui differenziava tra terroristi e terroristi…
Non sono le fake news, che ovviamente devono essere denunciate, che rendono pauroso il mondo, è il mondo stesso che fa paura: il Santo Padre ha parlato al corpo diplomatico della Santa Sede della guerra mondiale come minaccia concreta…
(Wetterzeube, il 8.1.25) Quando ormai famosissimo molti lo reclamavano, sia nel mondo culturale che in quello politico, nel giorno del suo centesimo compleanno, Ernst Jünger avrebbe voluto fuggire in un’isola sconosciuta. Balthasar, per il giorno del suo compleanno, desiderava un suo scorrere del tutto nella normalità e nel nascondimento. Adrienne si vergognava quando la gente cominciò ad accorgersi, nell’ospedale, che malati gravissimi guarivano solo al suo passaggio. Ecco questi sono i miei maestri, sono le persone che ammiro. Newman parla del secondo „idolo“ del suo tempo - anche del nostro -, dopo la ricchezza: la notorietà. Nella sua terza predica cattolica non sta parlando, lo ripete più volte, di ciò che „gli uomini perseguono di fatto, ma ciò a cui guardano con venerazione“ (62); ovviamente sono contento che oggi in „Pluralia“ è uscito un mio secondo articolo, ma ciò che io venero sono le persone sopra citate, con la loro discrezione e mia moglie, a cui non piace per nulla essere nota. „Oggi, la notorietà, la fama giornalistica, sono per la maggioranza, quello che l’eleganza e lo stile (per usare il linguaggio mondano) sono per coloro che appartengono più o meno intrinsecamente agli ambienti elevati“ (62-63) - ma se prendiamo Balthasar, che è cresciuto tri-lingue, in una famiglia nobile, antica di secoli, come si può vedere alla sua tomba a Lucerna, se prendiamo mia moglie, nella cui famiglia andava a pranzo in certe domeniche il cardinal Mindszenty (tra l’altro la „y“ sta per il „von“) non ammirano la notorietà e nemmeno il mettere in mostra un certo stile. Non hanno mai come meta che il loro nome sia sulla bocca di tutti. Io sono più, venendo dal basso, da un quartiere operaio come Mirafiori Sud a Torino, sensibile alla notorietà, ma imploro quel cambiamento di cui parla Newman: essere ancora più orientato a persone che „recano su di sé le tracce del cielo“, come certamente è stato il caso di Ulrich. E poi spero che la notte sia meno „prigione“ e più orientata alla protezione degli angeli, al sorriso della vergine, a quel sonno così fiducioso di Gesù e Giuseppe. PS Per quanto riguarda le cose del mondo vedo che il desiderio di notorietà implica anche una un „risentimento“ per certe persone note; forse una dimensione questa che si distingue da ciò che Newman chiama il „basta che si parla di noi“. No, di certe persone (Trump, Musk…) non si deve parlare, perché vengono considerati „lupi“. Quasi che gli altri fossero tutti „agnelli“; a me sembra che quando Dugin scrive che Biden, Harris, Obama, Starmer, Macron, Soros, Scholz, Trudeau, Schwab e Hillary non sono „individui separati“ ma „tentacoli dello stesso mostro“ colpisca nel segno; non si può neppure dire che critichi solo gli altri (l’Occidente), perché vede anche un Occidente „dialogante“ (speriamo abbia ragione; la conferenza stampa di Trump in Florida, sebbene meno aggressiva di quanto riportino i giornali aziendali, non era del tutto „pacifica“), ovviamente non vi è spazio in Dugin per una critica interna al suo sistema, che vede protetto dal „cielo“.
Abba nostro…
(Sera) Una delle esperienze più brutte in Facebook è stata quella di dispute del tutto insensate, a cui ho preso parte; di alcune ne porto la responsabilità, ma è anche vero che solo raramente sono andato nella bacheca di un altro per fare una disputa. Piuttosto sono stati gli altri, in primo luogo i ciellini, che mi hanno detto delle cose davvero offensive. Proprio in Facebook ho fatto l’esperienza che „l’inquisizione è permanente“(Jünger); non solo nel tempo ecclesiale abbiamo incontrato l’inquisizione, anche nel nostro tempo ateistico (Jünger, Le forbici, 276); in fondo chi si lascia andare ad una disputa lo può fare solo „etsi Deus non daretur“; il vero „anarca“ (non anarchico) evita le controversie (Jünger, Le forbici, 275); anche il camminatore del bosco. Ognuno di noi ha fatto l'esperienza che Jünger riassumono con queste parole: “In ogni momento, infatti, le potenze sono all'opera per stabilire il monopolio di ciò che si può credere {In questo senso è una buona notizia che Zuckerberg si orienti a Musk; R}. Di fronte ad esse, egli è felice di tenere per sé la propria opinione. Goethe:
„Non ti derubano forse nel modo più vergognoso? / Nascondete il vostro oro, la vostra partenza, la vostra fede.“
...Goethe ha delimitato in modo esemplare l’area, nella quale si trovava il suo” (Ernst Jünger, Die Schere, 273). La quadratura del cerchio consiste nel dire ciò che si pensa, senza farlo nella modalità di una disputa. Buona notte!
(Wetterzeube, il 7.1.25; Natale nelle chiese ortodosse) “L'idea di un big bang è crudamente meccanica; la parola vegeta dal mistero del prefisso” (Ernst Jünger, Die Schere, 271) - questo conferma una mia intuizione; il big bang è un mito, anche meno credibile del racconto „favoloso“ di Gen 1-3.
C’è un pensiero di Alexander Dugin che mi ha fatto compagnia nel pomeriggio, anche se per la stanchezza del primo giorno di scuola ho guardato solo un film: „Il 7 gennaio non è una metafora , ma realtà. L’avvenimento della natività accade ora, „oggi“. Cristo è nato in questo momento ed ha cambiato radicalmente il destino del mondo, il destino delle nazioni, il nostro destino“ (Substack, articolo odierno). Noi ci possiamo trovare anche nella confusione come Adèle ed Emma nel film „Blue è un colore caldo“ (Regia di Abdellatif Kechiche, 2013), ma se uno è davvero se stesso, senza mediazioni ideologiche, ed in questo senso Adèle lo è di più di Emma, allora ci sarà una via per superare la porta da questo oggi all’“oggi“ di cui parla Dugin.
C’è tutto un mondo che ci circonda che non ha più alcuna idea di cosa sia „grandezza, bontà, santità, sublimità, verità“; vi è ormai un solo Dio: „mammona“; lo dice Newman con ragione; in fondo nel nostro cuore noi desideriamo più l’essere osservati da un ricco che da un uomo che vive davvero nell’ „oggi“ di Dio.
Abba nostro…
(6.1.25 Epifania del Signore) Mi interessa molto il dialogo tra Esmé Partridge e Paul Kingsnorth sulle pseudo religioni ed in modo particolare sul rapporto tra tecnica (Silicon Valley) e le pseudo religioni (UnHerd; YouTube); anche l’analisi della riduzione della dimensione spirituale in quella psicologica la trovo molto interessante. Uno dei motivi per cui io leggo autori come Newman e Jünger consiste nel fatto che loro, in modo diverso, non riducono la coscienza in un organo psicologico…PS Nel seguito del dialogo mi ha colpito anche molto quando Paul afferma che il senso ultimo della religione è il contatto con Dio, non una sua funzionalizzazione politica.
Ovviamente il Papa si può sbagliare quando non parla ex cathedra (questo è anche forse il rischio delle tantissime interviste che da Francesco), per esempio è probabile che sulla questione Becciu, se ha ragione Renato, si sbagli o si sia sbagliato, ma che egli abbia detto ad un iraniano che lui non ha un problema con gli ebrei, ma con Netanjahu, non è un errore, né in sé né in riferimento a colui con cui parlava; questo corrisponde alla sua idea di fondo del „poliedro“, per cui non esistono „stati canaglia“ con cui non si parla e non si parla sinceramente…
Ieri nella clinica in Jena è morto Martin, un signore anziano che aveva già avuto due ictus e che aveva fatto parte degli incontri per uomini, che il parroco aveva organizzato in parrocchia. Aveva un temperamento irrequieto, ma credo che fosse davvero in cerca del vero, in modo particolare in quella fase in cui le parrocchie venivano sciolte per una mega-parrocchia regionale…probabilmente non si può far altro, ma è chiaro che in questa scelta il rischio di fare delle parrocchie condotte in modo manageriale è grande!
Abba nostro…
(Pomeriggio) Come ho già accennato ieri, il video con cui Alice Weidel pubblicizza la sua candidatura a cancelliera della Germania lo trovo senza gusto, stupido e mia moglie ha aggiunto falso. I miti sono importanti perché attraverso i miti si possono comprendere alcune cose, che sono difficili da spiegare in modo razionale o meglio è difficile capirne l’importanza a livello solo razionale. Per esempio il potere nella sua pericolosità viene espresso molto bene dal mito dell'anello di Tolkien; la differenza tra titani e dei permette di comprendere due forme di autorità, eccetera, ma i „miti“ applicati alla storia sono sempre problematici; giustamente Sieferle ci ha fatto attenti al „mito di Auschwitz“ (da non confondere con la realtà di Auschwitz), che tra l'altro sta giustificando il genocidio o qualcosa di molto simile che sta accadendo nei nostri giorni a Gaza. E il mito che usa la Alice Weidel del 2015, in cui Angela Merkel avrebbe aperto le frontiere eccetera eccetera, è stupido; le frontiere erano già aperte. Al massimo non le ha chiuse. Ma è un „mito“ perché non è vero che prima di questo avvenimento tutto era d'oro in Germania e dopo questo avvenimento tutto sarebbe diventato problematico.
Alcuni temi in dialogo con Jünger. 1) La sepoltura. La sepoltura è un atto culturale e cultura è il presupposto della storia, non viceversa (cf. La forbice, 1990, 263-264). Come cristiani - Jünger stesso, che allora non lo era, cita Agostino, non assolutizzano questo avvenimento, perché in fondo, la nostra meta non è la tomba, ma il Cielo - anche se forse non direttamente; non solo nella cultura cattolica, c’é una meta provvisoria. che si frappone tra la terra e il Cielo, nel senso di un „purgatorio“ (cf. Ibidem, 266). 2) La fotografia di un fatto brutale. Jünger ci fa capire che una fotografia di un fatto brutale (i morti ad Auschwitz) è molto problematica, perché da una parte si fissa un momento così un po' casualmente nei confronti di altri e poi perché lo si fissa così come se Dio non ci fosse (etsi Deus non daretur) quasi che quell'avvenimento diventasse assoluto, mentre è un momento di una storia difficile, ma che fissato così non tiene conto che anche questo fatto brutale è un passaggio verso il cielo; che la meta non è la fossa comune in cui finisce la mia vita, ma per l’appunto quello che noi cristiani chiamiamo „Cielo“. 3) Pena di morte. Fondamentalmente sono contro la pena di morte (per i motivi che dovrebbero essere evidenti ad ogni cristiano), ma capisco l'argomentazione di Jünger: ci sono situazioni tali in cui essa non ha certamente senso come „pena“, ma ha forse senso come „purificazione“. Perché senza questa purificazione il rischio è che la ferita imputridisca e faccia ancora più male di questo taglio netto. 4) Misurazioni. C'è un passaggio de „La forbice“ sul Big Bang (267-268) che mi ha fatto ridere veramente, non so come si dice in italiano, ma mi esprimerei così: con cuore aperto. Scrive che ha letto di una misurazione del tempo passato tra noi e il Big Bang: sarebbero passati 20 miliardi di anni. Lui dice che con queste frasi bisogna stare attenti, perché il rischio è, lo dico così, che fai della ‚mitologia‘ e poi il punto che mi ha fatto ridere è la citazione di un detto della Bassa Sassonia, che non so come si traduce in italiano, ma DeepL lo traduce così: „Hai messo la mano di mezzo?“ ed infine, aggiunge, che era un po' stupito di queste cifre così precise; in vero se si dà una cifra così precisa un un paio di miliardi di più o un paio di miliardi di meno non fa poi una grande differenza…
(Notte) Questa notte verso l’ovest della nostra casa si vedevano distintamente, anche se con differente intensità di luce, partendo dal basso: Venere, Saturno e la luna crescente.
Questa mattina ho cominciato il giorno con il dialogo tra Esmé Partridge e Paul Kingsnorth sulle pseudo religioni, ora prima di andare a dormire ne trovo conferma in un passaggio di Newman nel terzo sermone cattolico: la ragione „vuole anzi che l'uomo dipenda da principi e da leggi ben definite, se appunto vuol soddisfare le esigenze della razionalità. L'essere umano, per un bisogno della sua natura, deve poter levare lo sguardo verso qualcosa di alto e, se non gli è dato di trovare un oggetto degno di venerazione, se ne inventerà uno; se non apprende la verità dall'alto, insegnerà falsità a se stesso e le imparerà da chi gli è prossimo; se non sa nulla dell'Eterno Iddio e dei suoi Santi, si creerà degli idoli“ (edizione italiana citata, 61) - non metto dubbio che la nebbia della non verità riguardi miliardi di persone, in un certo senso riguarda me e così si pone la questione della misericordia, ancor più della „morte eterna“ di cui parla in santo inglese. Misericordia non significa, però, oscurare la verità, per questo leggo Newman e non un teologo moderno…
(Wetterzeube, il 5.1.25; domenica del tempo natalizio) Per quanto riguarda l’estinzione del chiurlottello, mi è venuta in mente la frase di Jünger che anche Darwin può essere letto ad maiorem Dei gloriam!
Nel mio viaggio nella storia della poesia tedesca ho incontrato un verso molto bello di Friedrich Leopold conte di Stolberg, della famiglia di Frielo a Dresda, sullo „scomparire del tempo mutevole“, che mi ha ricordato un’esperienza importante di noi tutti e le cose che ha scritto Jünger ne „La forbice“; scomparso il tempo, come lo conosciamo ora, la forbice non taglia più…
Abba nostro…
(Pomeriggio/Sera) Da due giorni nevica, ma ora la temperatura è salita e la precipitazione è pioggia (quindi meno freddo reale, più freddo sentito), grazie a Dio nell’alloggio ci sono tante piccole manifestazioni di luci; gli archi che abbiamo esposto all’inizio dell’avvento e poi delle piccole stelle, con le quali Konstanze ha adornato l’alloggio e infine l’albero di Natale, che abbiamo allestito quando Johanna e Ferdinand erano qui da noi.
Per quanto riguarda la figura di Stawrogin (Dostoevskij, Demoni) rinvio alle pagine che gli ha dedicato Romano Guardini (Figure religiose nelle opere di Dostoevskij, Magonza-Paderborn, 1989 (1977, 1933), 216sg.). il grande sacerdote italo-tedesco ne presenta tutta la freddezza, mancanza di quel calore proprio al cuore, una cattiveria senza oggetto speciale, che si fissa su azioni bizzarre e sconvenienti, che fanno ridere me, ma non l’anima nobile di Guardini. Vedo questa freddezza, nel profondo, anche in me; ho chiesto a Gesù che il mio ultimo anno scolastico abbia un senso proprio nel superamento di quella freddezza che provo nella scuola, superata da una certo leggero erotismo, non dall’amore caldo e gratuito di Cristo…questo riguarda la mia anima nel profondo, quella che è attaccata dal risentimento, non quello che gli altri vedono…L’insegnante di Stawrogin, quello Stepan T. Werchowenskij, con il quale era cominciato il romanzo, viene caratterizzato molto bene da Guardini: un’educatore ed un’educazione solo sentimentale, del tutto non autentica, come il personaggio è del tutto inautentico (oltre che dipendente totalmente dalla sua padrona, la madre di Stawrogin)… credo che questo sentimentalismo e la freddezza di Stawrogin siano correlate…
Del romanzo stesso sono arrivato al secondo libro, III (la festa sconveniente ed imbarazzante in casa di Julia M.) e IV (l’incendio in un quartiere della città, di cui viene raccontata la cronaca: Saretschje è il nome del quartiere nella traduzione tedesca) (edizione Swetlana Geier, 704-726). Dostoevskij sa descrivere mirabilmente l’imbarazzo di Julia M., che voleva fare una festa „democratica“, ma che viene poi sorpresa da una „democrazia“ diciamo „reale“ (rappresenta da una massa di persone, troppe per un ambiente chiuso, ed interessate piuttosto al buffet che a qualsivoglia altra cosa) non quella fantastica nella sua testa; in vero non succede nulla di davvero criminale, piuttosto una serie di cose imbarazzanti, che fanno crollare il suo mondo. Il crimine lo vediamo piuttosto in atto nell’incendio doloso. Eppure questo racconto di una storia imbarazzante è quello che più comprende il nostro tempo che ha più un senso dello sconveniente che del male…Al cospetto dell’incendio, Dostoevskij racconta anche dell’istinto di distruzione presente anche nel tipo più piccolo borghese che ci si possa immaginare.
PS Il diario ha superato la marca di 1000 aperture
(Notte) Il video pubblicitario di Alice Weidel (AfD) non è „nazista“, neanche „pericoloso“, ma stupido e senza gusto.
„Voi sapete molto bene, fratelli miei (e pochi, ovunque, pensano a negarlo), che nel cuore di ciascuno di noi c’è un sentimento, o una percezione, che suggerisce all'uomo la differenza tra il bene e il male e costituisce il criterio per valutare i pensieri e le azioni. Noi lo chiamiamo coscienza: e se anche non sempre essa è così vigorosa da governarci interamente, tuttavia è abbastanza chiara e autorevole da influire sul nostro modo di vedere e plasmare il nostro giudizio intorno alle varie questioni che si presentano“ (Newman, Terzo sermone cattolico). In vero proprio nel capitolo III del secondo volume dei „Demoni“ vediamo, che gli uomini, che guidano altri uomini, in genere hanno più un senso per ciò che conveniente, che di ciò che è buono. Newman stesso sa che senza „un’assistenza esterna“ (buoni maestri, buoni esempi) la coscienza sbiadisce e questo vale anche per „paesi che si definiscono cristiani“. È un paese che si definisce cristiano che ha deciso di gettare la bomba atomica su un altro paese; e per quanto riguarda la „società trasparente“ è del tutto chiaro che non è per nulla chiaro se „la gran massa“ abbia „un’idea qualunque“, che nutrisca la coscienza; e in forza della musica che si ascolta o dei film che si vedono, etc., è probabile che tantissimi abbiamo idee distorte di cosa sia „verità, santità, eroismo, bene, grandezza“…
(4.1.25) San Newman parla qui, nel secondo sermone cattolico, dell’ „anima innamorata“ e di quello che prova, morendo, al separarsi dal corpo, „presentandosi al tribunale del suo Redentore! Sa bene che debito immenso di pena le resta da pagare, quantunque per molti anni sia stata in pace con Lui; sa che il Purgatorio le è aperto sotto i piedi, e il meglio che possa ragionevolmente sperare, è di esservi mandata“ (edizione italiana citata, 52). Nella notte mi sembrava questa osservazione un'esagerazione teologica, insomma una di quelle cannonate ai passeri di cui parla Jünger, allo stesso tempo, però, devo dire che spesso sono pieno di volgarità e di risentimento, se penso alle volte che nella mia vita, con il mio comportamento o con una mia osservazione, nel dettaglio del quotidiano, ho fatto piangere mia moglie, bene, come dire che io avrei un diritto a un accesso diretto nel Cielo…il Purgatorio è una delle vie della misericordia.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 3.1.25; tempo natalizio) Una delle antifone delle Lodi dell’Ottava di Pasqua, ritradotta dal tedesco, recita: „Oggi viene alla luce un mistero meraviglioso: Dio si è fatto uomo, è rimasto ciò che era e ha assunto ciò che non era, senza mescolarsi e senza dividersi. È così che la creazione di Dio è diventata nuova.“ - Quel „senza mescolarsi e senza dividersi“ descrive la singolarità di Cristo. Per quanto riguarda noi, ne parlavo ieri in dialogo con San Newman: i nostri pensieri e le nostre azioni sono „imperfetti e mescolati“, ma anche per noi, almeno nella meditazione, vale che non si può e non si deve mescolare una meditazione mondana (erotica…) con una spirituale, che credo ci viene donata gratis. Stanotte pensavo al momento successivo all’apparizione dell’angelo per Maria o a quello successivo dell’altra Maria, dopo aver unto con olio i piedi di Gesù; entrambe le donne si trovano in un certo senso poi da sole e non possono far altro e non vogliono far altro che volgere il loro sguardo e il loro cuore a quella presenza assolutamente gratuita di Gesù, alla sua bellezza „non mescolata e non divisa“. Questo sguardo mi riesce per lo più con mia moglie, anche ora, meglio ancor: più ora che ha 57 anni, perché il nostro rapporto è sacramento di Cristo e della Chiesa.
Jünger è un soldato e quindi fa bene ad usare questa espressione: „osare la morte“; io sono solo un (!) piccolo amico di Gesù e preferirei l’espressione: „farsi donare la morte“.
L’articolo in „Die Welt am Sonntag“, che ho letto nella versione inglese, riportata da J.D. Vance in X, di Elon Musk sulla Germania e la AfD deve essere discusso e non demonizzato. Anche il giudizio di Vance è interessante: la AfD verrebbe sostenuta in modo massiccio proprio nei nuovi Länder ,che sono quelli che, pur con le contraddizioni proprie alla storia della DDR, aggiungo io, vengono caratterizzati da una tradizione di lotta al fascismo immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, mentre nella Repubblica federale tedesca si è dovuto aspettare il 68 per una reale ed incisiva critica al passato nazista. Ma ritorniamo all'articolo di Musk, che è strutturato in questi punti: 1) la questione economica che viene trattata nel senso di un liberalismo economico, che ben conosciamo da certe posizioni statunitensi ed in genere dall’idea fondamentale del „meno stato più società“: quello che il Santo Padre critica nel suo scritto programmatico dell’inizio del suo pontificato, nella sua „Evangelii gaudium“ e che comunque tutta la dottrina sociale cattolica non può che vedere in modo critico. 2) Sulla questione della immigrazione e della identità nazionale abbiamo di nuovo una posizione che contraddice l'impegno del Santo Padre su questo tema, ma si dovrà precisare, allo stesso tempo, che il Papa stesso ha detto che dobbiamo integrare gli immigrati non contribuire a che diventino delle società all'interno della nostra società. 3) La questione dell’ energia e della indipendenza nella gestione di essa pone domande che devono essere discusse sull'uso dell'energia nucleare, su forme di energia che siano stabili e che siano utilizzabili a medio e lungo termine. 4) Sulla questione del realismo politico, nel giudizio riguardante l’AfD il miliardario fa notare che Alice Weidel ha una partner, che è una donna dello Sri Lanka: questo non risponde di certo all'idea di un partito hitleriano, della razza pura. Io penso che la AfD non sia un partito nazista, ma patriottico: credo che un confronto storico con il XIX secolo sia molto più utile che una fissazione in paragoni con il nazionalsocialismo per comprendere l’AfD. 5) Infine viene posta la questione dell'innovazione e del futuro della Germania; l AfD secondo Musk offrirebbe alcune soluzioni per superare la stagnazione in cui ci troviamo. La reazione dei partiti classici, chiamiamoli così, a questo è di spavento. Parlano di una intromissione del miliardario nella discussione politica tedesca. Musk risponde a questa critica dicendo che lui avrebbe investito tantissimi soldi in Germania. Io penso che una vera posizione democratica non consista solamente nel dire che dobbiamo proteggerci da questi presunti nemici, ma nel discutere le loro tesi. Ne ho parlato ieri qui nel mio diario pubblico citando l'opera di uno scienziato della politica, Till van Rahdens che insegna in Canada; „La democrazia. Uno stile di vita in pericolo“: così è intitolato il suo libro, che mi sembra importante, perché comprende almeno due cose: 1) una democrazia è salva se davvero le persone che la pensano in modo del tutto diverso, rimangono in dialogo; 2) democrazia non è solo una forma politica, ma uno stile di vita.
La vita di Cecilia Sala ha priorità sugli intrighi internazionali: „Cecilia Sala è la vittima di uno scontro internazionale. La crisi diplomatica è piuttosto intricata per l’Italia. L’Iran si dice disposto a liberare la giornalista, arrestata per violazione della legge islamica, solo in cambio di Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano, esperto di droni e con un permesso permanente di soggiorno in Svizzera, arrestato il 16 dicembre a Malpensa su richiesta degli Stati Uniti. L’avvocato italiano di Abedini ha chiesto gli arresti domiciliari e presto i magistrati italiani dovranno prendere una decisione. La Procura Generale ha dato parere contrario alla concessione dei domiciliari. Ma sono soprattutto gli americani a essere ferocemente contrari ai domiciliari per l’ingegnere e hanno sfacciatamente ricordato i casi, anche non remoti, di fughe facilitate dagli imputati per cui era stata richiesta l’estradizione dagli Usa.“ (Banfi, versione odierna). PS Nella mia bacheca in Fb è nato un „dialogo“ sul tema; una persona mi ha insultato dicendo che la mia frase sulla priorità della vita di Cecilia sarebbe solo retorica ed inconsistente, ma poi ha tolto il commento; sono grato di questo. La posizione di LB è diversa dalla mia, ma ovviamente in una democrazia si possono avere pensieri diversi. Personalmente io non chiamerei un altro stato „stato canaglia“ (questo è normalmente solo espressione di un pensiero neocon e guerrafondaio). La mia breve frase esprimeva ciò che mi ha dettato il mio cuore e ciò che ho compreso della dottrina sociale della Chiesa sulla priorità della persona; da giovane avevo sostenuto la tesi di Leonardo Sciascia sulle trattative per la liberazione di Moro; ho presente ancora la molteplicità e l’intelligenza delle argomentazioni dello scrittore siciliano.
(Pomeriggio) Nei punti 257-261 de „La forbice“ Jünger parla degli esperimenti medici sulla morte di Elisabeth Kübler-Ross, di cui ci aveva parlato alcuni anni fa Doris Königer-Schmitt, la nostra prima medico qui a Droyssig. Ma se è vera la frase: „La morte è sostanziale; il morire è accidentale“ (La forbice, 250), a me sembra che questi esperimenti rimangano nell’ambito dell’accidentalità; non mi convinsero allora e non mi convincono ora; le „morti“ di Adrienne hanno per me un valore davvero „sostanziale“, perché tengono conto della „discesa all’inferno“. Per quanto riguarda Ernst Jünger, grande è la sua frase: „Quando il “Titanic” affondò era ancora possibile dare l'assoluzione, ma non a Hiroshima.“ (La forbice, 253). Il passaggio della morte abbisogna di un „assoluzione“, anche se essa non può essere gestita solo come un privilegio di una casta sacerdotale. L’intuizione a riguardo dell’assoluzione laica di Jacques de Molay e dei templari dovrebbe essere ripensata sul serio, senza per questo mettere in questione l’ordine sacerdotale della Chiesa come servizio. Forse dopo la riabilitazione di Giovanna d’Arco, bruciata dalla Chiesa, potrebbe essere ora di una riabilitazione di Jacques de Molay, anche a sua volta bruciato dal potere politico e dalla Chiesa. Infine davvero grande mi sembra il punto 254 quando Jünger descrive il modo in cui si muore nella nostra società del paradigma tecnocratico; la domanda che dobbiamo porci tutti è questa: „Vogliamo rassegnarci alla “meccanica piatta della distruzione del singolo”, a cui vengono presi dapprima la famiglia, gli abiti, la casa ed infine la vita? O vogliamo accompagnarlo con dignità nella vecchiaia?
(Notte) Credo di aver imparato da Adrienne che il Purgatorio è un confronto con Cristo, certo con il Cristo giudice. È molto bella l'idea di Newman (secondo sermone): che prima di entrare in purgatorio si possa vedere perlomeno per un attimo il Signore ed è anche bella la possibilità di pregare nel Purgatorio i santi, il beato Michele Arcangelo, ovviamente in primo luogo la Madre di Dio, poi Giovanni Battista, però a me sembra che l'idea di Adrienne sia ancora più bella: il Purgatorio come scuola, in cui Cristo ci insegna a comportarsi ed ad essere in modo tale che siamo degni de Cielo…
(Wetterzeube, il 2.1.25; san Basilio e san Gregorio di Nazianzo, vescovi e amici; onomastico di Basil; 30esimo compleanno della nostra Johanna) Sono tanto grato per nostra figlia, che ci vuole infinitamente bene e che si ricorda, sebbene forse meno legata alla Chiesa cattolica di noi, di Maria; credo che la sua anima letteraria si risveglierà, ora sta lavorando e imparando bene il lavoro come redattrice nell’editrice Blue Ocean. Come Ernst Jünger, anche lei, ha un gatto. Politicamente si esprime, per i miei gusti, un po’ troppo nella modalità dell’antifascismo, ma è anche possibile che io mi sbagli nella mia idea che esso non sia necessario, perché il fascismo è morto; l’AfD, secondo me non è un movimento fascista, ma patriottico. Sono anche molto grato per il rapporto buono che ha con David, suo marito, - un rapporto di fiducia, sostegno e stima reciproca - e con suo fratello Ferdinand.
Foto di Ferdinand
Johanna e David
Johanna e Ferdinand
Johanna in Würzburg
San Newman non distingue tra Maria Maddalena e Maria di Betània, ma è lo stesso, quello che a me interessa è questo pensiero preso dal suo secondo sermone cattolico che mi ha colpito molto: „guarda, e riconosce l'Antico dei Cieli, il Signore della vita e della morte, il suo giudice; guarda di nuovo, e nella faccia e nell'aspetto di Lui scopre una bellezza e una dolcezza, solenne, serena, maestosa, superiore a quella dei figli degli uomini, tale da far impallidire tutto lo splendore di quella stanza in festa {dove Gesù si trovava, da un fariseo}. Guarda ancora, con timidezza, eppure con ardore, e scopre gli occhi di Lui, e nel suo sorriso, la dolcezza innamorata, la chiarezza, la compassione, la misericordia del Salvatore dell’uomo“ (edizione italiana citata, 49). C’è anche una bellezza erotica e tenera dell’uomo e forse non siamo capaci ad abbandonarla come ha fatto la Maddalena di Newman, eppure riconosciamo come ultimo giudice e Signore solo Cristo!
Dopo Magdeburg l’irrazionalità colpisce a New Orleans: „Torna l’incubo del terrore nel cuore meridionale degli Stati Uniti: a New Orleans un ex soldato texano ha compiuto una strage, causando almeno 15 morti, investendo la folla in festa e sparando su di essa nel centro della città…Secondo quanto detto anche dal presidente americano Joe Biden l’attentatore si sarebbe ispirato all’Isis. E sul mezzo che ha usato per l’attentato ha sventolato la bandiera nera del Califfato islamista. Bisognerà capire i nessi con un mondo destabilizzato e in guerra.“ (Banfi, versione odierna).
„Cecilia Sala, giornalista di Chora Media e Foglio, dorme per terra e al freddo nel carcere di Evin a Teheran.“ (Banfi, versione odierna).
„Il Capodanno, che per la Chiesa coincide con la Giornata mondiale della pace, in realtà è segnato da stragi, naufragi e nuovi venti di conflitto“ (Banfi, versione odierna)
Abba nostro…
(Pomeriggio) Ne l’ „Unità“ Renato Farina difende il cardinal Becciu, senza cadere in una critica ingiusta del Santo Padre, che su Becciu probabilmente si sbaglia, ma che in Rebibbia (carceri romane) ha fatto un gesto coraggioso ed evangelico, considerando la porta di un carcere degna di essere aperta nell’anno santo, subito dopo quella di San Pietro: Buongiorno Renato, vedo che sei ritornato alle tue radici comuniste e scrivi nell’Unità. Scherzi a parte, è un articolo molto bello e hai trovato il modo di essere grato al Papa, ma allo stesso tempo di Indicargli un punto su cui si sta sbagliando. Grazie, una lettera molto bella. Tuo, Roberto
Ho sentito nella radio la recensione di un libro che porta il titolo: „La democrazia. Uno stile di vita in pericolo“ di Till van Rahdens; mi sembra importante, perché comprende almeno due cose: 1) una democrazia è salva se davvero le persone che la pensano in modo del tutto diverso, rimangono in dialogo; 2) democrazia non è solo una forma politica, ma uno stile di vita.
Il mio dialogo con Ernst Jünger riguarda anche la morte: come Balthasar l’autore tedesco pensa che si muore da soli. „La morte è sostanziale; il morire è accidentale“ (La forbice, 250); per saperne di più bisogna infine „osare morire“. Dobbiamo osare di superare da soli „il muro del tempo“ (241); ovviamente si può morire anche in compagnia del proprio prossimo o di un sacerdote (cosa che invece non è accaduta ad Ignazio ed Adrienne e neppure a Balthasar), ma anche questo è „accidentale“, secondo Jünger. La morte è una consegna radicale del dono dell’essere come amore gratuito a Colui che ce lo ha fatto - veloce o lenta che sia questa consegna. Per mio nonno è durante anni. Per mio papà giorni. Poi ci sono morti terribile e fotografate, come quella di Aldo Moro (1978). Nel punto 251 de „La forbice“ con ragione Jünger schizza la differenza tra i rivoluzionari che hanno ucciso pubblicamente Carlo II d’Inghilterra e Ludovico XVI di Francia, permettendo loro addirittura un „sostegno spirituale e un’ultima parola“ e i rivoluzionari nostrani, come i Brigatisti Rossi. Aldo Moro è stato „liquidato“; probabilmente anche Padre Paolo Dall’Oglio. Per quanto riguarda la memoria, non abbiamo un pittore che disegna il morto, ma nel caso di Moro: una fotografia. Di Padre Paolo non sappiamo nulla. Per quanto riguarda la morte e la tecnica: „La tecnologia può prolungare la morte per un tempo molto lungo, attraverso pratiche mediche che si fanno beffe del giuramento di Ippocrate. D'altra parte, aumenta il numero di incidenti mortali.“ (La forbice, 252). Insomma per quanto riguarda il morire la tecnica non è un guadagno, o solo molto parziale. Quella dei bambini a Gaza è indicibile: uno sgomento che grida vendetta al cielo!
Jünger con ragione dice che a volte i Padri della Chiesa quando parlano dello specchio di Afrodite (La forbice, 241), ma vale ancor più per i teologi conservatori che parlano oggi di sesso: ricordano „il cannone con il quale si spara ai passeri“; quelli progressisti invece dicono ciò che vogliamo sentire e questo è anche inutile…
(Notte) L’osservazione di Ernst Jünger sui morti per alta velocità mi ha ispirato ad andare piano, mentre guidavo per raggiungere la palestra a Gera (Ferdi dice che senza alcune ore di palestra, non mi passeranno i dolori alla spalla). È vero, però, che al momento - in paragone con gli anni 90 - le sicurezze in auto sono aumentate (airbag…); comunque la lezione di Jünger sulla tecnica e i morti non è superata: basta pensare ai morti causati dalla tecnica della guerra (tecnologia guerriera)…
„Niente all’infuori della carità ( = amore gratuito) può mettervi in grado di vivere bene o di morire bene“ (San Newman, Secondo sermone cattolico, 52). Contrario all'amore gratuito è „un disprezzo aperto e notorio della religione, una trasgressione segreta, una trascuranza e freddezza, una cattiva abitudine secondata, facendo insomma la volontà nostra invece di quella di Dio“. Forse la cosa più pericolosa è una „trasgressione segreta“, proprio perché non la conosciamo o non la vogliamo conoscere. Per quanto riguarda le „abitudini cattive“ mi chiedo se ci siano persone che non ne abbiano e mi chiedo se davvero sia possibile non avere pensieri „imperfetti e mescolati“…allo stesso tempo però il testo di Neumann mi aiuta a dire a Gesù: io accetto che Tu sei il mio salvatore quindi il mio giudice, la speranza per tutti non è una certezza che non prende sul serio il giudizio. Mi sembra che ci siamo concentrati troppo sulle trasgressioni riguardanti lo „specchio di Afrodite“; e qui si corre il rischio di sparare delle cannonate (quelle del giudizio) contro i passeri (Jünger). E i passeri siamo noi, uomini deboli del nostro secolo; il risentimento è un peccato contro lo Spirito Santo, ma lo sono anche i cosiddetti pensieri impuri? Se si ti chiedo di aiutarmi Signore, io vorrei che Tu mi prendessi per mano, come hai fatto con il cieco; grandi sono i pensieri di Newman, che confermano il giudizio di Jünger: „La morte è sostanziale; il morire è accidentale“ (La forbice, 250) nel caso che dovessimo morire da soli: infine credibile è solo l’amore gratuito e di questo possiamo averne coscienza anche da soli.
(Wetterzeube, il 1.1.25; ottavo giorno dell’Ottava di Natale; solennità della Theotokos) Anche il Santo Padre che parla della vicinanza, tenerezza e misericordia di Dio, conosce quello che Adrienne chiama „la discrezione di una giusta distanza“ (Mistica oggettiva, 200) ed infatti lui stesso ha detto più volte che chiedere „per favore, permesso e perdono“ fa parte di un amore autentico; Ulrich ha espresso lo stesso con la formula che un tu è anche sempre un egli/lei. Per quanto riguarda le tre distanze (Mistica oggettiva, 196-197), mi sembra che Adrienne presenti qui una visione davvero grande e profonda, parlando della distanza creaturale, di quella del peccato e di quella dell’amore. Nel cielo Gesù può vedere sempre il Padre e parlare con Lui; vi è insomma la distanza delle persone, ma anche un’intimità ininterrotta. Nel „paradiso terrestre“ Adamo ed Eva vedono Dio quando Dio si fa vedere, non vi è insomma una visione interrotta, spiega Adrienne. Sulla terra Gesù vuole imparare questa distanza creaturale e non vuole avere privilegi nei confronti di Adamo ed Eva (Mistica oggettiva, 200). I santi hanno la possibilità di una visione più continua della nostra, ma si mettono in sequela a Cristo. Noi peccatori siamo forse più nella situazione che si trovano Eva ed Adamo, ma abbiamo in più la „distanza del peccato“, che Eva e Adamo conoscono solo dopo aver mangiato la mela, per cui sentiamo più vita nelle „causae secundae“ (la mela…) che in Dio stesso, ma non possiamo forzare una vicinanza che ci può essere solo donata.
Al massimo è possibile quell’insistenza discreta che è la „preghiera contemplativa“, che è forse la forma più grande di ascesi per noi persone „labili“ (della „struttura personale labile dei personaggi di Dostoevskij“ parla Romano Guardini nel suo libro già citato, 206, nota 41) della „società trasparente“ (Chul-Han). L’ascesi massima di Gesù era di non servirsi dei suoi privilegi divini nel suo rapporto con il Padre (cf. Adrienne, Mistica oggettiva, 200), per noi, che non possiamo servircene, di non dimenticare, almeno per un certo momento del giorno, di avvicinarlo in preghiera e contemplazione (per me meditazione). La riduzione dell’esistenza a mera esistenza finita non ha più il carattere „romantico“ che ha in Kierkegaard (che la critica cristianamente), in Dostoevskij (nei suoi personaggi), in Nietzsche (nello Zarathustra), piuttosto quello quotidiano di un erotismo debole e/o perverso (legato a forme di vittimismo e risentimento). La prostituzione e lo sporco che vede l’anima nobile di Romano Guardini nei „Demoni“ e che non vuole accettare sono ormai diventati „legione“, anche in me che cerco di pensare e vivere cristianamente. Il grande dono dell’incontro con Ulrich è stato l’incontro con una forma di amore così gratuito, così „nullificato“ che ha potuto abbracciare anche il nulla nichilista quotidiano nel quale siamo immersi, sono immerso.
Mia mamma al telefono: abbiamo un destino che non possiamo „cambiare“, al massimo „modificare“.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 31.12.24; settimo giorno dell’ottava del Natale di Gesù; San Silvestro, papa; secondo anniversario della morte di Papa Benedetto XVI)
La piccola Teresa sapeva che a volte non era bene andare dalla superiora, sebbene la porta di quest’ultima fosse sempre aperta (cf. Adrienne, Mistica oggettiva, 199), è una questione di tatto, di amore, di un amore che comprende il senso della „distanza“; alcune decisione bisogna prenderle da sole; Cristo passa notte intere in preghiera con il Padre, si rivolge a lui quando fa un miracolo, fino all’ora del mistero dell’abbandono anche da parte del Padre, sa che il Padre è in contatto continuo con lui, ma Cristo stesso vuole sapere fino in fondo che cosa significhi essere „figlio dell’uomo“ e sa che per alcune cose bisogna aspettare il ritmo del Padre: non è bene forzare ora cosa che potremmo comprendere solo quando lo vuole il Padre, certo un Padre che è „interior intimo meo“ (Agostino), ma non è me! Questo vale per tutti anche per Maria; Adrienne illumina una pagina importante del Vangelo: i parenti vogliono andare da Gesù per riportarlo a casa, perché pensano che sia matto; Maria va con loro, ma sa, perché è il cuore della ecclesia, che questa azione non porterà alcun frutto: non si può mai forzare la comprensione del mistero di Dio.
„La giornalista italiana di Chora Media Cecilia Sala è stata arrestata il 19 dicembre “per aver violato la legge della Repubblica islamica dell’Iran”. Lo ha confermato ieri una nota del «Dipartimento generale dei Media esteri del ministero della Cultura e dell’Orientamento islamico dell’Iran» che però non ha spiegato quali siano i capi di imputazione per cui la donna è detenuta nel famigerato cercare di Evin a Teheran. Si aggiunge solo che «l’ambasciata italiana è stata informata. Le è stato garantito l’accesso consolare ed il contatto telefonico con la famiglia». Non ci sono accuse, né reati specifici elencati. Ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, «è un segnale che è stata arrestata per fare uno scambio». Con chi? Teheran vorrebbe riavere indietro Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino svizzero-iraniano arrestati su richiesta degli Stati Uniti all’aeroporto di Malpensa e ora recluso nel carcere di Opera…È ovvio che la vera partita è diplomatica e si gioca a Roma. Il nostro governo vuole riportare in Italia la giornalista. La gestione della faccenda è nelle mani del ministro degli Esteri Antonio Tajani, di quello della Giustizia Carlo Nordio e soprattutto del sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata ai servizi di informazione e sicurezza. Il rischio è che la fermezza degli Usa contro l’Iran, manifestata dall’amministrazione di Joe Biden e forse condivisa anche dal successore Donald Trump, si manifesti sulla pelle dell’inviata, che a questo punto più che arrestata è una sequestrata dal regime degli ayatollah. Come sempre, la questione degli ostaggi ha approcci molto diversi fra Europa e Stati Uniti. Sarebbe anche un’occasione per il governo Meloni per mostrarsi un po’ più italiano e un po’ meno atlantista che in passato. Vedremo.“ (Alessandro Banfi, versione odierna).
La mia vita politica è cominciata nel 1978 durante il caso Moro; nel mio liceo di periferia di Torino sono stato l'unico ragazzo che difese con forza le trattative, seguendo la lezione di Leonardo Sciascia. Questo mio incipit politico c'è l'ho ancora nel cuore e spero che per la giovane Cecilia Sala non vinca la posizione quasi sempre criminale della fermezza.
„In questa deriva globale tutti confidano senza dirlo in Donald Trump per disfarsi delle guerre. La speranza è così irrazionale che si finge di non vedere le sue strampalate minacce“ (Quirico) - le ultime frasi che ho scambiato con Riccardo Bonacina qui sulla terra erano a riguardo di questa „speranza irrazionale“ in Trump, ma in vero è anche possibile che nel nuovo presidente americano si mischino „strampalate minacce“ con decisioni di grande coraggio, anche nel superare una sua tendenza „egocentrica“: penso ai suoi nuovi collaboratori come Bob Kennedy, Tulsi Gabbard ed anche il grande medico Bhattacharya…Io spero che sia come Augusto, dopo Actium.
Abba nostro…
(Pomeriggio) Sta finendo l’anno 2024, il papa ha aperto l’anno santo 2025 con il tema della speranza, ma anche i giornali danno consigli per non farsi prendere dal panico; io continuo la lettura della „Forbice“ di Jünger e ne traggo alcuni elementi per una riflessione da fine anno. In primo luogo nel numero 232 quello del „passaporto interiore“ che ci porta al di la del muro del tempo, al di la di questo muro la forbice non taglia più. Una parola di Jünger è molto forte: „presunzione sacerdotale“, quasi che per passare il muro del tempo ci sia bisogno di una casta che gestisca battesimi o circoncisioni o altri rituali. Per quanto mi riguarda il battesimo che ho ricevuto quando avevo sette giorni è più un segno concreto di partecipazione alla Chiesa che il „passaporto“ senza il quale non si arriva in cielo (l’ho inteso anche così, quando per esempio mi ero chiesto se fosse necessario un rito battesimale d’emergenza quando abbiamo portato il piccolo Ferdi in ospedale per un’operazione all’ernia). Ma questo tipo di concezione non è possibile conciliarla con una teologia della speranza per tutti, che è il più grande antidoto ad ogni forma di „presunzione sacerdotale“; non è possibile pensare ad un religioso come colui che apre la porta e senza il quale non ci sarebbe accesso al paradiso; il passaporto è interiore, perché Dio stesso è „interior intimo meo“, detto ciò la preghiera contemplativa e chi te la insegna sono davvero un aiuti; un buon padre spirituale facilita il percorso. Ed ovviamente per me, come si vede leggendo i miei diari mitologia e rivelazione non sono identici, anche se credo che un atteggiamento inclusivo possa essere di aiuto, come abbiamo visto in C.S. Lewis e J.R.R. Tolkien; per quanto riguarda la figura di Prometeo essa è più complessa di quella di un ladro che ruba il fuoco agli dei, rimane vero, però, che la figura di Frodo che tenta di distruggere l’anello del potere nel fuoco mi sembra essere la figura di orientamento per eccellenza. Ed anche nel mondo dei piccolini, inventato da Konstanze non vi è spazio per nessuna forma titanica (Jünger specifica che Prometeo non è, però, un titano). La figura del lavoratore è certamente la figura centrale degli ultimi secoli, ma senza la preghiera contemplativa il lavoro semplicemente stanca. Un secondo elemento è quello della „malinconia apocalittica“ , che non può essere superata con dei consigli psicologici sulla resilienza: oltre che il male c’è anche il bene; questa è davvero una banalità, perché il bene c’é anche prima del male e durante, come si è visto nella disponibilità all’aiuto durante il disastro di Magdeburg. La malinconia apocalittica viene motivata da Jünger così: „Non vediamo più morire singoli individui, ma specie, persino generi“, e questo certamente per via della rivoluzione tecnica del mondo a cui collaborano gli uomini; ma infine Jünger ci offre una grande parola di speranza: „Al contrario, la terra rimane incrollabile {è lo è perché è manifestazione del dono dell’essere come amore gratuito; RG}. Si è già liberata molte volte della sua pelle e offrirà una nuova natura dopo l'Interim. Disabitato non significa: inanimato, come sulla luna, per esempio... Da un punto di vista rivoluzionario della terra, potrebbe essere che la Gea si riprenda nel disabitato e, attingendo alle sue riserve risolva i problemi che non possono essere risolti razionalmente.“ (La forbice, 235). Non solo gli uomini fanno la loro rivoluzione mondiale {con la „machine“; RG}, anche la terra fa la sua terrena e solo Dio potrà porre termine ad essa. Vi auguro un felice anno nuovo!
(Wetterzeube, il 30.12.24; sesto giorno dell’ottava del Natale di Gesù; compleanno di Gabriel) È morto nel suo centesimo anno di vita Jimmy Carter, ex presidente statunitense, che con chiarezza aveva parlato del sistema „apartheid“ in Israele (cf. bacheca x Assal Rad).
Sarà perché ritengo che la cioccolata sia una delle dimostrazioni infallibili dell’esistenza di Dio, ma mi ha colpito che il fornitore della corte inglese da 170 anni, Cadbury, sia stato licenziato, presumibilmente perché vende la cioccolata anche in Russia.
Anche questo diario è stato aperto per più di 900 volte, non so chi lo legge ma un po' mi conferma che pubblicarlo a un suo senso.
Come ho accennato ieri le pagine sulla trinità del Papa nell'ultima enciclica sono molto belle; mi è piaciuto molto questa definizione dello Spirito Santo come „spirito della figliolanza“ insomma dello Spirito Santo in noi che ci permette di comprendere che Dio è „papà“ (vicinanza, tenerezza e misericordia). Ovviamente lo Spirito Santo è anche la conferma istituzionale dell'amore tra Padre e Figlio, ma quella definizione del Papa mi è sembrata molto bella.
Abba nostro…
(Pomeriggio) Per quanto riguarda l’obiezione grande di Kirilloff (Dostoevskij, Demoni): visto che sarebbe fallito Gesù, perché di fatto non avrebbe cambiato nulla per tutto ciò che riguarda la natura, la fisica e l'esistenza ed allora avremmo bisogno di un nuovo Uomo-Dio che sia capace davvero di trasformare natura, fisica ed esistenza (cf. Romano Guardini, ibid. 205) e questo sarebbe possibile solamente se il primo, quello che inaugurerà questa nuova era si suiciderà con la coscienza di un „suicidio necessario“, di un suicidio che permetterà una „transizione ontica“, non un suicidio di uno che ha paura della sofferenza, ma di uno che pensa che questa vita non abbia alcun senso di essere continuata, di uno che sia capace con il suo atto di „assolutizzare il tempo“, beh devo dire che tutto questo per me sono solo parole. E quella idea della sola-volontà-propria non sono solo parole, ma non ha alcuna dimensione metafisica, è semplicemente il nostro tempo reso in parole. Mentre la questione che pone Ernst Jünger se siamo prima o dopo Actium (battaglia tra Augusto e Antonio/Cleopatra) (La forbice,215 sg.) beh, questo mi sembra davvero il grande problema dell'esistenza storica e per quanto riguarda invece il problema metafisico rimane, come unica ipotesi con un vero senso, pur con tutte le difficoltà riguardanti la natura la fisica e l'esistenza , il movimento certo misterioso che tutto proceda da un Padre buono e vada ad un Padre buono (Adrienne), quello annunciato da Cristo in modo massimo sulla croce e sulla discesa all’inferno, e che lo Spirito divino ci spinge a chiamare „papà“ (Papa Francesco).
(Wetterzeube, il 29.12.24; la festa della Sacra famiglia; quinto giorno dell’ottava del Natale di Gesù; San Thomas Becket; anniversario della morte di Rudolf Peter Lässig, fratello di Rosi nel 1943)) Faccio fatica con i „Demoni“ di Dostoevskij, per questo ho preso in mano il capitolo sesto del libro che Romano Guardini ha dedicato alle „Figure religiose nell’opera di D.“ (Nel capitolo sesto parla dei „Demoni“). La perversione dell’esistenza come esistenza dell’angoscia, nella figura di Kirilloff, mi era presente anche durante la lettura del romanzo, anche se avevo compreso alcune scene in modo meno profondo di Guardini (le frasi che lui mette in evidenza, avevo catturato comunque anche la mia attenzione); ma le pagine che commenta il teologo italo-tedesco sono bene poche nella marea di pagine dei „Demoni“ stessi (ho letto per ora 700 delle 900 pagine). Cosa voleva dirci Dostoevskij con questo lunghissimo racconto? I due Werchowenskij, sono da Guardini appena citati, anche se caratterizzati con intelligenza, ma nel romanzo ne occupano una grande parte; certo mi si può obiettare che Guardini voleva limitarsi alle figure esplicitamente religiose, ma si può fare questa operazione? Certo la questione dell’angoscia e del nulla mi interessano filosoficamente in modo preminente (l’Homo abyssus di Ulrich è una risposta a questo problema), ma questo nulla non è solo presente nella figura intensiva di Kirilloff, ma anche in quella dell’intellettuale (Stepan W.), che dipende totalmente da una donna che lo finanzia e nei suoi continui lamenti; proprio lui, nella festa a casa di Julia M., dice la frase bella sulla bellezza che sola può salvare il mondo, ma lo dice in modo del tutto non convincente, come estetismo puro. L’estetismo è anche una manifestazione del nulla. Con ragione Guardini contrappone a tutto ciò il Cristo che ci ha insegnato la Chiesa, che ci invita all’umiltà e al pentimento dei peccati. Non si confronterebbe con Dostoevskij se Guardini pensasse che basti il catechismo per incontrare Cristo…
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 28.12.24; i bambini innocenti uccisi da Erode; quarto giorno dell’ottava del Natale di Gesù) Domani, nella fasta della „Santa Famiglia“ terrò il „Servizio della Parola“ a Ronnenburg, grazie a Dio viene Michael Formella, così che avremmo un bel servizio musicale. Per quanto riguarda le letture (1 Sam 1; 1 Gv 3; Lc 2, 41-52), che seguirò nella mia predica, vorrei sottolineare due aspetti: in primo luogo che il massimo dell’amore consiste nel „lasciar andare“ come fa Anna con Samuele, come devono imparare a fare Giuseppe e Maria con Gesù (anche se la consegna di Maria a Dio è ancora più radicale, perché implica la croce e la discesa all’inferno di Gesù). In secondo luogo che il cristianesimo è qualcosa di semplice: credere in Gesù (che può essere compreso ed amato solo nella sua dimensione trinitaria, come ci fa capire il papa nella sua ultima enciclica (Dilexit nos, 70-77) e amare il prossimo.
Daniel Deckers era già come vaticanista solo espressione del mainstream, come commentatore politico lo è ancora di più (Editoriale della FAZ odierno). Per commentare la decisione del presidente della Repubblica, Frank Walter Steinmeier, di confermare la data delle nuove elezioni federali al 23.2.25, fa il paragone con la Repubblica di Weimar: elezioni anticipate devono rimanere un eccezione, in modo da non aver una situazione simile a quella della Repubblica di Weimar. Un dibattito politico è necessario, quanto la stabilità di governo, ma solo tra i partiti di centro. Per quanto riguarda il presidente stesso, anche lui sembra essere solo il presidente dei partiti di centro e per questo motivo giudica come pericolosa la piattaforma X.
Abba nostro…
(Pomeriggio) Come dicevo ieri, il libro di Scheler sul risentimento mi inquieta; è un lavoro che dovrò fare, in modo particolare nella prossima confessione, ed anche le cose che scrive Scheler le trovo interessanti, ma troppo vicine alla „psicologia“ - con tutto il rispetto per questa scienza e per l’aiuto che può dare concretamente alle persone, ma io sono filosofo e forse lo sono per quel motivo a cui accenna Ernst Jünger, che invece sento come maestro e presso il quale mi sento a casa, nel numero 218 de „la forbice“. Il filosofo ha il compito „di assicurare l'individuo nel suo rango“. Rango è dignità, non è volontà di potenza: quest’ultima è una caratteristica dei titani, non dei filosofi. E più dei filosofi come Leibniz che come Nietzsche: cioè di filosofi che non annunciano la morte di Dio, ma la sua esistenza! Io ho un grande rispetto per gli storici, ma capisco la critica che fa Jünger alla riduzione della storia a giornalismo; anche quest’ultimo fa un lavoro utile, ma solamente se non perde di vista la filosofia e la sua capacità di difendere il rango delle singole persone e di un ermeneutica che non si fissa solo alla „logica del giorno“. Un pensiero infettato da politica spicciola, come quello dell’antifascismo, ora che non esiste più il fascismo, non mi interessa molto; noi non abbiamo più il problema del fascismo o dell’antisemitismo, ma dell’uso della tecnica e della sua comprensione come presunto destino dell’occidente. Legata a questa abbiamo la questione della mobilitazione totale militare e lavorativa. Dal mio maestro, nel senso nel quale ne parla Jünger stesso sempre nel punto 218 de „la forbice“, e di cui si ha nostalgia e per cui la gente è disposta ad andare fino all’Himalaya per trovarne uno, visto che le università sono sempre più al servizio della „machine“, imparo a considerare la realtà in più fattori. E per questo Jünger mi è anche maestro per il suo amore per gli animali e per la sua saggezza, per esempio nella questione dell’ecologia - non mette in dubbio i disastri che provochiamo, ma li sa mettere nel contesto geologico e dei tempi lunghi della storia del mondo, nei quali si sono sempre alternati stagioni più calde a quelle più fredde. Non vi è in lui pessimismo - un pessimista non può essere un buon maestro; si confronta anche con posizioni pessimiste a riguardo della „machine“ (Kingsnorth) come quella di Spengler, ma con la capacità di prenderne le distanze e dire con chiarezza quali previsione del filosofo tedesco non si sono per nulla avverate (cf. La forbice, 202-204).
(Wetterzeube, il 27.12.24; san Giovanni, terzo giorno dell’ottava del Natale di Gesù) Nel numero di questa settimana, „Der Freitag“ (gemellato con „The Guardian“) invita i suoi lettori a parlare insieme, seriamente, ma anche del più e del meno, a discutere e bisticciare, ad ascoltarsi (come ha fatto anche il nostro don Camillo - così chiamo il mio parroco per il suo temperamento - nella sua predica nella notte santa), insomma ad una cultura del dibattito, del discorso politico. Questo invito vale per tutti, ma i „populisti“ sono esclusi a priori (di questo parlavo invece nel mio ultimo articolo in Substack, „La Germania in crisi“) o quasi. Pur con questo limite in questo numero natalizio la sinistra tedesca, rappresentata da questo settimanale, si leggono contribuiti molto interessanti. 1) Nell’intervista con il sociologo Andreas Reckwitz, si parla della necessità di prendere sul serio l’angoscia provocata dalla sensazione, in vero anche reale, di perdita, in primo luogo di perdita della realizzabilità della promessa di essere in una società che progredisce verso il meglio, quasi automaticamente. Nel suo saggio sul „risentimento“ del 1912 che sto leggendo in questi giorni, Max Scheler fa vedere che la rincorsa ad un obiettivo migliore astratto, che è il motore della società liberale e capitalista, e il „risentimento“ sono le due facce di una stessa medaglia. Il populismo prometterebbe di riportarci nel „paradiso perduto“ (rifare l’America nella sua grandezza perduta…), se fosse così allora il populismo porterebbe solamente ad un colossale „risentimento“, perché si dovrà pur prendere sul serio anche l’ipotesi di lavoro che ciò che è perduto lo sia per sempre. Credo che il motivo della „profezia della pace“ sia il criterio ultimo per comprendere tutto, sia quello che fanno e dicono i populisti, sia quello che fanno e dicono gli altri. A livello politico il presidente brasiliano ha espresso così la posta in gioco: “Non possiamo aspettare una tragedia globale come la Seconda Guerra Mondiale per costruire una nuova governance globale sulle sue rovine”. (Lula de Silva). 2) Per questo motivo mi sembra che il contributo di Claudia Wittig e Johannes Varwick, dal quale è presa anche la citazione del presidente brasiliano, sia quello che mette il dito nella piaga, nel modo più esemplare, commentando „la pace perpetua“ di Kant; la libertà di cui parla il filosofo di Königsberg non consiste nell’esportazione dei nostri valori occidentali ai „cattivi“ , ma nella „libertà di usare la nostra ragione in tutti i suoi fattori“ ed in primo luogo nel superamento del mito che recita che si possa con un taglio di spada sciogliere il nodo gordiano tra occidente ed oriente, come ci ha insegnato Ernst Jünger; questo per i due autori significa: „la separazione tra analisi e valutazione“; l’analisi ci spinge a comprendere che la democrazia degli USA è responsabile di 251 conflitti nel mondo, mentre la Cina e la Russia, sebbene abbiano valori interni al loro paese che noi riteniamo non buoni, non si è macchiata di una tale colpa contro la „profezia della pace“; il discorso di Varwick e di Wittig è all’interno della dialettica dell’illuminismo e quindi in fondo si tratta di una difesa dell’analisi con un unico valore: evitare la guerra. Di fronte alla possibile distruzione del mondo questo valore non è poca cosa, ma in vero solo „valori fondati“ (Scheler) sulla „natura dell’uomo“ (C.S.Lewis, Robert Spaemann) permettono di superare le tante tragedie moderne: dall’aborto alla trasformazione del Mar Mediterraneo in un cimitero, dall’incapacità di vivere la propria sessualità come espressione del dono dell’essere come amore gratuito fino al dramma della povertà… (cf. Il documento vaticano „dignità infinita“). 3) L’intervista con l’ex generale dell’esercito tedesco Erich Vad, che fece nella sua gioventù un dottorato di ricerca su Carl von Clausewitz, fa vedere l’importanza vitale che ha la priorità della politica sulle decisioni militari di Clausewitz, per comprendere cosa stia accadendo nella guerra in Ucraina. In primo luogo afferma con giusto pathos:“Dobbiamo spiegare ai cittadini cosa significhi realmente una guerra europea contro la Russia“ 4) Molto interessante è anche l’intervista con una infermiera e madre di due bambini, dei quali un con un handicap. Con ragione Ramona Maas dice che in primo luogo non sa se il suo corpo reggerà la sfida del peso che deve portare nel lavoro e nella famiglia. Con ragione Scheler, nel suo saggio sul risentimento, fa vedere che le democrazie permettono un’eguaglianza, che nella realtà quotidiana non corrisponde al vero, cioè all’esperienza che si fa. Il peso che porta questa donna non è per nulla uguale a quello che portano persone che hanno più potere effettivo nella nostra società…5) Infine vorrei citare il dialogo sincero tra Julie Zeh (scrittrice) e Michael Kretschmer (premier della Sassonia) sugli errori fatti durante la pandemia; entrambi gli autori non esprimono le critiche radicali di chi ha parlato di una „dittatura sanitaria“, ma fanno vedere con sincerità le disfunzioni all’interno del sistema democratico. La giornalista Aya Vasquez, a cui mi ha reso attento un amico americano, ha fatto vedere nella sua ricerca sui protocolli dell’istituto scientifico Robert Koch, quanto gravi siano state queste disfunzioni. / Forse in tutte queste voci non c’è la radicalità che vediamo in Francesco, che paragona la porta di San Pietro con la porta del carcere di Rebibbia, ma esse fanno vedere come anche i „figli di questo mondo“ siano sinceri e capaci di comprendere il compito umano nel nostro tempo, un compito che trova nella „profezia della pace“ il suo criterio ultimo di giudizio.
Abba nostro…
(Pomeriggio) il libro di Max Scheler sul risentimento mi inquieta. Il motivo per cui ho cominciato a leggerlo è che vorrei trovare un linguaggio per esprimere alcune cose che accadono in me, ma piuttosto al momento vedo degli interessanti spunti a livello sociale (il risentimento proprio alla società capitalistica…) o a livello anche individuale, ma che piuttosto riguardano gli altri, non me, se penso per esempio al risentimento di un prete quando non riesce a coniugare il suo essere un uomo religioso con il suo essere sacerdote mi vengono in mente tante cose, alcune persone; se penso al risentimento dell' apostata mi viene in mente monsignor Viganò. Capisco anche che ci sia il risentimento dell'anziano che non è capace di vivere in modo positivo la rassegnazione che certe cose non è più capace a farle (mi chiedo se ci sia però davvero una rassegnazione sessuale, anche se capisco che certe prestazioni sessuali non sono più possibili; molto utile in Scheler è la differenza tra il pudore e l’essere prude: quest’ultimo è davvero risentimento sessuale). Ma non riesco ancora entrare nel „nodo“, nel „cuore del problema“ che mi riguarda più espressamente. Sento un risentimento in me anche nei confronti di persone che in sé sono deboli. Vedo che la scuola al momento mi provoca un burnout. Comunque dovrò procedere più lentamente nella lettura in modo che pian piano si visualizzino le cose che davvero mi possono aiutare ad uscire da quello che mi sembra essere un momento difficile della mia vita, anche se solo relativamente difficile se lo paragono ad espressioni più gravi del dramma del mondo. Una caratteristica davvero presente nel risentimento è la cecità del riconoscimento del positivo in determinate situazioni e persone. E credo sia necessaria anche un discernimento tra una critica vera e propria e il risentimento. Per esempio quello che dice l’ex generale che ho citato questa mattina mi sembra essere più una critica legittima, che espressione del risentimento.
(Lipsia, il 26.12.24; san Stefano; secondo giorno dell’ottava natalizia) Quando Balthasar afferma che il Natale o la resurrezione non sono avvenimenti della storia (innergeschichtlich), non nega ovviamente che siano avvenimenti nella storia, cosa che esprime nella formula: ingresso dell’eternità nel tempo. Se si vuole credere sul serio al dogma della nascita verginale di Gesù non possiamo parlare di un avvenimento della storia, ma di uno avvenimento dello Spirito Santo; nessun bambino nasce dalla storia verginalmente, anche se è possibile che nasca per una preghiera o per un pellegrinaggio, come nel caso di Johanna e Ferdinand. Anche Maria non è nata verginalmente: Anna e Joachim hanno dormito insieme e fatto l’amore insieme; Maria è preservata da ogni peccato, dice la dogmatica cattolica, e questo in un certo senso non è un avvenimento della storia, ma rimane il fatto che non è nata come Gesù, per opera diretta dello Spirito Santo. Comunque è vero che tutto ciò che è grazia non è un avvenimento della storia. Quando il Papa ieri ha riassunto nel suo messaggio natalizio il cuore del messaggio cristiano ha detto: l’annuncio è che siamo amati, e siamo perdonati. Questo annuncio non è neppure un avvenimento della storia. Avvenimenti della storia sono quelli di cui ha parlato nella seconda parte del messaggio: le guerre in diverse posti del mondo. Quando Don Giussani ha salito i gradini per andare al liceo Berchet in un certo senso ha compiuto un avvenimento della storia, nel senso che tantissimi colleghi, come lui, se volevano entrare nel liceo dovevano salire su quei gradini. Allo stesso tempo però quello di don Giussani è stato un avvenimento di grazia, perché quel sacerdote è entrato nella scuola per parlare di Cristo, per annunciare Cristo e questo non è un avvenimento della storia, anche se è un avvenimento nella storia (non è una leggenda o un mito).
Il filosofo ha, se prende sul serio la filosofia di Heidegger e la filosofia di Ulrich, il problema di ripetere la domanda sul senso dell’essere; ripetere questa domanda non è una avvenimento della storia; avvenimento della storia della filosofia è dire che l'essere è un concetto universale, non definito, ovvio (che sono i tre pregiudizi di cui parla Heidegger all'inizio di „Essere e tempo“); ma parlare dell'essere non è una questione di un certo „genere“, come parliamo del genere umano, in cui si riassumono le tante cose e persone e animali della molteplicità degli essenti, ma è qualcosa di misterioso, di oscuro, scrive Heidegger, ma nel senso di mistero; Ulrich dice esplicitamente che l'essere è un dono di amore gratuito; anche questa dimensione ontologica non nasce dalla storia, anche se certamente questi pensieri accadono nella storia. Etc.
Abba nostro…
(25.12.24; Santo Natale di Gesù) „Il Natale non è un evento della storia, ma l’ingresso dell'eternità nel tempo“ (Balthasar, Luce della Parola). Ciò non significa che non abbia un significato per l’esistenza storica, ma per comprendere questo „mistero santo e pubblico“ (formula di Goethe), il „camminatore nel bosco“, anche se è costretto a stare in una stanza, sa che gli avvenimenti della storia (il censimento a Betlemme, la distruzione della Titanic…) non hanno un significato in sé, ma non lo hanno neppure le piccole azioni quotidiane (mettere in moto la lavatrice…); donne come la piccola Teresa o Adrienne dimostrano nel loro contesto storico (un convento, un laboratorio medico…), che Dio è presente nella storia con segni discreti, ma non meno reali degli „avvenimenti storici“, che devono essere denunciati quando gridano giustizia al cielo, come ha fatto il Santo Padre in questa notte santa, denunciando „i bambini mitragliati, bombe su scuole ed ospedali“. Dopo giorni e giorni di antibiotici oggi Konstanze sta un po’ meglio! Deo gratias et Mariae! La sera della vigilia con i nostri figli, che hanno preparato da mangiare, che hanno suonato la tromba e hanno cantato era una una piccola-grande conferma che Dio agisce oggi nella storia quotidiana mia e di Konstanze…
Abba nostro…
(Pomeriggio) Mi avevano incuriosito le citazioni di Matt Crawford del libro di Max Scheler (1874-1928) sul risentimento e la morale (la prima versione è del 1912), così me lo sono fatto regalare da Johanna. L’ontologia dell’essere come amore gratuito è ovviamente la migliore terapia contro il risentimento, ma di fatto, visto che non siamo solo ontologia, ma anche „psiche“, è possibile che questo veleno dell’anima si impossessi di noi. Parlandone con Johanna e Ferdinand nel bosco, Johanna ha usato l’immagine di un cartello con la scritta stop, se questo veleno tenta di impossessarsi della nostra anima; voglio continuare la lettura prima di immergermi in un commento più preciso, ma vedo che alcuni elementi velenosi, che saranno oggetto anche della mia confessione, sono presenti in me e che hanno davvero a che fare con un’impotenza al cospetto di un destino che riteniamo immutabile; l’ira di Achille non è pericolosa come ira, ma diventa pericolosa come risentimento, che trasforma la figura storica di Agamennone nella figura di un destino immutabile; ho trovato anche interessante nella lettura di Scheler che la nostra società che è formalmente democratica, ma che nella realtà della gestione della vita, per esempio nella scuola, vive di differenze di potere che si induriscono, fa nascere negli sconfitti il risentimento e nei vincitori l’arroganza. Infine vorrei con la confessione ritrovare quella nobiltà di animo, che si sente sensato nell’universo cosmico e relazionale e che non ha alcun problema di riconoscere nell’altro un valore, perché il nostro valore non dipende dal non valore dell’altro, ma dal nostro sentirsi a casa nell’universo. Risentimento è voglia di vendicarsi dell’altro, e voglia di vendicarsi di se stessi: il veleno del risentimento consiste nel sentire se stessi o gli altri come „maiali“…VSSvpM!
(Wetterzeube, il 24.12.24; vigilia di Natale) In questi giorni di malattia forte di Konstanze (oggi si sta riprendendo un po’) si impara che l’amore è anche „distanza“; lei sta portando la malattia, non io. Ovviamente in un rapporto di amore si possono mettere anche dei pesi sull’altro, e tutto questo fa parte di quella „responsabilità“ di cui parla Adrienne a livello trinitario (La mistica oggettiva, 194-198). Cristo non usa la sua divinità come privilegio, per non portare la responsabilità a livello umano. Adrienne parla di tre forme della distanza tra il Padre e il Figlio; innanzitutto c'è la distanza trinitaria: il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo sono una unica natura divina, ma sono tre persone differenti; poi c'è la distanza che c'è tra la creatura e Dio, quella distanza che possiamo vedere contemplando le scene di Genesi nel rapporto tra Adamo, Eva e Dio; infine la distanza del peccato, che non è più una distanza di amore, ma una distanza di disconoscimento dell'amore. Cristo viene sulla terra proprio portando questo elemento della distanza d'amore da mischiare con le altre due distanze, come accade con il lievito quando facciamo il pane; il Santo Padre, che oggi aprirà l’anno santo della speranza (2025), nella sua ultima enciclica parla anche del rapporto di amore tra il Padre il Figlio; sottolineando la parola aramaica di ABBA, che significa papà, papi mette più in evidenza una vicinanza, ma non esiste un Cristo non trinitario, quindi quanto dice Adrienne e quanto dice il Papa si rapportano in un’opposizione polare feconda. Le due nature di Gesù Cristo, quella divina e quella umana, non possono essere né separate né mischiate…quando Adrienne parla del lievito mischiato nel pane, cioè della distanza divina mischiata nella distanza creaturale e in quella del peccato, non intende negare questo aspetto del dogma. anzi sottolineando la dimensione della distanza vuole esprimere proprio il contrario. Anche a livello ontologico quando diciamo che l'essere è dono di amore gratuito esprimiamo una distanza ontologica: l'essere donato gratuitamente è „similitudo divinae bonitatis“ non è la bontà divina stessa, che amore gratuito puro ed assoluto, proprio perché trinitario: l'amore è sempre un delicato rapporto tra vicinanza e lontananza, tra vicinanza e distanza per questo una delle forme massime dell'amore consiste nel lasciare andare l'altro, nel riconsegnare l'altro nel grembo del Padre. Buona vigilia di Natale a tutti.
Oggi è il compleanno di Bruno Brunelli; da lui ho imparato tra l’altro: l‘amore per il Papa attuale, quello per la fotografia, guardare verso gli USA per comprende ciò che accade politicamente in Italia; come spesso nelle amicizie alle volte poi bisogna riconsegnarle al Padre, che farà quello che ritiene più opportuno.
Abba nostro…
(Pomeriggio) Ho rivisto „Titanic“, un film di James Cameron, con Kate Winslet e Leonardo di Caprio, uscito nel 1997 (allora andai a vederlo con qualche studente, credo), con in mente quanto scritto da Jünger sul cammino nel bosco e la Titanic, ma anche su quanto dovremmo sapere di un’isola lontana (San Giovanni Evangelista) o del deserto (San Giovanni Battista). Il film di Cameron si appoggia sull’idea dell’eterno femminino, il cuore profondo come l’oceano di una donna, interpretato molto bene sia dalla giovane (Kate) che dall’anziana Rose (Gloria Stuart), ma riesce a riprendere con grande efficacia il fallimento della tecnica dei titani, affondati da un iceberg. Tutte le comodità della „machine“ non reggono all’urto di un solo iceberg. Noi uomini della „società trasparente“ (Byung Chul-Han), con grande probabilità non siamo capaci di vivere di solo bosco o di solo deserto; ci fa bene sentire la lezione di Newman che pensa ai due Giovanni (secondo sermone cattolico), piuttosto come santità e purità che amore; la lezione di Adrienne e Balthasar, che vede piuttosto in Pietro l’autorità, a cui è richiesto anche e sopratutto di amare, ( invece che l’amore stesso, come pensa Newman, comunque non in contrasto con la purità, ma come accentuazione di un tema), e in Giovanni l’amore, ci è più vicina. Credo che i due svizzeri abbiano visto meglio: si sostiene l’isola lontana e il deserto per amore, non per purezza. A suo modo sono Rose e Jack anche „puri“ - se paragonati per esempio con il fidanzato di Rose (Cal Hockley, interpretato da Billy Zane) - ma lo sono tenendo conto anche della dimensione erotica. Io credo che una speranza ultima sia stata donata al mondo da un vergine, Gesù, e certamente dalla vergine, vergine per lo meno durante la nascita di Gesù, ma credo che dopo secoli di sospetto dell’eros, doveva pur venire un’epoca che lo si sente come energia e non come problema, sebbene i problemi legati ad esso siano evidente anche alla nostra società. Non so se la Titanic che siamo noi stia o meno affondando; è possibile che la speranza che ripongo in Donald Trump (capace di integrare anche l’anima democratica incarnata da Tulsi Gabbard e Bob Kennedy) sia esagerata; meglio non fidarsi dei potenti e piuttosto concentrare la nostra attenzione alla piccola speranza, a cui dedicato l’anno santo, in Gesù…
(Wetterzeube, il 23.12.24; settimo giorno della novena del Natale) „Il primo {di due peccatori} è perdonato ed è accolto in cielo; il secondo precipita nel luogo del supplizio eterno“ (Newman) - questa frase è certamente „teodrammatica“, ed anche „evangelica“ (due sono nel campo, uno sarà preso, l’altro lasciato…), ma in vero la sento estranea, per il motivo già accennato ieri, della „speranza per tutti“ (Balthasar); Newman stesso la trova una „dottrina terribile“ e per questo finisce il suo primo sermone con un atteggiamento di preghiera, per esserne liberati. Capisco anche la sua argomentazione: non possiamo giustificarci con l’idea che Dio avrà pur pazienza con i nostri piccoli peccati, con il nostro piccolo peccato, l’ultimo di una serie: anche un piccolo peccato può rivelare una grande arroganza. Per quanto sia giusto distinguere tra bene e male e quindi cercare di capire cosa sia un peccato, allo stesso tempo ha ragione Hamann nel sostenere che c'è una „ragione caduta“ che distingue in modo arbitrario tra bene e male e così perde quel compito della ragione che consiste nell'affermare sia il mondo che Dio nella loro interezza e non dobbiamo neanche troppo preoccuparci di non essere i figli dell'ira di Dio, perché comunque è Dio e non il nostro sforzo che trasforma i figli del dell'ira nei figli della grazia…poi c'è anche un aspetto che secondo me è molto importante: chi si confronta con la realtà deve confrontarsi con la realtà in tutti i suoi aspetti e quindi tenere conto della sensualità e della irrazionalità, che sono parti dell'interezza della realtà. Hamann non distingue, quasi fossero un’alternativa univoca, tra il crocifisso e Dioniso ma cerca di comprendere quale sia un modo inclusivo per tenerne conto di entrambi gli „dei“ (anche se solo uno è il vero Dio); infine vorrei sottolineare che la salvezza non consiste nell'essere degli eroi della moralità, perché in questo modo non si salverebbe nessuno come dicono i salmi (per esempio quello che si prega il mercoledì nella Compieta), ma consiste del fatto che l'amore di Dio è un amore che è in discesa, che che che va fino al fondo del nostro fallimento e ci permette anche di distinguere tra l’inconscio disordinato dell’uomo e il peccato vero e proprio.
„Lavorare stanca“ (Pavese) - qualcosa di simile scrive anche Ernst Jünger in „La forbice“, 197. Sono al termine della mia fase lavorativa nella scuola, anche perché non ne posso più - l’egualitarismo nella scuola, ha distrutto il „rischio educativo“; si lavora sempre di più, senza riconoscere ciò che davvero potrebbe fare della scuola un luogo in cui l’essere viene donato gratuitamente. Questo è possibile solamente come „rischio educativo“ (Luigi Giussani): un adulto che fa una proposta, in forza della sua autorità (personale e di competenza conoscitiva), in modo che possa essere verificata da un giovane che vuole crescere in maturità, non in arroganza. In Germania il lavoro dell’insegnante viene pagato bene, tanto più se lo paragono con l’Armenia e l’Italia, ma la pretesa del lavoro diventa sempre più opprimente (grazie a Dio il sistema non funziona alla perfezione e non può controllare tutto). Quando vai in pensione ti trovi confrontato con un quarto dei soldi che hai guadagnato quando eri „attivo“, comunque qui in Germania equivale a quello che un insegnante in Italia probabilmente guadagna nella sua attività; e in paragone con l’Armenia non ci si può lamentare. Comunque senza altre entrate (eredità, forme aggiuntive di risparmi in vista della pensione) ci sarebbe una caduta di livello di vita notevole. Per noi con le eredità di Neckargemünd e dell’Italia ci salviamo, se gli investimenti fatti continuano a funzionare (i soldi che guadagniamo nella casa in Neckargemünd, etc.); già rinnovare il tetto della cosa dove viviamo non sarebbe possibile…
Per quanto riguarda la scuola, oltre all’egualitarismo vi è un influsso della tecnica, che probabilmente non aiuta il „rischio educativo“; capacità tecniche e scientifiche possono essere anche un motore conoscitivo (Jünger fa gli esempi di Archimede a Siracusa e di Plinio il Vecchio nella catastrofe del Vesuvio), ma possono essere anche solo „apparenza“, come le tante presentazioni al computer (Power Point), che sono piuttosto belle (nel senso debole del termine), che vere. Per quanto riguarda l’IA forse vi è un uso di essa che è un aiuto alla democratizzazione del sapere (nelle modalità buone e cattive), ma certamente può essere anche usata come „apparenza di un lavoro“. Non dobbiamo dimenticare che è lo spirito che dovrebbe formare il corpo e il cervello, non una macchina che lavora per me. Per quanto riguarda il „lavorare stanca“ è vero che siamo troppo a scuola, sia insegnanti che ragazzi; manca la sera come gioia, perché si è distrutti.
Per quanto riguarda la „profezia della pace“ e quella della nostra „casa comune“ vale la pena meditare quello che Jünger scrive nel numero 200 della „Forbice“: dei quattro elementi, l’acqua, l’aria e la terra sono sospettati di essere „velenosi“ o „avvelenati“, mentre il fuoco aumenta il suo potere, con la conseguenza di un aumento del progressio, dell’ateismo e della dittatura (Forbice, 199) „atomica“.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 22.12.24; quarta domenica di Avvento) Nel commento delle letture odierne Balthasar scrive (Luce della Parola) che non Maria, ma lo Spirito Santo ha parlato con Elisabetta o con Giuseppe del bambino, ma lo Spirito Santo. Questo silenzio nella comunicazione, nel quale opera lo Spirito di Dio, è un aspetto che il bellissimo film di Caruso su Maria non ha saputo o potuto comunicare fino in fondo…
Nel primo „sermone cattolico“ (Milano, 1983) Newman, parlando di due peccatori, dice: „Il primo è perdonato ed è accolto in cielo; il secondo precipita nel luogo del supplizio eterno“ (28). Questa frase esprime la libertà di Dio, ma non una „teologia della speranza per tutti“ e non un Dio che è vicinanza, tenerezza e compassione. Allo stesso tempo non si possono ignorare le argomentazione di Newman, sostituendole con una speranza a basso prezzo. Adrienne ed Hans Urs hanno pagato l’annuncio della speranza per tutti, scendendo nell’inferno più sconvolgente…
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 21.12.24; quinto giorno della novena del Natale) L’attentato al mercatino di Natale in Magdeburgo, la capitale del Land dove vivo da più di 22 anni, mi ha fatto pensare - dopo un momento di preghiera per morti, feriti gravi e feriti - ad una poesia di Ewald Christian Kleist (1715-1759), che comincia con il verso: „Guai a te, che sei nato!“, ma che nel percorso, che ci fa fare il poeta, non nega che in molti fratelli e sorelle uomini ci sia: „Compassione, generosità, gratitudine“, persone che con le loro giacche hanno riscaldato i feriti, per fare un esempio. Che il colpevole della strage sia un medico che origina dalla Arabia Saudita, ci fa invece in primo luogo comprendere che il problema della migrazione non è solo un problema di generosità, ma in prima luogo una questione politica.
Anche la Sassonia ha un premier, Michael Kretschmer, che tra i prominenti della CDU è uno dei pochi, che ha compreso la posizione di Sahra Wagenknecht su „guerra e pace“ non come filo putinismo; comunque sia, senza il BSW Kretschmer non potrà governare la Sassonia, che guida ormai da sette anni.
Scholz, l’ancora cancelliere, dubita della capacità di giudizio di Elon Musk; io in vero dubito della sua capacità di giudizio e anche della capacità di giudizio dei media aziendali, che di fatto non comprendono che questa politica nazionale che ha in fondo solo un tema: l'esclusione del nemico, l’AfD, dal discorso politico, non può che finire in una catastrofe o nella vittoria della AfD; forse non accadrà già a Febbraio, ma accadrà, perché la parte del popolo tedesco che vota questo partito, non pensa che esso sia un erede del nazionalsocialismo…
Abba nostro…
(Pomeriggio) La fratellanza del pensiero di Ferdinand Ulrich (1931-2020) e quella di Johann Georg Hamann (1730 - 1788) arriva fino quasi alla „filologia“ - tra la „discesa di Dio fino al nulla“ di Hamann e il „medesimo uso di essere e „nulla““ di Ullrich c'è una fratellanza filosofica e filologica per l’appunto, che unisce il XVIII secolo con il 20 (anzi in vero il 21esimo in cui Ulrich ha vissuto, sebbene non potesse quasi più scrivere). Questo fine filo tenue nella filosofia tedesca è davvero impressionante! In entrambi c'è una percezione precisa sia a livello del Padre (creazione) che a livello del Figlio (redenzione) del „medesimo uso di basileia e abbassamento“: questo vale anche per la dimensione pneumatica (cf. Balthasar, Gloria II b, 617); Hamann vede nello Spirito Santo - anche su questo in unità con Ulrich) un medesimo uso tra la Sua forza e il „vuoto del vento“ quasi un nulla che non si vede: qui siamo nel mistero grande del cristianesimo, quello che noi non vogliamo comprendere fino in fondo o perlomeno lo comprendiamo, ma non ne traiamo le conseguenze a livello psicologico e sociologico per una difficoltà interna dell’uomo a diventare quello che Adrienne chiama l'essere solo „servizio“ (La mistica oggettiva, 193-194) l'essere oggettivamente al servizio di questo amore che si fa niente. Anche il pensiero tra la regalità di Cristo e la dogmatica cattolica che vede Adrienne, mi sembra debba essere pensato in questo contesto del medesimo uso di basileia ed abbassamento, che permette anche di integrare quella dimensione „selvaggia“ (Jünger) dell’uomo, forse anche di più di quanto sia disposta a fare Adrienne…
Pur nel grande rispetto per Friedrich Hölderlin (citato da Ernst Jünger, ne „La forbice“, 175) non credo che siamo arrivati troppo tardi. I miei maestri cristiani (Adrienne, Hans Urs, don Gius…) hanno certamente ragione nell’annunciare un Dio presente, ma allo stesso tempo Hölderlin ha ragione nel ricordarci: „Perché un vaso debole non è sempre in grado di contenerli (gli dei), solo a volte l'uomo può sopportare la pienezza divina.“
(Wetterzeube, il 20.12.24; quarto giorno della novena del Natale; compleanno di mia zia Nina) Entrambi sono cittadini di Königsberg. Kant (1724-1804) cerca di riportare la religione nei limiti della ragione pura; Hamann (1730 - 1788) invece sa che Cristo non può essere ridotto nei limiti della ragione pura. Per quest’ultimo natura e storia non sono meno importanti che per Kant o per Jünger, sa che Dio si è rivelato sia nella natura che nella sua Parola. „Natura e storia sono i due grandi commenti della Parola di Dio“ (Hamann, citato in Balthasar, ibid. 614). Ma il Santissimo del cosmo è il Logos universale e concreto; la redenzione di Cristo non è riducibile in una qualsivoglia „gnosi“. La salvezza di Cristo non è riducibile all’interiorità ed autonomia dell’etica kantiana. La storia di salvezza ci ricorda Hamann è „esteriore“ a noi, non è una proiezione dei nostri desideri. La gratuità e libertà della redenzione è presente nella „similitudo“ del dono dell’essere come amore gratuito, ma è per l’appunto „similitudo“. Questa singolarità di Cristo non salta, anzi in essa viene „ricapitolata“ tutta la natura e la storia, quindi le causae secundae della natura e della storia sono essenziali per comprendere la presenza di Dio nel mondo, ma la libertà del Logos universale e concreto è il contrassegno della sua signoria (basileia) e della nostra. „La dignità giurisdizionale e magisteriale“ dell’uomo ha che fare con questa libertà, senza per questo voler giudicare il modo orientale di comprendere la dignità giurisdizionale e magisteriale come qualcosa di solo negativo. Non è possibile servirsi della spada che è Cristo stesso per tagliare il nodo gordiano. Ma ritorniamo a Kant ed Hamann: il meglio che si possa trovare nella critica alla religione di Kant e nel suo tentativo di ridurre la religione nei limiti della ragion pura consiste nell'aver capito, a differenza di persone come Voltaire, che questo „errore“ conoscitivo della religione è un errore necessario, ma più di questo in fondo non si trova in Kant e per questo nell'altro grande cittadino di Königsberg troviamo un elemento che ci permette di essere ancora cristiani, cioè persone che credono che il criterio ultimo del cosmo e il Logos universale e concreto e che solo Lui ci permette di unire la spontaneità della libertà con la ricezione dell'essere come dono di amore gratuito. Il senso religioso per Hamann non è un „errore“, neppure un „errore necessario“…
Vorrei insistere ancora una volta su un punto decisivo: noi cristiani non possiamo permetterci né autoreferenzialità, né proselitismo (Papa Francesco) né un „lusso metafisico“ (Ernst Jünger); anche Gesù quando è diventato uomo ha voluto fare esperienza della fatica che l'uomo fa per comprendere determinate cose (Adrienne, ibid. 191-192); quindi la sua visione del Padre, quando è uomo, diventa „funzione del suo compito“ (Adrienne), funzione della sua missione fino a l'abbandono sulla croce in cui Gesù in obbedienza corrisponde alla volontà del Padre, senza più vedere il senso ultimo della stessa. Ma tutto ciò non è una produzione, non è un uno sforzo: Gesù non è mai „fanatico“, non è un fanatico dell’obbedienza; semplicemente cerca di capire in quel momento che si trova a vivere che cos'è il Padre vuole e ovviamente nell'ultimo momento (in quella che san Giovanni chiama l’ora) cede a questo grande mistero della croce e della discesa all’inferno; non c'è una „esagerazione“ nel suo agire; l'unica „esagerazione“ è quella che, se vogliamo chiamarla così, il Padre oggettivamente ha deciso nel seno della Trinità, quindi con il consenso del Figlio stesso e dello Spirito Santo che testimonia che si tratta di una volontà ragionevole, istituzionale; la gloria del figlio consiste nel mettere in evidenza non la propria forza, ma la basileia del Padre; l'obbedienza del Figlio è la rappresentazione della basileia del Padre (Adrienne, ibid 192). A quest’ultima noi spesso non ci crediamo. Per questo vogliamo risolvere i nodi, tra i quali quello „gordiano“, con un taglio. Vogliamo sempre e solo una forbice che tagli in modo radicale.
Il saggio che porta il titolo „La forbice“, (la prima edizione è del 1990, ma è stato già scritto due anni prima) e che si trova nel 16º volume dell'opera omnia di Jünger, conferma il mio studio del nono volume di questa opera, nel quale, con radicalità e con precisione, il pensatore universale tedesco diceva che la guerra nel senso classico del termine non esista più e la distruzione che attraverso la nuova versione della guerra oggi può accadere sia paragonabile a quella di una meteorite che colpisca la terra, cosa che alle volte con „distanze meta storiche“ (La forbice, 544) accade; per questo motivo Jünger ritiene importante l'idea dello „Stato mondiale“, che analizza più dettagliatamente nel saggio che porta questo titolo, nel volume nono dell’opera omnia, anche con paragoni zoologici. Per lui questo termine non ha la connotazione di Benson (The Lord of the world): non è qualcosa di maligno, ma l'unica possibilità per salvare il mondo dalle sue piaghe, che conosciamo da sempre: come le migrazioni dei popoli (il meticciato è forse il motivo positivo di esse, ma non spiega la drammaticità del fenomeno nella sua interezza) e le guerre, in modo ancora più elevato, sebbene proprio quest’ultime siano causa delle migrazioni stesse; Jünger sa ovviamente che ci sono stati dei „demoni“, degli „spiriti malvagi“ che hanno voluto conquistare il mondo o gestire il loro potere in esso, in modo terroristico ed infernale (Hitler, Stalin), ma senza una direzione mondiale e istituzionale del mondo ci troveremo in situazioni che non sono più controllabili, tanto più che la previsione di Jünger a riguardo della fine delle „guerre tra gli Stati“ non sembra essersi avverata. Io credo, però, che l'idea del poliedro (Papa Francesco), che dovrà essere istituzionalizzata, sia una vera alternativa a quello che Jünger chiama „Stato mondiale“. In questo contesto mondiale sembra essere vera la frase di Elon Musk che la Germania può essere salvata solo da Alice Weidel. Paradossalmente la candidata al cancellierato della AfD ha un senso molto forte della necessità di regolare le guerre che stanno distruggendo il mondo, a differenza dei partiti „classici“; il cancelliere uscente della SPD, che si è di nuovo candidato, Olaf Scholz, e il cancelliere della CDU, Friedrich Merz di fatto non hanno neanche lontanamente una percezione di questi problemi. Forse Scholz con i suoi tentennamenti ne ha in vero una certa percezione. PS Ovviamente ha ragione Alessandro Banfi quando lamenta la riduzione degli interessi dei politici europei (in primis Von der Leyen) al „rimpatrio“ dei profughi siriani; la „remigrazione“ non è una soluzione generalizzabile, come far crepare fratelli e sorelle uomini nel Mar Mediterraneo è un crimine; rimane, però, una domanda aperta come mai politici „sovranisti“ (Trump, Weidel, Orban…) siano quelli che pongano la questione della „profezia della pace“ come una questione di importanza primaria, mentre politici sedicenti „cristiani“, „socialisti“ se ne freghino del tutto.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 19.12.24; terzo giorno della novena del Natale) Il mio confronto con J.G. Hamann (via Balthasar) significa, in primo luogo, mettere bene in evidenza che non è possibile esprimere lo specifico cristiano senza una filosofia davvero cristiana (o socratica). Per me è come approfondire ancora una volta l’incontro con Ferdinand Ulrich.
Direi che Jünger e Adrienne hanno due modi diversi, ma che si arricchiscono a vicenda, per pensare l’universalità della visione di Paolo a Damasco. Adrienne sottolinea (La parola e la mistica. Mistica oggettiva, 190) che il senso di una visione non consiste nell’aumentare la fede di chi vede, ma „nell’arricchire il tesoro di fede della Chiesa“; nel suo paragone tra la visione di Paolo e il mito della caverna di Platone Jünger sottolinea che Platone stesso è entrato nei secoli in uno „strato di un pensiero collettivo ed anonimo“ (La forbice, 149); in un certo senso „nel tesoro del pensiero“, quindi come contributo all’universalità. In riferimento a Hamann, pur specificando che l’ironia valeva piuttosto per Nikolaus Ludwig von Zinzendorf, piuttosto che direttamente per Platone, Jünger parla di „un invidia tra i donatori di euforia“, quasi che per salvare la specificità e singolarità di Cristo non si sia disposto a vedere l’analogia della gioia in Platone, cosa che invece Agostino avrebbe concesso senza alcun problema; non credo che su questo Jünger abbia ragione, perché in vero il cristocentrismo di Hamann presuppone l’analogia come metodo per comprendere il reale, evitando „l'esclusione di qualsiasi ambito fattuale o storico dell’esistenza“, ma anche ogni „identificazione di esso“ con il mistero trinitario di Cristo (cf. Balthasar, Gloria, II b, 609); e per quanto riguarda il rapporto tra la visione e la fede nel Logos incarnato, Egli non si serve di alcun „privilegio divino“: Cristo è davvero il „Figlio dell’uomo“, anche se il suo modo di „sentire“ il Padre è diverso da quello di Adamo!
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 18.12.24; secondo giorno della novena del Natale; 31esimo compleanno di David) Ho finito di guardare la serie „Lost“ (6 stagioni), che relativizza il concetto di tempo. Sono possibili più percorsi di vita, ma l’esperienza più grande è quella della „compagnia nel bisogno“; che l’ultimo luogo di incontro tra vivi e morti sia una Chiesa è molto interessante.
Mi ha scritto Renato: „Ciao Roberto! Con affetto! Mi ricordi Gesù in giro per la Palestina“; ho chiesto perché, ed ecco la risposta: „Perché sì! Non so perché! Ma accade così. Sei memoria di Lui vivo“. Oggi ho visto la prima parte, fino alla scena dell’annunciazione, del filmo di Caruso su Maria, con i ragazzi della dodicesima classe. Due ragazze mi hanno detto che è bellissimo; con i giovani c’è ancora un legame, ma l’esperienza nel CJD, in quest’ultimo anno, è dolorosa; il vicepreside mi tratta come un ragazzo adolescente da educare, il capo mi fa complimenti, ma non impegnerebbe nulla di sé per aiutarmi. Konstanze ha la polmonite ed io non sto bene; ma ieri mi hanno dato una seconda supplenza da fare, prima del mio arrivo ufficiale nella scuola ed io non me ne sono accorto; il vicepreside, che mi parla solo per rimproverarmi, ha dovuto farmi notare il danno provocato alla scuola per l’ora non fatta. Spero che la confessione, che abbiamo dovuto rinviare per la polmonite di Konstanze (ha cominciato a prendere oggi antibiotici e cortisone), mi rimetta in moto con più certezza…per questo era stupito che un amico vedesse in me „Lui vivo“, piuttosto mi sento del tutto depresso…
Abba nostro…
(Sera) Con ragione Ernst Jünger mette in evidenza l'importanza delle visioni, in questo caso parla della visione di San Paolo a Damasco (La forbice, 146, 148), e la contrappone anche a „figure“ molto importanti come la figura del lavoratore nell'epoca moderna, che con la tecnica può trasformare la realtà (La forbice, 147) ma non come la può trasformare una visione autentica (il che non significa che si possa „dimostrare“ che sia autentica). Né la tecnica né una rivoluzione, che sono opere dei „titani“, possono davvero cambiare il corso della storia. Per quanto riguarda le visioni bisogna innanzitutto concentrarsi, come cristiani, sulla visione più importante di tutte: la visione del Cristo trinitario (Adrienne von Speyr, ibid.189), della sua capacità di essere anche come uomo unito al Padre, nel doppio senso: come vero Dio è davvero unito al Padre, anche sulla terra e come vero uomo deve lottare per questa unità…Tutto ciò non ha nulla a che fare con „idee“ nella modalità della „sospensione ontologica“ (astrattezza che impedisce l’incarnazione nella piccola via del quotidiano). Il Papa cita una pagina del teologo Cardedal che ci fa comprendere in che senso Cristo è stato vero uomo: „Vale la pena di riprendere qui la riflessione di un teologo, il quale riconosce che, «sotto l’influsso del pensiero greco, la teologia a lungo ha relegato il corpo e i sentimenti nel mondo del pre-umano, dell’infra-umano o della tentazione del vero umano, ma ciò che la teologia non ha risolto in teoria l’ha risolto la spiritualità in pratica. Essa e la religiosità popolare hanno mantenuto vivo il rapporto con gli aspetti somatici, psicologici e storici di Gesù. La Via Crucis, la devozione alle sue piaghe, la spiritualità del prezioso sangue, la devozione al cuore di Gesù, le pratiche eucaristiche [...]. Tutto ciò ha colmato le lacune della teologia alimentando l’immaginazione e il cuore, l’amore e la tenerezza per Cristo, la speranza e la memoria, il desiderio e la nostalgia. La ragione e la logica hanno preso altre strade» (Olegario González de Cardedal, La entraña del cristianismo, Salamanca 2010, 70-71.)“ (Dilexit nos, 63). PS Anche in „Lost“ ci sono tanti visioni, ed anche quella finale del figlio e del padre chirurgi, ma si rimane nell’orizzontale: c’è un „avanti“, ma non un „sopra“ nel senso dell’unità divina trinitaria.
(Notte) Ho ripreso in mano il saggio di Balthasar su J.G. Hamann, che scrive alla viglia dell’idealismo, per adesso vorrei annotare solo due pensieri. 1) Hamann non vuole che si dia a lui „peccatore depravato l’aurea di un santo“ (Cfr. Gloria, II, b, 604 dell’edizione originale tedesca). 2) Ernst Jünger mi permette di comprendere che „tutte le cose sono parola e linguaggio di Dio e per questo chi comprende le cose, ascolta Dio stesso parlare“ (Balthasar, ibid 606); senza cedere nulla al „lusso metafisico“, meglio parlare di insetti e della figura epocale del lavoratore che tanto linguaggio pseudo teologico…
(Wetterzeube, il 17.12.24; nella novena del Natale) Ho messo un bigliettino sotto il Gesù che dorme (sul mio comodino da notte) chiedendo che quest'ultimo anno di scuola sia sensato. Mi accorgo sempre di più come nella nostra scuola cristiana gli elementi non cristiani siano fortemente presenti e questo in primo luogo nella testa e nei cuori dei ragazzi…oltre che nelle cose che insegniamo. Nella testa dei ragazzi per esempio c'è una incredibile disponibilità all’aborto, all’ eliminazione di bambini indifesi, che è incredibile, ma non solo questo è non cristiano, c'è in fondo una ribellione all'idea stessa della vita eterna. E poi la cosa più disastrosa ovviamente è che non c'è una confidenza negli adulti. Forse anche con ragione. Quindi la questione educativa principale non è che per esempio in una scuola cristiana si insegni la evoluzione, perché invero l’ evoluzione può essere pensata anche ad maiorem Dei gloriam (copyright: Ernst Jünger). E come scrive Jünger invero l'evoluzione è un tentativo di descrivere il rapporto tra le speci all'interno del tempo. Mentre la creazione è il presupposto del tempo (La forbice, 144). Per quello che potremmo chiamare la dimensione metafisica o mistica al massimo c'è un interesse nella nostra regione per i fantasmi. Ma Ernst Jünger dice con ragione che dovremmo almeno alzare lo sguardo agli dei ed Adrienne von Speyr, con ancora più ragione, cerca di educarci al mistero della preghiera contemplativa che in fondo è partecipazione al modo con cui Gesù ha guardato il Padre e al modo con cui il Padre guarda tutti (il collega che ci umilia…) (cf. La Parola e la mistica. Mistica oggettiva, 186-189). Per quanto riguarda il rapporto tra Adamo e Dio, ma anche tra Adamo e Cristo per me Adrienne insiste troppo su Adamo da solo nel paradiso; è vero che Adamo da solo ha fatto alcune cose sicuramente importanti, per esempio ha dato il nome agli animali, che è una questione molto importante. Filosofi e teologici dovrebbero occuparsi di più di zoologia. Ma diciamo che dal momento in cui riconosce Eva come la sua carne, come ciò con cui Adamo è legato intimamente, anche nel paradiso, questa dimensione nunziale è la dimensione primaria, senza cedere nulla all’eterno femminino (come fa Dante con Beatrice e Hölderlin con Diotima). Vero è che Cristo stesso deve essere pensato con la Chiesa e non senza la Chiesa; un „solus Christus“ , senza la Chiesa, è espressione di un maschilismo insopportabile. E questo lo capisce molto bene Adrienne.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 15.12.24; terza domenica di Avvento) Nel suo commento alle letture odierne del canone romano Balthasar scrive che l’Avvento non è un tempo di insicurezze; sia la prima che la seconda venuta di Cristo sono certe e sono gioia, da non confondere con il successo mondano e psicologico…
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 14.12.24; san Giovanni della Croce) Non esiste, parlando cristianamente, un’ „audacia del peccato originale“ (Schiller, Hegel) non si può neppure giustificare in modo cristologico il peccato originale dicendo che in questo modo abbiamo avuto la fortuna di conoscere Cristo; Adrienne con ragione dice che il Figlio si sarebbe rivelato anche nel Paradiso (La parola e la mistica. Mistica oggettiva, 184). Quindi questa sarebbe stata la vera audacia che purtroppo corrisponde ad un „irrealis“; saremo stati audaci se fossimo rimasti nel Paradiso. Per quanto riguarda Adamo ed Eva Adrienne legge il rapporto nel senso di una dipendenza di Eva da Adamo - nei miei commenti alla Genesi io ho sempre sottolineato, però, che è vero che Eva deriva da Adamo, ma da un Adamo che dorme (seconda narrazione della creazione). A me sembra che nel testo della Genesi Eva abbia un suo ruolo non solo dipendente da Adamo, ma è anche vero che Adrienne stessa dice che Eva avrebbe avuto il compito di riportare quegli uomini a Dio che non avevano un contatto immediato con Dio, come lo ha invece avuto Adamo da subito. La nuova Eva, Maria, è colei che ha permesso, come simbolo dell’umanità, che gli uomini abbiano avuto la possibilità di accogliere Cristo (una miriade lo ha accolto) e che il Figlio stesso diventi uomo. Questo avvenimento, pur con tutta la sua tenerezza e umanità, non equivale ad un successo. Il successo non è uno dei nomi di Dio; Gesù muore in croce e poi discende all’inferno. Per cui in vero tutti i ricordi dei morti come uomini di successo, mi sono sospetti! Anche quelli che hanno avuto un certo ruolo nella storia di un paese, si sono sbagliati in tanti giudizi…Maria rimane simbolo dell'umanità o il finito per eccellenza (Ulrich) nella sua dimensione unica e singolare; grazie a Dio, con il dono della eucarestia, ci è data la possibilità di fare un passaggio dalla singolarità alla generalità del dono, perché è un dono che si ripete in continuazione in tante parti del mondo; anche la purezza di Maria è singolare: da un certo punto di vista a noi non è possibile fare altro che donare il nostro peccato, in modo che Cristo ci doni la sua eucarestia. Ed in modo particolare nella dicotomia tra carne e spirito non è possibile all’uomo la singolare purezza della Madre!
Se la rivelazione divina non prevede un successo ultimo - Gesù muore in croce e discende nell’inferno. La Risurrezione è reale, ma non è la continuazione dell'esperienza terrena. Il „successo“ invece lo possiamo vedere nelle favole; per esempio ne „Le mille ed una notte“ ci sono le favole di Aladino o di Maruf, quest'ultimo è maltrattato duramente dalla moglie, ma poi attraverso un demone „misericordioso“ ha un successo grande, diventa addirittura il genero del sultano, in forza di un anello magico; ovviamente la lezione di Tolkien, che unisce mitologia e rivelazione, ci fa comprendere che bisogna stare attenti con gli anelli magici e poi anche la fantasia più bella, non supera il fatto che dobbiamo cimentarci una volta con la morte direttamente, che non è superabile neppure dalla fantasia più vivace, come dice giustamente Jünger (La forbice, 127); allo stesso tempo il grande autore tedesco scrive di questo dono bellissimo de „Le mille ed una notte“, come del dono forse più bello dell'Oriente all’Occidente, ricolmo di storie che esprimono un successo pieno di allegria, eccetera; per quanto riguarda la lampada di Aladino nel mondo occidentale essa è sostituita, scrive Jünger (La forbice, 133), dalla lampada dell’Urano, cioè con la scoperta della energia atomica (il fuoco dentro il dono dell’essere), cosa però che non ci permette, in realtà, la continuazione del successo delle fiabe.
Markus Wehner nell’editoriale lungo della FAZ parla del laboratorio politico della Turingia ed esalta la capacità diplomatica di Mario Voigt (CDU). L'editoriale conferma la narrazione del mainstream che con la AfD non sia possibile fare alcuna patto. Di fatto, però, in questo modo la politica in Turingia consiste solamente nell'unificazione di tutti contro il presunto unico nemico…purtroppo credo che anche nella Chiesa non si aiuti le persone a discernere e si faccia di questa capacità diplomatica del Voigt quasi una nuova forma di „teologia politica“, che viene addirittura sostenuta dal cielo. Invero la CDU sia a livello regionale che a livello nazionale è un partito guerrafondaio, che ignora la lezione della „lampada all’Urano“ (che infondo è anche il tema della serie „Lost“)…
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 13.12.24; santa Lucia) Negli ultimi anni ho spiegato più volte il libro della „Genesi“ nelle mie classi (decima ed undicesima); ieri sera, nella mia breve meditazione notturna su un testo di Jünger, ho trovato un motivo, che anche se non lo avrei espresso così, rivela il fascino che questo primo libro della Bibbia esercita su di me: „“Contiene frammenti di un testo originale che sono giunti fino a noi come da un’ Atlantide sommersa” (La forbice, 116, 1990). Frammenti di autenticità, prima della comunicazione dei „comandamenti“ di Esodo e Deuteronomio. Jünger scrive che „l’albero della conoscenza e della vita difficilmente derivano dal Sinai, piuttosto il serpente di ferro e il roveto che non si estingue pur bruciando“. Il roveto di Mosè in vero appartiene all’Esodo, capitolo 3; a me hanno sempre impressionato in „Genesi“ scene come quella, nella quale Abramo fa passare sua moglie come sua sorella, o quella nella quale Giacobbe ruba la primogenitura a suo fratello Esau, etc. Insomma scene in cui la vita si presenta nella sua „esperienza“, non mediata troppo dalla morale codificata…
Per quanto riguarda la „Siria di Padre Paolo“ (Banfi, versione odierna), sono cosciente che tra la lettura giornalistica di Aaron Maté e quella storico-spirituale di Padre Paolo, c’è una differenza ermeneutica radicale; la lettera che ho condiviso qualche giorno qui nel diario fa di un mio ex allievo corrisponde più a ciò scrive Maté, quella di un amico italiano, che ho condiviso anche qualche giorno fa piuttosto a ciò che scrive Padre Paolo in „Luce e collera“; bisogna tenere conto che Padre Paolo, forzatamente, tace da più di dieci anni e che non sappiamo precisamente cosa direbbe ora. Per quanto mi riguarda preferisco in questione di interpretazione storica una lettura aperta, che permetta un confronto di più „narrazioni“. Per questo seppure abbia imparato molto da Riccardo Cristiano, mi sono distanziato ultimamente dal suo tono sempre perentorio e dogmatico. Un amico mi ha scritto che nella narrazione di Maté non vi è nulla di nuovo, tutto è scontato; a me questa critica sembra: 1) ingiusta e 2) vale per tutti o quasi. PS „Lettura aperta“ non significa giustificare tutto: quello che ha fatto e sta facendo Israele in Cisgiordania e Gaza è un crimine, come lo è la scacciata di un popolo da parte degli azeri in Artsakh.
(Pomeriggio) Non credo che il peccato originale possa essere compreso come „audacia della ragione“ (Schiller,Hegel); come ho spesso detto ai miei allievi il peccato originale è una mancanza di fiducia e così la ragione come atto di fiducia viene sostituita dalla ragione come „concetto“, come „Begriff“ si dice in tedesco, dove nella parola „begreifen“, c’è il significato di „afferrare“; si può comprendere qualcosa perché si accetta un dono o si può comprendere qualcosa come un’attività intesa come „causare“, „produrre“; ovviamente anche nell'atteggiamento di accettazione di un dono non possono scomparire la spontaneità e la libertà; nessun filosofo potrebbe mai prendere sul serio una proposta in cui l'obbedienza invece di essere un profondo sentire ed ascoltare diventi una „meccanismo“ da caserma. Per questo ci sono delle osservazioni che fa Jünger, nel suo saggio sulla forbice, che sono davvero importanti, come per esempio quella che del serpente se ne può dare anche una ermeneutica non solo di tipo demoniaco (come fanno per lo più i Padri della Chiesa, con eccezione del grande Origene). Ero molto stupito, nel senso che non mi aspettavo di vedere un cobra nello studio di Jünger, quando siamo stati a casa sua e mi sono chiesto che significato avesse il fatto che tra le cose e gli animali raccolte (conchiglie, insetti) ci fosse anche un cobra. L’ultimo filosofo che avevo sentito parlare in modo positivo del serpente era Ernst Bloch, ma da lui e dal suo tentativo rivoluzionario di leggere l’ateismo nel cristianesimo ho preso definitivamente distanza. Quando il Papa dice che non si deve parlare con il diavolo, che non si deve fare dei dialoghi con il diavolo io capisco questo suo invito e lo condivido, ma bisogna anche stare attenti a non ridurre tutti i simboli diciamo un po' o tanto pericolosi, come quello del serpente, senza capirne anche l'importanza salvifica, come tra l'altro per esempio incontriamo anche nel libro dell’Esodo. Io non so quale sia il ruolo dei serpenti nel bioritmo del mondo, ma certamente non è solo negativo. Infine vorrei parlare di un pensiero molto interessante di Adrienne: quello che il peccato è un'offesa a Dio; forse questo è un antropomorfismo molto forte, ma credo che sia anche importante considerare questa prospettiva del peccato come offesa a colui che è totalmente puro. Ciò non significa che poi noi, considerando il mondo nella sua molteplicità, non diventiamo come dire del tutto paurosi pensando che in tutto si nasconda una offesa a Dio; ma questa possibilità che noi possiamo agire in modo tale che sia davvero offensivo per l'amore assoluto dobbiamo prenderla sul serio e prenderla sul serio proprio in questa modalità: nella possibilità che una nostra azione sia offensiva al cospetto dell'amore assoluto che si fa carne per noi.
(Wetterzeube, il 12.12.24; santa Johanna Francesca) „Non è il tempo che supera la rivelazione cristiana, piuttosto quest’ultima supera ogni tempo“ (Adrienne von Speyr, La Parola e la Mistica. Mistica oggettiva“, 175, edizione tedesca). Adrienne ci spiega la doppia direzione dalla rivelazione cristiana, cioè ci spiega Cristo come mistero trinitario. Cristo non vuole essere amato e non ci ama come „singolo“, ma sempre e solo in modo trinitario: vuole che impariamo ad amare il Padre, che non è troppo alto, anzi è l’Abba della quotidianità e vuole che amiamo lo Spirito Santo come „e“ oggettivo tra il Padre „e“ il Figlio. La doppia direzione della rivelazione è quella verso il Mistero del Padre, dal quale Cristo e il mondo vengono e al quale Cristo e il mondo ritornano ed è quella del Mistero della redenzione, che è un Mistero di discesa, lo è per riportare l'uomo alla comunione trinitaria. C'è un „lusso metafisico“ (Ernst Jünger) che non fa bene a nessuno, per cui è stato importante sottolineare che „il cammino al vero è un’esperienza“ (Luigi Giussani), ma c'è un modo di parlare dell'esperienza che non apre al Mistero. A me sembra che i grandi figli di Don Giussani (come Riccardo Bonacina) siano aperti al Mistero, anche se quarantott'ore prima della loro morte si occupano ancora del mondo (Alessandro Banfi su Riccardo). Ed noi dobbiamo trovare un’ unità, dobbiamo offrirci come un’unità, dobbiamo essere disponibili per un’ unità che riporti tutto ciò che pensiamo al dono gratuito dell'amore da parte del Padre. Questo pensiero ontologico non è un sistema. Possiamo essere per esempio legati ad una persona che a livello filosofico ed anche di interpretazione storica la pensi in modo del tutto diverso da noi. Dobbiamo essere aperti a ciò che Dio decide e dobbiamo essere obbedienti, certo siamo anche liberi, forse non ci è possibile sempre essere all'altezza di questi pensieri, senz'altro non c'è possibile, ma dobbiamo approfondire il Mistero cristiano che è sempre un Mistero trinitario, non un’astrazione. Tutto quello che facciamo e pensiamo è in movimento dal Padre al Padre per questo dobbiamo guardare con un'estrema simpatia i tentativi che i nostri fratelli uomini fanno per mettersi al servizio dell’amore (anche quando non ne conviviamo l’ermeneutica) . E non dobbiamo mai proporre la nostra interpretazione del mondo come sistema, come unica cosa ragionevole. Come ha detto ieri il Papa dobbiamo offrirci „con dolcezza e rispetto“ (non sto parlando di carattere), perché solo l’amore è credibile, non le nostre argomentazioni, per quanto importanti esse siano. Forse è anche necessario prendere atto che alcuni amici non sono amici. Sono stati compagni di strada per un certo periodo. Ora si deve lasciarli andare. Perché non esiste un amore più grande che quello di offrire la propria vita per l’amico, cioè (anche) lasciandolo andare…
Abba nostro…
(Sera) Non c’è dubbio che Gesù, Giuseppe e Maria fossero ebrei e il mio legame con il popolo ebraico lo vivo ogni giorno pregando le Lodi e i Vespri (salmi ebraici), ma la polemica di Jan-Heiner Tück in „Communio“ contro il Papa che non terrebbe l’equilibrio tra palestinesi ed ebrei, implica solo due cose: 1) l’assoluta mancanza di ricezione della critica al „mito di Auschwitz“ (Sieferle); 2) l’assoluta mancanza di critica alla amministrazione Netanyahu (consona alla concezione teologica neocon statunitense del nemico) che vede se stesso come il giusto, mentre è lui, non il Papa che non permette un reale „equilibrio diplomatico“; infine io non credo che Balthasar avrebbe mai fatto passare un articolo del genere nella rivista da lui fondata.
Il governo in Turingia di fatto non merita alcuna giustificazione teologica, quasi che la Madonna di Guadalupe fosse responsabile di ciò; di fatto non tiene conto della volontà democrativa del 35 % degli elettori e riduce tutti gli altri ad un solo programma: l’unione contro il nemico. Demistifica il BSW a caccia di potere, non di una vera realtà alternativa alla guerrafondaia CDU.
(Wetterzeube, il 11.12.24; 57esimo compleanno di Konstanze) È morto Riccardo Bonacina. Un giornalista che ha compreso l’importanza “del sociale e dell’impegno civile”, che erano considerati da tanti temi ancillari: “buone azioni di buona gente, ma che in fondo contavano poco”. L’ultima volta che ci siamo parlati indirettamente attraverso i social avevamo due idee differenti su Donald Trump, ma mentre in una bacheca di un amico qualcuno mi ha dato del nazista trumpiano, senza che amici di lunghissima data abbiano sentito il minimo bisogno di difendermi o di prendere distanza da questo tipo di accuse, invece Riccardo ha cercato tra le cose che avevo postato quegli agganci su cui poteva dire di sì…questo mi aveva commosso…adesso sei dal Padre: “tutto è compiuto” di quello che doveva essere compiuto qui sulla terra; spero di incontrarti in cielo.
Una delle maestre dell’Occidente è certamente Hannah Arendt; durante il processo al nazista Adolf Heichmann i suoi famigliari ebraici la criticarono per aver criticato il ruolo di alcuni ebrei durante il nazismo; lei rispose che è legittimo criticare in primo luoghi i „suoi“; questo suo intervento è stato per me uno degli insegnamenti più grandi. Criticare gli altri non serve a niente, si deve criticare ciò a cui si appartiene, per poter superare le difficoltà, le strettezze, i problemi del nostro modo di essere e vedere. In questo modo questa grande maestra dell'Occidente non faceva parte o meglio non ha contribuito al „mito di Auschwitz“ (Sieferle). Io vedo che oggi abbiamo tantissima difficoltà a criticare gli Stati Uniti d'America o Israele perché viviamo di questo „mito di Auschwitz“, non siamo capaci a superarlo (per questo i tanti paragoni con il1933). In primo luogo non si comprende questa fine differenza tra la critica di chi non ama e la critica di chi ama, non critico gli Stati Uniti perché non li amo o Israele perché non lo amo, ma proprio perché riconosco nel grande palcoscenico del mondo qualcosa che non funziona nel nostro cuore. Una difficoltà nel nostro cuore. Che non ci permette di comprendere la criminalità del nostro cuore. Quello che accade a Gaza accade in primo luogo nel nostro cuore…La critica al „deep state“ del prof. Sachs nasce da questo amore alla sua terra che gli permette di vedere la mobilitazione totale e guerriera degli Stati Uniti; dei sette Stati previsti nel concetto bipartisan neocon manca ancora l’Iran; tutti gli altri stati sono stati purgati in nome della „democrazia“…
Ho cominciato il mio corso di ecclesiologia nella 12ª classe e sono partito da Maria, perché nell'incontro di Maria con Dio c'è la prima cellula di cosa sia la ecclesia…e poi ho letto il passaggio del Vangelo di San Giovanni quando Gesù consegna Maria a Giovanni e Giovanni a Maria, sotto la croce. Io credo che la Chiesa in primo luogo abbia a che fare con l’esistenza…il culto, la liturgia sono ovviamente importanti e non l’averlo capito, dice giustamente Ernst Jünger, ha solo aperto le porte al Leviatano, ma rimane comunque il fatto che l’ ecclesia, nel suo cuore intimo, è un'esistenza non un culto e nel cielo non ci sono più culti e templi…
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 10.12.24) Ascolto le Variazioni di Goldberg di Bach, nell’interpretazione di Vikingur Òlafsson e cerco di scrivere qualche riga sulla Siria. L’articolo di Michele Brignone che ho condiviso ieri nelle mie bacheche „social“ è molto interessante perché cerca di non censurare alcun fattore. In primo luogo il fatto che il dittatore Erdogan sostiene Al Jawlani; già solo questo fattore mette in crisi la mia anima armena. Poi grazie a Dio io non devo scrivere un articolo scientifico o di alto giornalismo, ma semplicemente il mio diario; dopo la caduta di Assad un'amica siriana mi ha scritto in Instagram: „finalmente“ con tanti punti esclamativi. Un mio ex allievo invece mi ha scritto le seguenti righe: „Salve signor Graziotto, prima di tutto spero che lei e la sua famiglia stiate bene. Purtroppo, al momento la situazione in Siria è molto movimentata e confusa. L'intera vicenda è avvenuta in modo molto rapido e frettoloso. Il leader attuale è Jolani, un terrorista condannato e sostenitore dell'IS e del suo stretto alleato HTS {Sono cosciente che si può pensarla diversamente; per esempio Michele nella mia bacheca in Facebook ha scritto: „Ciao Roberto, credo sia più probabile che Padre Dall'Oglio sia stato rapito da miliziani dell'ISIS. Questi (quelli di Jolani) sono invece quelli con i quali lui auspicava un dialogo, per accompagnarli in una "certa evoluzione", come scriveva in "Collera e luce". Io non credo molto in questa evoluzione, ma mi pare di poter dire che la posizione di Dall'Oglio fosse questa. Appena ho tempo ti scrivo un po' più nel dettaglio quello che penso sui giornalisti di Grayzone“RG}. Negli Stati Uniti quest'uomo ha attualmente una taglia sulla sua testa per un totale di 10 milioni di dollari. In generale, la popolazione siriana è molto divisa sulla partenza di Assad. La stragrande maggioranza delle minoranze, tra cui cristiani, aleviti, ecc. lo apprezzava per le sue posizioni moderate nei confronti delle minoranze. Hanno molta paura di ciò che potrebbe accadere ora, ovvero un secondo Afghanistan con un estremista al potere. La maggioranza di coloro che sono felici ora sono sunniti. Jolani rappresenta tutti i loro punti di vista. In generale, vedo anche una popolazione e un esercito molto stanchi, impoveriti dalle sanzioni, che non sono contenti che Assad se ne sia andato, ma che hanno una piccola speranza che alla fine possa arrivare un governo migliore, più vicino all'Occidente, il che significherebbe anche che le sanzioni verrebbero tolte e il Paese potrebbe forse prosperare. Purtroppo, ritengo che questa possibilità sia molto limitata e vedo probabile lo scenario 1, con un governo sunnita che emargina le minoranze e applica la sharia, vedi Afghanistan. Anche Israele gioca un ruolo importante in questo caso, visto che si trova già a 19 chilometri da Damasco, distruggendo strutture e infrastrutture militari siriane e ho già visto filmati di bombardamenti in diretta da conoscenti a Damasco. In ogni caso, i nuovi governanti sembrano essere saliti al potere con l'aiuto di Israele e della Turchia, in quanto sembrano essere molto vicini a Israele, il che è dimostrato dalla loro inattività nei confronti degli ultimi bombardamenti sul suolo siriano da parte di Israele.Spero che la Siria non cada vittima degli estremisti e continuerò a guardare gli eventi con interesse, ma anche con paura per le nostre minoranze.“
Abba nostro…
(Notte) Mi scrive un amico: „Ciao Roberto, eccomi con le mie riserve su Aaron Maté e in generale sui giornalisti di The Grayzone. Non mi confronto sistematicamente con loro come fai tu, ma mi capita di leggerli abbastanza frequentemente, anche perché si occupano spesso di Medio Oriente. Capisco che siano un’utile fonte alternativa, soprattutto alla luce del lavoro impressionante di scavo che fanno della stampa mainstream. Molte volte però ho l’impressione che siano semplicemente il rovescio di quello che si legge altrove. In un certo sono molto prevedibili. La loro posizione di fondo è un anti-occidentalismo e infatti li si trova sempre dalla parte opposta a quella degli Stati Uniti: critici dell’appoggio americano all’Ucraina, di Israele, dell’opposizione ad Assad. Non sorprendono mai. Delle questioni in cui non sono coinvolti gli Stati Uniti tendenzialmente non si occupano. Per fare un esempio: in Sudan è in corso un conflitto sanguinosissimo, molto di più di quello in Palestina, ma non mi pare che gli abbiamo mai dedicato qualche attenzione. Mi pare inoltre, e talvolta ne ho la certezza, che il loro modo di fare informazione sia molto abile, ma anche molto selettivo. Talvolta distorcono le fonti fino a piegarle ai loro argomenti. Su Haaretz si trova un articolo che mostra il modo in cui Max Blumenthal ha usato questo metodo per dimostrare le sue tesi. In questi giorni ho più volte avuto questa impressione nella loro copertura sulla Siria. Insistono a sottolineare le contraddizioni della stampa mainstream, che ora esalta i jihadisti considerati terroristi fino a ieri, ma non menzionano mai il ruolo di Assad nell’alimentare il jihadismo nella regione. Nel post che hai pubblicato ieri Aaron Maté denunciava i “corporate media” che celebrano la conquista della Siria da parte di al-Qaeda. Non è una considerazione errata (al netto del fatto che la continuità tra al-Qaeda e Hay’at Tahrir al-Sham andrebbe dimostrata), ma è incompleta. Anche Padre Jihad Youssef, priore di Deir Mar Musa, e tanti altri che non c’entrano con i corporate media stanno celebrando. Insomma, riconosco la validità di questo giornalismo come contro-narrazione, ma è una prospettiva che in fondo mi interessa poco, anche perché tra l’altro è totalmente priva di compassione. Denuncia giustamente gli orrori delle politiche americane e occidentali ma, per fare un esempio, non ha nulla da dire sui prigionieri politici delle carceri siriani. Scusa se mi sono dilungato“ - Caro M., grazie per la tua risposta. Io sono arrivato ad Aaron perché me lo ha consigliato Adrian Walker e me lo ha consigliato come una voce, non come la verità. È probabile che alcune cose che dici tu siano del tutto vere. Ma anche è vero che Aaron non è la fonte principale delle mie riflessioni. Certo mi sono confrontato con lui. Le cose che scrivo, però, nascono in primo luogo dal mio cuore, dal mio lungo dialogo con Ernst Jünger. Ed ovviamente dentro di me ci sono anche Ferdinand Ulrich e Balthasar ed Adrienne, eccetera. Per quanto riguarda l'essere o meno influenzati dai „media aziendali“ devo dire che non so se sia vero per il priore di Deir Musa, ma devo dire che per esempio i vescovi tedeschi, nei loro giudizi sono del tutto influenzati da questi media mainstream, con conseguenze disastrose. Questa mattina mi ha scritto un ex allievo siriano, che mi ha raccontato che il senso di liberazione non riguarda tutti i siriani, ma solo una parte (anche se grande), forse i sunniti se ho capito bene; non so se sia vero, ma è bene ascoltare anche queste voci che hanno più paura che speranza. L'unico punto debole della tua argomentazione mi sembra quello della critica della mancanza di compassione. Chi sei tu, chi sono io per giudicare quello che c'è nel cuore degli uomini? Infine il loro limitarsi alle questioni americane per me è una garanzia di serietà, non un problema. Ti sono grato della tua e vostra amicizia; domani è il compleanno di Konstanze. - Riporto ancora la reazione a queste righe del mio amico: „Ciao Roberto, grazie. Sulla mancanza di compassione hai ragione. È che non vedendola manifestata in quello che scrivono mi sembra un segno della loro parzialità. So bene che la vera origine di quello che scrivi è un'altra. Come ti avevo già detto, ultimamente penso spesso a quello che riporti di Jünger sull'impossibilità di tagliare il nodo gordiano. Simone Weil, che mi è cara, diceva una cosa simile sul rapporto tra Europa e Oriente, e quindi sulla sua non riducibilità dell'Europa all'Occidente. Grazie a voi della vostra amicizia, per noi importantissima. Domani scriviamo a Konstanze“. Buona notte!
(Wetterzeube, il 9.12.24) Tagliare il nodo gordiano con una spada è la follia dell’occidente! Il nodo gordiano della dialettica tra autocrazia e democrazia, non va tagliato con la spada - Gesù stesso, che sta nel mezzo del nodo ci dice di non tagliare anti tempo l’erbaccia - tantomeno in tempi nei quali noi non siamo neppure capaci di identificare precisamente l'erbaccia. Questi festeggiamenti per la caduta di un autocrate o la fuga di un autocrate sono talmente demenziali che non trovo nemmeno le parole per esprimere cosa sta succedendo, ma grazie a Dio ci sono maestri come Ernst Jünger che ci hanno creato delle delle vie, dei percorsi nel bosco…Buona notte! Abba nostro…PS sto ovviamente parlando dei festeggiamenti della stampa, non dei prigionieri che escono dalle carceri di Assad. „Ciao Roberto, capisco quello che dici sulla dialettica tra autocrazia e democrazia e su tutti i pensieri incasellanti. Questa estate ho letto "Notre paix. Examen de conscience international" (La nostra pace. Esame di coscienza internazionale) del padre Gaston Fessard, che da un'altra prospettiva affronta lo stesso problema. Nel caso di Fessard si trattava di uscire dalla dialettica tra nazionalismo e pacifismo nel momento in cui in Europa si preparava la seconda guerra mondiale. Però devo dire che vedendo i prigionieri politici che escono dalle carceri di Assad capisco e condivido la gioia dei siriani per la fuga del tiranno“.
(Monaco di Baviera, il 8.12.24; Seconda domenica di Avvento; Maria immacolata) Ieri siamo stati con i nostri figli e con David al teatro e abbiamo visto la famosa storia di Natale di Dickens, nella forma di un musical: era molto bello vedere tutto un popolo fare una standing ovation per la bontà dell’essere.
Anche ad Adrian è piaciuto il mio articolo uscito in „Pluralia“, anche se ha un po' di dubbi sulla questione dell'Islam in Europa, invero io ho parlato, rinviando a padre Paolo dall’Oglio, dell'incontro con l'Islam in Siria. Sulla questione dell’ Islam in Europa non mi sono mai ancora fatto pensieri seri. Adrian ha apprezzato anche ciò che ho scritto sui vescovi tedeschi, che si perdono in un vicolo cieco nella battaglia contro la AfD, mentre dovrebbero annunciare Cristo, certo nella storia del mondo e nella storia tedesca, ma per l'appunto Cristo. In vero il grande problema, anche per i vescovi, è che non esiste una ricezione della narrazione degli eventi del mondo che stanno facendo tantissimi giornalisti alternativi (quel giornalismo che Taibbi chiama il samizdat occidentale): se uno legge solamente i media aziendali si concentra in modo ossessivo sulla questione del 1933 come se il mondo avesse solo quel tipo di riferimento. Chiaramente non è compito di un vescovo fare questo tipo di ricezione, ma sarebbe compito suo essere in dialogo anche con laici che non fanno parte del mainstream.
Abba nostro…
(Wetterzeube) Il film di D.J. Caruso (Netflix, 2024) su Maria mi è piaciuto molto; forse non tutto è corrispondente alla dottrina cattolica, ma di fatto presenta una Maria in pericolo (come in Ap 12), salda nella speranza e un Giuseppe, giovane e grandissimo.
Per quanto riguarda la caduta di Assad: direi con nel cuore l’esperienza e la lezione del godo gordiano di Jünger che è troppo presto per esultare…
(Monaco di Baviera, il 6.12.24; san Nicola) Questo diario scritto „un momento prima della fine del mondo“ (Walker Percy), non è particolarmente interessato a visioni terrificanti della fine, anche se è chiaro che l’arrivo o il possibile arrivo di un „guerrone“ viene sempre pensato come „abisso“ (Robert Harris). Come scrive Jünger alla fine degli anni 80 („La forbice“, numero 74), alla fine di un millennio, ma vale anche per l’ inizio incerto di un nuovo millennio, le voci in gioco sono molteplici: titaniche e prometeiche, apocalittiche ed anche se uno ci va piano con le visioni di sventure, rimane comunque una certa minaccia nell’aria (per questo i continui paragoni con il 1933, per lo più senza alcun senso); con ragione Jünger cita Martin Luther: anche se il mondo dovesse finire domani, pianterebbe un albero nel giardino…poi rimane anche il fatto che a meno di due ore di aereo da noi, sono morti 600.000 soldati (Jeffrey Sachs), che in Siria si sta riaprendo una ferita che nel 2011 aveva provocato tantissima sofferenza, che Gaza viene rasa al suolo e distrutta…Così si spiega anche la speranza, forse molto incerta, che tantissimi, io incluso, hanno in Donald Trump…
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 05.12.24; anniversario della morte di Mozart) Per merito di Alessandro Banfi è uscita nella piattaforma „Pluralia.forumverona“ un mio articolo sulle elezioni in Germania. Suppongo che a tanti non piacerà; nasce dal mio dialogo interiore con Jünger e si distanzia dai partiti atlantici o meglio dal dogma atlantico. A Peguy sarebbe piaciuto.
(Wetterzeube, 04.12.24; 90esimo anniversario del compleanno di Rosi) Sia per il compleanno di mio papà che per quello di Rosi, abbiamo acceso una candela davanti ad una loro foto. Quando siamo stati nella casa di Jünger, in uno dei davanzali di una finestra c’erano tante foto, probabilmente di suoi amici o parenti morti e ciò ha risvegliato in me il desiderio di un gesto di memoria dei nostri morti, che speriamo vivi. Tra l’altro sto leggendo il suo diario del 1965, che possedeva anche Balthasar ed un saggio del 1988 che approfondisce la metafora della „forbice“, che è un vero taglio dalle spiegazioni solo materialiste del reale.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 02.12.24; seconda settimana di Avvento nel Canone romano) „Maria sa dell'arrivo del bambino durante l’Avvento“ (Adrienne, Esperienza di preghiera,1965). La sua conoscenza è quella di un uomo, non quella di una dea, ma è una conoscenza precisa (come il cuore batte preciso, quando è sano, non primariamente nel senso di idee precise) della cosa stessa (chi è questo bambino e da dove viene?) e del suo compito; ci sono state cose che non ha compreso e che ha „solo“ (sit venia verbo) mantenuto nel suo cuore (a volte ha posto anche delle domande, altrettanto precise) e lei non „riflette“ sulla scelta di Dio della sua persona; è attenta, dona se stessa è fedele e si lascia „oggettivare“ (in vero è quello che al momento desidero di più). In cosa consiste il compito? Partecipa attivamente al cuore contemplativo della Chiesa. Accetta il dono del Padre e si mette al servizio di tutta l’umanità (questo significa l’aggettivo „cattolico“): sa che deve creare, co-creare (mit-gestalten) una comunità di preghiera; Nazaret è stata la prima comunità di preghiera della Chiesa. Charles de Jesus, di cui ieri era la festa, ha sentito fortissimo il bisogno di ritornare a quell'inizio. Questa comunione di preghiera la vedo in atto nella mia piccola famiglia, alla quale hanno fatto parte anche i nostri due figli. Ne fanno ancora parte da lontano. Ed è interessante che alcune tradizioni, come per esempio „la piccola ora dell’avvento" ora viene curata anche dalla Johanna a casa sua. Per quanto possibile con i ritmi di lavoro. Qui a Wetterzeube Konstanze ed io siamo una piccola comunità di preghiera, non monacale, ma alle volte quando io dico le Lodi e i Vespri (alle volte prega esplicitamente con me) sento che lei dalla cucina o dal tavolo dove sta preparando una lezione completa un „Gloria“. Io credo che non vi sia alcuna differenza tra il „cammino al vero come esperienza“ (Giussani) e la contemplazione di cui parla Adrienne. Se noi cristiani non siamo una piccola comunità di preghiera, allora siamo un gruppo come tutti gli altri. E non è bene riflettere sulla specificità dell’ elezione che ci accade, che ci viene donata e a cui partecipiamo con il nostro assenso e con il nostro stile. Per quanto riguarda il nostro stile, di esso fanno parte anche „il mondo dei piccolini“ (piccoli pupazzi) che parlano, che fanno parte della nostra quotidianità. Forse è un po' nella tradizione di C.S. Lewis e Tolkien, ma con meno guerra, anzi senza guerre.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 29.11.24) Don Andrea della Casa Balthasar mi ha mandato un’introduzione che scrisse Balthasar al libro di Antonio Rosmini, pubblicato nella sua editrice „Principi guida per il cristiano“ (ho ritradotto dal tedesco in italiano); si tratta di „punti chiave“ della spiritualità di Rosmini, e che trovano nell’indifferenza ignaziana una sua motivazione ultima; ne avevo parlato anche velocemente nell’ultimo audio sul Rosmini. Balthasar accenna anche alla filosofia del Rosmini e a tutta la questione rosminiana (anche di essa avevo parlato nell’ultimo audio). Balthasar fa il ritratto di un grande figlio della Chiesa, che ha saputo pensare profondamente, ma che ha saputo anche vivere nel nascondimento (nel mistero della preghiera, anche per cinque ore al giorno). La mia vita passata in Germania vede anche con simpatia un uomo che ha saputo dialogare con Kant e i grandi dell’idealismo tedesco, per questo nei miei audio, seguendo un articolo dell’Enciclopedia filosofica di Gallarate dei Gesuiti ho cercato di pensare alcuni di questi pensieri filosofici rosminiani. Deo volente nel tempo da pensionato vorrei riprendere il mio dialogo interiore, per esempio con Schelling e Goethe; in Ulrich e Balthasar trovo maestri che mi permettono di mettermi in contatto con il grande fiume agostiniano e tomistico della tradizione cattolica, ma dopo più di venti anni nella diaspora dell’est della Germania non mi è possibile vivere di sola „teologia“ e Balthasar stesso nella Teologica I scrive che non si da teologia senza filosofia (e senza letteratura). Il grande lavoro della traduzione di „Homo Abyssus“ di Ferdinand Ulrich rivela di per sé, che non ho alcuna intenzione di „fidarmi“ solo dei grandi tedeschi (Schelling, Goethe), ma un confronto con loro è per me di vitale importanza, senza perdere quell’ ultimo atteggiamento che mi fa essere un semplice figlio della Chiesa. Come disse Peguy: troppi si sentono padri e madri della Chiesa, troppo pochi figli e figlie… ecco io sono solo un piccolo figlio della Chiesa ed un piccolo amico di Gesù! PS Il confronto serrato con Ernst Jünger in questo momento della mia vita significa anche rifiuto di ogni „lusso metafisico“, non della metafisica stessa…
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 28.11.24) Ora di filosofia sulla filosofia del diritto di Kant, la cui posizione, nello schema di Christoph Menke (Atene, Roma und Londra), può essere identificata con Londra. Il diritto come mediazione, in nome della libertà, di posizioni (arbitri) soggettive diverse. Ho fatto l’esempio delle diverse concezioni sull’aborto; i maschi non dicono nulla; le ragazze, quelle che si sono espresse, avevano tutte una posizione pro aborto, fino alla difesa dell’aborto come diritto. Gli argomenti vanno dal fatto che la donna che decide del suo destino è un „fatto“, mentre che il feto sia un uomo sarebbe una supposizione. Fino al sostenere che il feto potrebbe essere anche un tumore. Anche solo il rispetto minimo di comprendere la posizione dell’altra persona era appena presente. Come al solito ho insistito sulla differenza tra qualcosa e qualcuno; la perdita della quale ha causato milioni di omicidi di innocenti…PS Purtroppo le mie ragazze sostengono senza averne minimamente la coscienza o avendone solo una coscienza „statistica“ la posizione del mainstream, che pensano sia „emancipatoria“.
Sulla questione della cultura dei parlamenti. Ho appena finito di ascoltare il lungo capitolo sui parlamenti nel 1848 nel libro di Clark. Non vorrei farne un commento preciso, ma semplicemente una piccola nota al margine. Il tentativo di esprimersi in modo parlamentare è certamente stato un passaggio importante per la democrazia (proprio come esercizio diplomatico), ma di fatto il discorso filosofico è per me infinitamente più importante e l’ascolto di maestri nell’ambito della Catholica ha formato il mio pensiero in modo definitivo; una certa correzione „democratico parlamentare“ fa certamente parte della mia „inculturazione“, ma la dimensione „sinodale“ mi interessa proprio perché non assomiglia ad una discussione parlamentare…E poi è chiaro che io riconosco in ultima istanza solo la „basileia“ (anche se non nel senso di una „teologia politica“ ) di Cristo, del Logos universale e concreto, che non è uno dei partiti del mondo moderno, ma la verità!
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 27.11.24; compleanno di mia sorella e di suo marito Marco) Sulla questione degli amici. Leggendo il diario di Ernst Jünger (1965) mi accorgo che lui aveva degli amici. Amici che incontra per esempio all'inizio del suo viaggio per l’Asia (giugno 1965). Mi sono chiesto in questi giorni chi sono i miei amici? Certamente mia moglie è una mia amica: era presente alla nascita dei miei figli, molto presente, era presente quando è morto mio papà, quando è morto mio nonno nel 1988, a pochi mesi dall’inizio del nostro rapporto. Di questo tipo di amici io non ne ho tanti; grazie a Dio ci sono i miei figli, che sono in questo senso anche amici, cioè una presenza, una presenza nella vita; i colleghi non sono amici, sono per l'appunto colleghi; anche uno di questi con cui ho fatto tante passeggiate, non mi ha per esempio mai invitato a casa sua. Anche una collega, che mia moglie considera come amica, era l’altro giorno del tutto scandalizzata solo alla domanda se dovesse venire, se potesse venire al funerale del suo papà. Poi ci sono delle persone con cui per WhatsApp ho un contatto regolare, come per esempio Renato a Milano; credo che mi voglia anche bene. Ma è davvero una presenza? Sono io una presenza per lui? Ci sono state alcune persone nel passato con le quali io mi sentivo legato, ma questo tipo di amicizia non era una vera amicizia (non ha superato la prova della pandemia e della differente lettura politica del reale), uno mi aveva addirittura detto, che ci siamo incontrati incontrati troppo tardi. Io ho i miei amici e tu vai per la tua via. Lo dico adesso un pochettino in modo cattivo e sintetico. Altri non si sono mai più fatti vivi o si fanno vivi e per farmi delle prediche sulle persone che io devo avere come amici o no; Adrian in California certamente è un amico, nel senso che si cura in modo molto attento del Ferdinand. E c'è un dialogo anche interiore forte con lui. Comunione e Liberazione parla in continuazione di amicizia, ma io devo dire che sebbene ci siano alcune persone con cui ho avuto ed ho un rapporto amichevole, di amicizia nel senso di una presenza reale nella mia/nostra vita non non non ne vedo nessuna. Indirettamente con il con il fondo di Papa Francesco c'è ovviamente un certo legame. Ma sto parlando di altro, non sto parlando di „caritas“, di appartenenza ecclesiale. Ho dedicato due post del mio blog ad un confronto molto serio con Alver, che vive in Argentina ed ultimamente sta nascendo un'amicizia con Alessandro, che addirittura mi ha chiesto di scrivere un articolo sulla Germania. E poi c'è la famiglia di Michela e Michele, che sono, pur vivendo a Mestre, una reale presenza a distanza. Michele e Michela stanno per esempio anche ascoltando con attenzione i miei audio su Rosmini… infine vorrei citare con il rapporto con Don Andrea a Roma, da cui è nata la mia prima pubblicazione, che uscirà fra qualche giorno da Cantagalli, come introduzione ad un libro, su Ferdinand Ulrich…Poi ho alcuni amici in cielo: Ferdinand Ulrich (che tra l’altro ci ha sempre detto che di veri amici nella vita c’è ne sono pochi, Cornelia Capol…). PS Denis di Parenzo è più un amico dei miei genitori; oggi va a trovare mia mamma; ma anch'io lo stretto nel mio cuore.
Sulla questione rosminiana. Nel mio ultimo audio su Rosmini ho parlato anche della questione rosminiana. Un autore ha scritto: “Rosmini è Rosmini“. Rosmini, non può essere ingabbiato in determinati schemi: come quello tradizionalista o quello progressista. Sì, questa è una bellissima idea. Uno è se stesso. Ugualmente è importante una comunione di rapporti e io stesso ho cercato, negli audio, di creare dei rapporti a distanza con il Rosmini, per esempio in modo particolare con Ferdinand Ulrich…
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 25.11.24) In questi giorni di malattia ho fatto alcuni audio sul pensiero di Antonio Rosmini-Serbati, che ho mandato ad alcuni amici, questa mattina ne ho registrato uno sulla teologia naturale e vorrei specificare un punto che mi sembra che non sia chiarissimo nell'audio e cioè in che senso il principio di ragione evidente in se stesso che il Rosmini cerca come principio elementare ed essenziale della teologia naturale possa corrispondere all'idea dell'essere come dono di amore gratuito di Ferdinand Ulrich e come questo principio sia anche una garanzia per non cadere nel panteismo; nell'audio non ho specificato precisamente quale sia il pericolo del panteismo: il pericolo del panteismo consiste nel identificare l'essere assoluto di Dio con l'essere finito. Questa identificazione non permette più la gratuità della partecipazione al dono che Dio ci fa gratuitamente e che non è una nostra produzione. Per quanto riguarda la mia idea di interpretare il principio di ragione evidente con la donazione gratuita dell’essere come amore, credo che ciò sia necessario se non si voglia perdersi in un’astrazione del tutto infeconda, sia per la teologia che per la filosofia.
Ascoltando Alan Friedman sul suo libro sulla „fine dell’impero americano“ ho imparato tantissime cose sul modo con cui questo grande giornalista legge la storia statunitense a partire dalla questione della schiavitù, fino allo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, fino al strapotere bancario senza mediazioni politiche nell'era di Clinton eccetera eccetera… la sua lettura di Trump mi sembra molto superficiale. Vedo che in lui ci sono alcune tesi che non corrispondono a ciò che dicono i giornalisti dei media aziendali, ma non vedo per nulla il tentativo di recepire quello che io, seguendo Matt Taibbi, ho chiamato il „samizdat occidentale“.
Abba nostro…
(Pomeriggio) Ho finito di leggere „Il lavoratore“ di Ernst Jünger (1932) ed ho cominciato a leggere gli aforismi di commento ad esso del 1964 („Maxima et minima“). È un lavoro troppo complesso per farne un commento filologico preciso, in modo particolare in questo tempo che non posso scrivere a lungo al computer. Ma vorrei almeno ad accennare a due aspetti che mi interessano in modo particolare. 1) La questione della libertà e del lavoro, un lavoro ridotto a tecnica (vale anche per la scuola), ridotto solo ad una questione economica non ha più quella ampiezza organica che permette di essere liberi. Il sistema ingoia i singoli e li fa diventare degli individui in una massa e non permette più quella forza che è dentro il lavoro stesso, lo sviluppo della forza dentro il lavoro stesso. 2) La questione della metafisica come lusso. Anche Ullrich parla di logicizzazione dell'essere. Sono pensieri astratti che non hanno forma, che non aiutano a percepire la forma e non aiutano a comprendere le figure, tantomeno la figura del lavoratore. Senza la percezione reale di una figura (Gestalt), di un’esperienza come la chiamano Goethe e Giussani, non è possibile neppure comprendere la figura di Cristo che rivela un Padre che lavora sempre (GV 5). La donazione del dono dell’essere come amore gratuito è anche „lavoro“; pochi nel mondo ne hanno compreso la teodrammaticità come Adrienne ed Hans Urs.
(Wetterzeube, il 25.11.24; santa Caterina di Alessandria, patrona dei filosofi) „Il medesimo uso di essere e „nulla““ di Ulrich non contraddice il principio di non contraddizione („ciò che è non può non essere“). Ovviamente affermare che ciò che è non è è assurdo (Rosmini) . E la parola „nulla“ nella frase di Ulrich è tra virgolette. Allo stesso tempo però va detto che Ulrich ci propone una sfida con la sua frase, ci propone la sfida del superamento dell’assurdità del nichilismo, che è esplicitato nel principio di non contraddizione. Nei mie commenti all’Homo Abyssus ho spiegato che si tratta di una critica interna al nichilismo: il „nulla“ dell’amore gratuito come unica possibilità di superare il nulla del nichilismo: ciò che è non è.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 23.11.24; 89esimo compleanno di mio papà; San Colombano)
Oggi sono riuscito di nuovo a pulire la stalla: “Infine, ma non per questo meno importante, ci si aspetta che venga scacciata via una sciocca arroganza che ha portato a considerare il lavoro manuale come una condizione pietosa. Questa arroganza è la naturale conseguenza di una concezione astratta, ad esempio puramente economica del lavoro; corrisponde alla sfortunata figura della “persona istruita” che non ha mai avuto la fortuna di lavorare in nessun campo dal basso. Ogni azione, anche il pulire le stalle dei cavalli, ha un rango nella misura in cui non è percepita come un lavoro astratto, ma è eseguita all'interno di un ordine ampio e significativo.“ (Ernst Jünger, Der Arbeiter, 1932).
Ernst Jünger nelle sue previsioni sul XXI secolo (1993) si sbaglia su due punti secondo me: in primo luogo nel suo giudizio sull’Islam e in secondo luogo sulla necessità di un’età dello Spirito Santo o di un Terzo testamento dei poeti (lo dico pur nell’amore per la poesia che sto riscoprendo proprio grazie a Jünger). Comunque lui stesso alla fine diventa cattolico. Ma non si sbaglia sulla questione dei titani. Siamo mai alla follia più pura e folli cercano di risolvere o di prognosticare o di analizzare i problemi con delle favole come quella di Cappuccetto Rosso. Se Hölderlin e Jünger hanno ragione potrebbe trattarsi di un interim. E non di un avvenimento definitivo. L’imbecillità di tantissimi cattolici nel sostenere la società occidentale (l’impero statunitense) come unica soluzione dei problemi è talmente demenziale, che uno poi non sa più che cosa dire. Speriamo che Dio ci salvi, che non ci faccia bere il calice nucleare.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 21.11.24; Nostra signora di Gerusalemme)
È chiaro che che essendo stata l’alternativa un patto con Stalin Adenauer e De Gasperi forse non avevano potuto fare altro di quello che hanno fatto, nelle loro scelte atlantiche, ma l’aver chiuso gli occhi sullo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki è stata una decisione che non era senza colpa.Noi dobbiamo liberarci da questa loro colpa, confessandola e con un’analisi geopolitica del tutto diversa. Il Papa ci ha aiutato tanto con la critica alla logica di Cappuccetto rosso e con la sua proposta del poliedro. Chi lascia il Papa da solo su questo punto di fatto compie un atto criminale. Il professore Jeffrey Sachs (vedi il mio account in X di oggi, la frase sulla storia degli USA non quella su Trump, che anche interessante) ha spiegato precisamente la logica del comportamento degli USA a partire dalla seconda guerra mondiale. Che Dio ci perdoni. Testo dettato.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 17.11.24; 33esima domenica del Tempo Ordinario; 70esimo compleanno di Padre Paolo Dall’Oglio SJ)
Ho condiviso nella mia bacheca in Facebook un piccolo video per trenta giorni sul padre gesuita Dall’Oglio, che si riferisce al capitolo: „Il passato simbolico e il futuro sperato“ in „Il mio testamento“ , 2023, 167-170. Vi è un filo rosso tra la missione ecclesiale di padre Paolo e Papa Francesco: „fratelli tutti“ e la „famiglia abramitica“ sono capisaldi di questa missione ecclesiale; e lo sono anche per me; come credo anche il padre e sicuramente il papa essi sono da intendere nella modalità del dialogo tra le religioni nel senso di Nicola di Cusa, piuttosto che di Lessing (questa idea è stata sviluppata alcuni anni fa da Barbara Gerl-Falkowitz, in un numero della Communio tedesca). La verità è Cristo, ma questa verità è inclusiva. Con richiamo al 1989, come punto di non ritorno, padre Paolo sottolineava la differenza tra una lettura simbolica religiosa connessa con la speranza religiosa, da una lettura solo materialista della storia. Non credo che il 1989 abbia un tale significato, piuttosto il punto di non ritorno è lo sgancio della bomba atomica su Hiroshima, ma il messaggio di speranza rimane quello che il Papa ci insegna con le sue encicliche e che padre Dall’Oglio ha vissuto fino al martirio…
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 16.11.24 anniversario della nascita di Rudolf Peter Lässig, il fratello della mamma di Konstanze, Rosi, che ha vissuto solo poco più di un mese, nel 1943; santa Margherita di Scozia) Forse l'incontro più bello all'interno della fraternità di Comunione e Liberazione è stato quello con un Memores al Meeting, un Memores di cui non mi ricordo il nome, sebbene sappia che sia medico e che è stato a casa nostra tanti anni fa (avevamo tra l’altro ascoltato insieme alcuni canti di Schubert). Ovviamente anche il dialogo interiore con Renato Farina fa parte di questa storia ciellina ed è per me di grande aiuto (tanto per fare un altro esempio). Ma ritorniamo al Memores, che ci aveva detto che è bello che le persone della fraternità non siano tutte nello stesso partito. E credo che sia anche importante dire la medesima cosa a livello delle interpretazioni; è bello ed è giusto che le persone della fraternità abbiano diverse opinioni, diverse ermeneutiche dei fatti. La linea rossa è quando si dà del nazista all’altro, allora questo è al di là dell’ambito di un’amicizia, allora bisogna poi scusarsi. O quando si consigliano gli altri di non leggere per esempio la mia bacheca, perché sarei un uomo non affidabile, con un carattere cattivo e difficile. In questi giorni ci sono delle persone della fraternità che sono uscite da X perché dicono che in quel social mancherebbe la libertà, io direi che in verità X è uno dei in cui c'è più probabilità di incontrare il samizdat occidentale. Faccio un altro esempio: anche se io ritengo che la vittoria di Trump abbia a che fare con la profezia della pace, non è che sono deficiente e che non so che ci sono anche altri interpretazioni di questa vittoria. Nel mio account di X per esempio condivido spesso anche opinioni che non corrispondono per nulla alla mia interpretazione del reale. Sarebbe bello se i membri della fatalità di CL imparassero ad abbracciarsi e non a scomunicare gli altri se non dicono le cose che corrispondono al proprio lavoro di ricerca o al proprio modo di vedere il mondo. Ho deciso di non lasciare più alcun insulto alla mia persona nella mia bacheca, e questo non per un'irrigidimento. Ma semplicemente per non distruggere ogni possibilità di avvicinamento. Anche questo passo del diario è stato dettato, per via dei dolori che mi provoca lo scrivere.
C'è un filo rosso tra la filosofia dell'essere come amore gratuito e la profezia della pace: una profezia della pace è possibile solamente quando non si hanno interessi da difendere.
Per quanto riguarda il libro sul lavoro di Jünger (1932). È un libro affascinante che un lettore di Augusto del Noce può comprendere meglio di altri. Innanzitutto perché entrambi gli autori vedono una connessione tra i movimenti rivoluzionari liberali costituzionali e radicali del XIX secolo (Christopher Clark ha scritto un ottimo libro sul tema) e la nascita della „democrazia lavorativa“. Il tipo del lavoratore non è da intendere solo in modo negativo, questo rende affascinante il libro; non è il libro di un reazionario, anzi lui pensa che la reazione non è la risposta adeguata alle sfide del tempo e non censura niente. Perché non pensa che la censura possa risolvere i problemi. Io sono dentro questo capolavoro e non ne posso ancora parlare precisamente, perché bisogna imparare il suo linguaggio: il modo con cui lui usa le parole come tipo, individuo, democrazia lavorativa, pensiero liberale. E poi lui tiene conto anche di fenomeni della scienza della natura. È davvero un libro incredibilmente affascinante
Abba nostro…
(Wetterezeube, il 15.11.24; San Alberto Magno) Katie Halper e Aaron Maté interpretano le scelte del gabinetto politico di Donald Trump nel senso di una rafforzamento della posizione pro Israele. A me sembra questa posizione molto radicale, ma non voglio tacerla perché di fatto bisognerà pur dire, anche se non so bene come, che l'amministrazione di Netanyahu si sta comportando in un modo che nega ogni forma, anche minima, di solidarietà con i fratelli uomini, con quei fratelli uomini palestinesi di cui si occupano i due giornalisti canadese e americana. Allo stesso tempo vorrei però citare una fonte interessante del mio amico Michele Brignone:“ La presa di posizione di Salman al-Dayia {un palestinese che vive nella Striscia e che ha condannato duramente il 7.10.23 (Diluvio di Al-Aqsa), è stato già preside della facoltà di Sharī’a all'Università islamica di Gaza} è stata comprensibilmente ignorata dai media filo-Hamas, mentre è stata ripresa da quelli dell’orbita saudita ed emiratina. A prescindere dal suo impatto, che al momento sembra limitato, essa è significativa proprio perché proviene dalla Striscia di Gaza, e quindi interpreta probabilmente un sentimento diffuso tra la popolazione. Molti osservatori si dicono giustamente preoccupati dalla radicalizzazione che la brutalità della ritorsione israeliana potrebbe generare tra i palestinesi. Ma la fatwa {contro Hamas espressa da al-Dayia mette anche a nudo il fallimento di Hamas e del suo modo di interpretare la lotta di liberazione“.(MB)
PS La nomina di Tulsi Gabbard come coordinatrice dei servizi segreti e di Bob Kennedy come ministro della salute mi danno grande gioia, e dimostrano che la mia attenzione a queste persone nel mio diario era sensata…
Abba nostro…
(Pomeriggio) Ancora alcuni appunti dettati. Nello scontro tra Mattarella e Musk sono in gioco alcuni elementi, sui quali vale la pena di riflettere. Da una parte sembrerebbe che Elon Musk si richiami a quella libertà di opinione, difesa nel primo emendamento della Costituzione americana e presente ovviamente anche nella Costituzione italiana, insomma a quegli elementi di libertà di opinione che Ernst Jünger nel 1932 diceva essere sempre meno sostanziali. Le opinioni, per l’autore tedesco, sarebbero noiose e mancherebbero di ogni sostanzialità. Je suis tout à fait d'accord avec lui. Mentre la posizione di Mattarella sembrerebbe avere un senso per lo Stato, che l’autore tedesco ritiene essere un senso importante e necessario nella gestione della vita, nel suo saggio sul lavoratore. D'altro canto la frase di Mattarella, che l'Italia sarebbe capace di difendersi da sola e a badare a se stessa da sola è una frase che non ha sostanza: di fatto non è così, perché in questo scontro tra i giudici e il governo si vede che non c'è quella armonia sottintesa da Mattarella. Mentre nel „lavoratore“ Elon Musk - io credo tra l'altro che tantissime delle critiche a lui siano frutto di un risentimento teoretico tecnico, come quello spiegato da Max Scheler - c'è una forza che manca completamente alla posizione di Mattarella. Ci richiama ad un problema reale. Ed è interessante che il governo Trump-Musk sia riuscito a parlare con la classe operaia americana sebbene sia probabile che le riduzioni dei sostegni sociali non faccia bene propria a questa classe. Però vedo che c'è una un’ attenzione reciproca tra il nuovo presidente statunitense con il suo gabinetto e la classe operaia, che conferma la tesi di fondo del libro di Jünger del 1932: C'è solo una figura convincente a livello mondiale ed è quella del lavoratore. La classe manageriale che vuole solo „regolamentare“ (i pensieri e i metodi permessi…) i lavoratori a qualsiasi livello la incontri, di fatto non comprende la cosa che invece comprendono i lavoratori stessi (incluse le mamme) e cioè che sediamo su una polveriera e che non delle opinioni, ma dei giudizi possono portarci fuori dalla situazione catastrofe nella quale ci troviamo. Pensò alla crisi economica della Germania, penso alla guerra assurda in Ucraina con 600.000 morti, pensò alle tensioni in Medioriente. Eccetera…PS una delle opinioni più inconsistenti è quella che il nemico, sia Donald Trump o Vladimir Putin, debba essere immediatamente, dai media e dalla classe manageriale, paragonato con Hitler. Questo è un paragone demenziale, come ha detto recentemente Jeffrey Sachs. PS 2 il grande lavoro giornalistico di Alessandro Banfi non ha a che fare con una raccolta di opinioni, se fosse così sarebbe invero del tutto noioso. Ma la scelta dei temi che egli riporta nella sua versione quotidiana lo rende un servizio, un lavoro davvero importante. PS 3 Michael Tracey, un giornalista e storico americano che stimo molto, insiste ultimamente su X sulle contraddizioni tra le frasi che dicevano la Tulsi Gabbard (per esempio ciò che disse lei sull’omicidio dell’iraniano Soleimani nel Trump I) e Bob Kennedy, qualche anno fa, su Trump e l'atteggiamento di sostegno di ora. Credo che questo giornalista dia troppo importanza alle opinioni. Le opinioni non sono sostanziali per natura, sono per natura mutevoli. Ora la sostanza della cosa e che i due hanno la possibilità nell'ambito dei servizi segreti e nell'ambito della salute di contribuire ad un certo processo, speriamo buono, degli Stati Uniti d'America.
(Wetterezeube, il 14.11.24) Ho visto un'immagine di una massa di individui con il braccio alzato nella modalità del saluto nazista, ed in mezzo ad essa un individuo che invece non alzava il suo braccio… chi ha condiviso questa immagine ha scritto: io sono quell’individuo; ora non vorrei approfondire, perché posso solo ancora dettare e non scrivere, la differenza o meglio la non differenza tra massa ed individuo, come la spiega Ernst Jünger, ma direi ad un livello più semplice che questo continuo paragone di tutto con la storia nazionalsocialista è davvero un po’ stancante ed anche noioso. Ci sarebbero tanti paragoni che si possono fare della nostra storia, nella storia, per esempio con le rivoluzioni del 1948/49 (Christopher Clark), e poi vi una cosa da dire, molto molto semplice è cioè che se davvero ci fosse quel pericolo di un nuovo Hitler le persone, che poi sarebbero davvero in grado di contrapporsi, ad una massa come quella rappresentata dall’immagine, sarebbero pochissime. E questo è già il segnale più chiaro che questo paragone di se stesso con quell’individuo non ha nessun senso. Infine come scrive Jünger nel suo libro sul „Lavoratore“ (1932), invero le opinioni non hanno alcuna differenza sostanziale, uno può difendere le opinioni che vuole, ma manca un ermeneutica dei fenomeni rilevanti. Per esempio in questa assurda guerra in Ucraina sono morti 600.000 soldati (Prof. Jeffrey Sachs): questo è un fatto ermeneutico di una riverenza tale che svela il cuore di tutte le discussioni; uno la può pensare come vuole, ma di fatto è proprio questo fatto che dovrebbe interpellare il nostro cuore o il nostro sentimento fondamentale, come lo chiama Antonio Rosmini…
Abba nostro…
Wetterezeube, il 13.11.24) La chiave che apre l’ultima porta della mia appartenenza spirituale e e rimane la Chiesa cattolica, sub et cum Petro. Non perché io non ne veda le debolezze. Le vedo sia nel grande teatro del mondo che in quello piccolo della parrocchia. Ma Dio mi parla attraverso di essa. Le grandi campagne dei conservatori, come la riscoperta dell'ideale nazionale popolare (vs il multiculturalismo e il meticciato) o come la contrapposizione tra sapere quotidiano e sapere manageriale non è che non siano interessanti. Ma non danno un'ultima risposta alla mia domanda: come fare che l’ontologia dell’essere come amore gratuito diventi ermeneutica ultima e quotidiana del senso del mondo, del nostro senso…
Abba nostro…
(Wetterezeube, il 10.11.24) Oggi è il 70esimo compleanno di Renato, che festeggia nella sua amata Armenia, nella nostra amata Armenia. In questi anni, diciamo a partire dalla pandemia, Renato - insieme ad Adrian in California - è stata una delle persone che mi ha fatto più compagnia nel mio cammino intellettuale, spirituale ed umano. Una dei pochi amici, miei diretti, che ha per lo meno espresso il rammarico di non essere stato presente al funerale di mio padre…gli altri né sono venuti né hanno espresso il rammarico di non poter venire…
Rispondendo ad una domanda di Michela sulla giornata di ieri, cioè sull'anniversario della caduta del muro, ho cercato di schizzare una „storia“ all'interno del quale questo avvenimento possa essere giudicato nella prospettiva dei secoli e non solo nella prospettiva dei 35 anni passati. In un certo senso la storia dell'Europa è stata una storia di regni, di imperi: l'impero romano, il Sacro Romano impero di nazione tedesca (che crolla a causa delle guerre napoleoniche), il cosiddetto secondo regno (quello prussiano terminato con Guglielmo II) e infine il terzo regno che è terminato con il suicidio di Hitler. In modo particolare questi secondo e terzo regno possono essere interpretati come una „caduta di Berlino“ (entrambe le volte anche contro la Russia), la domanda che mi sono posto e se con la caduta del muro ci sia una nuova nascita, la nascita della Berlino democratica simboleggiata dalla cupola trasparente del parlamento tedesco. Direi che certamente con l'apertura della porta di Brandeburgo abbiamo a che fare con una storia di libertà, come ha sottolineato spesso Angela Merkel, ma credo che sia diventato necessario porre in modo radicale il rapporto tra libertà e responsabilità e questo significa per me in ultima istanza superare la dialettica fatale tra democrazia ed autocrazia…
„C’è una vecchia regola dei cronisti politici che recita più o meno così: a volte, non sempre, quando un leader fa una dichiarazione non richiesta lo fa perché sta per fare l’esatto contrario. Questa volta è accaduto al presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden. Aveva appena sottolineato con grande enfasi che la transizione del potere con il successore (e ritornante) Donald Trump sarebbe stata ordinata e senza scossoni, ed ecco che il Washington Post rivela che l’amministrazione Biden sta accelerando la spedizione di 500 missili a Kiev e anche nuovi “contractors” sul terreno ucraino. All’indomani del primo disgelo e del doppio colloquio telefonico, prima con Vladimir Putin e poi con Volodymyr Zelensky, della coppia Trump-Musk, l’America soffia sul fuoco della guerra. Chi crede che Kiev non vada lasciata sola apprezza molto la mossa di Biden. Chi spera comunque nella pace è un po’ atterrito dall’escalation cui assisteremo nei prossimi due mesi. I russi stanno infatti avanzando a tappe forzate mentre stamattina c’è stato un pesante attacco di droni ucraini sulle città russe….Un recente libro di Luciano Lanna ha risvegliato in me il ricordo della capacità del grande Augusto Del Noce di “leggere la storia attraverso il pensiero”. Oggi manca questo. Drammaticamente. Manca il pensiero nell’agire politico. Basti dire che probabilmente Cacciari e Jürgen Habermas sono oggi fra i migliori intellettuali della sinistra europea e mondiale (in Usa c’è solo la filosofia gender della Butler) e sono stati i più inascoltati.“ (Alessandro Banfi, versione odierna)
Abba nostro…
(Wetterezeube, il 9.11.24; santa Elisabetta della Trinità; consacrazione della basilica Laterana) Purtroppo non posso ancora scrivere senza dolori notevoli. Provo a dettare qualcosa. In primo luogo vorrei registrare lo scossone salutare che ha provocato la vittoria di Donald Trump, uno scossone che sta facendo anche cadere il governo del semaforo qui in Germania. Sono cosciente che a scrivere queste cose è probabile che poi ti arrivi l’accusa di essere un nazi-trumpiano, come ho letto nella bacheca di un amico, che non lo è. Il grande Ernst Jünger mi ha fatto capire una cosa che io „curavo“ in qualche modo dentro di me: il punto di non ritorno è accaduto con lo sgancio della bomba atomica in Hiroshima. Qui tutta la forza anarchica (non anarca) e micidiale della tecnica ha mostrato il suo volto. Questo governo tedesco che sta cadendo è un governo che nel febbraio del 2022, con una standing ovation per la guerra, che mitologicamente viene detta di difesa dell’Ucraina, ha rivelato definitivamente il suo volto. Grazie a Dio che c'è un momento nel mio cuore, la grande parola che il Santo Padre ha lanciato´ di nuovo nel dibattito teologico e filosofico, un momento nel mio cuore che non dipende da quello che accade nell'esistenza storica, ma dal dono dell'essere come amore gratuito che è un avvenimento ontologico nell'esistenza storica. Mi scrive un amico da Torino: „Sí, anch'io penso che ci è rimasta solo una timida speranza che non si annuncia con le trombe e i fulgori apocalittici á la Bloch ma con i piccoli segni benjaminiani o nel sorriso di un bimbo nel calore e negli odori di una stalla“. Basta per oggi.
Abba nostro…
PS Se l’AfD fosse un movimento nazista non avrebbe così tanti voti da noi, io credo che abbiamo sovra accentuato il paragone con il tempo storico del nazismo, per motivi comprensibili, ma che sarebbe necessario fare altri paragoni storici, per esempio con l'ottocento rivoluzionario e risorgimentale.
35 anni fa si apriva la porta di Brandeburgo e cadeva il muro di Berlino; per noi due, anzi per tutta la famiglia, anche se i nostri figli sono ritornati nell’ovest della Repubblica è stato un avvenimento che ha cambiato il corso della nostra vita. Che cosa ha significato per la storia stessa? Certamente anche la generazione del mito di una democrazia più forte dell’autocrazia…Per quanto riguarda la libertà, quest’ultima è feconda solo se accoppiata alla responsabilità…
(Pomeriggio) Dialogo tra Gigi e Roberto. "Roberto il cammino è lungo, in questo periodo penso molto a qualche aspetto pro tempore della vita mondiale, qualche esempio, il ruolo di Elon Musk, ne ho timore, la politica di guerra di Netanyahu, che mi fa più paura di Putin, o la crisi politico economica tedesca, e questo sottofondo bellico che lega ogni vicenda. Non penso ci sia una chiave interpretativa univoca, ma che siano necessari punti di riferimento, forti rapporti umani che superino la tecnica e la solitudine e l'umiltà di cercare, come hai detto bene, un momento di verità anche dove non si capisce e ci si potrebbe scontrare“ // Gigi, a me sembra che Jünger dia una chiave interpretativa globale, quella che chiama la mobilitazione totale (Musk è solo un momento esplicito del paradigma tecnocratico). A questa mobilitazione totale, anarchica e guerrafondaia, si deve opporre una motivazione toltale del lavoro, in primo luogo del lavoro con il proprio cuore…e del camminatore nel bosco (anarca).
(Wetterezeube, il 3.11.24) Purtroppo non sto bene per cui non posso scrivere il diario. Ma il metodo di affrontare il giorno è lo stesso: letture bibliche, per esempio oggi della domenica 31ª dell'ordinario. E poi sto riflettendo tanto sul modo di essere maestro di Ernst Jünger (gli ultimi passi della mia riflessione riguardano il rapporto tra organizzazione e organismo) e il modo più ecclesiale, ma non meno universale di Ullrich. Il primo ha compreso in modo singolare il disastro accaduto con la bomba di Hiroshima (discorso di Verdun del 1979, rivisto nel 1980) il secondo con il suo „medesimo uso di essere e „nulla““ ha provato a dare una risposta di amore cosciente dell’ homo abyssus. Ed anche della simbolica di quel cobra che si trova nello studio di Jünger.
Abba nostro…
(Stuttgart, Feuerbach, il 31.10.24) Il Santo Padre propone nella sua nuova enciclica una antropologia che corrisponde all'ontologia dell'essere come dono di amore gratuito di Ullrich. „Ora, il problema della società liquida è attuale, ma la svalutazione del centro intimo dell’uomo – il cuore – viene da più lontano: la troviamo già nel razionalismo greco e precristiano, nell’idealismo postcristiano e nel materialismo nelle sue varie forme. Il cuore ha avuto poco spazio nell’antropologia e risulta una nozione estranea al grande pensiero filosofico. Si sono preferiti altri concetti come quelli di ragione, volontà o libertà. Il suo significato è impreciso e non gli è stato concesso un posto specifico nella vita umana. Forse perché non era facile collocarlo tra le idee “chiare e distinte” o per la difficoltà che comporta la conoscenza di sé stessi: sembrerebbe che la realtà più intima sia anche la più lontana per la nostra conoscenza. Probabilmente perché l’incontro con l’altro non si consolida come via per trovare sé stessi, giacché il pensiero sfocia ancora una volta in un individualismo malsano. Molti si sono sentiti sicuri nell’ambito più controllabile dell’intelligenza e della volontà per costruire i loro sistemi di pensiero. E non trovando un posto per il cuore, distinto dalle facoltà e dalle passioni umane considerate separatamente le une dalle altre, non è stata sviluppata ampiamente nemmeno l’idea di un centro personale in cui l’unica realtà che può unificare tutto è, in definitiva, l’amore.“ (Dilexit nos, 10)
In Siria e nello Yemen e in Iran Donald Trump si è comportato anche come un guerrafondaio (cf. Aaron Maté, in X). Ma questo termine vale anche per il principe della pace Augusto. Qual è l’alternativa?
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 30.10.24) „In questo mondo liquido è necessario parlare nuovamente del cuore; mirare lì dove ogni persona, di ogni categoria e condizione, fa la sua sintesi; lì dove le persone concrete hanno la fonte e la radice di tutte le altre loro forze, convinzioni, passioni, scelte. Ma ci muoviamo in società di consumatori seriali che vivono alla giornata e dominati dai ritmi e dai rumori della tecnologia, senza molta pazienza per i processi che l’interiorità richiede. Nella società di oggi, l’essere umano «rischia di smarrire il centro, il centro di se stesso». «L’uomo contemporaneo, infatti, si trova spesso frastornato, diviso, quasi privo di un principio interiore che crei unità e armonia nel suo essere e nel suo agire. Modelli di comportamento purtroppo assai diffusi ne esasperano la dimensione razionale-tecnologica o, all’opposto, quella istintuale». Manca il cuore.“ (Dilexit nos, 9) - la dimensione istintuale è quella che Ernst Jünger chiama „il cammino nel bosco“. Rinvio alla mia meditazione di ieri notte sulla preghiera contemplativa, che non è una produzione, ma qualcosa che è donato al nostro cuore come avvenimento.
„La crisi in Medio Oriente resta una ferita aperta. Ieri c’è stata una nuova strage di bambini in un bombardamento a nord di Gaza che ha fatto 109 vittime. Anche Washington si appella a Israele dopo la messa al bando dell’Unrwa e respinge “ogni tentativo di far morire di fame i palestinesi”. Della tregua, purtroppo, non si parla più.“ (Alessandro Banfi, versione odierna)
Abba nostro…
(Pomeriggio) Siamo stati nella casa di Ernst Jünger in Wilflingen, ed anche al cimitero dove è sepolto. Avevo un bisogno forte di stare dove è stato questo uomo che mi ha donato così tanto nell’ultimo anno. Un uomo che non può essere inscatolato né a sinistra né a destra, né tanto meno nel centro; un uomo solitario come lo sono i camminatori nel bosco. Arrivando ci ha aperto la porta un uomo che custodiva oggi la casa e che lo aveva conosciuto tanti anni fa; mi ha permesso di andare vicino ai libri di filosofia nella biblioteca grande. Qualcosa come cattolico devo concedere all’idea di comunione, ma il mistero ultimo rimane il „solus cum solo“…
La scrivania di Jünger, che come quella di Goethe si trova vicino alla stanza da letto
I libri di filosofia (dettaglio)
(Droyssig, il 29.10.24) „Come metafora, permettetemi di ricordare una cosa che ho già raccontato in un’altra occasione: «Per carnevale, quando eravamo bambini, la nonna ci faceva delle frittelle, ed era una pasta molto sottile quella che faceva. Poi la buttava nell’olio e quella pasta si gonfiava, si gonfiava… E quando noi incominciavamo a mangiarla, era vuota. Quelle frittelle in dialetto si chiamavano “bugie”. Ed era proprio la nonna che ci spiegava il motivo: “Queste frittelle sono come le bugie, sembrano grandi, ma non hanno niente dentro, non c’è niente di vero, non c’è niente di sostanza”». // Invece di cercare soddisfazioni superficiali e di recitare una parte davanti agli altri, la cosa migliore è lasciar emergere domande che contano: chi sono veramente, che cosa cerco, che senso voglio che abbiano la mia vita, le mie scelte o le mie azioni, perché e per quale scopo sono in questo mondo, come valuterò la mia esistenza quando arriverà alla fine, che significato vorrei che avesse tutto ciò che vivo, chi voglio essere davanti agli altri, chi sono davanti a Dio. Queste domande mi portano al mio cuore.“ (Dilexit nos, 7 / 8). Sono un’anima troppo filosofica per scrivere come fa il Santo Padre nel numero 7, ma spero nei miei diari di aver lasciato spazio anche a queste „metafore quotidiane“; ci sono delle frasi dei nonni, come quella di mia nonna Zaira, che l’acqua in un’alluvione ritorna al suo posto, che sottolineano una saggezza popolare autentica: l’acqua torna al suo posto, un po’ nel senso della „giustizia cosmica“ di Anassimandro e a noi tocca fare il nostro compito: per esempio non maltrattare un fiume, e fare quei lavori di drenaggio necessari, etc. Nel numero sette della „Dilexit nos“ la saggezza riguarda le bugie ed introduce al punto 8 in cui vengono poste le domande filosofiche di sempre. Chi sono veramente? Davanti al prossimo e davanti a Dio. La collega armena della scuola numero 118 era intimorita di me, così che mi ha sempre chiamato signor Roberto e alla fine signor Graziotto. Certo non è questo che voglio: non vorrei intimorire nessuno. Ed in vero la collega della scuola numero 6 (con cui prima avevamo un gemellaggio), mi chiamava „Roberto Jan“ (non so se si scrive così, ma significa più o meno: Roberto caro); in fondo io vorrei essere solo un tassello di quel dono dell’essere come amore gratuito di cui parlo sempre; ma sono un peccatore e vi è in me anche tanto risentimento, etc.
Per quanto riguarda il film di cui ho parlato ieri su Angela Merkel direi che questa idea che lei aveva un senso del suo lavoro di politica come „servizio“, un senso dell'ufficio di cancelliera come qualcosa al cospetto del quale non si può che provare umiltà. Bene, questo in vero non è specificamente „evangelico“ come ha detto una delle intervistate (credo sia la Schawan), ma è semplicemente „Vangelo“: il lavoro come servizio, di cui parla anche sempre Papa Francesco.
„Classificato come patrimonio dell'umanità dal 1984, il complesso di templi romani di Baalbek (Libano) è uno dei siti archeologici più impressionanti al mondo. Con i suoi colonnati monumentali e i giganteschi santuari dedicati a Giove, Bacco e Venere, si erge a testimonianza della grandiosità dell'architettura romana al suo apice. I segni dei bombardamenti sono evidenti ai bordi della strada alla periferia di Baalbek. Le basse case di due o tre piani al massimo, distrutte dalle bombe; i tetti collassati sulle abitazioni, i muri, spesso di mattoni di cemento a vista, polverizzati dallo spostamento d’aria. Le violente scosse causate dai bombardamenti hanno scosso anche le strutture millenarie di Baalbek. Le colonne ondeggiano e i blocchi di pietra si staccano dai muri sotto l’impatto. A lungo andare, le fondamenta stesse dei templi potrebbero indebolirsi, mettendo a repentaglio la stabilità dell'intero complesso.“ (Marco Lupis).
Abba nostro …
(Notte) “L'unicità dell'uomo sta nella sua libertà di volontà, cioè nella sua imperfezione. Sta nella possibilità di diventare colpevole, di sbagliare. La perfezione, invece, rende superflua la libertà; l'ordine razionale acquista l'acutezza dell'istinto. Questa semplificazione è ovviamente una delle grandi tendenze del piano del mondo. Possiamo leggerlo nella natura come in un libro illustrato”. (Ernst Jünger, Weltstaat, 1960). Questo è lo stato dell’esistenza storica e dell’esistenza naturale, nella quale l’uomo si trova. Detto questo rimane vero che la „contemplazione“, non come una „produzione“ dell’uomo è possibile; è possibile perché nell’esistenza storica e naturale accade qualcosa che non proviene dall’esistenza storica e non proviene dalla natura. Un avvenimento come quello dell’angelo che viene da Maria e che le porta Gesù; la contemplazione è in primo luogo un’attività del cielo e che Maria vive come compagnia con Gesù. Certo Maria è anche influenzata dai parenti, ma alla fine rimane radicalmente obbediente, che è l’atteggiamento richiesto dalla contemplazione stessa. Con Gesù e reciprocamente i due imparano a contemplare il Padre che dono gratuitamente l’essere. Questa „perfezione“ non supera la libertà, ma la sa vivificare dall’interno. In Maria con Gesù si avvera il primo nucleo di preghiera aperta al Padre (cf. Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 66-67). E questo nucleo di preghiera è il motivo ultimo dell’esistenza della Chiesa. Nel „piano del mondo“ si inserisce il „piano trinitario“ che non ci toglie l’imperfezione e la libertà, ma esse vengono „educate“ dall’interno per giungere a ciò che è „interior intimo meo“ (Agostino). VSSvpM!
(Wetterzeube, il 28.10.24; Simone e Giuda) Non vi è nulla di più vero per l’uomo che il grido di Bartimeo: „Figlio di Davide, abbi pietà di me“ (Mc 10, 46-52): forse nell’identificazione dei peccati può esserci spazio per un’ermeneutica dell’autenticità, ma non nell’identificazione del bisogno di luce: „ con il suo „figlio di Davide“ (in tutti e tre sinottici) egli intende un profeta o un taumaturgo“ (Balthasar, Luce della Parola); ed è vero che per ottenere la luce, per poter vedere abbiamo bisogno sia di un profeta che di un taumaturgo. Certo in profondità abbiamo bisogno del Cristo trinitario. Abbiamo bisogno che la prima parola senza origine sia l'amore stesso e questo è il senso del dogma della Trinità. „Il cuore è il luogo della sincerità, dove non si può ingannare né dissimulare. Di solito indica le vere intenzioni, ciò che si pensa, si crede e si vuole realmente, i “segreti” che non si dicono a nessuno, insomma la propria nuda verità. Si tratta di quello che non è apparenza né menzogna bensì autentico, reale, totalmente personale. Per questo a Sansone, che non le diceva il segreto della sua forza, Dalila domandava: «Come puoi dirmi: “Ti amo”, mentre il tuo cuore non è con me?» (Gdc 16,15). Solo quando le rivelò il suo segreto nascosto, lei «vide che egli le aveva aperto tutto il suo cuore» (Gdc 16,18)“ (Papa Francesco, Dilexit nos, 5). Il cuore è l'organo dell'ermeneutica dell'autenticità ma nessuna autenticità sarebbe qualcosa di più che un sentimento superficiale e transitorio se non avesse quel fondamento trinitario di cui ci parla il dogma della Trinità. Coscienti di questo „non inizio“ (Dio non ha inizio), possiamo tentare quel lavoro di autenticità di cui parla il Papa: „Questa verità di ogni persona è spesso nascosta sotto una gran quantità di “fogliame” che la ricopre, e questo fa sì che difficilmente si arrivi alla certezza di conoscere sé stessi e ancor più di conoscere un’altra persona: «Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere?» (Ger 17,9). Comprendiamo così perché il libro dei Proverbi ci chiede: «Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita. Tieni lontano da te la bocca bugiarda» (4,23-24). La mera apparenza, la dissimulazione e l’inganno danneggiano e pervertono il cuore. Al di là dei tanti tentativi di mostrare o esprimere qualcosa che non siamo, tutto si gioca nel cuore: lì non conta ciò che si mostra all’esterno o ciò che si nasconde, lì siamo noi stessi. E questa è la base di qualsiasi progetto solido per la nostra vita, poiché niente di valido si può costruire senza il cuore. Le apparenze e le bugie offrono solo il vuoto“ (Dilexit nos, 6).
Ieri ho riportato il gruppo armeno a Berlino dove c'era anche il nostro direttore scolastico, Dr. Auerswald, che ha parlato di Berlino come il centro del potere, il centro della democrazia che con la cupola del parlamento ha trovato un simbolo di trasparenza. Non è un pensiero stupido, anzi noi abbiamo bisogno davvero di questa coniugazione tra democrazia e trasparenza. Ma stando lì in quel luogo mi venivano in mente le parole di Ernst Jünger quando ha parlato del „crollo di Berlino“ nel 1945, così come Roma è crollata sia a Roma (476 d. C.) che a Bisanzio (1452 d. C., quando gli Ottomani prendono Costantinopoli) . Che dopo relativamente poche decenni Berlino sia di nuovo un tentativo di democrazia è certamente una cosa non indifferente, ma per dirla tutta: la trasparenza significa porre la domanda se la Berlino di oggi sia in grado di accogliere questa sfida della trasparenza ed io in vero non ho tanta speranza, perché la trasparenza di Berlino implicherebbe un lavoro di apertura non solo quella verso l’America (USA) ma anche verso la Russia e quest’ultima purtroppo non è presente, se non in qualche tentennamento del cancelliere Scholz. E per quanto riguarda i popoli piccoli come l’Armenia, che una volta era grande, ci sarebbe bisogno di un impegno più trasparente di quello già importante dei gemellaggi che facciamo noi. PS Con la caduta del muro nel 1989 si era aperta una vera e propria possibilità di dialogo anche verso la Russia…
Ieri con il gruppo armeno a Berlino
„Non ho mai visto una propaganda così ridicola {in riferimento ad un intervento di Bob Kennedy in un comizio politico di Trump}. Non c'è una sola scintilla di prova che Trump “porrebbe fine allo stato di guerra”. C'è un'enorme quantità di prove che Trump avrebbe *espanso* lo stato di guerra, compreso il fatto che si vanta di fare esattamente questo durante il suo primo mandato.“ (Michael Tracey, X, 28.10.24) - vero è però che la folla ha applaudito con entusiasmo a queste parole di Bob.
Abba nostro…
(Sera) Né il camminatore nel bosco in me, né il teologo che at the end of the day deve rendere conto al Crocifisso del suo pensiero, sia di quello direttamente teologico sia di quello riguardante una „politica teologica“, potrà mai giustificare la superiorità tecnica e militare di Israele come „giustizia“; l’amministrazione Netanyahu è un’amministrazione criminale e in questo giudizio storico non si nasconde alcun antisemitismo, visto che il Dio Crocifisso era lui stesso un ebreo. Un amministrazione criminale che giustifica se stessa con argomenti propri ad una „teologia politica“, che ha un suo nuovo mito (Sieferle) e sostituto religioso (Spaemann): l’olocausto.
La riforma parrocchiale che ha portato ad unire diverse parrocchie in una grande parrocchia, mette in luce tutta la drammatica situazione della Chiesa in Germania: si crea una gerarchia tra parroci che hanno una visione ecclesiologica così differente che non può che portare ad un crash (scontro). Poi le imperfezioni degli uomini ed una visione della chiesa come management fanno il resto. Così si ripete l’eterno ritorno dell’uguale; Gesù parla di amore e il suo „Bodenpersonal“ (personale di terra) si esercita nella mancanza più bieca di misericordia.
(Notte) Il film documentario su Angela Merkel (Eva Weber, 2022 Netflix) mi ha permesso di ripensare il mio giudizio fondamentalmente positivo che ho sulla ex cancelliera tedesca (2005 -2021). Ci sono due punti di non ritorno nel mio giudizio: in primo luogo penso come Merkel che la caduta del muro di Berlino sia stato un avvenimento positivo nella storia di questo popolo e di questa nazione, proprio per la questione della libertà da lei sottolineata. In secondo luogo: l’aver accolto nel 2015 i profughi siriani è stato un atto di coraggio umano e politico notevole! Un atto che ha reso grande - nel senso di un umanesimo cristiano - la Germania! Anche la sua politica economica conciliante con la Russia fa certamente parte del mio giudizio positivo, non solo per lo scopo che aveva la cancelliera, cioè di ottenere il benessere per il popolo tedesco, ma in genere per superare la dialettica fatale tra democrazia ed autocrazia, senza per questo dover simpatizzare emotivamente per dittatori di vario genere. Poi c'è un piccolo dettaglio della sua vita, quando ha visto l’oceano Pacifico in California, che condivido completamente: la sensazione grandiosa comunicatami da questo sguardo e dall’udire il suono delle onde dell’oceano. Detto questo, però, tanti giudizi suoi in modo particolare su Trump, in modo particolare sulla questione di cosa sia vera libertà di opinione eccetera fanno sì che io non ho guardato con entusiasmo questo film, che di fatto (nella scelta delle persone intervistate) tende completamente a favore di un certo tipo di politica „democratica“, che in verità sta portando il mondo sull'orlo dell’abisso. Buona notte!
(Wetterzeube, il 26.10.24) „Nel greco classico profano il termine kardía indica ciò che è più interiore negli esseri umani, negli animali e nelle piante. In Omero indica non solo il centro corporeo, ma anche l’anima e il nucleo spirituale dell’essere umano. Nell’ Iliade, il pensiero e il sentimento appartengono al cuore e sono molto vicini tra loro. Il cuore vi appare come centro del desiderio e luogo in cui prendono forma le decisioni importanti della persona. In Platone, il cuore assume una funzione in qualche modo “sintetizzante” di ciò che è razionale e delle tendenze di ognuno, poiché sia il mandato delle facoltà superiori sia le passioni si trasmettono attraverso le vene che convergono nel cuore. Così, fin dall’antichità ci siamo resi conto dell’importanza di considerare l’essere umano non come una somma di capacità diverse, ma come un mondo animo-corporeo con un centro unificatore, che conferisce a tutto ciò che vive la persona lo sfondo di un senso e di un orientamento.“ (Dilexit nos, 3). - Come già Benedetto XVI anche Papa Francesco cita in un’enciclica filosofi; in vero anche il grande poeta Omero e non per una questione secondaria. Il centro sintetizzante della nostra vita intima, il cuore, è più che mai necessario; noi purtroppo spesso ci fidiamo solo della psychè (tra l’altro questa parola non si trova nell’Iliade). Dopo una settimana intensa di attività per portare gli armeni in giro per il nostro territorio (ho percorso più di 2.000 chilometri) la mia psiche è disastrata, anche perché non sempre ho reagito bene nello stress quotidiano, ma il mio cuore sa che ho fatto, con l’aiuto di altri, anche di mia moglie, un grande lavoro per questo piccolo-grande popolo.
„È il terzo rinnovo di un’intesa che con la firma del 22 settembre 2018 aveva schiuso una pagina storica nei rapporti tra Santa Sede e Repubblica Popolare Cinese, e in seno alla Chiesa stessa del grande Paese orientale, consentendo a tutti i vescovi di essere in piena comunione gerarchica con il Papa. La nuova firma apposta dalle due parti sull’Accordo Provvisorio - la cui validità decorre da oggi per i prossimi 4 anni - segue quella del primo rinnovo per un biennio avvenuto nel 2020 e quella per un secondo biennio siglato esattamente due anni fa, il 22 ottobre 2022.“ (Vatican news). - Questo modo di agire della Santa Sede sub et cum Petro è per me un chiaro segno che con la mia messa in questione della dialettica fatale tra democrazia ed autocrazia sono del tutto in comunione con Pietro.
„Nella settimana in cui gli Stati Uniti hanno ripreso l’iniziativa diplomatica per arrivare in tempi rapidi, ossia prima della tornata elettorale, a una tregua sia in Libano che a Gaza, Israele prosegue la sua campagna militare su entrambi i fronti, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria“ (Mauro Primavera, Oasis 25.10.24) - Questa lettura di Primavera, come ho spesso sottolineato, non corrisponde a quella di Aaron Maté, che non vede per nulla una differenza logistica, politica e militare tra le amministrazioni statunitense ed israeliana. Ovviamente qui ci muoviamo nell’ambito di ciò che si considera più verosimile. Io sto più con Maté.
Per quanto riguarda il dibattito statunitense riprendo qui un giudizio di una rivista di economica tedesca, che parla di una candidata di cui io nel mio diario non ho mai parlato: „Il panorama politico ed economico degli Stati Uniti è profondamente polarizzato, caratterizzato da un campo di tensione tra la ricerca del potere da parte delle vecchie élite dei due grandi partiti e le voci alternative. Le imprese del clan Trump simboleggiano dinastie politiche che rientrano appena nei confini della struttura sociale accettata come “normale”. In progetti che vanno dai campi da golf alle ‚criptovalute‘, il marchio di Trump è più importante del profitto materiale. Non si tratta tanto di corruzione su larga scala, di cui lo accusano i suoi avversari politici, quanto di definire l'egemonia effettivamente esistente, scrive Adam Tooze. Jill Stein, candidata alla presidenza del Partito Verde, che sta attirando sempre più elettori delusi dal campo democratico, vuole posizionarsi contro questa posizione egemonica delle vecchie élite americane. La Stein mette radicalmente in discussione lo status quo della politica estera americana, in particolare in Medio Oriente, come riferisce Ulrike Simon. La sua critica alla politica americana in Medio Oriente è rivolta a quegli americani che condannano la guerra di Israele in Palestina e mettono in discussione gli aiuti militari ininterrotti. Anche le sue richieste di un “New Deal verde” e di un percorso di riforme socialdemocratiche con modelli economici come la ‚Teoria Monetaria Moderna“ non si inseriscono affatto nel terreno politico-economico degli Stati Uniti, che è stato saldamente tracciato per più di mezzo secolo. Ma anche all'interno di questo terreno c'è spazio di manovra. Ad esempio, la ‚Bidenomics‘, il principale programma di politica economica degli ultimi anni, viene dipinta dai media statunitensi come peggiore di quanto non sia, nonostante i dati record sull'occupazione o sulla creazione di imprese, come mostra Dean Baker. Queste rappresentazioni distorte distraggono dai successi reali: Il calo del tasso di disoccupazione e l'aumento dei salari, soprattutto nella fascia più bassa, dimostrano che la Bidenomics ha portato benefici all'economia e a molti americani. Tuttavia, i resoconti dei media su singoli casi atipici contribuiscono alla percezione negativa e rafforzano l'alienazione tra le élite e gli americani “normali”.Questi sono i punti salienti che fanno luce sulla crescente divisione e sull'erosione della fiducia all'interno della società americana da diverse angolazioni. Gli Stati Uniti si trovano a un bivio: in termini di politica estera, la lotta per lo status di potenza mondiale in declino; in termini di politica interna, il desiderio di un'America diversa e rinnovata. Un desiderio che le prossime elezioni difficilmente potranno soddisfare“ (Makroskop, 26.10.24).
Nell’editoriale della FAZ si parla delle donne „populiste“ in Europa, che non corrispondono all’immagine del mainstream di stampo femminista, ma in fondo questo tema „donne“ non ha proprio una forza sintetizzante…
Abba nostro…
(Pomeriggio) Caro Renato, il gemellaggio con l’Armenia ha preso tutte le mie forze e di più (domani li riporto a Berlino per il volo di ritorno), per cui arrivo solo oggi a leggere i due articoli che mi hai mandato. 1) Quello di Alberto Melloni non mi è piaciuto per nulla; è scritto con un tono che nessun figlio spirituale di SPN potrà mai accettare; può darsi che il sinodo sia stato noioso ed inconcludente (il vescovo Oster, figlio spirituale di Ulrich non la pensa così, è sottolinea l’importanza dell’ascolto nello Spirito Santo), comunque così non si parla di Pietro: è questo non è un „divieto“, ma un richiamo dello Spirito. Comunque per lo meno anche Melloni testimonia l’importanza del metodo sinodale. Con l’ultima enciclica Papa Francesco ci offre un criterio ultimo per interpretare tutto il suo pontificato - dice con ragione Stefan Oster - e le domande ancora aperte della ecclesia semper reformanda; tutte le questioni devono essere affrontate (riformate) e lasciate cadere a partire dal cuore di Gesù. Nella mia meditazione mattutina nel mio diario ho cercato di applicare questo criterio-metodo del cuore.2) La recensione di Antonio Carioti del libro di Luciano Lanna su Augusto del Noce la trovo molto interessante. In primo luogo per la profezia sulla „classe dirigente tecnocratica globale che agisce secondo ‚criteri puramente pragmatici ed operativi’“, quella che N.S. Lyons chiama „classe manageriale“ (dalla Cina agli USA) e poi per la questione di una fede che può essere feconda anche nel nostro tempo. Tuo, Roberto
(Notte) La risposta di N.S. Lyons a Nathan Pinkoski (Substack, 23.10.24) mi permette di riflettere ancora una volta sulla „convergenza cinese“ o meglio sulla „classe manageriale“, che produce se stessa e non al servizio dell’amore, ma del controllo. Io vedo anche nel mondo della scuola, l’esperienza che conosco dall’interno, un tentativo di sostituire il rischio educativo (autorità, proposta e verifica) con una modalità di controllo manageriale del funzionamento della scuola. Grazie a Dio il sistema non è perfetto, per il quale motivo si può fare anche in questo sistema scolastico molto di buono. Anche nella Chiesa vi è un tentativo di ridurre la Chiesa stessa in un’azienda manageriale, con le stesse leggi che valgono nella sistema manageriale. Lyons mette in risalto due aspetti (anzi in vero di più) del superamento del liberalismo: in primo luogo lo sparire della differenza tra privato e pubblico; questa differenza fa parte profondamente della visione liberale. Nella Chiesa viene rispettata, per esempio nella differenza tra il forum interno e quello esterno. In secondo luogo lo sparire della differenza tra stato e società. Ovviamente non è conciliabile con lo stato democratico la perdita della libertà di esprimere la propria opinione, la propria filosofia e la propria religione. Anche il discredito di ogni forma „populista“ come inaccettabile (perché sarebbe fake news o discorso di odio) è un grave attacco alla libertà di opinione, tanto più che in gioco sono temi di portata universale: come quello della migrazione (N.S. Lyons critica una posizione quasi teologica della questione; su questo punto vi è la differenza più grande tra il suo e il mio pensiero), della pace, etc.
(Wetterezeube, il 24.10.24) Anche solo per la formula: „opzione preferenziale per i poveri“ (cf l’articolo che Lucio Brunelli ha scritto sul padre domenicano) è opportuno ricordare il grande teologo del Perù Gustavo Gutierrez, fondatore della „teologia della liberazione“. Sia una liberazione che una opzione preferenziale per i poveri (il mio agire con gli armeni in questi giorni può essere anche riassunto con questa formula) sono più necessari che mai; non conosco bene il mondo latino americano, anche se mi sono confrontato in modo serrato con Alver Metalli, che a questo mondo ha dedicato la vita: ho letto con grande attenzione la sua intervista ad Alberto Methol-Ferré, mi sono confrontato in modo serrato con la sua ricostruzione dei giorni della pandemia visti dalla sua „villa miseria“ e della presenza di Cl in America Latina. Ho letto anche con grande attenzione il libro di Massimo Borghesi sulla vita intellettuale (che mi ha permesso tra l’altro di comprendere la differenza tra la teologia della liberazione e quella del popolo santo di Dio) di Papa Francesco ed ho seguito e seguo questo pontefice argentino con grande simpatia. Personalmente sento oggi il bisogno di un discernimento critico di cosa ci rende veramente liberi e di un opzione preferenziale per i poveri nella messa in discussione della dialettica fatale tra democrazia e autocrazia…VSSvpM! Adesso vado a Dresda con i miei ospiti armeni.
(Sera) Renato ha scritto un articolo importante sull’attento ad Ankara, nel quale pone l’ipotesi di un coinvolgimento di Israele…
Abba nostro…
(Notte) Il film o serie (2 stagioni), Tannbach – Schicksal eines Dorfes (Destino di un paese, 2015-2018), è un’occasione per ripensare la mia vita, passata per più di venti anni nella Sassonia-Anhalt (ex DDR); adesso sono molto stanco, ma voglio ritornarci su. Il film tenta un giudizio storico differenziato, ma probabilmente non sufficiente per superare la critica dell’est come invenzione dell’ovest (Dirk Oschmann).
Il modo con cui alcuni ciellini criticano il segretario generale dell’ONU António Manuel de Oliveira Guterres mi fa vomitare! Sono infinitamente grato per il suo tentativo di riavvicinarsi a Putin.
(Wetterzeube, il 25.10.24) „«Ci ha amati», dice San Paolo riferendosi a Cristo (Rm 8,37), per farci scoprire che da questo amore nulla «potrà mai separarci» (Rm 8,39). Paolo lo affermava con certezza perché Cristo stesso aveva assicurato ai suoi discepoli: «Io ho amato voi» (Gv 15,9.12). Ci ha anche detto: «Vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Il suo cuore aperto ci precede e ci aspetta senza condizioni, senza pretendere alcun requisito previo per poterci amare e per offrirci la sua amicizia: Egli ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4,10). Grazie a Gesù «abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16).“ (Papa Francesco; Dilexit nos) - così comincia la quarta enciclica del Papa sul cuore di Gesù; questa è la spiritualità a cui io mi sono sempre orientato dal mio „ritorno“ nella Chiesa nel 1987, in particolare nel incontro grande della nostra vita (di Konstanze e me), con Ferdinand Ulrich. Il dono dell’essere come amore gratuito è similitudo di questo amore del cuore di Gesù: esso è donato „senza condizioni, senza pretendere alcun requisito previo per poterci amare e per offrirci la sua amicizia“. Sia il tradizionalismo, sia il progressismo teologici non hanno alcun senso di questo amore gratuito; il primo perché ha sempre in mente ancora la legge come „condizione“ e il secondo perché lo ha trasformato in utopia.
Dall’articolo di Giorgio Vittadini su Lorenzo Albacete: „In particolare, negli anni della maturità di Albacete, si cominciava a vedere quella perdita dell’unità del popolo e quella frattura che oggi è clamorosamente visibile tra due parti parimenti nemiche dell’uomo: l’una tendenzialmente razzista, xenofoba, insensibile ai “vinti”, isolazionista, a favore della pena di morte e l’uso indiscriminato delle armi; l’altra fautrice di diritti individuali senza limiti e di un aborto di massa, alleata della grande finanza e dei grandi monopoli, lontana dalla vera vita della gente, esportatrice di un’ideologica democrazia occidentale invisa a gran parte dei popoli. In quegli anni si è cominciato a perdere la fiducia in una nazione fatta da gente diversa ma amica del benessere umano e spirituale di tutti. L’impegno di Albacete contro questi opposti estremismi aveva come fulcro, innanzitutto, la generazione di comunità cristiane dove fosse visibile un’esperienza di realizzazione, di pienezza, di inizio di felicità.“ - Ieri ho visto un video di un comizio elettorale di Donald Trump in Georgia; sul palcoscenico c’erano Tulsi Gabbard e Robert F. Kennedy Jr. (entrambi di tradizione democratica), e Tucker Carlson, un giornalista che certamente può essere definito un giornalista dei potenti, a cui si dovranno aggiungere, per aver un’immagine realista degli USA giornalisti freelance come Aaron Maté, Katie Halper, Matt Taibbi, Glen Greenwald, etc. e pensatori come N.S. Lyons, Matt Crawford… bene questo palcoscenico in Georgia almeno una cosa la dimostra: vi è un tentativo di unità, che supera la polarizzazione analizzata da Albacete; non si tratta solo del fenomeno Trump, del quale per esempio Maté o Michael Tracey non si fidano e che N.S. Lyons pur fidandosi trova troppo „carismatico“, ma di un vero e proprio tentativo di superare un poter bipartisan neo-con che ci „causato“ guerre su guerre; l’alternativa ad esso è forse un po’ isolazionista, ma questo potrebbe essere anche un bene per il mondo multipolare di cui parlavo l’altra notte. Vittadini parla del monsignor statunitense tra l’altro in questo modo: „Un monsignore cattolico, dal fisico massiccio molto simile a quello di Chesterton, che era di casa in alcune cattedrali laiche del mondo dei media americani, come il New York Times, la CNN o il New Yorker. Un amico che non c’è più, ma che ci ha lasciato in dono tante riflessioni che possono farci un’enorme compagnia. E che sono più attuali che mai.“ Certo vale la pensa di leggere cosa ha scritto Albacete, ma proprio media come il New York Times o la CNN sono artefici di quella polarizzazione criticata da Albacete: il mondo non si è fermato nel 2014, quando è morto il monsignore. Comunque sarà certamente interessante leggerlo per questo spirito dell’ironia che Vittadini descrive così: „Contrastava l’egemonia ideologica di una certa cultura protestante non con battaglie frontali identitarie, ma con una bonaria ma tagliente ironia, come aveva fatto Chesterton in Ortodossia.“ Per quanto riguarda l’importanza delle comunità ecclesiali, io sono in vero un po’ disilluso. A me sembra che in esse molte volte si ripetono i meccanismi del mondo e che in vero questo detto popolare la dice molto su di esse: chi si loda, si sbrodola. Autentiche sono tutte quegli avvenimenti, che possono essere un amicizia tra due (per esempio tra un laico e un prete) o tre o l’amore tra una moglie e un marito, in cui si realizza l’amore gratuito di cui parla Papa Francesco. Etc.
Abba nostro…
(Wetterezeube, il 24.10.24) Anche solo per la formula: „opzione preferenziale per i poveri“ (cf l’articolo che Lucio Brunelli ha scritto sul padre domenicano) è opportuno ricordare il grande teologo del Perù Gustavo Gutierrez, fondatore della „teologia della liberazione“. Sia una liberazione che una opzione preferenziale per i poveri (il mio agire con gli armeni in questi giorni può essere anche riassunto con questa formula) sono più necessari che mai; non conosco bene il mondo latino americano, anche se mi sono confrontato in modo serrato con Alver Metalli, che a questo mondo ha dedicato la vita: ho letto con grande attenzione la sua intervista ad Alberto Methol-Ferré, mi sono confrontato in modo serrato con la sua ricostruzione dei giorni della pandemia visti dalla sua „villa miseria“ e della presenza di Cl in America Latina. Ho letto anche con grande attenzione il libro di Massimo Borghesi sulla vita intellettuale (che mi ha permesso tra l’altro di comprendere la differenza tra la teologia della liberazione e quella del popolo santo di Dio) di Papa Francesco ed ho seguito e seguo questo pontefice argentino con grande simpatia. Personalmente sento oggi il bisogno di un discernimento critico di cosa ci rende veramente liberi e di un opzione preferenziale per i poveri nella messa in discussione della dialettica fatale tra democrazia e autocrazia…VSSvpM! Adesso vado a Dresda con i miei ospiti armeni.
(Sera) Renato ha scritto un articolo importante sull’attento ad Ankara, nel quale pone l’ipotesi di un coinvolgimento di Israele…
Abba nostro…
(Wetterezeube, il 23.10.24) „Se al centro di tutto rimaniamo sempre noi con le nostre idee e presumiamo di vantare qualcosa davanti a Dio, non lo incontreremo mai fino in fondo. Se invece ci facciamo piccoli dentro, all'ora lì scopriremo lo stupore di adorare Gesù“ (Papa Francesco; Avvenire di oggi).
„Hai un’anima armena“ (mi ha detto una collega armena ieri sera). Oggi vado a Weimar con i nostri ospiti armeni.
La casa estiva di Goethe
È iniziato il vertice di Kazan BRICS 2024 alla presenza di trenta capi di stato. PS A „Kazan in Russia (vedi Foto del Giorno) sono riuniti i Brics: Brasile, Russia, India e Cina, raggiunti dai nuovi ingressi di Etiopia, Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto e Arabia Saudita. La Turchia, Paese Nato, ha chiesto di entrare e domani arriverà Erdogan. Sarà presente da domani anche Gutteres dell’Onu. Per Putin è un successo la rottura dell’isolamento internazionale. Per Xi e Modi è l’occasione di un disgelo fra Cina e India. Il principale obiettivo del summit è studiare strumenti alternativi per gli scambi bancari rispetto al Swift, dominato dal dollaro. È il Sud globale che cerca di liberarsi da quello che è percepito come dominio occidentale dal sapore neo coloniale. Piaccia o no, è questa la spinta: la richiesta di un mondo più multipolare e meno unilaterale.“ (Banfi, versione odierna). - E meno male che c’è Papa Francesco che non ci ha lasciato da soli (o meglio Cristo non ci ha lasciato da soli mandandocelo) e ci ha permesso di capire dove stava andando la storia…
Abba nostro…
(Droyssig, den 22.10.24) Il rapporto di Maria con la verità è rapporto con suo Figlio e con lo Spirito Santo (Adrienne, cf. Esperienza di preghiera, 65); la verità del Figlio è la sua missione trinitaria (non un concetto astratto); è mandato dal Padre, attraverso lo Spirito Santo; Maria non capisce tutto e si trova in un ambiente ostile: per esempio i parenti (fratelli) pensano che Gesù sia matto; essendo donna, essendo uomo Maria non è priva certo di un influenza di questa „opinione“ (Gesù è matto) su di lei; per fare un esempio: un papa può essere davvero grande, ma certo le opinioni del suo Entourage hanno un’influenza su di lui. Maria è senza peccato, il papa non lo è; ma entrambi, Maria in modo singolare, hanno offerto la loro vita alla verità, e da questa sono attirati per sempre.
„È di verità che parlava Hannah Arendt, intervistata dalla televisione della Repubblica Federale Tedesca nel 1964 che alla domanda se ritenesse suo dovere pubblicare tutto quello di cui veniva a conoscenza o vi fossero motivi validi per tacere alcune cose, rispose con una frase in latino: fiat veritas et pereat mundus (parafrasando il motto di Ferdinando I d’Asburgo e sostituendo la giustizia con la verità). La verità, anche a scapito del mondo.“ (Vicky Iovinella, Substack, 22.10). - questo pathos per la verità di Arendt mi è sempre piaciuto molto, per questo forse ho cominciato a scrivere i miei diari; vi è un’analogia tra questo pathos e la verità trinitaria, ma per l’appunto solo un’analogia (anche perché a livello „mondano“ spesso siamo piuttosto confrontati con la verosimilitas e non con la verità stessa), perché infine la missione di Cristo si lascia riassumere nel motto balthasariano: solo l’amore è credibile!
„È la quarta enciclica del pontificato di Jorge Mario Bergoglio e il Papa la pubblica in uno dei momenti più drammatici per il genere umano. Guerre corrosive, squilibri sociali ed economici, consumismo sfrenato, nuove tecnologie che rischiano di snaturare l’essenza stessa dell’uomo, segnano l’epoca moderna e il Pontefice chiede allora, attraverso il documento dal titolo Dilexit nos (Ci ha amati), di cambiare sguardo, prospettiva, obiettivi, e recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore. “Lettera enciclica sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo” è il sottotitolo del documento - di cui oggi la Sala Stampa vaticana ha comunicato la data di pubblicazione: il 24 ottobre –interamente dedicato al culto del Sacro Cuore di Gesù. Era stato Francesco stesso ad annunciarne l’uscita in autunno nell’udienza generale in Piazza San Pietro del 5 giugno (mese tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù), condividendo il desiderio che il testo possa far meditare sugli aspetti “dell’amore del Signore che possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale; ma anche che dicano qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore”. Sempre il Papa spiegava che il documento raccoglierà “le preziose riflessioni di testi magisteriali precedenti e di una lunga storia che risale alle Sacre Scritture, per riproporre oggi, a tutta la Chiesa, questo culto carico di bellezza spirituale”.“ (Salvatore Cernuzio, Vatican News).
„Il prossimo giovedì 24 ottobre, alle 16.30, il cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede, sul tema del diaconato permanente incontrerà coloro che desiderano presentare «idee sul ruolo delle donne nella Chiesa». Lo ha reso noto egli stesso nella sua comunicazione, a braccio, durante la congregazione generale di stamani. In particolare riguardo il «diaconato femminile» il cardinale ha detto: «Il Santo Padre mi ha confermato che continuerà a essere attiva la Commissione presieduta dal cardinale Giuseppe Petrocchi. I membri del Sinodo che lo vogliono — sia individualmente o come gruppi — possono inviare a quella Commissione considerazioni, proposte, articoli o preoccupazioni»“ (Vatican News) - nel testo di presentazione dell’articolo si dice che il Santo Padre ritiene la questione delle „diaconesse“ non ancora matura.
Abba nostro…
(Notte) Questa sera nella parrocchia cattolica di Eisenberg (Turingia) ho parlato del destino degli armeni in Artsakh; erano presenti alcuni parrocchiani, tra i quali una siriana di Aleppo, la dirigente scolastica della scuola numero 118 di Yerevan, suo fratello che vive in Romania, cinque ragazze armene e la collega di tedesco armena; la dirigente scolastica aveva le lacrime agli occhi quando ho parlato e la collega armena mi ha fatto forse uno tra i più grandi complimenti che abbia mai ricevuto: hai un’anima armena, forse addirittura: sei un’anima armena.
Le mie ragazze armene
(Wetterzeube, il 21.10.24) „Lo spirito umano di Maria ha ceduto a quello divino“ (Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 65). - Maria si spaventa e pone domande (durante l’apparizione di Gabriele), va con i parenti che credono che Gesù sia matto, ma ovviamente il suo spirito umano è l’incarnazione più pura di ciò che Ulrich chiama „il senso necessario dell’essere“, al quale Maria non può che obbedire e non ha mai pensato che suo figlio sia matto. Non ha compreso tutti i suoi passi, ma lei „dona per così dire il suo non-comprendere al figlio“ (Adrienne) e la sua preghiera non è tanto quella che lei comprenda, ma che si comprenda „l’intera evidenza della relazione con lo Spirito del Figlio“ (Adrienne). Lei è totalmente nel mistero trinitario e nella sua verità e lo Spirito che l’ha fecondata è lo stesso che la feconda in ogni istante nella sua ricerca del Padre e del Figlio nel mistero dell’esistenza umana…Chiediamo lo stesso per noi, che siamo peccatori! Il cielo si apre, certo la Chiesa ha fatto errori gravi, ma rimane il luogo per eccellenza dell’apertura del cielo al nostro desiderio ultimo di obbedire al senso necessario dell’essere, cioè alla gratuità del dono di amore che è l’essere stesso.
Del saggio sullo „stato mondiale“ (1960) di Ernst Jünger non ho ancora parlato molto, perché non so bene quale sia il „fabula docet“ in esso inteso; in testa ho un’idea negativa di questo tema, nel senso del „Signore di questo mondo“ di Robert Benson. Jünger ne parla quasi come una „necessità“, come lo è anche la categoria della „guerra civile mondiale“, che va oltre all’idea di una „guerra civile europea“ (Nolte) in riferimento a bolscevismo e nazionalsocialismo. Parlandone come una „necessità“ pensa che vi siano anche vantaggi; fa anche paragoni con il mondo animale, nel quale non vede un progresso dell’idea di organizzazione statale…Jünger sa che tra gli svantaggi di questa idea mondiale dello stato c’è la perdita di libertà e tenta di fare paragoni storici che non siano solo „esteriori“, ma che rivelano una connessione intima; per esempio con l’impero di Augusto! Nei miei diari ho cercato di prendere sul serio, a questo livello di riflessione mondiale, l’idea del „poliedro“ (Methol-Ferè, Bergoglio/Papa Francesco).
In un suo intervento in grande stile (9.9.24) Massimo Cacciari si pone la domanda: „perché nessuno parla di pace?“ Pone con chiarezza la questione di un’Europa che ha cominciato due guerre mondiali e che non può permettersi di cominciarne una terza; pone la questione degli interessi economici e vitali che vengono messi in gioco con questo prolungamento insensato della guerra in Ucraina; meno convincente è quello che dice sul fatto che gli USA sarebbero non troppo coinvolti, ma è uguale. Interessante è questo intervento perché parla della pace „come senso necessario dell’essere“, per usare il linguaggio di Ulrich, non come pacifismo astratto…e fa dialogare la tradizione cattolica (Benedetto XVI) con il meglio della cultura laica atea (Kraus)…
„In Medio Oriente la guerra a Gaza continua nell’indifferenza crescente. Ieri ci sono stati ancora 90 morti nella Striscia di Gaza. Mentre sono stati rivelati i piani di attacco di Israele all’Iran, in una fuga di notizie forse partita dal Pentagono. Per l’Ucraina il presidente Zelensky torna a chiedere nuovi sistemi di difesa antiaerea. Vladimir Putin prova a uscire dall’isolamento: alla riunione dei Brics in Russia arrivano oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello cinese Xi Jinping“ (Banfi, versione odierna).
„Il principio organizzativo della conferenza episcopale, pertanto, non è di natura ecclesiologica bensì politica.“ (Cardinal Walter Brandmüller) - questo giudizio del cardinale tedesco mi sembra molto importante, ma per tutta la questione del sinodo mi sono fidato dei resoconti settimanali del vescovo Oster, che Stefan Hartmann desidera come successore del Cardinal Schönborn a Vienna.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 20.10.24) Don Giussani {si tratta di una e-mail che ho ricevuto da Gianni Mereghetti} nel 1969 così identificava l'incertezza: "una sproporzione pericoloso fra sé e il proprio destino" "una arduità della vita" "una difficoltà del futuro." E' l'incertezza, la fragilità dei giovani d'oggi, questo vedere il peso del futuro, che incombe sulla vita, tante volte troppo arduo da raggiungere. L'incertezza nasce da una concezione della vita come riuscita, riuscita di un progetto che viene imposto dall'esterno. Qui si genera l'ansietà, qui si genera un istinto a difendersi, a nascondersi, a trovare un rifugio! Don Giussani si chiede come affrontare questa incertezza e risponde in questo modo:"Dunque questo futuro o questo destino ti è possibile per la presenza di un'amicizia, per l'amicizia di un forte. Tu sei sproporzionato, tu sei debole, diciamo la grande parola, tu sei "povero" ma l'amicizia di un forte ti supplisce. Tutta quanta la vita ha come contenuto ultimo l'appoggio a questo forte Amico. " ( Luigi Giussani, Una rivoluzione di sé) - Le letture della domenica odierna (Is 53, 2.3.10-11; Eb 4, 14-16;Mc, 35-45) ci fanno, però, comprendere cosa significhi qui „forte“. Questo „Amico“ „non ha né apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi“, quindi il motivo dell’attrazione di Gesù, sottolineato anche da un pontefice sobriamente tedesco, come Benedetto XVI, deve essere ripensato tenendo conto anche del „Servo di Isaia“ se non si vuole cadere in un irresponsabile „giovanilismo“, tra l’altro del tutto estraneo al pontefice bavarese. Certo questa sofferenza del servo di Jhwh non può essere tradotta in termini di „teologia politica“ (tanto più un popolo è martoriato, tanto meglio sarebbe), ma ciò significa che anche la promessa „dopo il suo intimo tormento vedrà la luce“, non può essere mai tradotta in un trionfalismo mondano; è certamente una „giustificazione“ per molti, sia nel senso della „moltitudine del popolo“ sia nel senso dell’ „insieme delle nazioni“ (cf nota a cura di Ravasi a Is 53, 11), ma non è la promessa di una realizzazione utopica. Il cristiano non può che leggere questa profezia che in riferimento a Cristo; „i giudei leggeranno in seguito il loro stesso destino nel destino di questo uomo disprezzato. Forse non troppo erroneamente, se il loro soffrire è stato incluso da Gesù nella sua dolorosa espiazione universale“ (Balthasar, Luce della parola, 242; con una mia correzione della normalmente ottima traduzione del padre Sommavilla, che però contiene alcuni errori gravi). Perché „forse“? Perché „mai potremmo porre il nostro stesso dolore sullo stesso suo piano, anche se espiamo al suo seguito. Nessuno tranne lui è il sommo sacerdote espiante“ (Balthasar, ibid.). Non aver compreso questo ha fatto si che si sia fatto di Auschwitz un „sostituto religioso“ (Spaemann) o addirittura un „mito“ (Sieferle), con le conseguenze che possiamo vedere oggi con una „superiorità militare“ di Israele che si spaccia come „vittima“, mentre è essa a creare un numero infinito di vittime; probabilmente è vero che Yahya Sinwar, capo di Hamas, era un „assassino di massa“ (Nikolaus Busse, FAZ di ieri), ma certamente non è l’unico „assassino di molti“. Per quanto riguarda il Vangelo: „la preghiera dei figli di Zebedeo non viene respinta dal Signore come sconveniente (lo sarebbe se essi ne vedessero tutta la portata, ma Gesù dice loro che non sanno cosa vogliono).“(Balthasar); Gesù prende solo l’occasione per promettere „una partecipazione all’espressione espiatrice della croce“ (Balthasar)…e questa promessa è una grande speranza per molti: le nostre sofferenze individuali e di popolo non sono inutili.
Sul terrorista ucciso Banfi riporta un giudizio ben diverso di quello di Nikolas Busse (FAZ,19.10.24), che per lo meno non tace anche la responsabilità di Israele, in quello che è accaduto in Gaza nell’ultimo anno: „Nel mondo arabo Yahya Sinwar è già dipinto come un eroe, ritratto col bastone lanciato in aria contro il drone che lo sta per colpire. In Israele c’è la polemica sul fatto che il capo di Hamas fu rilasciato in uno scambio. Il mediatore di allora Gershon Baskin che riportò a casa il soldato Shalit, in cambio di mille detenuti palestinesi oggi dice a Repubblica: “La strategia di Netanyahu era mantenere la separazione tra le fazioni palestinesi perché Hamas governasse Gaza indebolendo e delegittimando l’Anp. Il 7 ottobre non è stato il risultato del rilascio di Sinwar: è stato il prodotto di 56 anni di occupazione, di 20 anni di assedio a Gaza con più di 2 milioni di persone in una povertà orribile e senza speranza per il futuro. È questo ciò che ci è esploso in faccia il 7 ottobre, non Sinwar. Non era nemmeno considerato tra i più pericolosi. Il problema non era l’accordo, ma una leadership politica la cui strategia era di non risolvere affatto il conflitto israelo-palestinese”“ (versione odierna).
Ho seguito la Santa Messa a Roma - il Vangelo è stato annunciato anche in greco. Ho visto una Chiesa davvero cattolica, il Santo Padre poi ha commentato il Vangelo nel modo più vero possibile: servizio vs dominio! // Ho visto anche il video del vescovo Oster sulla terza settimana del sinodo: sui nuovi luoghi della fede, sul corpo come luogo della fede e sull’autorità del Papa e su un sano decentramento…
Abba nostro…
(Notte) „Nella recita dell'Angelus, Papa Francesco rinnova l'appello alla preghiera per i Paesi in guerra e rivolge il suo saluto ai fedeli accorsi per "onorare" i nuovi santi appena canonizzati. In particolare i fedeli maroniti, e i "missionari e le missionarie della Consolata", l'istituzione fondata da san Giuseppe Allamano, rispettivamente nel 1901 e nel 1910. Francesco ricorda la presenza del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, oltre a quella di una "folta" delegazione ugandese accorsa per i 60 anni dalla canonizzazione dei martiri dell’Uganda.“ (Giribaldi, Vatican News) - i fedeli maroniti erano presenti in modo particolare per gli undici martiri di Damasco
In una mini-serie francese, „Le combattenti“ (Netflix), si parla di quattro donne che nella prima guerra mondiale si sono impegnate per aiutare i soldati impegnati nella guerra; da Ernst Jünger ho imparato a comprendere che i soldati tedeschi in quella guerra non erano i soli cattivi, come vengono invece rappresentati nella mini serie; anzi da Jünger ho imparato anche a rispettare il nemico; detto questo la mini serie ha il pregio di mettere in primo piano donne, che certamente sono state anche protagoniste di questa guerra, anche se non come soldati; le quattro donne scelte: una suora, una prostitua, una industriale ed una infermiera sono simboliche di un ampio spettro umano. Che la suora francese si innamori di un soldato tedesco ha una certa sua forza simbolica ed è ovvio che una situazione come la guerra non è paragonabile con la vita nascosta di un convento; purtroppo la Chiesa non ne esce bene; anzi ne esce con tutte le sue contraddizioni…comunque sia, tutto sommato, è un buon lavoro che ci fa riflettere sul destino di persone coinvolte nella guerra…
(Wetterzeube, il 19.10.24) Vado a Berlino con Andrea a prendere i nostri ospiti armeni; è quello che posso fare per questo popolo martoriato: tanti piccoli gesti concreti di accoglienza.
Il rapporto di Maria con lo Spirito Santo è concreto (Adrienne, Esperienza di preghiera, 64sg.). Non uno Spirito Santo simbolico di un’altra era del mondo (dopo quella del Padre e del Figlio), ma lo Spirito Santo „che con il Figlio viene a lei“. Certo Maria alcune cose non le ha capite subito, ma del mistero trinitario vive da subito, perché si trova in esso ed Adrienne scrive o detta qualcosa che è davvero straordinaria per il dialogo con gli ortodossi: „Maria sa che entrambe le relazioni {con il Figlio e con lo Spirito Santo} infine si incontrano nel Padre, che sia lo Spirito che il Figlio procedano da Lui“ (65).
Abba nostro…
(Droyßig, il 18.10.24; San Luca) La preghiera trinitaria di Maria, è tale, incoativamente, nella sua fase veterotestamentaria e lo è, esplicitamente, nella sua fase neotestamentaria (cf. Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 62-64). Le parole dei profeti sono per Maria testimonianza del Dio vivente, poi però il Dio vivente diventa suo figlio. Lei lo porta come una donna gravida porta un bambino, lo accompagna, anche non comprendendo, come abbiamo visto ieri e poi lo riconsegna al Padre. Il Padre era oggetto della sua fede veterotestamentaria; Maria si aspetta un giudizio come tutti gli altri ebrei, ma alla fine arriva un uomo, suo figlio. Questo bambino è mandato dal Padre ed entra in lei attraverso lo Spirito Santo. Guardando il bambino „automaticamente“ contempla anche il Padre e lo Spirito Santo; poi il figlio comincia la sua missione pubblica; Maria non abbraccia con lo sguardo l’intero della missione del figlio, ma a partire dalla sua confidenza con il Padre e lo Spirito Santo, passo per passo, comincia a comprendere - passando anche attraverso fasi della non comprensione - quale sia il modo con cui il Padre glorificherà il Figlio; lei non si fa mai pensieri solo speculativi, per esempio nel senso se la sua preghiera, non si chiede se abbia causato la radicale morte del figlio o la sua discesa all’inferno dicendo „sia fatta la tua volontà“; nella preghiera non si concentra su stessa e non può neppure cambiare nulla della missione e dell’obbedienza completa del Figlio al Padre, spiega Adrienne, lei può pregare per l’opera del Figlio, per la Chiesa, per tutto ciò che fa parte dell’essere Chiesa: sacramenti, comunità…San Luca ci ha regalato uno sguardo intimo sulla preghiera di Maria, per esempio nel Magnificat, che è anche una preghiera „sociale“ e cosciente della logica di Dio, che non è quella della forza umana…
„“È stato un incontro importante ed emozionante. Il Santo Padre ha mostrato un interesse straordinario agli sforzi di pacificazione in Medio Oriente”. Ehud Olmert, 78 anni, ex primo ministro dello Stato di Israele ha incontrato stamattina Papa Francesco, assieme all’ ex ministro degli Esteri dello Stato palestinese Nasser Al-Kidva, e ad una delegazione di attivisti per la pace. Olmert, che è stato primo ministro fino al 2009, ha un passato importante nelle negoziazioni per la pace in Medio Oriente: sotto il suo governo è stato siglato il cessate il fuoco nella guerra in Libano del 2006, e a lui si deve l’ultimo vero tentativo di accordo per la creazione dei due stati con il presidente palestinese Mohamud Abbas, come sviluppo degli accordi di Oslo del 1993, accordo poi non raggiunto. “Papa Francesco ci ha dedicato un’attenzione straordinaria per più di mezz’ora, spiegandoci che segue quotidianamente ogni evoluzione del conflitto e che ogni giorno si collega con i cristiani di Gaza”.“ (Roberto Cetera, Vatican News).
Ciro ha commentato così i miei appunti di ieri notte sull’incontro con il colonnello in pensione Richter sui missili a medio raggio statunitensi, che saranno installati in Germania nel 2026: „Grazie, Roberto. Analisi acuta e realistica. Ci sarebbe spazio per un ruolo della UE, visto gli errori degli USA, che hanno favorito l’ irrigidimento di Putin (mi riferisco al tentativo di blindare, anche tramite la nato, l’assetto unipolare che sembrava emergere nei primi anni del 2000). Ma l Europa non ha una sovranità condivisa. Quindi niente difesa. Draghi invita a rafforzare cooperazione scientifica ed industriale per fare massa critica e curvare lo spazio pubblico europeo nel senso della sovranità. Ma ci vorrà tempo. La soluzione verrà dalla stanchezza per i morti e le distruzioni. Forse. Ma intanto la guerra è diventata ideologica. Religiosa … difficile tornare indietro. E tocca armarsi e armare gli ucraini.“ (Ciro Sbailò, professore di diritto a Roma). Ho reagito a questa risposta così: „Sull’ultima frase, Ciro, ho dei dubbi, tantissimi dubbi. Ma perlomeno dovremmo fare un tentativo binario come quello del cancelliere Schmidt allora (1976). È chiaro che la mia posizione è differente sia da quella del colonnello Richter che del professore Sbailò, perché io non ritengo che solo Putin abbia causato la guerra, che da due anni ha martoriato il popolo ucraino ed ha messo in crisi i rapporti strategici e politici in Europa (su questo sono d’accordo anche i due). // Per quanto riguarda il podcast di ieri sera ho trovato anche molto interessante il divario tra la ricchezza economica tedesca (che rimane la quarta potenza nel mondo anche nella crisi attuale) e la sua debolezza militare…questo gioca anche un ruolo nella questione dei missili a medio raggio statunitensi, che saranno installati in Germania nel 2026.
„La schiacciante superiorità militare di Israele ha ottenuto un altro successo. Ieri è stato ucciso il capo di Hamas, Yahya Sinwar, considerato la mente del 7 ottobre, in un raid vicino a Rafah. La morte sarebbe avvenuta “per caso”, secondo quanto ricostruito dall’esercito israeliano. Sinwar si era rifugiato, insieme ad altri miliziani, in un edificio bombardato e distrutto dai carri armati. Non aveva scorta, non era in un tunnel (dove pure era stato segnalato e filmato in questi lunghi mesi), non aveva con sé ostaggi. Poco più di un anno dopo la strage dei kibbutz viene dunque ucciso il suo feroce organizzatore, considerato “criminale di guerra” dalla Corte dell’Aja, “il più iraniano dei palestinesi”, cresciuto nell’organizzazione terroristica per la sua spietatezza soprattutto contro i “collaborazionisti” interni. Si dice che anche nei tentativi di trovare una tregua nelle ultime settimane si sia sempre schierato, all’interno di Hamas, per la guerra ad oltranza. Oggi Alberto Negri sul Manifesto scrive che è stato un “uomo crudele che ha portato il suo popolo alla rovina”.“ (Alessandro Banfi, versione odierna)
Abba nostro…
(17.10.24; Sant’Ignazio di Antiochia) Ieri era la ricorrenza della nomina come vescovo di Roma e pontefice della Chiesa romano-cattolica di san Giovanni Paolo II (nel 1978); Franca Negri ha condiviso nella sua bacheca questa sua frase: "Un uomo, da solo, non è capace di trasformarne tanti –/ Può innestare. Può gettare il seme / – ma crescerà il seme per volere dell'uomo? / Questo è ormai di Dio. Il raccolto è di Dio.“ (Karol Wojtyła, 1940); quando scrisse questa frase aveva 20 anni.
Nel suo piccolo e prezioso libro „Esperienza di preghiera“ Adrienne mi aiuta su un punto che è incluso nella „piccola via“, ma questa formula suona ancora un po’ romantica. Ciò che possiamo imparare da Maria è dire di sì „in una grigia vita quotidiana e quest’ultima è il regno del cielo. Ma questo lo sa solo Dio“ (62); alle volte il quotidiano pesa ed è grigio (grazie a Dio ci viene donato anche spesso un giorno in cui il sole o la luna splendono, come ieri sera; ed anche questa mattina siamo investiti di luce), la scuola è certamente il luogo dell’incontro con Cristo, ma in primo luogo è un luogo in cui un sistema, nel suo grigiore, fa il suo lavoro (il che non vuole dire che non ci siano anche ore che splendono); anche a Maria è donato un compagno che sa un po’ di questo peso grigio da portare: Giuseppe; speriamo di essere Giuseppe per l’altro. Tra l’altro le prime 400 pagine degli „Spiriti cattivi“ (così traduce S. Geier i „Demoni“), sono davvero, a parte qualche impertinenza di Nikolai, ricolmi di questo „quotidiano grigio“; e in questo grigiore poi alcuni dei protagonisti cercano delle vie uscite „divertenti“, come andare a vedere il cadavere di uno morto in circostanze strane o a visitare il matto religioso…
Adrian, il mio amico californiano, mi ha mandato un video sui file RKI (Robert Koch Institut), che la giornalista Aya Velázquez (in dialogo con Marc Friedrich), ha cominciato a studiare; questi protocolli del RKI permettono di fare chiarezza sulla politica (in parte) ipocrita del coronavirus. Nel canale YouTube di Marc Friedrich si legge: „Dopo che un whistleblower le ha fatto visita qualche giorno fa e ha indirettamente rilasciato una dichiarazione contro i nostri media mainstream, è emersa soprattutto una cosa: molto deve ancora venire fuori.“ Il video è del 1.8.24, quindi prima delle elezioni in Sassonia, Turingia e Brandenburg; Aya Velázquez, che ha cominciato a capire, nello studio dei protocolli, che tante decisioni prese durante la pandemia non avevano a che fare con dati scientifici, ma con forzature politiche, sperava che le elezioni regionali diventassero il moltiplicatore di questo scandalo, ma dalla mia percezione, non lo sono state, anche BSW non lo ha messo in prima linea della sua campagna politica.La giornalista di Berlino è una di queste personalità, che come Tocqueville desiderava, credono nella forza della verità di liberi cittadini, quindi simile ai giornalisti americani che il lettore del mio diario già conosce. Io sarei più cauto nell’uso della parola „verità“, già la parola „verosimilitas“ sarebbe sufficiente per dare il senso e per cogliere il peso di questo lavoro sui file del RKI. Mi è piaciuto molto alla fine del video, quando Aya ha detto che va nel bosco, dopo le ore passate sui protocolli. Bello! Una camminatrice nel bosco (Jünger). Come insegnante so che una chiarificazione di tutto ciò che di distopico è successo nella pandemia è di vitale importanza: i lockdowns indifferenziati hanno creato in tanti bambini e bambine una crisi difficile da gestire. PS Nei miei diari pubblici („Diario di Roberto Graziotto“) mi sono confrontato in modo attento con la questione della „profezia della pace“, e solo qua e la ho accennato alla questione della gestione non libera, non rispettosa della libertà dei cittadini tedeschi della pandemia (io vivo in Germania dal 1990), sebbene quando era in corso, la pandemia era penetrata in strati del mio io, sui cui non ho riflettuto a sufficienza. Io ero sconvolto dalle notizie che mi venivano dal nord Italia, le Sante Messe con il Santo Padre mi furono di grande aiuto, ma mi fu anche di grande aiuto la libertà che il Santo Padre, già nel marzo del 2021, dimostrò con il suo viaggio in Irak, sebbene la pandemia non fosse finita. Io mi sono fatto vaccinare, convinto che ciò fosse un gesto di solidarietà (anche il Papa ha pensato così), e solo ora, con il confronto con persone come Aya Velázquez mi accorgo che vi è stato un uso distopico del valore della solidarietà; lei racconta, nel video in dialogo con Friedrich, che un giorno, trovandosi nella stazione di Berlino, e vedendo tutte queste persone con la maschera (cosa che tra l’altro sembra essere stata anche una manovra politica e non dovuta ad un’esigenza medica) aveva pensato al „1984“ di Orwell; io mi ricordo delle mie passeggiate nei campi davanti a casa, pensando al fatto che i miei genitori erano in Italia, proprio in nord Italia, e i miei figli lontani da noi… mi sono sentito imprigionato e i timidi tentativi di parlare con qualche amico, venivano bloccati da loro sentenziando la mia incapacità di pensare all’unica soluzione, quella scientifica del problema; è chiaro ora che se lo studio dei protocolli del rinomato istituto tedesco, portassero all’evidenza che si è trattato di politica e non di scienza, questo mi fa vedere come io sia stato del tutto ingenuo, per nulla dalla parte di chi aveva capito; mi sono solo accorto ad un certo punto che persone che dicevano di essermi amici, di fatto non lo erano (lo stesso è capitato con la profezia della pace, quando un amico mi ha detto che ero asservito alla propaganda di Putin), perché volevano solo aver ragione; quanto desiderai un dialogo tra le posizioni, ma gli unici messaggi erano: se non pensi che tutto il programma politico di marginare la pandemia sia scientificamente vero, allora sei un cretino. La cosa che più mi ferì è stato il fatto che quando io cercavo di capire, mettendomi in dialogo con le mie fonti più profonde, come Ulrich, uno dei miei migliori amici ha saputo solo comunicarmi che mi fidavo di cose vecchie e superate. Alla fine sono rimasti drammi non spiegati e non approfonditi: in primo luogo che mi padre è morto „rinchiuso“ per via di Corona; grazie a Dio ho potuto vederlo qualche giorno prima nell’Ospedale di Casale, andando da lui con il sacerdote dell’Ospedale, per il sacramento degli infermi e per un ultimo dialogo. Poi la fine di amicizie che mi aveva sostenuto negli ultimi anni; poi la perdita del senso dell’olfatto, forse per i troppi disinfettanti usati; poi una situazione scolastica difficile da gestire per gli indiscriminati lockdowns; poi l’impossibilità di festeggiare il mio sessantesimo compleanno…
„Le ultime notizie dal Medio Oriente riguardano nuovi raid israeliani in Libano e a Gaza. Nella Striscia la situazione umanitaria è al collasso, dopo la chiusura dei passaggi degli aiuti a nord. Ugo Tramballi sul Sole 24 Ore torna a chiedersi quale sia l’obiettivo finale di Israele. Scrive: “Netanyahu è diventato una specie di Dottor Stranamore pronto a bombardare chiunque si frapponga al suo grande disegno. Sono sicuri gli israeliani che non ci sia un’alternativa politica, diplomatica, per spezzare il pericolo che viene da Gaza, dalla Cisgiordania e dal Libano meridionale?”“ (Alessandro Banfi, versione odierna). - In vero il pericolo in Gaza, Cisgiordania e Libano è in primo luogo l’intoccabile mito di Israele!
Abba nostro…
(Pomeriggio) Ho incontrato in ambito cattolico spesso la critica che il progetto etico di Kant sarebbe fallito, in vero, per me che vivo in una delle zone più secolarizzate del mondo, Kant significa la possibilità di porre la priorità dell’etica sulla legalità e di porre in modo chiaro l’esigenza di un imperativo categorico nei confronti di se stessi (divieto di suicidarsi) e degli altri (divieto di dire menzogne)…Cf. Höffe, Piccola storia della filosofia, edizione tedesca, 219-221). Questo elemento dell’imperativo categorico è importante per il „mai più per nessuno“ (grande teatro del mondo); per la quotidianità sarà a volte importante sottolineare che nessun sistema merita di essere trattato come un imperativo categorico.
(Wetterzeube, il 16.10.24; Santa Edvige) “Dio onnipotente, hai fatto della santa duchessa Edvige una messaggera di pace e le hai dato la grazia di dare un esempio di amore misericordioso in mezzo ai compiti del mondo. Per sua intercessione, aiuta anche noi a lavorare per la riconciliazione e la pace tra gli uomini e a servirti in chi è nel bisogno. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e Dio, nostro fratello e amico, che vive e regna con te in unità con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli”. Amen!
"Convertiti al volto concreto e pratico in cui Dio ti si è rivelato, ti ha chiamato, ti ha fatto l'annuncio! Certo, sei stato battezzato; sei stato battezzato in una determinata chiesa, e questo lascia un cordone ombelicale inestinguibile, ti lega ad essa, con libertà, ma ti lega ad essa, è tua madre. La storicità, con il Vescovo che non ti approva, con la curia che ti ostacola, con i preti che non capiscono, con i cristiani che ti lasciano ancora così, senza aiuto, proprio quella storicità ti ha generato, quella! Ma, che cosa è il Battesimo per la stragrande maggioranza dei cristiani, anche di quelli che vanno in chiesa alla domenica? E' come un bambino di due mesi, un "infante" ( colui che non sa parlare), è come un bambino di due o tre anni, che balbetta frasi sconnesse, che dà giudizi carini, ma non gli si può far fare un discorso, che può essere simpatico, ma che non ti può aiutare. Cosa avviene a un certo punto? A un certo punto avviene: tredici, quattordici, quindici anni, diciassette anni, vent'anni, trent'anni, quarant'anni: Dio mio, che sviluppo, che maturità! E, quello che fu mia madre allora, che cosa diventa ora per me? Che cosa è per me ora l'essere stato concepito, l'essere nato e vissuto, l'essere stato educato e fatto camminare? Adesso io sono grande, capisco, ora quel seme è diventato fattore di vita e cambia, stentatamente, ma cambia ciò che sono e ciò che c'è attorno a me, secondo il raggio d'energia che Iddio concede e la mia libertà, carogna, non riesce a impedire del tutto. Capite l'importanza della storicità, del momento in cui il significato del Battesimo, della Penitenza, della Comunione, dell'andare in chiesa, della Chiesa, ti si è come improvvisamente, subito, o lentamente aperto? Quel tuo compagno, quel gruppo, quella comunità, quel movimento: è partecipando a "questa" storicità che avviene, di fatto, tutto quello che abbiamo detto prima: l'incontro con Cristo, la creatura nuova, lo sviluppo di essa, la giustificazione come seme e come storia." ( LUIGI GIUSSANI, UNA RIVOLUZIONE DI SE') - Qui don Giussani aggiunge la dimensione della storicità a quanto ho cercato di esprimere ieri notte in dialogo con Adrian, più ad un livello di „natura umana“. Adrian citava ieri Robert Spaemann, che aveva detto che la Santa Messa, con il suo sacrificio, corrisponde profondamente alla natura umana; credo che ciò che corrisponde più profondamente alla natura umana sia il desiderio di felicità, che in Cristo non si ferma neppure davanti alla Croce e alla discesa all’inferno. Per quanto riguarda il battesimo, che è morire con Cristo, morto e risorto, e la storicità ha ragione don Giussani e credo che non dobbiamo perdere la fede che se pur „stentatamente“ (questa è un’intuizione da brividi), il seme del battesimo „cambia ciò che sono e che c’é attorno a me“.
Dove pensare sempre di nuovo alla Guérot: mi rattrista profondamente la rigidità legale nei suoi confronti, una rigidità che non tiene neppure conto che anche al cospetto della legge vi è un margine di errore che deve essere accettato e non punito. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. E la rigidità legale è uno scagliare la pietra: soft? No, durissimo!
„Quelle che ai nostri giorni vengono chiamate ipotesi sono solo supposizioni arbitrarie, che non rispondono né ad un bisogno intellettuale né ad un bisogno pratico“ (Simone Weil, Quaderno I). - Commenta Adrian: supposizioni arbitrarie considerate come dogmi assoluti.
Ci sono alcuni pensieri „teologici“ di Adrienne che sono per me di importanza vitale (senza di essere non avrei potuto resistere per più di 20 anni nella diaspora); sono quelli che probabilmente un ciellino „normale“ non comprenderà mai, perché abituato all’aspetto del „frutto che si vede“, che affascina e per il quale motivo non si può che voler far parte di quell’esperienza…Maria non solo vede „il frutto“, ma lo partorisce, lo tiene per mano, lo educa…ma vi sono poi esperienze in cui non vede più la realizzazione della promessa. Adrienne nell’“Esperienza di preghiera“ (61-62) fa questi esempi: Maria non comprende il dodicenne che rimane nel Tempio, va con i parenti da Gesù, quando lui comincia la sua missione pubblica, perché pensano che sia matto e poi l’esperienza di „abbandono“ sulla Croce. Gesù sa (riconosce) che è arrivata l’ora, Maria la soffre, perché il senso è nascosto. La dimensione dell’adempimento è spesso nascosta in Dio e la grandezza non consiste nell’insuperabilità della propria comunità, del proprio movimento, ma semplicemente nella sopportazione di ciò che non si comprende, che al massimo si intuisce un po’.
„Sul Sole 24 Ore in un’intervista di Valentina Furlanetto parla Dan Eliav, riservista dell’esercito, che ha firmato la lettera dei soldati israeliani in cui si chiede di non combattere più a Gaza e in Libano. Dice: “Non siamo più disposti a uccidere e a morire per scopi diversi dalla sicurezza di Israele e dal rilascio degli ostaggi. In questo momento i soldati e combattenti israeliani perseguono degli obiettivi che non sono più di sicurezza o di difesa del Paese, ma obiettivi politici”.“ (Alessandro Banfi, versione odierna).
Abba nostro…
(Pomeriggio) Ho ascoltato in TikTok l’intervento di Viktor Urban nel parlamento europeo (13.10.24); a me sembra che abbia risposto con una grande precisione a tutte le critiche che gli sono state fatte, in modo particolare mi è sembrato molto interessante il suo rifiuto di paragonare le rivolte del 1956 in Ungheria con la „rivolta“ contro i russi dell’Ucraina di questi ultimi due anni.
Ancora alcuni pensieri sul capitolo undici del „Senso religioso“ (paragrafi 5-7). Come ho sottolineato questa mattina nella mia meditazione in dialogo con Adrienne von Speyr - qui nel mio diario - c’è una specificità mariana di vivere il mistero che non ha che fare con la conoscenza, ma con la sofferenza (cf. Esperienza di preghiera, edizione tedesca): il Figlio dell’uomo e di Dio riconosce il giungere dell’ora (con questo termine il Vangelo di Giovanni, intende l’ora suprema della sofferenza, che è anche l’ora suprema della glorificazione); la Theotokos invece la subisce come una sofferenza, non „riconoscendo ciò che in essa era promesso, aspettato e compiuto“ (ibid,). Direi che senza questa dimensione della sofferenza subita, non si è mai fatto esperienza del mistero. Il mondo con cui don Giussani parla di quest’ultimo è molto „maschile“, più proprio al „Figlio dell’uomo“ che all’uomo tout court, ma è allo stesso tempo una grande intuizione, che rappresenta forse una delle vette del pensiero del sacerdote lombardo: nel capitolo undicesimo si parla del „segno“, quindi della dimensione dell’“oltre“, come abbiamo visto ieri. Il segno più alto del mistero è il „tu“: „tutto il resto è assimilabile e dominabile dall’uomo, ma il tu mai. Questo è vero già per un rapporto con un tu finito, tanto più con il tu infinito. Scoprilo non è alcunché di irrazionale, ma la massima vetta della ragione; la spiegazione che cerca la ragione non si trova nei limiti dell’esistenza: „ per quanto si dilati questo orizzonte, lo struggimento del perché rimane: la morte fissa irrimediabilmente questa incompiutezza“ (Senso religioso, 155). Quindi don Giussani riassume: „ il mistero non è un limite alla ragione, ma è la scoperta più grande cui può arrivare la ragione: l'esistenza di qualcosa incommensurabile con se stessa. Il ragionamento fatto prima si potrebbe riassumere così: la ragione è esigenza di comprendere l'esistente; nella vita questo non è possibile; dunque fedeltà alla ragione costringe ad ammettere l'esistenza di un incomprensibile“ (ibid. 156); anche su questo punto don Giussani va alla scuola di un poeta, che gli insegna, che „fermo rimane il tronco del mistero, e il tronco si inabissa ov’è più vero“ (Clemente Rebora) - quindi il mistero si inabissa nella verità, non nella irrazionalità. Anche Maria quando subisce la sofferenza non si trova in una dimensione di irrazionalità, anche se non è capace più in quell’ora a fare un qualsivoglia „ragionamento“ per comprende ciò che accade al Figlio. Che cosa ha il nostro tempo da contrapporre a tutto ciò? Giussani vede bene quando parla del „cinismo della cultura materialista“ (157): si, di fatto le risposte della cultura materialista sono o ciniche o rancorose o risentite (Max Scheler fa vedere che ciò non è vero solo ad un livello psicologico, ma anche conoscitivo: si è risentiti quando un sapere è rivelato, invece che conquistato) o legaliste, ma mai soddisfano le esigenze ultime del cuore dell’uomo, che di fatto non può mai fermarsi ad „ipotesi astratte“, ma che nel suo cammino al vero vuole un’“implicazione esistenziale“. E di don Giussani si potrà dire quello che si vuole, ma certamente non si può dire che non abbia un senso del mistero; anzi forse il „senso religioso“ è solo un’introduzione al mistero, con una comprensione radicale ed esistenziale della teologia negativa: „ i termini con i quali tutta la tradizione religiosa autentica dell'umanità ha segnato il mistero, cioè ha parlato di Dio, sono tutti termini negativi: in-finito, im-menso, non misurabile, in-effabile, che non si può dire, ignoto, il Dio ignoto cui gli ateniesi avevano consacrato un'ara. E anche certe parole che sembrano positive per esempio, onnipotente, onnisciente, omnicomprensivo, sono termini, dal punto di vista dell'esperienza, negativi, perché non corrispondono a nulla della nostra esperienza, sono definizioni solo formalmente positive e per essere intesi devono negare il nostro modo di essere potenti o di sapere“ (157-158).
(Notte) "Nella guerra emerge il lato peggiore dell'uomo: egoismo, violenza e menzogna. Rifiutiamo la logica delle armi, tramutando le ingenti spese militari in investimenti per combattere la fame, la mancanza di cure sanitarie e di istruzione!’' (Papa Francesco); di questo ha parlato il Santo Padre oggi nella catechesi del mercoledì, che aveva come tema la „piena divinità della terza Persona della Trinità“; il Papa ha specificato „che lo Spirito Santo è Colui che dà ai credenti la vita nuova. Quando a Messa diciamo "Credo nello Spirito Santo" affermiamo che lo Spirito è Dio. Questa fede va coltivata "anche per chi, spesso non per colpa propria, ne è privo e non riesce a dare senso alla vita“.“ (Vatican News): „La vita che ci è data dallo Spirito Santo è vita eterna! La fede ci libera dall’orrore di dover ammettere che tutto finisce qui, che non c’è alcun riscatto per la sofferenza e l’ingiustizia che regnano sovrane sulla terra.“ (Papa Francesco, ibid.).
Anche Simone Weil concede che il discorso cattolico dell’obbedienza è liberante (cf. Quaderno I, 153), ma non per questo vuole giustificare alcuna forma di oppressione; quest’ultima richiede infine non solo l’obbedienza non liberante, ma una vera e propria dedizione. Interessante è che il cammino di emancipazione proposto da Simone è la „necessità“; non vi è insomma nessuna fuga magica della rivoluzione; si diventa liberi quando si comprende la necessità insita nelle cose, non nell’oppressione. Ma lo stoicismo di Spinoza, a cui la Weil si riferisce, non mi convince per nulla: „riguardo alle cose umane non ridere, non piangere, non indignarsi, ma capire“; io preferisco un metodo di conoscenza che permetta anche il riso, il pianto e l’indignazione…Buona notte!
(Droyßig, il 15.10.24; santa Teresa d’Avila; compleanno di Don Luigi Giussani (1922)) Non sono come giudicheranno gli altri questi diari sulla questione dell’obbedienza; forse alcuni penseranno che sono troppo poco obbediente, troppo libero ed emancipato ed altri penseranno che sono troppo tradizionalista, quindi in un certo senso troppo obbediente. Cerco di scrivere in cosa io mi sento del tutto obbediente „sine glossa“: Maria non ha sentito se stessa come particolarmente „prescelta“, eletta; lei pensava a se stessa come ad una delle „ragazze giudaiche“. Anch’io mi sento come uno (!) degli amici di Gesù. Non mi sento speciale, so che devo obbedire come tutti. Ma in cosa consiste l’obbedienza? Essere disponibili ad un „Übergang“ (cf. Adrienne, Esperienza di preghiera, 61), ad una „transizione“, che nel linguaggio del NT si chiama: conversione, metanoia! Ma questa conversione a livello mariano (cioè antropologico) non ha la modalità della „transizione“ del Figlio dell’uomo e figlio di Dio, perché noi come Maria siamo solo uomini. La vera transizione non accade in me, ma nell’Altro, nel Figlio; era così per Maria senza peccati ed è così per me con i peccati; una vera obbedienza, una vera consegna di sé accade sempre e solo nella modalità della realizzazione nel Figlio dell’uomo; noi piccoli amici di Gesù cediamo il passo a lui, non come programma, ma per l’appunto come obbedienza ad un altro e questo in una modalità del tutto umana; non si può dire di essere peccatore e poi pensare in fondo che tutto ciò che facciamo sia giusto. Io non voglio che sia fatta la mia volontà, ma quella del Padre che dona gratuitamente l’essere e che lascia piovere ed brillare il sole sopra i buoni e cattivi. Io cerco una via dell’obbedienza non per super eroi o per semi dei, ma per me uomo, con i miei ormoni e con il mio bisogno delle forze elementari (sesso, potere, possesso). Ovviamente non sarebbe una vera consegna di sé se non si prendesse sul serio il fatto che Gesù può e vuole prenderci per mano. Così come siamo! Forse nel senso che il giovane ricco avrebbe potuto dire a Gesù: sai, non so come si fa quello che vuoi, ma mi fido di te, e tu mi aiuterai passo per passo! Per quanto riguarda la chiamata dei consigli evangelici: una volta ho pensato che questi tre consigli fossero in qualche modo per tutti, ma forse questo pensiero è troppo pio e non passa la barriera delle forze elementari; spero di non cadere come il vecchio Salomone, che perse ogni sapienza; vorrei mantenere viva la mia amicizia con quelle persone che hanno consegnato la loro vita a Gesù, nella modalità di questi consigli, ma non posso negare la mia esperienza, solo consegnarla, al Padre che ha donato tutto l’essere, nel Figlio redentore e nell’invocazione dello Spirito Santo, libero ed istituzionale.
La professoressa Guérot, di cui ho parlato ieri, ha perso la sua causa (me lo aveva detto ieri Leo e me lo ha confermato Adrian). La sua richiesta è stata respinta; a livello solo giuridico si potrebbe pensare più o meno così: è sempre difficile dire qualcosa di veramente sostanziale su argomenti di questo tipo se non si conoscono tutti i dettagli. Si può discutere del problema fondamentale della critica al sistema universitario (cosa che la Guérot non vuole fare come dice nel video), ma il tribunale del lavoro ha confermato che il licenziamento era legittimo e quindi si potrebbe presumere che i giudici abbiano fatto il loro lavoro correttamente. E poi sostenere che il licenziamento sia avvenuto per motivi completamente diversi, si può fare, ma sembra essere piuttosto imbarazzante che un accademico debba affrontare accuse di plagio confermate dai tribunali. Anche se avesse ragione e dovesse andarsene perché era antipatica (o politicamente scorretta), ha consegnato un motivo di licenziamento su un piatto d'argento. Deve rendersi conto che è stato semplicemente stupido. O detto in breve: la legge ha espresso il suo giudizio legale ed è probabilmente giusto quello che di giudici hanno detto, all’infuori che non si arrivi ad un’istanza superiore. E poi chi come l’intervistatore del video in dialogo con la professoressa, non conoscendo lui tutti gli atti, non avrebbe voce in materia. Tutto giusto a livello giuridico e formale, ma c’è anche la persona della Guérot che ha un diritto di essere ascoltata, non solo in tribunale, ma anche da un pubblico di laici e non esperti. Io non voglio mettere in dubbio né la specializzazione giuridica, né lo stato di diritto, ma vi è un diritto fondamentale delle persone di esprimersi ed ad essere ascolati, anche se la formalità dei procedimenti giuridici è giunta ad un certo risultato. La legge è per l’uomo, non viceversa! E poi in vero c’è un modo di richiamarsi alla legalità che non permette un giudizio giusto sul clima generale in cui stiamo vivendo!
„La crisi in Medio Oriente. Il governo di Benjamin Netanyahu ha rotto un nuovo tabù. L’esercito ha infatti deliberatamente colpito ieri in Libano il villaggio di Aitou, centro cristiano maronita. Dove la distruzione di una palazzina ha ucciso almeno 18 persone. L’Europa si divide sulla condanna ad Israele e sullo stop alla fornitura di armi. Ieri ha emesso comunque un documento unitario“ (Banfi, versione odierna) - il problema è che se non si prende sul serio la critica al mito di Auschwitz (Sieferle, Spaemann) non si arriverà mai ad un giudizio sensato su ciò che sta accadendo di fronte ai nostri occhi. Più che mai è vero che: „mai più“, non può che significare: „mai più per tutti“!
Ne avevo già parlato ieri notte: „Importante missione di “diplomazia umanitaria” del cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale del Papa, che è a Mosca per la seconda volta dall’inizio della guerra.“ (Banfi, versione odierna).
Alcune note sui primi quattro paragrafi del capitolo undicesimo del „Senso religioso“ di Don Giussani: la questione del segno e dell’oltre nel linguaggio dell’Homo Abyssus di Ulrich è ripreso con il termine di „sovraessenzialità“. Non siamo solo provocati dal mare, dalla bellezza di una donna o dalla profondità di un libro, non ne cerchiamo solo la loro „essenza“, ma per l’appunto la loro sovraessenzialità, il loro oltre le essenze intese in un senso solo orizzontale. Un mio vecchio amico di Asti, che non ho più sentito, Luigi Terzuolo, diceva che insistere sull’oltre e sul segno delle cose, vuol dire non amare le cose stesse. Don Giussani propone un’ipotesi di lavoro contraria. Chi non va oltre, non ama le cose stesse. Ed in vero anche il più bel paesaggio marino ci può annoiare; in questi giorni sono affascinato dalla bellezza di Matilda de Angelis, come lo ero qualche tempo fa di Jennifer Lorenz, ma consiglierei, con tutto il rispetto, perché io non voglio offendere nessuno, di guardarsi una foto di Ornella Muti oggi e di confrontarla con l’immagine che abbiamo di lei nei film con Celentano, per vedere che se non ci fosse un „oltre“ all’immediatezza avremmo un vero e proprio problema, perché ciò che ci affascinava ieri, o che ci affascina oggi è possibile che non ci affascini più qualche decennio dopo; allo stesso tempo è bello vedere che vi è una bellezza anche nei seni di una donna invecchiata, che ci permette di vedere il bello non solo nella sua dimensione giovanile, ma ad un certo punto anche ciò che ci affascina in modo più saggio diventa cadavere. Anche l’essenza delle cose ad un livello solo orizzontale diventa prima o poi un cadavere. Dobbiamo „resistere“ dice Clemente Rebora - è molto bello che il teologo Giussani vada sempre di nuovo alla scuola dei poeti - „se resisto…verrà a farmi certo del suo e del mio tesoro“; qualcuno, non qualcosa! Qualcuno verrà, „forse già viene“, „come ristoro delle mie e delle sue pene“. // Nel paragrafo quarto Giussani pone il problema del carattere esigenziale della vita, in quattro passi: a) L’esigenza della verità, che non è riducibile secondo me alla questione della sua „funzione“ (parola usata da don Giussani); piuttosto è meglio l’altra parola che usa: “scopo“ (telos), cioè il rapporto delle cose con il loro senso ultimo. Tra l’altro il senso teleologico delle cose salva le cose stesse e non solo il loro oltre; b) l’esigenza della giustizia, che non è per nulla riducibile ad un’esigenza di legalità rispettata (cf quello che ho scritto nel diario questa mattina sul caso della professoressa Guérot). c) L’esigenza della felicità, come risposta alla domanda: „qui animo satis“? d) L’esigenza dell’amore e di una bellezza con una „traiettoria paradossale“, non „naturale“, perché in quella „naturale“ la traiettoria è l’invecchiamento, mentre nella traiettoria paradossale, qualcuno tanto più è bello, tanta più rimanda ad altro, alla sua sovraessenzialità, che è dono gratuito che supera ogni espressione solo umana, solo essenziale di un fenomeno personale e naturale…Porre il problema del segno, significa porre la questione del „Padre“: le cose, le persone hanno un Padre o sono solo frutto di un movimento casuale (caso)? Infine il Padre non è solo qualcuno che „causa“ qualcosa, ma che lo ama!
Abba nostro…
(Notte) „Seconda giornata del cardinale Zuppi a Mosca, dove è stato ricevuto dal metropolita presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca. In mattinata l’inviato speciale del Papa ha incontrato la commissaria della presidenza russa per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova: prosegue il lavoro per il rimpatrio dei minori“ (Vatican News) „I “problemi umanitari legati al conflitto in Ucraina” sono stati al centro del colloquio di oggi, 15 ottobre, tra il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale italiana e inviato speciale del Papa in Russia, e il metropolita Antonij di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca. Al secondo giorno della sua seconda missione in Russia, dove è tornato ieri per “favorire il ricongiungimento familiare dei bambini ucraini e lo scambio di prigionieri, in vista del raggiungimento della tanto sperata pace”, il cardinale ha incontrato in mattinata Maria Llova-Belova, la commissaria della presidenza russa per i diritti dei bambini (si erano già visti nella missione del giugno 2023) e poi Antonij e le rispettive delegazioni.“ (SC -Vatican News). Prego per questa missione di diplomazia umanitaria.
Lungo e profondo dialogo in Whatsapp con Adrian (California); lui ritiene con ragione che la pietas cattolica e i sacramenti, in primo luogo la Santa Messa sono anche, a differenza di quanto pensava Nietzsche, espressione di una forza elementare e corrispondono alla „natura dell’uomo“; mentre ieri in un suo video il vescovo Oster parlava della necessità dell’evangelizzazione, per non limitare l’azione ecclesiale alla dimensione sacramentale, oggi Adrian diceva che il rapporto con Cristo (intimo o di evangelizzazione) necessita di quella dimensione esterna che sono i sacramenti e le forme di pietà (mariana…). Purtroppo tutto il mondo con le sue visioni del mondo stesso riduce il messaggio cristiano ad una etica generale (rispetto dell’altro), in fondo già per me è una grazia che io non senta solo le forze mondane elementari come vitali (sesso, potere, possesso), ma anche la Santa Messa e l’adorazione eucaristica…ci sono certo vie che garantiscono un cero successo mondano, ma in fondo di fronte alla morte e alla discesa nell’inferno solo Cristo salva e tutto il resto abbisogna del suo sguardo tenero e misericordioso…Una delle espressioni mondane che più mi spaventa è la rigidità legale in consonanza con una rigidità „illuminista“, che di fatto ha perso ogni contatto con la Catholica…
„Quelle che ai nostri giorni vengono chiamate ipotesi sono solo supposizioni arbitrarie, che non rispondono né ad un bisogno intellettuale né ad un bisogno pratico“ (Simone Weil, Quaderno I, 152). In fondo quando si perdono i contenuti e la forma della Catholica, rimangono solo „supposizioni arbitrarie“ e alle „generalizzazioni“ (rispettare l’altro…) susseguono „una foresta di nuovi casi particolari“ (Weil lo dice in riferimento all’algebra) di cui non si è più “signori“. Arbitrio puro che lascia che uomini crepino nel Mar Mediterraneo, nelle cliniche per l’aborto, che vogliono cambiare il loro sesso donato…Noi abbiamo bisogno di una vera e propria emancipazione che può nascere solo dallo spirito: „trovarsi di fronte alle cose libera lo spirito“, mentre le ideologie uccidono lo spirito. E io stesso faccio esperienza dell’avvilimento del trovarsi di fronte agli uomini di cui parla Simone, ma in vero perché sono imbottiti del loro egoismo e delle loro ideologie. L’obbedienza di cui ho parlato questa mattina non è una forma di sottomissione (da questo punto di vista il tentativo di Marilyn Simon rimane solo paradossale); obbedienza per il cristiano è libertà, la libertà di mettersi nel cammino che riporta al Padre. Quando Simone scrive: „non cercare mai l’amicizia“, intende credo una forma sublimata di dipendenza e sottomissione; bisogna smettere di „sognare l’amicizia“.
(Wetterzeube, il 14.10.24; San Callisto Papa e Martire) In primo luogo io chiedo umilmente che nella mia vita sia fatta la volontà del Padre; non dei suoi interpreti, ma del Padre stesso e so che la Chiesa ha un’autorità speciale per comprendere cosa voglia il Padre, ma ciò non toglie che non vi è „qualcosa“ tre me e il Padre! Poi imparo da Adrienne (Esperienza di preghiera, 60) che la realizzazione delle promesse in Cristo, sia delle promesse implicite o esplicite nelle sue due nature, quella umana e quella divina, o delle promesse implicite o esplicite nei due Testamenti, l’Antico e il Nuovo, non sono immagine, ma realtà. Essere purificati da una prova da parte di Dio, come dal fuoco non è un’idea, ma vita. La bontà del Signore che Gesù rivela al mondo è vita, vita che accade ora. Che accade ora anche se uno sta facendo la chemioterapia. L’agire trinitario non è qualcosa di simbolico o di sola memoria, ma è attualità che accade ora. Il Padre crea ora il mondo, il Figlio lo redime ora, lo Spirito Santo testimonia questo amore in azione ora!
Mio papà si chiama Francesco, ma veniva chiamato spesso nella famiglia e da amici „Callisto“: oggi è la memoria del papa e martire Callisto, che è stato prima schiavo e dal 217 d.Ch. vescovo di Roma. A differenza di Ippolito di Roma e di Cipriano di Cartagine aveva mitigato la pratica del sacramento di confessione; dovevo sorridere quando ho letto questa informazione nel breviario, perché mio papà nella sua vita ha lottato con una pratica confessionale che non ha mai capito: un sacerdote non gli diede l’assoluzione perché gli aveva detto di non voler aver un terzo bambino…
Il caso della professoressa Ulrike Guérot (Adrian mi ha mandato un video dell’Aprile di quest’anno - quindi non so come sia finita la questione a livello giuridico) mi sembra essere molto interessante; non conoscendo gli atti e non avendo competenza giuridica in merito, non do un giudizio a questo livello; dopo aver ascoltato la professoressa per 30 minuti, devo dire che mi ha fatto un ottima impressione e che mi sembra questo un caso in cui la „cultura della cancellazione“ si sia concretizzato dopo che la Guérot ha preso posizione critica sia nei confronti della pandemia sia nei confronti della guerra in Ucraina. // Per quanto mi riguarda, non scrivendo opere scientifiche non ho questo problema; a volte uso chatgpt, come ho già detto, ma a livello di percentuale, in paragone a quello che scrivo, si tratta sicuramente di una percentuale irrilevante. Il mio vero confronto interiore accade sempre in diretto contatto con autori, di cui cito quasi sempre l’opera…
„Quando c’è una guerra, chi vi si contrappone viene sempre accusato di connivenza col Nemico. Succede anche oggi. L’esercito d’Israele prende a cannonate le sedi Unifil nel Sud del Libano e Benjamin Netanyahu dichiara esplicitamente che le Nazioni Unite se ne devono andare dalla cosiddetta Linea Blu. Nessuno spazio per la più grande agenzia di mediazione internazionale. Non solo, ieri pomeriggio alcuni ufficiali dell’esercito israeliano hanno accompagnato un gruppo di giornalisti stranieri (…) mostrando loro tunnel e strutture costruite dai miliziani Hezbollah, proprio vicino alle sedi Unifil. La tesi del premier israeliano è quella ripetuta nel teso colloquio telefonico di ieri con la nostra premier Giorgia Meloni: Hezbollah si fanno scudo delle basi e dei militari dell’Onu. Così Israele giustifica l’inaccettabile incursione dei carri armati nelle basi, che hanno suscitato l’indignata reazione dei 50 Paesi che partecipano alla missione Onu. In guerra la mediazione è un cedimento, è collaborazione col nemico. L’Unifil è fra l’incudine degli Hezbollah, insediati in Libano, e il martello degli attacchi militari israeliani.“ (Alessandro Banfi, versione odierna) - le ho frase che ho sottolineato con il grassetto sono secondo me di importanza vitale; in questi tempi nel mio diario ho offerto una riflessione che permette di comprenderne la gravità.
Qui gli appunti della mia lezione nella nona e decima classe sul tema: Lavoro ed etica. 1) Lavoro è anche quello delle ragazze e dei ragazzi a scuola. 2) Ho parlato di due estremi, che fanno vedere la rilevanza etica del tema: da una parte chi fa troppo poco e dall’altra un sistema che pretende troppo (ho fatto l’esempio di giovani medici che devono lavorare un tempo lunghissimo, prima del riposo, in una clinica, con una certa probabilità di pregiudicare la giustezza del loro giudizio medico). 3) la questione della tecnica come prolungamento del corpo, come nel caso di una barca (Simone Weil) o di una penna. È il MacBook Air con cui scrivo anche un prolungamento del corpo o sono io un suo prolungamento? Sono gli Smartphone che usiamo tutti un prolungamento del nostro corpo e della nostra anima o è piuttosto vero il contrario?
Abba nostro…
(Notte) „Il cardinale presidente della CEI Matteo Zuppi ha iniziato oggi una nuova visita in Russia, nel quadro della missione affidatagli dal Papa l'anno scorso. Previsto incontro con le autorità. La Sala Stampa vaticana: viaggio per valutare ulteriori sforzi per favorire il ricongiungimento familiare dei bambini ucraini e lo scambio di prigionieri, in vista del raggiungimento della tanto sperata pace. Primo incontro con il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov“ (Vatican News) - ho pregato questa missione durante i Vespri e la Compieta.
Forse si può trovare in Simone Weil una correzione all’idea della critica radicale della „macchina“: „ciò che mortifica il lavoro non è certo la macchina in sé, ma il lavoro in serie“ (Quaderno I, 150). Il lavoro in serie automatizza i movimenti dell’uomo; allo stesso tempo vi è anche per Simone Weil: macchina e macchina. Nella macchina come strumento, quest’ultima è il prolungamento dl corpo dell’uomo. Vi è, però, anche una macchina automatica, di cui l’uomo diventa il sorvegliante. Per Simone Weil hanno entrambe un valore liberatorio; ma è anche chiaro che „the machine“ di cui parla Kingsnorth non sono le macchine di cui parla la Weil, anche se quest’ultima prevede: „ si potrebbero piuttosto realizzare macchine molto più flessibili di tutte quelle fin qui conosciute. si può così intravedere una trasformazione tecnica che apre la via a un'altra civiltà“ (Quaderno I, 151). Credo che in questa altra civiltà il vero discernimento sarà tra una macchina che continua ad essere il prolungamento di noi ed una, della quale noi siamo il suo prolungamento…Buona notte!
(Wetterzeube, il 13.10.24; 28esima domenica del tempo ordinario)
La posizione del vescovo Stefan Oster è chiara - mi sento molto legato a lui per la comune amicizia con Ulrich; gli sono grato per la sua chiarezza, anche se spesso ho qualche problema, non tanto sulla questione del diaconato delle donne, ma più per queste ultime parole del video, che sottolineano che “tutti sono invitati, ma” (cf. La mia bacheca in Facebook). È vero, l'appartenenza a Cristo implica una conversione, ma questa conversione non è un nuovo livello del processo, è totalmente legata all'amore dell'essere invitati; senza il consenso quotidiano e l'invito quotidiano di Cristo, nessuna conversione è possibile, perché questa è grazia, non un programma di regole. E spesso ho la sensazione che in questo “sì, ma”, la fantasia di Cristo sia bloccata, la “fantasia istituzionale” dello Spirito Santo non sia presa sul serio. Alla fine, dopo tanto ascolto e apertura, c'è una certezza etica di ciò che è vero e di ciò che non lo è che sublima (a parole, non nei fatti) le “forze elementari” (potere, sesso) troppo rapidamente... Quando ascolto il Papa, non ho mai questa sensazione, e in lui ci sono anche certezze etiche (migrazioni, guerra, aborto...)
Ovviamente ci si può chiedere (cf le letture di questa domenica: particolarmente Mc 10, 17-30) se Cristo stesso non salti le „forze elementari“, per esempio quella del possesso. Non la fa, perché Cristo rimanda alla „grazia“: per Dio nulla è impossibile, non per noi. Non vi è in lui alcun disprezzo per i beni terreni; „le donne che lo servivano con i loro beni erano benestanti“ (Balthasar, Luce della Parola); e non vi è in Cristo l’idea di Chiesa come „porto sicuro“. Io chiedo che il Signore mi liberi dalla possibili pazzie della vecchiaia (cf Salomone; cf. Sap 7, 7-11) e chiedo che di fronte alla Parola io sia sempre : „nudo e scoperto“(cf. Eb 4,12-13).
Abba nostro...
(Notte) „Sono vicino a tutte le popolazioni coinvolte di Palestina, Israele e Libano, dove chiedo che siano rispettate le forze di pace delle Nazioni Unite. Prego per tutte le vittime, per gli sfollati, per gli ostaggi che auspica siano subito rilasciati, e spero che questa e grande inutile sofferenza generata da odio e vendetta finisca presto. Fratelli e sorelle, la guerra è una illusione, è una sconfitta, non porterà mai la pace, non porterà ma la sicurezza, è una sconfitta per tutti soprattutto per chi si crede invincibile. Fermatevi, per favore“ (Papa Francesco, oggi all’Angelus che come al solito ho ascoltato con Konstanze).
„…luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo Israele“ (Lc 2,32); ovviamente nessun cristiano che prega questi versi può identificare l’amministrazione Netanyahu con il popolo di Israele, che siamo anche noi come Chiesa, ma che certamente è presente anche in Israele stesso, in chi confessa la religione ebraica…poi ci sono i miti, i quali non fanno bene a nessuno, neppure agli Ebrei…per esempio il mito di Israele, unica democrazia, etc. Non so se sia giusto o meno usare la parola „genocidio“, ma so che quello che sta facendo Israele è crimine di guerra…cristiani che sostengono questa politica guerrafondaia non hanno alcun senso che Cristo, non la formazione politica attuale israeliana è „luce per rivelarti alle genti“…purtroppo il „mito di Auschwitz“ (Sieferle), non la realtà di Auschwitz, sta generando un mostro inattaccabile, perché chi lo attacca viene immediatamente accusato di antisemitismo. In vero la forma più brutale di antisemitismo è quella di Netanyahu stessa. „Semiti è un termine che si riferisce a tutti quei popoli che parlano, o hanno parlato, lingue del ceppo semitico, cioè gli Arabi, gli Ebrei, gli Aramei, gli Assiri, i Cananeo-Fenici, e dal punto di vista meramente linguistico anche gli Abissini.“ (Wikipedia).
„Le condizioni della vita moderna rompono ovunque l'equilibrio dello spirito e del corpo nel pensiero e nell’azione - in tutte le azioni: il lavoro, la lotta…* e l'amore, che è voluttà, più gioco…* (di ciò, necessariamente risente la stessa vita affettiva…). La civiltà in cui viviamo, sotto tutti i suoi aspetti, schiaccia il corpo umano. Lo spirito e il corpo sono diventati estranei l'uno all'altro. Il contatto è perduto“ (Simone Weil, Quaderno I,149). Simone Weil fa questo esempio: il rapporto tra la barca e il marinaio; la barca è il prolungamento del corpo del marinaio. Vale anche per il MacBook Air che sto usando? Trasmette questo strumento dei segni alla mia anima? Io non sarei pessimista a priori, perché certamente è vero che questo strumento mi permette di lavorare e la definizione di lavoro per Simone Weil comprende questa continuità tra strumenti e la nostra anima; lavoro è anche il contrario di un automatismo; ovviamente schiacciando i tasti automaticamente vengono fuori certe parole invece che altre, ma è anche vero che il lavoro che faccio con questo strumento non è un automatismo, piuttosto mi permette di esprimere il mio spirito. Per quanto riguarda il sesso la questione della separazione tra sesso e spirito è forse più grave, ma è pur vero che anche in un orgasmo si esprime un certo spirito…Buona notte, con o senza orgasmo!
Ha scritto una persona come commento al mio articolo inglese in Substack sull’amicizia necessaria tra la Russia e l’Occidente: „Da tempo sostengo che l'alleanza razionale e umana sarebbe quella tra Russia e America, che unirebbe la stragrande maggioranza delle armi nucleari del mondo sotto una nuova coalizione cristiana che garantirebbe la pace nel mondo e avrebbe il suo quartier generale a Gerusalemme.“
(Wetterzeube, il 12.10.24; compleanno di mia nonna Maria (1909) e di Edith Stein (1891) Cielo e terra non sono due realtà separate, ma unite dalla preghiera. La preghiera, mi insegna Adrienne, è sempre inclusiva (cf. Esperienza di preghiera, 60), inclusiva del mondo e del suo peccato. Non c’è neppure bisogno di conoscere tutte le miserie del mondo, per lo meno, per riprendere l’esempio di Adrienne, probabilmente una carmelitana non conosce tutte le miserie del mondo, solo la piccolezza della sua quotidianità e il suo desiderio di espiare per il peccato del mondo con Maria e Gesù, ma la sua preghiera è inclusiva. Chi vive nella clausura e voglia Dio che ci siano sempre persone, maschie e femmine, che vogliono vivere nella clausura per Cristo e Maria, ha una vita meno fluttuante di chi rimane nel mondo, ma io sono grato di conoscere almeno una carmelitana che so che prega per me e comunque, suppongo, con la nuova gioventù che entra in un convento, sicuramente anche molto del mondo vi entra. Ed è bene così! L’altro esempio che fa Adrienne è quello della gravidanza e del parto; a differenza del 1965, nel parto (Frisinga 1995 e 1998) io c’ero e così non è vero che „l’uomo è fuori, ma il suo frutto vive dentro“ (58); ma è allo stesso tempo vero, anche se ero nella sala parto, anche se ho visto da vicinissimo cosa accade ad una donna durante un parto, rimane il fatto che sono „aliud“ dalla sua sofferenza. Mentre Dio è non-Aliud. „In ogni uomo veramente orante il frutto della sua preghiera è come questo frutto corporale di una madre“ (Adrienne, 58) Non si tratta di un frutto astratto, ma concretissimo anche se uno vive in un mondo del tutto lontano dalla preghiera e dall’appartenenza al Dio trinitario.Tutto ciò che incontriamo, nella scuola, nel rapporto con gli altri - per esempio il vicino che non sta bene - viene incluso in questo amore infinito e trinitario, cioè personale ed unitario!
Per quanto riguarda le fluttuazioni dell’esistenza storica non vi è per me Salmo più vero che il che il 107(106) che si prega nel terzo sabato dell’Ufficio delle Ore; metto in grassetto un certo verso che si ripete fino a verso la fine come un refrain, ma alla fine non è più ripreso; dopo la citazione del Salmo spiego il perché o per lo meno ciò che io penso esserne il motivo:
[1] Alleluia.
Celebrate il Signore perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
[2] Lo dicano i riscattati del Signore,
che egli liberò dalla mano del nemico
[3] e radunò da tutti i paesi,
dall'oriente e dall'occidente,
dal settentrione e dal mezzogiorno.
[4] Vagavano nel deserto, nella steppa,
non trovavano il cammino per una città dove abitare.
[5] Erano affamati e assetati,
veniva meno la loro vita.
[6] Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
[7] Li condusse sulla via retta,
perché camminassero verso una città dove abitare.
[8] Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;
[9] poiché saziò il desiderio dell'assetato,
e l'affamato ricolmò di beni.
[10] Abitavano nelle tenebre e nell'ombra di morte,
prigionieri della miseria e dei ceppi,
[11] perché si erano ribellati alla parola di Dio
e avevano disprezzato il disegno dell'Altissimo.
[12] Egli piegò il loro cuore sotto le sventure;
cadevano e nessuno li aiutava.
[13] Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
[14] Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte
e spezzò le loro catene.
[15] Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;
[16] perché ha infranto le porte di bronzo
e ha spezzato le barre di ferro.
[17] Stolti per la loro iniqua condotta,
soffrivano per i loro misfatti;
[18] rifiutavano ogni nutrimento
e già toccavano le soglie della morte.
[19] Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
[20] Mandò la sua parola e li fece guarire,
li salvò dalla distruzione.
[21] Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.
[22] Offrano a lui sacrifici di lode,
narrino con giubilo le sue opere.
[23] Coloro che solcavano il mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
[24] videro le opere del Signore,
i suoi prodigi nel mare profondo.
[25] Egli parlò e fece levare
un vento burrascoso che sollevò i suoi flutti.
[26] Salivano fino al cielo,
scendevano negli abissi;
la loro anima languiva nell'affanno.
[27] Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi,
tutta la loro perizia era svanita.
[28] Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
[29] Ridusse la tempesta alla calma,
tacquero i flutti del mare.
[30] Si rallegrarono nel vedere la bonaccia
ed egli li condusse al porto sospirato.
[31] Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.
[32] Lo esaltino nell'assemblea del popolo,
lo lodino nel consesso degli anziani.
[33] Ridusse i fiumi a deserto,
a luoghi aridi le fonti d'acqua
[34] e la terra fertile a palude
per la malizia dei suoi abitanti.
[35] Ma poi cambiò il deserto in lago,
e la terra arida in sorgenti d'acqua.
[36] Là fece dimorare gli affamati ed essi fondarono una città dove abitare.
[37] Seminarono campi e piantarono vigne,
e ne raccolsero frutti abbondanti.
[38] Li benedisse e si moltiplicarono,
non lasciò diminuire il loro bestiame.
[39] Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti,
perché oppressi dalle sventure e dal dolore.
[40] Colui che getta il disprezzo sui potenti,
li fece vagare in un deserto senza strade.
[41] Ma risollevò il povero dalla miseria
e rese le famiglie numerose come greggi.
[42] Vedono i giusti e ne gioiscono
e ogni iniquo chiude la sua bocca.
[43] Chi è saggio osservi queste cose
e comprenderà la bontà del Signore. - C’è un momento in cui non si ha più la forza di „gridare“, per un eccesso di dolore. Dal verso 107, 39 è descritto ancora una volta un „basso“, ma il verso del grido, che appare per ben quattro volte, non è più ripetuto; ad un certo punto il „risollevamento“ è pura grazia; questa si può vedere, come si può vedere la bontà del Signore, se non si è del tutto accecati da un’ideologia…
Dei 35 minuti di colloquio del presidente ucraino Zelensky con il Papa prendo molto sul serio la questione dei prigionieri (tanti ucraini e giornalisti sono nelle prigioni russe, tra i quali il caso della giornalista „freelance 27enne Viktoria Roshchina due giorni fa, morta in una prigione russa, in circostanze non ancora chiarite“ (Vatican news) e prego per questa intenzione (Pater, Ave, Gloria); sull’ „orrore di Bucha“ credo che sia necessario sentire anche l’altra parte; non è improbabile che in una guerra sporca si perda la testa (tanto più che anche i soldati possono perdere o non avere il loro ethos) e si facciano cose orribili, ma ovviamente bisogna stare attenti che non tutte le cose orribili di cui si parla sono accadute (i bambini decapitati in Gaza sembrano per esempio essere semplicemente propaganda israeliana e statunitense).
„I media tedeschi, poi, lavorano alacremente come custodi di questa nuova religione civile, che lascia poco spazio a una riflessione equilibrata e libera da pifferai e borgomastri. Per esempio, Alternative für Deutschland è meno nazista di quanto la stampa progressista voglia far credere, nel senso che si tratta di un partito ampiamente “fluido”, senza una vera eredità ideologica alle spalle: prima ultraliberale (alla nascita, quando ebbe tra i suoi ispiratori Olaf Henkel, ex presidente di Confindustria tedesca), poi di una destra non definibile, ma sostanzialmente legata ai mal di pancia dell’elettorato rispetto all’immigrazione, alla crisi economica e, ora, a una politica estera appiattita sugli USA; domani, chissà. E non è un caso che il partito riscuota i suoi maggiori successi in quella che fu la Germania Est, ovvero nella parte di Germania che meno ha subito la “rieducazione” (Um-erziehung) in chiave liberal nordamericana. La Germania non si ama e fatica a guardare se stessa.“ (Giuseppe Reguzzoni, qualche giorno fa ne „Il Sussidiario“).
Abba nostro, Ave Maria, Theotokos…
(Gera, dopo) Il comitato norvegese ha onorato con il premio nobel per la pace gli „Hibakusha“, i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki che con un lavoro politico, educativo e diplomatico, come è stato fatto dai sopravvissuti dell’Olocausto, il paragone è di Tim Kanning nella FAZ (editoriale in alto a destra), hanno educato le nuove generazioni a questa forma giapponese del „mai più“. // Zelensky era anche dal cancelliere Scholz, che assicura che la Germania vuole rimanere il più grande sostenitore militare e logistico dell’Ucraina in Europa (e il secondo nel mondo); quando il cancelliere dice che „un gioco con il tempo“ non funzionerà mentisce in primo luogo a se stesso…
(Notte) Due giorni fa era anche il compleanno del nonno di mia moglie, nato nel 1901, nonno di parte materna; per lei, quando era bambina, il nonno è stato un rifugio di bontà; ovviamente sa che era stato anche soldato, ma io non penso che essere un soldato sia di per sé alcunché di cattivo e poi il nonno viene visto da Dio anche con gli occhi con cui lo ha guardato quella bambina allora, mia moglie oggi. Oggi mi ha raccontato che dopo la guerra il nonno fece parte anche di un’operazione militare che aveva il compito di disattivare le mine, compito che ha certamente richiesto molto coraggio. Si chiamava Rudolph.
Leggendo una pagina del saggio dedicato al governo del mondo di Jünger (1960) ho riflettuto sul fatto che davvero un politico anche oggi (non solo nel 1960) è sostituibile; Angela Merkel è stata cancelliere tedesca per 16 anni, ma oggi non c’è più e, sebbene Scholz, non sia un grande successore, nessuno la ripiange davvero. Nella nostra società anche un grande politico, come indubbiamente è stata Angela Merkel, cade molto in fretta nel dimenticatoio della storia…è proprio del sistema democratico la sostituibilità delle persone…
(Wetterzeube, l’11.10.24; San Giovanni XXIII) La cosa più importante nel modo di contemplare di Maria è che lei allontana lo sguarda da se; in fondo che cosa dire di noi se non quello che il Salmo dice: „ecco nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre“ (Salmo 51(50), 7). E Davide stesso chiede a Dio di allontanare lo sguardo dai suoi peccati: „Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe“ (51, 11). Ed anche il nostro angelo custode, che ci accompagna dal mattino alla sera, dalla sera al mattino guarda Dio Padre, non noi. Dobbiamo chiedere con umiltà in questo anno della preghiera che con Maria il nostro sguardo si rivolga a „ciò che più lontano, nascosto, misterioso“ (Adrienne, Esperienza di preghiera, 57) e questo senza saltare il nostro compito concreto, come Maria non lo salta: „un uomo quindi, un bambino, è capace di aprire il Dio trinitario alla sua contemplazione“ (Adrienne). I miei figli e mia moglie lo possono pure! Certo in Maria non vi è peccato, non vi è discordia; in lei tutto è unità. „La sua maternità è nella sua missione, la sua missione nella sua maternità“ (cf. 58). Ma anche per noi è possibile, se lo chiediamo davvero, che nella nostra persona ci sia un’apertura all’“essere di più“, alla „sovraessenzialità dell’essere“. Non cerchiamo la nostra essenza, ma un Tu! PS Come vuole il Gius, sono stato sempre fedele, come desiderio, alle persone e alle parole incontrate!
"Il principio di unità profondo - inesauribile suggerimento, potente e continua sintesi - è la parola che ci è stata data, che non deriva dall'analisi dei bisogni e delle esigenze, che non deriva dalla nostra saggezza, ma è grazia: è grazia che ci è stata data, che ci è continuamente data dal mistero di Cristo. E il mistero di Cristo è Cristo nella sua continuità storica, nella comunità cristiana.“ (Luigi Giussani, Una rivoluzione di sé).
Come reazione all’aumento delle pene capitali nel 2023 c’è stato „un nuovo, vigoroso, appello contro la pena di morte, che giunge da Papa Francesco in un post sul suo account X in nove lingue @Pontifex: “La #PenadiMorte è sempre inammissibile poiché attenta all’inviolabilità e alla dignità della persona”, scrive il Pontefice. “Faccio appello perché sia abolita in tutti i Paesi del mondo. Non possiamo dimenticare che fino all’ultimo momento una persona può convertirsi e cambiare”.“ (Vatican news).
Ho scritto ieri nella mia bacheca in Facebook: „Katie e Aaron rivelano la "novità" della Harris: "gli Stati Uniti saranno la forza combattente più letale del mondo, le minacce di attaccare preventivamente l'Iran e la Cina, i tour con i Cheney" -insomma una guerrafondaia neocon fotogenica.“ / Ovviamente mi sono state obiettate alcune cose su Trump, che indirettamente veniva appoggiato dal mio post; non riprendo tutto il dialogo, ma cito quest’ultima mia risposta: „ovviamente hai ragione a dire che la Harris è la candidata opposta a Trump. Per quanto riguarda la rivolta al Campidoglio, sono morte alcune persone tra i manifestanti. Per una reazione probabilmente esagerata delle forze d’ordine. Tra le forze d’ordine stesse è morto ‘solamente’ ( sit venia verbo) un poliziotto, per un infarto. Come ha concesso anche il New York Times, dopo averlo negato. Non è vero che Trump non ascolta gli altri. E sulla questione del COVID chi non ha fatto errori può alzare la mano. Il mio post può essere criticato, nel senso che do voce a due giornalisti che criminalizzano la Harris. Mentre io normalmente quando parlo direttamente cerco di non criminalizzare il mio avversario politico… ma anche a me non riesce sempre: uso troppo la parola „guerrafondaio“ . Per esempio con la Ursula von der Leyen…
„Donald Trump non pensa a voi. Per lui il potere è solo un mezzo per raggiungere i suoi scopi. L'America è pronta a voltare pagina.“ (Barack Obama, X, 11.10.24) - a voltare pagina? Quindi a votare Trump? ;-)
Abba nostro…
(Dopo) „I giornali italiani di oggi riportano in prima pagina l’attacco di Israele ad una base dell’Unifil nel sud del Libano. Un carro armato israeliano ha centrato la struttura della forza multinazionale Onu guidata dagli italiani e che garantisce la pace nella zona. Durissima la reazione del nostro ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha detto: “Nessun motivo militare e nessuna giustificazione: è un crimine di guerra, non un errore“.“ (Alessandro Banfi, versione odierna). Ovviamente, a parte la reazione o meglio il giudizio del ministro italiano, ha un carattere simbolico gravissimo l’attacco israeliano ad un’organizzazione mondiale come l’ONU, per il semplice fatto che noi abbiamo bisogno di soluzioni mondiali, non nazionali. La magia di risolvere i conflitti (mondo arabo/Israele; est/ovest) con un colpo di spada è una follia, che sembra essere „tecnica“ e „libertà“, ma lo spirito dell’Occidente non può sopravvivere senza un „patto“ con la „sostanza“ dell’Oriente: questo è il messaggio finale del „Nodo gordiano“ di Jünger del 1953, che finisce pensando in grande. La profezia di Tocqueville (capitolo 43 de „Nodo gordiano“) è un penultimo passo: l’Oriente sotto la guida russa e l’occidente sotto la guida americana; già in questo penultimo passo ci si poteva aspettare una resa dei conti apocalittica. È probabile che la crisi di Cuba (risolta nel 1962) faccia parte di questa profezia di Tocqueville. Dopo un lungo periodo di fitti negoziati, il presidente degli Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy e Chruščёv giunsero a un compromesso! La crisi che stiamo vivendo da due anni è anche parte della profezia di Tocqueville e della sua resa dei conti apocalittica. Ma dobbiamo fare ancora un passo che tenga conto della Cina e dei paesi del Sud del mondo (in vero del sud e dell’est del mondo). Potrebbe darsi che Trump e Putin si lascino usare come strumenti del destino, come allora John Fitzgerald Kennedy e Chruščёv, ma non lo sappiamo. Non solo non sappiamo lo svolgersi delle epoche fredde e calde del mondo (Nodo gordiano, 44), ma non siamo capaci con esattezza - per questo parlo sempre di verosimilitas - di comprendere quali siano „i nuovi sistemi di errori“ (Jünger) in cui il grande scontro, millenario scontro tra est ed ovest, si muove. “Una possibile interpretazione potrebbe essere che con le grandi oscillazioni del pendolo tra Oriente ed Occidente, spirito e materia, libertà e legame si bilanciano agli estremi. C'è un consumo reciproco e una fertilizzazione incrociata tra lo spirito dell'Occidente e la sostanza orientale. In un percorso di vita come quello di Paolo, si può percepire l'avanti e indietro dello scambio”. (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, numero 44, 1953). Dopo la profezia di Tocqueville abbiamo quella di Jünger: „“...Verrà il giorno in cui i russi avranno bisogno del nostro aiuto, proprio come i tedeschi dipendevano dall'aiuto dei loro nemici dopo l'ultima guerra. Ogni grande nazione è necessaria e non si può prescindere da essa se non si vuole che il mondo crolli” (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, ibid., 1953). Questo è il punto! Se non si comprende la necessità di ogni grande popolo, distruggeremo il mondo. Poi è bene che il Molokano al lago di Sevan si occupi del piccolo popolo armeno, perché è possibile che dal punto di vista di Dio non sia possibile stabilire chi sia grande e chi sia piccolo. E grandezza comunque ha sempre a che fare con la giustizia e il dissenso da ogni forma di arbitrarietà. Comunque sia, un programma di vittoria contro la Russia da parte dell’Ucraina, non è solo una follia dal punto di vista logistico e militare, ma non comprende la logica ultima della storia che non ha a che fare forme unilaterali o magiche (tecniche) di pseudo soluzione dei conflitti. „Dopo la distruzione di Gerusalemme tramite un cesare occidentale segue la conquista orientale di Roma“ (Jünger). La logica ultima del mondo abbisogna della differenza, nell’interpretazione della storia del mondo stesso, tra „ripetizione“ e „ritorno“ (cf. l’appendice del „Nodo gordiano“); la storia non si ripete: Hitler non ritorna; Cristo ritorna o nel linguaggio meno specifico di Jünger: l’uno ritorna. Il mondo tende ad un’unità, che sarà o un’unità distruttiva o un’unità redentrice. Dobbiamo essere aperti a grandi sorprese, voglia Dio che esse accadano nella modalità del „poliedro“ (Papa Francesco). Credo, come disse il professore giapponese Giko Takahashi a Jünger che dobbiamo imparare a fare dei nodi unitari. Maria è capace a sciogliere i nodi, ma lo fa non con un colpo di spada, piuttosto con tenerezza e preghiera; sarebbe già bello se imparassimo, piuttosto di tagliare i nodi alla Alessandro Magno, a comporli come hanno fatto Luigi Giussani e il professore buddista Shodo Habukawa o il Professor Takahashi e Jünger Solo uomini in attesa (non ripetitivi) possono comprendere che „in fondo c’è un solo ritorno. Quest’'ultimo si basa sul fatto che l'uomo riconosce l'emergere dell'eterno nel tempo“. Chi non sa amare il nemico, chi non vede la necessità dell’esistenza dei popoli, contribuirà solamente alla prolificazione del paradigma tecnocratico di morte.
(Wetterzeube, il 10.10.24) Per la preghiera contemplativa, per quanto semplice essa sia, bisogna essere come dei bambini, che si fanno prendere per mano e cominciano a contemplare cielo e terra (cf. Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, edizione tedesca, 55 sg.). Maria è il bambino per eccellenza, che vive della promessa fatta al popolo ebraico; lei contempla tutto con uno stato di animo vergine e da bambina; non pensa di essere la prescelta, l’eletta; quanto io sottolineo la sua anima filosofica, quest’ultima in lei è un’anima disponibile all’exinanitio, all’essere svuotata; pone domande che non riguardano se stessa, ma l’avvenimento stesso e quando si spaventa all’apparire dell’angelo ciò è del tutto chiaro dal fatto che lei non pensa di aver privilegi particolari per entrare nel cielo, per meditare il cielo; vera filosofia comincia sempre dallo stupore e lo stupore, in determinate situazioni, può essere anche spavento; vera filosofia è sempre aperta, è sempre in ascolto (penso anche a quella dimensione dell’ascolto sinodale di cui ha parlato mons. Oster nel suo video di presentazione della prima settimana del sinodo). Ma ovviamente vera filosofia è anche sempre „ancella“, insomma non può che essere mariana e quindi capace in primo luogo a comprendere „il senso necessario dell’essere“ e non solo l’inevitabilità del processo storico tecnocratico (cf la mia meditazione di ieri pomeriggio); senso necessario dell’essere significa apertura alla gratuità del dono dell’essere nella sua dimensione sovraessenziale e teologica; Maria è la sede della sapienza, perché ha vissuto con il Logos universale e concreto, di cui Giovanni testimonia: „Chi vede me vede il Padre“; per Maria i pensieri trinitari sono esperienza, non una teoria astratta: „Lei impara a conoscere nuovamente il Padre attraverso il Figlio, attraverso il frutto che ha portato, lo Spirito che l’ha fecondata, e tramite esso, come il seme portato dal cielo, di nuovo il Padre“ (Esperienza di preghiera, 57). La filosofia dell’essere come dono gratuito di amore è testimonianza del Padre, perché solo il Padre può donare l’essere!
„Realizzare la comunione è una cosa dura: non perchè l'altro ha quel temperamento, non perchè non ti guardano come vorresti, non perchè non ti danno la carica che vorresti, non per tutti i perchè che originano i tuoi lamenti e i tuoi disagi, ma perchè non riconosci Cristo presente, non riconosci il Fatto, il mistero di Cristo, il fatto di Cristo, che prosegue irresistibile, comunque, e nessuna siepe di carne lo fermerà. Non riconosci questa presenza, non riconosci l'incontro, non riconosci la parola che ti è stata detta, l'annunzio che ti è stato fatto, la provocazione che hai subito, l'elezione che ti è stata partecipata, il comando che ti è stato dato, l'invito della parabola. E' questo il problema!“
( LUIGI GIUSSANI UNA RIVOLUZIONE DI SE' ) - Maria invece „riconosce Cristo presente“, perché fa parte del tutto della sua esperienza. Maria ci aiuta in questo perché non parla mai di sé; questo è secondo me il problema in CL: si parla troppo di sé, del proprio carisma, della singolarità ed elezione di esso.
Konstanze ed io, come milioni di persone in questo mondo, stiamo pregando con il Papa il Rosario per chi subisce la pazzia della guerra: all’udienza generale, in cui ha proseguito la catechesi sullo Spirito Santo („che assicura alla Chiesa “universalità” e “unità” operando in modo sinodale“), Francesco ha ricordato ieri ancora una volta „i conflitti in Medio Oriente, Ucraina, Myanmar e Sudan e chiede nuovamente ai fedeli di invocare la Vergine attraverso la preghiera mariana in questo mese che le è dedicato“ (Vatican News).
„Dopo quasi 4 mesi di accampamento, gli studenti palestinesi di Dortmund sono stati costretti dalla polizia tedesca a smontare il campo e ad andarsene, e la polizia ha detto che mi avrebbe arrestato se fossi andato lì. Tutto questo solo perché gli studenti mi avevano invitato a parlare al loro evento e perché il giorno prima avevo partecipato a una protesta pro Palestina a Berlino che la polizia aveva preso d'assalto. Dobbiamo tutti opporci alla repressione che gli attivisti subiscono solo per aver parlato contro il genocidio e l'occupazione in Palestina. A Dortmund, in tutta la Germania e in tutto il mondo. Non saremo messi a tacere; Palestina libera“ (Greta Thunberg, X, 9.10.24)
Il settimanale „Der Spiegel“ ha dedicato un numero all’ira e alla sua gestione politica; con l’ira di Achille comincia la nostra cultura europea; insomma il tema non è nuovo, ma in vero non è molto chiaro chi è irato con chi: gli altri con l’AfD o la AfD con gli altri; il giornalista e reporter di guerra, Julian Reichelt, che il mainstream giudica „populista di destra“ scrive nella sua bacheca in X (9.10.24), riferendosi ad un membro verde del parlamento europeo, Alexandra Geese: „I Verdi ora minacciano apertamente di perseguire penalmente e di proteggere la Costituzione chiunque osi definire la loro censura verde una censura. Queste persone hanno completamente abbandonato la democrazia e i diritti fondamentali. Inoltre, stanno cercando di far valere la loro lotta contro la disinformazione con la disinformazione. Il codice penale non definisce da nessuna parte il “discorso d’odio”.“ Certo in tutto questo (la denuncia del genocidio della Thunberg e questa denuncia del giornalista tedesco non vi è quella calma contemplativa di cui parlavo nella meditazione iniziale, ma il lavoro del filosofo è anche „critico“ e oggi critica significa comprendere bene chi davvero odia, chi davvero è irato e per quale ragione…
PS Sulla questione della definizione giuridica di „discorso d’odio“ ho chiesto ad una mia amica giudice se vi è una definizione precisa di esso. Ecco la risposta: „Salut, no, non esiste, non è del tutto chiaro cosa si intenda esattamente. Secondo il diritto penale, potrebbe trattarsi di incitamento all'odio o semplicemente di insulto. Per l'incitamento all'odio, tuttavia, un “discorso” deve disturbare la pace pubblica; per l'insulto, invece, si deve intendere una persona o un gruppo di persone specificamente identificabili.“ - se affermo che „i soldati sono criminali“, questa frase giuridicamente è punibile solamente se si intende un gruppo preciso: „tutti i soldati tedeschi sono criminali“, o „tutti i soldati israeliani sono criminali“, se si intende „tutti i soldati del mondo sono criminali“, quest’ultima frase è troppo mancante di significato specifico e poi potrebbe essere protetta, e per lo più in Germania lo è, dal diritto di opinione e dal diritto di espressione artistica, per essere perseguita giuridicamente.
Il codice penale tedesco è formulato come segue:
Codice penale (StGB)
§ Sezione 130 Incitamento all'odio
(1) Chiunque, in modo tale da turbare la quiete pubblica
1.
incita all'odio contro un gruppo nazionale, razziale, religioso o etnico, contro parti della popolazione o contro un individuo a causa della sua appartenenza al suddetto gruppo o parte della popolazione, incita alla violenza o a misure arbitrarie, oppure
2.
attacca la dignità umana di altri insultando, denigrando o calunniando maliziosamente un gruppo designato, parti della popolazione o un individuo a causa della sua appartenenza a un gruppo designato o a una parte della popolazione,
è punito con una pena detentiva da tre mesi a cinque anni.
La mia amica ci tiene a dire che „il diritto penale è l'ultima ratio e ci sono pochissime cose che non si possono dire.“ Dapprima mi aveva scritto: „E nel caso di insulti collettivi, il gruppo di persone deve svolgere una funzione sociale riconosciuta e avere una propria volontà, quindi, ad esempio, “gli ebrei” non possono essere insultati (ma ovviamente un individuo a cui viene specificamente rivolto l’insulto e che si intende personalmente), ma un'associazione, ad esempio, secondo l'opinione prevalente, probabilmente sì.“; ma poi si è corretta: „Ah, aspetta, la denominazione collettiva può essere diversa nel dettaglio, quindi anche “gli ebrei” possono essere insultati (scusate, sembra stupido, ma gli avvocati ci pensano molto su queste finezze). È da un po' che non mi occupo di diritto penale... 😅🤷🏽♀️ In ogni caso, questo può essere problematico in certe circostanze, perché bisogna pensare bene se il destinatario dell'insulto può essere identificato in modo specifico... Bisogna distinguere tra un termine collettivo, che posso usare per insultare singoli individui, e un insulto collettivo, cioè in relazione alla questione se posso anche insultare la collettività in quanto tale. Ora, basta con questa escursione nel mondo quotidiano dei nostri cavilli... 😅“.
Abba nostro…
(Dopo) „La telefonata di mezz'ora fra Joe Biden e Benjamin Netanyahu segna un accordo di massima sul piano di attacco all’Iran. Che, spiega il ministro della Difesa Yoav Gallant, sarà “preciso, letale e sorprendente”. Ma quali obiettivi colpirà? Secondo la stampa americana, Biden ha chiesto agli alleati israeliani di considerare i bersagli militari e non quelli “energetici”.“ (Banfi, versione odierna). Dalla stessa versione vorrei citare due altre notizie che mi sembrano importanti per il „filo rosso“ del mio diario: 1) „L’economista americano Jeffrey Sachs e la commentatrice di Al Jazeera Sybil Fares scrivono un articolo sul tema della sicurezza di Israele, tradotto in Italia dal Fatto. E rovesciano lo schema: “È l’occupazione dei territori a creare insicurezza”. 2) „Il presidente ungherese sfida il Parlamento, dicendo: “La Ue è in agonia”. Dura risposta di Ursula von der Leyen. Roberta Metsola prova a calmare le contestazioni in aula.“
(Pomeriggio) Tutto il lavoro fatto nel mio diario pubblico (Amore come crisi) in dialogo con Ulrich (senso necessario dell’essere come amore gratuito) e Jünger (il nodo gordiano est/ovest: cioè la questione di cosa sia grande nella storia) si lascia riassumere citando Schiller con questa frase: „Ci sono solo due virtù: se fossero sempre unite, se la bontà fosse sempre grande, se la grandezza fosse sempre buona!“ (Frase citata da Jünger nel „Nodo gordiano, edizione tedesca, 465). Il mondo si trova in un processo unitario ( = paradigma tecnocratico) in cammino in cui non solo il sud del mondo, main primo luogo l’est del mondo si trovano in conflitto con il nord del mondo. Il problema è che tutti hanno uno stesso problema: come usare o distruggere l’anello del potere (Tolkien)? L’alternativa tra autocrazia (Cina, Russia…) e democrazia (EU, USA) è una pseudo alternativa: il managerialismo mondiale (N.S. Lyons) con i suoi specialisti del paradigma tecnocratico è ormai globale (non è solo cinese), ma non abbiamo uno „stato mondiale“ con un „contratto mondiale“ come soluzione dei conflitti e forse è bene così; piuttosto che uno stato mondiale (su questo tema Jünger scrive un saggio nel 1960), abbiamo bisogno di contratti che si orientino ad un concezione poliedrica del potere (Methol-Ferré; Bergoglio)…se non ci orientiamo a questo superamento di ogni forma sferica del potere, distruggeremo il mondo che conosciamo…il vero problema si lascia riassumere con la frase del sacerdote lombardo don Giussani: le forze che muovono il mondo sono le stesse che muovono il nostro cuore. Jünger lo ripete più volte; il problema dei conflitti nel mondo non si lascia risolvere con un taglio netto del nodo gordiano: questa taglio è sempre e solo una forma dell’arbitrarietà del potere che non è conciliabile né con la grandezza né con la bontà di cui parla Schiller. La tensione est-ovest con oggi in testa la Cina e non più la Russia (come scriveva Jünger nel 1953) dura da millenni; gli spostamenti dell’influsso del potere sono stati minimali, non i morti, il paradigma tecnocratico non ha una soluzione, solo aumenta i possibili morti. Quello che dal 2022 cerco di dire nei miei diari pubblici in fondo si lascia riassumere in questa frase di Jünger: il problema del potere è „in“ noi, non „attraverso“ di noi o meglio „attraverso“ l’altro. Da Alessandro Magno (assunzione acritica del modello orientale) ad Hitler (confusione tra dominio del mondo e questione razziale) ad oggi sono stati fatti passi sbagliati (lo pseudo scontro tra democrazia e autocrazia): e l’errore fatale è che il problema non è causato da un altro, ma è in me, nel mio cuore; odio e risentimento, sul grande teatro del mondo e su quello piccolo sono in noi e non causati da un „killer“ che è ovviamente sempre solo l’altro…NO! Il killer (assassino) è in me!
In un articolo odierno di Matt, due metafore per l’IA: „È possibile progettare il proprio Replika: qualcuno che sia “Sempre qui per ascoltare e parlare. Sempre al tuo fianco”.
Alla domanda su quale metafora mi viene in mente quando penso all'IA, ne ho proposte due:
Nella tradizione ebraica, un golem è una rozza creatura antropomorfa fatta di argilla o fango, portata in vita da incantesimi rituali. Nella Mishnah, la parola “golem” si riferisce a qualcuno che non è sofisticato; in ebraico moderno significa semplicemente muto. “Se gli viene ordinato di eseguire un compito, un golem esegue le istruzioni alla lettera. In molte rappresentazioni, i golem sono intrinsecamente perfettamente obbedienti”, secondo Wikipedia.
Sempre da Wikipedia: Nel mondo dell'occulto, un egregore è un essere artificiale indipendente che nasce da una mente collettiva. Può essere creato deliberatamente, come “efficace alleato magico, ma l'aiuto dell'egregore ha un prezzo, poiché i suoi creatori devono soddisfare il suo appetito illimitato per la devozione futura”. - è un buon spunto critico, ma per me il chatgpt è anche un aiuto per una cultura democratica, per uno che come me vive in un paesino senza biblioteche a parte la propria; ovviamente „democratico“ non è alcunché di solo positivo…
(Wetterzeube, il 9. 10. 24; San Newman) Nel giorno in cui si ricorda il suo essere accolto nella Chiesa cattolica (Littlemore-Oxford, 1845), Papa Francesco ha deciso di porre la ricorrenza liturgica del santo inglese, canonizzato nel 2019. Vorrei oggi citare una sua preghiera nella traduzione del cardinal Martini:
Guidami, dolce Luce; / attraverso le tenebre che mi avvolgono / guidami Tu, sempre più avanti! Nera è la notte, lontana è la casa: guidami Tu, sempre più avanti! / Reggi i miei passi: cose lontane non voglio vedere; / mi basta un passo per volta. / Così non sempre sono stato né sempre Ti pregai / affinché Tu mi conducessi / sempre più avanti! / Amavo scegliere la mia strada, ma ora guidami Tu, sempre più avanti! / Guidami, dolce Luce, guidami Tu, sempre più avanti! AMEN!
Su Giorgia Meloni. „In breve, stiamo assistendo alla ‚cannibalizzazione‘ economica dell'Europa da parte del capitale statunitense. Non che la cosa debba sorprenderci. Come scrive lo storico francese Emmanuel Todd nel suo ultimo libro: “Man mano che il suo potere diminuisce a livello mondiale, il sistema americano finisce per gravare sempre di più sui suoi protettorati, che rimangono le ultime basi del suo potere”. Poiché l'industria europea è fondamentale per gli interessi degli Stati Uniti, continua Todd, dobbiamo aspettarci un maggiore “sfruttamento sistemico” di Roma e Berlino da parte del centro imperiale di Washington. Il fatto che ciò avvenga sotto gli auspici di un “patriota” autodefinitosi tale come la Meloni non fa che evidenziare la grottesca debolezza della politica europea.“ (Thomas Fazi è editorialista e traduttore di UnHerd. Il suo ultimo libro è „Il consenso Covid“, scritto insieme a Toby Gree). Il giornalista si chiede, nel corso dell’articolo, se l’aver ricevuto un premio dal „Concilio atlantico“, per mano di Elon Musk, non sia un segno che la „patriota“ italiana stia ritornando nel suo corso politico originario, ma non lo crede: piuttosto, sia che si tratti del „Concilio atlantico“ o di „BlackRock“, con il quale la Meloni ha rapporti intensi, si tratta pur sempre di mega costellazioni finanziarie che per l’appunto vogliono fare gli Stati Uniti „great again“. Non lo so, è chiaro che la premier deve tener conto di tutte queste questioni finanziarie, che per me come filosofo sono in un certo senso „secondarie“, primaria è la questione della pace e di quelle forze che non per santità, ma per calcolo politico e finanziario non vogliono che il mondo esploda.
Nel suo ultimo viaggio in Luxemburg e Belgio, credo in quest’ultimo paese, il Papa ha incontrato i suoi confratelli gesuiti - incontri di questo tipo ci sono stati in tutto il mondo e sono l’occasione per il Santo Padre di riassumere le linee „elementari“ del suo magistero: missione e non proselitismo (rinviando alle figure di Matteo Ricci e Roberto De Nobili); i quattro verbi della sua posizione sulla migrazione („accogliere, accompagnare, promuovere ed integrare“)…; nell’incontro in Belgio si è parlato anche della donna, problema che il Papa non vuole ridurre alla questione „clericale“ del sacerdozio delle donne, ma ha sottolineato come ci siano tante donne che giocano un ruolo molto importante nel Vaticano, anche nella nomina dei vescovi e che vi è una congregazione di suore in Perù che supplisce alla mancanza di sacerdoti, anche nella gestione di parrocchie…PS Sulla von der Leyen come „madre“ non dico nulla, la citazione del Papa serve forse a ché non mi accanisca contro questa politica…io penso piuttosto ad una guerrafondaia che ad una madre…
Abba nostro…
(Dopo) „Sulle mappe dei potenti il nuovo ordine è sempre presentato come facilmente raggiungibile: una linea sulla cartina. Poi la realtà è sempre diversa. Ieri un tragico episodio ce lo ha ricordato. Una troupe del Tg3 della Rai guidata dall’inviata Lucia Goracci è stata aggredita in Libano dal parente di due donne uccise nei raid israeliani. La pesante aggressione alla fine è costata la vita ad un collaboratore locale della Rai, che da anni con prudenza e saggezza accompagnava i giornalisti nella zona. È stato colpito da un infarto e non è stato possibile salvarlo. Intanto le notizie dal Medio Oriente riferiscono di una esplicita minaccia di Benjamin Netanyahu che paragona il Libano a Gaza e invita la popolazione a schierarsi contro gli hezbollah per evitare “la distruzione”. Il premier israeliano ha fermato anche il Ministro della Difesa Yoav Gallant che doveva recarsi negli Stati Uniti. E forse otterrà un colloquio diretto con il presidente Usa Joe Biden, con cui non parla dalla fine di agosto. Tema: la guerra all’Iran. Francesca Mannocchi sulla Stampa racconta delle aspirazioni alla Grande Israele, scatenate nei gruppi fondamentalisti dall’offensiva di terra in Libano. Mentre Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera critica le scelte di politica estera di Joe Biden: la diplomazia Usa ha fallito sia sull’Ucraina che sul Medio Oriente e questi due conflitti rischiano di segnare per sempre la fine della sua presidenza. A proposito di elezioni Usa, uno dei due giornalisti del Watergate, Bob Woodward, ha appena pubblicato un libro (titolo War) in cui accusa Donald Trump di avere avuto continui colloqui e contatti con Vladimir Putin, anche dopo la sua uscita dalla Casa Bianca. La nostra Giorgia Meloni, esclusa dai colloqui pre Ramstein, riceverà a sorpresa Volodymyr Zelensky. Mentre Viktor Orbán a Bruxelles, presentando la sua presidenza Ue, ha ribadito che non ci sarà la vittoria finale di Kiev….La Versione si conclude, fra l’altro, con la magnifica storia dell’unico prete cattolico in Bhutan: un gesuita che celebra la messa nelle case private (unico luogo dove è permesso) per i 200 fedeli del posto. Il suo incontro casuale con Madre Teresa di Calcutta gli ha segnato l’intera esistenza.“ (Banfi, versione odierna) - Ho lasciato in grassetto la bella notizia di questo gesuita che ha il coraggio di cui ha parlato il Papa ai suoi confratelli in Belgio. Ho messo in corsivo alcune cose che vorrei commentare brevemente; nel terzo punto si tratta di una considerazione generale: 1) Ho visto il video „paternalista“ di Netanyahu di cui parla Banfi e riprendo qui il commento di Michael Tracey: „Professando preoccupazione umanitaria per il popolo libanese mentre lo bombarda a tappeto, e minacciando che se i cittadini comuni non rimuovono in qualche modo una fazione al potere nel Paese, possono aspettarsi che il Libano venga completamente raso al suolo come Gaza. Davvero toccante“ (X, 8.10.24). 2) Tantissimi giornalisti alternativi, di sinistra e di destra, hanno fatto vedere che il Russiagate è stata un’invenzione, cosa che suppongo accada ancora una volta con il libro di Bob Woodward. 3) Lo sconvolgente documentario di Max Blumenthal, condiviso anche da Maté, fa vedere come c’é stata una propaganda (bambini decapitati…) che aveva solo uno scopo e che è stata sostenuta dall’amministrazioni Biden e Netanyahu: legittimare, non dico un genocidio, ma perlomeno un massacro inaudito di una grande parte del popolo palestinese a Gaza, massacro che si sta ripetendo in queste ore in Libano e in Cisgiordania…
(Pomeriggio) Insopportabile! Il libro di John Sweeney (1958), reporter della BBC, su Navalny è insopportabile. Dopo le 31 pagine dell’introduzione mi sono fermato; si tratta del peggio del giornalismo mainstream che io conosca. L’avevo comprato perché a me persone che muoiono in prigione le sento come „prossimo“, quel prossimo che Gesù vuole che io ami: quindi persone come Anna Politkovskaja, Natalja Estimorowa, Boris Nemzow e per l’appunto Alexey Nawalny mi stanno a cuore, come anche tutte le persone dei presunti „uccisi“ di Putin che sono elencati alla pagina 339-340 del libro nell’edizione tedesca. Le 31 pagine dell’introduzione, in cui gli avversari o sono „Killer“ (Putin) o sono „ridicoli“ (Carson) non sono riusciti a togliermi l’interesse per Navalny stesso, che pur con tutte le sue contraddizioni, è una figura interessante, ma io di Sweeney non mi fido. So bene che Tucker Carson è un giornalista dei potenti (dal nuovo presidente argentino Javier Milei fino a Putin), ma per lo meno traccia delle linee che potrebbero portarmi all’Augusto che cerco al servizio della pace…Sweeney scrive al servizio del mito della totale sconfitta di Putin, quello che ci sta portando all’orlo dell’abisso…
(Dopo) La necessità del processo, la sua inevitabilità“, l’inevitabilità del processo tecnocratico era il tema del “Il lavoratore” (decimo volume dell’opera omnia; il volume nono contiene saggi antecedenti e posteriori ad esso) nel „Nodo gordiano“ viene solo toccato velocemente da Jünger. Diciamo che nella Cina odierna, anche se confucianesimo e comunismo giocano un qualche ruolo, è chiaro che è la tecnica, con il suo bisogno di specialisti, si vede quale sia il movimento elementare della storia del mondo. Il „senso necessario dell’essere“ (Ulrich) come gratuità del dono di amore è forse il motore ultimo della storia, se se ne tiene conto la sua dimensione sovraessenziale, ma diciamo che l’essenza del processo e la sua necessità orizzontale è quella del paradigma tecnocratico; quando l’imperatore giapponese Mutsuhito (dal 1852 al 1912) si decide per la tecnica occidentale, aveva già sperimentato la sottomissione, la sconfitta dello shogunato; tutto ciò era già accaduto da noi con la sconfitta del mondo di Parsifal, da parte della modernità. Pur tenendo conto della sconfitta di Pearl Harbor, da parte delle forze navali imperiali del Giappone, rimane il fatto che i Giapponesi non erano in grado di raggiungere il continente statunitense con i loro aerei, e non hanno potuto far altro che servirsi del lavoro manuale per tentare di attaccare il nemico, mentre gli aerei statunitensi si servivano delle linee di montaggio: costruirono dei piccoli palloni che si muovevano con il movimento fortuito dei venti. Mentre io ho sempre pensato che la bomba atomica di Hiroshima fosse frutto di un calcolo politico e militare per evitare una possibile sconfitta, Jünger pensa che lo sgancio di essa sia accaduto quando il Giappone stava già perdendo. Insomma la bomba e non solo quella di Nagasaki era pura manifestazione di potenza, della potenza dell’inevitabile.
Già nel 1953 Jünger sapeva, però, che questo processo superava le sfere di influenza democratica ed autocratica, ma oggi è del tutto chiaro che siamo in una posizione di stallo, come si vede in Ucraina; la superiorità tecnocratica di Israele, se ha ragione Michele Brignone a ricordare il pensatore francese Raymond Aron, che parlava di un’impotenza della vittoria per Israele, è forse un caso anomalo dovuto dalle insicurezze del mondo „arabo“; diverso sarà se questo si appoggerà alla grande costellazione del „Sud“ del mondo (Cina, Russia, India, Brasile…)…PS in questa riflessione non ho tenuto conto delle catastrofi naturali, come quella che sta accadendo (prevista) in queste e nelle prossime ore in Florida…
(Stoccarda-Feuerbach, l’ 8.10.24; 9.giorno della novena a San Newman) Nell’ultimo giorno della novena il „Centro internazionale degli amici di Newman“ ci fa riflettere su Dio stesso, „beatitudine dell’anima“. Newman si esprime così: „PossederTi, o amante delle anime, è felicità, la sola beatitudine dell’anima immortale! Godere la visione di Te è la sola beatitudine dell’eternità! Al momento presente possiamo provare diletto dei sensi e del tempo, ma non dureranno per sempre. Ne saremo spogliati quando lasceremo questo mondo. Un giorno tutte quelle ombre svaniranno. Che cosa faremo allora? Non ci rimarrà nulla all’infuori del Dio onnipotente. / Tu solo, mio Signore, sei il cibo per l’eternità: Tu solo. Soltanto Tu puoi soddisfare l’animo umano. Vedere Te, fissare lo sguardo su di Te, contemplare Te: questo è solo qualcosa di inesauribile.Tu infatti sei immutabile, eppure in Te ci sono sempre profondità più gloriose e attributi diversi da scrutare; ricominceremo sempre dall’inizio, come se non Ti avessimo mai visto. Alla Tua presenza scorrono torrenti di delizia, che nessuno di coloro che l’hanno provata si lascerà scappare. Questa è la mia parte di eredità , da ora e per sempre! (MD, pp. 327-328). Newman si esprime con un linguaggio forse platonico, ma in fondo dice ciò che conta sub specie aeternitatis: Dio! Preferisco il linguaggio dei Salmi e dei profeti: „La mia anima Ti desidera nella notte, anche il mio spirito è pieno di desiderio per Te“. Dio ama la nostra anima (psychè), ma anche il nostro spirito (pneuma), ed ama il nostro corpo, la nostra carne:
„O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz’acqua.“ (Salmo 63 (62), 2)
Questa triplice struttura dell’uomo mi sembra essere più adeguata del linguaggio platonico per esprimere ciò che io penso sia Dio. Intendo l’anima come la struttura spirituale della persona; lo spirito come ciò che esprime il suo compito nel mondo; e la carne è ciò che un giorno risorgerà e che oggi „anela“ Dio! Detto questo io vorrei essere un po’ più come Newman e un po’ meno come me. E cibarmi un po’ di più di Dio solo!
„Il problema è essere, perciò il problema è la conversione a Cristo. Il problema è la conversione a Cristo, cioè l'autocoscienza nuova, la fede, il portare uno sguardo di fede continuo a sé, il dire "io" con quella profondità, quella prospettiva abissale, per cui uno si fonde o s'unisce, paradossalmente (è il paradosso culmine per noi, oltre il quale non se ne può concepire un altro), al fondo s'unisce a Cristo. Insomma, non è un attivismo.“
(LUIGI GIUSSANI UNA RIVOLUZIONE DI SE’) - in questa frase, che ha mandato oggi in giro Gianni Mereghetti, il sacerdote lombardo mette in evidenza una polarità importante: quella di essere ed azione. Senza la conversione all’amore gratuito di Cristo, di cui la donazione dell’essere è „similitudo“, le nostre azioni diventano „attivismo“, cioè „vanità dei sensi e del tempo“.
„“Sono con voi…”. Con gli abitanti di Gaza, con gli sfollati, con chi è fuggito dalle bombe, con le madri che piangono i figli morti, con i bambini a cui è stata rubata l’infanzia, con tutti coloro che non hanno voce e che subiscono le conseguenze dei conflitti “che i potenti fanno fare agli altri”. Il Papa ripete sette volte la sua espressione di vicinanza ("Sono con voi...") nella lettera del 7 ottobre, giorno in cui un anno fa “la miccia dell’odio” è divampata con il brutale attacco di Hamas contro Israele, a tutti i cattolici del Medio Oriente. Una porzione di popolo martoriata, stremata, ferita da una guerra che né la comunità internazionale, né i Paesi più potenti con una "vergognosa incapacità" sono riusciti a far terminare.“ (Salvatore Cernuzio, Vatican news).
Abba nostro…
(Stoccarda-Feuerbach, il 7.10.24; Maria, nostra Signora del Rosario; 8. giorno della novena a San Newman) Con la novena a Newman ci incamminiamo verso il nove di Ottobre (nel 1845, in questo giorno Newman „fu accolto nella Chiesa cattolica a Littlemore (Oxford)“, dove sono stato quest’estate con Konstanze). Corrispondentemente anche alla memoria del giorno, in questo ottavo giorno della novena il tema è Maria, „Consolatrice degli afflitti“. Newman svela quale è il mistero della „vera consolazione“: „sono in grado di confortare gli altri coloro che, a loro volta, sono stati molto provati, hanno sentito il bisogno di consolazione e l’anno ricevuta“ (MD, pp. 56-57). Maria è stata consolata da Gesù stesso nella Croce ed affidata a Giovanni, ma questo non toglie il fatto che „fu una straniera e pellegrina sulla terra“; Newman ci ricorda due momenti di questo pellegrinaggio: „quando Gesù era bambino dovette fuggire nel deserto verso il pagano Egitto, e così pure, quando Gesù fu salito al cielo, dovette imbarcarsi per raggiungere la pagana Efeso, là dove visse e morì“. // La memoria del giorno ci ricorda la vittoria dei cristiani nella battaglia navale di Lepanto (1571), voluta da Pio V; ma oggi è venuto il tempo di pensare a Lepanto, non più nella modalità di uno scontro tra le religioni, ma nel senso dei grandi documenti di pace e di armonia umani, firmati dal Santo Padre: 1) Il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, noto anche come Dichiarazione di Abu Dhabi, è stato firmato il 4 febbraio 2019 da papa Francesco e dal Grande Imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyib. 2) Presso la moschea Istiqlal di Giacarta, la più grande moschea del Sud-Est asiatico, Papa Francesco, insieme al Grande Imam Nasaruddin Umar, ha firmato una dichiarazione congiunta che condanna l’uso distorto della religione per giustificare conflitti, violenze e guerre: Il documento è intitolato “ Promuovere l’armonia religiosa per il bene dell’umanità ” e pone per l’appunto l’accento sulla necessità di tutelare la dignità umana e promuovere la pace e il dialogo tra diverse tradizioni religiose. Ecco questo significa per me oggi „Lepanto“, in quel viaggio che da Pio V ci ha portato a Papa Francesco, entrambi successori di Pietro…// Un altra ricorrenza importante sarà quella degli 800 anni dalla morte di San Francesco; Davide Rondoni recentemente ha ricordato l’importanza del Santo per l’Italia e per la pace.
Vorrei ricordare infine che il primo di ottobre (nel 1968) si ricorda la morte di Romano Guardini, una delle figure più notevoli della teologia del XX secolo; nella mia bacheca in Facebook l’altro giorno ho condiviso questa sua frase: «Il Cristianesimo non è una teoria della verità o una interpretazione della vita. Esso è anche questo, ma non in questo consiste il suo nucleo elementare. Questo è costituito da Gesù di Nazareth, dalla sua concreta esistenza, dalla sua opera, dal suo destino». (Romano Guardini, L'essenza del Cristianesimo, 1929).
La dimensione spirituale dell’essere una straniero e pellegrino sulla terra non può essere tradotta in termini di „teologia politica“, ma certamente è fonte di ispirazione per ogni „politica teologica“ (solo quest’ultima tiene conto della relativa autonomia della politica dalla religione). Nel suo intervento ad Assisi, di qualche giorno, fa Davide Rondoni mette bene in evidenza alcuni momenti di questa „politica teologica“, richiamandosi alla figura di San Francesco: in primo luogo un si radicale alla vita dal suo inizio alla sua fine, cioè del dono intoccabile che è la vita o detto filosoficamente l’essere stesso. In secondo luogo facendo diventare sempre di più Assisi un luogo di perdono e di pace; non so se sia possibile, come richiesto da Rondoni, far venire i grandi della terra ad Assisi, ma forse è più possibile, come fece Francesco con il sultano: andare con questo suo spirito dai grandi della terra (come desidera fare papa Francesco con la Cina).
Da giorni cerco di riflettere su ciò che Matt Taibbi ha detto recentemente sulla censura voluta dai potenti „democratici“ statunitensi ed attuata in Europa dal sedicente centro; sento anch’io il bisogno di una figura come quella di Alcide de Gasperi, proposta al Meeting di Rimini di quest’anno; ma non di una copia di de Gasperi, piuttosto di un de Gasperi che accetti e comprenda le sfide che stiamo vivendo ora; un de Gasperi che sappia rendere carne oggi il programma del risorgimento cristiano (come fedeltà laica al Papa), che non cerchi uno scontro con la società laica, ma voglia diventarne il il „sale“ e che sappia integrare tutte quelle forze „populiste“, che cercano di vivere una democrazia dal basso, nel senso di Tocqueville, che vede la democrazia come un sistema in evoluzione, inevitabile nella sua affermazione, ma che deve essere costantemente bilanciato per evitare i rischi del conformismo, della centralizzazione del potere e della tirannia della maggioranza. Il suo messaggio centrale è che la democrazia può promuovere libertà e uguaglianza, ma solo se accompagnata da partecipazione attiva, responsabilità civica, e salvaguardie contro i rischi autoritari. Il suo libro più famoso è „La democrazia in America (1835-1840)“; 1) Tocqueville vede la democrazia come un sistema fondato sull'eguaglianza delle condizioni, un processo inevitabile che stava trasformando le società occidentali. Tuttavia, egli avverte che questa tendenza può avere due esiti: la libertà o la tirannia (questa polarità viene studiata da Jünger nel „nodo gordiano“ del 1953, in riferimento alla polarità occidente/oriente e sui cui abbiamo riflettuto e riflettiamo in questo nuovo diario). L'eguaglianza può favorire una maggiore giustizia e opportunità, ma può anche portare al conformismo di massa o all'eccessivo potere centralizzato se la libertà individuale non è adeguatamente tutelata. Il samizdat occidentale (copyright: Matt Taibbi) ci sta facendo comprendere che questo „conformismo di massa“ è più un atteggiamento delle élite statunitensi ed europee (i neocons democratici e repubblicani e la politica alla Ursula von der Leyen nell’EU) che dei populisti, nel senso che quelle élite lo sanno dirigere con i loro media aziendali. Si tratta di quel managerialismo „cinese-occidentale“ analizzato da N.S. Lyons. In questo contesto mi sembrano politici come Donald Trump, che non è un neocon, e Viktor Orbán infinitamente più democratici che Kamala Harris o per l’appunto Ursula von der Leyen. 2) Tocqueville teme il rischio di un nuovo tipo di tirannia nelle democrazie: il "dispotismo morbido". In questo scenario, il governo si occupa di tutti gli aspetti della vita dei cittadini, rendendoli dipendenti dalle istituzioni statali (questo è un aspetto che interessa in modo particolare a Matt Crawford, che ho citato spesso nei miei diari). Ciò non sarebbe una dittatura esplicita, ma un controllo soffocante e paternalistico che limita l'iniziativa individuale. Tutte le forme di censure attuali e tutta l’arroganza di determinare cosa debbano pensare i cittadini su determinati temi, fa parte di questo capitolo…3) Per evitare i rischi della centralizzazione e del dispotismo, Tocqueville sottolinea l'importanza della libertà individuale e dell'autogoverno locale. Egli ammira il sistema democratico americano per il ruolo centrale delle istituzioni locali e delle associazioni civili, che rafforzano la partecipazione attiva e la responsabilità dei cittadini. Proprio quello che autori come Glenn Greenwald, Matt Taibbi, J.D.Vance, N.S. Lyons, Matt Crawford, Aaron Maté… vedono in crisi negli USA di oggi e che io (non solo io) vedo in crisi nell’Europa odierna. Chi più mi comprende in questo è Renato Farina. In questo capitolo deve essere inteso anche quel momento della dottrina sociale cattolica che va sotto il nome di sussidiarietà. 4) Tocqueville nota il ruolo cruciale della religione nella società americana come una forza stabilizzante. La religione, pur separata dalla politica, offre un'ancora morale che impedisce l'anarchia e sostiene l'ordine sociale, promuovendo virtù e rispetto reciproco tra i cittadini. Questo punto è quello che io ho prima espresso come programma risorgimentale (Rosmini), come fedeltà laica (non pappagallesca) al papato. In vero sulla questione della „profezia della pace“ ed in genere sulle profezie dei poveri e del clima io sono del tutto d’accordo con Papa Francesco, ma come laico devo tentare un „giudizio storico“ che non è identico con quello del Papa, perché come Papa lui sottostà ad esigenze diplomatiche che non sono identiche alle esigenze di un filosofo; in questo senso, per fare un esempio io non ritengo che la neutralità tra la Harris e Trump, proposta dall Papa, sia la scelta politica giusta. Mi servo della mia coscienza, come tra l’altro vuole anche il Papa, per dare un giudizio storico relativamente autonomo, nella modalità della verosimilitas. Sono anche cosciente che sul punto importante della migrazione politici come Trump o Orbán dicono l’esatto contrario da quello che dice Papa Francesco; credo che su questo punto sia necessario un dialogo tra le due posizioni che nascono da „interessi“ differenti… Ovviamente quanto ho scritto sulla „fedeltà laica al Papa“, ha senso solo se Cristo è chi noi cattolici confessiamo essere: vero Dio e vero uomo. Il Papa è il suo rappresentante petrino. Quindi quando Renato mi scrive: „Le questione centrale per me è la fede. Il peso della fede. Il rapporto personale con Cristo. Cosa esso ha a che fare con gli esiti della storia, oggi!“, sono del tutto d’accordo. Io mi esprimo più a livello ontologico che cristologico: non parlo spesso della mia amicizia intima con Cristo, perché non mi sento degno di essa, ma quando parlo del dono dell’essere come amore gratuito e dell’exinanitio dell’essere penso sempre all’inno ai Filippesi. 5) Un altro problema centrale che Tocqueville individua nelle democrazie è la possibilità della tirannia della maggioranza: la tendenza di una maggioranza a imporre le proprie opinioni e interessi a scapito delle minoranze. Questo fenomeno minaccia le libertà individuali e i diritti delle minoranze, e richiede meccanismi di controllo come una forte divisione dei poteri e la difesa dei diritti civili. Oggi più di questo pericolo, mi sembra che ci sia, come ho accennato sopra, una tirannia della maggioranza guidata da un’élite politica e mediale; il cosiddetto „populismo“, che in vero è una „maggioranza alternativa“ a quella del mainstream, sta cercando di ribellarsi ad una „tirannia“ che non ha alcun senso della „profezia della pace“; politici come Viktor Orbán, che hanno un senso molto forte per la profezia della pace, hanno un appoggio democratico alla Tocqueville infinitamente più forte di quello che hanno i neocons statunitensi o lo pseudo centro europeo. 6) Tocqueville riconosce che la tendenza verso l'eguaglianza è inarrestabile e fa parte del destino delle società moderne. Tuttavia, la sfida per lui è gestire questo processo in modo da preservare le libertà individuali, mantenere un equilibrio tra uguaglianza e libertà, e evitare gli estremi del dispotismo o dell’anarchia. Credo che questi due estremi siano più attuali che l’alternativa di fronte alla quale o meglio dentro alla quale si è trovato ad agire de Gasperi (rimando anche alle mie righe che ho scritto ieri sera su Adenauer e De Gasperi)…
Abba nostro…
(Dopo) Il numero 37 del nodo gordiano di Jünger ci fa riflettere sulla differenza tra le strategie di guerra dell’est (Russia) e quelle occidentali (Francia), simboleggiata dall’incendio di Mosca del 1812. In occidente si tende a sottovalutare e a non comprendere fino in fondo l’ethos diverso che ha portato a questo incendio; diversità dovuta dal fatto che le forze elementari del tempo e dello spazio non vennero prese sul serio; lo sviluppo tecnico moderno tende a diminuire questa differenza, ma non ad eliminarla del tutto; il fatto che l’Ucraina faccia parte dell’Oriente forse deve essere considerato più attentamente, ma non sono competente a sufficienza per parlarne. Quello che Napoleone non prese sul serio (l’elementarità di tempo e spazio e della gestione „diversa“ del sacrificio di persone e cose), sembra non essere preso sul serio neppure oggi da USA ed Europa, che da una parte considerano a torto Putin un mostro e che dall’altra non prendono in considerazione la sua diversità di ethos. Cosa è disposto Putin a fare se minacciato all’estremo? Hitler tenne conto di questa differenza, forse perché tra lui e Stalin vi era una grande similitudo, e forse meglio di Napoleone stesso, scrive Jünger, ma anche la sua considerazione del pericolo „orientale“ è stata infine errata. Alla fine del capitolo che stiamo considerando Jünger scrive: „La perdita di Bisanzio opera fino al giorno attuale. Quella di Berlino potrebbe avere un impatto simile“ (parliamo del 1953). È possibile che proprio nel nostro tempo (2024) stiamo assistendo alla realizzazione di questa profezia di Jünger sulla caduta di Berlino, che non tiene conto di tutte quelle voci come Sieferle o R. Spaemann che hanno cercato di avvertire che la „mitizzazione“ di Auschwitz o „il sostituto religioso“ dell’Olocausto avrebbero avuto conseguenze catastrofali per la Germania. Così oggi a Berlino è politicamente corretto (ed anche giusto) ricordare i morti israeliani del sette di ottobre dell’anno scorso, ma non vi è un azione analoga per ricordare la moltitudine di uccisi palestinesi. La confessione laica e non pseudo religiosa del „mai più così“, non può che essere „mai più così per tutti“ e in primo luogo per i deboli…
(Stoccarda-Feuerbach, il 6.110.24; san Bruno; 7.giorno della novena a San Newman) Il settimo giorno della novena porta il titolo: „via breve alla perfezione“: presenta una „piccola via“ alla Newman; a me irritano le generalizzazioni, anche perché ognuno ha una „sua piccola via“; quella che descrive Newman è certamente adatta a chi vive in un posto come Littlemore (Oxford), anche se contiene elementi che mi sentirei di fare miei. Ascoltiamolo: „Non attardarsi a letto più dell'ora fissata per alzarsi; rivolgere a Dio il primo pensiero della giornata; fare una bella visita al santissimo sacramento; recitare l'Angelus con devozione; mangiare e bere rendendo gloria Dio; recitare bene il rosario; stare raccolti; tenere lontani i cattivi pensieri; condurre bene la meditazione della sera; fare quotidianamente l'esame di coscienza; andare a letto a un'ora consona.“ (MD, pp. 285-286). La cosa con la quale faccio più fatica è l’esame di coscienza. Ci provo ora…Mi sembra di avere identificato due punti.
Avendo viaggiato per molte ore (ma abbiamo detto insieme il rosario, tutti e quattro), vorrei commentare brevemente due cose che mi stanno a cuore. In primo luogo in riferimento alla „via breve alla perfezione“; credo che sia bene farsi dei pensieri „programmatici“, ma si deve tenere conto anche del fatto che in questa piccola via, per una persona sposata, potrebbe esserci per esempio il tempo per un dialogo con la moglie, invece che il rosario quotidiano, che noi preghiamo piuttosto nei mesi di maggio ed ottobre. In questa programmatica si trova la mia meditazione quotidiana, l’Angelus con Konstanze in macchina e quello settimanale con il Papa, etc. Il rosario è una forma buona della spiritualità cattolica, ma mezz’ora di silenzio non sono meno preghiera. Credo che che la programmatica più vera sia quella che corrisponde al cuore (nel senso di don Giussani).
In questi giorni sto pensando su due giganti dell’Europa come Adenauer e De Gasperi. La scelta di politica estera allora è stata probabilmente quella giusta: certamente meglio gli USA che Stalin. Allo stesso tempo rimane il fatto che gli USA non sono solo coloro che ci hanno aiutato con il piano Marshall, ma anche quelli che hanno sganciato la bomba atomica a Nagasaki; se quella sganciata a Hiroshima era già del tutto problematica, ma poteva forse (!!!) essere ancora giudicata come un atto di guerra, quella sganciata su Nagasaki è stata arbitrio puro, come giustamente aveva sostenuto un compagno di classe di Johanna tanti anni fa. E per quanto riguarda Israele era chiaro giusto che Adenauer abbia sostenuto lo stato nascente, ma è anche vero che la „mitologizzazione“ (Sieferle) di Auschwitz o il „sostituto religioso“ (Spaemann) dell’Olocausto si stanno rivelando come un errore fondamentale: l’amministrazione Netanyahu ha eliminato un numero enorme di civili (donne e bambini inclusi) in Gaza e in Cisgiordania, è tutto l’apparato mainstream è solo capace di dichiarare la sua solidarietà con Israele! Ancora una volta un genocidio o un parente di esso sta accadendo sotto i nostri occhi e noi non sappiamo pronunciare una sola parola profetica (grazie a Dio che c’è il Papa). // Per quanto riguarda De Gasperi, ci sono tante cose che mi impressionano molto: il suo rapporto con Gesù; il suo essere solus cum solo; il suo legame con il risorgimento (Manzoni, Rosmini) e con la democrazia di un Tocqueville, la sua obbedienza libera nei confronti del Vaticano, etc. Ma alcuni punti devono essere ripensati oggi cum grande animo y liberalidad: antifascismo e anticomunismo non sono più il nostro problema, piuttosto lo è l’idea di una crisi della democrazia occidentale; etc. Nella mostra del Meeting c’erano citazioni molto belle, anche sul come abbia accolto la sua morte…
Abba nostro...
(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, il 5.10.2024; sesto giorno della Novena a Newman; Faustina Kowalska) Il sesto giorno della novena mi porta a meditare l’avvenimento cristiano per eccellenza: „Dio ha assunto la carne e il sangue dell’uomo“; senza questa assunzione la carne sarebbe destinata, dopo un certo percorso di istinti polimorfi, a diventare cibo per vermi. Mentre questa assunzione fa si che essa diventi „cibo dell’anima“, e cibo del corpo. „Come posso elevare me stesso ad un tale atto, così da cibarmi di Dio? Aprirò la bocca e riceverò il Tuo dono. Chi può salvarmi al di fuori di Te? Chi può purificarmi se non Tu? Chi può farmi vincere me stesso se non Tu? Chi può risuscitare il mio corpo della tomba se non Tu?“ (MD, 409-410).
La „grandezza“ di cui parla Jünger è una questione di „grazia“; dopo aver uccisi in battaglia tanti russi Napoleone permette che un russo impigliato nel ghiaccio venga salvato, anche se questo salvataggio è complesso e costerà la vita di un soldato francese. Con questo gesto di grazia Napoleone trasforma un soldato russo in un soldato fedele alla sua causa e rivela la sua grandezza. Se vedo come è morto Navalny, non credo che Putin abbia questa grandezza, ma in vero questa grandezza non la vedo tanto sul grande palcoscenico del mondo, anche se certi gesti compiuti da Trump (in primo luogo l’assunzione nel suo team di Vance, di RFK jr e della Gabbard) fanno presumere che esso abbia un desiderio di superare il suo egocentrismo e questo superamento ha a che fare con la grandezza…Per quanto riguarda la Chiesa parlerei piuttosto di „santità“; anche quest’ultima non ha a che fare con la mancanza di errori e peccati; san Giovanni Paolo II lo è, santo, e Papa Francesco lo sarà, probabilmente, ma entrambi hanno compiuto vere e proprie decisioni sbagliate, per esempio nella nomina dei vescovi…
Ho finito di vedere la seconda stagione della nuova serie „Tolkien“: ci sono alcune scene che mi sono entrate davvero nel cuore: la nascita di Gandalf e la sua amicizia con Tom Bombadil; l’amicizia tra Gandalf e la „piccola“ Nori; l’amicizia tra lo gnomo Durin e l’elfo Elrond; il sacrificio di sé di Galadriel al cospetto di Sauron; il salvataggio comunionale di Galadriel…e tante altre ancora…
“Dio Mio Se guardo verso il futuro, m’investe la paura, Ma perché inoltrarsi nel futuro? Mi è cara soltanto l’ora presente, Perché il futuro forse non albergherà nella mia anima. Il tempo passato non è in mio potere. Per cambiare, correggere od aggiungere qualche cosa. Né i sapienti, né i profeti han potuto far questo. Affidiamo pertanto a Dio ciò che appartiene al passato. O momento presente, tu mi appartieni completamente. Desidero utilizzarti per quanto è in mio potere, e nonostante io sia piccola e debole, Mi dai la grazia della tua onnipotenza” (dal Diario di Faustina Kowalska)
Abba nostro…
(Dopo) La guerra è sempre una sconfitta (cosi hanno pensato gli ultimi papi), ma ovviamente nelle azioni di guerra ci sono criteri etici che possono essere o non essere rispettati. Nel capitolo 36 del „nodo gordiano“ Jünger nel 1953 li riassume così: prigionieri di guerra non sono un bottino di guerra che può essere usato in modo del tutto arbitrario; la popolazione civile non è un esercito contro cui si spara o si gettano bombe (qui si dovrà tenere presente l’argomento di terroristi che si nasconderebbero tra la popolazione civile, ma che non può essere limitato, per fare un esempio, ai soli Hezbollah o alla sola Hamas)…in questi due temi per Jünger ci sarebbe una rilevanza etica che viene normalmente rispettata nell’Occidente ed una mancanza di rilevanza etica nell’Oriente. Questa questione ha ovviamente una rilevanza attuale: l’esercito israeliano avrebbe un carattere morale che altri non avrebbero - quello che io so mi fa pensare che non sia così (vedi la mia riflessione di ieri pomeriggio sul tema); per quanto riguarda l’Ucraina e la Russia direi che entrambi gli eserciti sono „orientali“ (come è possibile che Israele stesso è „orientale“ e non solo i nemici contro cui combatte), ma ovviamente un’affermazione del genere deve essere discussa con fatti alla mano…Sia per quanto riguarda la guerra, sia per quanto riguarda le catastrofi naturali o le catastrofi epidemiche (tema adesso alla colazione; ieri è arrivato Ferdinand) vi è una dimensione etica di cui si deve tenere conto, anche nel modo differente di gestire il potere; la differenza tra il 1953, in cui Jünger ha scritto il „nodo gordiano“, ed oggi, credo sia il fatto della generalizzazione o globalizzazione del metodo di potere „manageriale“, che diventa sempre più „cinese“ (N.S.Lyons). Io mi confronto con Jünger (ma anche con Lyons) perché vedo in essi una reale rilevanza dell’argomentazione etica nel giudizio storico. Voglio ricordare ancora una volta che la mia scelta di Jünger, come partner di un dialogo intimo, ha a che fare con il fatto che io vedo un processo (simbolicamente nel nono volume dell’Opera omnia) un cammino che porta il giovane soldato dell’inizio del volume (che comunque ha sempre rispettato il suo nemico) nella sua orazione di Verdun (1980) a dire, in francese: „è necessario che la battaglia di Verdun cessi di essere una manifestazione a carattere solamente nazionalista, per diventare un appello alla pace tra le nazioni“ (p.530).
„Sorpresa! La guerrafondaia Liz Cheney appoggia Kamala Harris. Tale padre, tale figlia. Un voto per Harris è un voto per Dick Cheney e per la guerra perpetua”.“ (Tulsi Gabbard, X e Facebook, 5.10.24)
Dalla bacheca di Irina Socolova in LinkedIn: „EUROZONA: Il Primo Ministro slovacco Robert Fico:
💬 Stiamo lottando contro l’enorme pressione della Commissione europea affinché non venga attuato nulla da est a sud e da sud a ovest. A nessuno importa che abbiamo una sorta di partnership, che abbiamo oleodotti. Oggi non interessa a nessuno. È semplice, dicono tutti, aspetta un attimo, questo è gas russo, quindi perché gas russo, perché l’Europa dovrebbe trasportarlo attraverso l’Ucraina, la Slovacchia o da qualche altra parte. Ho una visione diversa su questo.
💬 Signore e signori, lo dirò ancora una volta e potrete giustiziarmi per questo. Ogni guerra finisce al tavolo delle trattative. Ogni guerra. Non ci credevo quando ho sentito la dichiarazione del presidente ceco, che ha cambiato notevolmente il suo atteggiamento nei confronti della guerra in Ucraina.“
„Chi è Kamala Harris, la donna che si prepara a conquistare la Casa Bianca? Finora, la campagna della candidata democratica alla presidenza non si è distinta per i suoi contenuti. Al contrario, la vicepresidente in carica è vista come opportunista e volubile. Le sue campagne - un misto di wokismo e risentimento. Copia lo stile di Donald Trump, ma ciò che lei stessa rappresenta rimane vago. Nelle parole di Tiago Cardão-Pito: proprio come Trump, il suo obiettivo è svalutare l'avversario politico, mentre non commenta quasi mai la politica economica, ambientale o estera.
Tuttavia, Thomas Fazi non si fa illusioni quando si tratta della sua posizione in politica estera: Harris è una “neo-conservatrice sotto mentite spoglie”. Il suo background progressista è al servizio delle tradizionali giustificazioni per gli interventi statunitensi all'estero. L'appello all'umanità e alla moralità, secondo Fazi, è il fondamento ideologico per l'uso della forza militare, del cambio di regime o della pressione economica e diplomatica per garantire l'“ordine internazionale basato sulle regole” - in realtà nient'altro che un codice cifrato per gli interessi geopolitici di una nazione che lotta per il suo status di potenza mondiale. {Questo è esattamente il contrario di quella rilevanza morale di cui ho parlato prima in dialogo con Jünger}.
La politica a là Harris come alternativa a Trump potrebbe quindi diventare essa stessa un prodotto di esportazione doppiamente avvelenato per il mondo. Con la sua politica estera “reaganiana” (Washington Post), minaccia di spingere gli Stati Uniti e i loro alleati in ulteriori avventure fatali. Allo stesso tempo, la politica del risentimento - l'inconciliabile e allo stesso tempo vuota campagna elettorale statunitense - minaccia di attraversare l'Atlantico per raggiungere l'Europa, come molto altro, e diventare il progetto strategico delle sedicenti “forze democratiche” nella lotta contro il populismo di destra. Questo sarebbe un disservizio per la cultura politica delle democrazie occidentali, già gravemente danneggiate.“ (Redazione, Makroskop)
(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, il 4.10.2024; quinto giorno della Novena a Newman; San Francesco di Assisi) Mi scrive un amico: Caro Roberto capisco che questo potrebbe - dovrebbe essere il momento della maturazione e diffusione delle nostre idee profonde. E invece tutto è come se chiamasse alla resa. Ma non abbiamo il diritto di non invocare la grazia di esserci e di lottare.
Nel quinto giorno della novena a San Newman il tema è la fonte dell’amore soprannaturale, che a livello teologico corrisponde all’idea dell’essere sovraessenziale. Newman è cosciente che siamo „nati nel peccato“ (cf. Salmo 51 (50)). „L’essere umano è per natura cieco e duro di cuore in tutte le questioni spirituali“ (MD, pp. 402-403), ma è possibile che i „nostri piedi diventino veloci come quelli di un cervo“ (Cf il cantico delle Lodi di questa mattina), come è possibile trovare nella materialità dell’essere le tracce della sua sua sovraessenzialità, cioè del dono dell’essere come amore gratuito (gratuito, non „essenziale“). Noi abbiamo bisogno dall’amore soprannaturale, che è fuoco, „fuoco sceso dal cielo il giorno di Pentecoste“, un fuoco capace di consumare „gli scarti del peccato e della vanità“. Alle volte tutto sembra procedere così lentamente, perché siamo ingarbugliati nei desideri di un amore carnale (o „essenziale“, che è il colpo dialettico di ritorno del primo), ma è possibile la Tua gioia: „voglio gioire nel Signore“ (cf. Cantico delle Lodi).
Ieri leggendo Jünger mi sono accorto, ancora una volta, che è necessaria „una classificazione storica e teologica delle azioni e delle opere“, cioè una capacità di comprendere la graduazione di esse; dobbiamo evitare in ogni modo un giudizio, nel quale „tutte le vacche nella notte sono nere“; dobbiamo esporci nella preghiera e nel digiuno come vuole il Papa (CL ha aderito a questa sua preghiera), ma se non vogliamo cadere nello spiritualismo, dobbiamo anche tentare un giudizio storico, come quello che riguarda la totale complementarietà tra l’amministrazione Netanyahu e quella Biden. Israel Katz, ministro degli esteri di Israele, dice che non ha meritato di „mettere piede sulla terra di Israele“ chi non condanna o non ha condannato la risposta militare dell’Iran con chiarezza, come secondo lui avrebbero fatto la maggioranza dei paesi nel mondo; questa risposta iraniana è ovviamente da condannare, ma Israele, o meglio l’amministrazione attuale, non è senza colpa, anzi, in un certo senso sta diventando sempre più chiaro che cosa significhi fare dell’Olocausto una religione (Spaemann) o un mito (Sieferle). Katz chiede un totale assenso ad azioni criminali. Uno scienziato della politica libanese sostiene che „il leader di Hezbollah Nasrallah aveva accettato un cessate il fuoco di 21 giorni. Poi Israele lo ha ucciso“ (Redazione di Useful idiots). Oasis ci fa conoscere la voce del chierico sciita libanese Muhammad ‘Ali al-Husseini: «Scrivi il tuo testamento, perché chi ieri ti ha comprato oggi ti ha venduto»: queste le parole che il chierico sciita libanese Muhammad ‘Ali al-Husseini, ex membro di Hezbollah e oggi dichiaratamente ostile al Partito di Dio, ha rivolto al suo ex-amico Hassan Nasrallah durante un’intervista con l’emittente saudita al-Arabiya, andata in onda il 25 settembre. Per la sua capacità profetica, il monito è naturalmente diventato virale in poco tempo. E già lo scorso luglio, al-Husseini, che da alcuni anni ha la cittadinanza saudita, aveva messo in guardia Nasrallah in una lettera pubblicata sul quotidiano saudita Okaz: «Io so – scriveva il religioso – che Israele utilizzerà armi non convenzionali, e Dio è testimone di ciò che dico, e so che la guerra non si fermerà in Libano, ma si estenderà a Damasco, la quale cadrà proprio come cadde Beirut nel 1982». Prevedendo sofferenze senza precedenti, Husseini aveva chiuso invitando Nasrallah a un atto di responsabilità: «giuro, la guerra in Libano è dietro l’angolo, e solo tu puoi fermarla e salvare il nostro Paese dalla distruzione, e i nostri cittadini dalla morte» (Oasis). Devo dire che la „capacità profetica“ per me non è criterio sufficiente per dare un „giudizio storico“, anche se ovviamente anche questa voce profetica debba essere riflettuta…L’amore soprannaturale, così necessario, per camminare nella santità, non può essere tradotto automaticamente in un giudizio politico e storico…
San Francesco,
oggi facendo memoria di te
ti prego di sostenermi
perché come te sappia stare davanti a Gesù con tutto il mio io.
Ti prego, ho bisogno del tuo aiuto,
fa che anch'io desideri imitare Gesù,
guardare la realtà come Lui la guarda,
amare ogni persona come Lui la ama,
fammi vivere ogni contingenza
come spazio che apre all'infinito,
rendimi certo che tutto porta dentro
un'onda impetuosa di positività.
San Francesco
io voglio venire con te per le strade del mondo,
ma la mia intenzione lodevole non basta,
sei Tu (1) che solo puoi portare a compimento il mio desiderio,
Tu essendo il mio compagno di viaggio.
Amen (Gianni Mereghetti) (1) Credo che Gianni intenda, con un salto logico, Gesù, non Francesco.
Abba nostro…
(Dopo) Mi scrive Gigi nella mia bacheca in Facebook: „In questa situazione Roberto ho molta difficoltà a capire, a volte il verosimile non ha molto di vero, la nebbia dei media avvolge la luce“ - Caro Gigi, proprio questo tipo di giudizi sono quelli che Jünger mi ha aiutato a capire che dobbiamo fuggire come la peste: la notte in cui tutte le vacche sono nere, la nebbia dei media che avvolge la luce…Tu sei molto gentile e segui tantissimo di quello che scrivo; ci sono confratelli di CL che non solo non mi leggono più, ma dicono che sono uno che non si deve leggere, insomma che consigliano di evitare la mia pagina; ma grazie a Dio c’è Renato che con grande pazienza segue quello che scrivo. Io credo che senza il samizdat occidentale di Substack certe giudizi non li potrei neppure formulare o tentare; poi nella mia bacheca X ho tanti agganci a voci alternative; leggo anche i media aziendali come la FAZ, ma devo dire che il giudizio non può basarsi su di essi. E poi ho amici grandi sia negli USA che altrove che mi permettono di comprendere come si può comprendere solo dall’interno; questa prospettiva interna non è l’unica, ma io mi stupisco sempre quando pur sapendo che io vivo nella Germania dell’est, in questi anni solo una persona, Lucio Brunelli, ha sentito l’esigenza di farmi parlare sugli eventi che sono la mia storia quotidiana. Quando parlo di verosimile voglio educarmi a dare giudizi storici e non metafisici sulla storia, ma ho sentito e sento davvero il bisogno di quella „classificazione“ di cui parla Jünger. Alcuni pensano che mi sono radicalizzato e che sostengo cose che nessun politico del centro può sostenere, io penso invece che il centro alla Ursula o alla Giorgia sia il vero problema; poi a volte ho la sensazione che deve avere un dottore quando un paziente, dopo aver letto un articolo di Wikipedia, vuole insegnargli quale sia la sua malattia o mancanza di essa. Grazie per la tua amicizia preziosa, Roberto A sua volta Gigi mi ha scritto: "Roberto grazie veramente, galleggio sempre sulla superficie delle questioni, immerso nelle fatiche quotidiane. Approfondire e fortificare la coscienza e la fede sono un'impresa, ma forse non mi sostiene la pigrizia intellettuale. Tu sai che ti leggo (e ci parliamo a distanza) non solo perché ti voglio bene ma perché mi aiuti laddove sono carente. Non sempre viaggiamo in parallelo ma la tua ricerca è più solida e informata della mia, quindi ne sto cogliendo il tesoro perché mi dia elementi migliori per crescere e per capire“.
(Pomeriggio) „“È molto sanguinoso, molto violento e molto pericoloso”.
I politologi libanesi Bashir Saade e Karim Makdisi fanno luce sugli attacchi di Israele al Libano, su Hezbollah, Hasan Nasrallah e altro ancora.
Poiché la situazione è così instabile, le notizie si susseguono: dopo la registrazione dell'intervista, il Ministro degli Esteri libanese ha dichiarato alla CNN che il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah aveva accettato un cessate il fuoco di 21 giorni poco prima di essere assassinato da Israele. Il cessate il fuoco temporaneo, ha affermato, è stato richiesto dal Presidente Biden, dal Presidente Macron e da altri alleati durante l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Durante l'intervista, Karim e Bashir prevedono ciò che accadrà. “Il costo sarà molto alto”, avverte Karim. “Sarà molto sanguinoso”. Riflettono anche sul perché l'attacco di Israele al Libano fosse inevitabile, ma non a causa di Hezbollah.
“Penso che questa sia una guerra che stava arrivando”, spiega Karim. “È una guerra che doveva accadere. E se non fosse accaduta ora, sarebbe accaduta tra un anno. Israele è espansionista. È sempre stato espansionista”. E, aggiunge Bashir, “Hezbollah è preparato a questo”.
I due discutono dei due pesi e due misure dell’IDF (= Israel Defense Forces (Idf)), che viene definito l'esercito più morale del mondo, e di Hezbollah, che viene descritto dai media e dai politici occidentali come terrorista. Come spiega Karim:
“Hezbollah potrebbe prendere di mira aree civili. Ma non è nella loro dottrina, in un certo senso, colpire aree civili per il gusto di farlo. Così come per gli israeliani, con la Dottrina Dahiya, è possibile radere al suolo l'intera area civile se si pensa che all'interno ci sia un qualche tipo di obiettivo militare. È una cosa che gli israeliani fanno dal 1948”. Chiudendo tragicamente il cerchio, la Dottrina Dahiya di Israele, che prevede risposte militari sproporzionate e l'uccisione di civili (crimini di guerra), prende il nome da un quartiere di Beirut dove Nasrallah è stato ucciso.
L'Occidente giustifica i crimini di guerra di Israele sostenendo che Hamas usa i civili come scudi umani. Ma questa settimana, quando l'Iran ha lanciato un attacco missilistico contro una base di armi del Mossad, la stessa CNN ha ammesso che la base era inserita in un'area civile.
“Il quartier generale del Mossad e il ministero della Difesa”, spiega Karim, ”si trovano in varie aree molto civili all'interno delle principali città israeliane. Questo significa che sono obiettivi? Significa che tutti i civili che lavorano lì e intorno a loro sono obiettivi? Significa che è legittimo in base alla legittima difesa o a qualsiasi altro tipo di dottrina? Significa che Hezbollah può far saltare in aria cellulari e cercapersone?”.
In particolare, gli stessi politici e media occidentali che accusano Hamas di usare scudi umani sono assolutamente silenti quando si tratta dell'uso documentato di scudi umani palestinesi e israeliani da parte di Israele.“ (Redazione di Useful idiots“) - i due politologi libanesi parlano anche di un „suicidio del partito democratico“…quello che sostengono loro è proprio il contrario di quanto sostiene chierico sciita libanese Muhammad ‘Ali al-Husseini, che ho citato questa mattina. Michele Brignone e Mauro Primavera riassumano la situazione generale in questo mondo: „Il tanto temuto, e a lungo preannunciato, allargamento generalizzato del conflitto in Medio Oriente si è materializzato nel corso dell’ultima settimana. Il 27 settembre Israele ha ucciso il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Il 1° ottobre ha invaso il Sud del Libano per la quarta volta nella sua storia. La sera dello stesso giorno, messo sotto forte pressione dall’escalation israeliana, che in due mesi ha decapitato l’intera leadership di Hezbollah ed eliminato il capo politico di Hamas mentre questi si trovava a Teheran, l’Iran ha optato per una rappresaglia meno innocua di quella messa in atto nell’aprile scorso, quando la quasi totalità dei missili e dei droni lanciati contro lo Stato ebraico fu intercettata dalle difese di Tel Aviv o dei suoi alleati. Ora, mentre si attende la pressoché certa reazione israeliana, continuano i combattimenti nel Sud del Libano e i massicci bombardamenti nella zona meridionale di Beirut. Nella nebbia della guerra, un dato s’impone. A un anno dall’attacco di Hamas, Israele ha scelto di regolare i conti non soltanto con il movimento islamista palestinese, ma con l’intero Asse che lo sostiene, con l’obiettivo di disegnare un nuovo ordine mediorientale.“ (Oasis). I due giornalisti italiani citano a loro volta un politologo libanese e il caporedattore di una rivista specializzata con temi del Medio Oriente, che mettono in guardia dall’euforia delle vittorie israeliane: „Netanyahu sta agendo sulla base dei risultati conseguiti negli ultimi due mesi, quando la superiorità militare, tecnologica, e di intelligence dello Stato ebraico è parsa schiacciante. Sono molti, tuttavia, a mettere in guardia sulla possibilità effettiva di tradurre tale primato in una vittoria anche politica. Il 30 settembre, dalle colonne del New York Times, il politologo libanese Fawaz Gerges ha definito «prematuro» il «giubilo immediato tra gli israeliani per il bombardamento che ha ucciso il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah». Il conflitto con il Partito di Dio, infatti, «pone un serio rischio di trascinare sia Israele che gli Stati Uniti in una costosa guerra senza fine, un esito che non porterà né pace né stabilità a Israele o al Medio Oriente». Nel seguito dell’articolo Gerges elenca i motivi per cui la baldanza di Netanyahu è mal riposta. Hezbollah è stato colpito duramente, ma è un’organizzazione molto strutturata, profondamente radicata nel tessuto politico e sociale libanese, e forte di migliaia di combattenti. L’ethos sciita che lo anima, con la sua cultura del martirio e del sacrificio, lo predispone inoltre a gestire anche le sconfitte. Sullo sfondo, rimane poi il vero nodo irrisolto: l’autodeterminazione dei palestinesi. Sulla stessa lunghezza d’onda il caporedattore de l’Orient-Le Jour Anthony Samrani, che in un articolo lucidissimo, tradotto integralmente in italiano sul sito di Oasis, ha misurato la distanza tra fantasie politiche e realtà: Netanyahu «vuole cambiare il volto del Libano e del Medio Oriente». […] La Repubblica islamica è «pronta a battersi fino all’ultimo libanese». Nessuno «sembra aver appreso la minima lezione dalla storia. Hezbollah rischia di farsi cancellare e di far cancellare una parte del Libano in un conflitto in cui il Paese dei Cedri ha tutto da perdere e assolutamente nulla da guadagnare. Israele per parte sua sembrerebbe in grado di riportare una vittoria militare, senza però riuscire a dare il colpo di grazia all’avversario. Più cercherà d’ottenere una vittoria totale, più correrà il rischio di perdere questa guerra sul piano politico. Come sempre in Medio Oriente, la logica del più forte prevarrà senza risolvere alcunché».“ (Oasis).
(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, il 3.10.2024; quarto giorno della Novena a Newman; festa della riunificazione tedesca). Il quarto giorno della novena al santo inglese mi da l’opportunità di riflettere sul „dono della Chiesa“ e di rinnovare la mia fiducia in essa: „Non lasciare che io mi dimentichi, nemmeno per un istante, che tu hai stabilito sulla terra il Tuo regno, che la Chiesa è opera Tua, Tua istituzione, Tuo strumento; che noi siamo governati da te, dalle Tue leggi e dal Tuo sguardo - che quando la Chiesa parla, sei Tu a parlare. Non lasciare che la familiarità con questa magnifica verità mi porti a esserle indifferente; non lasciare che la debolezza dei Tuoi rappresentanti umani mi porti a dimenticare che Tu parli e agisci attraverso di loro“ (MD, pp. 378-379) - un gruppo importante e rappresentativo della Chiesa è riunito ora a Roma per il Sinodo, ma ovviamente in tante parte del mondo la Tua Chiesa è presente, come opera Tua, forse nella camera di un ospedale, forse nella diaspora. Per le persone riunite a Roma il cardinal Ouellet ci ricorda che il Sinodo „non vuole promuovere principalmente desideri di riforma“, ma „piuttosto, le preoccupazioni delle Chiese locali sono veicoli per consentire alla Chiesa di “annunciare il Vangelo secondo la missione che le è stata affidata” (Ouellet) e di riconoscere i passi dello Spirito Santo, che ci invita “a crescere come Chiesa sinodale” (Ouellet). Questo è affermato nella metodologia per il Sinodo mondiale.“ (Dorothea Schmidt, Der Tagespost, 1.10.24). Ciò non significa che la „vigna“ non sia aggredita (cf. Salmo 80 (79) e che non siano necessarie anche riforme concrete (Ecclesia semper reformanda est); giustamente il cardinal Ouellet ci ricorda il compito principale: l’annuncio del Vangelo, che accade sempre in mezzo alle tentazioni: „il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha voluto“ (Salmo 81(80)). Purtroppo spesso ci facciamo guidare „dall’oscurità e dalle apparenze“ (dalla preghiera della novena a Newman).
Da un certo punto di vista la riunificazione tedesca è davvero, ma anche in un senso inverso a quanto pensa il mainstream una grande opportunità per la Germania, per comprendere quale sia la posta in gioco in questo momento e che ieri pomeriggio ho espresso con la frase di Jünger: “È ovvio che le nature orientali possono guadagnare spazio di manovra e salire al potere {nella modalità dell'arbitrio, che per Jünger è una tentazione, non un valore}... Questo tipo di origine non è necessaria. È una conferma geografica, secondaria. L'arbitrarietà è di casa nel cuore dell'uomo. Per questo può emergere in ogni tradizione, come ad esempio in Domiziano, quella malvagia eccezione tra i Flavi” (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, capitolo 33, 1953). Oggi la grande „arbitrarietà“ sta accadendo nel nome di un „centro“ che non è più centro politico, ma un’espressione guerrafondaia della risoluzione dei problemi del mondo, che tradisce ciò che „vogliono i popoli“ (una sorella della comunità di Padre Paolo Dall’Oglio SJ) e i popoli vogliono la pace: questo forse è più chiaro nell’est che nell’ovest della Repubblica federale tedesca. Chi è oggi operatore di pace non lo si capisce dalle labili espressioni pseudo diplomatiche, ma da quello che davvero uno fa, in primo luogo per superare l’arbitrarietà „che è di casa nel cuore dell’uomo“ .
Ieri ho condiviso in Instagram e Facebook alcune frasi di un dialogo che Freya India ha sostenuto con N.S. Lyons e che si possono riassumere così: „Per la maggior parte dei giovani, non credo che abbiano un disturbo. Penso che stiano vivendo un disagio normale e che abbiano bisogno di aprirsi con gli altri. Le ragazze non dovrebbero nascondersi quando non stanno bene. Ma dovrebbero aprirsi faccia a faccia, in modo onesto e vulnerabile, in comunità reali, in amicizie significative, in famiglie stabili - non su TikTok o sui forum di Reddit o con qualche consulente di BetterHelp. E hanno bisogno di usare parole vere, non di imbastire sempre tutto con etichette mediche e linguaggio terapeutico. È questo che dovremmo incoraggiare.“ (India). O detto ancora in modo più sintetico: necessitiamo di amore, non principalmente di terapia.
“Invece di discutere e persuadere i suoi concittadini {Harris e i democratici}, vorrebbe censurare le persone che fanno “disinformazione”. Credo che questa sia una minaccia alla democrazia molto più grande di qualsiasi altra cosa che abbiamo visto in questo Paese negli ultimi 40 anni. Sono davvero orgoglioso, soprattutto perché sono stato cresciuto da due democratici che hanno lavorato per tutta la vita, di avere l'appoggio di Bobby Kennedy Jr. e Tulsi Gabbard, leader della coalizione democratica da sempre. Siamo uniti dietro un principio fondamentale del Primo Emendamento americano.
Kamala Harris è impegnata in una censura su scala industriale. L'ha fatto durante il COVID-19 e l'ha fatto su una serie di questioni, e questa, per me, è una minaccia molto più grande per la democrazia di quello che ha detto Donald Trump quando ha detto che i manifestanti dovrebbero protestare pacificamente il 6 gennaio” (J.D.Vance in X, ripreso da più voci).
Abba nostro…
(Dopo) Tra le cose più disastrose per un giudizio sull’esistenza storica è quella di fare di tutta l’erba un fascio, di dare giudizi del tipo che nella notte tutte le vacche sono nere. Per cui tutti sono criminali allo stesso modo, mentre è possibile differenziare e sostenere, per fare un esempio, che una presidenza di Kamala Harris, per quanto riguarda la libertà di espressione e la profezia della pace sarebbe peggio di una presidenza di Donald Trump. Essendo qui nell’ambito della verosimilitas e non della veritas, ovviamente mi posso sbagliare, ma un giudizio deve essere tentato. “Più preoccupante di qualsiasi minaccia esterna è la perdita interiore, la discesa etica che distrugge ciò che rende la resistenza significativa in primo luogo. Questo ci riporta alla menzione della grandezza. Che si renda visibile ciò che è grande e degno nelle persone, che si insegni e si comprenda una classificazione storica e teologica delle azioni e delle opere, questo è più importante del progresso tecnico, che può essere sempre e solo una leva, ma mai un valore” (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, numero 34, 1953). Si deve essere capaci di distinguere massacri veri e propri da azioni di guerra: per esempio il massacro nazista di Oradour del 10.6.94 ha superato ogni regola dell’uso della violenza; persone come Adolf Hitler o Jean Baptiste Carrier (1756-1794) non hanno mai una „grandezza“ e non potranno mai averla. Qualcosa come „il massacro di Srebrenica (IPA: [srêbrenit͡sa]) di oltre 8000 ragazzi e uomini bosgnacchi (ovvero musulmani bosniaci) avvenuto nel luglio 1995 nella città di Srebrenica e nei suoi dintorni, durante la guerra in Bosnia-Erzegovina“ (Wikipedia), non potrà mai e poi mai essere giustificato…Ma anche per cose meno gravi, forse meno gravi, come il giudizio che ho condiviso questa mattina di J. D. Vance: „Kamala Harris è impegnata in una censura su scala industriale. L'ha fatto durante il COVID-19 e l'ha fatto su una serie di questioni, e questa, per me, è una minaccia molto più grande per la democrazia di quello che ha detto Donald Trump quando ha detto che i manifestanti dovrebbero protestare pacificamente il 6 gennaio”“. Insomma la nostra esistenza storica ci chiede giudizi, che non sono assolutamente veri, ma che sono del tutto verosimili e che come tali devono essere tentati e difesi. Da questo punto di vista è un errore gravissimo, anche se per l’appunto a livello della verosimilitas, sottolineare che Joe Biden avrebbe tentato più volte di frenare la violenza israeliana. Per quanto riguarda l’ultima ora: „Prime vittime in Libano fra i soldati israeliani nell’operazione di terra. Otto giovani sono stati uccisi in uno scontro con gli hezbollah. Nel frattempo, si è andata chiarendo la dimensione dell’attacco missilistico iraniano di 48 ore fa. Scrive infatti Davide Frattini sul Corriere oggi: “L’impatto dei 181 missili balistici lanciati a ondate è diventato più chiaro, i danni maggiori: 100 edifici sono stati danneggiati nel centro del Paese, sulla superstrada a nord di Tel Aviv un grosso cratere è ben visibile, quanto è visibile il palazzo del Mossad, i servizi segreti esterni sullo sfondo. I portavoce dell’esercito ammettono che sarebbero state colpite anche basi, una dell’aviazione nel deserto del Negev, ma non ci sono vittime e l’operatività non è stata rallentata”. Gli esperti militari spiegano che questa volta l’Iran ha bucato lo scudo di protezione israeliano e in questo attacco è dunque contenuto un messaggio chiaro. Tuttavia Benjamin Netanyahu promette una contro-rappresaglia molto dura contro Teheran e fonti giornalistiche citano come obiettivi possibili i siti nucleari iraniani.“ (Banfi, versione odierna). Bisogna lavorare sugli eventi, che anche solo a distanza di 48 ore possono essere giudicati in modo del tutto diverso…
«Per invocare dall'intercessione di Maria Santissima il dono della pace, domenica prossima 6 ottobre mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un'accorata supplica; se possibile, chiedo anche a voi, membri del Sinodo, di unirvi a me in quell'occasione. E, il giorno dopo, 7 ottobre, chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo» (Papa Francesco)
(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, il 2.10.2024; il giorno degli angeli custodi; terzo giorno della novena a Newman; compleanno di Heidi)
„Ángele Dei,
qui custos es mei,
me tibi commissum pietáte supérna,
hodie (or hac nocte) illúmina, custódi, rege et gubérna. Amen.“
„Caro Roberto, Grazie per la tua traduzione {HA}! Capisco bene quello che dici a proposito dell’aver sentito «il mio amico in cielo con me». La sua ispirazione accompagna chi entra come «bambino» nella sua opera. (…) Don Andrea (Brutto)“ {è il nuovo rettore della Casa Balthasar}.
Il terzo giorno della novena a San Newman riguarda le sofferenze di Gesù, cosi che con essa sono in contatto intimo con la liturgia penitenziale che si è svolta ieri in San Pietro con i partecipanti del Sinodo; il vescovo Oster riassume così alcune intenzioni di preghiera di quella liturgia: „I temi delle preghiere di perdono ben formulate includevano: i nostri fallimenti nel trattare con il creato, con le vittime di abusi, con i poveri e i malati, con i giovani, con le donne, con i migranti, nel sostenere il colonialismo - e anche nel modo (sbagliato) in cui trattiamo la nostra dottrina di fede; e altro ancora.“ - „Il cuore forte di Gesù, quel cuore che è solo nobiltà, generosità, tenerezza e purezza, è stato ucciso dal peccato“ (San Newman, MD, pp. 323-325).
Ho finito di vedere il film di T. Malick sulla figura di Franz Jägerstätter, ma anche di sua moglie Fanny. Procedendo il film sa esprimere bene la preghiera di entrambi; la Chiesa non ne esce bene nel film (e neppure i cattolici del paese, anche se qualcuno mostra un cuore buono), anche se il parroco accompagna la moglie a Berlino, quando viene a sapere della condanna a morte. Ad un certo punto c’è un „Tu“ nella preghiera di Franz, pronunciato mentre il regista inquadrava le carceri in un movimento opprimente, che era ricolmo di speranza. Una decisione come quella di Franz, può essere presa solo al cospetto di un Tu, e solo così la conferma di amore di Franziska nel carcere, diventa, per quanto sia possibile, consolazione. E certamente angeli e santi non hanno smesso di pregare per questi due eroi contadini!
„La morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, rimasto vittima di un attacco missilistico israeliano nella serata di venerdì, rappresenta senz’ombra di dubbio un momento cruciale per l’intero Medio Oriente e schiude scenari geopolitici imprevedibili. L’impressionante operazione di guerra ibrida avviata da Tel Aviv contro Hezbollah – iniziata con l’esplosione dei cercapersone dei miliziani e proseguita con massicci bombardamenti nel Libano meridionale – è culminata il 27 settembre con l’eliminazione del leader del “Partito di Dio”.“ (M. Primavera, Oasis di ieri) - nel frattempo, dopo che Israele era entrato ieri con i carri armati nel sud del Libano, l’Iran ha risposto bombardando Israele (ma non ho ancora letto informazioni precise).
„La guerra non si ferma. Anzi cresce, si propaga, si contagia. Ieri è stato l’Iran a lanciare un pesante attacco in grande stile, con 181 missili destinati a colpire Israele. Lo scudo protettivo israeliano, con l’appoggio degli americani e dei giordani, ha impedito che il bombardamento partito da Teheran fosse in alcun modo efficace…Ieri papa Francesco è tornato sul tema della pace, alla veglia di preghiera di inizio Sinodo, nella quale è intervenuta anche una suora della comunità fondata da padre Paolo Dall’Oglio: “Non vi rassegnate alla guerra. I popoli vogliono la pace”.“ (Banfi, versione odierna) - credo che sia venuto il momento di schierarsi apertamente, anche se nella modalità della „verosimilitas“ e non della „veritas“ (quest’ultima vale solo per Cristo); tutti i politici che non si schierano, con le parole e con i fatti (chi vende e manda armi in giri per il mondo non sta facendo il lavoro della profezia della pace), per la pace stanno contribuendo a distruggere il mondo; forse ha ragione Ciro a condividere la parola „impensabile“…
Abba nostro…
(Pomeriggio) Non c’è dubbio che Jünger veda nel „Nodo gordiano“ la libertà come fattore tipico dell’Occidente, ma è molto intelligente per sapere che: 1) “Di fronte all'impotenza, la sofferenza sembra incurabile, tanto più che minaccia di diventare sintomatica in tutti (!) i paesi del mondo. Questa sensazione è allo stesso tempo il segno che un problema fondamentale richiede una soluzione, così come è stato risolto innumerevoli volte nel corso della storia” (Il nodo gordiano, 32). 2) “È ovvio che le nature orientali possono guadagnare spazio di manovra e salire al potere {nella modalità dell'arbitrio, che per Jünger è una tentazione, non un valore}... Questo tipo di origine non è necessaria. È una conferma geografica, secondaria. L'arbitrarietà è di casa nel cuore dell'uomo. Per questo può emergere in ogni tradizione, come ad esempio in Domiziano, quella malvagia eccezione tra i Flavi” (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, capitolo 33, 1953).
(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, il 1.10.2024; inizio del mese mariano; Santa Teresa del bambin Gesù e del volto santo; secondo giorno della novena a San Newman) Il secondo giorno della novena - i testi sono raccolti dal „Centro internazionale amici di Newman“ dal testo „Meditations and Devotions“ del santo inglese (postumo, a cura di William Neville) - riguarda la „miseria del mondo“ e contiene questa domanda: „Può questo essere il mondo che Tu hai creato, così pieno di dolore e sofferenza?“ La risposta di Newman contiene una preghiera che mi corrisponde del tutto: „Non sei tu ad aver cambiato la Tua natura, ma è l’uomo ad aver rovinato la sua. Noi abbiamo peccato, o Signore, e da questo è derivato il cambiamento…Insegnami cosa è il peccato“ (MD, pp. 337-338).
Dal sinodo mi giunge la voce attraverso un riassunto del Vescovo Oster, di una delle conferenze iniziali, quella del domenicano Timothy Radcliffe: „Abbiamo il miglior motivo per rimanere sempre in pace attraverso la nostra fede, perché siamo in Colui che si è lasciato ferire fino alla morte - e così facendo ha vinto ogni dolore e persino la morte. La pace che noi cristiani possiamo sperimentare deriva quindi dalla vita nuova, la vita del superamento della morte. Per questo anche noi possiamo diventare veri ascoltatori e arrendevoli, senza la paura di essere feriti. Una Chiesa che vive di questa pace, e le persone della chiesa che vivono di questa pace, possono quindi anche essere aperte a tutte le persone, perché la paura di essere feriti non può mai essere più grande della vita che abbiamo già ricevuto.“ - Ovviamente ci sono prove grandi ed addirittura eccessive, come quelle di Franz Jägerstätter (ho visto la metà del film splendido di Terrence Malick, che mi ha consigliato Renato Farina): è davvero „misterioso“, che si possa essere cancelliere d’Inghilterra, come Thomas More, o un contadino austriaco, come Franz Jägerstätter, ma ad un certo punto si è presi così dalla verità e dalla giustizia, che non si può che seguire, certo con la propria libertà (che io non mi faccia da solo e che Dio è l’interior intimo meo, sono due facce della stessa medaglia), ma non si può che seguire l’Amore assoluto, che si occuperà anche di sua moglie e delle sue tre figlie. Franz ama la sua famiglia, ama la sua terra, che tra l’altro è messa in scena in modo spettacolare da Malick, ma non può collaborare con il male, perché Dio è amore e non ha fatto il male! In questo senso anche Franz „rimane sempre nella pace“. Come Giuseppe, Franz ha una preghiera „umile e sveglia“, „nell’umiltà impara a trovare il piccolo come piccolo, senza chiudersi al grande“ (Adrienne, Esperienza di preghiera, 54); come per Giuseppe non dipende da Maria e dal bambino ciò che lui deve fare, così per Franz non dipende da sua moglie e dalle sue bambine, „ma deve come uomo risponderne a Dio stesso. Senza mediazione“ (ibid.); come non è compito di Maria consigliare il marito, così non è compito di Franziska consigliare Franz, anche se in un certo senso i due si appartengono in modo indissolubile anche in questo e proprio nel loro destino; Franz „deve conservare in obbedienza la sua libertà“, una libertà che è posta immediatamente senza mediazioni al cospetto di Dio; come per Giuseppe nei confronti di Maria e Gesù la libertà di Franz (anche di fronte al parroco e al vescovo) si appoggia a quella di Franziska, „ma ha una sua propria natura“.
Abba nostro…Ave Maria…
(Wetterezeube, il 30.9.24; San Gerolamo; primo giorno della Novena a San John Henry Newman) San Gerolamo e sant’Agostino si sono bisticciati molto, ma infine sono entrambi santi e padri della Chiesa: entrambi hanno amato la Bibbia.
Il mese di Settembre è per me in primo luogo il mese di Adrienne, con cui sto facendo la meditazione mattutina, meditando alcune pagine del suo libro sull’esperienza di preghiera (tra l’altro siamo nell’anno che il Santo Padre ha dedicato alla preghiera). Ma ovviamente ci sono anche altri grandi santi in questo mese, tra cui il mio santo protettore, Roberto Bellarmino, e santa Ildegarda di Bingen. Questa mattina nella meditazione sul testo di Adrienne su san Giuseppe mi ha colpito in modo particolare questa formula: „in fondo si esige da Giuseppe un’intelligenza più grande di quella che egli umanamente possieda“ (Adrienne); con ciò il compito rimane grande: proteggere un tesoro, far si che la piccola famiglia stia fisicamente e interiormente bene, sufficientemente bene, così che entrambi possano svolgere il loro compito; Giuseppe „protegge il presente“: scappando in Egitto e lavorando a Nazareth; prega la sua propria preghiera e cerca di partecipare a quella di Maria e Gesù, senza approfondire fino in fondo il significato dei due e la grande missione che si svolgerà sulla Croce e sotto di essa.
Il primo giorno della novena a Newman riguarda la „fiducia nella provvidenza“ („Ho la mia missione. In qualche modo sono necessario per i Suoi scopi…“), che finisce con questa preghiera: „ O Emmanuele, io confido completamente in Te. Tu sei più saggio di me, mi ami più di quanto io ami me stesso. Degnati di realizzare in me i Tuoi eccelsi disegni, quali che essi siano; opera in me e attraverso di me. Sono nato per servirTi, per appartenerTi, per essere un Tuo strumento. Non Ti chiedo di vedere, non Ti chiedo di sapere; semplicemente chiedo che Tu Ti serva di me“ (MD, pp.299-302; citato dal „Centro Internazionale degli amici di Newman“, 2022).
Tre punti del Santo Padre, un’agenda, espressa in aereo al ritorno del suo viaggio in Luxemburg e Belgio: 1) «Quelle persone disperse alle Canarie, mi fa dolore. Oggi tanti, tanti migranti che cercano la libertà si perdono sul mare o vicino alle coste… Pensiamo a Crotone, a cento metri… Penso a questo. È da piangere, questo». . 2) «Tutti i giorni io telefono alla parrocchia di Gaza. Lì dentro ci sono più di seicento persone, e mi dicono le cose che succedono, anche le crudeltà. E quello che lei mi dice… Non ho capito bene come sono state le cose, ma la difesa sempre deve essere proporzionata all’attacco. Quando c’è qualcosa di sproporzionato, si fa vedere una tendenza dominatrice che va oltre la moralità. Un Paese che con la forza fa queste cose - parlo di qualsiasi Paese - in un modo così “superlativo”, sono azioni immorali. Anche nella guerra c’è una moralità da custodire. La guerra è immorale ma le regole di guerra implicano qualche moralità. Quando questo non si fa, si vede il "cattivo sangue" di queste cose, diciamo in Argentina». 3) „ Il Re (Baldovino) è stato coraggioso, davanti a una legge di morte non ha firmato e si è dimesso. Ci vuole coraggio, un politico con i pantaloni, per fare questo. Lui ha dato un messaggio e lo ha fatto perché è un santo. Ancora non è santo ma il processo di beatificazione andrà avanti, perché ne abbiamo avuto prova…Le donne hanno diritto alla vita, la loro e la vita dei figli. Non dimentichiamo di dire questo: un aborto è un omicidio. La scienza ti dice che al mese del concepimento tutti gli organi sono già completi. Si uccide un essere umano. I medici che si prestano a questo, permettimi la parola, sono dei sicari. E su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana. E le donne hanno il diritto di proteggere la vita. Un’altra cosa sono i metodi contraccettivi. Questo è un’altra cosa, non confondere, io adesso parlo solo dell’aborto. E su questo non si può discutere. Questa è la verità».»
„L'imperialismo statunitense è oggi più barbaro che mai.
I politici di entrambi i partiti celebrano come una vittoria legittima il fatto che Israele abbia sganciato più di 80 bombe su 4 condomini residenziali nel sud di Beirut per uccidere il leader di un partito politico libanese democraticamente eletto in parlamento.
Difendono lo sfollamento di centinaia di migliaia di libanesi e il continuo bombardamento a tappeto di case civili libanesi e letteralmente qualsiasi atrocità Netanyahu si senta in grado di commettere contro di noi.
Questo avviene dopo un anno di genocidio a Gaza con le armi degli Stati Uniti.
Le persone che sostengono lo smembramento dei nostri Paesi, l'omicidio di massa del nostro popolo e il furto della nostra terra sono più malate che mai. Questo sistema sociopatico è più malvagio che mai.
La resistenza contro di esso continuerà, ma ciò contro cui si scontrano quelli di noi che hanno a cuore l'umanità è enorme e dobbiamo capire fino a che punto sono disposti a spingersi per soffocare qualsiasi tentativo di un mondo liberato.“ (Rania Khalek, X.9.24) - visto che ieri ho citato a lungo il punto di vista di Jared Kushner, non volevo non citare questa giornalista, che ritengo essere una voce credibile del suo popolo. Nella sua bacheca ha condiviso le foto di bambini uccisi in questa azione, che il Papa ritiene essere sproporzionata.
Cito da un articolo di Matt Taibbi, che mi ha mandato Adrian: „Mi chiamo Matt Taibbi. Faccio il giornalista da 35 anni, occupandomi di tutto, dalla contabilità del Pentagono alle frodi finanziarie alla guerra dei droni. Qualche anno fa mio figlio mi ha chiesto cosa faccio. Gli ho risposto: “Papà scrive di cose così orribili da essere interessanti”.
Due anni fa sono stato invitato da Elon Musk a esaminare la corrispondenza interna di Twitter. Ne sono scaturite le storie chiamate Twitter Files, la cui principale rivelazione è stata un ampio sforzo del governo per sopprimere la parola.
Sono stato invitato a parlare dei rischi per il Primo Emendamento, ma per non creare suspense: quella battaglia è persa. La censura di Stato è un dato di fatto nella maggior parte dell'Occidente. A febbraio i nostri alleati europei hanno iniziato a osservare il Digital Services Act, che impone alle piattaforme Internet di applicare i giudizi di revisori di contenuti nominati dallo Stato e chiamati „segnalatori di fiducia“.
Tutto ciò che abbiamo trovato nei file di Twitter si riassume in una frase: una zuppa alfabetica di agenzie di controllo sta già facendo, in modo informale, più o meno la stessa cosa della nuova legge draconiana dell'Europa.
Ora, è contro la legge quando un funzionario della Casa Bianca chiama Facebook e chiede di bandire un giornalista per aver scritto che il vaccino Covid “non blocca l'infezione o la trasmissione”? Penso proprio di sì. Certamente viola lo spirito del Primo Emendamento, anche se i giudici affermano che si attiene alla lettera.
Ma questa è l'America del dopo 11 settembre. Che si tratti di sorveglianza o di tortura o di habeas corpus o di prigioni segrete o di consegne o di un'altra dozzina di cose, noi ignoriamo le leggi. L'impunità istituzionale è la caratteristica principale della nostra attuale forma di governo.
Abbiamo concetti come “illegale ma necessario”: il governo può torturare, il pubblico ovviamente no. Lo Stato può intercettare le telefonate, voi no. Lo Stato può perquisire senza mandato, assassinare, carpire le geolocalizzazioni dai vostri telefoni, una qualsiasi delle centinaia di cose ufficialmente proibite, ma permesse. Questo concetto richiede che i funzionari abbiano un permesso speciale per ignorare le leggi.
Dieci anni fa, siamo stati sorpresi a spiare tre diversi presidenti francesi e aziende come BNP Paribas, Credit Agricole, Peugeot, Renault e Total. Barack Obama ha chiamato i francesi per scusarsi, ma ci siamo fermati? Abbiamo incriminato la persona che ha diffuso la notizia, Julian Assange.
A proposito, congratulazioni a Julian per essere uscito. E vergogna a tutti i giornalisti che non hanno chiesto il suo rilascio.
IGNORIAMO LE LEGGI. È quello che fa l'America. In quest'ottica, il nostro governo è passato dalla censura al progetto più ampio di cambiare la personalità degli americani. Vogliono un cittadino più obbediente, timoroso e timoroso. Il loro strumento è Internet, un'immensa macchina per distribuire premi e punizioni attraverso i like e le visualizzazioni, la vergogna o la de-amplificazione. I meccanismi sono complicati, ma il concetto di base è semplice: si viene classificati per l'accettazione dell'autorità, si viene classificati per la messa in discussione, e le domande di qualsiasi tipo vengono sempre più considerate come una forma di disinformazione.“ (Matt Taibbi, 30.9.24).
Ciò che Massimo Cacciari chiama la „guerra assoluta“ corrisponde probabilmente all’idea della „mobilitazione totale“ di Ernst Jünger… (cf. Banfi, versione odierna)
Abba nostro…
(Kainsbach- Happurg, Kainsbacher Mühle, Pomeriggio) Riprendo il mio dialogo interiore con Ernst Jünger, che mi permette una certa calma profonda, in questo tempo che il Papa definisce quasi come una terza guerra mondiale. Nel capitolo 31 del „Nodo gordiano“ Jünger, alla scuola di Tacito e Svetonio, pone la questione dei „reggenti buoni e cattivi“, tenendo conto in primo luogo che errori e virtù sono presenti in tutti (sia in quelli democratici che in quelli autocratici); ci si muove sempre tra arbitrarietà e giustizia, e la cosa diventa davvero oscura se l’ecclisse del „bonum diffusivum sui“ (Tommaso d’Aquino) diventa permanente. Fa parte della „natura corrupta“ dell’uomo che più che dalla bontà, la sua attenzione sia attirata da ciò che è orribile, come quello che sta accadendo da mesi, per fare un esempio, in Gaza ed ora nel sud del Libano. Io non sosterrei, per comprendere gli eventi, teorie complottiste, né quelle primitive né quelle più intelligenti, perché in vero la storia può essere solo compresa, se non vuol diventare solo un chiacchiericcio aneddotico, ad un livello più profondo, dove è in gioco „un nucleo senza tempo“; dire che i servizi segreti israeliani, capaci di piegare la resistenza degli Hezbollah, abbiano preso in conto il massacro del sette Ottobre di due anni fa, non mi sembra essere saggio, piuttosto è vero che si sono serviti di esso per legittimare ciò che non lo può essere, perché è una reazione eccessiva. Sarà certo necessario, come è stato fatto, riportare nell’alveo dell’esistenza storica i miti, come quello della decapitazione dei neonati da parte di Hamas, ma è probabile che, come ha spiegato bene N.S. Lyons qualche tempo fa, anche il sistema più perfetto, a volte non funzioni, come possiamo vedere nel caso famoso della Titanic. Che Israele abbia preso in conto la morte di così tanti connazionali, a me sembra essere a sua volta un mito. Ma ritorniamo al punto di partenza: quali reggenti possono essere giudicati con una certa „mitezza“? Direi quelli che corrispondono di più al modello di Augusto che a quello di Adriano: il primo comincia con durezza ed arriva ad un servizio di pace; il secondo comincia con mitezza e finisce nella diffidenza; in modo meno brutale che in Nero; anche di quest’ultimo comunque, ricorda Jünger, che al suo sepolcro, per un lungo periodo di tempo, sono stati portati dei fiori, così che sembra che il giudizio dei contemporanei fosse meno duro di quello degli storici e di noi lettori. Molti dei reggenti si sono trovati ad agire in tempi in cui le istituzioni erano in crisi (Cesare…) e quindi dovranno essere giudicati per il modo con cui si sono serviti della loro „forza elementare“. Quest’ultima mi sembra essere più presente in Trump che nella sua rivale Harris. Il reggente diventa insopportabile se crede di poter giudicare tutto e se mette il suo potere al servizio di una totale censura statale (e questo non accade solo nelle autocrazie), fatta passare come un’opera buona per evitare che i cattivi dilatino fake news (Cf. il lavoro fatto su questo da Matt Taibbi). È vero che la libertà interiore, nel senso di Boezio, è possibile dappertutto, anche nelle prigioni, ma è anche vero che in esse, vengono „massacrati“ interiormente anche persone forti come Julian Assange. Infine direi che un reggente è buono quando ha un senso della sacralità di questa libertà interiore e non usa il suo potere come arbitrarietà assoluta e permanente.
(Wetterzeube, 26esima domenica del Tempo Ordinario) „Oh, che bello. Congratulazioni, caro Roberto. Mi fa molto piacere - e spero che possa anche essere pubblicato {la mia traduzione dell’Homo Abyssus}. Forse un confronto con la traduzione americana di David Schindler aiuterà nella rilettura e in caso di dubbi!
Cordiali saluti - Sono in partenza. Domani mattina parto per Roma per il Sinodo. Cordiali saluti. +Stefan Oster SDB“.
Ieri notte commentando la frase di Simon Weil: „La ricerca del piacere è sempre cattiva“, mi sono reso subito conto che io non ne sono all’altezza. Per lo meno posso tentare di prenderla sul serio in riferimento all’amicizia; nell’amicizia non si deve cercare un’auto-consolazione (piacere), ma la gratuità. Le letture della domenica sono anche molto chiare: „l’uomo può sedurre anche se stesso: nella mano, nel piede e nell’occhio si trova la sua cattiva concupiscenza: qui è giusto essere egualmente senza pietà con se stessi, come era conveniente per il seduttore degli altri {in modo particolare dei semplici credenti}. Chi seduce è da annientare; simbolicamente, il membro che attira al male è da tagliare. Un uomo spiritualmente diviso non arriva a Dio, l’antidivino in lui appartiene all’inferno“ (Balthasar, Luce della Parola, traduzione di Padre Sommavilla). Ti chiedo, Padre, di non essere un uomo spiritualmente diviso! Confido in due pensieri che possono essere messi in contatto con queste „immagini molto forti e dal sapore „orientale““ (Bruno Maggioni): in primo luogo quello che ripete in continuazione il Papa: Dio è tenerezza, vicinanza e misericordia e poi quello di Adrienne: non si può „disimparare Dio“. Infine vorrei anche pregare un discernimento preciso di ciò che fa parte dell’esigenza „selvaggia“ della carne e ciò che è „divisione nello spirito“. // L’altro tema delle letture della domenica mi sembra anche molto importante: „Il suo ordine (dello Spirito Santo) non concorda sempre con l’ordine ecclesiale, anche se Egli stesso prescrive l’ordine ecclesiale, e la Chiesa deve attendersi ad esso“ (Balthasar, ibid.). Infine le letture parlano anche delle ricchezze: „oltre ai carismi, si possono mettere a disposizione della collettività anche le ricchezze gestite con giustizia“ (Ravasi).
„Fresco dell'incontro con Trump, Zelensky dichiara a Fox News di aver ricevuto da Trump “informazioni molto dirette sul fatto che sarà dalla nostra parte, che sosterrà l’Ucraina”.“ (Michael Tracey, X, 29.9.24) - se questo fosse vero non avrei alcun argomento per favorire Trump alla Harris.
„Secondo un funzionario israeliano, Nasrallah ha letteralmente dato la vita per la Palestina {rifiutando di separare il Libano da Gaza}.“ (Aaron Maté, X, 29.9.24) - ovviamente conosco la lettura di chi dice che lui e i suoi Hezbollah sono solo criminali, ma nelle cose che diceva c’era più „moderazione“ di quanto ci sia in quello che dice e fa Netanyahu. RIP “Quando affermano che Nasrallah era animato da antisemitismo, guardate questo filmato {nell’account di Proudfoot}. Era spinto da una comprensione anti-imperialista del posto di Israele nel sistema mondiale. Questo è semplicemente un fatto. Ignorate le bugie e la disinformazione degli opinionisti ignoranti”. (Philip Proudfoot, X, 28.9.24).
PS “Il 27 settembre è il giorno più importante in Medio Oriente dalla rottura degli Accordi di Abramo. Ho trascorso innumerevoli ore a studiare gli Hezbollah e non c'è esperto al mondo che abbia pensato che fosse possibile ciò che Israele ha fatto per decapitarli e degradarli.
Questo è significativo perché l'Iran è ora completamente scoperto. Il motivo per cui le loro strutture nucleari non sono state distrutte, nonostante la debolezza dei sistemi di difesa aerea, è che Hezbollah è stata una pistola carica puntata contro Israele. L'Iran ha passato gli ultimi quarant'anni a costruire questa capacità come deterrente.
Il Presidente Trump diceva spesso: “L'Iran non ha mai vinto una guerra ma non ha mai perso un negoziato”. Il regime della Repubblica islamica è molto più duro quando rischia la vita di Hamas, Hezbollah, Siria e Houthi che quando rischia la propria. I loro folli sforzi per assassinare il Presidente Trump e hackerare la sua campagna elettorale puzzano di disperazione e stanno indurendo un'ampia coalizione contro di loro.
La leadership iraniana è bloccata nel vecchio Medio Oriente, mentre i loro vicini del CCG stanno correndo verso il futuro investendo nelle loro popolazioni e infrastrutture. Stanno diventando calamite dinamiche per i talenti e gli investimenti, mentre l'Iran rimane sempre più indietro. Man mano che le minacce e i procuratori iraniani si dissolvono, la sicurezza e la prosperità regionale aumenteranno per cristiani, musulmani ed ebrei.
Israele si trova ora con la minaccia di Gaza in gran parte neutralizzata e l'opportunità di neutralizzare Hezbollah nel nord…
Chiunque abbia chiesto un cessate il fuoco nel nord si sbaglia. Israele non può tornare indietro. Non possono permettersi di non finire il lavoro e di smantellare completamente l'arsenale che è stato puntato contro di loro. Non avranno mai un'altra occasione.
Dopo i brillanti e rapidi successi tattici dei cercapersone, delle radio e dei bersagli della leadership, l'enorme arsenale di Hezbollah è incustodito e non presidiato. La maggior parte dei combattenti di Hezbollah si nasconde nei suoi tunnel. Chiunque sia ancora in circolazione non è abbastanza importante da portare un cercapersone o essere invitato a una riunione della leadership. Anche l'Iran è in difficoltà, insicuro e non sa quanto sia stata penetrata la sua stessa intelligence. Non sfruttare appieno questa opportunità per neutralizzare la minaccia è da irresponsabili.
Ho sentito storie incredibili su come Israele abbia raccolto informazioni negli ultimi 10 mesi grazie a una tecnologia brillante e a iniziative di crowdsourcing.
Ma oggi, con la conferma dell'uccisione di Nasrallah e l'eliminazione di almeno 16 alti comandanti in soli nove giorni, è stato il primo giorno in cui ho iniziato a pensare a un Medio Oriente senza l'arsenale iraniano completamente carico e puntato contro Israele. Sono possibili molti altri risultati positivi.
Questo è il momento di sostenere la nazione di Israele che cerca la pace e la gran parte dei libanesi che sono stati tormentati da Hezbollah e che vogliono tornare ai tempi in cui il loro Paese era prospero e Beirut una città cosmopolita. Il problema principale tra Libano e Israele è l'Iran; per il resto, la collaborazione tra i cittadini di entrambi i Paesi può portare molti vantaggi.
La mossa giusta per l'America sarebbe quella di dire a Israele di finire il lavoro. È da tempo che lo si attende. E non è solo una battaglia di Israele.
Più di 40 anni fa, Hezbollah uccise 241 militari americani, tra cui 220 Marines. Quello rimane il giorno più letale per il Corpo dei Marines americani dalla battaglia di Iwo Jima. Più tardi, nello stesso giorno, Hezbollah uccise 58 paracadutisti francesi.
E ora, nelle ultime sei settimane circa, Israele ha eliminato tanti terroristi sulla lista dei ricercati degli Stati Uniti quanti gli Stati Uniti ne hanno eliminati negli ultimi 20 anni. Compreso Ibrahim Aqil, il leader dell'Organizzazione della Jihad islamica di Hezbollah che ha organizzato l'uccisione di quei Marines nel 1983” (Jared Kushner, X. 29.9.24) // ‘Kushner gestiva il portafoglio della politica mediorientale per Donald Trump’ (Michael Tracey)
Nella nuova serie „Tolkien“ ci sono due belle immagini di amicizia, quella tra l’elfo Elrond e il nano Durin e quella tra Nori e il mago buono. Tom Bombardil, però, ricorda a quest’ultimo che il compito (destino) sta prima dell’amicizia, perché senza il compito quest’ultima diventa solo „sentimento“ che impedisce di fare quel „lavoro“ di cui parla Simon Weil: „È una colpa desiderare di essere capiti prima di aver chiarito se stessi ai propri occhi“, e questo chiarimento è solo possibile non ignorando il proprio compito e il proprio destino. Galadriel in questo è forte, ma anche un po’“fanatica“.
Abba nostro…
(Notte) Ho ascoltato e guardato la predica del papa nello stadio a Bruxelles; vedo che il popolo santo di Dio è con lui sia sulla questione degli abusi sia sulla profezia della pace. Mi ha commosso vedere tanta gioia…
(Wetterezeube, il 28.9.24; 28 settembre 1978, ci lasciava Papa Giovanni Paolo I.) „Magnifico! Complimenti! caro Roberto. Sarà un grande contributo alla conoscenza di Ulrich in Italia (ho completato l’altro ieri la traduzione di „Homo Abyssus“ di Ferdinand Ulrich; r). Oggi (27.9.) è l’anniversario della fondazione della Compagnia di Gesù (1540)… e dell’inizio della Casa Balthasar nel 1990. Intanto, buon ultimo anno scolastico, e forse arrivederci a Lyon… Jacques Servais SJ“.
La preghiera di Giuseppe (cfr. Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 53) è certamente una preghiera dell’obbedienza „senza riserve“, ma la modalità di questa preghiera „non è solo quella della riverenza timorosa e della solidificazione“, ma quella dell’ „accettazione responsabile del compito“ (Adrienne); Giuseppe in primo luogo non capisce, ma appena capisce (non con una „ragione pura“) obbedisce, fugge con la piccola famiglia, quando deve fuggire, lavora con e per essa quando deve lavorare; educa Gesù ad una preghiera profonda ed accompagna Maria nel suo atteggiamento di preghiera, e lo può fare perché lui stesso prega.
Adrian mi ha mandato un articolo che ho appena cominciato a leggere e che voglio approfondire su in filosofo canadese, George Grant, che vorrei, però citare subito per un aspetto che mi ha colpito immediatamente: questo filosofo morto nel 1988, quando aveva settant’anni, non era un ideologo del „nazionalismo“; se fosse così non mi interesserebbe per nulla (nel sangue dei miei figli vi è sangue tedesco, italiano ed ungherese), ma non voleva che la sua nazione fosse risucchiata nella „sfera“ di potenza statunitense, per esempio rifiutando che si installassero missili nel territorio canadese (tra l’altro in questo contesto ho visto come Kennedy stesso fosse involto in un atteggiamento guerriero che non approvo e che non conosco a sufficienza: per esempio la sua responsabilità nella guerra in Vietnam); questa lotta la sento mia, sia per l’Italia che per la Germania; dobbiamo imparare ad essere più autonomi, cioè più „poliedrici“; mutatis mutandis vale anche per l’EU; questa battaglia deve essere vinta in servizio della „profezia della pace“, ma solo con persone come Wagenknecht e Orbán può diventare un „tentativo serio“… Anche l’AfD potrebbe servire a questo, per questo motivo almeno su questo punto, sono d’accordo con Reinhard Müller, nel suo editoriale di oggi (FAZ), quando sostiene che: „I firewall non sostituiscono il dibattito“, tanto più che come scrive Jasper von Altenbockum nell’altro editoriale: „La migrazione non può essere cancellata (ignorata) dall’agenda politica“, perché essa forse non è la questione più importante del nostro tempo - la profezia della pace lo è -, ma certamente è una domanda importante del nostro tempo, che viene percepita, per il giornalista tedesco, in modo differente da chi è coinvolto „sotto“, e da chi prende le decisioni politiche „sopra“…
PS Dell’articolo di George Dunn (Compact, 26.9. 24) su George Grant, filosofo socialdemocratico conservatore, che tra l’altro Facebook mi ha vietato di pubblicare (ho obiettato, vediamo come risponderanno), vorrei pubblicare questo passaggio, che più da vicino ha un particolare valore per la „profezia della pace“: „Ma, come avvertiva Grant, l'obiettivo della comoda autoconservazione non era sufficiente a proteggere i deboli dalla predazione dei forti. Dopo tutto, la guerra del Vietnam è stata giustificata in termini di ideologia liberale. Lo Stato più potente della Terra era disposto a far piovere fuoco su un piccolo Paese contadino a migliaia di chilometri di distanza perché i vietnamiti non volevano far parte dell'impero capitalista liberale. Era come se l'evidente superiorità dello stile di vita nordamericano autorizzasse il dominio sui Paesi che osavano rifiutarlo. Altrove, Grant ha detto di essere tentato di riassumere l'ethos americano come “l'orgasmo in casa e il napalm all'estero”. Ha anche condannato la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti nella causa Roe contro Wade, che ha abbattuto le restrizioni legali sull'aborto, descrivendola come “una coppa di veleno per le labbra del liberalismo”, perché la sua negazione dei diritti ai non nati ha aperto la possibilità di escludere altre categorie di esseri umani dalla protezione della legge. Temeva per gli anziani, gli infermi, gli handicappati, per tutti coloro le cui rivendicazioni avrebbero potuto disturbarci nella nostra ricerca di una qualità di vita sempre maggiore.“ / L’intuizione filosofica più interessante del filosofo canadese, espressa nella prima parte dell’articolo di Dunn e quella della formula: „io non mi possiedo“, un’intuizione che il pubblico italiano conosce dal pensiero sul „Senso religioso“ del sacerdote lombardo, Luigi Giussani, ma che in quest’ultimo viene coordinata con l’idea della libertà e del libero verificare delle proposte della tradizione ed anche di ciò che viene ritenuta la „natura dell’uomo“ da parte del singolo uomo ; io ritengo che sia necessaria una critica della tecnica e che essa possa essere pensata in dialogo con Martin Heidegger, ma la mia decisione di pensare una critica del paradigma tecnocratico e liberale in dialogo con Ferdinand Ulrich ha certamente anche a che fare con l’idea della libertà, che non può essere lasciata alla sola rivendicazione del liberalismo mondiale. È vero che in dialogo con il „Padre celeste“ comprendiamo che non siamo in possesso di noi stessi, ma è anche vero che „il non-essere-causato-dell’essere“, dell’essere come dono di amore gratuito, mi permette una libertà che nasce dalla libertà del Padre stesso. / Anche il mio lungo dialogo con il volume nono dell'Opera omnia di Ernst Jünger (cfr. il mio diario pubblico: Diario di Roberto Graziotto) nasce da una critica alla "mobilitazione totale" del liberalismo, ma anche da un'idea di libertà che l'autore tedesco riassume con la categoria del "camminatore nel bosco". / Detto questo le posizioni politiche di Grant le sento molto vicine e sono contento di vedere in lui unite due „lotte“ che spesso vengono attribuite a due tendenze politiche: quella contro la guerra (a sinistra) e quella contro l’aborto e l’eutanasia (a destra). In questo senso sono contento di aver conosciuto questo personaggio singolare della cultura canadese. PS „Bello! Interessante! Se può esserti utile c'è un bel libro di Noam Chomsky che, super documentato, dimostra come il Vietnan sia stato voluto da Kennedy: "Alla corte di re Artù". Pertinentissima la sintesi "orgasm at home and napalm abroad". Alla fine la questione la poni bene: la vita mi appartiene? Nel senso di poterne disporre. Certo, è un discorso moooolto lungo“ (Nicola Pomponio).
L’ora attuale detta in breve: „Gaza is in ruins. Lebanon is under assault. Russia just updated its nuclear doctrine.“ (Max Blumenthal); il cardinal Parolin all'Onu parla dell'eliminazione del debito e delle armi nucleari..
Abba nostro…
(Dopo una passeggiata) Mi ha telefonato mia mamma per dirmi che il Papa, credo sia in Belgio, stava parlando della „profezia della pace“ e si chiedeva come sia possibile parlare male di un papa così, che ci ricorda sempre le cose elementari, senza le quali non si può vivere: la profezia della pace, il rispetto per le altre religioni…
La mia amica di Mestre, Michela mi ha mandato un link sul Convegno per i 20 anni di Fondazione Oasis; mi ha indicato due interventi in modo particolare, quello di Massimo Cacciari e quello di un monaco dossettiano, Ignazio De Francesco, che vive nella Cisgiordania. 1) Non riprendo tutto il ricchissimo intervento di Cacciari, che è forse il filosofo italiano più intelligente, ma direi che le sue indicazioni sono preziose; in primo luogo la messa in questione dell’assolutismo totalizzante dell’ondata islamica, che c’è stata, ma che è finita da secoli e che non ha mai interrotto il rapporto tra le culture e le religioni; l’ondata occidentale, non solo militare, ma anche logistica e di una certa idea di intelligenza, che è del tutto assolutizzante, è una vera e propria „mobilitazione totale“ (del denaro, del potere, delle armi…). A questo totalitarismo corrisponde un’idea „deistica“ del Dio unico architetto…Vi è anche un’altra traduzione europea, quella di Nicola di Cusa, che non si basa, sulla „tolleranza“, ma sul coraggio della conoscenza reciproca, del sapersi tradurre reciproco, in forza dell’idea che il „Non-aliud“ è l’amore (ovviamente sono cosciente che in questo modo riassumo Nicola di Cusa, come l’ho capito io, senza usare la terminologia dell’approssimazione al vero usata da Cacciari). Poi infine un richiamo forte alla profezia della pace: nella guerra vince il più forte, non chi è più giusto…2) La testimonianza di preghiera ed esorcismo del Padre Ignazio in Cisgiordania, è anche testimonianza di giudizio sull’esistenza storica, sul significato del 7 Ottobre, sul significato dei coloni in Cisgiordania, che leggono certi salmi cruenti prendendoli alla lettera; sulla chance iniziale persa da parte dei palestinesi di una soluzione dei due stati e sull’illegalità israeliana odierna. Ha raccontato anche la vita concreta, che ha definito come una prigione sotto un cielo aperto ed infine ha invitato a comprendere la connessione intima tra giustizia, pace e perdono…
(Pomeriggio tardo) Nella nuova serie „Tolkien“ Sauron è una maestro dell’illusione con tanti nomi, voglioso di potere, non solo fisico, ma anche spirituale.
Per quanto riguarda la questione del „meticciato“ (Scola, Cacciari), direi che si dovrà trovare un equilibrio tra esso e l’idea di nazione, a cui non si appartiene perché vi si è nati, ma perché in essa si lavora, come dice Renato nel suo testo su Milano.
(Sera) „È una colpa desiderare di essere capiti prima di aver chiarito se stessi ai propri occhi - significa cercare dei piaceri nell’amicizia e non meritati - è qualcosa di più corruttore ancora dell’amore. Venderesti la tua anima per l’amicizia“ (Simone Weil, Quaderni. Volume I, 148) - „La ricerca del piacere è sempre cattiva“ (ibid.). Tanto più nell’amicizia; l’amicizia deve essere gratis, espressione prima del dono dell’essere come amore gratuito. Chiarire me stesso è possibile solamente se prendo sul serio: „etiam peccata“: (Agostino, Claudel, Weil); „una colpa è possibile solo nella misura in cui si è compreso che è una colpa: commettere la colpa è dunque necessario per apprendere qualcosa, come un dolore fisico per svelare una malattia. Ciò è possibile solo al passato“ ( Weil, ibidem 146); solo al passato, perché se no diventa giustificazione di ciò che non dobbiamo giustificare, ma confessare: il peccato. Una colpa grande è quello di „desiderare di essere capiti“, ma noi dobbiamo fare due cose: chiarire noi a noi stessi ai propri occhi e confessare il peccato. L’amico non può confermare quello che solo tu puoi confermare e non può neppure confessare il tuo peccato; e la ricerca del piacere? A me sembra che a volte non c’è modo diverso per calmarsi, perché non siamo solo spirito, ma anche carne e lo spirito può trasformare la carne, ma non credo sia un automatismo; bisogna chiedere di essere ampliati, così era cominciata la meditazione questa mattina.
Con Konstanze abbiamo pregato i „Vespri“ in onore degli arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele.
(Droyssig, il 27.9.24; anniversario della fondazione della Compagnia di Gesù nel 1540 e della Casa Balthasar nel 1990) Lo „Spirito“ (pneuma) che non è l’anima, può trasformare la materia, nel caso di Maria può renderla gravida; il suo si ha un influsso sulla sua anima (psiche). La dimensione „spirituale“ (pneumatica), come ne parla Adrienne in „Esperienza di preghiera“ (52-53), mi interessa molto; alla domanda „filosofica“ (cioè che cerca un risposta an das, was der Fall ist,): „come è possibile visto che non conosco uomo?“ Dio risponde con il Suo Spirito che trasforma la missione di Maria (con il suo corpo) da una mare calmo in un oceano in tempesta; questo non accade travolgendo senza senso la quotidianità, il cui peso deve essere portato giorno per giorno; i passi di chi si fida rimangono per lo più calmi, in Maria del tutto calmi, ma il senso della sua missione nel mondo si apre ad una vastità e profondità che l’uomo non conosce, quindi che anche Maria non conosceva. Stanno volgendo al termine i miei anni lavorativi nella scuola, spero di essere stato almeno un po’ uno strumento al servizio di questo ampliamento oceanico delle mie possibilità…Quello a cui miro non è un plus di conoscenza, ma un plus di preghiera, che mi permetta di veder almeno un po’ con gli occhi di Dio, al di là degli schemi, pur necessari, di tutti gli schemi, anche quelli ecclesiali…VSSvpM!
„A proposito di armi, dagli Stati Uniti l’altra grande notizia di oggi riguarda il sì del presidente americano Joe Biden ai missili a lungo raggio per l’Ucraina. L’annuncio è stato dato all’alba americana di ieri ed è destinato a cambiare le sorti del conflitto con la Russia. Kiev avrà 8 miliardi di dollari e la possibilità di utilizzare le armi occidentali contro Mosca, anche sul territorio russo. È una svolta attesa ma importante. Volodymyr Zelensky ha ottenuto quello che voleva, presentando quel “Piano per la vittoria” che resta riservato ma che sta convincendo i leader statunitensi. Anche Kamala Harris è scesa con chiarezza in campo a fianco dell’Ucraina, dando pieno sostegno alla linea seguita finora. Oggi Donald Trump riceverà Zelensky nella Trump Tower, dopo averlo criticato in campagna elettorale come “piazzista”.“ (Banfi, versione odierna). - Ecco i nomi della follia in corso!
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 26.9.24) Ieri nel mio commento a Gv 4, al dialogo tra la donna di Samaria e Gesù, ho insistito molto sul superamento di una religiosità del luogo: „Ma viene l’ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano“ (4,23: ἀλλὰ ἔρχεται ὥρα καὶ νῦν ἐστιν, ὅτε οἱ ἀληθινοὶ προσκυνηταὶ προσκυνήσουσιν τῷ πατρὶ ἐν πνεύματι καὶ ἀληθείᾳ, καὶ γὰρ ὁ πατὴρ τοιούτους ζητεῖ τοὺς προσκυνοῦντας αὐτόν·) - quindi „né su questo monte né a Gerusalemme“ (Gv 4,21: οὔτε ἐν τῷ ὄρει τούτῳ οὔτε ἐν Ἱεροσολύμοις). In questo senso ho detto ai ragazzi che si potrebbe spostare il Vaticano anche nella Mongolia. Già Isaia lo sapeva: 66
[1] Così dice il Signore: "Il cielo è il mio trono,
la terra lo sgabello dei miei piedi.
Quale casa mi potreste costruire?
In quale luogo potrei fissare la dimora?
[2] Tutte queste cose ha fatto la mia mano
ed esse sono mie - oracolo del Signore -.
Su chi volgerò lo sguardo?
Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito
e su chi teme la mia parola. - In questo senso ha ragione Adrienne a dire che „il si di Maria è la prima preghiera cristiana“ (Esperienza di preghiera, 51); „lei prega a partire da un punto che in nessuno modo è più il suo luogo“ (51); la preghiera non è legato ad alcun luogo, neppure al proprio luogo spirituale; la vera preghiera è un inserimento del nostro si nel si del Cristo trinitario, in quel dialogo di amore che forma tutto! È legittimo porre domande, lo fa anche Maria, ma nel momento in cui dice il suo „fiat“ viene trasportata nel si di uno più grande di lei: nella forza che Gesù le dona del Suo Padre e dello Spirito, che è testimonianza viva del Suo amore per il Padre! Dobbiamo chiedere con umiltà di diventare adorati del Padre ἐν πνεύματι καὶ ἀληθείᾳ non di noi stessi o di certi luoghi, con tutto il rispetto che certi luoghi possono anche avere, come per la mia piccola famiglia Altötting. E questo ἐν πνεύματι καὶ ἀληθείᾳ non ha in primo luogo una dimensione di perfezione etica; la samaritana che ha avuto quattro uomini e vive con un quarto, che non è il suo uomo, viene lodata perché dice il vero. Ed anche per Adrienne non si tratta „di ricevere improvvisamente delle visioni approfondite nella vita trinitaria“, ma in qualche modo sente „che la sua preghiera è ampliata in altezza e profondità“ (51), come lo sente anche la Samaritana nel dialogo con Gesù.
1) „Una dichiarazione del Capo di Stato maggiore Herzi Halevi è sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. Ha detto: «Prepariamoci a entrare nei villaggi di Hezbollah»“ (Banfi, versione odierna) - ormai siamo alla follia vera e propria e a me le azioni diplomatiche (Biden, Macron) di persone che le guerre le finanziano, non dicono proprio un bel nulla. 2) Seconda follia: „Palazzo di vetro che ieri ha visto l’intervento di Volodymyr Zelensky, che ha accusato apertamente i russi di voler colpire le centrali nucleari. Da parte sua ieri Vladimir Putin ha presieduto al Cremlino una riunione specifica del Consiglio di Sicurezza russo sulla «deterrenza nucleare». Quasi a sottolineare quello che ha detto il leader, i media russi ieri hanno rilanciato un vecchio filmato con una simulazione di quello che significherebbe un attacco nucleare su Londra.“ (Banfi, versione odierna). 3) Preghiamo per il Papa e le sue intenzioni: „Papa Francesco, che oggi è in visita nel Lussemburgo (…), ieri è tornato a rivolgere un appello per la pace ai Grandi della Terra. Alla consueta udienza del mercoledì, Bergoglio ha auspicato «che la comunità internazionale faccia ogni sforzo per fermare questa terribile escalation». E poi ha esclamato: «È inaccettabile!», esprimendo la sua «vicinanza al popolo libanese, che già troppo ha sofferto nel recente passato»“(Banfi, versione odierna). PS „Biden dice che è possibile una “guerra totale” in Medio Oriente e stranamente ripete di essere un “sionista”. La sua idea di raggiungere un accordo per evitare questa “guerra totale” è apparentemente quella di chiedere una “soluzione a due Stati”, il che significa che potrebbe anche aspettare Babbo Natale.“ (Michael Tracey, X, 25.9.24)
Nella prima stagione della nuova serie su alcune appendici di Tolkien, c’è una chiave diabolica che mette in moto un disastro nucleare; in un certo senso ha ragione Adam quando dice alla giovane Galadriel, piena di rancore, che non c’è solo un elfo, lui, che ha perso la luce, l’ha persa anche la lottatrice fanatica del bene.
„Scheler sembra suggerire che l'uomo che si considera un uomo di rigore, che esige l'applicazione di norme universali, può essere in realtà un uomo di ressentiment che non può ammettere la realtà di cognizioni che non è qualificato ad avere perché appartengono a forme di vita e pratiche che gli sono estranee. Egli va distruggendo ciò che non riesce a capire, sostituendo la conoscenza con l'irrazionalità sistematizzata.“ (Matt Crawford, Substack, 25.9.24) „rancóre s. m. [lat. tardo rancor -ōris, der. di rancere «essere rancido» (è quindi, propr., l’astratto di rancidus)]. – Sentimento di odio, sdegno, risentimento profondo, non manifestato apertamente, ma tenuto nascosto e quasi covato nell’animo: avere, nutrire, serbare r. contro qualcuno; il suo sordo r., a lungo nascosto e frenato, esplose improvvisamente; deporre, dimenticare ogni r.; intanto qualcosa, un vecchio nodo di r., le si scioglieva dentro il petto (Bassani); basta con i vecchi r.; lo dico senza r.; e semplicem.: senza r.?, dopo un diverbio o una discussione accesa, invitando l’interlocutore a non serbarci rancore.“ (Treccani, online) - questa dimensione della filosofia pratica è più conosciuta, in modo particolare in quello sdegno nascosto che coviamo per un vicino che secondo noi non si sarebbe comportato in modo degno alla nostra persona; la dimensione di cui parla Matt, in riferimento a Scheler, è più complessa ed ha un valore „gnoseologico“; il rancore che proviamo per le persone che sanno ben più precisamente di noi un determinato aspetto del sapere pratico e teorico; che ci può essere „rivelato“ (!) se abbiamo un anima aperta e priva per l’appunto del rancore. Questo sapere rivelato non può essere sostituito da un sapere generale e banalizzante…
Ho cominciato a spiegare la dimensione etica e giuridica di Kant (12esima classe): credo che tutto sommato, anche se si ha un’obiezione critica nei confronti del filosofo tedesco, che egli ci offra alcuni spunti di riflessione, che sono davvero d’aiuto in un mondo in cui l’unico criterio di giudizio è il „sentimento“; la buona volontà, da non confondere con un qualche sentimento del bene, è davvero un criterio che permette di comprendere come le altre qualità che possiamo avere non hanno una dimensione totalizzante come la buona volontà stessa: salute, intelligenza, etc. sono dei beni, ma non sono il bene…
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 25.9.24; San Nicola di Flüe) Il Santo del giorno viveva nel suo eremo di eucaristia, ha lasciato moglie e famiglia con l’assenso della moglie, ed entrambi sono diventati mediatori di pace!
Non è possibile „disimparare Dio“ (Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera); ci sono momenti in cui si è privati dalla preghiera esplicita per un eccesso di sofferenza, ci sono momenti che non si vuole pregare perché ci si vergogna di Dio; „poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose alla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino“ (Gen 3, 8). Questo nascondersi non può evitare il dialogo che segue, perché per l’appunto non si può disimparare Dio. Non siamo qui nella dimensione dell’obbligo, ma dell’amore che vede nel nostro intimo e rivela che le forze che muovono il nostro cuore sono le stesse che muovono la storia…lasciami o mio Signore non giudicare troppo presto, anzi lasciami non giudicare per nulla! Fai che Ti imitiamo, sei venuto per salvare il mondo non per giudicarlo, poi è vero che la Tua parola giudicherà, ma il nostro cuore deve rimanere sempre cordiale, cioè se stesso! Ed anche nel dialogo in Paradiso non è Dio che giudica, anzi lui cerca i suoi e quando si accorge che sanno di essere nudi fa loro addirittura dei vestiti! Nel dialogo mette in evidenza solo il casino che hanno fatto loro!
„La grande fuga dal Libano in fiamme è come un film da incubo che scorre sullo schermo del mondo, riunito a New York alla sessione autunnale delle Nazioni Unite. Mai come in questo frangente la coincidenza casuale dei fatti risulta stridente e insieme fotografa implacabile un mondo impotente, nel disordine e in preda alla furia bellicista.“ (Banfi, versione odierna) - bisognerà vedere bene quali sono le forze che si oppongono alla furia bellicistica e poi schierarsi con loro; in questo l’impotente Biden non è credibile e non lo è la candidata democratica Harris; il sud del mondo (per esempio il presidente brasiliano Lula) sembra essere oggi più credibile; la Meloni pur essendo in alcune cose brava (anche nel tentativo teorico di definire il nazionalismo), non si schiera in modo chiaro per la profezia della pace; il „piano per la vittoria“ di Zelensky è una pagliacciata pericolosa; la voce del Papa è quella più convincente. PS Per questo motivo io leggo il voto nei territori della ex DDR come una speranza. PS II Io credo che dobbiamo avere il coraggio della „verosimilitas“ (Cicero); non siamo in ambito dogmatico, ma dell’esistenza storica; a me sembra verosimile che un conservatore intelligente, che abbia come criterio la profezia della pace, non possa che schierarsi con Trump vs Harris (anche se il carisma di Trump non è sufficiente); con Orban vs Meloni e tutta la „nomenclatura ursulana“; la mia zona (ex DDR) è interessante proprio per aver fondamentalmente superato i partiti classici (in Brandenburg la SPD ha tenuto solo per il suo presidente, ma già i giovani sotto 30 anni si fidano meno di lui) in direzione della AfD e del BSW
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 24.9.24) „Dio ha dato quindi all’uomo nella creazione la possibilità ancora invisibile, ma vera di partecipare al dialogo divino…Il Padre, che crea, il Figlio, che fonda tutto, lo Spirito, che si libra creativamente sulle acque sono così in dialogo tra di loro, che l’essere umano nascente è sempre partecipe del dialogo di Dio“ (Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera,46-47). Il primo uomo Adamo, anche Eva, la madre dei viventi avevano un presagio di questa realtà dialogante di Dio; si sono persi nello pseudo dialogo con il serpente, ma sapevano, anche dopo questo pseudo dialogo, che Dio era presente, ed era presente in „plurale“, come si può leggere nel nome di Dio usato nei racconti della creazione, Elohim, lo sapevano cosi che hanno dovuto nascondersi, perché dopo aver mangiato il frutto proibito erano coscienti di essere nudi. Questa di Adrienne del dialogo di Dio non è un’immagine universitaria di Dio; persone che sono insieme, per semplici che esse siano, sono in dialogo tra di loro, a volte sono in silenzio, ma anche quest’ultimo è dialogo; noi dobbiamo di nuovo imparare ad essere così „nudi“, nel senso originario del termine, da poter ascoltare di nuovo questo dialogo intra trinitario che ci permetterebbe di comprendere chi è Dio e cosa si aspetta da noi, nel piccolo e nel grande palcoscenico del mondo.
„Dunque, la guerra in Libano è guerra aperta, guerra vera. Ieri in una sola giornata Israele ha annunciato di aver colpito 1.300 obiettivi. La stima dell’esercito israeliano è di avere distrutto almeno la metà dell’arsenale di razzi e missili con cui hezbollah hanno martellato villaggi e città del Nord del Paese. E questo in poche ore. Gianluca Di Feo scrive su Repubblica che i danni di ieri sono stati superiori a tutti quelli provocati dalla guerra del 2006. Il bilancio delle vittime è pesante: 500 i morti, di cui 35 sarebbero bambini.“ (Banfi, versione odierna) - il metodo guerriero dell’amministrazione Netanyahu è il contrario di ciò che richiede la „profezia della pace“, non solo perché il numero di civilisti è molto alto, ma anche perché è il metodo sbagliato di rapportarsi agli altri, tanto più che è lo Stato di Israele che, nella regione, ha aggredito per primo - è sempre più chiaro il carattere „mitologico“ del 7 Ottobre 2023.
„Nel 2022, la guerra in Ucraina ha fatto emergere una divaricazione crescente tra l’Occidente, schierato con Kiev, e un mondo musulmano più comprensivo nei confronti della Russia. Tale dinamica è stata esasperata dallo scoppio del conflitto a Gaza e dalla brutalità della risposta israeliana all’attacco terroristico del 7 ottobre. Le opinioni pubbliche e diversi governi dei Paesi arabo-musulmani hanno infatti denunciato i doppi standard di europei e americani, pronti a invocare principi e norme internazionali per sostenere la difesa dell’Ucraina, ma rimasti sostanzialmente indifferenti di fronte alla sorte dei palestinesi. A ciò si aggiungono le tensioni legate alle migrazioni internazionali. Già nel 2022, i commentatori musulmani avevano messo in evidenza il divario tra l’accoglienza riservata dagli europei ai profughi ucraini e la chiusura nei confronti di profughi e migranti extra-europei. Le migrazioni hanno tra l’altro l’effetto di avvicinare all’Europa i focolai di crisi diffusi tra Asia e Africa. La consistente presenza musulmana in molti Paesi europei, ad esempio, contribuisce a fare del conflitto israelo-palestinese una questione interna al Vecchio Continente (Redazione Oasis). - Per un’autentico atteggiamento „poliedrico“ è necessario per lo meno conoscere la posizione degli altri, in questo caso del mondo mussulmano; anche in questo senso il servizio di Oasis è davvero molto utile, proprio dal punto di vista della „profezia della pace“.
Abba nostro…
(Pomeriggio) A sette pagine dal termine della traduzione di HA: Ci stiamo avvicinando al termine di questo opus magnificum: la lotta diventa realmente filosofica e teologica allo stesso tempo: da una parte per evitare gli estremi teologici: quello di un Dio in divenire (Hegel), quello di un Dio coincidente con la realtà tutta (Spinoza, Goethe) e quello di un Dio tradizionalistico e unilaterale. Il Dio eterno non è un’essenza fissa in se stessa e del tutto unilaterale, monolitica, non è la realtà tutta e non è la realtà divenire. Egli è quel Mistero non causato che dona l’amore gratuitamente, perché Egli stesso è trinitariamente Amore gratuito ed assoluto. D’altra parte il suo primo effetto, la donazione gratuita dell’essere non è altro che „nulla“, ma senza questo „nulla“ dell’amore gratuito la creazione stessa si schianterebbe nel nulla nichilistico, nella totale perdita di senso, che cerchiamo di superare con le diverse forme pseudo sussistenti, che si lasciano riassumere nella riduzione della gratuità del dono in una delle forme del „causare“ e „produrre“ che riempiono il giorno dell’uomo.
„La bontà è il centro dell’essere. Se quest’ultimo viene neutralizzato, allora ci sono solo pezzi di realtà fattuale o la “validità ideale” nell'orizzonte del “concetto vuoto dell'essere”, nel medium di una ragione dimentica dell’essere. Il bene è presente in „tutto“ l’essere dell’essente; senza il bene la res non avrebbe alcun fine a cui mirare: „…sed finem consequitur res secundum totum esse suum, et in hoc consistebat ratio boni“ (Tommaso, De Veritate 21.1.4)“ Ferdinand Ulrich, HA, 521) - Questa frase è il cuore di tutta la mia vita e di tutti i miei diari ed è il cuore dell’opera che sto terminando di tradurre (mi mancano ancora cinque pagine); in persone come mia moglie la vedo realizzata. La bontà, non una competenza è il centro o cuore dell’essere. I tentativi di neutralizzazione di questa cuore li conosciamo; essi accadono quando una tecnica o un progetto si arrogano il diritto di una pseudo assolutezza. Il bene non è solo e non è primariamente una particolare azione buona, anche se passa attraverso di essa, ma mira alla totalità dell’essere come dono e non dell’essere come produzione o „causa“…
(Wetterezeube, il 23.9.24; san Pio da Pietralcina; compleanno dell’imperatore Augusto) Da oggi pian piano, ma qui da noi già in modo molto intensivo, le giornate cominciano a diventare, dopo l’equinozio di ieri, sempre più corte.
Grazie per il vostro amore perfetto, mio Gesù, nostro Padre, grazie che attraverso lo Spirito Santo d’Amore ci fate partecipare ad esso, almeno un po’! In questo momento nel mondo, in tante forme che non possono essere omologate, tante persone stanno pregando, da sole nella loro camera o camminando o sedendo in autobus o nelle forme liturgiche della Chiesa. E nei millenni dalla Tua venuta, Cristo, tante persone si sono poste di fronte alla vostra Eternità ed hanno avuto fiducia in essa! Un esercito di preghiere, di tantissimi camminatori nel bosco. Ma anche prima della Tua venuta, tanti profeti e popoli hanno avuto fiducia nel Mistero; Ti chiedo, oltre a quello che Ti ho già chiesto nel silenzio, che questo universo di preghiera si contrapponga a quello dell’odio e della guerra. Amen!
Il risultato provvisorio delle elezioni in Brandenburg è questo: SPD 30, 9 % (qui a differenza della Turingia non è crollata, anzi ha avuto un 4, 7 % di voti in più, credo sia merito del premier Woidke che ha la fiducia di tanta gente). L’AfD è al secondo posto con 29,2 % dei voti, quindi con un aumento del 5,7 % dei voti. Il terzo partito è il BSW che si è presentato per la prima volta ed ha raggiunto di colp un 13, 5 % dei voti. La CDU giunge al 12,1 % dei voti con una perdita del 3,5 % dei voti. I Verdi arrivano appena al 4,1 % e quindi non raggiungono il 5% dei voti necessari per entrare nel parlamento (non hanno neppure avuto un mandato diretto, come si pensava all’inizio della serata di ieri); hanno perso il 6,6% dei voti. Il partito „Linke“ ha perso il 7,7 % dei voti e giunge solo al 3 % .
Ancora un pensiero sulla nuova serie ispirata a Tolkien. È importante ricordare che siamo nell’ambito della mitologia e non dell’esistenza storica; Adam e i suoi orchi, Sauron sono una rappresentazione troppo esplicitamente diabolica del nemico; non ci si può immaginare di sedere ad un tavolo diplomatico con Sauron; mentre per gli avversari nell’esistenza storica vale ciò che ho scritto Sabato pomeriggio in dialogo con Ernst Jünger: “La pittura in bianco e nero può produrre solo immagini imperfette. La società non è divisa in persone terribili e buone, ma il terribile è di casa in ogni cuore; anche se vive solo in un angolo di esso, può sempre venire alla ribalta. Le ombre ci sono, anche tra i grandi, ma in questo senso il giudizio rimane severo.“
Nel suo ultimo articolo Marilyn Simon pone la questione del privato vs forme dittatoriali di presenza di un partito in esso; cita Hannah Arendt e il famoso „1984“ di George Orwell. Anche il sesso fa parte di questo privato; non si può aver sesso come servizio al partito; vale mutatis mutandis anche per la Chiesa. Quest’ultima può dare delle indicazioni, se crede - io sarei molto prudente dopo i disastri in questo ambito - ma dovrà stare attenti a non distruggere la dimensione erotica che è propria dei due, così come sono a capaci a viverla; oggi ci sono „chiese“ molto più potenti della Chiesa, e di fatti la Simon cita quella del „sesso democratico“ e della rivoluzione sessuale; quello di cui l’autrice americana, in questo articolo per lo meno, non tiene conto è della non simmetria dei bisogni sessuali, anche tra persone che si amano davvero; ma anche qui il privato dovrebbe poter coprire tante cose che è bene che rimangano private, cioè intime. Nel romanzo distopico di Orwell il partito è abbastanza liberale con il sesso con una prostituta, ma non sopporta il sesso erotico con la propria donna. Probabilmente la pornografia nei nostri giorni è l’entrata della prostituzione nel privato; probabilmente non se ne può far a meno se vi è una non simmetria nel senso di prima, ma ovviamente si dovrà stare attenti che le leggi del dominio democratico-trasparente pornografico non entrino nelle nostre case, più di quanto già facciano. In genere il rinvio alla Arendt ci ricorda che dobbiamo stare attenti ad ogni forma di dominio pubblico sul privato…è bene che amici non parlino in modo politicamente corretto, quando si trovano ad essere insieme!
Abba nostro…
(Pomeriggio) Un po’ con l’intenzione di provocare una crisi alla Padre Ganne SJ, quando nel mio corso di antropologia (undicesima classe), parlo di Platone ed Aristotele, il primo nella priorità della forma sulla materia e dell’anima sul corpo; il secondo come unità di materia e forma e di anima e corpo, in effetti vedo la reazione „stranita“ dei ragazzi che pensano che noi cristiani siamo tutti platonici; mentre io mi getto completamente dalla parte di Aristotele. Una ragazza mi ha chiesto: ma Dio non è anche „anima“? Le ho risposto che la mia capacità speculativa non è molto forte, ma direi che Dio è „spirito“ (pneuma), non anima (psychè); il pneuma è origine di tutto, anche dell’unità di anima e corpo, ma non può essere ridotto alla sola „anima“.
Sono del tutto d’accordo con Jünger: gli uomini più grandi sono i „fondatori o i capostipiti di religioni“, ancora di più degli uomini di stato e degli imperatori. Mi ha commosso quando nel capitolo 30 del „nodo gordiano“ Jünger parla anche „di un uomo semplice, come padre, maestro, insegnante e giusto“: „anche la sua opera e la sua famiglia possono solamente sussistere grazie a questa forza fondante“ (442). Io direi che la „forza fondante“ di Konstanze e me, nella piccolezza della nostra azione sia la cosa più grande che abbiamo incarnato; spero che basti per la salvezza.
(Wetterzeube, il 22.9.24; venticinquesima domenica del Tempo Ordinario) La domanda che Tommaso vuole discutere in De Potentia 7.2 (cf. HA, 515), se ho capito bene, perché sto ancora traducendo il paragrafo, potrebbe essere formulata così: Si può dire che Dio sia l’essere, se l’essere è qualcosa di semplice e completo, come è Dio, ma non sussistente, mentre Dio è sussistenza assoluta e non originata? In vero la questione trattata da Tommaso ha una valenza di secoli, perché di fatto dopo di lui, pur essendoci ancora delle rocce di resistenza, si è „dissolta la sua (di Dio) positività assoluta e senza origine“; Ulrich si chiede: „definendo Dio come l’essere sussistente stesso non viene proprio in tal modo dissolta la sua positività assoluta e senza origine?“ (Ulrich) - credo che la soluzione sia, alla scuola di Przywara e Ulrich stesso l’analogia entis; e per quanto riguarda l’essere: „Non è difficile vedere che qui è in gioco la „crisi dell’essere“ ed è in pericolo il suo venir dissolta nella realtà positiva!“ (HA, 516); non so bene a partire da quale punto, ma direi che oggi nelle nostre latitudini, non vi è più spazio per la „crisi dell’essere“, cioè per un giudizio sulla realtà a partire dal dono dell’essere come amore gratuito. Tutto viene dissolto „nella realtà positiva“, nella quale vi sono tracce di volontà di potenza, di volontà erotica, ma alcuna traccia di gratuità, di capacità di cominciare a riflettere sulla realtà storica, a partire dal nostro cuore (nel senso di Jünger e Giussani esso è una via a Dio) e non da chiacchiere più o meno culturali, che identificano il nemico sempre e solo negli altri. Devo pensare ad una ragazza armena, nella piazza della Repubblica a Yerevan, l’anno scorso in questi giorni, che come una luce vera e propria, e pur avendo un fratello in Artsakh, si domandava, parlando con mia moglie e me, quale fosse la parte armena di responsabilità nella crisi, domanda questa che non giustifica la violenza continua azero-turca (in „Tempi“ ho letto tra l’altro dell’origine stalinista della parola Azerbaigian), ma che fa vedere un cuore davvero „semplice e completo“, immagine di Dio. L’essere finito è anche sempre „non sussistente“, perché non sussiste in sé, ma in Colui che dona gratuitamente l’essere e „che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti“ (Mt 5,45: , ὅτι τὸν ἥλιον αὐτοῦ ἀνατέλλει ἐπὶ πονηροὺς καὶ ἀγαθοὺς καὶ βρέχει ἐπὶ δικαίους καὶ ἀδίκους.)
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 21.9.24; alla vigilia dell’equinozio di autunno che cadrà domani alle 14,43; inizio dell’autunno; san Matteo) Renato Farina mi ha mandato ieri un messaggio vocale nel quale prende posizione critica con quanto avevo scritto ieri in dialogo con Ernst Jünger, sui grandi e sulle necessità della storia. Le frasi che sono venute in mente al mio amico milanese in questi giorni: „la storia giudicherà“; „dalla parte giusta della storia“ sono per lui frasi non vere, „sono frasi senza nessun senso“; io stesso nella mia meditazione avevo cercato di mettere in contrasto „il senso necessario e buono della storia come donazione dell’essere gratuito“ e come tema dell’uomo singolo e concreto da questo tipo di necessità storiche di cui parla Jünger e nel mio commento alla relazione Draghi di ieri pomeriggio avevo opposto al suo richiamo alla „produttività“ il „cammino nel bosco“; quindi non mi sono estranee le obiezioni di Renato. Eccole in dettaglio: chi è la storia? È una persona, o è solo un altro nome del pensiero dominante che in forza del riconoscimento di certi diritti ritiene che si sono fatti i passi giusti, per esempio verso la libertà? E cosa significa „dalla parte giusta della storia“? „Vuol dire dalla parte dei vincitori“? Renato dice che si è vaccinato da due idee opposte eppure convergenti, nel quale gli sembra cada anche il mio dialogo con Jünger su questo punto della grandezza e dei grandi nella storia, pur avendo „momenti forti di verità“: 1) la prima idea è quella che la storia sarebbe „giustiziera“ come pensano la sinistra hegeliana e Marx, per i quali gli eventi della storia si muovono su dei binari che travolgerebbero il male del passato. 2) la seconda che la storia sarebbe „giustificatrice“ nel senso che visto che un fatto è accaduto in quel modo e non in un altro esso andrebbe automaticamente nella direzione della libertà; questa idea si rifà al pensiero di Benedetto Croce e del liberalismo o se vogliamo del pensiero hegeliano di destra. In questi due sensi la storia giustificherebbe, nella variante di sinistra e in quella liberale, quello che accade perché accade. Renato dice che non crede né nell’una né nell’altra teoria. Non crede che la storia sarebbe innocente e i grandi eventi siano necessitati e quindi debbano accadere come „bolle il latte sul fuoco, così che ad un certo punto esonda, trabocca“. In questo modo sarebbe abrogata la libertà degli uomini di spostare il corso della storia, di Dio di intervenire e di Satana di spostarla in un certo modo a lui gradevole. Poi parla di un suo ricordo personale del 1975: lui era già in CL, ma con il cuore ancora nell’estrema sinistra. Uno di „Lotta continua“, che forse poi passò alle BR, gli disse che i borghesi erano per la rivoluzione, perché sapevano che la classe borghese sarebbe stata necessariamente travolta dalla storia. Non ci sarebbe nessun impulso etico, morale o moraleggiante, nella scelta rivoluzionaria, ma si tratterebbe semplicemente di un calcolo. A tutto ciò Renato oppose l’idea che in vero ogni nostra azione e decisione è una scelta morale e non un automatismo dello svolgersi delle forze di produzione che avrebbero portato per Marx (con correzioni maoiste) alla morte della classe borghese. Renato, disgustato da questo tipo di argomentazioni, chiese al suo interlocutore se non si vergognava a sostenere tali automatismi o necessità della storia; tra l’altro Renato osservava anche il modo indegno di come l’estrema sinistra trattava i poveretti, cioè quelli del servizio d’ordine di Lotta Continua…Insomma Renato vuole dirmi che „gli atti sono atti“: ammazzare un bambino è un atto a cui la coscienza umana si oppone. Non vuol dire che chi fa questo sia un „criminale di guerra“, se lo fa in massa, ma questo atto grida vendetta al cospetto di Dio, come dice il Vangelo. Non si può relativizzare questo. Fa poi nel messaggio l’esempio di Giulio Cesare che gli storici ritengono avere ucciso nella guerra in Gallia un milione e duecentomila Galli; nessuno parla di lui come „criminale di guerra“, anzi piuttosto si critica Bruto che lo ha ucciso; ma era davvero una necessità storica uccidere così tante persone? Per far che? Per far progredire la civiltà? Per costruire delle belle strade che avrebbero permesso ai romani poi di occupare/civilizzare anche il mondo anglo-sassone? Renato pensa che nella storia ci sia la libertà; e per quanto riguarda Tolstoj, che avevo citato nel mio dialogo con Jünger, dice che lui è il contrario del moralismo; lo scrittore russo penserebbe piuttosto che la storia è un fiume che va dove vuole, anche se critica alcune persone specifiche come fa con Napoleone (tra l’altro critica anche lo zar Alessandro); anche la morte di Anna Karenina sarebbe per Tolstoj una „necessità“. // Queste obiezioni sono molto forti e le sento come mie, per questo mi sono preso il tempo di trascriverle, quando fuori dalla finestra il mondo era ancora nella penombra; in difesa di Jünger direi che lui non deriva né dalla sinistra hegeliana né da quella di destra; certamente non è un marxista, anche se i nazisti, in forza del suo libro sul „lavoro“, lo pensarono né un liberale. È innegabile che lui pensi ad alcune necessità della storia, ma aposteriori, non apriori (è semplicemente uno che riflette sull’esistenza storica); vede quello che è accaduto e si chiede se non sarebbe potuto andare anche peggio, con un altra persona; certo usa il termine di „uomo del destino“, ma la mia intenzione nel dialogo era di usare questo termine in servizio della „profezia della pace“, non per niente avevo fatto l’esempio di Donald Trump; se lo sarà, un uomo del destino, è certamente anche una questione della sua libertà, che per ora gli ha fatto fare scelte giuste, come quella di integrare persone come J.D. Vance (addirittura come vice presidente); Robert F. Kennedy Jr. e la veterana Tulsi Gabbard. Poi per quanto riguarda la guerra Jünger insiste, nello svolgersi del volume nono dell’Opera omnia, sulla distinzione tra civilisti e soldati: soldati sparano a soldati (non a bambini innocenti) e non dichiarano mai il nemico un „mostro“…questo sarebbe già un grande atto nella giusta direzione nei conflitti attuali, che stanno perdendo ogni limite sensato…Poi è vero che certi nostri atti, di cui dovremmo giustificarci di fronte a Dio, sono male ed un contributo al male. È stato un male che gli azeri, ormai giusto un anno fa, hanno attaccato gli armeni in Artsakh e poi li hanno scacciati dalla loro terra millenaria: ma quale „atto“ oggi può contribuire alla difesa dell’Armenia? L’avvicinamento all’EU che compra il gas da Aliyev? Certo non si tratta solo di meccanismi, automatismi; nella storia vengono prese decisioni, come quella del genocidio del popolo armeno da parte di giovani Turchi allora? Cosa posso fare io? In fondo solo non contaminare il mio cuore con odi eccessivi e il capitolo 28 del „nodo gordiano“ di Jünger mi aveva aiutato in questo. Sono molto grato, però, che Renato si sia preso il tempo di spiegarmi la sua posizione.
Non è così importante che le nostre preghiere siano spesso parole timide o addirittura sgraziate; quello che conta è fidarsi della Parola che sola può corrispondere al desiderio del Padre e questa Parola ci prende dentro di sé, ci difende, spiega al Padre cosa volevamo dire (cf Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 46), e anche ciò che in un certo momento della nostra vita, non siamo stati capaci a dire, per un eccessiva esperienza del dolore…Questa Parola (Logos) è Cristo! Solo guardando all’agnello, macellato e vincitore, possiamo sapere come batte il cuore del Padre! Jesus, Maria!
Konstanze è tornata ieri notte dal congresso di Münster su educazione e formazione (l’ 8. Münsterschen Bildungskongress); due idee che mi ha riferito mi sembrano molto utili. 1) Dobbiamo prendere atto di una „super-diversità“ nelle classi, non solo tra nazioni, ma anche all’interno di una nazione: venire dalla Siria non significa neppure aver l’arabo come lingua madre comune; 2) la generazione nata nel 2007 è passata da una crisi all’altra: dalla crisi migratoria, alla pandemia, alla guerra ed ha fatto esperienza dell’instabilità degli adulti nella reazione alle crisi. Nelle classi c’è bisogno non solo di affrontare la scuola con competenza di insegnamento, ma di offrire l’amore necessario per affrontare le crisi, un amore che spesso le famiglie non sanno dare; qualora ci siano le famiglie! Per esempio in una mia classe c’è una ragazza che vive con la nonna (il nonno è appena morto e i genitori hanno perso il diritto educativo per lei). Io direi quindi che non abbiamo solo una super diversità etnica, ma anche interna, fatta dei tantissimi destini che hanno i bambini; in modo particolare nel mio insegnamento di religione ne tengo conto, offrendomi come uno che ascolta e prende sul serio i loro problemi… anche passeggiando!
Abba nostro...
(Pomeriggio) “La pittura in bianco e nero può produrre solo immagini imperfette. La società non è divisa in persone terribili e buone, ma il terribile è di casa in ogni cuore, anche se vive solo in un angolo. Può sempre venire alla ribalta. Le ombre ci sono, anche tra i grandi, ma in questo senso il giudizio rimane severo. Le obiezioni sono rivolte a tutti. Una di queste macchie è l'abolizione e l'esecuzione del Duca di Enghien (1), di cui Napoleone stesso si pentì in seguito... L'atto negava il diritto internazionale e pubblico. Aveva tutti i segni dell'arbitrio, della pura violenza, sia per quanto riguarda l'arresto che la condanna e l'esecuzione. L'orrore che suscitò nei contemporanei istruiti fu dovuto principalmente al fatto che sospettavano un ritorno ai mezzi dell'epoca del terrore. Se applichiamo lo standard a Hitler, che è stato paragonato non solo a Federico ma anche a Napoleone, dobbiamo renderci conto che le vittime del calibro del Duca di Enghien sono inquietantemente predominanti. In quell'atrocità c'era ancora un'ombra di ragion di Stato. Qui, invece, l'omicidio di massa aveva solo i limiti offerti dell’arbitrarietà e le regole erano solo quelle offerte dell'amministrazione... L'interpretazione del recente passato è quindi una questione di vita per noi. Dobbiamo affrontarla nel nostro intimo. L'abbondanza di eventi che ci hanno colpito ci sfida a fare i conti con essi mentalmente, tanto più che le spiegazioni offerte dall'esterno non sono sufficienti. C'è un tesoro educativo nascosto qui che deve essere portato alla luce. Quando la nostra gioventù, dietro a ciò che l'odio, il dolore e la passione hanno nascosto e nascondono tuttora, e dietro alla schiuma dell'opinione, percepirà l'antica, genuina decisione che si erge immutata davanti agli uomini e alle generazioni, allora darà la risposta che ci si aspetta da essa... Un'ombra, come quella gettata dallo sviluppo del Duca di Enghien, pregiudica quasi ogni grandezza nel mondo dei fatti. In Alessandro ci rattristano gli eccessi commessi in stato di ebbrezza, in Federico gli atti di violenza contro Trenck (2) e molti altri” (Ernst Jünger, il nodo gordiano, 1953, 439).
- Il duca d'Enghien, il cui nome completo era Louis Antoine Henri de Bourbon-Condé, era un nobile francese, membro della casata reale dei Borbone. Nato nel 1772, fu uno dei discendenti della linea dei Bourbon-Condé, una famiglia strettamente legata alla monarchia francese. La sua esecuzione, ordinata da Napoleone Bonaparte nel 1804, è considerata uno degli episodi più controversi e arbitrari della carriera di Napoleone. Durante la Rivoluzione francese, come molti nobili monarchici, il duca d'Enghien fuggì dalla Francia e si unì all'esercito degli émigrés (nobili esiliati) che combattevano contro le forze rivoluzionarie francesi. Si stabilì nel Granducato di Baden, dove visse vicino alla frontiera francese, mantenendo contatti con monarchici francesi e cospiratori contro il regime napoleonico. Nel 1804, Napoleone venne a conoscenza di un complotto monarchico contro di lui, noto come il complotto di Cadoudal, che mirava a rovesciare il regime e restaurare la monarchia. Sebbene non ci fossero prove concrete del coinvolgimento del duca d'Enghien in questo complotto, Napoleone decise di agire con durezza per eliminare qualunque potenziale minaccia alla sua leadership. Napoleone ordinò che il duca d'Enghien venisse catturato nel Granducato di Baden, un atto che violava la sovranità di questo Stato neutrale. Dopo essere stato arrestato, il duca fu rapidamente processato da un tribunale militare, senza un vero processo equo o la possibilità di difendersi. Fu accusato di cospirare contro lo Stato e di essere in contatto con i nemici di Napoleone. Nonostante le prove a suo carico fossero scarse o inesistenti, il duca fu condannato a morte e fucilato il 21 marzo 1804 nel fossato del castello di Vincennes. L'esecuzione del duca d'Enghien è stata ampiamente criticata, sia all'epoca che successivamente, come un atto di giustizia sommaria e arbitraria. Molti videro in questa azione un simbolo della brutalità e dell'autoritarismo di Napoleone. Anche se Napoleone giustificò l'esecuzione come necessaria per la sicurezza dello Stato, essa alimentò l'opposizione contro di lui, soprattutto tra le famiglie reali europee. La morte del duca d'Enghien ebbe un impatto significativo sull'immagine di Napoleone, contribuendo a dipingerlo come un dittatore disposto a sacrificare le vite di individui innocenti per mantenere il potere. Napoleone stesso, anni dopo, avrebbe ammesso che l'esecuzione del duca fu uno degli errori più gravi della sua carriera politica.
- Friedrich von der Trenck (1726-1794) era un avventuriero, militare e scrittore prussiano, noto per la sua tumultuosa relazione con Federico II il Grande di Prussia e per le sue drammatiche vicende personali, che culminarono nella sua lunga prigionia. La sua vita avventurosa e travagliata lo rese una figura leggendaria nel XVIII secolo.Friedrich von der Trenck proveniva da una famiglia nobile della Prussia e iniziò la sua carriera militare nell'esercito prussiano, dove divenne uno dei favoriti di Federico II. Tuttavia, la sua carriera si interruppe bruscamente quando entrò in conflitto con il re prussiano. La sua relazione con la principessa Amalia, sorella di Federico II, è spesso menzionata come una delle cause della sua caduta in disgrazia, anche se questo punto è avvolto nel mistero e non del tutto confermato. La loro presunta storia d'amore non era vista di buon occhio dal re. Trenck fu accusato di tradimento, in parte a causa dei suoi contatti con gli austriaci, nemici della Prussia durante la guerra di successione austriaca. Federico II lo fece arrestare nel 1745 e lo fece imprigionare nella fortezza di Magdeburgo, dove trascorse dieci anni in condizioni terribili.La sua prigionia divenne famosa perché Trenck tentò più volte di evadere, ma senza successo. La sua storia di prigioniero ingiustamente perseguitato ispirò simpatia, e la sua successiva autobiografia rese le sue disavventure ampiamente conosciute in tutta Europa.Dopo essere stato finalmente liberato, Trenck condusse una vita avventurosa, viaggiando in tutta Europa e partecipando a diverse imprese militari e politiche. Scrisse anche un'autobiografia in cui raccontava le sue esperienze di prigionia e i suoi scontri con Federico II. L'ingiustizia di cui parla Jünger si riferisce probabilmente alla dura prigionia inflitta a Trenck da Federico II, considerata da molti come una punizione eccessiva e arbitraria. Federico era noto per il suo rigore e per la sua determinazione nel mantenere il controllo su questioni di Stato e personali. Il caso di Trenck è un esempio di come il sovrano prussiano non esitasse a usare mezzi estremi per punire chi considerava una minaccia, anche all'interno della sua cerchia più ristretta.
NB: Come si vede in questo passaggio Jünger stesso pone dei limiti al concetto di „grandezza“, non nella „bontà“, ma nella „giustizia“. Per me è davvero liberante il passo iniziale di questa citazione presa dal 29 e 30 del „Nodo gordiano“: “La pittura in bianco e nero può produrre solo immagini imperfette. La società non è divisa in persone terribili e buone, ma il terribile è di casa in ogni cuore, anche se vive solo in un angolo. Può sempre venire alla ribalta.“ Come nel testo stesso di Jünger ci sono ovviamente anche dei limiti alla critica alla lettura bianco-nero: omicidi di massa, sono nero e nessuna „ragione di stato“ li può far diventare bianchi (vale anche per la storia del genocidio degli armeni).
(Droyßig, il 20.09.24; 122esimo anniversario della nascita di Adrienne; martiri coreani) Un dialogo tra due amanti, che sia analogico con la preghiera, viene visto da Adrienne (Esperienza di preghiera, 45) nell’opposizione feconda tra la sensazione di non dire abbastanza da parte di chi parla e l’apertura ad un di più di quello che le parola dicono, come „promessa per la vita futura“, da parte di chi ascolta. Sono contento, anche dopo 37 anni di relazione (32 di matrimonio) con Konstanze che il nostro dialogo sia ancora vivo; a volte lasciamo parlare „i piccolini“, che sono in un mondo molto simile a quello di Tom Bombadil, solo che essendo per l’appunto piccoli, sono ancora più nella dimensione del gioco, ma parliamo anche come adulti, di tutto, anche se ovviamente nella reciprocità si tiene conto di ciò che potrebbe ferire l’altro…voglia il Signore che il nostro dialogo sia aperto anche a quel „beato di più“ di cui parla Adrienne.
Ieri sera mi ha ritelefonato mia mamma - avevamo già parlato un ora prima - ché aveva voglia di parlare, anche perché la notte prima era stata così male, che ha pensato che fosse giunta la sua ora, ma la possibilità di morire da sola non l’ha lasciata indifferente; don Giuseppe, che oggi le porterà i giornali della Chiesa, le ha detto che può telefonargli anche a mezza notte; poi c’é una cugina che viene a trovarla regolarmente ed ha alcune persone, che le fanno, per soldi (il giusto ha detto lei), alcuni servizi. Mi sembra ancora molto forte, anche se ieri ha detto che non si sa quando arriva la morte; ad una sua amica è arrivata, mentre andava in bicicletta, mi ha raccontato; credo che non vada a Predazzo da mia sorella, perché ha il suo mondo di relazioni a Casale Monferrato…
Questa mattina, mettendo i panini in un sacchetto, per portarli a scuola, mi sono accorto che per un momento ho cercato di girarli con la „testa in su“, come mi aveva insegnato mia nonna Maria, per la quale, pur avendo una certa dimensione „illuminista“ nel suo modo di ragionare, il pane era qualcosa di sacro, anche quello non consacrato, e per cui doveva stare con la „testa“ in su.
„Quella coreana è una comunità cristiana “giovane”, che ci mostra come il messaggio del Risorto agisce nella storia, diffondendosi grazie al fascino e alla bellezza che porta con sé. In Corea, dove di fatto la Chiesa ha le proprie radici nell’opera dei laici, la fede cristiana arrivò nel 1784 proprio grazie a un laico che partecipava alle delegazioni inviate a Pechino. Ma da subito, in pratica, in Corea la Parola di Dio e chi la testimoniava cominciarono a essere considerati con sospetto, tanto che fino al 1882 il Paese fu segnato da una violenta persecuzione contro i cristiani, portatori, a dire del governo coreano, di una “follia”. Per questo la comunità locale perse anche l’unico prete, che era giunto dalla Cina. Solo nel 1837 dei ministri ordinati poterono rimettere piede nel Paese, ma anche questi furono martirizzati. Nel 1984 papa Wojtyla canonizzò 103 martiri coreani che avevano dato la propria vita per far crescere il Vangelo in Corea. E tra queste “radici viventi” vi fu anche il primo sacerdote coreano Andrea Kim Taegon (1821-1846) e Paolo Chong (1795-1839), apostolo laico, che si adoperò per far arrivare missionari dalla Cina. Il primo era nato da una nobile famiglia coreana cristiana (il padre morì martire a 44 anni) ed era stato mandato a studiare a Macao da uno dei missionari “clandestini”. Rientrato in patria fu ordinato prete nel 1844 dal vescovo francese Jean-Joseph Ferréol, anch’egli clandestino, con il quale lavorò a stretto contatto. Taegon venne individuato e arrestato nella primavera del 1846: fu decapitato il 16 settembre successivo.“ (Matteo Liut, Avvenire di oggi)
„Ieri l’Europarlamento di Strasburgo si è pronunciato, in un voto non vincolante, sui limiti dell’utilizzo delle armi occidentali date a Kiev. Gli italiani, a volte anche in dissenso con gli eurogruppi di riferimento, hanno votato l’appoggio agli ucraini, negando però l’uso delle armi in Russia, in una presa di posizione bipartisan.“ (Banfi, versione odierna).
„Presa di posizione storica del Vaticano attraverso la Congregazione per la Dottrina della fede. Per la prima volta c’è il via libera al culto e ai pellegrinaggi a Medjugorje: i frutti della devozione quarantennale sono portati come riscontro dell’autenticità del luogo. Anche se non si entra nel merito delle presunte apparizioni mariane e si sconsiglia di avere contatti con i veggenti. Impressionanti i numeri forniti ieri in conferenza stampa: si calcola che ogni anno un milione di persone vada a Medjugorje.“ (Banfi, versione odierna) - tanti anni fa sono stato a Medjugorje ed ho avuto anche l’impressione dell’autenticità.
Abba nostro…
(Pomeriggio) „La sinodalità è sulla bocca di tutti - e per molti è ancora difficile da comprendere. Prima che la seconda sessione del Sinodo mondiale inizi a Roma in ottobre - con il vescovo Stefan Oster come parte della delegazione tedesca - il Consiglio presbiterale della diocesi di Passau ha trascorso un'intera giornata ieri immerso nella questione di come Papa Francesco intende la sinodalità - e di come possiamo praticare concretamente il diventare una Chiesa sinodale.
L'ascolto, l'ascolto comune dello Spirito Santo e reciproco, è essenziale. Il vescovo Stefan ha invitato padre Clemens Blattert, un gesuita che vive a Francoforte e gestisce un “Future Workshop”, un'organizzazione in cui i giovani ricevono sostegno nella ricerca della loro vocazione.
Padre Clemens è stato invitato anche come uno dei “facilitatori” del Sinodo dei Vescovi a Roma. I “facilitatori” sono “animatori” o “moderatori”, ossia esperti formati per guidare, accompagnare e sostenere i partecipanti al “dialogo nello Spirito Santo” al Sinodo. Questo metodo è particolarmente importante per il Santo Padre, affinché le persone nella Chiesa imparino a incontrarsi in modo tale da dare spazio allo Spirito Santo.“ (Redazione della pagina del vescovo Oster).
(Dopo aver tradotto le pagine 514-515 dell'HA di Ulrich) Questo che segue sembrerebbe essere un problema del tutto astratto, ma è in vero una questione assolutamente vitale e concreta e forse anche il motivo di tante crisi nella Chiesa e nel mondo, crisi che si potrebbero, per lo meno per quanto ciò sia possibile nel mondo, risolvere se si partisse dall’autentica crisi dell’essere e quindi dalla comprensione di cosa sia questo „essere semplice e completo, ma non sussistente“ che il tema principale dell’HA. L’essere è „nulla“; capisco che questa frase è da brividi, ma tante volte nei miei commenti ho spiegato che si tratta del nulla dell’amore, non del nulla nichilistico, che poi a confronto con quel nulla amoroso ha in sé pur sempre un resto ideologico; è chiaro che vi sia una forma del matrimonio ed anche due soggetti che ricevono questa forma; è chiaro che vi è una forma di un ordine religioso o di una fraternità laicale e soggetti che incarnano queste forme. Ma l’essere viene prima di tutto ciò! È prima di tutte le cose e di tutte le forme; è quella donazione umsonst (gratis et frustra) che rende davvero attraente una realtà ed una forma. Un matrimonio ha terminato la sua vitalità, una fraternità ha terminato la sua attrattiva, quando ogni gesto viene compreso come la forma da salvare; ma le forme e le realtà che li ricevono vengono salvate solo da quel „nulla“ che è la gratuità della donazione dell’essere. Un gesto semplice e completo, ma non sussistente, senza il quale tutto il resto è solo formalismo o azionismo.
(Pomeriggio) Nel diario inserisco a volte dei brani di giornalistici (si tratta per lo più di testi che mi vengono inviati da amici) o di interviste che mi sembrano importanti senza commentarli; ieri ho citato per esempio un lungo stralcio di un’intervista con il prof. Sapelli, perché aveva messo in evidenza un aspetto di cui non avevo mai approfondito la rilevanza nei miei diari: il ruolo degli Stati baltici nell’EU; il professore si riferisce in modo particolare all’estone Kaja Kallas nel ruolo di „Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza“, ed al lituano Andrius Kubilius, alla guida di un nuovo dicastero dedicato alla „Difesa e allo Spazio“. Ciò che interessa a Sapelli era di far vedere che l’interesse della NATO si è spostato dal Mediterraneo al Nord dell’Europa. A me interessava in modo particolare la percezione di una realtà, gli Stati baltici, che non mi è molto presente, anche se fino a quale anno fa avevamo, come scuola, un gemellaggio con uno di questi paesi (viaggio a Tallinn in Estonia), al quale anche mia figlia aveva preso parte, perché aveva studiato il russo. - Molte citazioni le prendo da Banfi, perché mi aiutano a tracciare un filo rosso sulla questione della profezia della pace. - Ora vorrei però ritornare sull’articolo di Alessandra Muglia, Corriere della Sera, parte del quale avevo condiviso il 18.9.24 e che riguardava „Il progressivo aumento delle vittime da entrambe le parti (ucraina e russa)“ e che getterebbe un’ombra sul futuro di Paesi che già prima della guerra stavano lottando contro il calo demografico. È un aspetto molto interessante, ma forse manca quello stile più cauto nei giudizi di eventi storici che sto imparando da Jünger; in modo particolare l’autore tedesco è molto cauto in tutto ciò che suona moraleggiante; e pur con tutta la simpatia per Tolstoj, devo dire che il giudizio di Jünger su Napoleone corrisponde più alla rilevanza di questa figura storica più che la sua liquidazione come „criminale di guerra“ (un termine che uso anch’io troppo sovente, perché lo assumo, un po’ acriticamente, da Katie Halper e Aaron Maté): “Si può discutere molto sul conto di Napoleone. Nessuno negherà la sua grandezza. Potevano esserci spiriti migliori e anche peggiori. Il sentire personale passa in secondo piano rispetto al fatto che era l'uomo del destino e che ha „guidato“ grandi cose. In quanto tale riposa nell'Hôtel des Invalides”. Alessandra Muglia, con il suo criterio demografico, in vero non cade nel „moraleggiante“ ma si pone la domanda oggettiva di quanti giovani possa perdere un paese, in una guerra che sembra essere sempre meno risolvibile nel senso di mete massime da raggiungere. Se davvero in tutto ciò, come pensa J.D. Vance (cf la parte dell’articolo di Sohrab Ahmari, che ho condiviso ieri e che mi aveva mandato Adrian) è in gioco una catastrofe atomica è chiaro che non si tratta più di un giudizio moraleggiante, ma che mette in questione la vita tout court di milioni di persone. In questo contesto non è cosa inutile chiedersi chi sia l’uomo del destino; quest’ultimo non deve essere „buono“, ma „grande“ nel servizio alla pace, come lo è stato per esempio Augusto. „Non ci si può aspettare che un capo di Stato eserciti nel suo servizio la sensibilità che caratterizza un privato cittadino. Al contrario, la dote sarebbe dannosa. Ci saranno sempre casi in cui la violenza è inevitabile e si dovrà scegliere tra due mali.“ (Ernst Jünger, Il nodo gordiano, capitolo 28); quello che dice Jünger in riferimento alla guerra o ad un certo processo storico vale anche per la profezia della pace: scegliere „tra due mali“, anche al servizio della pace, è una necessità e per questo ritengo che Donald Trump (connesso con J.D.Vance, RFK, Tulsi Gabbard) sia il „male minore“ e in questo senso un „grande“ che potrebbe servire alla storia, o meglio alla sua continuazione nelle modalità politiche a noi conosciute. Il correttivo del „soft power“ di Pietro (papa Francesco) è senz’altro importante, anche se probabilmente noi cattolici siamo portati a sopravvalutarne la rilevanza storica; non metto in dubbio per esempio che san Giovanni Paolo II abbia avuto un ruolo importante, con il suo viaggio in Polonia del 1979 ed in genere per il suo essere pontefice romano in quel tempo, nella caduta del muro di Berlino e della Cortina di ferro; probabilmente più di quanto pensi un non cattolico e meno di quanto pensi un cattolico. Ma torniamo all’oggi; se davvero siamo in „cambio d’epoca“ è chiaro, per chi conosce la storia, che questo tipo di cambiamento non accade senza sconquassi forti. Jünger fa l’esempio del percorso storico che ha portato dalla battaglia di Valmy al Congresso di Vienna. Valmy rappresenta una vittoria simbolica e decisiva per i rivoluzionari francesi. Nonostante l'esercito francese fosse meno organizzato e disciplinato rispetto a quello delle monarchie europee, riuscì a fermare l'avanzata delle forze prussiane e austriache, che cercavano di soffocare la Rivoluzione e restaurare la monarchia. Il Congresso di Vienna mirava a ripristinare l'equilibrio monarchico e conservatore che la Rivoluzione aveva distrutto. Tuttavia, Jünger sembra suggerire che gli sconvolgimenti della Rivoluzione, simboleggiati dalla vittoria a Valmy, fossero inevitabili e necessari per arrivare a un nuovo ordine. Insomma: quali sono gli sconvolgimenti necessari e quali sono quelli evitabili? Definire tutti gli eventi come evitabili, tacciando chi li compie come criminale di guerra a priori, devo concedere a Jünger, significa semplicemente non conoscere come funziona l’esistenza storica. Ciò non sarebbe un servizio alla profezia della pace, ma semplice demenza o idiozia. La dimensione ontologica che imparo da Ulrich non sparisce dietro queste considerazioni storiche; io penso che sia necessaria la similitudine del bene, cioè la storia dei santi, con il loro amore gratuito; i santi si mettono davvero al servizio del „senso necessario dell’essere“; quest’ultimo è la gratuità del dono dell’essere come amore. Ma nella categoria del „grande“ Jünger cerca di comprendere le necessità dell’esistenza storica, questa necessità è meno necessaria di quella ontologica, ma non può essere ignorata; anche se il mio cuore sanguina pensando alla violenza azera in Artsakh, non posso, come uomo pensante, ignorare quelle necessità storiche che non si possono fermare con pii desideri…
Sul rapporto di Mario Draghi. „Per l'Europa l'autunno non è iniziato solo dal punto di vista meteorologico, ma anche da quello economico. Il continente soffre di una crescita debole e di una progressiva deindustrializzazione. Anche in Germania, il più grande Paese industrializzato dell'UE, i segnali di declino sono in aumento. Il crollo del ponte Carola a Dresda è stato solo il simbolo più evidente. Le cattive notizie di Volkswagen e ThyssenKrupp testimoniano la crisi del “motore della crescita europea”. / E come se ci fosse bisogno di una prova, il 9 settembre è stato pubblicato un rapporto sul “Futuro della competitività europea”, sotto la guida di Mario Draghi, ex presidente della BCE e primo ministro italiano. Adam Tooze ha analizzato in dettaglio le 400 pagine del rapporto e ne ha riassunto i dati più importanti. Il risultato è un quadro preoccupante di un'UE in ritardo in settori importanti come la produttività, gli investimenti e la ricerca e sviluppo. In altre parole, nonostante la sofisticatezza della sua governance, l'UE non offre più al capitale europeo la piattaforma di cui ha bisogno per affrontare una concorrenza globale della portata degli Stati Uniti o della Cina.
Secondo Draghi, cosa serve per arrestare il declino? Investimenti aggiuntivi per 750-800 miliardi di euro all'anno. Più del doppio dei soldi che il Piano Marshall, finanziato dagli Stati Uniti, ha pompato in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ma Eric Bonse sa che proprio a Berlino, la capitale del “malato d'Europa”, non cadrà alcun tabù „ (Redazione di Makroskop). Forse il tabù più grande è quello di un „debito comune“ che fa parte della „cura“ di Draghi // Vorrei citare un passaggio della relazione- Draghi: „(...) negli ultimi due decenni la crescita economica dell'UE è stata più lenta di quella degli Stati Uniti, mentre la Cina ha recuperato rapidamente terreno. Il divario tra l'UE e gli USA in termini di PIL ai prezzi del 2015 è aumentato gradualmente da poco più del 15% nel 2002 al 30% nel 2023, mentre è emerso un divario del 12% a parità di potere d'acquisto (PPA). Il divario pro capite è aumentato di meno, poiché gli Stati Uniti hanno registrato una crescita demografica più rapida, ma è comunque significativo: in termini di PPA, è passato dal 31% del 2002 al 34% attuale.“ / Adam Tooze (Makroskop, 19.9.24) commenta questo passaggio come segue: „La produzione totale dipende da molte variabili, tra cui la dimensione totale della forza lavoro e il numero di ore lavorate. L'Europa ha una crescita demografica più lenta e gli europei lavorano meno ore degli americani. Ma ciò che preoccupa Draghi e il suo team è il fatto che circa il 70% del divario tra il PIL pro capite e la parità di potere d'acquisto è spiegato dalla minore produttività nell'UE. Una crescita più lenta della produttività è a sua volta associata ad una crescita più lenta del reddito e a una domanda interna più debole in Europa: Su base pro capite, dal 2000 il reddito disponibile reale negli Stati Uniti è aumentato quasi del doppio rispetto a quello dell’UE.“ (AT) - Insomma facciamo meno figli, lavoriamo di meno ed abbiamo meno soldi a disposizione, anche se noi tutti abbiamo la sensazione di lavorare troppo (ma forse il mondo della scuola è sui generis, tanto più che può contribuire solo indirettamente alla crescita della produzione). La questione affrontata da Tooze è complessa e il rapporto di Draghi, pur non spiegando gli sviluppi ancora più complessi dell'esistenza storica sul tema, fornisce molte informazioni importanti e soprattutto su una questione, molto interessante se si considera la produttività come un valore in sé: „Dove gli Stati Uniti sono davvero in una posizione diversa rispetto all'UE è negli investimenti legati all'innovazione, in particolare nel capitale di rischio.“ (AT); quindi non sono lavoriamo di meno, ma siamo anche meno disponibili a correre rischi, che sembrano necessari per le innovazioni. „Questo dato è molto sorprendente e dipinge un quadro fosco per l'UE. Sembra indicare che il divario tra gli Stati Uniti e l'UE continuerà a crescere nei prossimi anni. Data la feroce concorrenza tra Stati Uniti e Cina e i problemi evidenziati nelle relazioni settoriali, nulla è definitivo. La relazione di Draghi indica i modi in cui l'Europa potrebbe cercare di contrastare la dinamica che sta portando a un'ulteriore divergenza.Tanto più che esiste una forte e chiara correlazione tra tenore di vita, innovazione, intensità di ricerca e sviluppo e produttività del lavoro.Nella ricerca scientifica e nei brevetti, l'Europa rimane un importante concorrente degli Stati Uniti e della Cina.“ (AT) La relazione di Draghi offre anche delle soluzioni; „la sfida fondamentale per l'Europa è combinare la sua forte posizione nella ricerca di base con un aumento degli investimenti. Ed è qui che il rapporto Draghi, che parla di una necessità di investimenti storicamente “senza precedenti”, diventa radicale“ (AT); leggiamo nella relazione: „Il fabbisogno di investimenti dell'UE di 750-800 miliardi di euro (all'anno) corrisponde al 4,4%-4,7% del PIL dell'UE (al livello del 2023). A titolo di confronto, gli investimenti nell'ambito del Piano Marshall dal 1948 al 1952 ammontavano all'1%-2% del PIL. Per ottenere un aumento così massiccio degli investimenti nell'UE, la quota del PIL dovrebbe passare dall'attuale 22% a circa il 27%, invertendo decenni di declino nella maggior parte delle principali economie dell'UE. Non ci sono stati tassi di investimento paragonabili in Europa dal dopoguerra (…).“ / Come dicevo una parte della cura riguarda „debiti comuni“,che permetterebbero di fare con le nostre forze quello che ci permise di fare allora il piano Marshall; ma è chiaro che forze conservatrici (AT non specifica, però cosa questa parola significhi, „denunciato il prestito europeo congiunto“, insomma proprio il cuore della cura della relazione stessa. AT si domanda: „Ma perché gli investimenti sono così bassi rispetto agli Stati Uniti? Il fattore decisivo è la politica macroeconomica: la gestione della crisi dell'euro è stata un disastro assoluto. La sclerosi del sistema bancario europeo ha ridotto il dinamismo del sistema creditizio. Il rapporto Draghi chiede ancora una volta il completamento dell'unione dei mercati dei capitali. In ultima analisi, però, gli investimenti non sono determinati tanto dalle condizioni dell'offerta di credito, quanto dalla domanda di credito, che è guidata dal desiderio di crescita e innovazione delle imprese. Perché questa domanda è stata così debole in Europa? Per trovare una risposta, bisogna guardare alla storia di specifiche aziende in specifici settori e alle loro prospettive di crescita. La parte B del rapporto Draghi contiene molto su questo aspetto. Questa prospettiva settoriale è interessante perché si allontana dai blandi aggregati della macroeconomia e guarda alla logica industriale e commerciale delle aziende e dei produttori. Ci avvicina a rispondere alla domanda sul perché il modello europeo di economia politica capitalista sia così poco dinamico. O, per dirla in altro modo: Come mai l'Europa è diventata un progetto fallito di relazioni Stato-capitale? Il confronto tra le tre maggiori spese aziendali per la ricerca e lo sviluppo negli Stati Uniti e nell'UE in tre momenti degli ultimi venticinque anni fornisce una chiara panoramica delle differenze. Negli ultimi vent'anni, la leadership statunitense nella ricerca e nello sviluppo si è spostata drasticamente dall'industria automobilistica e farmaceutica - i settori della “seconda rivoluzione industriale” - alla tecnologia. Nell'UE, invece, è l'industria automobilistica tedesca ad aver fatto da apripista per un quarto di secolo. Come commenta il rapporto Draghi: „L'industria automobilistica europea è ad alta intensità di ricerca e sviluppo. Più precisamente, la spesa per la R&S ammonta a circa il 15% del valore aggiunto lordo dell'industria (che la qualifica come “manifattura avanzata”). Con un budget per la R&S di 59 miliardi di euro (2021), rappresenta un terzo degli investimenti in R&S delle aziende europee. “Ciò rende ancora più preoccupante la rapida erosione della posizione dell'Europa in questo importante settore. Dal 2000, la produzione di veicoli nell'UE è diminuita del 25%. Come si legge nel rapporto Draghi, i veicoli europei tradizionali con motore a combustione rischiano di finire in un vicolo cieco. L'industria sta subendo un enorme cambiamento tecnologico e, nonostante le spese per la ricerca e lo sviluppo di VW, Daimler e Bosh, sono le aziende extraeuropee a fare da apripista…Soprattutto perché i produttori europei hanno sempre più difficoltà a tenere il passo con il ritmo dell'innovazione e degli investimenti produttivi. Sebbene il costo della manodopera in Cina sia inferiore a quello europeo, le case automobilistiche cinesi sono all'avanguardia nell'installazione di robot di ultima generazione.“ (AT) // Ovviamente tutto ciò spiega come funziona „the machine“, non vi è alcun pensiero critico che si chieda il senso della „machine“ stessa dal punto di vista del „camminatore nel bosco“, ma visto che il lavoro è anche per Jünger una dimensione importante della vita, non è male cercare di comprendere i meccanismi elementari della crisi. „Rispetto all'industria automobilistica, in cui l'Europa è ancora un attore importante, la sua presenza nei principali settori tecnologici sta diventando sempre più marginale. La quota europea del mercato delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione è scesa sotto il 20%, mentre quella degli Stati Uniti è salita dal 30 al 38%.Il settore delle telecomunicazioni in Europa è caratterizzato soprattutto dalla frammentazione. Ciò può essere positivo per i consumatori nel breve termine e ridurre i prezzi dei servizi di telefonia mobile. Ma limita anche gli investimenti e rischia di spingere l'Europa a diventare in futuro un consumatore e un regolatore di tecnologie straniere.“ (AT). La conseguenza ultima che ne trae il giornalista di Makroskop è questa: „Dopo la crisi dell'euro, è diventato chiaro che il rapporto tra le grandi imprese e la governance dell'UE è profondamente disfunzionale. Negli anni 2010, le strategie conservatrici di governance macroeconomica sono diventate chimere catastrofiche. Il rapporto Draghi chiarisce che, per quanto sofisticata sia la sua governance, l'UE non offre più al capitale europeo la piattaforma per affrontare una concorrenza globale di dimensioni pari a quella degli Stati Uniti o della Cina. La risposta non sta nelle strategie di deflazione interna a spese dei lavoratori europei o nel taglio della spesa pubblica. Abbiamo bisogno di mercati più ampi, più investimenti e più innovazione. È necessario un riorientamento fondamentale della politica verso una crescita trainata dalla domanda e dall'innovazione. La difesa dello status quo, come sostenuto dai conservatori europei sia nella politica industriale che in quella fiscale, non offre alcuna sicurezza, ma solo una ricetta per un ulteriore declino strisciante e una crescente dipendenza dall'innovazione tecnologica di Stati Uniti e Cina.“ (AT) // Detto questo senza riscoprire la dimensione del „cammino nel bosco“ (i nostri ragazzi passano tutto il giorno nella „maschine“) non avremo neppure persone adulte davvero capaci di gestire la „machine“ in modo sensato. PS Interessante sarebbe, in primo luogo, confrontare questi dati dell’economia civile e le loro interpretazioni, con i dati dell’economia militare…
(Wetterzeube, il 19.9.24) Se non avessi incontrato Adrienne, Hans Urs e Ferdinand non avrei la più pallida idea di cosa sia la „nullificazione dell’essere“ (Ulrich) o di cosa sia „l’abbandono di Gesù“. Questa „eccessiva concentrazione di dolore“ implicita nell’obbedienza del Figlio, grazie a Dio l’ho provata solo in brevissimi momenti, se no ne sarei stato schiacciato o dissolto. Che proprio le parole di Gesù sulla Croce: “Tutto è compiuto“ mi appaiano, per una grazia del tutto immeritata, come consolazione, è forse il mistero più grande della mia vita; ma so che ci sono milioni di persone che sono state molto di più sulla Croce di me e che sono scese nell’inferno in un modo più brutale, infinitamente ed imparagonabilmente più brutale di quel poco che ho compreso io. C’è un dormire del Signore, quello sulla barca in tempesta, che è assoluta confidenza e fiducia nel Padre, ma c’è un dormire dei discepoli (i migliori tra l’altro) nel giardino degli Olivi, che, come dice Adrienne (cf Esperienza di preghiera, edizione tedesca 44), implica un distacco dalla Sua disponibilità a portare il peso del peccato del mondo e mio. Chiedo una grazia particolare per tutte quelle persone che per una concentrazione eccessiva di dolore sono stati derubati dalla preghiera e dalla fiducia.
Tom Bombadil è tra le figure più geniali di Tolkien; conosce il pericolo degli anelli e della magia nera, ma il suo „naturale“ è talmente „luce“ che può vivere come il „camminatore del bosco“ più coerente che io conosca nel mondo della letteratura mondiale. Alle volte incrocia il destino dei grandi e dei piccoli coinvolti nel destino della lotta del potere o del compito di distruzione degli anelli e quindi non viene provato dal potere come lo è la giovane Galadriel (penso alla nuova serie di cui ho parlato ieri) o anche il giovane Elrond; è molto impressionante vederli da giovani e non da saggi come nel „Signore degli anelli“; anche il fabbro Celebrimbor, che possiede la tecnica della costruzione degli anelli, si fa prendere del tutto in possesso della volontà di distruttiva di Sauron…una grande figura è quella del capitano Elendil, padre di Isildur, che rimane fedele alla regina reggente Míriel, ma ripeto Tom Bombadil sta da sé come una figura di vera armonia con il creato…1) è un essere primordiale e misterioso; è una delle entità più antiche della Terra di Mezzo. Nel "Signore degli Anelli", viene detto che "era qui prima dei fiumi e degli alberi", come si ripete anche nella nuova serie, il che suggerisce che la sua esistenza preceda persino la creazione del mondo così come la conosciamo. Non appartiene a nessuna delle principali razze (Uomini, Elfi, Nani, Maia), ed è descritto come una figura che esiste "fuori dal tempo“. 2) Uno degli aspetti più sorprendenti e singolari di Tom Bombadil è la sua completa immunità al potere dell'Anello. Quando Frodo gli dà l'Unico Anello, Tom lo manipola come se fosse un oggetto ordinario, e persino diventa invisibile per un attimo, ma non è affatto influenzato dalla sua corruzione. Questo lo rende unico, poiché persino i più potenti esseri nella Terra di Mezzo, come Sauron o Gandalf, sono vulnerabili al potere dell’Anello. Lo sono nella nuova serie anche Galadriel e Elrond. 3) Nonostante la sua grande potenza e saggezza, Tom Bombadil rimane indifferente - il che non vuol dire che non ne abbia coscienza - ai grandi eventi e ai conflitti che imperversano nella Terra di Mezzo. Non si preoccupa del destino dell'Anello o delle lotte tra le forze del bene e del male. Vive in armonia con la natura nel suo piccolo angolo di mondo, limitato ai confini della Vecchia Foresta, e sembra privo di ambizione o desiderio di controllo. Questo mi ricorda tanto mia moglie, per quanto ciò sia possibile ad un uomo, e il suo ed ora nostro mondo dei „piccolini“. 4) Tom Bombadil sembra non obbedire alle normali leggi che governano il mondo di Tolkien. Non è chiaro quale sia la sua vera natura, e Tolkien stesso, nelle lettere, ha deliberatamente lasciato la questione aperta. Non è identificabile con precisione né con i Valar né con i Maia. Non è né un angelo né un Dio. Alcuni - io mi associo ad essi - lo interpretano come un "essere primordiale della natura", altri come un simbolo della libertà e della gioia che esiste al di fuori del potere e della corruzione. Alcuni studiosi vedono Tom Bombadil come una personificazione della natura selvaggia e incontaminata, che vive al di là del controllo degli esseri viventi. Per questo ho parlato di „camminatore del bosco“. La dimensione „selvaggia“ è anche quella che Jünger associa al „cammino nel bosco“. Il suo stile di vita libero e spensierato, il suo canto e la sua gioia perpetua sembrano rappresentare un'esistenza primordiale e semplice, non toccata dalle preoccupazioni del mondo. Nel contesto della narrazione, Tom Bombadil ha un ruolo quasi filosofico. Tolkien potrebbe averlo introdotto come una riflessione sulla limitatezza del potere e sulla complessità dell'esistenza. Non tutto nella Terra di Mezzo può essere spiegato o dominato. La presenza di Tom Bombadil ricorda ai lettori che ci sono forze più grandi della guerra tra bene e male, e che l'armonia e la pace possono esistere anche senza il bisogno di vincere o controllare (per l’ultima parte ho fatto uso del Chatgpt).
Ad un certo punto si dovrà pur dire apertamente cosa si pensa politicamente; oggi, intanto, ogni persona lo fa, a volte senza alcuna competenza, a parte quella di aprire bocca e muovere la lingua; le stesse competenze necessarie per un blow job; l’Ursula-bis è il mio avversario politico (come lo è Merz in Germania), i nuovi alleati del centro sono quelli che hanno l’anello del potere e lo usano male ed in modo malvagio. E sono corresponsabili del milioni di giovani vite che si sono spente nel conflitto, nella guerra tra Ucraina e Russia, che è, nella mia narrazione, una proxy war. Da sinistra, il BSW, che però è forse troppo concentrato sulla figura di chi da il nome al patto, e a destra Viktor Orbán, sono per me politici della speranza; ieri un amico mi ha mandato un intervento di Vannacci (Lega) al parlamento europeo, che su questo tema era molto ragionevole. Io non ritengo che persone debbano essere lasciate morite nel Mar Mediterraneo o in altri mari; questo è uno scandalo inaudito, ma la pace ha al momento una priorità assoluta ed ovviamente l’hanno quelle concrete persone che lasciamo crepare nel Mar Mediterraneo. Il processo a Salvini è probabilmente politico e non primariamente giuridico; la sua decisione di allora era sbagliata ed ovviamente la vita concreta di persone indifese non è un esercito da cui difendersi. Allo stesso tempo, però, il cedimento della Meloni al dittatore azero e alla democratica Ursula è un disastro politico per la profezia della pace. Negli USA è giusto che si debba scegliere con coscienza, ma la mia coscienza mi dice che Trump e i suoi collaboratori e sostenitori (J.D. Vance; RFK; Tulsi Gabbard…) sono decisamente meglio della criminale di guerra Harris…
PS Il prof Sapelli, che non amo particolarmente, scrive ne „Il Sussidiario“: „Che nel sistema decisionale europeo stanno irrompendo, fenomeno ancora non sistematizzato nelle filiere di potere e di comando, gli Stati baltici. Non solo con l’estone Kaja Kallas nel ruolo di Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza, ma anche con la nascita di un nuovo dicastero dedicato alla Difesa e allo Spazio affidato al lituano Andrius Kubilius. Quest’ultimo fatto rappresenta un segnale preoccupantissimo, perché vuol dire che le risorse della Nato andranno più sul fronte orientale che non verso quello meridionale/mediterraneo…Si era già cercato di spostare il peso relativo di risorse economiche e militari dal fianco meridionale della Nato a quello orientale, e ora questo potrebbe effettivamente avvenire, rafforzando il ruolo del Regno Unito, proprio adesso che non è più parte dell’Ue. A influenzare moltissimo il comportamento dei Paesi baltici, infatti, è Londra. E sappiamo quali sono le intenzioni del nuovo premier laburista Starmer riguardo alla Russia…Il ragionamento che fa il Regno Unito è molto semplice: non si può contrastare l’influenza cinese nel mondo se non si neutralizza in qualche modo la Russia. Ma è chiaro che questo non potrà non scatenare la reazione di Mosca, che è pronta a lanciare i suoi missili ipersonici in territorio europeo. Temo che si stia andando verso una guerra nucleare tattica…È così che si spiega il significato del documento di Draghi e di questa proposta che non poteva che arrivare da una personalità che ha le mani libere rispetto agli equilibri politici tra nazioni: all’ex presidente della Bce è stato affidato il compito di aprire la via indicando gli strumenti per l’intensificazione della guerra contro Mosca. Il Rapporto Draghi è il tessuto teorico su cui si dovranno costruire le nuove azioni di aggressione alla Russia…Stanno a guardare, anche perché sono profondamente divisi. Sappiamo che se venisse eletto Trump la guerra in Ucraina potrebbe finire in breve tempo, cedendo la Crimea e magari altri territori a Mosca, mentre in caso di vittoria della Harris la Casa Bianca sarebbe più incline a sostenere la linea di Londra…Certamente. Alla Germania in questo momento non interessa combattere la Russia, ma la transizione green che sta minando la sua industria automobilistica…finalmente gli industriali europei stiano battendo un colpo: sanno che in gioco c’è la loro stessa sopravvivenza…L’idea che il capitalismo di guerra trascini tutto il capitalismo è primitiva: può riuscire a farlo con un ritardo di 20-30 anni. Inoltre, le filiere industriali non sono così meccanicamente trasferibili: non si possono prendere centinaia di migliaia di lavoratori che prima costruivano automobili e metterli a realizzare carri armati. Possono volerci degli anni, nel frattempo l’economia fa in tempo a crollare…, i Paesi baltici sono già post-industriali, mentre il cuore franco-tedesco dell’Ue è ancora profondamente neo-industriale. Si tratta di due formazioni socio-economiche completamente diverse…L’Italia, pur essendo atlantista, vede ancora vivo il lascito delle grandi politiche estere democristiane e anche di Craxi e De Michelis. Fino a poco tempo fa il rapporto con l’ex Urss ci è servito anche per aumentare la nostra influenza nei Paesi arabi. Dopo quello che è accaduto in Libia e quello che sta accadendo in Medio Oriente, l’Italia appare isolata nel Mediterraneo…Con tutto il rispetto per la Croazia, non mi sembra sia una potenza mediterranea. Tuttavia, quella di Bruxelles appare una scelta perfettamente coerente con l’idea che il fronte sud della Nato non conti più nulla…Ed è quasi diabolico che un vicepresidente esecutivo (Dombrovskis )debba condividere la sua delega con un commissario (Fitto). Dombrovskis è potentissimo, perché è il cane da guardia dell’austerità e dell’ortodossia monetarista della Bundesbank, e già in passato ha cassato ogni proposta di rinnovamento. Abbiamo una prova del potere che ancora ha la Banca centrale tedesca in Europa…Il Rapporto Draghi (sul debito comune) appare com un libro dei sogni, difficile da mettere in pratica (per questo il conflitto con la Banca centrale tedesca). // „Agli anglo va riconosciuta una migliore e più ampia visione, affinata nei secoli, degli interessi dell’Occidente globalista rispetto a “Marina Plastica Facciale” vogliosa di “diritti”: può aver valutato che proprio Giorgia sia la meno peggiore delle soluzioni per l’Occidente avviato alla guerra finale contro la Russia (la Heartland di Mackinder) , perché acquieta, per non dire addormenta i “sovranisti” e le “destre post-fasciste ” in un paese come l’Italia, di cui proprio loro, gli anglo, riconoscono la potenza vitale della forza storica fascista (e che Churchill guardò inizialmente con favore, e poi combatté perché era, come il nazismo, un parziale “socialismo di successo” al contrario della miseria provocata dal giudeo bolscevismo, che non lasciava spazio totale alla finanza “di mercato”)“ (Maurizio Blondet). - I testi di Sapelli e Blondet me li ha mandati un amico di Milano.
"Questo (è stata uccisa mentre portava il pager al padre; ndt) è ciò che è accaduto a una bambina di 9 anni, uccisa ieri nell'attacco al cercapersone in Libano. Un'incredibile innovazione tecnologica. Non potrei essere più impressionato" (Michael Tracey, X, 18.9.24) - PS „Un’altra giornata di attacchi improvvisi a distanza ieri a Beirut. Questa volta ad esplodere inaspettatamente sono stati apparecchi walkie-talkie, ricetrasmittenti e anche pannelli solari. Sempre nelle mani dei miliziani hezbollah. I feriti sarebbero stati 520, 20 i morti: dal Libano all’Irak. A questo punto si ipotizza che l’operazione dei servizi segreti israeliani si basi sulle batterie, che vengono inserite in questi diversi congegni elettronici.“ (Banfi, versione odierna)
Abba nostro…
(Dopo) Da un manoscritto di Matteo Foppa Pedretti c’è una critica intelligente al concetto di „proxy war“, che io uso a livello „giornalistico“; la citazione che segue ha la profondità delle cose, a livello „filosofico“, che ho scritto in dialogo con Ernst Jünger: „Questa è la terza guerra che si combatte in Ucraina oggi. Non è una guerra tra stati o tra alleanze . E' semplicemente la guerra di per sé, mantenuta viva da chi (e non sono necessariamente i governi delle nazioni) vuole, progetta e realizza questa rivoluzione. La depressione del continente europeo, la sua regressione a una situazione post (e quindi pre) industriale, la totale irrilevanza delle sue forme politiche nazionali, la fine della capacita di pensarsi liberamente a partire dalle proprie esigenze. Sono tutti risultati che il permanere di questa guerra può ottenere. Risultati che interessano poteri trasversali agli schieramenti in campo, e si ottengono a prescindere dal fatto che a vincere sia uno o l'altro.
La guerra per la guerra. La guerra che si può portare a piacimento a qualsiasi grado di "escalation" possibile. La guerra che nasce perché da mezzo secolo almeno è in corso la più grande delle rivoluzioni della storia umana. Che trova il suo terreno di sviluppo in antichi conflitti o in nuove contese tra blocchi. Che si confonde con questi, ma non si esaurisce in loro. Che non si estingue perché non si riesce a venire a capo del primo e del secondo livello. E' la guerra infinita. Può terminare ( magari solo momentaneamente) per lo spegnersi, in giustizia, equilibrio e compromesso, delle guerre presenti.. Cosa che fa di tutto per evitare. Ogni protagonista delle due guerre che abbiamo visto combatte anche, consapevolmente o meno, anche la terza.“ (Matteo)
„Sabato ad Assisi ci sarà una edizione straordinaria della Marcia della pace. Ieri papa Francesco, nell’udienza in cui ha ripercorso il recente viaggio in Asia e Oceania, è tornato ad indicare esempi positivi di pace e di convivenza. Lampi in un buio che si fa sempre più oscuro.“ (Banfi, versione odierna)
(Dopo la scuola) Forse la sfida di Kant più interessante per me, che vivo in una regione ultra secolarizzata, è quella della „dialettica trascendentale“: cioè la necessità dell’illusione metafisica. È già un superamento dell’illuminismo banale che il più dei miei studenti hanno succhiato con il latte: la religione come superstizione superata; no la metafisica (religione) è una necessità della ragione…ecco una traccia della mia lezione odierna nel corso di filosofia della dodicesima classe.
(Pomeriggio tardo) Nel capitolo 27 del „nodo gordiano“ Ernst Jünger fa un paragone tra la guerra dei setti anni (1756-1763), considerata da alcuni storici come la prima guerra mondiale, mentre ora consideriamo la prima guerra mondiale quella del 1914/5-1918 e la seconda guerra mondiale (1939-1945); il paragone lo fa Hitler stesso, ma sbagliando nella considerazione giusta del suo carisma in relazione a quello di Federico II il Grande. Anche per quest’ultimo l’esito non era garantito, ma Hitler dopo Stalingrado, basandosi su considerazioni sbagliate, fa morire ancora un milione di persone in più. Un patto con l’occidente non era pensabile per Hitler, anche solo per la questione morale; la „fronda“ (copyright: Jünger) del 20.7.44 voleva muoversi in questa direzione. Solo un patto con Stalin - ma sono stanco e non scrivo tutte le argomentazioni di Jünger - avrebbe permesso forse un’altro esito. Allora gli alleati occidentali non fecero errori troppo gravi (invasione della Finlandia) che avrebbero costretto Hitler e Stalin ad un patto definitivo…la nota più importante del capitolo è, però, quella nella quale Jünger dice che si deve stare attenti con le analogie: avvenimenti analoghi possono essere del tutto diversi, avvenimenti diversi possono essere del tutto analoghi… - Sohrab Ahmari sottolinea l’importanza di una proposta diplomatica di J.D. Vance per evitare l’apocalisse; anche qui bisogna stare attenti con le analogie. La più sbagliata è quella tra Hitler e Putin, che spiega Ahmari, non viene creduta neppure dagli Occidentali, per ora è piuttosto solo retorica. J.D. Vance non cade per nulla in questo errore e considera Putin un attore razionale; ci si può immaginare un Churchill che va in pensione, non Hitler; ma credo che possiamo ancora immaginarci un Putin ad un tavolo delle trattative. Per quanto riguarda la pensione non lo so…molto importante è anche la differenza che fa Jünger tra despote (Hitler) e tiranno (in senso romano). Beh adesso basta, sono troppo stanco!
(Sera) Adrienne mi insegna mio Dio, che c’é un atteggiamento richiesto da Te che è „sofferenza nella non-comprensione“; solo dopo chi è in questa sofferenza comprenderà che la sofferenza stessa era preghiera; il punto di contatto con Te è il tuo grido sulla Croce; ecco tante persone in questo momento nel mondo potrebbero solo gridare la loro non comprensione; non possono per nulla pregare con Te in forma del dialogo, come sto facendo ora. Alle volte sono anche così stanchi che si chiedono solo „perché“: perché è morto mio marito per cui avevo pregato e per cui tanti avevano pregato? Perché è morta la mia figlia di nove anni, perché i servizi segreti israeliani hanno messo in moto una macchina tecnica di guerra terribile? Ma ovviamente, anche perché sono stati rapite persone che non hanno fatto nulla di male? Perché dovevano morire un milione di soldati per scopi geopolitici o di guerra infinita? Perché abbiamo avuto un figlio con un handicap mentale così estenuante? Non ci abbandonare Signore! Ti prego per tutti i miei cari e i miei amici e colleghi e studenti. Amen!
Considerazioni sulla nuova serie di Tolkien (Patrick MacKay e J.D. Payne; scritto da Jennifer Hutchison). Sauron è un nemico troppo grande per farlo discendere dalla mitologia alla storia. In un certo senso è il diavolo, ma il diavolo non può essere identificato con una figura storica, neppure con Hitler; certo quello che è successo ad Auschwitz è quasi il male assoluto, ma quasi; quando la fronda di Stauffenberg decide di uccidere Hitler non lo fa con lo spirito di uccidere Sauron, ma di uccidere una persona che ha perso il controllo delle mete realizzabile con una guerra; secondo Jünger la fronda del 1944 avrebbe continuato la guerra, ma solo nel versante orientale i „calcoli“ di Hitler erano calcoli umani; forse ha pensato ad avvenimenti storici, spiega Jünger, come quello di cui ha potuto approfittare Federico il Grande nel 1762 con la morte dell’imperatrice Elisabetta. Forse la considerazione ultima di Jünger pur avendo un carattere umano, trascende la dimensione dell’esistenza storica: „in lui era l’ostacolo. La pace non poteva venire a lui, perché lui non era in essa, non poteva trovare in essa un soggiorno“. Questo giudizio ovviamente vale anche per Sauron, a cui Hitler assomiglia molto, anche se Sauron ha caratteri metafisici che Hitler non aveva. Hitler è la perversione di un’idea del comando dell’esistenza storica. - Galadriel vuole essere fedele alla morte del fratello nella battaglia contro Sauron e rinuncia anche al paradiso degli Elfi per continuare questa lotta; vi è in essa una coerenza radicale che non so se possa essere trasportata nell’esistenza storica; questa coerenza radicale è attraente, ma non so se sia „buona“…
(Wetterzeube, il 18.09.24; anniversario della morte di Dag Hammarskjold) “Una decisione sbagliata può essere più grande di una giusta, la caduta più grande del successo”, Ernst Jünger, 1953. - Detto questo è e rimane scandaloso che il Vaticano faccia patti con il dittatore azero Aliyev o che quest’ultimo venga accolto in Italia con grandi onori. Anche il Vaticano non fa sempre tutto bene; Adrienne von Speyr, nei suoi diari “Cielo e Terra“, aveva messo il dito nelle ferite provocate da Pio XII al popolo di Israele, ma oggi da parte vaticana si può fare solo apologia di Pio XII e testimoni come Adrienne e Hans Urs von Balthasar non vengono presi minimamente sul serio. Questo è grave perché „deruba“, per usare il verbo forte che ho usato ieri nella preghiera notturna, tanti uomini di fiducia e della preghiera. Certo non possiamo promettere a nessuno, quello che neppure il Nostro Signore non ha potuto e voluto evitare, ma i fatti devono essere espressi tutti; nel mio esempio ciò significa che si può certamente dire quello che di buono Papa Pio XII ha fatto poi per il popolo ebraico, senza cancellare, anche fonti cattoliche di grande profondità, come se non esistessero. Ogni tanto sarebbe necessario meditare anche Mc 8, 33 e non solo Mt 16,17-18. Lo dico sub e cum Petro!
Ieri ho cominciato a guardare i primi due episodi della seconda stagione della serie: „Il Signore degli anelli. Gli anelli del potere“, che prende spunto dalle opere di Tolkien, che presentono la preistoria dell’Hobbit e del „Signore degli anelli“; la storia si basa principalmente sulle appendici de Il Signore degli Anelli, che riassumono gli eventi della Seconda Era del mondo immaginario della Terra di mezzo. Patrick McKay e J.D. Payne hanno sviluppato l’idea nella forma dell’attuale serie. Un aspetto che mi interessa molto è la concezione del potere di Sauron che non corrisponde per nulla all’idea di potere in Occidente, come la descrive Ernst Jünger nel 1953 nel capitolo 26 del „Nodo gordiano“; prendendo l’esempio di Federico il Grande e di Solon nella Grecia antica, questa idea si può riassumere così: la leadership occidentale è una guida di uomini liberi; il contrario di questo è il modo con cui Sauron vuole „guidare“ la Terra di Mezzo. I „piccoli“ vengono distrutti e manipolati dal potente, mentre nell’idea occidentale vengono serviti e guidati. In Solon il potente mantiene una certa distanza dal popolo, ma non vuole che si abusi di esso per la volontà arbitraria di potenza. La concezione del potere di Sauron non è „autocratica“, è una perversione ed un tradimento della concezione occidentale.
Nel capitolo 25 del „Nodo gordiano“ Jünger riflette su chi è grande nella storia, mentre le ultime pagine dell’Homo Abyssus di Ulrich si pongono la domanda del bonum. Essere un grande nella storia ed essere buoni nella storia non sono la stessa cosa. Uno può essere buono, perché come la vecchia nel Vangelo, offre più di quello che ha, ma rimane per l’appunto una figura buona e non grande, nel senso che noi usiamo quando parliamo di Alessandro, di Carlo, di Federico, etc. Il popolo, dice Jünger, è disposto a perdonare tante cose ad un „grande“, sia nella modalità con cui tratta il denaro, sia nella sua vita privata: il fatto che Clinton si sia fatto fare un blow job da un’assistente non lo fa né grande né negherebbe la sua grandezza, qualora ne avesse avuta una. Tutto sommato per le persone che ho visto nella vita in azione direi che Kohl (che tra l’altro non ha mia gestito soldi pubblici per scopi privati) è stato un grande, per la riunificazione tedesca e Merkel lo è stata per la sua decisione di far entrare in Germania un milione e mezzo di siriani durante una delle guerre più brutali degli ultimi decenni. Per quanto riguarda la bontà direi che Ulrich sia stata la persona più buona che io abbia mai incontrato, perché in lui e attraverso di lui ho visto Gesù in azione e ho visto concretizzata il dono dell’essere come amore gratuito. Che poi sia anche un „grande“ della filosofia ha che fare con la sua intelligenza e non tanto con la sua bontà….
Per quanto riguarda la storia della Chiesa, certamente Giovanni Paolo II è un „grande“ per aver guidato la Chiesa nel passaggio dei secoli e prima durante la caduta del muro di Berlino; Benedetto XVI per la sua rinuncia, ma forse questa è piuttosto qualcosa che ha che fare con la sua bontà; Papa Francesco per il suo dialogo con il mondo islamico sta diventando ogni giorno che passa sempre di più un „grande“…Adrienne lo è certamente per la sua disponibilità a discendere nell’inferno, ma anche in questo verum e bonum si usano l’un per l’altro come un’identica cosa. E Madre Teresa per la carità e la missione in India…
Abba nostro…
(Pomeriggio) Nella mia lezione di cristologia della dodicesima classe mi è riuscito, commentando il prologo di Giovanni, di far comprendere la logica paradossale dell’amore contenuta in questo prologo e la grandezza paradossale ed ironica che il cristianesimo è un avvenimento che accade ora…
(Dopo la traduzione di Ulrich, HA 512-513) Cosa accade quando perdiamo lo sguardo alla sovraessenzialità dell’essere? Che cosa accade quando l’essere non è più l’atto di amore gratuito di un Creatore che è Egli stesso amore e che non si esaurisce come amore nell’essere finito? Cosa accade quando il movimento di finitizzazione non è più espressione del bonum, ma solo una meta da raggiungere? Accade che la gratuità dell’amore, il bonum, si dissolve in una realtà indifferente, quella che vogliamo poi organizzare tecnicamente. Se non si è stati all’altezza della gratuità del dono dell’essere tutto diventa formalismo o caos accidentale che sono poi le due facce, quella formale per l’appunto o quella materialista della sospensione ideale ed ontologica: un’astrazione che non crea né forme né concretezza quotidiana, come compito e come amore.
Dialogo con Gigi su Donald Trump. Roberto (R) = Gigi non l’ho scritto in pubblico, perché non volevo fare delle polemiche inutili; ma l’idea che avete in Italia e che abbiamo in Germania di Trump rasenta la menzogna più oltraggiosa…Non è un santo né un martire, ma potrebbe essere l’Augusto di turno che potrebbe contribuire a salvarci dall’abisso di una terza guerra mondiale. Gigi (G) = Faccio fatica ma sai che mi fido molto di quanto scrivi. A proposito di Augusto, di fatto Gesù è nato durante il suo censimento. Trump parla il linguaggio della pace, ma è parziale. Noi ragioniamo da europei, ma chi vive negli Stati Uniti, e che voterà, penso sia insensibile ai problemi della guerra, che toccherebbe il nostro suolo e che ora è terribile in Ucraina, Africa, Medioriente. Gli USA ragionano di pace a livello economico e geopolitico, ma verso l'esterno. Al loro interno prevale la partigianeria, il commercio delle armi, una conflittualità preoccupante. Roberto rispondimi pure su fb, puoi farlo con le parole che ritieni più opportune in amicizia, la tua sarebbe una correzione fraterna che mi aiuta sempre a crescere, poi devo forzare la mia testa dura per impormelo. ( R) = Ma proprio questo non è vero: persone come Aaron Maté (marxista canadese), Katie Halper (marxista statunitense), Glenn Greenwald (omosessuale liberale); Robert F. Kennedy Jr., Tulsi Gabbard (Hawaii), Jimmy Dore (comico statunitense); il mio amico Adrian (professore di filosofia in California), e milioni di persone asiatiche, latino-americane e bianche Hillibilly, non fanno altro che parlare di questo, perché uno scontro nucleare non lascerebbe indifferente neppure loro, a parte che i soldi usati per la guerra mancano ai poveri statunitensi; poi ci sono persone come Maté che non si fidano di Trump e persone come N.S. Lyons (conservatore convertito dal giudaismo al cristianesimo ) che pensano che sia l’unica speranza, anche se sono coscienti che il suo carisma da solo non basta…Ovviamente la posizione di Trump su Israele e Palestina è criminale, ma come è criminale accettare soldi dal dittatore azero… (G) = Gli USA hanno una protezione da scudo nucleare che li protegge molto meglio che Israele, e poi contano sulla immensa distanza. Putin se vedi minaccia gli stati europei. L'opinione pubblica USA, la maggioranza almeno, non gli intellettuali, secondo me è più assorbita dai temi interni, Trump insiste sull'immigrazione, sulla classe media e operaia impoverita, sugli stati della corn belt, non tocca le armi libere né i finanziamenti ai magnati amici. Sulla pace gli si può dare credito, perché no?, ma non credo sia la priorità, che mobilitò le masse come nel Vietnam. Là morivano i loro ragazzi. I giovani si stanno mobilitando sulla guerra in Israele e la carneficina di Gaza, tanto che Harris per tenersi buoni i giovani di sinistra ha moderato (almeno in superficie) il forte appoggio a Netanyahu. Purtroppo le divisioni che provocano personaggi come Biden e Trump o Musk ed Harris , che coinvolgono anche la Chiesa, mi lasciano perplesso, personalmente non ho fiducia in nessuno, non sceglierei il meno peggio… ( R) = „…non tocca le armi libere né i finanziamenti ai magnati amici“ .. se fosse così non cercherebbero di ucciderlo. La Harris è solo una stronza fotogenica. (G) = Su questo sono d'accordo, un burattino che sorride come Joker. ( R) = „…Biden e Trump o Musk ed Harris“ - qui metti tutto insieme e questo non corrisponde a tutte le cose che ho letto; ma va bene così; io non possiedo la verità… (G) = Sui tentativi di uccidere Trump: Il primo cecchino e quello di questi giorni sono due disgraziati fissati, anche se poi l'FBI ha chiuso gli occhi ad ogni sospetto. ( R) = Questa è la lettura mainstream degli attentati: due poveri disgraziati… (G) = D'altronde anche l'omicidio Kennedy è stato cassato dalla Commissione senatoriale Warren e Lee H Oswald per coincidenza ucciso il giorno dopo… ( R) = certo i due poveri disgraziati potrebbero fare loro il lavoro in modo da non sporcarsi le mani come con i Kennedy. (G) = Su questo si. Disgraziati loro personalmente, come Oswald. ( R) = Solo che sull’omicidio dei due Kennedy sappiamo troppo poco, credo. (G) = è vero. NB Ho ripreso il dialogo, che abbiamo interrotto perché dovevamo lavorare, perché fa vedere come due amici possono parlarsi, pur avendo idee differenti, senza offendersi.
„Il progressivo aumento delle vittime da entrambe le parti getta un’ombra sul futuro di Paesi che già prima della guerra stavano lottando contro il calo demografico. E appare paradossale che una delle motivazioni che ha spinto il presidente russo Vladimir Putin all’invasione del vicino nel 2022 fosse quella di aumentare la popolazione russa assorbendo gli ucraini. «La demografia è una priorità per Putin, e vuole usare l’Ucraina e il suo popolo per consolidare il nucleo slavo della Russia», ha chiarito Ivan Krastev, politologo di origine bulgara e autore di un libro di prossima pubblicazione sulla demografia europea. Mosca ha guadagnato 2,4 milioni di abitanti con l’annessione della Crimea, e pochi altri nei territori occupati dopo l’invasione su larga scala, in cui però ne avrebbe perso almeno 200 mila, senza contare gli oltre 600.000 russi fuggiti dal Paese dall’inizio dell’«operazione speciale». Si tratta principalmente di giovani professionisti che hanno potuto permettersi di trasferirsi in paesi stranieri e iniziare una nuova vita. Ma le perdite sono molto più dannose per l’Ucraina, la cui popolazione è un quarto di quella del suo gigantesco vicino: con le invasioni e la conquista di parti di territorio ucraino da parte di Mosca nell’ultimo decennio, l’Ucraina ha perso almeno 10 milioni di persone, sommando quanti sono finiti sotto occupazione e quanti si sono rifugiati all’estero. Il risultato è che oggi la popolazione nel territorio controllato da Kiev è scesa sotto i 27 milioni.Per l’Ucraina, il dilemma è esistenziale, considera Krastev: «Quante persone puoi perdere in una guerra prima di perdere il tuo futuro?».“ (Alessandra Muglia, Corriere della Sera).
(Sera) Mio Gesù, quando sei morto sulla Croce, i tuoi erano „sommersi dal dolore“; quando muore qualcuno per il quale abbiamo pregato, siamo „sommersi dagli eventi“ (Adrienne); quante persone nel mondo in questo momento sono „sommersi dagli eventi“, dalla morte; si sentono del tutto impotenti, non capiscono il senso della Croce, non ne capiscono il carattere redentivo, perché hanno semplicemente sofferto troppo. Dovrebbero pregare con fiducia, ma sono state derubate della fiducia. E non possono neppure mettersi in silenzio a Tua disposizione, perché sono piene di sofferenza fino all’orlo della capacità di soffrire. Non lasciarle da sole, lo so che non le lasci da sole! Credo in questo momento per loro! Ti prego per mia moglie ed una collega che sono in giro per lavoro. Ti prego per Gigi, con cui oggi ho dialogato a lungo e per la sua famiglia, ti prego per don Andrea e Ferdinand che hanno cenato insieme, ti prego per Johanna e David…Ti prego per il Papa! Amen!
(Wetterzeube, il 17.9.24; anniversario del ritorno al Padre di Adrienne; Ildegarda di Bingen; Roberto Bellarmino) Con grande gioia vorrei dirti qualcosa sul „camminatore nel bosco“ di Jünger, che in Messico non conoscete. Jünger contrappone al „passeggero sulla Titanic“ il „camminatore nel bosco“; il primo si serve di tutte le comodità del lusso e dei servizi della tecnica ed è del tutto conforme al paradigma di vita tecnocratico, che il Papa critica nella „Laudato si’“; il secondo cerca spazi (il bosco, la brughiera, una camera…) per vivere un alternativa alla Titanic; è chiaro che nessuno di noi può abbandonare del tutto la Titanic, io stesso, in questo momento che ti scrivo, uso la „tecnica“ (per esempio quella del MacBook Air); l’idea venne a Jünger quando negli anni 50 osservò il risultato di un’elezione nella DDR: solo due per cento non erano d’accordo con il socialismo reale; ora di per sé far parte di quel 2% non ti fa automaticamente un camminatore del bosco, ma è un’opportunità a diventarlo. È possibile che tra i tuoi amici la maggioranza pensi che una certa persona sia cattiva e tu non lo pensi e con argomenti cerchi una via di uscita, ecco questo ti fa un camminatore nel bosco. Oppure hai un dolore e ti servi delle medicine, ma non metti in esse tutte le tue speranze. Oggi il camminatore del bosco nel mondo „democratico“ è colui che non si fida della contrapposizione democrazia ed autocrazia, ma cerca una terza via; il Papa con i suoi viaggi in paesi „periferici“ è un camminatore nel bosco…Oggi è la festa del ritorno di Adrienne von Speyr al Padre; come una che ha meditato la parola senza basarsi del tutto sulla esegesi scientifica, è una camminatrice nel bosco, etc.
“Ma poiché il Signore ci dona tutto quello che ha, ci dona non solo il “Padre nostro”, la preghiera dell'Ulivo, la preghiera che irradia da tutto il suo atteggiamento, ma anche la preghiera della sofferenza, in modo tale che egli fa di ogni sofferenza cristiana una preghiera, cioè una sofferenza aperta a lui, consegnata a lui, come se la sofferenza si ritrasformasse ora in parola, dopo che egli ha permesso alla sua parola di diventare sofferenza.” (Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera, 1965, 43) - questo doppio movimento: l’amore/logos che diventa carne come sofferenza e la sofferenza che diventa „senso“, parola, proprio nel suo essere preghiera, è un grande annuncio di speranza.
È chiaro che non si può identificare S. nei „Demoni“ (II, 1,VII) con Dostoevskij, ma è anche chiaro che non è possibile confrontarsi con il pensiero russo senza prendere sul serio questa frase: „L'ateismo è ancora più sano del cattolicesimo romano“. Credo sia quello che ha voluto farci comprendere il filosofo torinese Riconda nella sua frase che ho citato l’altro giorno.
„Hillary Clinton chiede accuse penali e sanzioni civili contro gli americani “impegnati” a diffondere “propaganda”. Per argomentare contro la libertà di parola, invoca la truffa del Russiagate, che a sua volta era il prodotto della propaganda della sua stessa campagna. A proposito, il caso che lei invoca qui (nel video in X condiviso da Aaron) - Mueller che accusa alcuni russi per attività sui social media - ha portato Mueller a ritirare il caso dopo che la società russa si è presentata per combatterlo in tribunale.“ (Aaron Maté, X, 17.09.24)
Abba nostro…
(Durante la mattinata, in un ora libera) „“Avvenire“, nel suo editoriale, torna a spiegare puntualmente perché si tratta di salvaguardare un principio giuridico fondamentale. Soccorrere un naufrago è una misura minima di umanità, che non può essere accantonata o cancellata in nome della difesa del territorio nazionale, come di fronte ad un nemico armato.“ (Banfi, versione odierna) - verissimo, ma si dovrà trovare una via di compromesso tra le posizioni estreme, anche sulla questione della migrazione. Non ha alcun senso fare di questo tema un oggetto di una guerra civile spirituale e politica.
„Certo il bis di Ursula parte in salita, come nota Adriana Cerretelli sul Sole 24 Ore: l’Europa di oggi è in crisi rispetto a quattro anni fa, ha perso la locomotiva tedesca, è minacciata geo-politicamente ed è stretta in una strategia occidentale (anglo-americana) dove appare sempre più secondaria e inutile.“ (Banfi, versione odierna). Questo è certamente un giudizio su cui lavorare.
„I temi (del diario di Hammarskjold) sono quasi unicamente spirituali e filosofici, ruotando intorno alla solitudine, alla sofferenza nella vita quotidiana, al rapporto con Dio. Il libro è percorso da diverse contrapposizioni dolorose e insanabili: tra la vita attiva del funzionario pubblico e la vita contemplativa dell’uomo religioso e devoto, tra le tentazioni della carne e l’ascetismo del dovere. Un paio di annotazioni (per esempio una del 1952) vagheggiano l’idea del suicidio. Vengono citati molto spesso testi e autori molto celebri della mistica cristiana medievale: in primo luogo L’imitazione di Cristo, testo di enorme successo in tempi antichi e moderni scritto intorno al XIV secolo, ma ricorrono anche Giovanni della Croce, Meister Eckhart e il filosofo e scrittore ebraico Martin Buber (1878-1965), verso cui Hammarskjöld aveva una grandissima ammirazione.“ (Giovanni Zagni, 2011)
(Dopo) L’essere è dono e come tale è „ordine“, ordine significa per Tommaso e Ferdinand Ulrich: l’ordinarsi della creatura nell’ordine di Dio, che è Dio stesso. I tre consigli evangelici esprimono l’ordine della redenzione: è Cristo stesso che è radicalmente povero, obbediente e vergine; ma Cristo non è venuto a superare l’ordine della creazione, che prevede un uso delle ricchezze, della libertà e del sesso. La Chiesa prevede una priorità dell’ordine della redenzione, ma non una distruzione di quello della creazione. Così il senso necessario dell’essere non lo si trova solo, per fare un esempio, nei diari e nelle poesie spirituali di Hammarskjold, ma anche nel suo modo di essere segretario dell’ONU, nel suo modo di usare il potere per difendere le nazioni più deboli e per arginare la volontà dei potenti, per favorire la profezia della pace. O per fare un altro esempio: il senso necessario dell’essere non è una prerogativa degli ordini religiosi; anche laici, in possesso della loro ricchezza, della loro libertà e della gestione del sesso, possono ordinarsi o non ordinarsi a Dio…e questo ordinarsi deve muoversi sempre nel giusto realismo che evita l’idealità astratta e la registrazione dei fatti come fatti…
„È vero che Trump vuole vietare l'aborto? Chi se ne frega? Il punto è la veridicità (truthiness). Probabilmente è vero che Trump si preoccupa meno di Harris del diritto di scelta delle donne, anche se le affermazioni di Harris esagerano il divario. E più Trump passa il tempo a contestare i dettagli, più rafforza l'associazione tra lui e la politica (largamente impopolare) di vietare l'aborto.E questo vale anche, a piene mani, per la più veritiera di tutte le linee di attacco progressiste contro Trump: la questione di Hitler. Si tratta di un tema di lunga data per i suoi avversari, che hanno sempre collegato Trump a Hitler. E ancora una volta, ciò che conta non è tanto la sua accuratezza fattuale quanto la sua risonanza emotiva. Per coloro che sono contrari ai temi nazionalistici, al machismo e al presunto desiderio di Trump di sventrare l'amministrazione e sostituirla con i suoi partigiani, è un'affermazione più che veritiera; per Trump stesso, invece, confutarla non fa che rafforzare l’associazione. E qui, ancora una volta, sta il problema: l'ombra della veridicità armata è terrorismo stocastico (the shadow of weaponised truthiness is stochastic terrorism.). La mia acquisizione narrativa guidata dai meme (My meme-driven narrative) è un motivo di violenza reale per qualcun altro. E nel caso del parallelo con Hitler, è probabile che questo provochi qualcosa di più di semplici minacce di bombe: minacce che in ogni caso si sono rivelate (turned out), secondo il sindaco di Springfield, chiamate fasulle da oltreoceano. Al contrario, l'associazione con Hitler mette in relazione Trump con una figura che, più di ogni altra, rappresenta il ne plus ultra del male assoluto. E, logicamente, una volta che qualcuno è stato inquadrato come il male assoluto, ne consegue che anche le misure straordinarie sono giustificate.“ (Mary Harrington, 17.9.24)
(Sera) Mio Gesù, mio Signore ed amico, fratello e Dio, Adrienne usa un’espressione molto forte: „Gli amanti, che stanno sotto la Croce, sono in un modo preciso derubati della preghiera“; ho pensato a C., che dopo la morte di A., è stata derubata della fiducia. Abbiamo imparato a pregare con Te, di confidarci con il Padre. Ci sentiamo spesso in Tua compagnia, ma proprio in questo momento in tante parti del mondo ci sono persone che vengono derubate della preghiera e della fiducia. Riprendili per mano, dai loro e a me la benedizione! Oggi nel giorno del mio onomastico Ti ringrazio per Roberto Bellarmino, per Adrienne e per Ildegarda. Grazie anche per Dag: domani, nella notte, verso l’una si avvererà l’anniversario della sua misteriosa morte in Africa. Ti prego per il lavoro dell’Onu, e per tutti i paesi africani e per la mia piccola famiglia, Ti prego che diventiamo nonni! Amen!
(Wetterzeube, il 16.9.24 - nono giorno della novena a Adrienne von Speyr) „Esultando per l'unicità della missione della Madre nostra, impariamo a comprendere che è grazie alla sua fecondità che viene resa possibile ogni fecondità ecclesiale. Una fecondità che è partecipazione di quella, poiché anche noi possiamo portare, in fede e donazione totale, in preghiera e in apostolato, il Figlio in noi come parola per farlo diventare carne in noi e nel mondo.“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio) - io sono un piccolo amico di Gesù, cosciente dell’unicità della missione della sua e della nostra Madre, di Maria. Ma sento in me tutta la voglia di fecondità erotica, che forse è in contrasto con quella di Maria, anzi che certo è in contrasto con l’idea della sua verginità come Theotokos, ma anche i ladri, nel Medioevo, si rivolgevano a le, per ricevere la sua protezione, per sé e per i propri carii! Maria non è solo la madre dei puri! Se fosse così non sarebbe la madre di un popolo, ma solamente la madre di un élite. VSSvpM!
Ieri ci siamo mossi con Komoot intorno ad un paese vicino a Freyburg, che si chiama Zscheiplitz, dove si trova l’azienda vinicola di Pawis. È una bella passeggiata che si muove acconto al fiume Unstrut, poi con Komoot siamo saliti sulla collina e abbiamo preso dei piccoli percorsi, che grazie a questa applicazione si possono seguire nel dettaglio, fosse anche solo per decidersi di prendere un percorso su una piccola collina o aggirarla. Da un certo punto di vista è come permettere l’ingresso della tecnica in una „passeggiata nel bosco“ (ieri piuttosto in un paesaggio come un brughiera bruciata dal sole), ma ormai sono abbastanza anziano per essere contento di poter controllare (seguire) se le mie forze bastano per un certo percorso…
Da un certo punto di vista non avrei alcun problema se uno decidesse che in coscienza preferisce votare la Harris piuttosto che Trump o se pensasse che non è lecito ad una nazione come la Russia di decidere del destino di un altra, l’Ucraina, quello che in questi due anni mi ha spesso addolorato è che chi sostiene queste idee non può che far altro che dire e pensare che tu, che non le sostieni sei un mascalzone. Ieri ho condiviso la frase del filosofo torinese Riconda sul pensiero russo (vedi qui nel diario, ieri sera) ed è arrivato subito il commento che questa ricostruzione sarebbe un falso storico. La tesi di un altro non viene mai vista con una certa simpatia, fosse anche quella di una „cultura del dibattito“, ma giudicata a priori in forza di un dogmatismo che rasenta l’idiozia…
Ieri pomeriggio dopo la passeggiata ho aggiunto, alla citazione dell'articolo sulla Cina, alcune riflessioni sull'obbedienza ignaziana e la Cina.
„Nella pura idealità come nella pura realtà manca quindi la ratio boni dell’ordine della creatura verso il creatore“ (Ferdinand Ulrich, HA 510). Questo è un riassunto sintetico della filosofia dell’essere di Ulrich. La nostra coscienza non può che muoversi tra „pura idealità“ e „pura realtà“.
Questa è forse la critica più radicale che abbia mai sentito ad ogni forma di organizzazione solo tecnica (causale) del mondo: „Dio, il creatore dell’essere, non si esaurisce nel suo essere causa“ (Ferdinand Ulrich, ibidem) - - Queste due citazioni sono per me di importanza vitale: 1) come spero si veda nei diari - in vero come si spero si veda anche nella mia vitta -, io cerco sempre di evitare, sia per gli avvenimenti del grande teatro del mondo, sia per quelli nel piccolo teatro quotidiano, gli estremi di un’idealità astratta e di una registrazione dei fatti come tale. 2) Per quanto riguarda Dio, è vero che io non parlo tanto di Lui, anche se ogni giorno, con la formula: „Abba nostro…“, rimando a lui, ma parlo spesso del dono dell’essere come amore gratuito; beh vi è solo un possibile donatore dell’essere finito e questo è Dio, che è a sua volta amore, ed essendo amore non può ridursi alla categoria della „causalità“; se fosse così non si tratterebbe di un amore gratuito…
Abba nostro…
(Tarda mattinata) „Dunque Donald Trump è stato di nuovo oggetto di un attentato. La circostanza è inquietante, dopo che in un comizio è sopravvissuto, per pochi centimetri, ad un colpo di fucile a distanza. Secondo l’Fbi il tentativo si sarebbe consumato ai margini del campo da Golf in cui l’ex presidente stava giocando ieri. La persona fermata, che si sarebbe liberata dell’arma prima di essere catturato, sembrerebbe un esaltato militarista, Ryan Wesley Routh, di 58 anni. Routh avrebbe scritto sui social che voleva offrire a Kiev una squadra di mercenari.“ (Banfi, versione odierna)
(Pomeriggio, tardo) Oggi nel corso della decima classe ho cercato di presentare ai ragazzi alcune idee introduttive alla filosofia di Höffe, arricchite da alcuni pensieri che sto imparando dal „nodo gordiano“ di Jünger. Bella è la spiegazione di Höffe della filosofia come amore per la saggezza, che non pensa di impossessarsi della saggezza stessa e come gioia sempre nuova ad imparare. Credo che sia anche opportuno sottolineare, senza per questo pensare di essere meglio, la specificità della filosofia greca nel porre la domanda del perché delle cose, anche nella sua differenza dal modo più religioso di pensare dell’India o più etico e politico-statale della Cina o delle conoscenze matematiche e astronomiche dei babilonesi. In tutte le cultura abbiamo a che fare con una „curiosità del sapere“ (wijsbegeer), ma la modalità in cui questa curiosità si attua è differente - come giustamente sottolinea Jünger, non vi è bisogno di parlare di migliore, basta differente. Essendoci una ragazza russa nel corso ho introdotto anche il rapporto tra nascita della filosofia nel sesto secolo e quella della democrazia nel sesto e quinto secolo in Grecia - sono cosciente che Platone fosse aristocratico e forse non è il caso che il pensatore più buddista per quanto riguarda il rapporto tra idea e materia. Il modo autocratico di pensare non è di per sé peggio o meglio di quello democratico, ma è certamente diverso e noi dobbiamo capirne la differenza. La ragazza russa mi ha detto che Putin riflette tutto molto attentamente, tanto più se usare o meno le bombe atomiche, ma non ha obiettato nulla quando ho detto, che in caso estremo potrebbe agire in modo estremo…come lo zar Alessandro con Napoleone…
(Sera) Nel capitolo 24 del „nodo gordiano“ che come sempre si dovrebbe commentare riga per riga ci sono due pensieri che mi hanno particolarmente colpito. 1) L’ aggettivo „magno“ non viene conferito dagli storici, ma dalla „spirito comune“ che è „incorruttibile“ ed in un certo senso, per Jünger, ancora più „meticoloso“ della scelta di un santo nella Chiesa. Non so se valga la pena di controbattere che per un cattolico un santo viene scelto anche in modo molto meticoloso e con l’intuizione dello Spirito Santo del Popolo santo di Dio…2) “Una decisione sbagliata può essere più grande di una giusta, la caduta più grande del successo”, Ernst Jünger, 1953. In questo senso Benedetto XVI è stato davvero grande; ed in genere uno non è grande perché prende sempre le decisioni giuste; questa è idealità astratta ed inesistente.
Presentando un video del presunto attentatore alla vita di Trump, Jimmy Dore commenta: „Questo è colui che è sospettato di avere attentato alla vita di Donald Trump, Ryan Wesley Routh, intervistato da Newsweek Romania nel 2022. È un fanatico della guerra in Ucraina perché è stato del tutto influenzato dalla propaganda dei media aziendali a sostegno della guerra. Non ha idea di cosa sia la guerra, la sua mente è molto infantile: “È una battaglia tra il bene e il male”, proprio come gli hanno detto i media aziendali. È così che funziona la propaganda. Ecco perché avevo avvertito TYT di non insistere sul Russiagate, che avrebbe portato a una guerra e a fare il lavaggio del cervello a persone come lui.
Non ha idea di cosa sia in realtà la guerra, quindi quando Trump e RFK dicono di voler porre fine alla guerra, pensa che la cosa morale da fare sia assassinare Trump. Questo è il risultato diretto dei notiziari aziendali e “indipendenti” che ripetono acriticamente i punti di vista della CIA a favore della guerra. Nessuno dei notiziari aziendali si chiederà “Dove è stato radicalizzato?”, perché se si guarda questo video, è chiaro che è stato radicalizzato dai notiziari aziendali proprio qui negli Stati Uniti.“
(Wetterzeube, il 15.9.24; 24esima domenica del Tempo ordinario; ottavo giorno della novena ad Adrienne)
„La Chiesa è sempre il luogo dell'incontro fra il Signore e il peccatore, fra la grazia celeste e il mondo. E poiché è Dio che appare in questo luogo, l'evento è ogni volta sconvolgente e sorprendente.“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). - L’incontro con Dio non è nella modalità dell’armonia psicologica e sociale, ma per l’appunto „sorprendente e sconvolgente“. Questo non significa che Dio non ci parli anche attraverso il suo silenzio e la sua pace, ma non dobbiamo addomesticare Dio.
Ho ascoltato per due volte, perché il mio inglese nell’ascolto non è molto buono, un’intervista con Kamala Harris (action new exclusive); ecco l’immagine che lei da di se stessa: viene da una famiglia che ha lottato per giungere al sogno americano, che ora è bloccato, per il qual motivo si devono prendere delle decisioni economiche per aiutare la gente ad iniziare piccoli progetti lavorativi (economia delle opportunità) e per costruirsi una casa; lei è una politica della conciliazione (per esempio anche con politici repubblicani, che fanno tutti parte dei neocons e che hanno provocato guerre nel mondo: Busch Jr…) e non una politica che punta il dito contro gli altri, come farebbe Donald Trump; poi ama la sua famiglia, i suoi amici, e le piace cucinare; infine parla sempre della sua carriera come alcunché di „esemplare“.
Robert F. Kennedy Jr. ha condiviso nel suo acconto in X un’intervista con il presidente Putin; purtroppo è in russo ed io ho potuto solo leggere la traduzione in inglese che scorreva mentre parlava. Contenuto: se davvero sarà confermata la decisione degli USA (e della EU) di appoggiare con missili di precisione l’Ucraina, allora si tratta di un nuovo passo e di una dichiarazione diretta di guerra, anche nel territorio russo; la notizia che ho riportato ieri dei droni iraniani, non è paragonabile a questo scenario, perché il conflitto non viene fatto alle porte degli USA o addirittura negli USA, ma è fatto alle porte e dentro la Russia… Kennedy, che ormai appoggia apertamente Trump chiede che si fermi questa follia.
Rimando alla mia meditazione di ieri pomeriggio che comincia così: (Dopo) Nella storia del Gran Maestro orientale e del Conte occidentale, nel capitolo 23 del „nodo gordiano“ Ernst Jünger…,che ritengo di essere di vitale importanza.
Sia nella bacheca di Elon Musk, sia in quella di Wagenknecht si parla della sovra accentuazione della cura per migranti a discapito dei poveri del proprio paese; ovviamente io non so quanto ci sia di ideologia e di preoccupazione reale in questi messaggi, ma credo che pur appoggiando la posizione di apertura e di accoglienza del Papa, si debba tener conto di queste narrazioni e dei fatti che si nascondono dietro di esse.
Una giornalista americana, Megyn Kelly, attacca duramente Taylor Swift, che ha appoggiato ultimamente Kamala Harris, per il suo vice: Tim Walz, che in Minnesota come giudice si sarebbe impegnato, anche contro la volontà dei genitori, sul cambio del sesso anche per minorenni. Sulla questione del cambiamento del sesso, questa è la posizione della Chiesa, espressa al punto 60 del documento recente, intitolato „dignità infinita“: „La dignità del corpo non può essere considerata inferiore a quella della persona in quanto tale. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci invita espressamente a riconoscere che «il corpo dell’uomo partecipa alla dignità di “immagine di Dio”».Una tale verità merita di essere ricordata soprattutto quando si tratta del cambio di sesso. L’essere umano è, infatti, composto inscindibilmente di corpo e anima e il corpo è il luogo vivente in cui l’interiorità dell’anima si dispiega e si manifesta, anche attraverso la rete delle relazioni umane. Costituendo l’essere della persona, anima e corpo partecipano dunque di quella dignità che connota ogni essere umano. Al riguardo si deve ricordare che il corpo umano partecipa della dignità della persona, in quanto esso è dotato di significati personali, particolarmente nella sua condizione sessuata. È nel corpo, infatti, che ogni persona si riconosce generata da altri, ed è attraverso il loro corpo che l’uomo e la donna possono stabilire una relazione di amore capace di generare altre persone. Sulla necessità di rispettare l’ordine naturale della persona umana, Papa Francesco insegna che «il creato ci precede e dev’essere riconosciuto come dono. Al tempo stesso siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto rispettarla e accettarla così come è stata creata». Da qui deriva che qualsiasi intervento di cambio di sesso, di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento. Questo non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie. In questo caso, l’intervento non configurerebbe un cambio di sesso nel senso qui inteso.“
Il Papa ha ragione a dire che ogni persona deve seguire la sua coscienza quando va a votare…questo è già un grande regalo; il papa, a differenza dei vescovi in Germania, non si è lanciato contro uno dei partecipanti alle elezioni…poi per quanto riguarda la cosa stessa, non si tratta di una dichiarazione ex cathedra; secondo la maggioranza del giornalismo del samizdat occidentale, anche per quanto riguarda l’immigrazione, l’amministrazione Harris/Biden non ha alcun merito al riguardo.
Abba nostro…
(Tarda mattinata) Per il lavoro che sto facendo in questo diario sul nodo gordiano orientale-occidentale le affermazioni del Papa sulla Cina, che riprendo da un articolo di „Avvenire“, sono di importanza capitale; io sono stato preparato a comprendere questo tipo di frasi dal lavoro del giornalista Gianni Valente, il marito di Stefania Falasca, negli anni scorsi: „La possibile collaborazione tra Cina e Santa Sede per la soluzione dei conflitti. La soddisfazione per il buon risultato dei dialoghi con la Cina nell’ambito dell’Accordo Santa Sede-Cina sulle nomine dei vescovi. Il rinnovo della sua ammirazione e del rispetto per la Cina e del suo desiderio-sogno di poterla visitare. Poi una dichiarazione solenne: «Credo che la Cina sia una promessa e una speranza per la Chiesa». Questo in sintesi quanto papa Francesco ha dichiarato rispondendo alle domande poste per la prima volta su un volo papale da una testata online della Cina continentale. Per la prima volta, infatti, l’inviata del sito cinese Tianouzhiku, presente sul volo papale di ritorno da Singapore, ha potuto rivolgere le domande provenienti dalla Repubblica popolare cinese dopo aver seguito per la testata il viaggio più lungo che dal 2 al 13 settembre lo ha visto pellegrino in Estremo Oriente. Certamente è un dato significativo del progredire della reciproca conoscenza, in considerazione e nella prospettiva della nuova pagina nei rapporti tra la Repubblica popolare cinese e la Santa Sede che si è aperta in seguito all’Accordo sulle nome dei vescovi siglato il 22 settembre 2018. Un Accordo provvisorio che ha fatto ormai non poca strada, essendo stato rinnovato una prima volta il 22 ottobre 2020, prorogato per un altro biennio il 22 ottobre 2022 ed ora in attesa di un rinnovo per altri due anni e che alla luce anche di queste dichiarazioni papali, appare certo. Alla domanda diretta: «Lei è soddisfatto o no dei risultati del dialogo, che sono stati finora ottenuti?» papa Francesco ha risposto in modo chiaro ed eloquente: «Io sono contento dei dialoghi con la Cina, il risultato è buono, anche per la nomina dei vescovi si lavora con buona volontà. E per questo ho sentito la Segreteria di Stato, su come vanno le cose: io sono contento». Soprattutto di particolare interesse l’affermazione: «Credo che la Cina sia una promessa e una speranza per la Chiesa». Due considerazioni che il Papa non aveva ancora espresso pubblicamente e in un contesto internazionale. Aveva invece già in precedenza e in diverse occasioni pubbliche espresso ammirazione per la Cina e la volontà di recarsi in visita del «nobile popolo» della Cina come nel viaggio che lo scorso anno lo ha portato in Mongolia sorvolando i cieli della Repubblica popolare cinese. In questo viaggio ha invece così riaffermato: «La Cina per me è una ilusión [un desiderio], nel senso che io vorrei visitare la Cina, perché è un grande Paese; io ammiro la Cina, rispetto la Cina. È un Paese con una cultura millenaria, una capacità di dialogo, di capirsi tra loro che va oltre i diversi sistemi di governo che ha avuto».Una ilusión, un desiderio che probabilmente è ripreso da san Francesco Saverio che proprio da queste terre, a Malacca, il gesuita si era imbarcato nel 1552 per raggiungere la Cina e morì nell’isola di Sanciano, vegliato da un amico cinese, giusto di fronte alla costa del Regno di Mezzo, a poche miglia marine dal sogno di vita che Matteo Ricci riuscì a compiere pochi decenni più tardi. Suggestioni che vengono proprio da Singapore, l’ultima tappa del lungo viaggio, dove il Papa ha risieduto nella St. Francis Xavier Retreat Centre. Ma Singapore è soprattutto una città-Stato che ha il 74 certo della popolazione cinese, oltre ad essere molto simile a quella delle avveniristiche città della Cina Continentale, anche per il modello di convivenza armoniosa e pacifica. E dunque dalla vicinanza alla Cina continentale viene la domanda riguardo agli sforzi fatti dalla Cina per il raggiungimento di un cessate-il-fuoco nelle regioni sotto conflitto, come la Striscia di Gaza, considerato che a fine luglio è stata firmata la “Dichiarazione di Pechino” per porre fine alle divisioni tra i palestinesi. La discesa in campo della Cina come mediatore per risolvere i conflitti e dunque come partner per la soluzione delle guerre è una possibilità accarezzata da tempo.“ (Stefania Falasca) - ovviamente non è un caso che proprio un papa gesuita tracci un filo di connessione da Francesco Saverio, passando per Matteo Ricci, fino ad oggi; in un certo senso proprio l’ordine che ha saputo mettere a tema per la Chiesa universale l’importanza dell’obbedienza, può essere in dialogo integrante con quel concetto di obbedienza orientale di cui parlavo ieri pomeriggio in dialogo con Ernst Jünger, sebbene anche in Ignazio non vi è alcun passaggio dall’obbedienza all’automatismo della morte. Quando da giovani feci gli Esercizi di Ignazio, forse uno dei motivi per cui avevo interrotto il percorso ignaziano era proprio il non aver compreso questa differenza tra obbedienza ed automatismo della morte (cf quanto ho scritto ieri sul tema)…
Qualche giorno fa avevo ascoltato di una scienziata italiana il pensiero molto bello che l’amore ha un’influenza positiva sul DNA…
(Sera) Signore ed amico Gesù, Tu hai addirittura dormito quando i Tuoi temevano di affondare per la tempesta; in questo momento in Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Romania tantissime sorelle e fratelli temono per le loro case, per un’inondazione, che un vigile del fuoco dice di non aver mai visto in vita sua. Ti prego per i vigili, per i soldati e per tutte le persone di buona volontà che aiutano i propri cittadini in queste ore difficili. Proteggi anche la città di Dresda! Chiedo a Te di comandare la pioggia e il vento! Di quietare nostra sorella acqua. Amen!
Sul pensiero russo
«Credo si debba ai suoi rappresentanti aver affrontato in tutta la sua drammaticità il nichilismo che ha depotenziato la stessa esperienza religiosa. I grandi pensatori russi, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento – Dostoevskij, Leontiev,
Soloviev, Florenskij, Berdjaev per fare esempi illustri –
intuirono che l’opposizione non sarebbe più stata tra
cristianesimo e ateismo, ma fra il cristianesimo eterno della
tradizione, con tutta la densità dei suoi simboli, e le forme
illanguidite che conosciamo in Occidente».
Giuseppe Riconda, filosofo torinese, allievo di Pareyson e Augusto del Noce, in un’intervista odierna, credo a „La Repubblica“.
(Wetterzeube, il 14.9.24; Elevazione della Croce; settimo giorno della novena a Adrienne) „Dio può condurre uno nella solitudine della montagna per esservi adorato da lui, può anche porlo in una fabbrica o nel trambusto d'una grande azienda cittadina, insieme ad un'infinità di altri anonimi. Dio non aborre dal mettere gli uomini in condizioni così antitetiche, e ciò perché egli, l'Onnipresente, può incontrarli ovunque“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). - Per cui si può essere un monaco nel deserto o una Madeleine Delbrêl nella periferia di Parigi ed incontrarLo ed essere incontrato!
Spunti per la preparazione della predica del Servizio della Parola di questa sera; non la festa del giorno, ma le letture della ventiquattresima domenica del Tempo Ordinario (Is 50, 5-9; Gc 2, 14-18; Mc 8, 27-35), sono la base della predica. Anche se Paolo da un altro accento anche per lui, come per Giacomo: „una fede senza amore è morta“. Nel Vangelo Cristo educa Pietro ad un altra concezione messianica; quella che aveva in testa Pietro, come liberazione dai romani, non è ciò che Gesù ha in testa. La prefigurazione veterotestamentaria di Isaia dice già ciò che conta: obbedienza della fede in Dio senza fuggire dai nemici; il NT aggiunge esplicitamente l’opera della redenzione: Croce e discesa all’inferno. Ma non masochismo: alla fine „in una causa giuridica che ingloba tutto il mondo“ (Balthasar, Luce della Parola) l’agnello macellato è il vincitore.
Anche il mondo riconosce il soft power del Papa - cf. Thomas Jansen nell’editoriale lungo della FAZ di oggi; non è tutto allo stesso livello, ma almeno si riconosce l’intenzione e la preferenza per il sud globale del mondo e per il dialogo con il mondo mussulmano del Papa. Per quanto riguarda invece il fallito attentato di un siriano ai soldati tedeschi (tema dell’editoriale breve), ovviamente lo si deve prendere sul serio, ma anche ricordare „quel presunto cristiano che respinge un nudo ed affamato“ (Balthasar) di cui parla Giacomo; bisognerà pur sempre discernere tra nudi ed affamati da una parte ed assassini dall’altra.
Katie Halper und Aaron Maté fanno notare che sulla questione dell’immigrazione Harris-Biden non sono meglio, ma peggio di Trump. Secondo i due giornalisti nord americani gli USA sono una nazione di immigrati, mentre ora anche la Harris sottolinea sempre e solo i problemi legati all’immigrazione…
Bisognerebbe che i collaboratori del Papa informassero il Papa che la posizione sulla migrazione della Harris è più devastante delle frasi dubbiamente intelligenti che Trump dice sul tema...
Abba nostro…
(Dopo la traduzione di Ulrich): „Ma l’ipsum esse non è sia forma che materia: è „nulla““ (Ferdinand Ulrich, HA, 510) - questa frase è da brividi, perché ci dice che il „nulla“ a cui pensa Ulrich è infinitamente più radicale di ogni forma radicale di nichilismo, nel quale il nulla è solo distruzione, come nel caso provocato dal lancio di una bomba atomica. Mentre qui il nulla è nullificazione di ogni forma di malato legame con se stessi. La tentazione di non mettersi nel cammino di questa nullificazione ricolma di speranza è una concezione errata dell’essere. „L’essere è così in qualche modo essenzializzato e in questo modo la realtà si distingue già di per sé. Con ciò o la bontà è evaporata nella oscillazione ideale o è assorbita dalla realtà.“ (HA, 510); una tentazione consiste nel sostanzializzare l’essere come essere, quasi che la sostanza delle cose sia qualcosa di più delle cose stesse nella loro semplicità e completezza; e in questo modo cerchiamo una distinzione nell’essenza della realtà, che consiste nel distinguersi della realtà contro o indifferentemente al creatore di essa. La conseguenza a livello dell’agire consiste nel fatto che o la bontà è evaporata nell’iperuranio dell’idealità astratta oppure per contraccolpo assorbito nella realtà, come manifestazione di un essere statico e massiccio, non più semplice e completo. „Tommaso sa precisamente che unicamente e solamente il senso necessario dell’essere e la sovraessenzialità dell’essere possono liberare il pensiero da questo dilemma. Non è lecito mai sostanzializzare l’essere come l’essere, il dissolversi della realtà come posizione, senza che in questo modo sia allo stesso tempo distrutta la ratio boni dell’essere.“ (HA, 510). Il senso necessario dell’essere non aggiunge nulla al dono dell’essere come amore gratuito e la sovraessenzialità dell’essere come formula ci ricorda che non dobbiamo limitarci alla sostanza mondana delle cose. Il senso necessario dell’essere è proprio quel nulla della gratuità che deve guidare ogni mossa del nostro agire e pensare! Se si lascia questo cammino semplice e completo, ma in se non sussistente non incontreremo mai il creatore, ma solo le nostre follie.
Della rassegna stampa di Oasis vorrei sottolineare solo alcuni aspetti: 1) Anche Claudio Fontana riconosce i segnali contraddittori che giungono dagli USA sulla crisi in Israele-Palestina, che si sta spostando da Gaza alla Cisgiordania e alla Siria; 2) la notizia dell’invio di missili balistici dell’Iran a Mosca, completa e forse correggia quanto dicevo ieri citando Christopher Caldwell; 3) Mauro Primavera fa comprendere la posta in gioco globale che si sta combattendo in Sudan, dove la capitale Khartoum è stata distrutta;4) Chiara Pellegrino ci fa comprendere la posta in gioco tra Egitto ed Etiopia nella gestione del fiume Nilo, un fiume che già dall’antichità era nel centro della prosperità di quella regione…
(Dopo) Nella storia del Gran Maestro orientale e del Conte occidentale, nel capitolo 23 del „nodo gordiano“ Ernst Jünger, senza prendere una posizione, se non quella dovuta al fatto che lui è tedesco, ma lasciando la questione a livello della „diversità“ e non di un ethos migliore o peggiore, fa vedere la differenza tra l’obbedienza occidentale e quella orientale: il Gran Maestro fa un segno ad un suo suddito e questo si lancia nel vuoto. Il Conte dice che lui non potrebbe chiedere questo ad un suo suddito e quest’ultimo non lo obbedirebbe se lo chiedesse, non perché non sia obbediente e coraggioso, ma perché nel nostro modo di vedere questa azione pretesa dal Gran Maestro è „senza senso“. Un sacrifico che venga confuso con l’automatismo della morte non fa parte del nostro senso dell’obbedienza e del coraggio; ed anche un martirio causato da sé, come nel caso del parroco di Zeitz che si bruciò nel tempo della DDR, viene considerato dalla tradizione cristiana come un atto di minore importanza del martirio causato dagli altri; l’auto-castrazione di Origine è stata vista dalla Chiesa come un atto di confusione che distrugge la libertà, non di coraggiosa verginità. Ora pur considerando le questioni strategiche e logistiche a livello solo giornalistico, per esempio confrontando gli invii dei missili iraniani alla Russia (Claudio Fontana) e quella dei missili statunitensi all’Ucraina (Christopher Caldwell), rimane il fatto che azioni di guerra che con grande probabilità ci porteranno, come sonnambuli (copyright: Christopher Clark), alla distruzione reciproca, non hanno alcun senso etico nel nostro modo di vedere il mondo, mentre ne anno uno dal punto di vista „orientale“…
(Wetterzeube, il 13.9.24; sesto giorno della novena ad Adrienne) „Il cristiano, che nella preghiera ha davanti agli occhi il mondo più grande dell’amor di Dio, deve apprendere tuttavia a riconoscere Dio anche in queste condizioni del mondo, a guardare alla verità unica attraverso tutti i veli, tutte le menzogne“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). Questa frase mi sembra essere di un coraggio inaudito, ancora di più che dire che i pastori devono avere l’odore delle pecore, che è già una frase coraggiosa; qui, nella frase di Adrienne, si tratta di non saltare il mondo: tutti i veli, tutte le menzogne. È chiaro che la meta non sono i veli e le menzogne, ma l’amore di Dio; ma la luce gratuita dell’essere (la sovraessenzialità dell’essere) deve e può essere percepita nella materia, così come è nel nostro mondo, non come è nella mente dei filosofi (e peggio ancora in quella degli altri). E questa sovraessenzialità dell’essere, il dono gratuito dell’essere è similitudo divinae bonitatis!
La preghiera dell’Angelus, a cui Konstanze ed io siamo rimasti sempre fedeli, non sostituisce la meditazione dell’intero passo biblico da cui è presa, ma ci aiuta a fissare la struttura ultima del reale: l’assenso dell’uomo all’incarnarsi di Dio. Bisogna stare attenti a non „essenzializzare“, però, questa struttura ultima, eliminando le domande autentiche di Maria.
Per Katie Halper e Aaron Maté (Useful idiots) non vi è una differenza specifica tra Harris e Trump per il semplice fatto che nella questione di fuoco: il conflitto in Israele, entrambi i politici vogliono legittimare il male, perché quello che sta facendo l’amministrazione Netanyahu sia in Gaza che in Cisgiordania è il male. Per quanto riguarda l’altro grande incendio, l’Ucraina a me sembra esserci una differenza specifica a favore di Trump, ma non credo che i due giornalisti siano d’accordo con me.
Il cardinal Pizzaballa sta diventando una figura molto grande di pastore: „non siete soli, nonostante i tempi duri, la disperazione non è un’opzione“. Queste parole non le ha dette al tavolino del suo studio, ma visitando la parrocchia latina di Jenin (Cisgiordania) bombardata dall’amministrazione Netanyahu.
Abba nostro…
(Pomeriggio) „Donald Trump sul rischio che la Terza Guerra Mondiale possa scoppiare in Ucraina si sono persi nella marea delle sue stesse iperboli, ma non aveva torto. La Russia possiede ancora più testate nucleari di qualsiasi altro Paese del pianeta, compresi gli Stati Uniti. Putin ha cercato di ricordare a chi uccideva i suoi soldati questo fatto per tutta la durata della guerra. Ma gli intellettuali, da un capo all’altro dell'establishment della politica estera di Washington, si sentono fortunati. Si sono convinti che Putin stia “bluffando”. Forse hanno ragione. Ma uno scambio nucleare non è l'unico esito negativo che potrebbe derivare da un'avventura militare così avventata.
Tutto questo avviene in un momento pericoloso. Costituzionalmente, se Biden, come comandante in capo, vuole iniziare una guerra, deve chiedere al Congresso di dichiararla. Questa formalità non viene più rispettata dalla metà del secolo scorso, ovviamente. Ma il Presidente ha sempre dovuto almeno spiegare in qualche modo le sue ragioni. In questo momento, il Presidente non ha la compostezza mentale (compos mentis) sufficiente per farlo. È stato ritenuto mentalmente incapace (dal consulente speciale del suo stesso Dipartimento di Giustizia) di sostenere un processo in un caso di cattiva gestione dei documenti e fisicamente incapace (dal suo stesso partito) di gestire una campagna presidenziale, una sfida notevolmente meno ardua di una campagna militare. Con il comandante in capo eletto assente dalla scena, sorgono domande scomode. Chi è il suo reggente? Chi in questa amministrazione sta intensificando la guerra tra Russia e Ucraina avvicinando gli Stati Uniti a una partecipazione attiva?“ (Christopher Caldwell, Compact, 13.9.24; un articolo che mi ha mandato Adrian). - il Problema è che quando non si segue „il senso necessario dell’essere“ (Ulrich), si segue la follia! PS L'autore sta commentando questa notizia: "Per tutta la settimana, l'amministrazione Biden ha lasciato intendere che avrebbe autorizzato l'Ucraina a colpire in profondità il territorio russo con i sistemi missilistici tattici dell'esercito di fabbricazione statunitense, o ATACMS. Si tratta di missili supersonici a guida computerizzata con una gittata fino a 190 miglia. Non possono raggiungere Mosca, ma potrebbero colpire le città russe di Kursk, Voronezh e Rostov".
(Wetterzeube, il 12.9.24; quinto giorno della novena ad Adrienne)
„Quando l'uomo comincia a pensare, s’immagina in un qualche modo quella che sarà la sua vita adulta. Se la fede è viva in lui verrà il momento che egli lascerà cadere il suo progetto a favore di quello divino, per poter rispondere di sé, un giorno, a Dio. Ma, anche se egli fa tutto questo, deve pur fare i conti con il mondo che lo circonda. Il suo è un sì che attraverso il mondo va a Dio. (L’uomo di fronte a Dio, it. 66-67)“. Credo che pur con tutti i miei limiti io, avendo preso sul serio gli incontri della mia vita: Hans Urs von Balthasar, Adrienne von Speyr, Don Luigi Giussani, Ferdinand Ulrich, Konstanze, Etty Hillesum ed ultimamente Ernst Jünger abbia fatto cadere il mio progetto, che forse si era espresso in statu nascendi con il pensiero di Ernst Bloch, per seguire quella traccia che mi sta portando al Mistero che è Dio. E credo anche, come testimoniano i miei diari, che sto facendo i conti con il mondo che mi circonda, in modo che il mio si attraverso il mondo ritorni a Te Padre, per Christum Dominum nostrum! Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto…
(Dopo aver tradotto Ulrich, HA 507) La tentazione di identificarsi con Dio è la tentazione più grande della storia del mondo. Il bonum viene identificato con la realtà che si pone in questo momento: una guerra economica o militare viene così identificata con il bene stesso. Noi uomini non esistiamo nella modalità dell’identità tra esse e bonum, ma in quella della partecipazione; partecipazione però non accade nell’essere: „L’essere nella crisi non partecipa naturalmente niente: solo la sostanza è „proprium susceptivum eius quod est esse“. Quindi la res positiva partecipa: ma come deve partecipare, visto che essa „è già da sempre“ e rivela proprio il carattere del „non essere causato dell’essere come essere o detto altrimenti del non-partecipare“?“ (HA, 507); non possiamo ancora approfondire l’ultima domanda, ma possiamo per lo meno tener conto del fatto che la partecipazione appartiene alla res positiva; l’essere è dono gratuito ed in un certo senso ´“nulla“, pura gratuità. Questa gratuità pura viene chiamata da Ulrich „sovraessenzialità dell’essere“ ed essa ha l’impronta del „non-essere-causato dell’essere“, come garanzia ultima della libertà della creazione e in essa del „causare“. Ora questo dono dell’essere può pervertirsi in un’identificazione di sé con esso; è quello che accade alle grandi figure che guidano il mondo: pensano di poter saltare la dimensione della „nullificazione“ (accettare di essere nulla al cospetto di Dio), e di impossessarsi del mistero del non-essere-causato dell’essere, del dono gratuito della vita, che ovviamente non possono per nulla donare; la febbre che uccide Alessandro Magno è simbolo di ciò. Noi uomini possiamo solo metterci a scuola della „crisi dell’essere“, cioè del giudizio che viene dato su di noi, da chi dona gratuitamente l’essere. Amore è crisi, amore è giudizio proprio quando non assolutizza se stesso, ma si finitizza in quel compito particolare che Dio gli dona: questo può essere indifferentemente: fare il calzolaio o il presidente degli USA…
Per quanto riguarda la cronaca prendo due informazioni da Banfi, nella versione odierna: 1) „Papa Francesco è arrivato a Singapore, domani sera ripartirà per Roma. L’ex colonia britannica è una delle cosiddette “Tigri asiatiche”, per l’accumulazione di ricchezza e capitali. Qui i cattolici sono solo il 3 per cento dei quasi sei milioni di abitanti, l’etnia prevalente è quella cinese. Dai più poveri della Terra, visitati in Indonesia e a Timor Est, simbolo del Sud Globale, il pontefice si rivolge quindi in queste ore alla capitale del super capitalismo orientale“. 2) „Come ha notato il veterano Seymour Hersh, nella sua newsletter su substack, ci sono dei “buchi” sostanziali nella auto-presentazione della vicepresidente. Che cosa farebbe in politica estera? Resterà in continuità con la amministrazione Biden, soprattutto su Ucraina e Israele? Manterrà la linea della nuova Guerra Fredda mondiale, contro la Russia e contro la Cina? Condividerà il disegno di un allargamento mondiale della Nato, fino al Pacifico? Anche sull’economia, interna americana, e sul commercio estero, qual è il programma di Kamala Harris?“ (Banfi, versione odierna) - mentre di Trump sappiamo cosa pensi su questi temi ed ancor più cosa pensino le persone che ha preso nel suo barcone elettorale (J.D. Vance, Robert Kennedy Jr., Tulsi Gabbard…) - PS Konrad Ege ha seguito il dibattito Harris-Trump per „Der Freitag“ e mette in evidenza anche le debolezze della Harris nel senso di Seymour Hersh; purtroppo i criteri per stabilire quando sia in declino la democrazia statunitense vengono esemplificati dal giornalista tedesco con l’esempio del 6 gennaio 2020, che né nella narrazione di destra, né in quella di sinistra ha neppure lontanamente la rilevanza che ad esso hanno dato i media aziendali, ma anche questi di opposizione come „Der Freitag“.
Abba nostro…
(Pomeriggio) Con ragione Michael Jäger (Der Freitag, 12.9.24) scrive che il cancelliere Scholz non è molto credibile nella „figura“ di „cancelliere della pace“; se lo fosse non avrebbe dato il suo assenso allo stazionamento di missili statunitensi in Germania; nella sua cosiddetta „Intervista estiva“, meglio negli ultimi due minuti di essa, ha detto qualche frase sensata in direzione diplomazia, ma con il suo assenso ai missili statunitensi e con la narrazione che sia solo la Russia a non volere davvero il dialogo, si è smentito clamorosamente. La Russia vuole un dialogo serio con gli USA. L’obiezione che essendoci missili a Kaliningrad sarebbe legittimo averli anche in Germania, secondo Michael Jäger, non tiene; il paragone giusto sarebbero missili a Cuba, che per l’appunto non ci sono. - Poi a me sembra che nessuno tenga davvero conto del peso della figura di un capo popolo orientale, che non cederà alla violenza, piuttosto farà saltare in aria il mondo piuttosto che smentire se stesso (questo lo sto imparando da Ernst Jünger). Un altro articolo molto importante in „Der Freitag“ è quello sulla Germania e l’amministrazione fanatica di Netanyahu; anche qui abbiamo registrato le frasi sagge della Baerbock, ma vi è un fatto chiarissimo; sotto il governo del semaforo a riguardo di munizioni per artiglieria, carri armati e mitragliatrici, nell’anno 2023 le esportazioni di armi tedesche verso Israele sono decuplicate. Questi sono i fatti, le altre sono parole.
Nell’articolo di Hein de Haas (Der Freitag, il 12.9.24) sulla migrazione ho trovato molto interessante questo dato: per quanto gravi siano le morti nel Mar Mediterraneo, sottolineate recentemente in una catechesi del mercoledì dal Papa, non vi è alcun dato che confermi che nell’anno attuale ci sia una crisi migratoria più forte che negli ultimi anni, misurati a partire dal 2010. Le domande di asilo hanno avuto un picco negli anni 2015/6 se no sono rimaste abbastanza costanti, leggermente in salita, con un piccolo sbalzo in quest’anno. Le cause della migrazione sono secondo l’autore „povertà, mancanza di eguaglianza, violenza e il clima“, ma „la migrazione dei rifugiati è di gran lunga inferiore a quanto suggeriscono la retorica politica e le immagini dei media. Circa il 10% di tutti i migranti internazionali sono rifugiati, il che corrisponde allo 0,3% della popolazione mondiale. Sebbene i flussi di rifugiati fluttuino notevolmente a seconda delle dinamiche del conflitto, non ci sono segnali di una tendenza all'aumento a lungo termine“.
(Dopo) Dell’articolo odierno di Matt sul suo lavoro da elettricista, quando aveva 14 anni, in una comunità „orientale“ (ashram) in cui viveva con sua mamma e sua sorella, mi ha colpito questo passaggio, che cito e commento brevemente: „Con il lavoro manuale, il vostro posto nel mondo è ovvio. Gli effetti dei vostri sforzi sono visibili a tutti. La vostra competenza non è qualcosa che immaginate per voi stessi, ma un semplice fatto, un fatto condiviso , la base per le relazioni e le transazioni, piuttosto che una “identità” sfuggente. Dopo l'università, molto tempo dopo aver lasciato l'ashram, ho avviato un'attività individuale di elettricista a Santa Barbara, in California. (…) In quegli anni, non ho mai smesso di provare piacere nel momento in cui, alla fine di un lavoro, premevo l’interruttore. Ed ecco la luce. È soddisfacente manifestarsi concretamente nel mondo, attraverso la competenza manuale; si sa che rende una persona tranquilla e facile. Sembra che lo sollevi dalla necessità di offrire interpretazioni chiacchierate di se stesso, di rivendicare il proprio valore. Può rimanere in silenzio e semplicemente indicare: L'edificio è in piedi, le luci sono accese, l'auto ora funziona“ (Matt Crawford). - Più o meno a quell’età ho lavorato ogni pomeriggio manualmente, ma non un lavoro del tipo nobile come quello dell’elettricista, aiutavo mio padre a portare penne da montare a delle donne, insomma facevo il facchino; togliendomi questo lavoro il tempo per giocare a pallone nel cortile, non ne ero molto entusiasta, ma capisco molto bene quello che vuole dire Matt sul lavoro manuale come cura per non „masturbarsi“ il cervello con domande sulla propria identità: anche oggi quando ho finito di tagliare l’erba in giardino o pulire la stalla delle galline sono sempre contento che il lavoro si vede e questo davvero mi rende „tranquillo e facile“…e mi aiuta a riprendere il lavoro intellettuale anche nel senso di quella donazione semplice e completa che è il dono dell’essere…
Dell’articolo che ha pubblicato oggi la moglie di Matt, Marilyn Simon, su una sua interpretazione della „bisbetica domata“ di Shakespeare vorrei riprendere questo passaggio: „Quello che voglio proporre qui è una lettura de La bisbetica domata che vede Katherina, Kate, come un personaggio che diventa un individuo libero attraverso una vera umiltà e un vero orgoglio proprio perché diventa obbediente al suo ruolo di donna e di moglie. Inoltre, voglio suggerire che piuttosto che leggere Petruchio come un padrone brutale e dominatore, lo vediamo generoso e amorevole proprio perché anche lui si sottomette al suo ruolo di uomo e marito. In definitiva, quello che voglio suggerire è che la gerarchia non è sinonimo di tirannia. E che, attraverso la sottomissione ai loro ruoli sociali, Kate e Petruchio trascendono i meri costumi sociali per diventare padroni e padrone di se stessi e l'uno dell'altro. Il risultato è che non sono ansiosi, né altezzosi, né eccessivamente concentrati su se stessi, ma molto felici.“ - L’articolo parte dalla citazione di Shakespeare stesso: “Tuo marito è il tuo signore, la tua vita, il tuo custode, / la tua testa, il tuo sovrano. [...] Un dovere simile a quello che il suddito deve al principe, / anche una donna lo deve al marito“; mi sembra che Marilyn abbia ragione a non mettere il nostro tempo e la sua ermeneutica come l’unico modo giusto di interpretare frasi e cose del passato, allo stesso tempo mi sembra che le riesca di salvare, pur nel rispetto dei ruoli, una reciprocità senza la quale l’amore non è possibile, non solo nel senso moderno o postmoderno, ma anche nel senso trinitario: vi è una priorità del Padre, ma nell’assoluta uguaglianza della natura divina, con il Figlio e lo Spirito Santo, etc.
(Sera) Ho commentato (Facebook; LinkedIn) l’articolo di Ciro Sbailò sulla possibile crisi della Cina così: „prendo l’occasione per correggere una tendenza che c’è in me, e cioè di vedere più la crisi dai miei (cioè nell’occidente democratico) che dagli altri (nei paesi autocratici) e ti sono grato anche per l‘articolo molto interessante su alcuni vicoli ciechi del processo cinese (per esempio in Africa); allo stesso tempo credo con Ernst Jünger che il nodo gordiano del rapporto occidente- oriente non possa essere risolto tagliandolo con una spada che sottolinei solo il meglio di un polo sull’altro. - Il meglio secondo l’autore sarebbe che noi paesi democratici saremmo più capaci di fare quello che la Cina voleva essere in Africa: un partner di lavoro non colonizzante. Io penso, che Ciro, basandosi sulla filosofia di Severino non conosca per nulla la dimensione di „nullificazione“ dell’essere così propria ad Ulrich.
Quante persone mio Dio cercano di pregare in questo momento nel mondo! Quanti si stanno confessando, certo non credo qui da noi e nell’immediata vicinanza saranno pochissimi o forse nessuno, ma forse da qualche parte in America Latina; quanti sacerdoti stanno alzando la mano per dare l’assoluzione; quanti bambini stanno pregando, senza neppure capire bene le parole; quanto persone pregano solo per il loro bene, quante invece pregano e Ti ringraziano Signore per tutta l’umanità. Quanti anziani pregano il Rosario, come la mia mamma, nel suo letto. Quanti malati stanno pregando, quante persone che stanno morendo, quante persone che sono stanche e non riescono a mettere ordine nella loro preghiera. Tutto questo è il tesoro di preghiera della Chiesa che è così intenso che copre il vuoto di preghiere in zone secolarizzate del mondo. Ma chi sa, forse pregano anche persone che non hanno alcuna confessione! Io singolo che Ti prego, Ti chiedo aiuto per la pace e Ti ringrazio per ogni nuova vita che sta sorgendo o si prepara a sorgere e sono cosciente, con l’aiuto di Adrienne, di questo grande tesoro di preghiera, in cui è possibile integrare tutto, anche il più piccolo sospiro. Prego per chi ha dubbi! Amen!
(Wetterzeube, l’11.9.24; 23esimo anniversario dell’attacco terroristico agli USA; quarto giorno della novena ad Adrienne)
„Nel momento del nostro incontro con Dio non ci è lecito dimenticare la destinazione di tutti gli altri. La coerenza, la solidarietà di tutti, il Signore l'ha ribadita nel comandamento dell'amore del prossimo. Ma il nostro prossimo è il mondo intero. Non possiamo non prenderlo con noi sulla nostra via personale verso Dio.“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). - Questa universalità è spiegabile solamente nel Logos universale e concreto, che è Cristo. Per quanto uno debba incarnarsi o finitizzarsi in una „prossimità“, rimane il fatto dell’universalità che Papa Francesco ha espresso in modo particolare nella sua Enciclica „Fratelli tutti“, un uno dei suoi motti: l’universale ha precedenza sul particolare; e nella sua presenza nel mondo. Sub et cum Petro ne facciamo parte! Anche il motto che ha recentemente ricordato in una delle prediche del suo ultimo viaggio: „l’unità è più grande del conflitto“ ha a che fare con quanto dice qui Adrienne.
FRANCESCO A TIMOR EST
„Una lezione e un esempio da imitare. Nella sua terza tappa a Timor-Est, lo Stato più giovane del Sudest asiatico, Francesco ha celebrato una messa nella “Piana della pace” a cui hanno partecipato 600mila fedeli. Ha parlato alle autorità del Paese e ha incontrato la Chiesa, apprezzando la pace fatta con l’Indonesia dopo decenni di conflitto sanguinoso, chiudendo le ferite e purificando la memoria. E ha indicato il Paese come esempio per il mondo di riconciliazione e di pace“ (Stefania Falasca) - ho condiviso nella mia bacheca alcune foto di Stefania, che fanno vedere il „Popolo santo di Dio“ a Timor Est.
Vorrei ricordare, alle persone che hanno aperto il diario solo la mattina, le mie meditazioni pomeridiane di ieri in dialogo con Ulrich e Jünger.
Sulla morte di Friedrich Schorlemmer vorrei esprimere solo due pensieri; che un altro teologo, Christian Dietrich, prenda le distanze da lui, perché ha cercato il dialogo con Gysi lo trovo alcunché di molto unilaterale, come lo è la posizione di Dietrich, unilateralmente a favore dell’Ucraina. Ma è possibile che il „pathos protestante“ abbia annebbiato la vista di Schorlemmer, per esempio con un giudizio unilateralmente negativo nei confronti di Benedetto XVI e con un’avvicinamento acritico ad un teologo come Drewermann; etc. Comunque il teologo e attivista per i diritti civili, morto ieri a Wittenberg, per lo meno sulla questione della profezia della pace, mi sembra abbia visto bene, per lo meno fino alla malattia che due anni fa non gli permise più di percepire il mondo…
(Dopo la traduzione di Ulrich) La questione se vi sia o meno un’identità tra essere e bene (cf. HA, 506) non è per nulla una questione astratta. Ovviamente tale identità c’è in Dio stesso; per quanto riguarda l’essere finito ed in modo particolare l’uomo non abbiamo mai nel pensiero cattolico a che fare con una „natura totaliter corrupta“, ma sempre con una „partecipazione al dono dell’essere“. La domanda interessante è se l’essere partecipi al bene oppure se è il bene che partecipa all’essere? Il dono dell’essere come amore gratuito è la forma con cui tutto l’essere finito partecipa all’essere che è amore. In questo senso è vero sia che il bene partecipa all’atto di donazione dell’essere sia che l’atto di donazione dell’essere è „similitudo divinae bonitatis“, quindi partecipazione alla bontà divina. Per quanto la filosofia viva di un giudizio e quindi possa nascere solo nella „crisi“ - forse anche a differenza di ciò che pensa Hegel - rimane il fatto che si tratta di una „crisi ontologica“ e non di altro tipo. L’essere umano può essere vissuto in forme del tutto drammatiche, anche tragiche, ma mai cessa completamente la partecipazione al bene, come possiamo vedere in Etty Hillesum e in padre Massimiliano Kolbe. Neanche la dimensione più tragica può distruggere la partecipazione dell’essere al bene. Mi riprometto di ritornare su questo tema. Ma vorrei ancora accennare alla questione del moralismo, che di fatto sovra accentua un distacco tra bene ed essere…
Il commento di Banfi alla serata duello tra Harris e Trump finisce con queste righe: „Donald Trump dovrà trovare una strategia efficace per contrastarla in modo adeguato.“ Ma in vero il vecchio Trump lo ha già fatto nominando nel suo gruppo gente come Kennedy Jr, Tulsi Gabbard e il suo vice JD Vance. A me sembra che Banfi in questo sia abbagliato dal giudizio positivo mainstream sulla „giovane e bella“ Harris, che comunque ha 60 anni…
Dopo il duello. „Kamala ha assunto la posizione più “falco” (“hawkish”) possibile su OGNI questione di politica estera che si è presentata. Fa sembrare Hillary Clinton una pacifista hippie“ (Michael Tracey, X, 11.9.24).
Prima del duello. „Kamala Harris è stata addestrata come un'attrice - luci, telecamere, battute memorizzate - per poter “vincere” il dibattito e recitare in questa elezione. Ma non stiamo scegliendo il protagonista di un film: stiamo scegliendo il nostro Comandante in capo. Come cittadini ed elettori, dobbiamo riconoscere la nostra solenne responsabilità al riguardo.“ (Tulsi Gabbard, X, 10.9.24)
„Venti di guerra spirano forti in Medio Oriente. Un nuovo bombardamento israeliano ha colpito una tendopoli a Khan Yunis provocando una nuova strage.“ (Banfi, versione odierna). La Cisgiordania si sta rivelando per quello che è: il cuore del problema!
Abba nostro…
(Pomeriggio) Vorrei riprendere la frase di questa mattina: „L’essere umano può essere vissuto in forme del tutto drammatiche, anche tragiche, ma mai cessa completamente la partecipazione al bene, come possiamo vedere in Etty Hillesum e in padre Massimiliano Kolbe.“ (Ho nominato questi due come esempi per un numero ben più grandi di testimoni) Non metto in dubbio il momento di verità di questa frase, ma dovremmo tenere conto del canto funebre della madre di Ettore, Ecuba (Iliade, citato da Jünger nel capitolo 20 del nodo gordiano): alle volte la morte stessa è questo bene, è partecipazione al bene. Jünger tiene conto anche di situazioni nelle quali certe regole della guerra non vengono più rispettate, in primo luogo quella della differenza tra soldati e civilisti. O della situazione a cui ad un esercito non rimane più nulla a che fare che il suicidio o la resa incondizionata… Le categorie usate dal maestro tedesco: guerra tra nazioni, rivoluzioni, guerre civili, guerra civile mondiale sono usate per interpretare non solo cambiamenti all’interno di un ordine, ma il cambiamento dell’ordine stesso (un tema caro a Papa Francesco), nel quale il motivo della guerra civile mondiale e quello dello scontro dell’asse est-ovest, permettono a Jünger di comprendere la posta in gioco nel 1953; ora non è più la Russia, ma la Cina la potenza asiatica per eccellenza, ma con la mossa di Putin nel 2022 la Russia si trova ad essere di nuovo in uno scontro mondiale, con elementi di guerra civile e religiosa. Di fronte alla globalità di queste sfide abbiamo bisogno di un programma realmente cattolico, quello che è stato sconfitto nella Riforma del 1517, nella Rivoluzione francese del1989 e nella Rivoluzione bolscevica del 1917 (gli esempi sono di Jünger); un pathos protestante che insista sulla propria differenza non potrà che contribuire a ciò che Jünger chiama „guerra civile mondiale“ e di fatto tanti pastori luterani sono pieni di odio contro la Russia e difensori unilaterali dell’Ucraina. Un’ortodossia, che a differenza di quella di Istanbul (Patriarca Bartolomeo), non si ponga in un atteggiamento fraterno con Roma diventa o spiritualismo o benedizione delle armi russe. Il contro programma a questo tipo di movimento rivoluzionario, dalla Riforma alla Rivoluzione bolscevica, che poi non è un „contro“, ma un „pro“, è quello che Papa Francesco ha chiamato „Fratelli tutti“; chi non coopera a questo programma, lavora direttamente o indirettamente alla „guerra civile mondiale“ (la terza guerra mondiale a pezzetti).
„L'intera sezione di politica estera è una gara a chi è più guerrafondaio. Il principale punto di forza di Trump è che tutti hanno “paura” di lui. Come ha avvertito Stephen F. Cohen (RIP) nel 2016, l'idea di diplomazia è stata completamente criminalizzata.“ (Aaron Maté, X, 11.9.24)
(Dopo) Ho ascoltato per caso un video in cui veniva spiegata la fisica quantistica come viaggio dalla materia allo spirito, con tanto di annuncio di alchimia vibrazionistica e buddismo panteistico…beh era interessante questo modo di vedere la fisica quantistica, ma tutto sommato a me sembrava l’annuncio di una notte nella quale tutte le vacche sono nere (chiedo scusa a Hegel per avergli rubato una frase)…oppure un eccessiva luce in cui tutte le vacche diventano luminose…
(Sera) Ho sentito un video di Papa Francesco in cui parlava della necessità della Chiesa per incontrare Cristo, della Chiesa gerarchica, come dice SPN negli Esercizi; avevo la sensazione che chi avesse condiviso questo video non avesse mai sentito parlare un gesuita…
Mio Dio, grazie per le milioni di preghiere che vengono pregate in quest’istante in tutto il mondo e grazie per i sacramenti che vengono celebrati in tutto il mondo. Per esempio stanotte il Papa celebrerà a Singapore la Santa Messa… La preghiera dei singoli è vivace, a volte stanca, a volte piena di entusiasmo e i tuoi sacramenti sono stabili. Gli ultimi senza le prime diventano formalismo, le prime senza i sacramenti diventano, chiacchiera senza volto e senza figura. Amen!
(Wetterzeube, il 10.9.24; terzo giorno della novena ad Adrienne) Da una delle tante E-Mail che fa girare Gianni: “Il regno di Dio non passa attraverso la mia saggezza, ma attraverso le condizioni storiche che Lui sceglie, perchè: “Le mie vie non sono le vostre vie e il mio disegno, e i miei pensieri non sono i vostri pensieri” scrive don Luigi Giussani in “Una rivoluzione di sé”. Per far capire questo metodo di Dio don Giussani fa un esempio molto esplicativo: se io dovessi scendere da cima a valle io verrei giù diritto, di spaccata, “invece no: Dio ci fa fare lo slalom, ci sono delle bandierine fissate dentro la neve e uno ci deve passare”. - Questo è un pensiero molto saggio che vale la pena meditare con attenzione. Noi spesso confondiamo la nostra „biografia“ con la saggezza; le interviste che abbiamo fatto, gli eventi come li abbiamo pensati e sentiti noi e così arriva la bandierina del kairos presente e noi non c’è ne accorgiamo per nulla. E andiamo „giù diritto, di spaccata“!
„Un uomo incontra la parola di Cristo e vi aderisce. Man mano che si sottomette e configura così la sua vita, si accorge di quanto concreta gli sia diventata la parola. Era una parola della Scrittura, una parola scritta per tutti, ed ora è diventata la parola del Signore rivolta a lui personalmente, la parola che lo guida e s'introduce in tutta la sua vita, una parola che esige là dove nessuno se l'aspetterebbe, una parola che determina molte piccole cose della vita quotidiana e al tempo stesso le grandi decisioni vitali.“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). - Ti chiedo la grazia, mio Dio, di accorgermi della bandierina personale che metti nel mio percorso, si tratta qualcosa non di scontato (un cattolico deve fare quello o questo), ma che nel quotidiano e nelle grandi decisioni della vita, riguarda proprio me!
Il vescovo Stefan Oster con ragione in un Reel dice che il cammino, la sequela di Gesù non consiste solo nel seguire un’annuncio, ma seguire Gesù presente qui! Un cammino dentro una presenza, non dentro una teoria!
Il Santo Padre è arrivato a Timor-Leste - Paese a maggioranza cattolica segnato da una lunga guerra. È il primo pontefice in visita in dalla fine del conflitto nel 2002. Lo ha accolto una grande folla. PS „Un mondo in guerra, un mondo diviso anche in modo brutalmente manicheo e il Papa che vola dall’altra parte della Terra per celebrare la giovinezza dei popoli emergenti e periferici, la custodia della natura, la riconciliazione, il disarmo e la convivenza pacifica. L’istantanea del Globo, stamattina 10 settembre 2024, 23 anni dopo le Torri Gemelle, è inaspettato e per certi versi drammatico. L’angoscia per una pace che non arriva in Medio Oriente come in Europa si intreccia col messaggio di papa Francesco. Ancor prima che con le parole, la sua testimonianza è in quel peregrinare fra persone e popoli che non contano nella logica dei potenti della Terra. A Timor Est Francesco ha detto ieri: «Il Paese ha saputo risorgere, grazie anche al radicamento nella fede». Ma soprattutto ha lodato «l’impegno assiduo per giungere a una piena riconciliazione con i fratelli dell’Indonesia, atteggiamento che ha trovato la sua fonte prima e più pura negli insegnamenti del Vangelo». Per poi aggiungere: «Voglia il Cielo che pure in altre situazioni di conflitto, in diverse parti del mondo, prevalga il desiderio di pace e di purificazione della memoria, per chiudere le ferite e sostituire all’odio la riconciliazione e alla contrapposizione la collaborazione. L’unità è sempre superiore al conflitto»“ (Banfi, versione odierna).
Questo testo di OASIS in presentazione di una conferenza internazionale sul tema lo trovo interessante per il nodo gordiano, che è il tema di questo nuovo diario: „Nel 2022, la guerra in Ucraina ha fatto emergere una divaricazione crescente tra l’Occidente, schierato con Kiev, e un mondo musulmano più comprensivo nei confronti della Russia. Tale dinamica è stata esasperata dallo scoppio del conflitto a Gaza e dalla brutalità della risposta israeliana all’attacco terroristico del 7 ottobre. Le opinioni pubbliche e diversi governi dei Paesi arabo-musulmani hanno infatti denunciato i doppi standard di europei e americani, pronti a invocare principi e norme internazionali per sostenere la difesa dell’Ucraina, ma rimasti sostanzialmente indifferenti di fronte alla sorte dei palestinesi. A ciò si aggiungono le tensioni legate alle migrazioni internazionali. Già nel 2022, i commentatori musulmani avevano messo in evidenza il divario tra l’accoglienza riservata dagli europei ai profughi ucraini e la chiusura nei confronti di profughi e migranti extra-europei. Le migrazioni hanno tra l’altro l’effetto di avvicinare all’Europa i focolai di crisi diffusi tra Asia e Africa. La consistente presenza musulmana in molti Paesi europei, ad esempio, contribuisce a fare del conflitto israelo-palestinese una questione i nterna al Vecchio Continente.“ (Redazione di Oasis)
„La cura proposta da Draghi è drastica e richiede il doppio degli investimenti che furono mobilitati per il piano Marshall. Riguarda l’industria, l’innovazione, il settore energetico e anche la difesa. Ci sarà tempo e modo di capire se e come la nuova Ue accetterà gli stimoli di Draghi.“ (Banfi, versione odierna) - per quanto riguarda le cose che mi interessano vorrei comprendere se queste riforme di Draghi siano solo un’applicazione europea di quello che N.S. Lyon chiama „managerialismo“). PS Mi scrive un amico, a cui avevo chiesto un parere: „Prima di tutto non sono sufficientemente esperto per dare giudizi sul dettaglio e sulla strategia che sottintende la proposta. Tra l'altro è così corposa che credo solo gli addetti alla materia siano in grado di farne una analisi seria e capirci qualche cosa. Io personalmente su Draghi ho molte riserve dettate da un mio giudizio su di lui che è sostanzialmente negativo in linea con le conclusioni dell'articolo di Lyons. Draghi appartiene al mondo dei manager delle élites da decenni. Ha sempre fatto i loro interessi anche quando ha rivestito cariche pubbliche. Non avrebbe e non può fare diversamente proprio per le ragioni espresse efficacemente dall’articolo di Lyons. In questo senso le vere ragioni che sottendono la proposta non possono essere a noi chiare. Draghi è una persona capace ed intelligente ma fa gli interessi di un gruppo di potere che risiede prevalentemente oltreoceano; non gli interessi degli europei. A prova di ciò basta ascoltare quanto diceva sulle sanzioni alla Russia. Le sanzioni hanno fatto male a Putin? No, hanno fatto male all'Europa e bene agli USA. Vogliamo credere che Draghi non sapesse le conseguenze sull'economia europea e sulla economia americana delle sanzioni? Impossibile, ha semplicemente mentito per "spingere" sui suoi obiettivi.Niente fiducia a scatola chiusa da parte mia“ (MMG).
„Le crisi in Medio Oriente e Ucraina, alle quali abbiamo già accennato, fanno registrare un ulteriore inasprimento. Israele ha lanciato nuovi raid in Siria per colpire le fonti dei missili usati da Hezbollah mentre resta altissima la tensione in Cisgiordania. Stamattina nuovi raid di droni ucraini alla periferia di Mosca. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz va avanti con un tentativo di mediazione fra Zelensky e Putin.“ (Banfi, versione odierna).
Abba nostro…
(Dopo la traduzione di Ulrich) Credo che ci sia una grande tentazione nel progetto della „nuova destra“, anche se mette il dito in tante piaghe; quanto ieri scrivevo che manca in quest’ultima una ricezione di ciò che fa il pontefice romano, che ho definito il vicario dell’agnello, in contrapposizione ai leoni e alle volpi (Weber, Pareto, N.S.Lyons) del palcoscenico politico mondiale, intendevo dire che viene sviluppato un pensiero acuto, che comprende anche le tendenze totalitarie della democrazia liberale (Auron MacIntyre), ma che è, nel ragionamento - sulla vita non voglio dire nulla, perché non conosco le persone personalmente, - „sine habitudine ad Dei bonitatem“ (Tommaso citato da Ulrich, HA, 505). „L’essere è amore“ (HA, 505) e non un progetto di conquista del potere, ma per l’appunto presenza nel senso spiegato da Wael Farouq e ripreso da Alessandro Banfi, come presenza „fra persone e popoli che non contano nella logica dei potenti della Terra.“. Ciò non significa che non si possa fare un progetto di resistenza al potere delle classi manageriali nel mondo, ma si dovrà stare bene attenti „che una ratio imprigionata nel concetto dell’essere“, che questo venga sviluppato filosoficamente come lamento sulla perdita del senso dell’essere stesso, o che venga formulato come critica al crepuscolo democratico, non genererà mai l’unica cosa credibile: l’amore! Un’ „habitudo ad Deum“ si gioca non a livello del pensiero, ma della presenza amorosa nella complessità del reale. Le tracce di questa presenza per noi cattolici si rivelano in modo „rappresentativo“ in quelle tracce che Pietro lascia, in modo particolare in quei paesi che sembrano non valer nulla nella logica del poter mondiale…Per quanto riguarda la quotidianità, vi è una possibilità di pensare all’essente finito come buono „per essentiam“ (HA, 504), se quest’ultimo non separa se stesso da quel dono sovraessenziale che è l’essere stesso come amore. Non potremo mai comprendere il senso dell’essere nella nostra vita quotidiana senza una „crisi“, senza un „giudizio“ che non si basa su una nostra impressione, ma sul „senso necessario dell’essere“ e su quella „habitudo ad Deum“ di cui parlavo prima; ciò che vale non è l’essenza delle cose o il lamento che essa sia andata persa, ciò che vale è la sovraessenzialità (gratuita come dono dall’alto) delle cose stesse e dei compiti che abbiamo da svolgere nella nostra vita quotidiana…Non vi è alcuna gratuità dell’essere senza quel Dio che lo dona gratuitamente!
(Pomeriggio) „Il nodo gordiano“ di Ernst Jünger è scritto nell’anno della morte di Josef Wissarionowitsch Stalin (1878-1953), quindi parliamo di un saggio che ha 71 anni; per quanto geniale esso sia, dobbiamo tenere conto degli sviluppi, nella concezione del potere, che ci sono accaduti fino al giorno odierno; la genialità del saggio consiste nel fatto che i confini tra est ed ovest rimangono fluidi o meglio legati nel nodo gordiano stesso e la tesi centrale che il modo di vivere il potere nell’est è più brutale che nell’ovest, dove si cerca una legittimità che non consiste nella sola presenza del potente stesso, è anche a sua volta fluida. Come il suo grande maestro, Erodoto, anche Jünger si muove con agilità tra mito e storia e ci fa comprendere in profondità cosa accade nel mondo, a differenza di chi ha in mente confini solidissimi tra Oriente ed Occidente. Molto interessanti sono le pagine di Jünger per esempio su Pietro il Grande, una mistura tra tecnica occidentale e concezione del potere orientale. N.S. Lyons, in suo saggio sul managerialismo, uscito un anno fa, ha fatto vedere come il modello cinese è diventato quello che ha assorbito quello occidentale e Auron MacIntyre, con il suo libro sullo stato totale, conferma l’idea del come la democrazia liberale sia diventata una tirannide. Il caso Juliane Assange non è per nulla una rarità singolare; grazie a Dio esso si è poi svolto come noi occidentali pensiamo si debbano svolgere le cose giuridiche, ma con ritardi impressionanti; solo gli occidentalisti imbarazzanti che ci troviamo a volte come amici e fratelli insistono sulla singolarità del nostro bene e sulla singolarità della malvagità dell’autocrazia orientale. Jünger parla di un fenomeno interessante: viaggiatori in Oriente raccontano che la vita la, se non ci si in mischia in cose politiche, può essere vissuta in modo più umano… Nel saggio di Jünger, sia a livello storico che a livello mitologico, sono interessanti le figure fluide, come l’occidentale Alessandro il Grande che si trasforma in una despote orientale, che nel momento, nel quale una febbre lo uccide, lascia un impero senza alcuna unità - Jünger scrive che ha carattere emblematico studiare il regno dei Diadochi post Alessandro; dopo la morte di Stalin, pur con qualche crisi, come si vedono anche nel „Don Camillo“ di Guareschi, il potere rimane abbastanza stabile fino al 1989, quindi per più di trent’anni. Achille, nel combattimento contro Ettore si comporta in modo „orientale“, pur essendo un greco, e solo l’intervento degli dei gli suggeriscono una misericordia per il padre Priamo, diciamo „occidentale“; la figura dell’occidentale Hitler ha poi, già a partire dal massacro del giugno 1934, tratti „orientali“. L’analisi di Jünger implica una conoscenza storica e dell’umano incredibile; e così usciamo dalla lettura con un attenzione a tutto, per esempio al modo di seppellire morti o non seppellirli; del modo, che conosco dall’Azerbaigian in Artsakh, di distruggere i segni della civiltà, anche quella dei cimiteri, armena. La cremazione di massa dei cadaveri è poi uno dei segni più brutalmente nichilistici, quella che abbiamo ponderato ad Auschwitz…VSSvpM!
„Victoria Nuland ammette che gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno incoraggiato l'Ucraina ad abbandonare l'accordo di pace negoziato con la Russia nell'aprile 2022. La ragione dichiarata non ha nulla a che fare con le presunte atrocità russe a Bucha, che, come hanno insistito i guerrieri per procura, sono il motivo per cui l'Ucraina avrebbe abbandonato l’accordo.
La Nuland sostiene invece che l'accordo avrebbe posto “limiti al tipo preciso di sistemi d'arma che l'Ucraina poteva avere... in modo tale che l'Ucraina sarebbe stata sostanzialmente neutralizzata come forza militare”.
Quindi Nuland e l'amministrazione Biden erano disposti a sacrificare centinaia di migliaia di ucraini per evitare che l'Ucraina venisse “castrata” come Stato cliente degli Stati Uniti per la Russia sanguinante.
Il sabotaggio statunitense dell'accordo di pace dell'aprile 2022 è stato efficacemente censurato dai media statunitensi, compresi quelli progressisti. Forse questa ammissione di uno dei principali sabotatori romperà il loro giuramento di silenzio collettivo“ (Aaron Maté, X, 9.9.24) - prego di leggere questa notizia nel contesto della mia meditazione qui sopra sul testo di Jünger.
(Sera) Tu conosci, mio Dio, le tante preghiere che oggi sono state pregate e che vengono pregate proprio in questo momento; conosci lo stato animo di chi non è stato esaudito, come pensava fosse un suo diritto o un suo bisogno. Tu conosci i baci che Ti do, Cristo crocifisso, ai Tuoi piedi, quando passo davanti a Te. Conosci le preghiere dei monaci e delle monache; dei parroci e delle mamme, conosci i nostri tentativi di preghiera, Ti chiedo di vederli come un’unità, un’unica realtà; come preghiera di tutta la Tua Chiesa, così che per quanto arido io sia, la preghiera che Ti giunge sia così forte da poter cambiare il mondo. Ti prego per questo viaggio del Papa nel sud del mondo; Ti ringrazio che la visita di colleghi da tante parti della Germania nella nostra scuola, sia andata in modo soddisfacente e buono, come mi ha raccontato Konstanze; Ti prego per chi ricomincia, in Baviera o in Italia o in Baden-Württemberg la scuola in questi giorni. Amen!
In dem Parsifal von Wolfram von Eschenbach gibt es eine ritterliche Szene in dem einen sehr guten Soldaten. bzw. Ritter sich dem Held der Geschichte, Gachmuret, ergeben muss; es ist auch eine Ehre sich dem Besseren zu ergeben; sich zu ergeben ist total sinnlos nur wenn der Gegner keine Ehre kennt, sondern nur Brutalität...
(Wetterzeube, il 9.9.24; secondo giorno della novena ad Adrienne)
„Se avessimo quale unica risorsa noi stessi, la nostra autoconoscenza, sarebbe per noi saggezza e preveggenza, di fronte a un qualsiasi compito, delimitare confini più ristretti, preferire compiti più modesti, che sia possibile cogliere bene con uno sguardo complessivo, e della cui riuscita possiamo garantire. Sennonché noi siamo credenti, consapevoli di quelle energie che sono nella preghiera, nella Chiesa, nella vicarietà, nella comunione dei santi, per cui dilatiamo i confini dei compiti che ci sono assegnati, nutriamo una fiducia più grande, non in noi stessi, bensì nella grazia e nella Chiesa, che sono con noi.“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio). - Non so se i miei diari siano una „dilatazione dei confini dei compiti“ che mi sono affidati. Ma in questi anni sono stati, insieme alla scuola e alla traduzione di Ulrich, non un’attività del tempo libero, ma „lavoro“. E per quanto secolarizzato agli occhi di lettori cattolici „normali“ io possa sembrare, non ho mai smesso di credere che le energie del mio lavoro non siano solo le mie!
Per quanto riguarda il viaggio del Santo Padre in Oceania, Banfi riassume così il senso di questa tappa: „Papa Francesco è in Papua Nuova Guinea e le immagini del suo incontro con la popolazione indigena sono affascinanti. Qui il grande argomento è quello dominante nel Sud del mondo: il retaggio post-coloniale e la grande difesa della natura, come risorsa naturale da proteggere contro la predazione occidentale. In questo senso il lungo viaggio in Asia e Oceania finisce per comprendere i due grandi capitoli del pontificato di papa Francesco: dalla Fratelli tutti (la firma nella moschea di Giacarta) alla Laudato si’“ (Banfi, versione di domenica scorsa, cioè di ieri). - Nella versione odierna Banfi scrive: „È un viaggio lontano: a metà, in questo momento, fra due continenti: l’Asia e l’Oceania. Eppure la lontananza non giustifica molto il disinteresse della stampa italiana (al lunedì mancano Avvenire e Manifesto) verso il viaggio più lungo del pontificato di papa Francesco. Conferma l’idea che il Sud del mondo non conti, se non per clamorose calamità naturali. Qui nella Versione prendiamo spunto dal gran lavoro della squadra di Vatican News che sulla rete (anche con immagini e podcast) sta raccontando questa affascinante missione del pontefice dall’altra parte del mondo (stamattina il Papa è arrivato a Timor, isola del sud est asiatico). Ieri c’è stato un dialogo tra Francesco e i giovani papuani radunati allo stadio di Port Moresby. Dice il Papa: “Tutti possiamo sbagliare. Tutti. Ma l’importante è rendersi conto dello sbaglio. E dobbiamo sempre correggerci (…) E se vedete un amico, un compagno, un’amica, una compagna della vostra età che è caduto, che è caduta, cosa dovete fare? Ridere di quello?”. “No” rispondono in coro i giovani. “Tu devi guardarlo e aiutarlo a rialzarsi. Pensate che noi soltanto in una situazione della vita possiamo guardare l’altro dall’alto in basso: per aiutarlo a sollevarsi”“. PS Nella mia bacheca in Facebook ha raccolto alcune tra le foto più belle del viaggio.
Sul pontefice Wael Farouk ha scritto un articolo interessante che parte da un’analisi dell’Occidente (che vivrebbe nel vuoto nichilismo dell’ora) e del mondo islamico (che vivrebbe proiettato ieri all’indietro). Questo passaggio -in verto l’articolo va letto per intero, visto che dopo la parte da me citata vi è anche un importante rappresentazione del viaggio del Papa in Egitto nel 2017 - mi è sembrato particolarmente importante: „È infatti il metodo cristiano del “vieni e vedi”, ma anche della shahàda islamica (dal verbo shahida, vedere), cioè la testimonianza, l’annuncio che “io ho visto”, perché ogni esortazione alla fede inizia appunto con l’invito ad aprire gli occhi e guardare. Questo “non vedere” ha creato un grande vuoto. Pregiudizio e odio sono alimentati dal vuoto, crescono nel vuoto, il vuoto è il loro primo alleato. È un vuoto che non si può affrontare con il dialogo tradizionale, ma soltanto con un nuovo modello di incontro. L’esempio è quello di papa Francesco che infatti gode di ampia popolarità fra i musulmani. Il papa non fa diplomazia né dialogo, ma una cosa molto più semplice, seppur fondamentale: riempie il vuoto in cui possono crescere odio e pregiudizio con la presenza. Non fa dialogo astratto, lo porta dentro la vita quotidiana delle persone comuni, porta una presenza. In tal modo, mette fine anche al dialogo fra stereotipi, ancor più pericoloso dello scontro fra stereotipi. Il papa ha stupito gli iracheni con il suo viaggio in Iraq nel 2021. Si sono chiesti perché venisse da loro nel bel mezzo della pandemia e degli attacchi terroristici dell’ISIS. Nella sua lettera al popolo iracheno, il papa aveva ribadito che sarebbe venuto in Iraq come un pellegrino penitente. Tuttavia, un pellegrino non viaggia portando con sé speranza e benedizione per gli altri, bensì per chiederle. Il papa non è andato in Iraq per fare la carità agli iracheni, né per dialogare, né per diplomazia, ma per condividere il loro dolore, per essere presente. Quando un nostro amico è malato, andiamo a visitarlo. La visita non cura il corpo, non cambia la situazione e non lo fa certo uscire dall’ospedale, ma fa la differenza perché cura l’anima. La presenza è il segreto“ (Wael Farouk). - in vero si potrebbe obiettare che questa „presenza“ possa diventare un’intensità senza contenuti, degradati ad essere solo „stereotipi“; mi chiedo se per esempio il dogma trinitario sia anche uno „stereotipo“; non so bene su questo punto e vedo che Balthasar nel suo pensiero teologico insiste molto sulla Trinità, che sarebbe in un certo senso un ostacolo per il dialogo con la umma mussulmana. Allo stesso tempo credo che Wael centri nel segno, quando mette in evidenza la teologia della presenza del Papa, che continua in quella linea che da Charles de Jesus, passando per Paolo Dall’Oglio, padre Christian, i padri domenicani al Cairo (padre Adrien Candiard era al Meeting quest’anno), continua fino ad ora. Una linea nella quale la misericordia è il cuore di tutto, e la misericordia sa andare dagli altri per farsi benedire e baciare (vedi nella mia bacheca la foto de grande Imam Nasaruddin Umar che bacia il Santo Padre) e non solo per benedire e baciare.
„Una giovane attivista turco-americana di 26 anni, Aysenur Ezgi Eygi, (…) è stata uccisa in Cisgiordania con un solo colpo alla testa, mentre partecipava, venerdì scorso, ad una manifestazione contro l’occupazione dell’esercito israeliano vicino a Nablus. La sua famiglia chiede ora al presidente Usa Joe Biden un’inchiesta sulla sua morte, la cui dinamica ricorda quella toccata alla giornalista cristiano palestinese di Al Jazeera Shireen Abu Akleh. Nello Scavo su „Avvenire“ usa un’immagine inquietante: l’inferno è stato trasportato da Gaza alla Cisgiordania.“ (Banfi, versione domenicale). - Mi spiace tanto per la giovane donna uccisa; per quanto riguarda la frase del giornalista di „Avvenire“, dire se ha ragione Slavoj Žižek, allora non vi è alcun trasporto, ma si tratta di inferni paralleli.
Finalmente una bella notizia dall’Ucraina e dalla Russia: „Si discute invece della proposta di pace di Volodymyr Zelensky, annunciata a Cernobbio, per risolvere il conflitto in Ucraina. Da Berlino arriva la notizia di una nuova iniziativa diplomatica del cancelliere tedesco Olaf Scholz che vorrebbe mettere ad un tavolo il presidente ucraino e Vladimir Putin. E c’è un bel commento di Massimo Cacciari sulla Stampa che scrive fra l’altro: “Le guerre in atto non sono necessarie… Perciò è criminale non compiere ogni sforzo politico-diplomatico per farle cessare”“ (Banfi, versione odierna).
Essendo malato potevo continuare la lettura dei „Demoni“ di Dostoevskij, nella traduzione di Swetlana Geier. Questo romanzo mi sorprende per il modo del tutto quotidiano con cui ci conduce alla questione demoniaca del nichilismo; quasi che quest’ultimo nasca in primo luogo da forme come quella vittimistica e del tutto quotidiana di Stepan Trofimowitsch, prima ancora che dalle lotte ideologiche, di cui ho parlato l’altro giorno, citando Il programma Zhigalev.
.Abba nostro…
(Pomeriggio) La recensione di N.S. Lyons (Lo stato totale e il crepuscolo della democrazia americana, 9.9.24) del libro di Auron MacIntyre „Lo stato totale. Come la democrazia liberale è diventata una tirannide“, è molto interessante. È un tentativo di comprendere e combattere quello che la „nuova destra“ chiama il „deep state“ (lo stato profondo), che è quello di una classe manageriale, non eletta, che determina cosa si debba pensare e fare oggi nella nostra società; si tratta di una forma dittatoriale nascosta, che il „populismo“ cerca di combattere, ma che non può essere superata solo con il carisma di certe persone (Trump, Wagenknecht…); bisogna smantellare, secondo Lyons e MacIntyre, la classe manageriale stessa. Quello che manca in questo progetto della nuova destra è una ricezione del papato, che suppongo venga visto come un portavoce del managerialismo; ed in vero per un certo periodo di tempo, per esempio con le frasi sul farsi vaccinare come atto di amore del prossimo, si sarebbe potuto interpretare il Papa in quel modo; ma di fatto andando, pandemia ancora in corso, in Irak già nel marzo del 2021 si vede che la logica con cui si muove il vicario dell’agnello è diversa; è quella logica che lo porta ad essere una presenza amorosa nel mondo mussulmano e nel sud del mondo, come accade in questo viaggio. Poi ogni considerazione politica, anche quella molto intelligente della nuova destra, non tiene conto a sufficienza del fatto che tante cose necessaria alla vita accadano in spazi per nulla politici, come si vede bene leggendo „I Demoni“ di Dostoevskij; si tratta di considerare quella storia non prevedibile degli incontri quotidiani, con i suoi personaggi (che magari hanno quella o un’altra idea manageriale, ma che non fanno parte di quel tipo di uomo e classe) e caratteri; detto questo non voglio per nulla non prendere sul serio questa critica alla democrazia crepuscolare della nuova destra, che vede in Vance - con cui ho dialogato profondamente nel mio diario pubblico nell’ultimo mese - un reale aiuto a superare la riduzione alla mera carismatica del già presidente.
(Wetterzeube, l’8.9.24; 23esima domenica del Tempo Ordinario; compleanno della vergine Maria; inizio della novena a Adrienne von Speyr)
„Il Figlio è la gioia del Padre, la perfetta gioia divina. Egli vive per il Padre e tutto quello che è del Padre è suo; egli ha piena partecipazione al patrimonio del Padre, e quindi anche alla gioia di lui. Ha partecipazione anche in tutto quello che è rivolto contro il Padre, e che perciò addolora il Figlio e lo muove a redimere il mondo. Egli lo redime nella gioia del Padre, e per accrescere questa gioia, ma anche nella sua propria gioia, di cui fa dono al Padre. Eppure, nel mezzo di questa gioia è tutto il dolore della Croce, che non ne viene diminuito“ (Adrienne von Speyr, L’uomo di fronte a Dio).
Possiamo leggerle anche le letture del giorno (Is 35, 4-7; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37) nel senso della gioia del Padre e del Figlio, e visto che Marco parla anche del „sospiro“ di Gesù, anche della gioia dello Spirito Santo. Non manca il momento del dolore: siamo sordo-muti, lo era quel malato di allora, lo è Israele, lo è tutto il mondo; ma noi viviamo della gioia e della speranza della guarigione. Questa gioia prevede una scelta preferenziale per i poveri ed invita tutti, anche noi cristiani a non far differenza, nel modo di trattarli, tra privilegiati e poveri. È una gioia che prevede anche un santo contatto fisico, come abbiamo visto nel Vangelo: Gesù gli mette le dita nelle orecchie del malato e gli tocca la lingua con la saliva. Che questo contatto fisico possa purificare ogni forma di contatto fisico. „Gesù non opera miracoli-spettacolo, perciò prende il malato da parte, cerca la difficile mediazione fra discrezione (contro la propaganda mondana) e prestazione di aiuto per il popolo“ (Balthasar, Luce della Parola); non vi è alcun dubbio che abbiamo bisogno di aiuto, tanto più che oggi, nella nostra società trasparente (Byung-Chul Han), la propaganda mondana è diventata tanto dominante, che è difficile discernere tutto ciò che essa ci suggerisce e ci impone. Per quanto riguarda la scelta preferenziale dei poveri anche il Salmo 146 ci ricorda con chiarezza: Dio mantiene la sua fedeltà per sempre, procura giustizia agli oppressi, da pane agli affamati, libera i prigionieri e lo fa anche con le nostre mani. Per questo ritengo che la mia ora nella nona su remigrazione (Björn Höcke) e Mar Mediterraneo come cimitero (Papa Francesco) sia stata davvero importante.
Un sacerdote della Patagonia (Argentina) è volato, se ho capito bene, due ore, per venire ad incontrare il Papa con un gruppo di fedeli; nel video di Stefania Falasca dice che il viaggio del Papa in Papua Nuova Guinea, in un paese così lontano da Roma, è una grande benedizione; e dalle foto e dai video di Stefania si può respirare la gioia della sua presenza.
Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev è in Italia ed è stato ricevuto dalla premier italiana Giorgia Meloni; ovviamente c’è tutta l’ipocrisia, non solo italiana, in questo incontro, ipocrisia perché il dittatore azero ci fa arrivare il gas di Putin, che noi in teoria non dovremmo più comprare. Ma è anche vero che la nostra povera Armenia si trova in punto pericolosissimo di quel nodo gordiano tra Occidente ed Oriente, con il quale ho cominciato il lavoro di questo mio nuovo diario. La premier italiana è solo un piccolo tessuto di questo nodo…
Conto su di te, anche per questo Servizio della Parola che devo celebrare oggi, Maria, nel giorno del tuo compleanno.
Abba nostro…
(Wetterzeube, il 7.9.24) Credo che abbia ragione Ernst Jünger (Il nodo gordiano, 1953) quando dice che vi è più sacralità in Priamo che in Agamennone; non è che il primo sia perfetto; sacralità non vuol dire perfezione in quel senso; non è pure una forma di „trionfalismo“, come si vede nella grande scena dell’Iliade, nella quale Priamo va a richiedere il corpo del suo figlio Ettore, morto nello scontro con Achille; in fondo ci si può chiedere come mai Priamo non metta seriamente in dubbio la scelta di Paride per Elena, sebbene metta seriamente in pericolo la sua città - questo dovrebbe farci riflettere sul grande rapporto tra sacralità e bellezza erotica, che non lascia indifferente neppure Priamo. Ovviamente la sacralità non è neppure una garanzia di poter vincere, piuttosto al cospetto dell’astuzia di Ulisse non può nulla. Ma diciamo che Priamo non è mai imbarazzante come lo è Agamennone, che vuole avere a tutti i costi il bottino-femmina di Achille. Mutatis mutandis, perché si deve tenere conto di tante differenze storiche e del ruolo della democrazia rappresentativa (Occidente) e diretta (Unione Sovietica), Putin non è mai così imbarazzante come Biden, che fino a quando non ne è stato sbattuto fuori si è aggrappato al suo ruolo di presidente; ci si può immaginare un attentato a Putin, qualora non abbia più un potere reale, ma sulla sua persona vi è per ora un consenso quasi „sacrale“, accentuato, a differenza dal tempo sovietico, anche dall’avvicinamento della Russia attuale all’Ortodossia; poi direi che se partecipa alla conferenza di Vladivostok, non sembra per nulla temere di essere disarcionato dal potere. Come spiega Jünger i confini tra Occidente ed Oriente sono fluidi, ma diciamo che il modo con cui da noi si parla di Putin non fa comprendere assolutamente nulla di quello che i russi pensano di lui, anche se non metto in dubbio che vi siano russi anti-putiniani. Purtroppo a noi manca del tutto, non solo il rispetto, ma la conoscenza del nostro avversario. - Per quanto riguarda l’agnello - si potrebbe paragonare il sistema democratico rappresentativo alla volpe e quello russo al leone, ma anche qui i confini sono fluidi, visto che una persona come Trump è più leone che volpe - e la sua concezione „monarchica“, cosa che poi non è giusta, e non solo per l’inversione della piramide tipica di Papa Francesco, direi che la grande differenza consiste nel fatto che il poter del Papa non solo non è uguale a quello di Dio, come nel caso del potere monarchico orientale, ma neppure simile a Dio come nel caso del poter monarchico occidentale, ma è un servizio dell’ultimo tra i servi; questa logica dell’agnello supera la dialettica tra la persona del principe nel senso di similitudine o uguaglianza con Dio proposta da Jünger nel capitolo 13 del saggio che sto meditando…
Alla fine del capitolo 15 Jünger cita il metodo del programma, presentato dalla figura di Zhigalev, uno dei personaggi rivoluzionari del romanzo „I demoni“, che è un simbolo centrale delle idee utopiche e allo stesso tempo totalitarie che Dostoevskij affronta nella sua critica alle ideologie radicali. Quindi vi è nella Russia stessa, nel cristiano Dostoevskij una critica radicale dell’autocrazia. „Zhigalev è una figura che incarna le correnti intellettuali del socialismo rivoluzionario nella Russia del XIX secolo. Egli presenta un programma radicale per la trasformazione della società che, secondo le sue stesse parole, ha riflettuto a lungo. Nel romanzo afferma: “Inizio con la libertà assoluta e finisco con il dispotismo assoluto”. Il piano di Zhigalev è paradossale e terrificante: propone un ordine sociale in cui la libertà è sostituita dal controllo totale e dal dispotismo. Solo una piccola élite (circa il 10% della popolazione) avrebbe conoscenza e potere, mentre il restante 90% della popolazione vivrebbe nella più completa ignoranza e sottomissione.
Il Programma Zhigalev è la rappresentazione satirica e critica di Dostoevskij delle conseguenze logiche delle ideologie utopiche estreme del XIX secolo, in particolare del socialismo e del nichilismo. Mostra come il tentativo di creare una società ideale possa alla fine portare a sistemi totalitari in cui la libertà è completamente soppressa. La visione di Zhigalev illustra il pericolo che riforme radicali e movimenti rivoluzionari che promettono libertà e uguaglianza possano finire in un regime repressivo. La citazione di Jünger da Zhigalev nel 15° capitolo de “Il nodo gordiano” ha una funzione simile a quella di Dostoevskij. Jünger mette in guardia dai pericoli delle ideologie totalitarie e utopiche che portano alla tirannia attraverso promesse di libertà e giustizia. Jünger riflette sulle sfide della modernità e sui problemi che derivano dall'organizzazione tecnica e politica delle masse. Citando Zhigalev, Jünger evidenzia il pericolo che i programmi radicali che pretendono di liberare la società finiscano per portare a nuove forme di oppressione e controllo.“(Chatgpt) Questo è certamente vero, ma bisogna stare attenti a non assorbire Jünger stesso nella polemica fatale tra democrazia ed autocrazia; con l’immagine del colpo di spada che pseudo risolve il nodo Occidente-Oriente Jünger ci fa vedere che questo nodo non è mai stato sciolto, neppure da Alessandro, che in vero è stato prima assorbito nelle modalità del dispotismo orientale e poi ucciso da una semplice febbre cattiva…E poi c’è tutta una critica da fare al nostro sistema pseudo democratico, che grazie a Dio è diventato uno dei tempi più importanti della campagna elettorale statunitense. Ieri per esempio la veterana Tulsi Gabbard ha postato un video agghiacciante del modo con cui il partito democratico si comporta con chi non è d’accordo con la linea del partito stesso…
Abba nostro…
(Sera) Mio Gesù, mi piacerebbe essere come Maria di Betània, anche se non ho la più pallida idea di come sia possibile: vorrei che tutta la mia esistenza si sparga in quel olio prezioso con cui Ti ha unto i piedi; vorrei essere come la piccola Teresa che prende tutto, per donartelo; tutto nella mia vita serva alla Tua gloria: quella confessione da giovane in cui tornando a casa ero felice per il cielo stellato; i tempi in montagna con don Paolo; i primi passi nella conoscenza del carisma di don Giussani; il primo periodo di amore con Konstanze, i giorni del nostro sposalizio e il viaggio di nozze a Budapest e tutti i singoli anni del nostro amore; gli anni in cui Ferdinand e Johanna erano piccoli e poi tutti i successivi; i tempi con la Casa Balthasar, i tempi in cui ho studiato l’Homo Abyssus in Istria; i tempi della traduzione; i venti anni di insegnamento in Sassonia-Anhalt; l’amicizia con don Andrea; il nostro viaggio in Inghilterra…Amen!
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