mercoledì 19 luglio 2017

La dottrina cattolica sulla sessualità e la mancanza di evidenza.

La dottrina cattolica sulla sessualità e la mancanza di evidenza.
Ingolstadt. Quando sento parlare di indissolubilità del matrimonio o di rifiuto dei preservativi o della sessualità solo nel matrimonio o di verginità per i sacerdoti cattolici la prima cosa che mi viene in mente è che tutto ciò non è per nulla evidente agli uomini di oggi. 
Quando poi tutto questo viene visto attraverso gli "occhiali" del fenomeno della pedofilia e degli abusi sessuali tutto diventa ancora più non evidente. Può darsi che le due cose non centrino, ma chi lo sostiene ha l'onere della dimostrazione di ciò che afferma. 
Che poi la dottrina cattolica corrisponda alla "natura dell'uomo" è la cosa meno evidente di tutte. 
Per questo don Julián Carrón, il presidente della fraternità di CL, ha messo negli Esercizi di due anni fa il dito nella piaga quando ha affermato che siamo in una situazione umana e storica che è caratterizzata da una totale perdita delle evidenze. 
Secondo me senza un reale "mea culpa" il dialogo su questi temi, se non vuole rimanere una comunicazione intra ecclesiale, cioè autoreferenziale, non porterà alcun frutto. 
Pier Angelo Sequeri dice nel suo saggio sul musicale: vi è un' ostinata " presupposizione biblico-cristiana di una benedizione originaria della materia e dell'eros impegnata al limite della trasgressione". 
Non sto pensando alla pedofilia che non è "trasgressione", ma "perversione". Sto pensando al fatto che quando si incontra una persona è sempre anche in gioco l'eros e che di questo non dobbiamo vergognarci. Anzi direi che è un'esagerata vergogna che si trasforma in "perversione", un vero approccio erotico all'altro si ferma al limite della trasgressione. Solo questo permette di pensare per esempio alla indissolubilità del matrimonio senza che essa diventi una gabbia. Non bisogna commettere adulterio nel nostro cuore, lo dice Gesù, ma non è possibile guardare una donna o un uomo in modo non erotico. 
Su questo punto ha ragione don Giovanni (Mozart) - "basta che abbia la gonnella". Io conosco solo uno sguardo umano che è al di là dell'eros senza diventare insopportabilmente bigotto. Quello di Maria. In lei vi è in gioco una affidabilità, credibilità, innocenza di cui abbiamo più bisogno del pane. Uno dei motivi per cui non sento volentieri "Radio Maria", che tra l'altro in tante cose è fatta molto bene, sono le voci spesso insopportabilmente bigotte. 
Dice ancora Sequeri: "Nella musica di Mozart appare, in forma adeguata per l'uomo della modernità e della scissione (tra profano e sacro;rg), una teologia cristiana del sensibile implicita nella relazione del maschile e del femminile che corrisponde al disegno originario del mondo da parte di Dio". 
Perché è possibile a Mozart ciò che non è possibile al catechismo? Perché in lui predomina la "grazia" e non l'astrazione dottrinaria e filosofica. Come ho imparato da Walker Percy astrazione e perversione sono le due facce della stessa medaglia. Eros non è necessariamente negazione della Croce come salvezza, mentre l'astrazione perversa lo è sempre. 
Ciò che mi salva è che i temi della dottrina cattolica si incarnano per me sempre negli occhi d certe persone: l'indissolubilità del matrimonio la leggo negli occhi di mia moglie, l'eros come attesa del matrimonio in certi giovani - pochissimi, che non sono per nulla bigotti, ma pieni di vita è rivelano nella loro vitalità la possibilità della verginità e dell'eros come attesa. Senza questa possibilità "mariana" e meglio che si viva la sessualità in forza della propria decisione e responsabilità, anche prima del matrimonio. 
Roberto, un piccolo amico di Gesù

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