venerdì 15 dicembre 2017

IL MITO DEL PAPA DAL PENSIERO DEBOLE. Ivereigh: “Come dice Borghesi Francesco può essere così diretto solo perché un grande pensiero ha a lungo preparato le sue affermazioni”

Nella sua biografia su Papa Francesco, The Great Reformer, il giornalista e scrittore britannico Austen Ivereigh aveva fatto vedere lo spessore storico del Papa argentino e lasciato intravedere anche il suo spessore intellettuale. Ora, con la monografia del filosofo italiano Massimo Borghesi è uscito un libro (Jose Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale, Milano 2017) in cui è possibile vedere tutta l’ampiezza e profondità del pensiero del Papa, senza la quale la sua semplicità comunicativa non può essere “sentita” e gustata in modo appropriato. Per far ciò è stato necessario un filosofo che avesse le conoscenze adeguate sia della cultura europea che di quella latino americana. E la collaborazione stessa del Papa che con quattro registrazioni ha orientato e confermato i passi della ricerca. In un’intervista che Austen Ivereigh mi ha concesso per il quotidiano italiano “Il Sussidiario” (Ivereigh: Borghesi svela il pensiero “nascosto” di papa Francesco) lo scrittore inglese si esprime a questo riguardo così: “Ad eccezione di alcuni esponenti della teologia della liberazione, gli intellettuali cattolici latinoamericani sono stati ignorati in America e in Europa”. Questo ha portato alle conseguenze che descrive il professor Carriquiry nella prefazione del libro di Borghesi, dopo averne sottolineato l’importanza: “si tratta di uno studio molto importante che prende in esame un aspetto essenziale, decisamente trascurato, per la comprensione dell’attuale pontefice: quello della genesi e dello sviluppo del suo pensiero”. Commenta Ivereigh: “Sono assolutamente d’accordo! — e la prefazione del professor Carriquiry è molto interessante in questo senso, perché sottolinea le ragioni di questa trascuratezza: non solo la lettura errata che ho appena menzionato (ne riparlo dopo), e il desiderio di Francesco di comunicare direttamente e umanamente, ma perché le grandi influenze su di lui — come quella della filosofa argentina Amelia Podetti, del visionario uruguaiano Alberto Methol Ferré — sono giganti nelle loro terre d’origine, ma praticamente sconosciuti all’estero”.


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