La scommessa per la conservazione della memoria è aperta. Coinvolgiamoci in essa perché la "lealtà" e la "dignità morale" (Deselaers), certamente presenti anche nei nostri giovani e fino ad un certo punto anche nel comandante Rudolf Höß, diventi un percorso stabile di vita. Höß scrisse al figlio, pochi giorni prima di morire: "Diventa un uomo che in primo luogo si lascia guidare da un'umanità che sa gustare il calore umano. Impara a pensare e giudicare in modo indipendente. Non accettare tutto in modo acritico come verità irrevocabile. Impara dalla mia vita. Il mio errore più grande è stato di fidarmi ciecamente di tutto ciò che veniva dall'alto e di non aver osato nutrire il minimo dubbio sulla verità che mi veniva data. Cammina con occhi aperti sulla tua vita. Non diventare unilaterale, considera sempre il pro e il contro. In tutto ciò che fai non lasciar parlare solamente la ragione, ma ascolta principalmente la voce del tuo cuore" (cit. in Manfred Deselaers, "Und Sie hatten nie Gewissenbisse?". Die Biographie von Rudolf Höß. Kommandant von Auschwitz und die Frage nach seiner Verantwortung vor Gott und den Menschen, Auschwitz Birkenau, 2014).
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2017/12/17/SCUOLA-Dalla-Germania-la-sfida-di-Auschwitz-ai-giovani-senza-memoria/797634/
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