giovedì 24 gennaio 2019

Marcello Veneziani, il fondamento e la dipendenza filosofica dei cattolici dal giudaismo o dal paganesimo secolarizzato.

Marcello Veneziani, il fondamento e la dipendenza filosofica dei cattolici dal giudaismo o dal paganesimo secolarizzato.

Carissimo Renato,
ho letto il tuo articolo; mi hai fatto venire in mente la dipendenza nel 68 da parte di alcuni teologici cristiani (Moltmann, Metz) dalla filosofia del giudaismo secolarizzato di sinistra di Ernst Bloch. Ora il tuo articolo, e tante cose che leggo, sono in totale dipendenza da forme di paganesimo ateo di destra. Il richiamo ad Heidegger da una certa dignità al tutto, ma l'accusa al Pontefici è di basso livello, come le tante stupidaggini che si scrivono su un uomo che non si conosce per nulla. Stupidaggini del genere Bloch non le avrebbe mai scritte. Addirittura Francesco Coppellotti nella sua introduzione all'Ateismo nel cristianesimo, parla della valenza utopica del papato, se bene ricordo.

Balthasar vede in Goethe, Hölderlin und Heidegger una certa barriera alla corrosione del "puro spirito", ma la sua critica ad Heidegger è centrale ancora oggi: l'essere di Heidegger non ha nulla a che fare con l'essere come amore donato. Anche la tua critica finale a Veneziani è come un deus ex machina senza alcuna rilevanza.

I cattolici hanno grandi pensatori che non conoscono per nulla: non conoscono Guardini, Bergoglio, Ulrich e neppure Balthasar e per questo dipendono da pensieri che pensano difendere ciò che ritengono importante: civiltà, destino, patria, famiglia, etc. Ma il "fondamento" di cui parla Veneziani, "il segreto del tempo" è solo un qualcosa di arcaico che non ha nessuna vita! E che non difende proprio niente, perché solo Cristo è colui che ci può restituire le evidenze.

L'essere stesso non viene mai compreso come "contraddizione" o "contrapposizione" a ciò che non si ritiene fondamento, perché alla fine per il cristiano esso è amore gratis! "Pro nihilo". L'essere è alcunché di semplice, ma comprensibile solamente in una polarità feconda che sa unire gli opposti, come lo fa l'amore.

Mi ricordo che Balthasar si infuriò con Francesco Coppellotti, amico di de Lubac e traduttore dell'Ateismo nel cristianesimo di Bloch, sapendo quanta colpevolezza c'è nell'opporre il Figlio al Padre. Il ritorno degli Dei di Veneziani non mi impressiona per nulla, tanto più che io ho già letto il meglio del ritorno greco: Hölderlin.

Ormai ho quasi 59 anni; mio nonno con 60 ha cominciato il suo calvario con una morte al contagocce durata 16 anni; non spero di avere il suo cammino, perché non ho la sua maturità, ma potrebbe accadere anche a me ed allora non ho più tempo per ciò che non aiuta davvero il "piccolo amico di Gesù", che non è un accademico, nel suo ritorno al Padre e Veneziani certamente non fa parte di ciò che mi aiuta.

Con amicizia, Roberto - un piccolo amico di Gesù

PS Comunque almeno un merito il tuo articolo lo ha avuto. Mi ha permesso di tenere una lezione di filosofia nella decima classe (16 anni), in cui ho spiegato la mia (Guardini, Bergoglio, Balthasar, Ulrich, Borghesi) posizione di "centro" come filosofia dell'essere come dono che rifiuta ogni tipo di "teologia politica", tra la filosofia di destra del fondamento e quella di sinistra del non-essere-ancora-dell'essere. Una posizione questa che prende sul serio l'esistenza storica (Nolte) e per questo non formula una equidistanza ontologica tra gli estremi, ma una polarità feconda, tra l'essere come dono e il dono stesso, cioè le sostanze finite. Etc. Nel dialogo con i giovani, prendendo come esempio Tolkien, potevo fare vedere che il mito stesso (una delle dieci parole di Veneziani) non deve e può non essere preso come fondamento che contraddice un'altra posizione, ma come un polo che rende feconda la e viene resa feconda dalla verità incarnata. Nell'ora di lezione credo di essere riuscito a far comprendere ai ragazzi che "solo l'amore è credibile" e l'amore è un "fondamento", ma un fondamento "pro nihilo", insomma un'ultima mancanza di perché, un'ultima gratuità capace di integrare tutto ciò che vi è di buono, insomma il "momento di verità", di tutte le posizioni.

PS2 In verità se Veneziani è tuo amico, ovviamente devi stare in un atteggiamento di dialogo. Io non ho negato che Heidegger è un grande, come pensa anche Bontadini. Ho solo specificato la critica che ne fa Balthasar. Quello che dici sull'Islam è solo una possibilità interpretativa. Klaus von Stosch fa vedere un ben altro Islam, come lo fanno vedere anche i miei amici spirituali Dall'Oglio e De Chergé. Sulla singolarità di Cristo nell'Islam Wael Farouk ha scritto cose molto importanti. Il padre Jacques Mourad, rapito dai terroristi islamistici, ci ricorda che nel Corano Gesù viene definito come "parola di verità" e "spirito di verità". Per me una critica è forte se è interna ad un discorso e non se appare come un deus ex machina. Grazie per i complimenti. Etc.

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