Lipsia. Carissimo don Julían,
Ti scrivo dalla diaspora della ex DDR, dove mia moglie ed io viviamo da ormai 17 anni; è una zona anche molto bella con città importanti, nelle vicinanze del nostro paesino, come Lipsia (Bach), Weimar (Goethe), Wittenberg (Luther) und Dresden, città questa quasi al confine con la Polonia. Non nascondo la gioia che avremmo mia moglie ed io se venissi in questa diaspora, non solo per vedere le città, ma anche per condividere la pesantezza e l'importanza di stare in un luogo con il 2 % di cattolici, 14 % di luterani e il resto con fratelli uomini che non hanno appartenenza, sociologicamente rilevabile, in una confessione o in una religione.
Ti scrivo nel giorno del "battesimo del Signore" e con la coscienza che questo giorno deve essere onorato e celebrato come "purificazione": "purificatevi totalmente e progredite in questi purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra come della conversione e della salvezza dell'uomo" (San Gregorio Nazianzeno, Discorso sul battesimo di Gesù).
Non scrivo una lunga lettera, solo qualche breve riga per dirti grazie per la tua intervista che in questi giorni ha suscitato tante reazioni nel mondo della rete. Grazie perché essa è un ulteriore segno della tua sequela del Santo Padre e così di Gesù! Cristina Ghezzi della redazione dei "Contadini di Peguy", che ha raggiunto nei giorni scorsi 1.500 aderenti, gruppo nato per seguire in quel luogo che sono i social (in questo caso Facebook) Papa Francesco, ci ha informato delle reazioni anche "anarchiche" e "caotiche", frutti di uno strano oscuramento del pensiero e del cuore, nella pagina ufficiale di CL, alla tua intervista. Bruno Brunelli, un altro membro della redazione, ci ha fatto capire come sia difficile oggi fare una pagine del genere - tra l'esigenza di non censurare e l'esigenza di educare o per dirla con le sue parole "fra la libertà di espressione e il pericolo di trovarsi condizionati dai più facinorosi".
Questo "strano oscuramento" non nasce dal nulla, è frutto di grandi potentati, quelli che si sono espressi ultimamente nelle lettere di Viganò, a cui Andrea Tornielli e Gianni Valente hanno dedicato un libro, "il giorno del giudizio" (Milano, 2018), che ho potuto leggere solo alternando alla lettura lunghi momenti di preghiera e di silenzio nei nostri boschi tedeschi. Si vede come nella Chiesa stessa si viva dello spirito, diciamo, democratico illuminista di comunicazione, piuttosto che a partire da una "regola" di appartenenza (San Benedetto) - e questo spirito è presente anche in prelati con grandi posizioni clericali!
Alle volte mi sono chiesto e mi chiedo se il tuo stile conciliante nella guida del Movimento che nasce dal profondo del cuore della "bellezza disarmata" non sia anche espressione di "mancanza di governo", ma come mi ha fatto notare Bruno Brunelli, è difficile "governare" un popolo che con i social non scrive a partire dalla lex orandi, ma dai sentimenti della sua pancia, governati da grandi potentati. Traducendo per te Ferdinand Ulrich mi accorgo che il padre misericordioso lascia andare via il figlio, dandogli ciò che gli spetta, forse con quell'intenzione che Massimo Borghesi esprime con le parole filosofiche di "dividere per unire", nel suo grande libro su Romano Guardini, che ci fa capire che la Chiesa è un luogo di "opposizioni", ma non di "contraddizioni". Ma io non sono un altro che si sente "padre della Chiesa", sono solo un "figlio" e mi rimetto infine al tuo giudizio; confido in te che guidi la nostra Fraternità, che ha un riconoscimento "pontificio". Certamente con l'aiuto dello Spirito Santo e con l'intercessione del nostro don Giussani in cielo.
Si dovrebbe, forse, fare un incontro in cui si condivida l'esperienza di presenza in rete. Con I "Contadini di Peguy" siamo andati su un lungo percorso, facendo errori, ma anche cercando di essere "educativi" e di usare i mezzi dei social, anche il "bloccare" per esprimere un desiderio di educazione. Abbiamo cercato di far si che il gruppo non diventasse un altro luogo in rete di scontro tra facinorosi. Ed abbiamo per lo più concentrato qui le forze della nostra presenza, per non disperdere energie e per non legittimare i facinorosi e quelli che sembrano difendere posizioni di conciliazione, ma sono del tutto in balia di quello che Goethe chiamava lo spirito che contraddice in continuazione. Questo è costato agli otto della redazione (Nicola Duz, Angelo Lucio Rossi, Rossella Viaconzi, don Federico Picchetto, Massimiliano Tedeschi, che non avevo ancora citato) un grande lavoro nel tempo libero. Non siamo uguali, anzi le nostre posizioni a livello politico sono differenti, ma pur passando attraverso una cristi siamo riusciti a giungere ad una reale unita del cuore, che ovviamente dovremo continuamente purificare.
Parallelamente a questo lavoro dei "Contadini di Peguy" sono in dialogo con persone del Movimento che hanno posizioni che non sono le mie, lo faccio dove vedo uno spirito di autenticità e non perché io creda che un "compromesso politico" possa salvare il carisma - il carisma lo salva solo Cristo! E le tante testimonianze nel mondo di fecondità sia nell'amore gratuito, sia nella preghiera e sia nella presenza culturale lo fanno vedere.
Infine voglio solo dirTi che ti voglio e ti vogliamo bene e preghiamo per te! Prima di scriverti o detto le Lodi, in questo periodo di Avvento e natalizio, in latino, per essere parte orante della nostra amata Chiesa romano cattolica, sub et cum Petro.
Che Dio ti benedica!
Tuo, Roberto
Un piccolo amico di Gesù
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