lunedì 3 giugno 2019

Lettera aperta a Roberto Formigoni

Lipsia. Egregio Signor Formigoni, 
In occasione dell'uscita della Sua lettera, usciata nel giornale Tempi, oggi, il 3.6.12019,(1) mi permetto di scriverLe, pubblicamente, tanto più che non credo che la mia lettera giunga fino a Lei, ma almeno qualche lettore del nostro Movimento, del nostro "popolo", come lo chiama Lei, dicendo di osare ancora chiamarlo "il mio popolo", potrà forse trarne profitto. La Sua lettera mi è stata inviata da Renato Farina, un comune caro amico della gioventù, che la vede come "carica di speranza".

Devo dire che mi ha commosso pensarLa con 71 anni in galera, prendere le Sue medicine, ricevere lettere, leggere e "studiare, testi classici e contemporanei, politica, economia, teologia", nel poco tempo utile che Le rimane, dopo aver assolto tutte le pesantezze burocratiche del carcere.  È una vera testimonianza personale, che non mi permetterei mai di mettere in discussione. 

Né credo di essere meglio di Lei, scrivendoLe ora quanto segue: nella Sua lettera vedo un pericolo grande che riassumerei con le parole che Hans Urs von Balthasar usa per la grande Teresa di Gesù. "La virtù e l'umiltà messe in vetrina rischiano ogni momento di essere vittime della vanità e dell'illusione" - ora proprio questo è la sua lettera - "virtù ed umiltà messe in vetrina". Che il Suo modo di essere in carcere sia virtuoso ed umile non c'è alcun dubbio! 

Vi è, però, un pericolo ancora più grande "il criterio dell'oggettiva verità della rivelazione - Dio è amore gratuito (rg) - minaccia di essere ridotto a quello della rappresentazione e dell'esperienza soggettiva" (Balthasar). 

Lei di fatto si presenta al Suo popolo come uno che "senza colpa e senza prove" (Prof. Franco Coppi) si trova in galera. Io non sono un magistrato e non voglio entrare nel merito. Un amico che lo è conferma una parte della Suo racconto: la legge “spazzacorrotti” di cinquestelle e Lega, entrata in vigore il 31/1/19 e applicata retroattivamente (!) nei Suoi confronti, per presunti (?; rg) reati eventualmente compiuti nel 2011, è incostituzionale. Quindi Lei si trova in carcere per una legge che la Corte costituzionale con grande probabilità dichiarerà incostituzionale. 

Allo stesso tempo Lei, però, con il suo racconto conferma una sfiducia nello stato di diritto italiano che nel "nostro popolo" viene usata per giustificare un "sistema cl" di gestione dubbia del potere pubblico (e dei soldi pubblici) e che ha fatto molto male al carisma di Cl, rendendolo molto poco credibile nella società italiana, pur tenendo conto delle cose positive raggiunte. Non vi è un minimo di "atteggiamento di confessione" nella Sua lettera - per esempio ammettendo che si è usata la nostra compagnia per scopi di interesse politico e pratico particolari e non al servizio del bene comune; piuttosto vi è in essa una stilizzazione della Sua persona come un eroe (pur se umile e virtuoso) - questo non fa bene al carisma di Cl, che è stato donato dal Cielo per vivere oggi "l'oggettiva verità della rivelazione di Dio", il Suo, di Dio, amore gratuito, di cui noi tutti siamo "servi inutili", di cui noi siamo solo "strumenti della Sua verità salvifica". 

La cosa più grave in tutto questo consiste nel fatto che il Movimento, nella rete e nelle comunità guidate dai "vecchi", viene bloccato in una "rappresentazione e esperienza soggettiva" che ostacola un cammino di reale esperienza ecclesiale e così di apparenza alla Presenza oggettiva del Suo, di Dio, amore sempre più grande, fino a negare una fedeltà ultima ed incondizionata al Santo Padre! 

Spero ugualmente che la speranza che ha visto Farina nella Sua lettera, possa valere anche come testimonianza di un modo sensato di vivere il tempo di prigionia. In questo mi piacerebbe, in un mio tempo simile al Suo, vederLa come un esempio da imitare.  

Suo, Roberto Graziotto, un piccolo amico di Gesù, peccatore tra peccatori  

(1) https://www.tempi.it/anche-in-carcere-si-puo-vivere-cosi-lettera-di-formigoni/?fbclid=IwAR1M3Aqt_8zI8IgjvZBwYqCb7qJ9h1lykBv3HcNER-7aycboHBlmkmzTP1M

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