giovedì 12 aprile 2018

Su un "supplemento di certezza estraneo alla nostra esperienza" ( Dov'è Dio? , 107) e sula mancanza di una guida spirituale cristiana - in dialogo con don Juliàn Carrón e sant'Ignazio

Lipsia. In queste ore di grande confusione mondiale per la crisi siriana vedo che tanti cercano una "certezza" - ma la cercano in un'interpretazione contro un'altra, insomma non cercano quella "certezza" che può dare solo il nostro cuore con le sue esigenze più vere e non la cercano in Cristo, che conosce il nostro cuore ed ha un'amore più grande del nostro cuore, ma la cercano nei vari farisei, sommi sacerdoti (che nel nostro tempo dei social media sono diventati legioni), nei vari Pilato o Erode. Così nascono articoli in cui si parla degli Alawiti che sarebbero la confessione più tollerante dell'Islam per giustificare un dittatore come Assad. Non è tanto però l'idea stessa che mi scandalizza, sebbene sia strano voler giustificare una famiglia che ha sulla coscienza migliaia di persone, ma questa strana tendenza di trovare nell'assenso in quest'uomo una "certezza" che è davvero estranea all'esperienza cristiana. Ma non è che se si cambia il dittatore o il politico importante la cosa migliori. Chi cerca in queste ore tremende la sua certezza in Putin o Trump o Macron o...usa un metodo che è estraneo all'esperienza cristiana, che ha sempre parlato di una lealtà prima facie all'autorità, ma che non ha mai cercato la sua ultima certezza in essa. 

Questa sudditanza psicologica nei confronti dei vari Erodi e Pilato è grave ed ovviamente non può essere sostituita dalla "sudditanza psicologica" nei confronti del proprio gruppo o del propio guru come ha spiegato bene Silvia Becciu nel Sussidiario: 

http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2018/4/12/GIOVANI-e-FEDE-Piccoli-atei-crescono-A-volte-credere-diventa-piu-facile-e-piu-bello-/815939/

Non abbiamo bisogno del discorso unico di un guru cristiano perché questo sarebbe solo una proiezione della nostra esigenza di certezza in un "sommo sacerdote". L'obbedienza ignaziana e cristiana in genere non ha nulla a che fare con ciò. La vera guida spirituale - di questo abbiamo bisogno più dell'aria da respirare - non è quella che da conferme versus ricerca, asserzioni versus atteggiamento critico, astrazioni versus concretezza, compiacenza versus la vera distanza dell'amore gratuito, tranquillità versus inquietudine. 
La vera guida spirituale ignaziana non vuole intruppare nessuno, vuole solo indicare la strada verso Colui che è somma libertà e che solo può dare una risposta alla nostra ricerca libera. La vera guida spirituale è interessata solamene ad un'unica cosa: all'autentica corrispondenza alle esigenze del cuore al cospetto di un Tu! Non la guida spirituale, ma Dio conosce il nostro cuore ed ha un amore più grande del nostro cuore. 

Vedo tanti giovani nella nostra regione che vivono del venerdì sera in cui possono lasciarsi andare con droga ed alcool. Sono maledettamente soli e un sottile muro divide una generazione dall'altra; ciò che si cerca con urgenza sono adulti dal "cuore materno", ma che si lasciano educare alla "distanza che sa prendere sul serio" (Silvia Becciu) l'altro da sé. Insomma ciò che manca urgentemente è una "guida cristiana". 

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