Lipsia. Nella FAZ del 28.4.18 si può leggere una lunga intervista con il vescovo russo Tichon, confessore di Putin. Mi è sembrato di leggere Steve Bannon, nella versione russa.
L'intervista riguardava il rapporto del vescovo con questioni artistiche e politiche. Il facit giusto della redazione della pagina culturale della FAZ è: non è "liberale". Il vescovo non è "liberale", ma è molto intelligente e pian piano che leggevo avevo più simpatia per lui che per la giornalista della FAZ (a parte quanto ha negato, dicendo di aspettare i risultati della commissione internazionale, che Assad usi gas chimici contro la sua popolazione).
Non è "liberale" ma conosce molto bene la storia europea e safare confronti molto dotti tra Ivan il Terribile e altri sovrani europei come Enrico VIII, etc.
Il problema con la versione occidentale della libertà è che essa nega ogni forma di ragionevolezza alla tradizione e così provoca queste reazioni come Tichon o Bannon, che dapprima sembrano essere ragionevoli e forti.
La vera alternativa tra il liberalismo e il tradizionalismo è la via "cattolica" (universale) di Papa Francesco, con cui il vescovo TIchon è in rapporto diplomatico ed ecclesiale. Il Papa sa davvero parlare con tutti!
Tichon ha ragione quando dice che ciò che di più bello vi era in Costantinopoli (Bisanzio) era Cristo, che i russi hanno appunto incontrato in quella tradizione e in quella città. Cristo è davvero "la figura più importante , sorprendete e bella nella vita di ogni uomo" (Tichon) - ma questa figura sa integrare libertà e tradizione e non ha nessuna "dipendenza" dai potenti di questo mondo.
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