lunedì 12 giugno 2017

Giudizio e condanna - de absentibus nihil nisi bene?

Uno delle esperienze più difficili da discernere interiormente è la differenza tra "giudizio" e "condanna" nei nostri rapporti di tutti i giorni.

C'è un motto latino che dice: de absentibus nihil nisi bene! Questo detto è saggio, ma non è una verità assoluta. Renderla come tale è moralismo o legalismo. Vero è che di persone che siano assenti o presenti non si deve mai parlare in senso di una condanna assoluta - chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Parliamo del giudizio. Secondo me vi sono giudizi psicologici/sociologi/etc. e giudici escatologici. Il primo tipo di giudizi li si da in pubblico (scuola, etc.) I secondi sono rari perché sono dati a carismi particolari. Vi sono persone che possiedono il carisma di giudizio fino al dettaglio della persona che hanno davanti nella prospettiva di un  discernimento dell'atteggiamento ultimo riguardante il suo essere e il suo destino.

Con un amico o con la propria moglie si può dare di un collega, per fare un esempio, un giudizio escatologico, che alla persona stessa non si direbbe - in primo luogo perché non l'aiuterebbe. Vi sono cose che bisogna dire al "momento giusto" e questo potrebbe essere anche dopo dieci anni. Per questo tipo di giudizio è richiesto una disciplina molto più grande di quella che ci è sempre richiesta nel non chiacchierare sull'altro - de absentibus o de presentibus!

Un conflitto può nascere quando il tuo amico è un dirigente scolastico che normalmente da solo giudizi psicologici, sociologici (lavorativi) e che per motivi di disciplina parla solo positivamente del suo personale. Questa disciplina è buona, perché evita di chiacchierare sul'altro. Il giudizio che chiamo escatologico è però non meno importante - esso non deve usato come condanna, ma senza di esso non si può pregare per uno specifico cambiamento di una persona. Esempio: se dico che una certa persona è arrogante o parla solo e sempre delle proprie cose questo non può essere una condanna assoluta, ma motivo di preghiera per lui. Che il Signore lo guidi in un cammino di autenticità e di ascolto non "politico", non "psicologico", non "sociologico" dell'altro.  Il confidare questo tipo di giudizi ad un ristretto gruppo di amici può essere d'aiuto per aver una funzione di "valvola " da cui esce la rabbia, che provoca un certo comportamento. Di fatto ci sono pochissimi amici con cui si può condividere un tale giudizio, che sarebbe importante per relativizzare gli altri (sociologici, psicologici), che da soli non cambiano mai nulla di una certa situazione pesante.

Nel mio esempio dell'amico che è anche dirigente scolastico la mia esperienza mi dice che quest'ultimo per lo più difenderà un determinato collega che giudichi e ti farà una predica sul fatto che bisogna solo dire bene di chi non è presente. Fatto è che l'impossibilità di dare un giudizio escatologico difende sempre e solo chi ha raggiunto un certo potere. Solo il giudizio escatologico e profetico permette un'autentica conversione - quest'ultima non è mai un meccanismo automatico.

Giudizi psicologici, sociologici etc. sono giudizi di potere. È chiaro che chi ha il potere (forse anche inconsciamente) non permette che il giudizio profetico faccia la sua parte, perché in fondo si crede che solo il giudizio di potere sia quello giusto. Ci troviamo qui confrontati con la super accentuazione dell'homo faber e del suo giudizio. Un giudizio escatologico nasce sempre e solo come grazia - comunque bisogna essere anche in questo miti perché non sempre il giudizio escatologico è assolutamente "puro".

C'è una scena molto bella nella prima parte del film Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato in cui Saruman e Gandalf (sono due maghi importanti della storia) parlano alla presenza di Galadriel, una nobile elfa della Terra di Mezzo, di una rinascita del male in essa. Saruman non capisce Gandalf perché parla solo a livello di giudici politici (breve formula per sociologici, psicologici, etc.), mentre Gandalf giudica a livello di giudizi escatologici. Ad un certo punto Galadriel comunica direttamente "in spirito" con Gandalf: solo loro due possono comunicare a questo livello di giudizio, la voce di Saruman è ancora percepibile nel dialogo ma non ha più nulla da dire. La voce di Galadriel è molto più forte e non è solo una questione di acustica. Verità ha sempre e solo con giudizi escatologici.

Roberto, un piccolo amico di Gesù

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