Sliema. Mi trovo a Malta per la quindicesima volta con circa cinquanta ragazzi della nona classe (quindici anni) per il viaggio annuale di studio che la nostra scuola organizza da ormai venti anni. Le mie "impressioni di viaggio". non sono il risultato di uno studio attento di tutto ciò che si potrebbe dire di Malta, ma impressioni per così dire fortuite.Aspettando il mio gruppo seduto su uno scalino a Vittoria (Gozo) mi si avvicina un insegnante maltese pensionato che mi racconta la sua filosofia di vita nel giro di due minuti: mi ha detto che non gli piacevano i migranti (emigrants) e il papa (con lui devono arrangiarsi gli italiani, non i maltesi), mentre era orgoglioso della chiesa maltese, sebbene tutti i maltesi facciano uso anche di bordelli. Ma se i migranti toccano le statue cristiane maltesi faremo di loro delle "salsicce", mi ha spiegato. Era arrabbiato che gli europei affermino che Malta è di destra, mentre in vero vogliono solo difendersi dal pericolo, che, come dice un documentario fotografico che vediamo ogni anno alla Valletta, "The Malta experience", viene sempre dal mare.Questo incontro fortuito è stato occasione per porre alcune domande a Julian, il direttore della scuola di lingue di Sliema che ci ospita da più di dieci anni. Ne è nato un bel dialogo da cui ho tratto queste impressioni. Alla mia domanda se non ci fosse una tendenza di destra a Malta che che vuole evitare il più possibile l'integrazione dei migranti ha risposto in modo molto differenziato.In primo luogo il governo maltese è un governo di sinistra (Labor party) al momento. Bisogna tenere conto della millenaria barriera che questo piccolo paese cattolico sente psicologicamente, prima ancora che politicamente, nei confronti del mondo musulmano. Bisogna tenere conto anche della popolazione densissima di Malta per chilometro quadrato. Anche lui, come l'insegnante di Gozo, mi ha parlato del patto politico che Malta ha fatto con l'Italia in modo che i migranti raccolti in mare vengano portati direttamente in Italia, per essere poi ripartiti in tutta l'Europa. Quest'ultima fondamentalmente vorrebbe risolvere il problema dando del denaro a Malta, ma il denaro non risolve il problema delle dimensioni dell'isola. Gli stessi migranti non hanno interesse normalmente a rimanere nell'isola perché non vi sono lavoro e prospettive sufficienti.Ho chiesto a Julian se a Malta ci fosse anche un'integrazione di migranti dall'Africa o se davvero essi fossero aggressivi, come mi aveva raccontato l'insegnante in pensione che avevo incontrato a Gozo. Mi ha detto che bisogna differenziare il giudizio. Vi sono tante paure nella popolazione maltese, che per esempio non era abituata fino a qualche decennio fa a vedere africani. Bisogna distinguere tra migranti e rifugiati (refugees): come tali si viene riconosciuti dopo un lungo processo burocratico, che vuole appunto identificare precisamente le persone che lasciano la loro patria per necessità indiscutibili. I maltesi, ha commentato Julian, che vivono ormai un cristianesimo sempre più secolarizzato vedono con grande sospetto ogni forma di fondamentalismo, in modo particolare quello del terrorismo islamico. Quando gli ho detto che però un muro non può risolvere i problemi, mi ha risposto che il muro in Israele non ha risolto tutti i problemi, ma gli attacchi terroristici sono indubbiamente venuti meno.In una sua predica nel giorno di Pasqua il padre salesiano John Cini, che conosciamo da anni, ha risposto a tutti questi problemi, dal centro del cristianesimo, non quello secolarizzato, ma quello che vive del cuore amante di Cristo. Pasqua è il passaggio dalla morte alla vita, ma anche da ogni forma di egoismo alla solidarietà. A differenza del signore incontrato a Gozo sia il direttore della scuola che il padre salesiano hanno un giudizio del tutto positivo del papa: Un vero Padre di cui sia la cristianità che il mondo hanno bisogno
Si tratta di un diario filosofico e teologico in cui ospito a volte anche la voce di amici o conoscenti che arricchiscono il mio pensiero e la mia vita
mercoledì 21 giugno 2017
Un mio articolo che avevo scritto a Malta
(Lo pubblico ora, perché pur avendo avuto l'interesse della redazione del Sussidiario, non è stato pubblicato né rivisto dalla redazione. Contiene alcuni elementi (nazionalismo, chiesa) però che vorrei sottoporre all'attenzione dei mei lettori).
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