Il cardinale stesso non è potuto venire ed un sacerdote della sua diocesi ha letto la sua lezione sul vescovo Julius von Pflug (1499-1542). Avevo la sensazione che stesse leggendo una lezione però su papa Francesco. Tra le figure della Riformazione questo primo vescovo cattolico nell'epoca luterana è una figura minore, ma di un tale rilievo che Lutero stesso disse che questo vescovo per le sue capacità, per la sua onestà potrebbe diventare egli stesso papa. Il cardinal Lehmann ne ha schizzato una figura di grande amante dell'unità della Chiesa, con una prevalenza di atteggiamento pastorale; le sue conoscenze filologiche erano molto più grandi di quelle teologiche, ma non ha mai detto nulla che per il suo atteggiamento ecumenico negasse la dogmatica cattolica. Aveva un atteggiamento positivo nei confronti dei teologici, di cui accettava con apertura la consulenza.
Quello che più mi ha interessato è che il cardinal Lehman non volesse usare per questa missione ecclesiale la categoria del "fallimento", sebbene la sua meta di superare la divisione sia senz'altro fallita. Io credo che solo dal "fallimento" può nascere una reale fecondità nella Chiesa.
PS Mi interesserebbe sapere di più della sua amicizia con Melanchton
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