sabato 6 ottobre 2018

Alcuni pensieri sulla felicità, scritti di notte, dopo aver parlato con un "Network Marketer" - Ferdinand Graziotto

Alcuni pensieri, scritti di notte, dopo aver parlato con un "Network Marketer"

#youcandoeverythingyouwant
#andwhythatisnottrue

(Presento in una mia traduzione, che spero sia sufficientemente precisa, un testo di mio figlio, che mi sembra essere molto importante per una discussione tra i giovani su cosa sia realmente felicità )

L'indipendenza finanziaria sembra essere la felicità del nostro tempo, qualcosa per la quale tutti noi dovremmo aver un "diritto". Spesso mi capita di incontrare un cosiddetto "network marketer", che ha per lo più tra i 18 e i 20 anni di età e che sta cercando di spiegare, alla gene che passa per strada, che è il "direttore del personale" di una grande azienda. Anche solo con un po' di buon senso ti viene il sospetto che ciò non può essere vero: tutti i veri responsabili del personale che conosco hanno almeno 30 anni e non hanno tempo per parlare con la gente per strada e, per così dire, di rubare il loro tempo. Se poi si pone attenzione a quali prodotti cercano di venderti ti accorgi che parlano di un prodotto normalmente senza senso, come compresse di vitamina C o meglio ancora algoritmi di negoziazione che avrebbero la magica capacità di darti un profitto del 3-20% (diciamocelo, nessun algoritmo o broker che davvero ottenesse tali risultati riterrebbe necessario commercializzarli attraverso una cosiddetta  "rete di commercializzazione" per strada ). Se si ricerca poi più precisamente, si vedrà che i capi di queste aziende sono per lo più persone che hanno fallito più volte, a causa di altre forme di business illegali, e che mascherano nel frattempo così bene i loro prodotti lucenti che ci vuole molto prima che si mettano di nuovo nei guai con le autorità. Queste persone, se non fanno parte dei livelli inferiori del sistema, guadagno in vero tutti, chi più, chi meno.  

Il problema va ben oltre il fatto che tutto ciò è punibile per legge e che le persone perdono denaro, se sono alla fine della catena di cui stiamo parlando. È davvero pericoloso che una mente giovane, ambiziosa, forse un po 'ingenua, sia indottrinata da una "mentalità" che la distrugge. La curiosità sollevata è dovuta alla promettente indipendenza finanziaria, al lavoro che si può svolgere in qualsiasi luogo e ai tempi flessibili. Che il lavoro sia illegale, completamente vuoto di contenuti e probabilmente noioso (almeno io non penso che sia bello parlare con le persone per tutto il giorno per strada), non te lo dicono. Dicono che in questa vita puoi ottenere tutto ciò che vuoi, se sei abbastanza disciplinato. Poi raccontano grandi storie, come quelle di Steve Jobs o Elon Musk. Tuttavia, che il 95% dei super-ricchi si è laureato in una università famosa, non gli è stato detto, né viene loro raccontato di migliaia di persone che non ce l'hanno fatta, non perché hanno rinunciato o erano troppo pigri, ma a causa del semplice fatto che non esistono milioni di celebrità di serie A, né miliardari di miliardari, a meno che non ci troviamo in un tempo di superinflazione.

Di pensieri come l'umiltà e il sacrificio di sé in certi ambienti non si vuole neppure sentire parlare, perché ciò sarebbe solo espressione della "debolezza" dei poveri, che non capiscono che solo le persone finanziariamente indipendenti sono felici, quindi nessuno dovrebbe più lavorare, ma tutti dovrebbe solo speculare con il denaro. Che poi l'economia, in tal caso, crollerebbe e non ci sarebbe più nulla da speculare, non sembra interessare. Come non si parla della carenza assoluta di lavoratori qualificati in professioni semplici, senza le quali la nostra società non funziona. Infine si tace la crescente tendenza all'accumulazione di capitale nelle regioni occidentali, che ha come conseguenza, allo stesso tempo, l'impoverimento assoluto di altre parti del mondo.

E non è vero che possiamo solo aiutare se possiamo dare qualcosa. La soluzione è piuttosto di sperperare di meno. Si tratta di combattere le cause, non di combattere i sintomi dei problemi: un George Soros, che ha proposto un Piano Marshall per l'Africa viene etichettato come comunista, proprio come Papa Francesco, che ci indica le miserie del mondo. Perché ovviamente è più facile incolpare gli altri che assumersi la responsabilità, tranne che per il proprio "business".
A volte vengono dette ai giovani cose buone come che si deve lavorare duro, che il successo non arriva durante la notte ed è necessario costanza e disciplina, ma senza mostrare loro qualcosa per cui valga davvero la pena di essere disciplinati. Non viene impartita ai giovani alcuna comprensione dell'economia, di governo e di politica, ma solo ciò che servirebbe al loro successo finanziario, e che invece li rende schiavi dei propri sentimenti, sotto il manto dell'illusione idealista di appartenere all'elite speciale, staccati dall' obsoleto sistema, cioè dal sistema legale e di integrità giuridica. Questo ha solo una conseguenza: dopo il fallimento ci si accorge di aver compiuto solamente un "business" illegale, di non aver alcuna laurea o formazione professionale.  Questo è il risultato delle nostre fatiche se nella vita gli ideali sono denaro e successo, invece di carità, umiltà e obbedienza. Quest'ultimi, però, ci rendono veramente liberi, liberi dei nostri sentimenti e dei nostri istinti, ci aprono ad un'autentica libertà nello spirito, per una felicità che è indipendente dall'onore, dalla ricchezza e dalla salute, e in cui possiamo considerare l'essere come un dono presente e così imparare ad apprezzare ogni valore ontologico che non dipende dall'intelletto, dall'efficienza, sportività o patrimonio, ma è dato a ciascuno, perché a ciascuno è donato l'essere.

Ci sorprendiamo in questo modo a comprendere un po' alla volta che la vera domanda che dovremmo porci è: "di cosa ho bisogno per essere felice?" E dovremmo chiederci se siamo davvero così attaccati alla nostra assoluta abbondanza (opulenza), così da accettare che gran parte della popolazione di questa terra viene sfruttata e affamata in modo permanente. Guardando la situazione precaria in molte regioni povere e devastate dalla guerra del mondo è chiaro che non puoi avere tutto ciò che vuoi in questa vita, non puoi fare tutto quello che vuoi e che tutto ciò non è per nulla desiderabile.

L'indipendenza finanziaria non è un diritto, ma un lusso. Un lusso che non solo i „Network Marketer“ (quelli che hanno successo) godono a spese degli altri. Quindi smettiamo di lottare per una vita di opulenza, ma piuttosto decidiamoci per una vita piena e sentita e siamo grati per ciò che abbiamo e condividiamolo con gli altri, invece di lottare sempre per il massimo standard di vita. In questo senso, vi auguro una buona serata e una buona notte!

Ferdinand Graziotto, nato a Freising (Baviera), 1998. Maturità liceale. 

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