venerdì 14 dicembre 2018

In occasione di un articolo di Renato Farina su Libero - come parlare degli attentati terroristici in Europa

Lipsia. Ieri in occasione dell'articolo di Renato Farina su "Libero", portante il seguente titolo e sottotitolo: Strage al mercatino di Natale. Il killer islamico in fuga. Un ragazzo italiano è in coma, inoperabile, ho pubblicato il seguente post nel gruppo dei Contadini di Peguy. Aggiungo qui una reazione alla risposta di Renato Farina al post.

Basta con la violenza linguistica contro l'Islam 
A me lo stile dell' articolo sulla strage di Strasburgo in Libero di Renato Farina non piace per nulla, come l'autore sà. Non piace per nulla al Papa che ha chiesto di non usare questi toni con l'Islam. Questo non porta a niente di buono, solo a violenza. E poi i veri mussulmani quelle cose non le fanno e quelli di Libero possono dire queste cose migliaia di volte, ma rimangono comunque solo reazioni violente che non hanno nulla a che fare con quella prudenza che è tipica della mitezza di un reale saggio cristiano. E poi si può usare il linguaggio in modo da distingere, come per esempio Brague distingue tra cristianismo e cristianesimo, cosí si dovrebbe distingere tra islam e islamismo. Ed infine gli studi di Oliver Roy fanno vedere come questa violenza nichilistica, che porta alla strage dei mercatini del Natale, usa il linguaggio islamico come quella di Breivik usa quello cristiano. Etc.

Ecco la risposta di Farina a cui io a mia volta risponderò domani nel mio blog. 
Renato Farina, mi ha mandato questo messaggio e permesso di pubblicarlo: Te l’ho mandato per lealtà- tu sai bene che in Francia sono 27 mila quelli che sono radicalizzati e pronti a queste stragi. Ritengo il nichilismo inesorabilmente presente nell’islam, che pretende di essere una rivelazione successiva e e correttiva di Cristo. L’islam, come diceva il card Biffi, ha in sé, nel profondo, un’influenza demoniaca. Per fortuna la grazia sovrabbonda su Satana, e ci sono ambiti e persone che sono trasparenti di Dio, ma è dall’inizio che l’islam, con le mani del suo fondatore, versa il sangue di chi non si sottomette, a meno che Mohammed fosse islamista, ma a questo punto è l’Isla ad essere in sé e per sé islamista. Mentre Gesù, questo è sicuro, non era cristianista. L’islam ha questa pulsione inesorabile, un peccato originale che è certo lavato dai martiri di Algeria, ma tutto questo sarà manifestato l’ultimo giorno. Intanto, quanto orrore c’è nel ventricolo destro del cuore islamico. Dico purtroppo, lo dico pregando insieme a islamici africani sufiti, ma finché non si chiarisce il nesso violenza - fede (vedi oggi i pakistani : tutti o quasi islamisti) sarà una tragedia. Certo la miscela nichilismo islamismo è terrificante. E il nichilismo nasce dall’apostasia dell’Occidente dalla fede. Ma non trattiamo i fondamentalisti come nichilisti, illusoriamente islamici, sottosviluppati mentali: sono davvero credenti, ho letto testi religiosi orrendamente affascinanti di Al Qaida. Le gesta dei loro eroi-martiri genera ammirazione nella base. Ho seguito le prediche entusiasticamente accolte di certi imam in Italia. Breivik il norvegese cristianista (o pagano nazista?) ha intorno plausi di massa? E Ratzinger a Regensburg, era un matto? Ne pensi anche tu come il portavoce del card Bergoglio a Buenos Aires che lo offese sanguinosamente senza essere corretto? (Come vedi sono arrogante pure io. Ti dico ancora: avrei dato la vita volentieri per il mio “fratello musulmano “ di Al Jazeera che dall’altro fronte ha dialogato con me.)

Ecco la mia breve risposta al messaggio inviatomi da Farina. 

In primo luogo posso dire che di tutto ciò che afferma il giornalista italiano si può 
discutere. Sorprende, però, per un giornalista cattolico, l'assoluta mancanza sia nell'articolo che nella risposta qui sopra, di un reale confronto con il modo di parlare e pensare di Papa Francesco. 

Quest'ultimo diceva il 15.2.2015 ai nuovi cardinali, in un'omelia: "Sono due logiche di pensiero e di fede: la paura di perdere i salvati e il desiderio di salvare i perduti. Anche oggi accade, a volte, di trovarci nell'incrocio di queste due logiche: quella dei dottori della legge, ossia emarginare il pericolo allontanando la persona contagiata, e la logica di Dio che, con la sua misericordia, abbraccia e accoglie reintegrando e trasfigurando il male in bene, la condanna in salvezza e l'esclusione in annuncio". 

Anche nel modo di essere giornalisti o insegnanti si incrociano queste due logiche. 

È chiaro che la mia simpatia umana va dapprima per Antonio in coma, ma è anche chiaro che la mia unica speranza, anche per Antonio, consista nella strada di Gesù "della misericordia e dell'integrazione". 

Per quanto riguarda l'Islam Farina rende come assolute tesi che sono in cammino, anche se forse ne hanno coscienza solo una minoranza dei nostri fratelli mussulmani. 

La pretesa di essere una "rivelazione successiva e correttiva" l'Islam non la ha nei confronti di Cristo, cui il Corano attribuisce una "singolarità" che non ha neppure Maometto (Wael Farouk), ma nei confronti di traduzioni/tradimenti di quello che Cristo è stato. Se la Chiesa non avesse perso il suo primo amore per il Dio unico e misericordioso, forse non sarebbe mai sorto l'Islam. Vi sono state forme di teologia trinitaria che sembravano essere più dei tri-teismi che annuncio di quel mistero di unità che rappresentano le tre persone divine (nella modalità dell'io-tu e dell'egli e del noi). 

Poi per quanto riguarda Maomettto lo studio più geniale che io conosca sull'Islam da parte cristiana (e da cui ho imparato in primo luogo a non rendere assolute tesi in cammino), quello del teologo cattolico Klaus von Stosch, Herasuforderung Islam (Padeborn 2017), differenzia alquanto, anche sul tema "violenza" e inserisce questa figura nella costellazione originaria di conflitto tra Medina e Mecca. 

Per quanto riguarda la conferenza di Papa Benedetto XVI a Ratisbona: la lessi la prima volta, da solo, in treno tornando da Lipsia a casa e sobbalzai leggendo quella citazione sulla violenza e mi chiesi se fosse stato saggio da parte di un Papa (e non di un professore di teologia) parlare in quel modo. Comunque Benedetto XVI in un suo posteriore viaggio a Istanbul si espresse, in primo luogo con i gesti, in modo del tutto differente. 

È vero che il terrorista norvegese Breivik non ha un pubblico esteso come nel mondo mussulmano forse hanno i terroristi, ma è vero che la rete è piena di cristiani pieni di odio e violenza che se si prendesse sul serio quello che dicono si potrebbe pensare che sono tutti futuri terroristi - grazie a Dio loro stessi non prendono sul serio ciò che dicono. Poi taccio sulla retorica cristiana di presidente americani che hanno fatto guerre linguistiche e di armi che vivono della stessa logica terroristica: o con me o contro di me! 

Sono comunque grato a Renato per la disponibilità di dialogo con me, un piccolo curato, no insegnante di campagna, in una terra con 80 % di non battezzati. 

Anch'io con Papa Francesco non voglio far "entrare i lupi nel gregge", ma credo con Balthasar che "solo l'amore è credibile", anche nei confronti dell'Islam che intende se stesso, come sanno (perché lo si sa anche in cielo, pur sperando che padre Paolo sia ancora in vita) Padre Dall'Oglio e il beato Padre Christian de Chergé, come obbedienza alla misericordia divina. Non la maledizione medievale, ma l'originario messaggio e di tenerezza di Cristo può e salva il mondo: l'amore vero, diceva sempre Francesco ai Cardinali nel febbraio del 2015, è sempre immeritato, incondizionato e gratuito. "La carità è creativa nel trovare il linguaggio giusto per comunicare con tutti coloro che vengono ritenuti inguaribili e quindi intoccabili". 

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