Caro (...),
Grazie mille per questa e-mail (che annunciava la scuola di comunità prossima), che al momento è il mio principale legame alla "scuola di comunità". Non mi sento molto bene, né fisicamente né psicologicamente (forse è solo fatica, perché faccio troppo) e quindi non posso fare altro che leggere queste pagine della sdc di don Giussani al momento, sapendo che mi permettono di collegarmi con la forma della Chiesa cui sono stato affidato.
Il capitolo sull'apostolicità (in Perché la Chiesa) è veramente geniale; così come la cattolicità è l'estensione spaziale della Chiesa e dei valori, l'apostolicità è l'estensione temporale. Papa Francesco dice che c'è una priorità del tempo sullo spazio e questo vale anche per Giussani. Da un lato, entrambi non pensano che la cattolicità sia una questione di successo, ma anche se la comprendiamo correttamente: una cattolicità senza persone incaricate da Gesù di garantire la continuità dell'annuncio, è solo un'astrazione!
Anche se viviamo un tempo in cui la Chiesa gerarchica si è screditata anche e soprattutto per le proprie colpe, essa rappresenta una "continuità istituzionale" che è un vero miracolo. Ma solo in connessione con Roma! Senza la persona viva del Papa non c'è garanzia di autenticità. È bene che Giussani ci ricordi, però, che la Chiesa di Roma è stata fondata da Paolo (profezia) (!) e Pietro (istituzione).
Come ha detto don Carrón in un importante incontro con i Memores, la conferma della propria esperienza da parte di un dicastero a Roma, potrebbe essere anche solo un "bollino" che non aggiunge nulla di decisivo alla nostra esperienza. E non si può vivere se ci si sente sempre con una spada di Damocle che potrebbe cadere su di te. Non si tratta di una conferma da parte di un dicastero, ma di fedeltà alla propria missione (Gal 2), che Paolo difende, in una certa misura, anche contro una reazione immediata di Pietro. E un dicastero a Roma non è Pietro.
Alla fine del capitolo sull'apostolicità, Giussani legge tutto il cammino: dalla santità all'apostolicità, nel senso del dono dell'unità. Recentemente, in un post sulla mia vita nel mio blog "Libri ed altri ricordi", ho cercato di ricostruire il percorso unitario della mia vita, un'unità che non ha a che fare con la mia coerenza, ma con la Sua grazia. Scrivendo, sono rimasto stupito che il Signore abbia sempre continuato a scrivere pur nelle linee distorte della mia vita. Ho rivisto questo post fino al punto 10 di 17 e ho iniziato ad aggiungere alcune lettere in grassetto e corsivo, in modo che possiate leggere quello che volete.
Non posso e non voglio più vivere con una spada emotiva di Damocle sulla testa, per questo non verrò né al ritiro né all'incontro di Support, perché al momento lo farei solo per dimostrare che anch'io appartengo a questa storia concreta. Ma se qualcuno non ha capito che io ne faccio parte, allora lui è solo uno stupido. Non voglio venire perché uno di voi viene alle cose che progetto io (o può venire e vuole venire, oppure no, vale anche per lui la questione della spada di Damocle). Nel mio post sulla mia vita ho dato gli strumenti per capire ciò che Dio ha scritto nella mia vita. Questo dovrebbe essere sufficiente per capire ciò che è importante per me (e per Lui!).
Sono molto contento che per don Carrón, la traduzione che faccio principalmente per lui, di alcune pagine di Ferdinand Ulrich sia così preziosa. Mi ringrazia regolarmente per essa. In "Dono e perdono" Ulrich ci fa capire che anche l'unità non è una performance umana, ma un dono del Logos concreto e universale. A volte l'unità deve passare attraverso un'umiliazione, come accadde al figliol prodigo, che capì che senza il padre non può vivere affatto, e decide così di toranare a lui, a suo padre, ma senza pretendere di essere trattato come un figlio.
Nel Logos universale e concreto, che è Cristo, si integrano tutti i "valori autentici e umani" e si vedono tutti gli incontri con le nostre sorelle e fratelli, come il Papa ha mostrato negli Emirati e in Marocco, anche di altre religioni, come l'incontro del fiore aperto e della farfalla in arrivo.
Ti abbraccio, se vuoi puoi leggere la mia email a (...) o ad altri. Grazie per seguire il mio blog.
In Domino et Maria, Roberto, un piccolo amico di Gesù
Tradotto con www.DeepL.com/Translator (con lievi e veloci ritocchi miei)
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