giovedì 19 luglio 2018

La grande sfida della libertà nell'educazione

Parenzo. Conosciamo tutti il titolo dell'opera sull'educazione di don Giussani: il rischio educativo. Questo "rischio" viene riproposto in modo vivente e libero da Julián Carrón nella "bellezza disarmata".

Tutta una vita di padre ed insegnante viene "giudicata" da queste pagine stupende sul senso della libertà (cfr. Milano, 2015, 238-243). Educazione è una proposta chiara, fatta con autorità e critica, cioè da verificare. 

La proposta è chiara. Nel lignaggio di Giussani- Carrón: fare una proposta che tocchi il "punto infiammato" (Cesare Pavese) nell'uomo. Il suo cuore capace di verità, bellezza, giustizia. Nel linguaggio mio alla sequela di Ferdinand Ulrich: una proposta che riguardi l'essere come dono di amore gratuito. Un essere che si articola nei vari trascendentali che nella trilogia di Balthasar sono: la bellezza, il bene della libertà e il vero. Il nostro cuore ha bisogno solo di questo: di una proposta bella, libera, vera, giusta, insomma una proposta di amore gratuito. Un amore che non tiene fermo a se stesso come un "tesoro geloso", ma che diventa "sostanza": nelle pietre, nelle foglie della foresta, nei diversi tipi di animali ed infine nell'uomo! 

La crisi più evidente oggi nel mondo ecclesiale è la mancanza del senso dell'autorità, non solo quella del Papa, ma quella personale e quotidiana di cui ti accorgi se giudichi con il tuo cuore ciò che ti capita offline ed online. Un'autorità è una "presenza che sfidi il "punto infiammato" per lanciarmi verso quella "meta ambiziosa" a cui, io per la mia struttura umana sono chiamato"( Carrón, 239). La meta ambiziosa consiste nel corrispondere gratuitamente all'Amore gratis che mi chiama per nome. L'autorità genera "novità, stupore rispetto": nel quotidiano c'è se ne accorge subito, quando il nostro cuore non è coperto da strati di ideologia e cattiva educazione chi sia colui che ha questa autorità. Anche nella rete c'è se ne può accorgere. Quando io "blocco" delle persone in Facebook lo faccio come estremo tentativo di educazione. Alcuni si chiedano chi sia io per dare un certo giudizio? Uno che tenta di parlare come piccolo amico di Colui che ha riconosciuto l'Autorità massima: il Padre! 

Questo non significa che si debba essere d'accordo con tutto ciò che dice una persona autorevole. Anche un'autorità può dare un giudizio sbagliato, ma il metodo non è neppure quello di "convincere l'altro". Il metodo è sempre quello "di due libertà in rapporto tra di loro". Che come tentativo cercano di mettersi all'ascolto (!!!) non manipolatore del "punto infuocato" dell'altro.

Non manipolare è prendere sul serio la sfida della critica. Critica però non è dare spazio alle volgarità dell'altro, ma confronto serrato con il punto infuocato stesso: "la critica è il confronto di ciò che viene proposto con il desiderio del cuore" (Carrón, 240). 

La mia critica "politica" a Salvini (non escatologica! Chi sono io per giudicare chicchessia a livello escatologico?)  consiste nel fatto che egli ha un modo di tirar fuori l'odio critico dalle persone che è l'esatto opposto dall'amore critico che ho imparato dai miei grandi maestri (in primis da Adrienne, Ulrich e Giussani).  

Cosa è la libertà? Lascio parlare Tagore citato da Carrón: 

In questo mondo coloro che m'amano
cercano con tutti i mezzi
di tenermi avvinti a loro.
Il tuo amore è più grande del loro,
eppure mi lasci libero! 

PS Dedico questo post al mio amico Bruno Brunelli, che è al momento la più grande autorità che riconosca nel quotidiano, perché egli stesso segue l'autorità del Padre. A livello ecclesiale ovviamente come membro della Fraternità di CL seguo il suo presidente con cui mi confronto quasi quotidianamente. 

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