lunedì 2 luglio 2018

Cinque giorni nelle Dolomiti per parlare di e vivere la libertà - in dialogo con don Julián Carrón

Mestre. Nella notte mi venivano in mente immagini e momenti della cinque giorni con tanti giovani, a partire dalla settima classe fino all'università, trascorsi a Campestrin di Fassa. Una ragazza era appena tornata dalla Siberia, un'altra era venuta da Londra. C'erano anche alcuni genitori e colleghi. In questo anno la gita nelle Dolomiti (due anni eravamo sul Monte Baldo) ha compiuto 15 anni. In tedesco la chiamiamo: religiös- philosophische Wandertage. 

Con questo post vorrei solo presentare alcuni momenti, che mi sembrano siano stati particolarmente importanti, ma in vero forse le cose più importanti nemmeno si vedono. Perché accadono nel cuore di ognuno. 

La conferenza di Stephan Scholz (Support International, AVSI), che abbiamo fatto ascoltare a tutto il gruppo, l' avevo già accennata nel mio post sul mito della Germania forte. Non ho preso appunti ma mi ha colpito molto la situazione complessa e multireligiosa del Libano, le conseguenze dell'arrivo di così tanti migranti (accolti con grande generosità) e in modo particolare di sunniti dalla Siria, che mettono in crisi il delicato equilibrio politico e religioso del paese,  la figura di Jocelyn Khoueiry che da ribelle rivoluzionaria diventa una ribelle in Cristo ed infine il progetto in Sarada - Marjayoun (cfr. http://www.supportinternational.de/2018/02/not-intervention-nach-starken-regenfaellen-in-sarada-libanon/ ) in un campo tende in cui dopo i periodi di pioggia le "strade" erano ridotte a pozzanghere. Era importante per me far comprendere ai ragazzi la necessità di aprire i propri orizzonti e che anche in situazioni drammatiche è possibile coltivare quella speranza di cui parla il Dio Padre di Peguy citato da Julián Carrón nella "Bellezza disarmata": "Conosco bene l'uomo (...), è uno strano essere (...) non è troppo cattivo (...) ma quello che non gli si può chiedere, Dio buono, è un po' di speranza, un po' di fiducia insomma, un po' di distensione, un po' di resa (...) Lui si irrigidisce" (ibidem, 198). Per un miracolo continuo che agiva in tutti i cinque giorni, anche se ovviamente con piccole crisi, i miei giovani non si sono irrigiditi ed hanno ascoltato con grande attenzione. 

Hanno ascoltato anche con grande attenzione i tre impulsi prima dei 40 minuti di silenzio: del parroco Andreas Tober, mio e di Stephan Scholz. Il parroco ha parlato della comunione e solidarietà nella vita di una comunità, Stephan ed io di libertà e del rapporto con il Mistero. Libertà orizzontale che deve tener conto della libertà degli altri. Una ragazza della settima classe (13 anni) mi ha ripetuto, mentre si parlava di altro, la definizione di libertà che avevo dato: "Ci sentiamo liberi quando vediamo sodisfatto un desiderio" (ibidem, 187); ero un po' sorpreso che anche i giovanissimi avessero ascoltato con grande attenzione (anche se alcuni sono rimasti un po' in disparte nel gruppo). 
Libertà verticale che è la presenza, come "diretto rapporto con l'infinito" (ibidem, 195), di Dio in noi. Ho posto la domanda  se nel loro cuore e nella loro esperienza vi sia spazio per questo Mistero che garantisce una libertà infinita. 

Anche le visite (con tre ragazzi) nell'ospedale di Cavalese sono state occasione per approfondire il tema della comunione e della libertà. Il desiderio sarebbe di non andarci all'ospedale, ma vi è un modo di andarci che è libero ed un altro che è solo obbligo. È libero quando ci si mette al servizio dell'altro senza farlo pesare. 

La dottoressa, Doris Königer Schmitt,  che è venuta quest'anno con noi e il nostro bidello, Maik Wötzel, ci hanno fatto riflettere sull'importanza del rispetto della nostra casa comune, la natura. Con la dottoressa avevamo visto qualche giorno fa il bellissimo film di Wim Wenders su/con Papa Francesco. Riferendosi a questo film Schmitt ha detto che le scelte ecologiche non sono solo dei grandi, ma anche di noi tutti e che avremmo potuto rinunciare alle borse di plastica del lunchpaket. Wötzel ci ha ricordato l'importanza di camminare di camminare solamente nei percorsi stabiliti. Libertà non è fare ciò che "ti pare e piace". Chi ama una persona, ma anche la natura lo sa. 

Durante la Santa Messa - che abbiamo proposto come "obbligatoria" solamene alla domenica - celebrata ogni giorno sono venute persone anche non cattoliche (anzi per esprimersi meglio, i cattolici sono pochissimi nel gruppo): questo ha creato una situazione teologicamente delicata. Una collega cattolica, Dr. Bettina Jee, ritene che non si possa rifiutare la comunione agli altri e in modo particolare ai cristiani di altre confessioni. Nell'anno precedente si è astenuta dal fare la comunione - per un'idea di uguaglianza - quest'anno, senza annunciarlo (io per esempio me ne sono accorto subito)   ha dato un pezzo della propria comunione ad alcuni dei presenti. Personalmente non ritengo che questo sia un atto davvero libero - piuttosto si "obbliga" l'altro, per cortesia, etc. a prendere ciò che aveva deciso di non prendere, non essendosi messo in fila per ricevere la comunione. Di fatto nell'ultima gita un ragazzo luterano mi ha chiesto se questa azione della collega fosse legittima. Come responsabile ultimo della cinque giorni mi sono chiesto se avessi dovuto dire qualcosa. Non ritengo che io debba dire agli altri cosa devono fare, tanto più che la comunione è un segno concreto dell'amore gratuito di Cristo. Negli anni precedenti avevamo dato l'avviso che i non cattolici potevano mettersi in fila e invece di prendere la comunione avrebbero potuto ricevere una benedizione, quest'anno il sacerdote non ha dato questo avviso e si è creata questa situazione teologicamente delicata. L'argomento dell'uguaglianza non mi convince per nulla, ma con quale argomento rifiutare ad una persona la presenza concreta dell'amore gratuito di Cristo? Tanto più in giorni in cui si è parlato di comunione e libertà. 

Il dialogo con due studenti di economia di Londra e Lipsia mi ha confortato. Mi sembra che le generazioni giovani non siano per nulla attratte dall'egoismo collettivo che vedo espandersi in Europa (Kurz, anche lui giovane, ma di fatto non tutti i giovani sono uguali, Seehofer, Söder, Orban, Salvini...). 

Mentre ero all'ospedale (con due ragazzi) mio figlio ed altri giovani hanno organizzato una serata di giochi, che mia moglie (lei era stata anche all'ospedale la notte prima)  ha considerato una delle più belle degli ultimi anni. 

Le letture di quest'anno sono state le "Memorie del sottosuolo" di F. Dostojewski  (per i grandi) e il "Fantasma di Canterville" di Oscar Wilde (per i piccoli). Ho proposto una lettura filosofica del testo di  F. Dostojewski. Nella seconda seduta, mentre io ero all'ospedale, ho fatto leggere il dialogo tra la prostituta Lisa e l'uomo del sottosuolo. Mia moglie mi ha detto che ne è nata una bella discussione. 

Etc. 




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