mercoledì 18 luglio 2018

Sulla questione del mio presunto essere catto comunista.

Parenzo. Alle volgarità che gente di CL dice su di me in rete non rispondo (1)  Interessante invece è l'accusa di essere un catto comunista. 
Una risposta a questa critica implicherebbe quasi un racconto di una vita che non posso ovviamente fare qui in un post del blog. Offro solo alcune annotazioni...

1. Il mio primo incontro con un tentativo filosofico di unire cattolicesimo e marxismo è stato quello con Giulio Girardi negli anni 70 (forse il 77) a Torino nella sua casa, quando non era già più salesiano (o per lo meno sacerdote). Lo avevo intervistato per il giornalino della parrocchia, ma il parroco decise di non pubblicare l'intervista, che credo di possedere ancora in una cassetta. L'influenza del suo pensiero sul mio è minima, tanto più che nel 1978 cominciò il mio rapporto epistolare con Hans Urs von Balthasar che riteneva il marxismo di Bloch e Adorno come forme secolarizzate di giudaismo. 

2. La forma di marxismo che ha certamente influenzato il mio pensiero è stata quella di Adorno e Bloch nella mediazione di Francesco Coppellotti. Con l'incontro con Ferdinand Ulrich questa influenza diventa per la mia vita e per il mio pensiero piuttosto di importanza "archiviale". Il che non vuol dire che non vi sia un momento di verità anche in ciò che ho superato. Una certa importanza ha avuto anche la lettura del caso Moro di Leonardo Sciascia. 

3. A livello di esistenza storica personale. La mia famiglia è dovuta scappare dall'Istria quando venne al potere Tito e la famiglia di mia moglie con il comunismo ungherese ha perso tutto: stato nobiliare, ricchezza, etc. Ci si può immaginare quale sia la mia simpatia per il comunismo. 

4. Negli anni del mio incontro con Robert Spaemann ho avuto la fase di pensiero che più assomiglierebbe a quella di una posizione tradizionalista agli antidoti con quella del catto comunismo, che trova nel mio libro intervista del 2012 "Testimone della verità" (Marcianum Press), una documentazione anche in italiano. Sono anche gli anni della mia amicizia con Adrian Walker che mi ha permesso di scrivere nella Communio americana. L'amicizia costante di Ferdinand Ulrich ed anche quella con Adrian ha però fatto si che la mia posizione non fosse mai del tutto tradizionalista.  

5. Gli anni dell'amicizia dei "Contadini di Peguy" - il fattore più importante della mia vita negli ultimi anni a questo livello di discorso - e l'amicizia con il Professor Massimo Borghesi  mi hanno aiutato a vedere nel Vangelo vissuto alla sequela del Santo Padre Francesco il criterio delle cose che ho scritto per esempio anche nel "Sussidiario". E che ho detto come insegnante in un liceo in una regione che faceva parte della DDR. 

6. Il libro che più ha formato il mio pensiero teologico è stato il commento al vangelo di san Giovanni di Adrienne von Speyr. Recentemente ha assunto un'importanza notevole anche la "bellezza disarmata" di Julián Carrón.

Su tutti questi punti ci sarebbe da fare una conferenza. Ma non vi é più nulla di estraneo al mio pensiero degli ultimi decenni che una "teologia politica marxista". Il Logos universale e concreto che è il fondamento del mio pensiero frammentario sull'essere come amore gratuito è Gesù Cristo. Anche le mie posizioni sull' Islam nascono da un confronto con figure altamente cristiane come padre Christian e padre Paolo. 

Etc.

(1) Faccio solo notare a lor signorie che non ho un carattere gentile e che è meglio che non mi rivolgano la parola se mi incontrano nei padiglioni di Rimini, perché è senz'altro possibile che li mandi  a stendere con un tono di voce non particolarmente gentile.

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