martedì 24 luglio 2018

“Siamo diventati presuntuosi e ci siamo scavati la fossa...tanti sono nella tomba con una stupenda proposta educativa”.

Parenzo. “Siamo diventati presuntuosi e ci siamo scavati la fossa...tanti sono nella tomba con una stupenda proposta educativa” (Julián Carrón; La bellezza disarmata, 254).

Un'incontro. Tutti noi in Cl conosciamo questa parola, ma io ho visto pochissimi che agiscono così: che vivono di una preferenza di un incontro e per questo sanno comunicarlo ad altri. Mia moglie, quando ha visto il film di Wim Wenders, meglio quando ha visto lo sguardo del Papa in questo film ha riconosciuto lo sguardo di Ferdinand Ulrich, cioè lo sguardo di Cristo. Nell'abbraccio di don Carrón, a Rimini l'anno scorso, ho visto anch'io lo stesso movimento del cuore. Solo chi ha goduto della preferenza di Cristo sa guardare ed abbracciare così. 

Poi ci si butta nella mischia inforza di questo incontro. Lo vedo in questi giorni nel modo con cui mia moglie sta aiutando un giovane a superare le sue paure. Il modo con cui lei lo guarda e guarda me è così puro che io, che non lo sono, faccio fatica, ma poi per grazia seguo. 

Mia moglie non è nessuno nel movimento, ma io non vedo attualmente in quasi nessuno il carisma vivente di don Giussani come in lei. "Abbiamo incontrato un'attrattiva vincente, una realtà umana che portava dentro di sé un'ipotesi di significato che ci ha trascinati (per mia moglie Ferdinand Ulrich; rg) è stato un fatto così imponente che ha provocato il mettersi in moto di tutto il nostro io. Può essere venuto in tanti modi: una preferenza, qualcosa che abbiamo dovuto riconoscere..." (Carrón). 

In mia moglie vedo questa "preferenza" in atto: quando lei aiuta non aiuta mai in forza di un moralismo, ma di una "preferenza". Quando le chiedo come mai aiuta certe persone la sua risposta è : lei voglio così bene! Incredibile, è qualcosa da far venire i brividi! 

Molto di ciò che conosco invece del Movimento - anche se don Federico mi testimonia che molto è molto sano e cambiato e bello - è invece una traduzione in iniziative e proposte educative di ciò che ci è stato donato: “Siamo diventati presuntuosi e ci siamo scavati la fossa...tanti sono nella tomba con una stupenda proposta educativa”.

Alcuni frasi di don Giussani (poche) sono formulate in modo equivoco, per esempio questa: "La nostra libertà è quella semplicità ed ingenuità per cui non ci stancheremo mai di rivolgerci a chiunque, di ripetere a chiunque l'invito all'incontro, che è definitivo nella vita di un uomo" (cit. in ibidem 253). In sé è vero, ma ho visto la traduzione "ideologica" di questa frase quando per esempio ho portato dei responsabili del Movimento da Ferdinand Ulrich: invece di vedere il suo sguardo cercavano di realizzare un nostro partito, un nostro progetto. Questa non è ingenuità, è volgarità. 

Vero è ciò che dice il don Gius: "Il motivo che ci muove e giustifica la nostra diffusione non è in noi, ma al fondo di noi, là dove c'è un Altro (con l'A maiuscola), Colui che adoriamo. Noi vogliamo non realizzare un nostro partito, non un nostro progetto, ma qualcosa d'altro, di puro, di netto, che non dipende da noi, ma da colui che ci ha fatti" (cfr. ibidem 253). 

Quanta gente perde tempo a fare le proprie battaglie, per l'amor di Dio, anche per cose giuste, per certi diritti e certe persone o contro certi diritti e contro certe persone, ma sbagliano totalmente il metodo e si vede: “Siamo diventati presuntuosi e ci siamo scavati la fossa...tanti sono nella tomba con una stupenda proposta educativa”.

Non vi è nulla di più infecondo ed incapace di una generazione del nuovo che le nostre battaglie contro i nuovi diritti. Mentre solo il si a Cristo vivente, nella preferenza che ci capita, in un avvenimento che non possiamo che accettare perché dirompente anche nella sua quotidianità (l'invecchiare per esempio può essere un metodo educativo me sa bene i priore di Bose), può salvare e salva il modo. Il resto getta solo terra sulla nostra tomba e lo spessore di fango tra l'aria pura e noi diventa sempre più grande, con tutti i nostri simposi e le nostre lotte per ciò che riteniamo vero e che forse è vero. 

Dobbiamo aiutarci a sconfiggere questo pericolo: "ridurre il nostro impegno ad una teorizzazione di metodo socio-pedagogico, all'attivismo conseguente e alla difesa politica di esso, invece che riaffermare e proporre all'uomo nostro fratello un fatto di vita" (Don Giussani, Viterbo 1977, citato in ibidem, 255). Il fatto, l'unico fatto di cui non vi può essere alcuna fake news: dell'incarnazione dell'Amore gratis! 

2 commenti:

  1. Sono perfettamente d'accordo.Chi non ha cariche particolari nel movimento,spesso vive una semplicita'umile ed asseconda meglio la Presenza quando accade..Io vado in pensione dopo 42 anni di servizio in st e fil,pensavo che.previlegiando il mio rapporto con i figli,non avendo responsabilita'in g.s,non potessi far crescere g.s nella scuola.Invece molti miei alunni sono entrati poi nel c.l.u,da soli,come per ritrovare qualcosa vissuto in classe.Io non mi accorgevo che Cristo.entrava in classe,tramite la mia povera persona

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