venerdì 10 maggio 2019

Scandalo e profezia - sul finale del "Perché la Chiesa" di Luigi Giussani

Lipsia. Non voglio parlare in questo post dello scandalo della pedofilia o di questo tipo di scandali (lo ha già fatto il Papa con un documento molto importante: Vos estis lux mundi)   ma di quello scandalo che Romano Guardini, nel riassunto di Hans Urs von Balthasar, esprime così: "negare con ragione secondarie ciò cui per ragioni fondamentali si deve acconsentire". 

Vorrei dire con chiarezza che la mia critica al "sistema Cl", come si esprime in rete e presumibilmente  in molte comunità, particolarmente in Italia, non è di questo tipo. Questo "sistema" legittima, con la critica al moralismo, azioni di peculato ed altre ancora più gravi come se fossero la normalità della vita cristiana. Come se questo fosse il "carisma" di CL. Esso critica violentemente o nascostamente il Santo Padre Francesco (per esempio con nostalgiche contrapposizioni tra Francesco e Benedetto XVI), in un modo che non è conciliabile con la teologia e il modo di essere di Don Giussani. Esso è una tessera di quel mosaico che a livello nord americano sta cercando di affondare il papato di Francesco. Con questa critica non metto in alcun dubbio né la guida ultima di don Julián Carrón, né la paternità di don Giussani che nasce per me in modo inequivocabile in un momento di preghiera forte alla tomba di von Balthasar a Basilea e che  si è realizzata e si realizza nell'amicizia dei Contadini di Peguy e nel rapporto quotidiano con i miei figli e mia moglie, che sono per me la forma prioritaria di appartenenza alla concreta storia del Movimento. Ma ho coltivato e coltivo anche amicizie con altre persone del Movimento che mi sono molto care (anche se hanno idee politiche che non condivido).  A livello politico questo sistema sostiene forze ultra tradizionaliste (partito della famiglia) o di destra (Lega...). direttamente o indirettamente (quelli che si richiamano all'eredità di Berlusconi, che è ormai al tramonto).

Criticare questo "sistema" non è alcunché di secondario, ma di primario: è profezia! Anche per degli errori strategici o psicologici miei, vengo trattato, da chi ritiene che tutto va bene, come uno che rompe le scatole, a cui si può far aspettare per mesi o anni una risposta, che esagera (a volte o sempre), che si deve in qualche modo integrare, ma per la carità a cui si deve applicare la frase: "ci sono dei passi che possono, ma che non devono essere fatti", insomma se Graziotto non capisce i motivi "ragionevoli" che Giussani ha sviluppato nel "Percorso" è lui il problema. Ma Graziotto non centra nulla, centrano quei capi che da 25 anni o più guidano una comunità, praticando un vero e proprio mobbing contra chi ostacola questo "sistema". Se fosse solo per me cercherei di chiedere con Adrienne "che sia io disprezzato e tenuto in poco conto" (citato in Prefazione di Jacques Servais al libro di Suor Cristiana Dobner, Nella via mistica di Adrienne von Speryr, Torino 2019, 7), ma questa richiesta personale di santità non toglie le responsabilità nel "governo della Chiesa" o di una parte di essa. 

Nella mia "vita", Libri ed altri ricordi, ho cercato di applicare alla mia persona la stessa esigenza di autenticità che richiedo agli altri. L'esigenza più profonda della vita cristiana, secondo padre Servais: "nudus nudum Christum sequi" (ibidem 7). Certo la nudità di Cristo è del tutto "vergine", la mia è frammischiata con elementi di "nudità erotica", ma non pretendo che nessuno sia senza peccato, richiedo solo un reale atteggiamento di confessione, e per le cose pubbliche pubblico. 

Possa Maria, cui Giussani dedica pagine molto belle nel suo finale del "Perché la Chiesa", con il suo assenso, con il suo fiat, con il suo sì, aiutarci ad essere veri uomini di fede e di chiesa, capaci di esprimere un reale e personale: accada di me secondo la Tua parola. Maria non è mai contro Pietro, la dimensione mariana e petrina della Chiesa sono complementari. Ma come ci dice Giussani il suo si non accade nel trionfalismo comunitario, ma in quella "solitudine" che Ignazio chiama il "solus cum solo"! Gli altri che diranno si al Signore non c'erano ancora, verranno trent'anni dopo, gli altri che aveva intorno a se, non capivano le sue "ragioni". Proprio in quella giovane donna veniva rivelato il metodo di Dio: raggiungerci attraverso persone concrete ed un'esperienza concreta, che non necessariamente è quella conosciuta da molti o dai capi! 

Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam!  Lo Spirito di Dio soffia dove vuole, ma sempre in volti concreti ed in un'esperienza concreta di preghiera e comunità. 

PS

Caro Massimo, 
non avendo ancora letto (per intero) la biografia intellettuale che de Lubac scrisse sul suo percorso di pensiero e di vita, non avevo così presente la sua fase di militanza contro il nazismo, che mi sembra molto attuale perché fa vedere l’impossibilità di conciliare il pensiero pagano nazionalista dei nazisti o di chi si voglia con quello cristiano. 

Ovviamente le epoche storiche non si ripetono tali ed uguali; il nazionalismo odierno, sia negli USA sia nella Russia, si combina con un pensiero cristianista, ma c’è un punto secondo me di contatto forte: „il tentativo manifesto di paganizzare il cristianesimo“ (cfr. Ateismo e modernità, 45). Trump e Putin stanno, mutatis mutandis, mettendo in opera la „sociologia“ di Comte, in cui il cristianesimo di fatto collabora ad un progetto politico che tradisce del tutto la sua natura „evangelica“, cioè di servizio e non di volontà di potenza. Un progetto che vuole la sottomissione delle domande del senso religioso (cosa giudica il mio cuore come vero, buono, bello?), pur se praticata con il rosario in mano. 

Nei „Contadini di Peguy“ stiamo ritornando di nuovo alla soglia dei 1500 membri ,che avevamo già raggiunto, perché moltissime persone del Movimento se ne sono andate, perché ci giudicano troppo di sinistra. Il nostro "lavoro militante“ in rete ha un cuore del tutto non militante, ma di testimonianza - la sequela del Papa, ma certamente nel suo momento militante, come si vede in modo particolare dalle frasi che pubblica ogni giorno Angelo Lucio Rossi, è un invito alla resistenza simile a quello dei „Cahier du témoignage chrétien“, che ho pubblicato oggi nel gruppo. 


"Noi dichiariamo
- e nessuno può contestarlo seriamente - che ogni "collaborazione" economica o politica con il potere nazista, in circostanze in cui collaborazione significa sottomissione, porta con sé un pericolo prossimo di sottomissione nel campo della cultura. Ora la "cultura"nazista è fondamentalmente anticristiana, e sia le reiterate dichiarazioni dei capi nazisti sia le loro azioni ripetute non sono, a questo proposito, per nulla rassicuranti.
Vogliamo dunque mostrare a tutti i cristiani, ed anche a quelli che, senza essere credenti, sono attaccati più di quanto pensino ai principi di una civiltà cristiana, che, su questo piano dello spirito, si deve resistere ed organizzare la resistenza al nazismo". 
Cahier du témoignage chrétien,, a cura di Henri de Lubac, 1942,
citato in Massimo Borghesi, Ateismo e modernità, Milano 2019, 39-40

Per quanto riguarda la discussione filosofica sulla genesi dellateismo tra Maritain e Del Noce, credo che abbia ragione Del Noce. Marx è dapprima ateo, per via di quella che chiami la logica delle essenze, e non ribelle contro il male del mondo. Sarebbe interessante vedere come giudichi la filosofia di Ernst Bloch - è un erede della critica al clericalismo, come Proudhon o è un erede di Marx? O entrambe le cose? Cosa è l’"Ateismo nel cristianesimo di Bloch?  Un passaggio della storia delle eresie o eredità marxista? 

Interessante sará per me capire come giungi al tema della modernità come reazione legittima versus le guerre di religione. Nellintroduzione al volume parli di due modernità - una che non conduce per nulla allateismo conseguente. Quella che de Lubac ha visto nella figura della dignità umana di Pico della Mirandola, etc. 

Molto interessante è anche la differenza che pone Del Noce tra critica al clericalismo ed ateismo. Il primo non ha una forza politica e perde il contatto con le masse. Come ogni forma di pessimismo religioso il primo è critico aspro della tecnica, il secondo invece interpreta il mondo in termini di pensiero tecnico. 

La forma di paganizzazione della religione, delluso del cristianesimo per una teologia della prosperità, della sua sottomissione a progetti di egoismo collettivo non si esprime con l'ateismo conseguente e scientifico come è successo nel bolscevismo e nello stalinismo (di stampo nazionalista e per nulla più internazionale, come si vede anche nella polemica tra Stalin e Tito). Una figura come Putin si sviluppa da ufficiale del KGB verso nazionalismo russo con tinte religiose: questo è possibile perché ciò che muove il cuore di questo uomo non è la exinanitio cristiana, ma la volontà di potenza, che egli ha saputo simulare, già dai suoi anni in Dresda, quando questa potenza stava per sparire, nella sua forma bolscevica e stalinista. Anche Trump non ha il minimo senso della exinanitio cristiana e dellessere come dono gratuito. Gli imperatori di questo mondo si servono insomma dei cristiani dandogli ragione in alcuni temi (negazione dellaborto, difesa della famiglia), per usarli per un progetto politico, a cui sul piano dello spirito (de Lubac) non possiamo che resistere. Anche se forse a livello della logica delle essenze non sapranno esprimersi al livello di un Marx.

In un post di questa mattina sul finale del Perché la Chiesa di Don Luigi Giussani ho cercato di far vedere come tanti nel Movimento non hanno la minima idea di essere un tassello di questo tentativo di riduzione della religione ai desideri degli imperatori.

Un abbraccio, Roberto 

2 commenti:

  1. A proposito del capitolo finale di "Perché la Chiesa"... Mi colpisce molto (quasi fino alla commozione) che questa parte (che non c’era nell’edizione originaria degli anni 90) sia stata aggiunta da Giussani solo nell’edizione del 2003 (anche le date mi sembrano interessanti rispetto a quanto tu dici nel post). Giussani spiega il perché di questa aggiunta nell’introduzione: “Senza la Madonna non potremmo intendere nulla del senso religioso né della pretesa cristiana, tanto meno della Chiesa, che all'uno si pone come risposta e dell’ altra come permanenza nel tempo della storia umana fino all’ultimo dei giorni. Per questo abbiamo voluto aggiungere a conclusione di questa nuova edizione del volume sulla Chiesa un breve capitolo su Maria di Nazareth, quasi un’apologia della sua grandezza per gli uomini e il mondo.”.
    Tutto quello che nel libro era difficile da capire diventa immediatamente semplice: “Ciò che dappertutto altrove sarebbe un duro sforzo / Qui non è che semplicità e quiete” - Peguy, of course :-)

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    1. Mille grazie, infatti nell'edizione della Jaca Book, che ho io nella mia biblioteca, questa aggiunta non c'era; l'ho letta solo in tedesco e per questo non la ho citata per esteso; grazie che l'hai fatto tu. Aggiungo al mio post una Email che ho appena mandato al professor Borghesi.

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