giovedì 6 settembre 2018

Il "grande Hans Urs von Balthasar" (Magister) si sarebbe arrabbiato come una iena leggendo l'articolo di Magister "Immaginazioni"

Lipsia. Il "grande Hans Urs von Balthasar" ( Sandro Magister) si sarebbe arrabbiato come una iena leggendo l'articolo di Magister: "Immaginazioni. Se invece di Bergoglio avessero eletto papa il cardinal Scola".  Questo articolo è un esempio di "mezze verità" e di incapacità assoluta di comprendere lo stile teologico e spirituale del Papa, sia in ciò che dice che nei suoi silenzi. Ovviamente Magister può pensare ciò che vuole, ma richiamarsi al "grande Balthasar" per far comprendere che il Papa si sbaglia gravemente a non comprendere il legame eucaristico fondante il matrimonio tra Cristo e la Chiesa, mi irretisce. 

Non avendo letto il libro di S.E. Cardinal Angelo Scola (Angelo Scola, "Ho scommesso sulla libertà. Autobiografia", Conversazioni con Luigi Geninazzi, Solferino, Milano, 2018), du cui parla l'articolo di Magister ( http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it ) vorrei esprimere a livello dei contenuti solo una perplessità. Angelo Scola viene così citato: "Vorrei partire da quel che ritengo il cuore del problema, vale a dire il legame sostanziale tra matrimonio ed Eucarestia, in quanto sacramento dell'amore nuziale tra Cristo e la Chiesa".

Questa frase non viene compresa, oggi, quasi da nessuno, anche nel popolo ferito di Dio, tantomeno dal giornalista che la riferisce. Questa frase per quasi tutti è equivalente a quest'altra: "il legame sostanziale tra gli elefanti e le mucche fonda il matrimonio indissolubile". Papa Francesco tiene semplicemente conto di questo e per questo fa un tentativo di avvicinamento emozionale, a livello di cambiamento della disciplina e non della dottrina e a livello del discernimento personale, fa un passo verso i "divorziati risposati". 

Non sono un teologo e non so giudicare se nell'Amoris laetitia sia tenuto presente a sufficienza il fondamento eucaristico del matrimonio; so che nel capitolo quarto il Santo Padre offre una riflessione teologica spirituale perché il grande inno dell'amore gratuito di San Paolo prenda carne nella vita degli sposi. Ciò non cambia nulla della dottrina cattolica sul matrimonio, ma permette che l'amore gratis, che è Cristo stesso, diventi "carne" per noi sposi. 

Il "grande Balthasar" ci ha fatto comprendere che nell'amore sposale di Cristo per la sua sposa, cui viene gratuitamente offerto il corpo eucaristico del suo amore come cibo per molti, nella speranza per tutti, è inclusa la disponibilità di Cristo di scendere per la sua sposa e per il mondo nel nulla terrificante della melma dell'inferno in cui non vi è più forma, ma solo la presenza invadente del male. In quella melma Cristo risorge, inaspettatamente  come "speranza per tutti". Si la Chiesa tiene conto del dolore anche dei "divorziati risposati", perché il suo Signore è sceso la dove tutte i peccati e tutte le ferite del mondo vengono immerse nella "giustizia di Dio" (l'inferno). 

Già il titolo dell'articolo fa vedere che Sandro Magister sta offrendo il 77enne Cardinal Scola come futuro Papa e non solo come immaginazione di una sua scelta fallita a quel mondo ecclesiale che vuole affondare Francesco. Dato lo "stile teologico" di Scola, che gli ha permesso, in dialogo con un giornalista, di prendere distanza da un documento pontificio, credo sia opportuno che egli si distanzi da questo articolo di Magister, anche pubblicamente. Se no si potrebbe pensare che lui stia a disposizione di questo mondiale attacco al Papa, pur nella differenziazione della sua critica da quella dei "dubia". 

Per quanto riguarda il "grande Balthasar" egli accetto il berretto cardinalizio pur essendo cosciente che morirà (a Roma vogliono che diventi cardinale, nel cielo sembra che vogliono altro, scrisse ad un amico). Non ho mai incontrato nella mia vita una persona così libera, così santa, così profonda, che è stata per me incarnazione vivente  di quel detto di Ambrogio che il cardinal Scola citò, commosso (1), alla presenza di Papa Francesco a Milano: "ubi Petrus, ibi ecclesia, ubi ecclesia vita aeterna"! 

PS


Non esiste una ontologia forte cristiana, tanto meno un' "essenza reale" - esiste la realtà. Su questo aveva ed ha ragione Gianni Vattimo. Esiste solamente un concreto dono gratuito dell'essere, che diventa "sostanza" nelle pietre, negli animali, nelle persone e certo anche negli sposi. Questo dono dell'essere è un "dono di discesa", analogo alla discesa del Figlio che pur essendo di natura divina non considerò quest'ultima un "tesorogeloso" da difendere contro qualcuno. 

Negli sposi questo dono è anche in analogia con l'amore gratuito di Cristo per la sua sposa. Forse in un certo senso si può parlare di "fondamento", io parlerei di "missione": gli sposi vengono "mandati" nel mondo per testimoniare questo amore gratuito! Alle volte si fallisce, ma proprio per questo fallimento è venuto Cristo. 
Ovviamente non vi è una superiorità della psicologia o della disciplina per regolare questo fallimento, perché l'unica priorità che il cristiano conosce è quella ontologica - per questo Giussani e Balthasar hanno cercato di esprimere un'etica ontologica. 
Ma per motivi ontologici, cioè per quel "medesimo uso delle parole essere e nulla" (Ferdinand Ulrich, il più intimo amico di Balthasar) - sto parlando del "nulla" dell'amore gratuito, non del nichilismo, quello che rivela il linguaggio quando ad un ringraziamento rispondiamo che "non fa nulla" - dicevo per motivi ontologici si può formare la "disciplina" in modo tale che non diventi un peso insopportabile, ma essa stessa espressione della gratuità dell'essere. 
Questo possibile solamente nel discernimento personale, non in una dichiarazione generale, perché ciò presupporrebbe una "ontologia forte".

(1) Come con grande commozione ha difeso il Santo Padre a Rimini, come mi è stato riferito. Andrea Tornielli ha scritto un bel articolo su questo nuovo libro del cardinal Scola: http://www.lastampa.it/2018/09/06/vaticaninsider/scola-i-cardinali-devono-accompagnare-e-sostenere-il-papa-WNBYJDCM1r9mHWYn3huQuN/pagina.html

PS Ancora una parola sul cardinal Scola, indirettamente, in forma di una lettera ad un'amica: 

Carissima (...), 
è stata anche per noi una grande gioia essere da voi. Don Carrón insiste tanto sulla „presenza“, una „presenza che accade oggi“ - i discepoli hanno visto tanti miracoli, ma non servono loro. Uno può aver fatto parte di tanti Esercizi è ciò non diventa una presenza. Nel salmo 63 (62) che preghiamo spesso nelle Lodi del canone romano, c’è un verso importante:   „ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata e senz’acqua“. Il cardinal Scola ha detto nel suo libro che al cospetto del cadavere bistrattato dall’incidente di suo fratello si è chiesto se un corpo così potrà risorgere ed ha parlato del dubbio che ci sia solo „corpo“ e dopo il corpo nulla. Suppongo che quando (vostro figlio) esagera, voi come genitori vi sentiate anche solo corpo, come nelle notti quando non si riesce a dormire e si sente tutto il desiderio della carne e non si riesce ad acquietarlo. O quando il nostro corpo è così stanco che anche l’anima e la sua sete non arrivano più a penetrarlo. 
Il 17.9. è il giorno della ascesa al cielo di Adrienne (secondo me già con il suo „corpo nuovo“ di cui parla la Liturgia ricordata dal Cardinal Scola); Le chiedo che ci sia realmente „compagnia“ che rende il Signore presente. 

Tuo, Roberto 

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