giovedì 27 settembre 2018

Luigi Giussani è morto, kata sarka, nel lontano 2005

Lipsia. Una delle difficoltà che ho nel dialogo con alcune persone del Movimento di Comunione e Liberazione è quando citano don Luigi Giussani come un guru. Si citano alcune frasi di lui, dette con la sua voce rauca, come se ciò fosse la dimostrazione che quella frase o quelle frasi non siano superabili. 

Una volta un amico mi mandò una registrazione con la voce viva di Hans Urs von Balthasar; entusiasta, telefonai a Ferdinand Ulrich, uno degli amici più intimi del maestro di Basilea, chiedendogli se volesse ascoltare la registrazione. La reazione mi stupì: no, grazie. La sua voce in cielo è ora diversa. 

Giussani non avrebbe voluto che lo si trattasse come un guru; ha voluto insegnarci un metodo per affrontare personalmente la nostra sequela personale a Cristo. Il nostro momento storico lo affrontiamo noi, come lui affrontò il suo. Certo vi sono alcuni criteri fondamentali che durano nel tempo, quelli che don Julián Carrón ci aiuta a comprendere con Esercizi ed allocuzioni varie. 

L'esigenza di dire quanto scrivo nasce dopo un intervento che abbiamo pubblicato dai "Contadini di Peguy". Obiezione: Giussani non avrebbe preso sul serio cosa c'è scritto nella stampa borghese. A parte che non è vero, almeno non lo è in assoluto. Quando leggeva Pasolini, nella stampa borghese, saltava sulla sedia per l'entusiasmo, etc. A parte che don Julián Carrón si esprime anche nella stampa borghese, anche per dire cose che sente come vitali per il Movimento di Comunione e Liberazione. Ma ciò che versante conta è la "cosa stessa": in questo caso un'analisi gigantesca e precisa di come il mondo tradizionalista, anche quello che si identifica con la Messa tridentina, sia allo sbando nel giudizio sul significato di questo pontificato così "francescano", così "evangelico. 

Anche il grande Robert Spaemann da cui ho imparato ad amare anche la Santa Messa nella tradizione tridentina e che vedeva in essa un criterio di autenticità e fecondità nella Chiesa, ha dato giudizi sul Santo Padre che sono del tutto sbagliati.  Che vengono da una gnosi e non dall'amore gratis! 

Vi sono frasi "tradizionaliste" in don Giussani, ma non sono quelle sue forti, quelle che vengono dal cuore del carisma stesso. Questo non è motivo di scandalo, perché anche lui era figlio del suo tempo. Noi "Contadini di Peguy", nel  nostro piccolo forum in Facebook, abbiamo lanciato una sfida: a differenza dal 68 l'attacco al cuore della Chiesa non viene dalla sinistra, ma da destra. O se si vogliono evitare queste categorie politiche superate: viene dai tradizionalisti. 

Certo si può criticare il Santo Padre, nelle dovute maniere e nel dovuto rispetto: come figli della Chiesa, meno come padri - di questi padri ne vedo pochi all'orizzonte. 

Vivo da 17 anni nella diaspora della ex DDR con 2% di cattolici. Oggi mi ha detto un allievo che ha cercato il dialogo con me, perché si trova in una grande depressione, che gira la voce che io sia stato molto missionario in questi anni. Insomma che si debba diffidare di me. Chiaro che lo sono stato e lo sono, perché non esiste un cristianesimo non missionario, negli anni ho imparato però ad evitare ogni forma di proselitismo e la libertà dell'altro l'ho sempre rispettata. Parlando con lui, però, mi sono accorto di quando sia diventato libero nel giudizio.  Il ragazzo non è battezzato, ma ha un giudizio "assoluto" su tutto, per cui ho dovuto ad aiutarlo a fargli capire che nel momento spirituale in cui si trova deve imparare a vivere in modo meno assoluto le sue scelte, sia nella scuola che nella vita affettiva. Ripetergli che l'amore è per sempre non sarebbe servito a nulla, per cui lui, che tra l'altro, come dicevo, non è battezzato, non ha per nulla la capacità di amare per sempre, etc. Sono stato un  cattivo maestro che non gli ha insegnato la vera dottrina cattolica? Spero di no, spero di essere stato un uomo che ha fatto un passo con lui che un giorno forse lo porterà alla verità, accettando i limiti del nostro precario esistere. Con questo mi sentivo fedele al carisma di don Giussani e non un traditore, sebbene abbia forse non detto le cose che avrebbe detto allora don Giussani. 

Se Cristo, che è l'unica verità assoluta, davvero opera, allora opererà ed arriverà al suo cuore (di questo ragazzo), senza alcuna forzatura proselita da parte mia. 

Roberto, un piccolo amico di Gesù 

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