lunedì 11 marzo 2019

I "memores Domini" e don Julián Carrón. Una nota personale

Lipsia. 12.3.19 Questo post mi ha causato molte critiche. Dopo aver assistito per mesi ad una grave crisi sia a livello di Chiesa universale (scandali sessuali) che a livello di Movimento (scandali di abuso di potere) ho sento l'esigenza di chiarezza e trasparenza, quando mi è sta fatto notare questo nuovo problema, che comunque, è e rimane una chance. Non si è cristiani e non si appartiene alla Fraternità o ai Memores per una decisione di un dicastero, come Paolo non è andato dapprima a Gerusalemme dopo che il Signore lo ha chiamato, ma è andato nel "deserto" dove si è fatto guidare da Gesù, che oggi ci parla anche attraverso Pietro nel suo invito a superare ogni autoreferenzialità. In questo post ho rinviato immediatamente a quel incontro del 7 marzo del 2015, perché secondo me esso non è stato realmente recepito da tanti di noi, ma è diventato oggetto di gossip. Con questo mio post non volevo aumentare il gossip, ma per l'appunto riflettere in modo aperto e trasparente, nella coscienza che chi davvero conta è Lui! Ora vado a fare un'ora di silenzio da Gesù eucaristico, ma ho voluto aggiungere queste righe al mio post di ieri e alla aggiunte di questa mattina.

I "memores Domini" e don Julián Carrón

Mi ha scritto un amico:

Don Carrón non ha potuto tenere gli esercizi dei Memores in quanto il vaticano (la commissione del Vaticano che segue queste associazioni) gli ha impedito di farlo per cumulo di cariche... questo in seguito a una lettera di Memores dissidenti al Vaticano in cui accusavano Don Carrón di essere diventato un dittatore".

1. Se questo vero, è questione molto grave. In primo luogo per la modalità con cui il Vaticano avrebbe agito. Come reazione ad una lettera di "dissidenti". Il Vaticano poi, qualora ciò fosse vero, deve stare attento: un certo stile di decisioni (a livello burocratico) che può essere chiamato solo con un nome: "clericalismo", non è quello che possono permettersi nella Curia dopo gli scandali degli ultimi decenni. Comunque io ho completa fiducia nel Papa e se rimane legato a lui anche della Curia, per un chiaro motivo: Ubi Petrus, ibi ecclesia, ubi ecclesia vita aeterna!

2. Poi per il tipo di accusa. Che il responsabile della Fraternità non sia un dittatore è per tutti evidenti; se gli si può fare una critica è piuttosto quella di avere una certa debolezza di governo, ma anche questa deve essere fatta da "figli" e non da "dissidenti".

3. I Memores come li ho percepiti io nella rete ed in alcune confidenze (dall'America all'Italia) hanno bisogno di una guida "forte" che segua il Papa completamente. Se vogliono essere un "gruppo adulto" devono comportarsi come tali, in rete e in politica. Quello che il Papa aveva detto a CL nel 2015 vale in modo particolare per loro: «Però ricordate che il centro non è il carisma, il centro è uno solo, è Gesù, Gesù Cristo! Quando metto al centro il mio metodo spirituale, il mio cammino spirituale, il mio modo di attuarlo, io esco di strada. Tutta la spiritualità, tutti i carismi nella Chiesa devono essere “decentrati”: al centro c’è solo il Signore!». E i tre "consigli evangelici"(obbedienza, Verginità e povertà) non sono "spiritualità", ma un metodo per camminare nella sequela di Cristo.

4. Ovviamente ci si può chiedere se una persona che guida una Fraternità presente in 90 paesi del mondo, possa guidare anche un gruppo adulto che ha bisogno di una guida spirituale "stretta", ma questo è un altro discorso. Certo nulla parla contro un ultimo riferimento ideale che nella persona di Don Carrón troverebbe certamente una persona adeguata. Senza Carrón il processo di cui parlava Bruno Brunelli nel suo blog già nel 2013 avrebbe demolito il Movimento completamente: "Quello che è accaduto nel movimento di CL negli ultimi anni è simile a quanto accadde nel ’68. In entrambi i casi un’opzione esterna alla vita della comunità cristiana è divenuta preponderante, più decisiva rispetto agli orientamenti che una comunione viva sapeva generare." (https://brunellob.blogspot.com/2013/03/quello-che-e-accaduto-nel-movimento-di.html?fbclid=IwAR0n2w0EH8hi3ogIPUYgAa2bD6_beFDrxpuT9-3MdklZG6QPrU5BjbQpRQA )

5. «Il cristianesimo non si realizza mai nella storia come fissità di posizioni da difendere, che si rapportino al nuovo come pura antitesi; il cristianesimo è principio di redenzione, che assume il nuovo, salvandolo» (Porta la speranza. Primi scritti, Genova 1997, 119). La presenza in rete di persone che nella propria casa non dovrebbe avere neppure il televisore, non aiuta questa assunzione del nuovo di cui parla Giussani. Perché in rete spesso si vive di "pura antitesi". Piuttosto si potrebbe imparare dai monaci copti, a cui è interdetto di avere blog personali, senza l'autorizzazione del superiore.

6. Con l'arresto di Formigoni, che da quanto sembra da tutto ciò che ho letto non è verosimile che si sia guadagnato la galera, ma è verosimile che abbia gestito un sistema di potere in modo non legale, si accentua in modo radicale la domanda sui "consigli evangelici" e sul "gruppo adulto". Sarebbe veramente disastroso se il grande dono fatto da Dio in Don Giussani (che certamente avrà fatto anche i suoi errori), venisse distrutto da un'incapacità ultima a seguire ciò che sarebbe d'aiuto a tutto il Movimento e che Papa Francesco ci aveva già detto nel 2015, seguendo completamente il giudizio che Giussani - che nasceva da una sinodalità con i suoi amici e maestri e dalla sequela di Pietro, quello "fragile" e realmente esistente - nel corso degli anni aveva dato al suo movimento. Un giudizio che voleva farci uscire dalla narcisistica autoreferenzialità che ci attrae tutti.

PS Mi sento sempre nell'antinomia tra la discrezione imparata da Balthasar-Ignazio e le necessità del dibattito pubblico imparata da Hannah Arendt, proprio sui i "suoi", nel caso Eichmann; questa volta ho rischiato il secondo polo dell'antinomia.

Presa di posizione su alcune critiche che sono state fatte a questo post (12.3.19):

La mia giornata non comincia né con agitazioni né con post nel mio blog, ma con le Lodi in cui imparo che la mia speranza e la mia gioia non sta in me.

Quia in eo laetabitur cor nostrum,
et in nomen sancto eius speravimus.

L'argomento che certe cose bisogna trattarle "in famiglia" ha regalato e regala al mondo scandali su scandali e la copertura di essa. Quando parlo lo faccio perché percepisco una sofferenza ed ovviamente posso sbagliarmi, ma solo chi rischia sbaglia ed ama. Il "sistema CL" di cui ho parlato ultimamente trova proprio nei Memores un terreno fertile, anche se è complesso analizzare le cause di ciò. Ovviamente vi è nei Memores anche un grande umanità ed un grande amore per Cristo, che ho conosciuto personalmente. E con grande gioia penso, per esempio, al fatto, che nell'appartamento di Benedetto XVI ci siano sorelle che ne fanno parte che stanno facendo un grande servizio alla nostra madre Chiesa.

La fonte che ho citato non era il primo imbecille che mi ha scritto per amore di scandalo, ma un'anima sofferente. E visto che non ho la possibilità di telefonare in Vaticano per verificare, ho deciso di usare il post come "verifica". Il cambiamento statuario, che è stato anche espresso nelle critiche fattemi, corrisponde, con un linguaggio più dotto, a quanto mi aveva detto il mio amico. Si tratta di separare i Memores dalla Fraternità; se questa cosa verrà confermata si tratta di una cosa gravissima, che non ha un carattere solo interno, ma riguarda tutti.

Vorrei anche esprimere una parola sulla sfacciataggine di persone che nella mia bacheca, senza esprimere una parola sui miei argomenti (che erano citazioni di don Giussani e del Papa), vorrebbero correggermi o si esprimono con un'arroganza da far spavento. M lasciamo perdere, non ho alcuna voglia di perdere tempo con ciò, anche se mi è costato notte di insonnia, che ho offerto al Signore per i Memores.

Per quanto riguarda le cose mistiche come padre Pio e il divieto fattogli di dire la Santa Messa, che è certamente cosa ben più grave: non ho alcun dubbio che don Carrón sia in grado, con l'aiuto di Dio, di superare le critiche che gli vengono fatte, anche pesantissime, come quella di degenerare il carisma, ma ciò non toglie che le "causae secundae" di un problema possono e debbano essere discusse. Sulla questione della discrezione mi ero già espresso: Mi sento sempre nell'antinomia tra la discrezione imparata da Balthasar-Ignazio e le necessità del dibattito pubblico imparata da Hannah Arendt, proprio sui i "suoi", nel caso Eichmann; questa volta ho rischiato il secondo polo dell'antinomia.

Infine è chiaro che chi sceglie, pur dovendo vivere secondo il consiglio evangelico della povertà, di abitare in case ricche nel centro di bellissime città italiane, fa ferie da nababbo, etc. cada nel mirino della critica. È abbastanza offensivo criticare gli altri (mancanza di discrezione) di cose che hanno l'origine in noi stessi. E poi c'è la questione sollevata da Bruno Brunelli che semplicemente riprendo da un suo post di ieri (oltre che dal rinvio al suo post del 2013 che ho già citato ieri) e che non riguarda solo i Memores, ma anche:

L'argine culturale al cristianismo è stato debole nell'intera Chiesa almeno fino a Papa Francesco, ma anche ora non è forte. Quindi non è che la posizione della guida ufficiale (del Movimento) non sia la più corretta ma in tanti hanno subito il fascino di altre sirene, devo fare i nomi? Capi storici, giornali, ...Quando parliamo di egemonia culturale le affermazioni rischiano di essere soggettive perché non esistoni sufficienti rilevamenti scientifici delle opinioni. La mia valutazione non è gratuita ma è basata su quello che vedo, eventualmente può essere sbagliata, ma non si possono ignorare fatti e affermazioni preoccupanti e largamente condivisi. I numeri li vediamo nel riflesso politico di certe posizioni. Riflesso che si chiama populismo. Ovvero affermazioni senza fondamento che si diffondono come chiacchiere da bar sull'onda di paure indegne di un paese civile di grande tradizione cattolica.
Ieri ho riletto il paragrafo di "Perché la Chiesa" sulla cattolicità. E' di una attualità impressionante, impressionante! E di una diversità dalle posizioni per esempio di Negri e Bannon radicale!
I fatti e le parole dimostrano che molti nel movimento sono cristianisti. Ora delle due l'una: o il movimento è sempre stato così, nonostante Giussani oppure ad un certo punto della sua storia si è verificato un cambiamento.
Questa era la tesi dello scritto del 2013 e questo mi sembra ancora più evidente.


Vorrei infine citare una cosa che mi sta particolarmente a cuore quando parlo della mia amatissima fraternità di CL:



1. Per una scomparsa salutare di CL! 
Per il resto le correzioni, forti e delicate, che sono risuonate in piazza S. Pietro, hanno un valore liberante per coloro che sono oppressi dai legalismi e dai dispotismi che caratterizzano l’involuzione dei fenomeni comunitari. Consentono di superare quei processi di autoglorificazione – «Io sono Cl» – in cui le identità si solidificano come pietre. Rileggendo la biografia che Savorana ha dedicato a Giussani è possibile cogliere passi in cui non solo affermava: «della vostra compagnia io me ne infischio» (Savorana, 900), intendendo con ciò la riduzione sociologistica ed autoreferenziale del movimento, ma auspicava, altresì, un tramonto di Cl, almeno in prospettiva. «L’ideale per noi – affermava nel 1985 – sarebbe che CL scomparisse, perché resa inutile dal fatto che tutta la Chiesa ne vivesse gli accenti. Non di CL, ma gli accenti cristiani fondamentali che CL ha incominciato a sottolineare trent’anni fa» (Savorana, 668). Non era un modo di dire. Il movimento, per Giussani, non era per sé stesso, ma per la Chiesa e per il mondo. Se diveniva chiuso non era più un luogo di vita ma un peso dispotico che poteva solo complicare la vita. È la prospettiva che il Papa ha voluto correggere in totale sintonia con il lascito del sacerdote di Desio.

Massimo Borghesi, 2015 in Terre d' America, Il Papa e Comunione e Liberazione
http://www.terredamerica.com/2015/03/14/il-papa-e-comunione-e-liberazione-cose-successo-veramente-piazza-san-pietro/?fbclid=IwAR3KgHamslWY02QaTumxU2ElizgSoY5JTzSX7P23nMGFyoiKzybO2G9yzIE

2.

(13.3.19) L'unico ordine dello Spirito è il seguente: "consiste nella totale mancanza di sicurezza" - dal gruppo "chiuso" in Fb dedicato ad Adrienne von Speyr:



L'unico ordine dello Spirito è il seguente: "consiste nella totale mancanza di sicurezza" - dal gruppo "chiuso" in Fb dedicato ad Adrienne von Speyr:

3.

(14.3.19) Sull'apologetica cristianista che sta attaccando la Chiesa - una riflessione filosofica orante! 

Lipsia. Con ragione scrive Gianni Valente che il Papa non è un eroe, ma il vicario di Cristo, che come spesso i vicari di Cristo, pronti a portare la croce di Cristo, è disponibile a portarla a sua volta e forse anche ad essere crocifisso (anche se non lo spera, perché come tutti gli uomini non ama soffrire). In un memorabile articolo di Hans Urs von Balthasar ne "Il Sabato" (credo del 1978), il grande maestro svizzero diceva cose analoghe, parlando di Paolo VI, che ora proprio per questo è santo. Non si è santi perché non si sono fatti errori, tutti i Papi ne hanno fatti (errori di valutazione e di decisioni), ma perché ci si piega a portare la Croce come ha fatto il "Figlio dell'uomo"

https://graziotto.blogspot.com/2019/03/sullapologetica-cristianista-che-sta.html

2 commenti:

  1. La Santa Sede è chiamata per la sua missione nella Chiesa Universale a regolare, seguire, anche a intervenire e correggere situazioni che in qualche modo principi definiti anche dal diritto canonico. E' evidente che se ha assunto certe decisioni e il movimento, a partire da Carron, le ha accettate, sono semplicemente il frutto di una filiale obbedienza alla Chiesa e al successore di Pietro che sempre è consultato in casi come questo. Gli statuti e le costituzioni sono sempre esaminate, approvate e corrette dalla Santa Sede, e meno male !! Dio guida la Chiesa e la nostra vita anche attraverso dolorose correzioni.

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