mercoledì 6 marzo 2019

Sul nichilismo - una lezione di filosofia nella dodicesima classe (18 anni)

Sul nichilismo - una lezione di filosofia nella dodicesima classe (18 anni) - #Diarioscolastico

L'identità dialettica tra essere e nulla in Hegel non è per nulla lo stesso pensiero del "medesimo uso di essere e nulla" in Ulrich. In Hegel abbiamo a che fare con uno gnosticismo dialettico, in Ulrich con il dono dell'essere come amore.

Essere e nulla sono identici in Hegel perché entrambi "astratti", concreto è il "divenire". Per Ulrich l'essere è un dono che è avvenuto e avviene "pro nihilo". Gratuitamente.

Il nichilismo ha un momento di verità, sia nella sua versione drammatica che nella sua versione gioiosa. È vero che Auschwitz significa l'avvenimento di qualcosa di più spaventoso che la morte (Adorno) e che dopo Auschwitz si fa molto fatica a vivere. I "minima moralia" erano un tentativo "minimo" per non soccombere, per cui già lo sbattere la porta può essere un ricordo di Auschwitz. E il chiuderla con rispetto un atto di moralità minima. Nella versione gioiosa del nichilismo si vive secondo un "carpe diem" che rifiuta ogni ontologia forte.

Con il "medesimo uso di essere e nulla" Ulrich offre una filosofia dell'essere come dono gratuito che va ad innestarsi nell'intimo della nostra società nichilistica e gaudente, in cui il nulla è o "frustra" (Adorno) o "piacere" (Vattimo). Ulrich non propone un'ontologia forte, ma un'ontologia in cui forza e debolezza, povertà e ricchezza sono le due facce di una stessa medaglia.

L'essere donato nella sua gratuità e davvero l'unica alternativa ad Auschwitz e questo è stato possibile anche ad Auschwitz stesso, nell'offerta di sé da parte di Massimiliano Kolbe. Un offerta "pro nihilo" - perché il vero miracolo è stato proprio quello che l'ufficiale nazista abbia accettato la proposta.

L'essere donato, nella sua leggerezza, offre anche una reale gioia che non può dare nessun piano di miglioramento della nostra società opulenta e nichilista, ma che non può offrire neppure il "carpe diem" che di fatto offre solo piaceri sfuggevoli. La società liquida non è diventata tale perché tutti sono diventati improvvisamente cattivi, ma perché è mancato uno "sguardo di totale simpatia" (Cesare Pavese). E più uno predica la "verità" tanto meno essa entrare nel cuore dell'uomo liquido, perché lui ha bisogno d'amore non di saccente annuncio del vero.

Senza questo seme di gratuità, quindi", la nostra società nichilistica vedrà con sospetto ogni tentativo di conversione forzata ad un sistema migliore, perché di fatto tutte le grandi narrazioni hanno pro messo cose che non potevano maniere. Il cristianismo, il fascismo, il socialismo non hanno saputo accogliere il cuore dell'uomo inquieto, ma lo hanno intruppato in un programma esterno al suo cuore.

"Solo l'amore è credibile" significa in primo luogo non una lotta contro nemici, ma un sapere vedere anche nel cuore di chi è lontano da noi cristiani quel momento di verità in gioco. Nel caso del nichilismo tragico una proposta che nasca nel cuore stesso della tragedia (Kolbe) e in quello del nichilismo gaudente il bisogno di essere considerati "amabili", anche se non si crede più a nulla.

La dialettica di Hegel non nasce dalla bonitas, ma dal verum! L'essere come dono gratuito è similitudo divinae bonitatis e in quanto tale è anche vero!

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