lunedì 29 gennaio 2018

Invito gentilmente S.E. Mons. Negri a dare le dimissioni da Vescovo emerito e di rinunciare all'esercizio attivo al sacerdozio. Ovvero "la convivenza con di don Gius non garantisce la sanità mentale".

Invito gentilmente S.E. Mons. Negri a dare le dimissioni da Vescovo emerito e di rinunciare all'esercizio attivo al sacerdozio. Ovvero "la convivenza con di don Gius non garantisce la sanità mentale". 
(lo so che alcuni ora mi insulteranno, se esagerano li blocco qui in Fb per autodifesa mentale, ma non li odio, anzi prego per loro)
In forza del seguente articolo di S.E. Mons. Negri, che non vorrei commentare nel dettaglio anche se contiene frasi del tutto disgustose (per esempio quella dei "setti anni di governi calati dall'alto"), che dimostrano il suo poco senso delle istituzioni dello stato di diritto, gli consiglieri di dimettersi da vescovo. Se mi ricordo bene dagli anni della mia gioventù, al grande sacerdote Gianni Baget Bozzo, per il suo impegno diretto in politica non fu permesso di esercitare la sua missione sacerdotale. Questo impegno diretto in politica di S.E. Mons. Negri lo discredita come vescovo, in primo luogo perché polarizza la comunità cristiana e in secondo luogo perché è un esercizio troppo diretto nella sfera politica. Ovviamente può continuare a fare la sua campagna politica per il centro destra, ma non come sacerdote, come non lo potè in quegli anni Gianni Baget Bozzo. Infine il modo scurrile con cui cerca di appropriarsi del carisma di don Giussani infine rivela anche uno scarso senso delle istituzioni e dei carismi ecclesiali. Madre Teresa di Calcutta si sarebbe infuriata se un sacerdote, dal di fuori di una responsabilità diretta nel suo ordine, fosse intervenuto in modo cosi massiccio nella conduzione dell'ordine stesso. Se davvero quella di S.E. Mons. Negri fosse l'unica interpretazione legittima del carisma di don Giussani dovrei immediatamente chiedere di uscire dalla Fraternità, perché come mi ha scritto un'amica: "La "teologia politica" (in questo caso di S. E. Mons.Negri) - cosi' come è stata formulata in passato anche da alcuni alti esponenti ecclesiastici - è ancora, purtroppo, metodo e strumento per affrontare le sfide del presente e per guardare la realtà. Questo "metodo" - che forse ancora troppo debolmente si indica come l'origine della presente, devastante deriva spirituale che, come cristiani, oggi ci caratterizza - si è rivelato un totale fallimento, ma non ha smesso di permeare in profondità le coscienze e di accecare gli sguardi. Mi rendo conto sempre di più del compito immenso di recupero del Vero che è stato affidato dalla Provvidenza a papa Francesco. Delle ostilità che suscita e che sempre più susciterà: perchè la posta in gioco è davvero rimettere sotto lo sguardo, anzitutto nostro!, Cristo vivo, non ridotto secondo gli schemi ideologici nei quali ci ha fatto comodo - per tanto tempo- ridurlo per silenziarne uno scandalo che è anche giudizio, implacabile, su tante nostre ribellioni e disobbedienze.
Appiattire la Chiesa su una specifica parte politica in nome dei " valori cristiani" e per salvaguardarne - così si diceva - la rilevanza pubblica è stato un errore madornale, di cui ancora adesso paghiamo le conseguenze soprattutto a livello di " pensiero" e di un impatto - del tutto distorto - con il reale. Non credo che don Giussani intendesse questo quando parlava di " educazione del popolo".
Roberto, un piccolo amico di Gesù

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