venerdì 19 gennaio 2018

Sulla parola da me usata, cioè "imbecille", per S.E. Mons. Luigi Negri: parola che non era un'offesa, ma una dichiarazione d'amore

Sulla parola da me usata, cioè "imbecille", per S.E. Mons. Luigi Negri: parola che non era un'offesa, ma una dichiarazione d'amore

Mi è stato detto in un messaggio che nel contesto dei social media la mia offesa a S.E. impedisce il comprendere gli importanti argomenti che ho per difendere il Papa. 

L'uso di questa parola non era un offesa, ma una dichiarazione d'amore. Capisco che sia difficile comprenderlo, ma come ho già detto in un altro post: l'atto che si compie con una prostituta può in un certo senso non differenziarsi, a livello fisico, da quello che si compie con la propria moglie, eppure è cosa del tutto diversa. 

Io non ho parlato perché comprendessero i miei argomenti: questa è una sopravvalutazione della "gnosi" e della mia persona, un piccolo amico di Gesù che in terra di missione fa il lavoro di insegnante da 16 anni in un liceo in Italia sconosciuto. Ho parlato perché non comprendessero, visto che tanto hanno orecchi e non ascoltano, ed hanno occhi e non vedono. E questo accade da anni! 

Ho parlato con una sola intenzione: vieni Signore Gesù, Maranatha! Tu hai gettato fuoco sulla terra, e vuoi che bruci, e noi siamo solo la Tua bocca, che confessa e spera nella Tua venuta! 

Ho ritenuto di doverla usare, la parola che mi si accusa di aver usato, sia per il luogo in cui S.E. Mons. Negri aveva rilasciato la sua intervista, sia per alcuni contenuti, esposti in un post nel mio blog che invece delle solite 20 "visite" ne ha ricevute quasi 900. Ne cito solo uno (degli argomenti), quello che il Papa come sudamericano non sarebbe capace di sinodalità. Questo è uno degli argomenti che potentati tradizionalisti usano per dire che il Papa non è adatto ad esserlo. Non è un argomento innocente, né profetico, ma semplicemente offensivo che non conosce nulla della storia della Chiesa dell'America Latina, che da Puebla fino ad Aparecida è stata una Chiesa locale con grande tradizione sinodale, non solo tra il clero ma anche con i laici, come dimostra la figura luminosa di un filosofo laico come Alberto Metto Ferré. Una sinodalità sempre in unità con Roma! Come dimostra la grade figura del vescovo e beato Oscar Romero, che pur non compreso, a volte, da Roma le è rimasto sempre fedele, in pubblico e in privato. 

Ho usato la parola che nel mio epistolario con Hans Urs von Balthasar, egli usa per il cardinal Siri. È vero che si trattava di una lettera privata, ma non è la prima volta che mi si chiede di pubblicare le mie lettere nella loro interezza (alcune sono già state pubblicate) con il teologo svizzero e certo io non le pubblicherei mai, nella loro interezza, censurandole. Così in vero anche questa comunicazione privata non lo sarebbe più. A parte il fatto che la categoria "privato" non è una categoria cattolica, ma liberale, l'unico vero argomento per usare o non usare coram populo una certa parola sarebbe l'argomento della "discrezione" - proprio quella che manca a S.E. Mons. Negri, il quale se non fosse così indurito dal proprio clericalismo formale, forse, qualora abbia il tempo di occuparsi del piccolo amico di Gesù, potrebbe chiedersi come mai una persona che lo ha amato parli così di lui. 

Non avevo scritto il mio post nei "Contadini di Peguy" perché non volevo coinvolgere nessuno nella mia "lotta". Anzi quando un amico mi ha chiesto di togliere il suo nome da una frase del post l'ho fatto subito. Egli non voleva essere coinvolto, per motivi chiari riguardanti la sua missione ecclesiale e di pensiero, in questa mia lotta, che per me non è un voler partecipare alle beghe interne del Movimento, ma un chiarimento necessario alla mia coscienza, nella mia storia particolare con esso. 

Che S.E. Mons. Negri sia vescovo e sia stato amico di Don Giussani è cosa che esaspera ancora di più la sua ambiguità - lui, non io, dovrebbe far capire, non facendo parlare la propria segreteria, ma in una sincera e non ambigua difesa del e testimonianza per il Santo Padre, la propria posizione di vescovo. 

Un ambiguità che lacera il Movimento di Comunione e Liberazione in Italia. Come si vede nella rete, e come so  di alcune (?) comunità di CL è un'ambiguità che raggiunge anche chi le guida, che ha spess un'obbedienza a don Carrón solo formale e apparente - nel concreto vengono letti con assenso solo i soliti bollettini di guerra con i vari nomi fuorvianti (bussola, nuova bussola...) e i giornali in cui viene pubblicata quotidianamente immondizia contro il Santo Padre! Per chi vive in Italia è spesso una tortura vedere come il Movimento venga usato solamente per motivi politici, sostenendo persone che nessuna persona che sia interessato al bene comune di un paese e dei nostri fratelli uomini (in modo particolare dei migranti) può sostenere senza vergognarsi. 

La rete rivela quanto scandaloso razzismo sia presente in Cl - non in chi la guida come fraternità pontificia, che in ogni intervento ormai rimanda al magistero del Santo Padre, ma anche in tanti "capi". Tutto ciò abbisogna di un grande chiarimento. Io non so come esso sia possibile, ma so che tutte le anime del Movimento devono venire fuori in modo che sia possibile un reale discernimento degli spiriti. Come vorrei che questo fuoco incendiasse tutto il Movimento. Il Suo fuoco, non il mio! 

Roberto, un piccolo amico di Gesù

PS Mi è chiaro che questo Suo fuoco illumina anche e li distingue i veri amici, da compagni di strada casuali. Intelligere et amare è sempre dividens et componens! 


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