mercoledì 7 marzo 2018

Chi non educa nella Chiesa? Ancora una volta Mons. Negri


Mi spinge a scrivere queste poche righe la similitudine di una frase di S.E. Mons. Negri (vedi articolo qui sotto) con una che ho detto io nei giorni scorsi. Lui dice che la Chiesa non educa il suo popolo e per questo il popolo è allo sbando. 

Io avevo detto in un post in Facebook che vedo un disastro educativo in Comunione e Liberazione in Italia, considerando ciò che i Ciellini si dicono sulla rete, spesso in un tono che nella netiquette della rete è un continuo gridarsi addosso come dei troll. A parte i contenuti che non hanno nulla a che fare con il Vangelo. 

Mons. Negri dice invece che in tutta la Chiesa non si educa più - comunque essendo lui arcivescovo ed io solo un piccolo amico di Gesù è chiaro che lui viaggia in proporzioni più grandi. 

In vero lui e le persone che come lui pensano l'identità della Chiesa come uno spazio egemonico da conquistare sono le persone meno educative nella Chiesa. Un amico mi ha scritto con ragione: "ovviamente Mons. Negri non dice che la presenza cattolica in politica è scomparsa soprattutto per colpa dei cattolici che hanno fatto politica negli ultimi vent'anni". Cattolici che per lo più erano e sono interessati a spazi egemonici di potere.

Per Mons. Negri l'identità cattolica è un'identità da gridare contro chi non ce l'ha. E chi non ce l'ha? Tutti, secondo lui. . 

Già nel modo con cui Mons. Negri cita i papi vi è quasi sempre in gioco un "contrasto" e di fatti cita in continuazione solamene San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Come diceva il beato Mons. Romero ogni persona è libera ovviamente di avere un papa preferito, ma il Papa ora regnante è in se colui che l'educazione cattolica invita a seguire, quello appunto esistente e non quello preferito. Il che ovviamente non vuol dire che non si possano citare anche gli altri. 

Quello esistente ci ricorda che il tempo è superiore allo spazio. Insomma il tempo dei processi iniziati nel dialogo con gli altri sono un vivo annuncio di Cristo, anche se non hanno la forma "identitaria" voluta da Mons. Negri. 

La sua critica alla mancanza di valori vive dell'eterno ritorno dell'eguale senza alcuna differenziazione. Il testamento biologico sarebbe l'inizio dell'eutanasia in Italia, l'assenso alle unioni civili un attacco alla famiglia, etc. In vero l'Italia è (ancora) uno stato di diritto tra i più consistenti del mondo e le interpretazioni date da Mons. Negri di certi legge sono delle possibili, ma non le uniche possibili interpretazioni. 

Con Francesco, come spiega Padre Spadaro nel suo ultimo libro "Il mondo nuovo di Francesco", vi è nella Chiesa un grande lavoro educativo in un modo sempre più apocalitticamente minacciato, un lavoro educativo e diplomatico per un ecumenismo dell'amore versus un ecumenismo della rabbia e dell'odio. 

Dapprima ho pensato che vi fosse una certa autenticità nella tristezza di Mons. Negri, perché in vero il nichilismo attuale, in modo  particolare nelle sue forme neo pelagiane e gnostiche, non da certo grandi motivi di speranza. Ora penso che lui è triste perché, come rispose l'ironico Giulio Andreotti alle Brigate Rosse: "il potere logora chi non ce l' ha.  











http://www.lanuovabq.it/it/se-la-chiesa-non-educa-abbandona-il-popolo-a-se-stesso

Nessun commento:

Posta un commento