Nel suo articolo su "globalizzazione e indifferenza" (ne "il nuovo mondo di Francesco") il vaticanista Giacomo Galeazzi offre i riferimenti ai testi importanti del Pontefice sul tema globalizzazione e globalizzazione dell'indifferenza.
Anche se non sono d'accordo sulla linea di demarcazione netta che Galeazzi tira tra il Papa attuale e i suoi predecessori (per esempio non è vero che san GPII abbia "fatto una scelta di campo per il capitalismo occidentale) , ci offre alcune punti di riflessioni che sono decisivi per il tema "la realtà è superiore all'idea".
La sfera è il simbolo geometrico dell'idea e il "poliedro" è il simbolo geometrico della realtà. Papa Francesco vuole una globalizzazione nel senso del poliedro, "nel quale tutti sono uniti e conserva la propria identità". Non nel senso della sfera "che distrugge la ricchezza e la peculiarità di ogni popolo".
Galeazzi fa comprendere bene come la globalizzazione finanziare ha dissestato le classi povere (per esempio gli immigrati) e i ceti medi occidentali che ora per paura votano politici come Trump: Questa crisi finanziaria spiega anche la vittoria della Lega e di 5 Stelle nelle ultime elezioni (questo esempio ovviamente non è contenuto nel saggio di Galeazzi che uscito prima delle elezioni italiane).
L'idea della globalizzazione non è in se cattiva, piuttosto è "buona, perché ci unisce" (Papa Francesco), ma se confrontata con la realtà della globalizzazione si vedono anche le sue debolezze ed in modo particolare quel fenomeno dell'indifferenza della globalizzazione che è forse uno dei motivi critici più forti del Santo Padre. Chi si concentra solo sul denaro e sulla vendita delle armi - il tema di cui ho parlato ieri - non ha interesse (è indifferente) per il destino concreto dei popoli e degli uomini.
A livello ontologico (cfr. le mie riflessioni degli ultimi giorni) l'atto più reale di tutti è è quello del dono gratuito dell'essere. Quando Galeazzi dice della teologia del Papa: "La sua è una teologia della liberazione che mette la misericordia cristiana al posto del marxismo"in modo implicito fa comprendere anche il cambio di rotta ontologico tra marxismo e cristianesimo. Il primo in fondo pensa all'essere come una "produzione": l'essere che non è ancora deve essere prodotto (lo stesso Bloch nel suo passaggio dalla fase giovanile a quella adulta dimentica ciò che nello spirito dell'Utopia aveva scritto e cioè che vi è una inconstruibilità della domanda riguardante il senso dell'essere).
Nella ontologia tomistica (il Tommaso vero, non quello scolastico) del Santo Padre che Massimo Borghesi ha spiegato nel suo grande libro sulla "biografia intellettuale" di Papa Francesco, l'essere ha sempre una dimensione polare ed antinomica, quindi aperta. Non scade in contraddizioni proprio perché sa che il motore ultimo della sua dinamica è un "dono" e non una "produzione": il dono dell'amore gratuito che in teologia si chiama misericordia.
La superiorità della realtà non è "fattualismo", ma priorità del dono gratuito dell'essere su ogni ideologia.
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