giovedì 8 marzo 2018

Cosa significa che il tempo è superiore allo spazio - una riflessione ontologica e di filosofia della politica

"Il tempo è superiore allo spazio" - questo è uno dei principi filosofici e teologici di Papa Francesco. 

Cosa significa? Il Santo Padre ritiene che non la conquista di spazi egemonici di potere, ma   l'inizio di processi di tempo e dialogo con tutti portato ad una fecondità` politica ed umana. 

Nel suo ultimo capitolo dell'introduzione al libro "Il mondo nuovo di Francesco" padre Spadaro sostiene che per il Papa il mondo non è una "cosa", come per esempio l'Europa non è una "cosa", ma un "processo", iniziato e di cui si deve avere cura. 

Questo pensiero ha una grande profondità ontologica, perché l'essere stesso non è una "cosa". L'essere finito stesso è un processo che inizia con la donazione dell'essere, che ha una dimensione "passata": l'essere è già stato donato; ed una dimensione futura: l'essere verrà donato fino al momento in cui finirà. Ed una dimensione presente: l'essere viene donato ora. 

Il dono dell'essere stesso è un avvenimento, un processo che Tommaso dice essere "semplice e completo" (simplex et completum). L'essere è un atto che Dio dona per sovrabbondanza e non per necessità. L'amore assolutamente perfetto e completo di Dio, l'amore assolutamente sussistente di Dio decide di donare l'essere. Inizia così il primo grande "processo". 

Uno spazio può essere creato e difeso, ma l'essere non è in primo luogo "spazio", ma per l'appunto tempo donato. In questo senso esso non è "causato" - vi sono cause degli spazi, non del tempo ontologico che è l'essere. Questo non è causato, ma è "similitudo divinae bonitatis". Assomiglia alla bontà divina che è sovra temporale e sovraessenziale. 

Noi sappiamo di questo amore assoluto e gratis trinitario perché il Figlio c'é lo ha rivelato. E senza di lui nulla di ciò che è sarebbe. Per questo analogicamente come il Figlio viene generato e non creato, così l'essere finito non viene creato, ma generato, cioè donato. 

Quale è la differenza tra l'essere assoluto e sussistente di Dio e quello donato e finito? Che quest'ultimo non è sussistente - Tommaso dice "non subsistens". Sussistono relativamente le cose e le persone, ma non l'essere. Eppure senza l'essere le cose e le persone non sarebbero. Senza il dono dell'essere non vi sarebbero né persone né animali né cose. 

Quando Francesco parla in riferimento alla realtà politica di "integrare, dialogare e generare" usa tre verbi e non tre sostantivi. I sostantivi servono per identificare le cose, i verbi per esprimere quel processo che è l'essere stesso. L'atto di donazione dell'essere è integrativo e generativo - attraverso di esso sono le cose. Ed è dialogo tra essere infinito ed  essere finito. 

Per l'Europa dice Papa Francesco: "l'identità europea è, ed è sempre stata, un 'identità dinamica e multiculturale". Commenta Padre Spadaro: "le radici sono sempre meticce e sporche di terra". Ontologicamente parlando: essere sono sporche dell'essere finito che è appunto un processo dinamico: passato, presente e futuro. 

L'identità "identitaria" cerca di fissare l'essere come una definizione. Fa insomma un'operazione sommamente non ontologica, piuttosto "nominalistica". Fissa il dono gratuito dell'essere a determinati "nomi". In questo senso il movimento tradizionalista e identitario è un fenomeno moderno. Come lo è spesso il tomismo scolastico. 

Non è un caso che un grande esperto dei Padri della Chiesa come Henri de Lubac riscopra il vero Tommaso che ha una idea dinamica e non tradizionalista dell'essere. 

L'essere non è una cosa e non è causato. Il tempo stesso che è superiore allo spazio ci apre la via a questa dimensione non "causata", attraverso di esso non si mira a spazi, che sono sempre "causati" e per questo anche schiavi di un egemonia di potere, del potere di chi ha causato, cioè prodotto uno spazio. I processi iniziati sono liberi perché non dipendono da nulla, non sono causati ma generati di quella generazione ultima ed assolutamente gratis che è l'amore trinitario. 

I processi come integrazione, dialogo e generazione intendono tutti gli uomini e non solo quelli che fanno parte del mio "partito".

Non è questa è un ontologia della spontaneità? Una delle accuse che si fa al papa è di essere spontaneo. 

No, perché sebbene l'essere non sia causato, esso non è privo di senso. Anzi siamo confrontati con una vera necessità che Ferdinand Ulrich chiama "notwendiger Seinsinn" - senso necessario dell'essere. Anche i processi di dialogo non sono spontanei, ma nascono da un'ultima necessità. Cosa significa necessità? Il tedesco ci aiuta qui con una parola geniale: notwendig. Not - wendig! Solo un processo può "rivoltare" (wenden) il "bisogno" (Not) in cui ci troviamo. L'uomo ha bisogno di tante cose, ma ancor più in vero di rivoltare e superare i bisogni. Nessun spazio egemonico può superare il "bisogno" (necessità, mancanza, penuria, miseria) in cui si trova l'uomo. Solo il dono gratuito dell'essere, solo i processi integrativi, dialoganti e generatori sono capace di superare davvero il bisogno dell'uomo, perché sono espressione di "un senso necessario dell'essere", cioè di un avvenimento che davvero aiuta l'uomo nel bisogno in cui si trova. 

L'opzione preferenziale per i poveri di Francesco non è romanticismo spontaneo, ma una scelta ontologica. L'essere stesso è in se stesso ricco e povero allo stesso tempo, ma ciò che come essere finito lo distingue dall'essere assoluto è proprio il suo essere povero. 
L'essere è ricco in quanto "semplice e completo". Nessuna produzione posteriore saprà superare la ricchezza dell'essere donato stesso. Povero lo è perché non sussistente. Non il donare la rosa, ma la rosa stessa è qualcosa. Quando Martin Heidegger si erge come colui che vuol essere pastore dell'essere non può che fissarlo in qualcosa che non può essere fissato. Che l'essere vada perso è cosa buona e giusta. Fissato l'essere è solo una parola. Come le parole: integrare, dialogare e generare non possono essere fissate. Non si dialoga dicendo che si dialoga, ma dialogando. 

I poveri li avremmo sempre con noi - questa non è una giustificazione della miseria nel mondo, ma un'indicazione di metodo. I poveri stessi ci ricordano che non dobbiamo fissare spazi di potere, ma iniziare processi in cui l'attenzione ad essi è attenzione a quell'atteggiamento ultimo che dona l'essere: l'amore gratis! 

Per Francesco non si tratta solo di pensieri filosofici, ma di principi che guidano la sua azione apostolica e missionaria. Il suo primo viaggio dai poveri di Lampedusa erano il primo squillo di tromba. Un annuncio ontologico: è andato la dove l'essere si trova nella "Not" (bisogno) per annunciare quel senso necessario dell'essere stesso, che è dono gratuito senza il quale anche la nostra miseria non sarà superata. Chi non capisce questo, fosse anche con un altro linguaggio, più semplice del mio filosofico, sarà al servizio di demagoghi che promettono ciò che non possono dare. 

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