sabato 10 marzo 2018

Sul mistero del Sabato Santo - per una radicale confessione del peccato del mondo

C'è una confessione del peccato ed un uso del termine misericordia che è ridicolo e terribile allo stesso tempo. Gesù è tanto buono che io posso procedere nella mia vita di peccato senza vergognarmene troppo.

Questa non è la misericordia di cui parla papa Francesco, questa non è la misericordia che possiamo invocare guardando il Crocifisso. 

Sulla Croce, insegna Adrienne von Speyr, Cristo confessa tutto il peccato del mondo. E la Risurrezione è vista come l'assoluzione da parte del Padre.

Il Sabato Santo è il tempo tra questa confessione e questa assoluzione. Cosa succede li? Padre Erich Przywara SJ vede una tentazione che riassumerei com questo termine: installarsi nel "tempo tra", quasi che il Signore non potesse, anche nella quotidianità, sorprenderci con la gioia della Risurrezione. Questo atteggiamento di continua tristezza non è il cristianesimo che è annuncio di gioia. 

Eppure succede qualcosa di tremendamente "oggettivo" nel Sabato Santo. La confessione del peccato del mondo sulla Croce ha ancora una dimensione direi "soggettiva". Cristo, il Logos che è ridotto ad un grido e all'estrema mancanza di forze, esprime ancora alcuni messaggi, su cui ho riflettuto l'altro giorno in dialogo con il Padre Petrus Faber SJ (Madre, questo è tuo figlio, ho sete...). 

Nella discesa nell'inferno che accade nel Sabato Santo Cristo è confrontati con l'oggettività del male del mondo. Le azioni di chi ruba soldi per i propri interessi, di chi vende le armi, di chi vende la droga, di chi si rende oggetto del proprio piacere sessuale o rende qualcun'altra persona oggetto di questo piacere, di chi uccide un bambino nel grembo materno, etc.  sono presenti come effigi oggettive della separazione tra Dio e l'uomo.

A differenza  dell'inferno di Dante e degli inferni che ci immaginiamo, in cui mettiamo i nostri nemici, Adrienne vede nell'inferno solo queste effigi. Cristo cammina in questa melma oggettiva del peccato del mondo che è come un fiume senza argini. Di momento in momento cresce la disperazione perché anche il terreno più chiuso ha ancora la forma di un desiderio, quello di abbandonarlo. Per esempio quello in cui Durs Grünbein si sentiva chiuso a Dresda negli anni dell'infanzia sotto il regime comunista aveva ancora un direzione: il fiume Elbe si muoveva verso il Nord irraggiungibile. Nell'esperienza della melma infernale non vi sono direzioni. La melma diventa sempre più penetrante. Le effigi stesse perdono la propria forma e diventano un pantano asfissiante.

Alle cinque del mattino della Risurrezione il Padre sorprende il Figlio - che ha dato la sua vita, non gli è stata presa, ma ciò non vuol dire che avesse sempre presente il lieto fine. Chi non ha sentito in qualche modo - pur superficiale che sia - il mistero di questo abbandono senza direzione non incontrerò il mistero della misericordia divina, ma giustifica semplicemente il proprio peccato. 

Certo di sono stati spesso dei corto circuiti in cui per esempio si è presentato come peccato ciò che è la natura dell'uomo. L'eros non è peccato ma una forza del coraggio di vivere. E vero però che nell'eros si mischiano dimensioni di volgarità (porneia la chiama l'Apocalisse) che non sono più natura, ma storia - la nostra storia di volgarità. Una cosa analoga si può dire della ricchezza. Comunque, detto questo, rimane che il nostro peccato lo si vede dal fatto che siamo infecondi.   

Quando nella storia della Chiesa si è usata la confessione per legittimare il proprio peccato si è banalizzato forse il sacramento più liberante che ci sia stato donato. La perdita di esso nel corso della storia luterano non è stato un guadagno, ma un disastro. Lo stesso disastro che viviamo ora nel mondo cattolico. Per questo motivo è molto importante questa iniziativa delle 24 ore in cui ci si può confessare che è stata iniziata dal Santo Padre l'altro giorno. La storia della santità nella Chiesa è stata sempre anche la storia della confessione del peccato, del proprio peccato. Per questo è molto impressionante vedere il Santo Padre inginocchiato davanti ad un confessionale. 

Fra poco sarà santificato il vescovo Oscar Romero che muore assassinato all'altare mentre confessa il peccato del mondo. Cosa analoga vale per il sacerdote francese ucciso da terroristi, il padre Jacques Hamel. Senza questo atteggiamento di confessione pagato con il sangue la confessione del peccato può essere anche solamente la copertura della propria ipocrisia religiosa. Nella storia della Chiesa abbiamo un reale cammino di confessione del peccato. 

Per questo motivo Adrienne von Speyr e Hans Urs von Balthasar  sono da considerare come tra i gioielli più preziosi della storia della Chiesa degli ultimi secoli. Attraverso la loro preghiera e  attraverso la loro sofferenza, nella loro disponibilità al "descensus ad inferos" , si sono confessati tantissimi, anche dei papi. 

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