Negli ultimi giorni in dialoghi con esperti e nella lettura di pagine di economia e finanza mi sono nati questi pensieri...
1. Una delle cose che si sentono dire è che la Germania si sarebbe arricchita con l'Euro. Questo è in parte vero. Il motivo sembra essere l'export. Se ci fosse ancora il marco tedesco questo sarebbe probabilmente più forte della Lira e ciò non sarebbe cosa buona per l'export tedesco. Allo stesso tempo si deve però anche dire che si può esportare solamente cose che il pubblico ritiene prodotti buoni. Se italiani comprano più BMW che FIAT potrebbe anche darsi che ciò abbia a che fare con il fatto che ritengono il prodotto tedesco migliore o sbaglio? Cosa impedisce una ditta italiana di fare le cose in modo tale che esse siano una reale concorrenza ai prodotti tedeschi?
2. La proposta di Macron di fare dei titoli europei invece che nazionali significherebbe probabilmente che la Germania dovrà assumersi indebitamenti non suoi; per fare un tale passo non è di grande aiuto dare del nazista a tutti i tedeschi, tanto più che non solo le banche italiane ma anche quelle tedesche e in modo particolare la banca nazionale tedesca si trova in una grande crisi. In genere ci si dovrebbe porre la domanda se vi sia un etica dell'atteggiamento economico. Io credo di si, non credo che le leggi economiche di per sé, cioè lasciate libere di realizzarsi, generino un comportamene etico, perché solo l'uomo può agire moralmente o meno. Credo che a livello reciproco nessuna nazione possa dire di sé di agire in modo altruistico e quindi dare delle colpe unilaterali non serve al dialogo tra i popoli.
2. Tra i due criteri di Maastricht c'è la regolazione di un certo livello di indebitamento. In vero qui tutti hanno infranto la regola, anche la Germania nell'anno in cui il cancelliere Schröder è stato rieletto per la seconda volta.
3. Per quanto riguarda il "salvataggio" della Grecia questo sembra essere opera della politica monetaria della Banca centrale europea. Per quanto riguarda la Germania accusarla di aver profittato in modo nazista della bancarotta greca mi sembra ingiusto. Qui si scontrano due concezione di filosofia del bilancio. La Germania (più precisamente chi la governa) ritiene o ha ritenuto che non si debba spendere di più di ciò che si ha.
4. Una domanda che mi sono posto è come mai la Germania sia o almeno dia la sensazione di essere economicamente più forte? Questo è tra l'altro il motivo per cui le persone preferiscono titoli tedeschi. Lo spread è solamente l'indicatore della differenza tra i titoli tedeschi e italiani e come ha spiegato un commentatore economico italiano non è la causa dei problemi di indebitamento dell'Italia. Secondo lui l'Italia si indebiterebbe sempre di più perché sarebbe legata da regolamenti più rigidi nell'uso dei titoli della Germania e quindi diverrebbe sempre più povera. Io non so se esista una risposta unica alla domanda che ho posto qui nel numero 4, ma è certamente segno di immaturità pensare che la colpa del proprio impoverimento sono solo "gli altri" (la Germania, l'Europa).
5. Se si assolutizza il criterio nazionalista, cioè secondo Rousseau un criterio di "egoismo collettivo", allora si dovrà dire chi è senza peccato scagli la prima pietra. E credo che se si fosse onesti con se stessi ciò creerebbe una grande silenzio intorno a noi.
6. Credo che la proposta del Papa di vedere nell'Europa uno "stato continente" da gestire in modo non sferico, ma poliedrico, sia l'unica via di uscita dalla crisi. Se al cento della sfera si mette la Germania o l'Italia o... non si risolveranno mai i problemi, ma li si ingigantiscono. Sarebbe meglio vedere anche l'Europa come un poliedro in cui vi sono punti diversi che tengono e delimitano l'unita della casa europea. I tre membri fondatori sono certamente i punti più importanti, ma non si dovranno dimenticare gli altri. Il pensiero sferico è quello per esempio in Germania dalla AfD, cioè di un movimento che pensa vi sia un'alternativa per la Germania.
7. Non l'altruismo ma una reale considerazione dell'altro come una chance anche per me, permetterà, nelle diverse dimensioni politiche, giuridiche ed economiche, di arrivare ad un dialogo che salverà realmente la nostra casa comune europea, in cui solidarietà e sussidiarietà dovranno esser tra i valori indiscutibili. Insomma l'Europa potrà solamente salvarsi come casa comune e plurale se riuscirà a superare lo spirito del capitalismo come criterio ultimo di azione.
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