lunedì 4 giugno 2018

Una lettera sul sul viaggio, sulla famiglia e sull'immortalità - in dialogo con Omero, Tolkien e Le Guin

Liebe (...), 
ho letto con attenzione la tua conferenza che mi ha mandato Tuo padre sull'Odissea. Mi ha impressionato molto ciò che dici anche perché esprimi alcune cose su cui penso da molto tempo. Si tratta del primo passo della cultura occidentale, che tu presenti senza cadute „identitarie“, ma allo stesso tempo con la coscienza che in esso si trova un primo fondamento della cultura occidentale. Sottolineo alcune tue idee, in cui vedo un filo Rosso da Omero fino a Tolkien e fino alla Ursula K. Leguin.

1. In primo luogo il tema del viaggio. Da Itaca ad Itaca, come sottolinei. Nel „Signore degli anelli“ si tratta anche di un viaggio: non per trovare o ritrovare qualcosa o qualcuno, ma per distruggere l’anello del potere che è già in possesso di Frodo. Comunque sempre di un viaggio si tratta; sembra che senza un viaggio non si possa trovare la propria identità. La Le Guin (la Saga di Terramare che la Mondadori ha pubblicato in un unico volume di 1.500 pagine: si tratta di sei volumi) presenta molti viaggi, ma il tema che la interessa è la distruzione del potere: la sacerdotessa somma Tenar e l’arcimago Ged rinunciano al proprio potere per „custodire la casa". Il viaggio circolare da Itaca ad Itaca non presenta forse il tema della distruzione del potere, ma il giungere in quella patria che sola può essere risposta all’esigenza del cuore. Vedo qui un’analogia con il Vangelo di Giovanni che presenta la vita di Gesù come movimento dal Padre al Padre. 

2. Nostalgia della famiglia come luogo in cui vi è intelligenza, accortezza e pazienza. Questo è uno dei due grandi tema della Le Guin: il rapporto tra Tenar e Ged è un reale „custodire la casa“, una casa che sa accogliere anche alla figura del vento e del fuoco, la figlia adottiva, donna e drago, Tehanu.  Una casa che è in primo luogo dialogo intimo tra l’uomo e la donna. 

3, La critica dell’idea di immortalità come produzione. Calipso può donare solo un’"immortalità senza tempo“ (Giulia) come quella prodotta dai maghi nella Saga della Le Guin. Una sottrazione „al proprio destino, alla vecchiaia, alla morte“, insomma all’esistenza storica, con il suo compito reale. Per Ulisse quello  „delle abilità pratiche, dell’eloquenza, della capacità di persuadere e guidare gli uomini“. La vita eterna che dona Gesù non può essere „ ostruita", ma appunto è donata come inveramento e distacco dall’esistenza storica. Quella dimensione che Le Guin esprime con Tehanu, che ama i suoi, ma che al momento giusto conosce quel forte „disinteressamento per la terra“, senza la quale non si pò né davvero morire né davvero risorgere. 

Grazie, Tuo, con affetto Roberto

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