Qualcosa di simile ha detto oggi il Santo Padre nella sua Udienza generale a tutta la cristianità:
"La sfida è proprio questa: la prima norma che Dio ha dato all’uomo, è l’imposizione di un despota che vieta e costringe, o è la premura di un papà che sta curando i suoi piccoli e li protegge dall’autodistruzione? E’ una parola o è un comando? La più tragica, fra le varie menzogne che il serpente dice a Eva, è la suggestione di una divinità invidiosa – “Ma no, Dio è invidioso di voi” – di una divinità possessiva – “Dio non vuole che voi abbiate libertà”. I fatti dimostrano drammaticamente che il serpente ha mentito (cfr Gen 2,16-17; 3,4-5), ha fatto credere che una parola d’amore fosse un comando.
L’uomo è di fronte a questo bivio: Dio mi impone le cose o si prende cura di me? I suoi comandamenti sono solo una legge o contengono una parola, per curarsi di me? Dio è padrone o Padre? Dio è Padre: non dimenticatevi mai questo. Anche nelle situazioni più brutte, pensate che abbiamo un Padre che ci ama tutti. Siamo sudditi o figli? Questo combattimento, dentro e fuori di noi, si presenta continuamente: mille volte dobbiamo scegliere tra una mentalità da schiavi e una mentalità da figli. Il comandamento è dal padrone, la parola è dal Padre."
SPN parla di un Dio che si prende cura dei suoi piccoli. Oggi una persona è andata via dal gruppo dei Contadini, forse perché ho reagito in modo troppo duro ad un suo post che mi sembrava arrogante. Cornelia Capol mi raccontò che a volte Balthasar esplodeva quando veniva a sapere della sfacciataggine di alcuni e nel registro delle sue risposte pubbliche vi era certo anche l'arma dell'ironia e del sarcasmo.
Accusare i "Contadini di Peguy" di non prendere sul serio la "bellezza disarmata" è una sfacciataggine, come lo è un dialogo in cui tu fai dei passi sul tuo interlocutore ed egli rivela solo la sua voglia di avere ragione. Spesso si scopre che il primerear degli uomini cristiani non è Cristo, ma un giudizio politico che danno loro. (1)
L'amico Angelo Lucio Rossi dice che bisogna ripartire dall'esperienza nel dialogo con gli altri. Ma cosa è l'esperienza e cosa è essa nella nostra società liquida e trasparente? Gli angeli che le portavano la comunione mentre era a letto e mentre dal letto partecipava alla Santa Messa di Hans Urs in una cappella a Basilea erano esperienza mistica di Adrienne. Il rapporto che abbiamo con gli amici, il sesso con la propria donna, il lavoro. Tutto questo è esperienza. Ma da un certo punto di vista l'esperienza più grade (almeno nel tempo che le dedichiamo) è quella della trasparenza che si vive nella reta. Si possono vedere in essa tanti moti dell'animo: chi dialoga senza dialogare, chi ha una cattiveria che lo chiude nella propria ideologia, chi tenta di fare passi verso l'altro per uscire dalla propria depressione. Insomma tutte le variazioni, buone e cattive, che ci sono nel nostro animo.
L'esperienza del lavoro nell'apertura agli altri è una grande occasione di crescita, ma non rivela tutto della nostra anima. Di fatto siamo super frammentati. Nel suo "Sostiene Pereira" Antonio Tabucchi fa formulare a Cardoso, lo psicologo o il medico di Pereira, una teoria della confederazione delle anime. Non si tratta però di spodestare il nostro io egemone come spiega Cardoso, ma semplicemente che non c'è più un io egemone. C'è l'io della rete, l'io che mangia, l'io che ha bisogno di sesso, l'io che lavora, l'io pio, l'io musicale, etc...L'inquietudine non è dovuta dal fatto che una delle nostre anime sta prendendo il sopravvento, ma semplicemente dal fatto che le nostre anime vengono assorbite da un meccanismo di astrazione: si diventa solo lavoratori e finito questo aspetto solo pornografici, solo mangioni, solo pii, etc.
La confederazione delle anime liquidi e settoriali è un prodotto della perdita delle evidenze o forse una causa. Don Carrón lo sa e per questo parla negli Esercizi della perdita della famigliarità con Cristo. Ma Cristo è manifestazione dell'amore gratuito e non una delle nostre attività e dei nostri giudizi. Egli si rivela in un gesto di gratuità per la propria moglie (appendere i panni al suo posto), per il proprio amico e non in grandi progetti.
Più il progetto è grande e tanto più esso si mette al posto dell'opera di cura che ha il Padre per i suoi piccoli. Così si vede solo la nostra dominanza. Non dobbiamo forzare nulla, solo vivere di quell'amore gratuito che si rivela sub forma hostiae rotunde e nelle lucciole di queste notti di giugno in giardino o nel volto di un amico.
Tu, Cristo, non hai bisogno di nulla per salvare il mondo! E questa salvezza è già in atto! Relax!
(1) Per esempio questa mattina un uomo di destra affermava che la destra non ha nulla a che fare con il populismo (si può pensare anche così), ma ciò con cui facevo fatica non era la teoria che diceva, ma la chiusura del suo spirito. C'era solo la sua teoria astratta e null'altro, quasi che l'esperienza si fosse inaridita. La teoria stessa non è molto credibile perché da alla sinistra, qualora essa esista (mi sono chiesto ieri ascoltando la "Locomotiva" di Guccini dove fosse quella gente con il pugno teso che vedevo al concerto dei tardi anni novanta), una potenza che non ha. Il populismo è frutto di esperienze di povertà materiale e spirituale e di una sapiente regia alla Steve Bannon. Oggi in Europa i campioni di questo che chiamerei egoismo collettivo sono Kurz, Seehofer, Söder, Orban, Salvini. I cattolici che non danno più l'otto per mille alla Chiesa cattolica romana, perché arrabbiati con la CEI, ma per esempio alla Chiesa ortodossa non sono gli innocenti che vedono ora cadere tutto nelle mani del populismo creato dalla sinistra, ma responsabili spirituali della sua nascita.
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