domenica 17 giugno 2018

Una lettera e domande al professor Massimo Borghesi

In occasione della tavola rotonda sul suo libro riguardante la biografia intellettuale del Papa a Perugia, alla presenza del cardinal Bassetti e di don Julián Carrón, ho posto nei "Contadini di Peguy" (gruppo in Facebook) alcune "domande pesanti" all'amico Massimo Borghesi. Questo post le riporta e riporta anche dapprima una "lettera" che gli ho scritto in occasione del suo articolo risposta alle accuse che gli sono state fatte dal teologo Grillo, sempre a riguardo del suo libro sul papa. Metto anche qui nel post alcuni piccoli interventi sull'incontro di Perugia. 

http://www.frammentidipace.it/Pages/CulturaeSocieta/5732/Francesco_un_Papa_“borghese”#.WyUnNmrffgU.facebook (questa è la risposta di Massimo Borghesi a Grillo)

http://www.massimoborghesi.com/video-immagini-e-rassegna-stampa-dellincontro-di-perugia-con-il-cardinale-bassetti-e-don-carron/ (questo è il video della tavola rotonda a Perugia).


Mia lettera sul teologo Grillo 

Caro Massimo Borghesi, grazie per il tuo articolo con cui sono del tutto d'accordo, ma che mi permette di dire un'unica cosa in cui io differenzierei - il dialogo con Adorno e Bloch è stato un passaggio importante della mia vita, quindi so di cosa parlo. Quello che fa il teologo Grillo è una riduzione piccolo borghese o se vuoi socialdemocratica di Bloch ed Adorno (solo l'idea che una mediazione filosofica sia borghese - la critica che fanno a te - avrebbe fatto venire ai due al massimo il mal di stomaco). I due si rivolterebbero nella tomba a vedere associato il loro nome a questo tipo di teologia. Il superamento del non possumus di Grillo è utopia piccolo borghese. Cosa vuole che si riformi? Il sacerdozio anche per le donne (questo tema è solo interessante se ti trovi di fronte ad una donna che pensa di avere una chiamata ad esso e devi entrare in dialogo con lei), la dichiarazione che l'inferno non esiste? Una volta invitato a Tubinga ad un seminario di teologia Bloch si alzò e se ne andò via sbattendo la porta quando si accorse cosa volevano e pensavano i teologi che lo avevano invitato. Adorno nei "Minima moralia" scrive una lode della costanza, fosse anche come ossessione, nell'amore, di cui ho parlato nel mio blog qualche giorno fa, che non ha nulla a che fare con il pensiero liquido di Grillo. Vero è che nel mondo cattolico con qualche eccezione grande - Erich Przywara, Augusto Del Noce, Alberto Methol Ferré, Ferdinand Ulrich.. - non vi sono stati reali filosofi del pensiero cattolico né di destra né di sinistra e che noi paghiamo il conto di questo vuoto. Io ho potuto superare la filosofia del non essere ancora di Bloch solo con l'incontro con Ulrich che mi ha fatto vedere come si poteva pensare "cum grande animo y liberalidad" all'interno della grande tradizione cattolica. Ciò non significa che non si possa domandare tutto come ho cercato di fare con le domande pesanti che ti hon fatto qualche giorno fa dai Contadini, ma le ho fatte a te e non a Grillo perché sapevo che tu parli all'interno di questa tradizione cattolica dell'analogia entis, che evita sia l'identità (Hegel) che l'esclusività (Barth) nel pensare filosofico. Tuo, Roberto

Domande pesanti a Massimo Borghesi: 

1. Caro Massimo, vorrei porti durante questa giornata alcune "domande pesanti", come hai chiamato tu quelle che hai posto al Papa. Se hai tempo ti sarei grato di una risposta. Una cosa che mi ha impressionato molto nel tuo intervento è quando hai parlato del "popolo fedele" ed hai detto, di fronte ad un cardinale, che il "popolo fedele" non pretende di dire "cosa" si debba credere, ma "come" si debba credere. Qui in Germania, come sai, è esplosa una polemica sul chi e quando possa ricevere la comunione nel caso di una coppia di sposi che non sono entrambi cattolici, ma per l'appunto, come spesso è il caso da noi, uno sia luterano. Non è compito del popolo fedele di dire cosa sia l'eucarestia, ma sul "come" esso ha qualcosa da dire. Il Santo Padre ha frenato una proposta del cardinal Marx perché anticipava troppo i tempi (uno degli argomenti espressi del cardinal Ladaria), dopo una lettera a Roma di sei vescovi e un cardinale. Il vescovo di Passau, Stefan Oster, che è un allievo di Ferdinand Ulrich, cerca di mediare tra le posizioni, sebbene sia uno dei sei vescovi che ha scritto a Roma (per chiarire i problemi dottrinari che nascevano dalla proposta del cardinal Marx). Lo fa, perché sa che il Santo Padre non vuole un bisticcio tra vescovi. In un intervista Stefan Oster, ed ora giungo alla mia domanda, dice che tra il popolo ecumenico non si discute più quali siano i casi gravi in cui può essere concesso il permesso di fare la comunione anche come luterani (cfr. proposta del cardinal Marx), ma in genere sul modo di gestire questi matrimoni interconfessionali. Nel matrimonio è in gioco l'amore gratis degli sposi. Ora anche se il "popolo ecumenico" non è forse immediatamente identificabile con il "popolo fedele", rimane il fatto che esso esprima un'esigenza di comunione che non può essere solo ridotta alla discussione tra i vescovi, ma che chiede una risposta proprio a livello di "popolo fedele": come vietare e con quale argomento che non sia solo dottrinale (per questo è un disequilibrio nel pensiero tensionante di cui si parla nel tuo libro sul Papa) che due persone che vivono completamente il loro rapporto di amore gratuito non possono ricevere l'Unico che come Amore Gratis assoluto può confermarli nel loro cammino? Prima domanda.

Caro Roberto presumo che il problema sia ancora tema di discernimento. Sarebbe un paradosso che la Chiesa cattolica si dividesse per potersi unire ai protestanti! Presumo che la strada sia quella indicata da AL. Ma occorre che siano specificate le condizioni. Il Papa non ha voluto forzare la mano. Dopo AL non poteva forzare la mano. Occorre una riflessione e una maturazione della questione. I vescovi devono essere d'accordo. Diversamente si rischia una spaccatura della Chiesa

Roberto Graziotto : Sulla questione dei vescovi hai del tutto ragione.

2. Sia tu, Massimo, che don Carrón, nei vostri interventi avete posto in modo molto forte il dito sul pensiero in tensione, che non deve scadere in contraddizione. Averte posto questo problema non solo a livello di pensiero filosofico generale, ma proprio per vivere anche le "tensioni" all'interno della Chiesa. Il Santo Padre parla dell'importanza della "critica" ed aspetta che anche le persone che più lo criticano vadano in pensione o finisca un mandato prima di mandarli via, insomma usa il suo potere in modo soft. Qui ho due problemi o domande se vuoi. 1. Come redattore di questo gruppo dei Contadini siamo confrontati con offese del tipo di quelle che accennavi tu al Papa all'inizio del tuo intervento a Perugia e con "critiche" che non sono dentro una "tensione", ma solo "provocatorie". A differenza della pagina ufficiale di CL in Facebook io ho deciso di "discernere" (ed ovviamente posso sbagliarmi visto che non sono il portavoce dello Spirito Santo) tra "offese contraddittorie" e reali "critiche in tensione". Le prime ho deciso di non permettere a queste persone di intervenire nel gruppo. Non le blocco, se non in casi estremi, insomma possono leggere cosa scriviamo, ma non permetto loro di esprimere la loro follia. Ne abbiamo già abbastanza. 2. In CL vi sono persone che guidano le comunità da decenni (insomma senza mandati che siano limitati ad un certo numero di anni) in aperta o subdola contraddizione con la guida di don Carrón. Bisogna aspettare che muoiano prima di cambiare qualcosa? Seconda domanda (a, b).

Massimo Borghesi: Caro Roberto non entro nella questione CL che non mi compete. Osservo che queste gerarchie eterne corrispondono alla burocratizzazione della Chiesa. I movimenti hanno seguito il processo ecclesiale degli ultimi 30 anni. Anche loro necessitano di riforma.

3. Caro Massimo, in queste ore si sta combattendo una battaglia di potere gravissima qui in Germania sui profughi. Il ministro degli interni Seehofer (CSU) vuole che profughi che sono già stati iscritti in liste in altri paesi e rifiutati vengano immediatamente respinti già alle frontiere in forza di una decisione "tedesca", la cancelliera Merkel (CDU) vuole una soluzione europea. Sebbene la cancelliera abbia più simpatie politiche dei tedeschi (ancora il 51 %) che Seehofer, che non è particolarmente amato, quasi il 90 % dei tedeschi vuole una linea dura contro i profughi respinti. Quindi nella cosa stessa pensa come Seehofer e l'AfD. Il nuovo premier della Baviera, Söder, dice espressamente che se il governo non prenderà una posizione dura sui profughi succederà ciò che è successo in Italia e cioè che populisti andarono al governo. Ovviamente ci sono un fracco di problemi a livello di dettaglio anche sulla questione del trattato di Dublino che non possiamo discutere qui. Ma dove vedi tu la linea rossa tra una reale e feconda tensione politica e una atteggiamento contraddittorio che infine può porsi come vincente? Populismo è egoismo collettivo che non è in tensione con gli altri attori politici, ma in contraddizione con essi. Anche di fronte agli spaventevoli numeri del 90 % cosa deve fare un governo: dar ragione ai populisti perché essi non vadano al potere? Terza domanda.

Massimo Borghesi: Presumo che la questione vada affrontata con apertura e realismo secondo modalità che devono essere condivise tra i vari Paesi dell'Unione. Questo prevede anche un piano di aiuti per i Paesi di provenienza. Diversamente la dialettica tra aperturismo e chiusure diviene inevitabile.

4. Alla fine una domanda "solamente" filosofica, caro Massimo. Credo che la non comprensione dell'opzione preferenziale per i poveri non abbia solo una dimensione politica, ma anche ontologica. La prima grande tensione è infatti quella ontologica tra l'essere come atto di dono gratuito e le cose e persone donate. Spesso si ha una concezione del dono dell'essere molto forte. L'essere donato è come un "pensiero chiaro" cui alcune cose corrispondono altre no. In vero Tommaso dice che l'essere è "semplice e completo, ma non sussistente". Sussistenti sono le cose donate, non l'essere che è per l'appunto amore gratis. Insomma l'essere stesso è ricchezza (dono semplice e completo), ma anche povertà (non sussistenza). Non capire questo significa tradurre l'ontologia come scienza dell
'opulenza e della società opulenta. Mentre essa stessa è la scienza della gratuità assoluta, che non tiene a se stessa come ad un tesoro geloso, ma consiste nel farsi sempre più "povertà". Donare l‘essere è uno svuotarsi, un servire e non un „fare“, „causare“. Ps Sono cosciente che la domanda 2b è più una domanda per don Carrón che per te, forse tu poi trasportarla ad un livello più generale. Grazie!


Massimo Borghesi: La povertà dell'Essere si documenta in Cristo. Solo in lui l'Essere abbraccia la povertà che, di per sé, si manifesta nell'ente. In Cristo, Dio mendica il si dell'uomo e per ottenerlo si priva di tutto, anche della vita

Roberto Graziotto; Questa risposta è molto profonda! Grazie!



Piccoli interventi sulla tavola rotonda a Perugia

Ho cominciato, Massimo Borghesi, con la conferenza del cardinale, che dopo aver parlato di amore ed umiltà (anche la tua) ha sottolineato tre punti importanti: la semplicità, la critica al potere tecnico ed infine l'importanza di Aparecida, che avevo notato anch'io leggendo e commentando il tuo testo nel mio blog. Posso consigliare a tutti di prendere due ore di "clausura" per vedere questo video.




 Caro Massimo Borghesi, 
la conferenza di don Carrón, per nulla formale, mi ha colpito tantissimo; è entrato in un reale dialogo intimo con il tuo libro e con il Papa. 1. Ha preso sul serio il "sempre più grande di Dio", che supera ogni nostro contrasto limitante. 2. Ha preso sul serio la categoria della "tensione polare" mettendola in relazione con il suo tema della perdita delle evidenze: non si arriva ad un'evidenza sottolineato solo un polo. 3. Ha preso molto sul serio i 4 principi (il tempo superiore allo spazio...) per far vedere come sono opportunità in cui possiamo respirare aria nel nostro vissuto. Per esempio non si risolve il contesto con qualcuno eliminandolo, ma integrandolo nel nostro dialogo interiore (ciò secondo me non significa che nella rete non si possa anche dire basta ad un matto, perché per dialogare bisogna essere in due). 4. Infine mi ha colpito molto come ha messo in relazione il "come se" ignaziano con la presenza del testimone che rende presente Cristo come fascino non solo intellettuale, ma proprio di tutti i sensi. Il collegamento tra Aparecida e Giussani è stato anche colto molto bene. Questa conferenza di don Carrón dovrebbe essere vista da tanti. Ciao,

Ascoltato tutto, anche il tuo intervento Massimo Borghesi. Di una forza cristallina non solo nel prendere atto delle scemenze che si dicono sul papa, ma anche nello spiegare con precisione cosa sia il pensiero tensionante cattolico e non contraddittorio e nel ricordare l'importanza del "popolo fedele". Grazie, tuo Roberto

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