lunedì 18 giugno 2018

Per un identità cattolica in Sassonia Anhalt non ci sono istruzioni d'uso, si deve improvvisare. Una pagina di diario scolastico.

Wetterzeube. "Per un identità cattolica in Svezia non ci sono istruzioni d'uso, si deve improvvisare". Così si esprime un cattolico svedese nella rivista "Jesuiten" (2018/2). Cita all'inizio del suo articolo lo scrittore giapponese Shusako Endo, che parla dell'impossibilità di essere cattolico e giapponese. L'anima svedese è "neutrale, pragmatica ed evita i conflitti. In oltre odia la religione. Molti svedesi si vedono come neutrali, oggettivi e tutto sommato abbastanza tolleranti. Detto altrimenti: non sanno per nulla quanto siano nemici di ogni religione. Religione per loro è responsabile di tanta miseria, di superstizione, di fuga dalla realtà (...), non è necessaria. Insomma un entusiasmo non produttivo". 

Qualcosa di simile si può dire della Sassonia Anhalt e forse in genere dell'est della repubblica tedesca, quella che per 40 anni è stata comunista, dove vivo da sedici anni. Ci sono anche i luterani, ma questi ci sono anche in Svezia e non cambia per nulla il giudizio dell'autore. Ieri un pastore luterano mi ha salutato con un "confratello". Nella mia improvvisazione cattolica insomma ha visto, negli anni, una nota di comunione. 

Ieri c'è stata la festa della maturità. Prima un Servizio della Parola e poi la parte laica con le diverse allocuzioni, del preside, dei ragazzi, dei genitori e di noi insegnanti di classe. Infondo ogni persona parla per mettere in mostra se stesso. Questa mattina mia moglie mi ha detto che ieri nessuno ha ricevuto un complimento così grande come me. Una ragazza ha detto che un insegnante come me non lo si può scegliere, ma lo si trova e corrisponde nel profondo al proprio animo. Nell'allocuzione religiosa che ho tentato come insegnante di religione nel Servizio della Parola, ho cercato di articolare cosa sia "amore gratis" leggendo nella traduzione di Lutero (revisione del 2017) il passaggio paolino famosissimo, conosciuto come "inno della carità" ed ho finito dedicando ad un ragazzo morto quest'anno (uno dei maturandi) Luntane, chi luntane. Una ragazza mi ha accompagnato al pianoforte. Improvvisazione cattolica: il canto forse ha davvero superato quella divisione soft dell'essere imprigionati nella propria allocuzione. Ci vuole tanta improvvisazione per non guardare solo a se stessi.

La ragazza che ha sopravvissuto l'incidente mortale ha tenuto una delle tre allocuzioni dei ragazzi. Un viaggio di estrema profondità sul dolore che non si lascia consolare, ma sulla vita come compito da vivere anche per gli altri. Su questo pensiero coincidenza con la mia allocuzione in Chiesa.  Eppure la ragazza in questo suo viaggio nel profondo del dono dell'essere era sola. Quando ci siamo incontrati sul palcoscenico per la consegna del diploma di maturità, ha desiderato non solo il bacio della mano come ho fatto con le altre ragazze, ma un abbraccio. È stato un momento forte. Quasi un miracolo di improvvisazione cattolica in un mondo in cui tra i ragazzi e gli adulti c'è un muro soft di neutralità ed oggettività. 

Anch'io non sono arrivato fino in fondo al suo cuore, anche se forse ha ragione mia moglie a dire che mi ha fatto un complimento gigantesco dicendomi di essere il maestro che non si sceglie, ma si trova e che corrisponde al cuore. 

Li ci puoi arrivare solo Tu, Cristo! 

Commento: 


Grazie per l’accenno all’”improvvisazione”. È bella questa parola, perché non parla di quello che siamo o non siamo capaci di fare, ma accenna al fatto che quello che accade è sempre solo “all’improvviso”, lontano da ogni strategia e piu’ grande dei nostri desideri (con una possibilità in piu: talmente inatteso da poter diventare anche per noi motivo di stupore). R.

1 commento:

  1. Grazie per l’accenno all’”improvvisazione”. È bella questa parola, perché non parla di quello che siamo o non siamo capaci di fare, ma accenna al fatto che quello che accade è sempre solo “all’improvviso”, lontano da ogni strategia e piu’ grande dei nostri desideri (con una possibilità in piu: talmente inatteso da poter diventare anche per noi motivo di stupore). R.

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