martedì 13 febbraio 2018

Diario scolastico (seconda parte)

Vi è nel mio blog un altro post in cui ho cominciato a raccogliere le pagine del mio diario scolastico. Qui metto ora quelle a partire da questo giorno (13.2.2018). 



“Ora il mio cuore diventa triste, ma il mio cuore non diventerà mai cattivo”.
Alce Nero, 1948.
Una tragedia nella nostra città e nella nostra scuola. 
In un incidente automobilistico sono morti tre giovani, l'autista e due ragazze. Il giovane che guidava la macchina frequentava la nostra scuola nella dodicesima classe, l'anno della maturità, le altre il liceo nella cittadina qui vicino. Due ragazzi, una giovane e un giovane, la prima del nostro liceo, si sono salvati. Con grande gratitudine dico anche questa parte della notizia. 

Con mia moglie siamo stati ieri nel pomeriggio nella clinica. 

Siamo in pieno "uragano della croce" e del "discensus ad inferos"; la mia allocuzione che ho tenuto nella scuola e nella chiesa e che ho messo ieri in tedesco nella mia bacheca e nella pagina Facebook della nostra scuola ha avuto una condivisone altissima (i miei post in tedesco non li legge quasi nessuno). Nella pagina della nostra scuola il mio testo è stato visitato da più di 10.000 persone. Il centro della mia allocuzione era la frase di Alce Nero, che ho riportato come titolo di questo post. 

La cosa mi spaventa, perché ovviamente so che le famiglie delle due ragazze morte che non guidavano certamente non potranno ora accettare quella parte della mia allocuzione in cui dico che bisogna lasciar cadere la domanda sul chi ha colpa. 
Chiedo preghiere perché ciò che non può essere raggiunto dalle parole, lo possa da un intervento diretto di Maria e Gesù. 
Roberto, un piccolo amico di Gesù

(14.2.18)

Oggi la ragazza sopravvissuta all'incidente tragico che ha rubato la vita di tre giovani della nostra regione è venuta per la prima volta di nuovo a scuola. Essendo originaria dal Vietnam è venuta a scuola con una catena buddistica che voleva regalare a Samuel, l'autista e studente della dodicesima classe, che è uno dei tre morti e che come dicevo ieri frequentava la nostra scuola. Noi avevamo messo una sua foto nella bacheca centrale, ma a parte questo non vi era nessun segno per il ragazzo morto.

Mi sono ricordato degli altari per i morti che avevo visto e le ho chiesto se voleva che ne formassimo uno per Samuel, questa proposta non l'ha tolta dalla sua tristezza, ma mi ha detto che cosa fosse necessario ed è andata, con l'aiuto di mia moglie, a comprare cibi e bevande che il ragazzo aveva mangiato volentieri. Rose, bianche e rosse, le ho comprate io con qualche alunno del mio corso di filosofia; altri hanno organizzato qualche sua immagine. Essendo Samuel cristiano ho proposto di mettere vicino all'altare anche la croce della nostra scuola.

Così è nato un avvenimento interreligioso ed era  bello vedere come moltissimi ragazzi erano disponibili ad aiutare. Ho pensato a quella bella frase che aveva detto l'amico buddista di don Giussani, Shodo Habukava, per spiegare la loro amicizia: "quando si apre il fiore la farfalla arriva, ma nello stesso tempo quando la farfalla arriva si apre il fiore". Ecco l'altrare era simbolo di questo incontro tra la farfalla e il fiore. Nella tantissima sofferenza tante volte in questi giorni terribile la farfalla e il fiore si sono incontrati, per esempio quando la mamma della miglior amica della nostra ragazza, morta anche lei nell'incidente, le ha detto: tu sei per me preziosa come la mia stessa figlia e non hai da farti nessuno senso di colpa. La mamma di M., la nostra ragazza, ha detto che sua figlia e come se fosse rinata di nuovo, protetta da due angeli custodi, il suo proprio e la Giang, il nome dell'amica, che è stata lil secondo angelo custode che l'ha protetta nell'incidente.
Ieri è venuta la sacerdote buddista per pregare con le famiglie vietnamite. Il mio parroco, mia moglie ed io abbiamo celebrato invece nella piccola cappella dove faccio sempre i miei incontri con il Santissimo, il Requiem. Cristo apre le porte del cielo ai ragazzi. La sacerdotessa ha pregato anche per l'apertura nel mistero del nirvana. Ovviamente so bene che non si tratta della stessa cosa o forse meglio dello stesso linguaggio, ma se Cristo  è il Logos universale e concreto, tra queste forme di apertura del Mistero vi è in gioco sempre lo stesso mistero dell'amicizia simboleggiata tra l'incontro tra la farfalla e il fiore. Non si perde così la singolarità di Cristo me le si toglie quella punto velenosa dell'esclusivismo fanatico.

(20.2.18)

Guardare il mondo con lo sguardo di Cristo - una pagina di diario scolastico e di ricordo indiretto di Romano Guardini

Zeitz. Questa mattina mi ha scritto la ragazza che ha sopravvissuto l'incidente in cui è morta tra gli altri la sua amica più cara, per dire che di quest'ultima veniva mostrato ancora una volta il suo corpo. Cosa non tipica qui in Germania, in cui i corpi spariscano molto in fretta nei vari istituti. Le due ragazze sono originarie del Vietnam. Non avendo la macchina sono andato a piedi fino alla scuola (un ora di cammino) e poi con la macchina del preside siamo andati alla cerimonia.
Ho difficoltà a vedere cadaveri - è una delle poche paure che mi vengono dalla mia infanzia. Il cerimoniale buddista è stato di grande aiuto; si vedeva la piccola faccia della ragazza avvolto in un - per me - bellissimo foulard giallo che avvolgeva tutto il corpo. Appena siamo arrivati un adulto ci ha detto che avremmo potuto portare una rosa alla ragazza. Siamo entrati nella stanza ed io sono rimasto un po' più a lungo del mio preside. Ho detto alcune Ave Maria e qualche Gloria e il Veni Sancte Spiritus di don Giiussani, preso nel ritmo delle preghiere buddiste e della loro musica cantilena. Un monaco buddista era vicino alla bara e dava una grande sicurezza rituale a chi era presente alla cerimonia. Donne hanno pregato in un gruppo e la ragazza che ha sopravvissuto e che aveva vissuto tre mesi da noi era in mezzo a loro e pregava con tutta sincerità. Quando le sono venute le lacrime una signora le ha accarezzato la schiena.
Sono stato accusato nei giorni scorsi,  da un giovane in Instagram, di "mischiare" cristianesimo con buddismo. Cosa non vera. Nella tradizione di Assisi (san Giovanni Paolo II) ho pregato con i buddisti le preghiere della tradizione cristiana, ma in primo luogo con Cristo nel cuore - ubi Maria, ibi Christus - ho guardato il mondo, uno spazio non ecclesiale con lo sguardo di Gesù e Maria e con la fede che tutto si muove dal Padre al Padre. Uno sguardo ecumenico, che non mischia un bel nulla. Maria non è la contraddizione del "nirvana" perché il suo sguardo del tutto vergine è appunto lo sguardo del "nirvana". E nel Padre il nulla dell'amore gratuito trova il suo ultimo "ex". Ex Patre ad Patrem!
In America (USA) la lotta sembra essere quella della caccia al modernismo - anche Rocco Buttiglione viene considerato tale. Il Papa ormai sarebbe il campione del modernismo. Ma tutte queste sono cose assurde!
Con lo sguardo dell'amore gratuito che ho imparato da Cristo ho cercato di superare le mie paure e di guardare ciò che mi stava d'avanti e che andava dalla bellissima liturgia buddista fino al "descensus ad inferos" per amore gratuito.
Modernismo? No, semplicemente il Vangelo, in modo particolare quello di Giovanni, vissuto oggi!
Cosa imparare dal futuro beato italo tedesco: la Weltanschauung, lo sguardo del mondo con gli occhi di Cristo.

(24.2.2018)

La gazzetta cittadina "Super Sonntag" (Zeitz e d'intorni) ha pubblicato il mio scritto sulla morte dei tre ragazzi e sui suoi sopravvissuti che ha avuto un grande successo (per il mio livello solito di post in tedesco) nella pagina Facebook della mia scuola, in cui dico tra l'altro che sarebbe meglio non porsi la domanda personale di chi abbia colpa. Di fianco ad esso c'è un trafiletto sul come sarebbero andate davvero le cose. Ovviamente la polizia racconterebbe fatti che sarebbero stati confermati dai due sopravvissuti. Quella che conosco io, la ragazza sopravvissuta, è stata interrogata a qualche ora dall'accaduto in stato di schock. Pur con tutta la stima per il lavoro a volte molto complesso della polizia, il modo con cui essa da giudizi mi lascia molto  perplesso. Un anno fa mio figlio ebbe un incidente abbastanza grave, in cui grazie a Dio non morì nessuno e nessuno fu ferito in modo grave. Prima di svenire mio figlio percepì un poliziotto che gli gridava: "hai ammazzato quasi una mamma con due bambini". Le assicurazioni, con i loro esperti, hanno invece dato la colpa a tutte due le persone coinvolte, la mamma e mio figlio. Comunque la vera notizia che non ha fatto notizia è stato il fatto che i giovani dei due licei coinvolti hanno voluto una celebrazione comune - i cinque ragazzi sono stati coinvolti in una tragedia comune. Da cui ovviamente si spera che si possa imparare anche qualcosa per il futuro, senza chiedersi "chi abbia ragione".

(3.5.18)

Oggi ero grato di aver visto un momento la nostra "guest daughter", che in questo anno ha sofferto molto ed ora sta lottando per fare la sua maturità, sebbene abbia perso quasi cinque mesi di scuola. Poi ho abbracciato un ragazzo a cui è morta la mamma qualche anno fa (ci siamo messi d'accordo che quando ha il pullover giallo ci abbracciamo). Ho anche abbracciato un ragazzo e una ragazza che hanno avuto un procedimento disciplinare secondo me esagerato. Grato anche per l'ora con i ragazzi dell'ottava della scuola che stiamo aprendo (Gemeinschaftsschule) che insieme al ginnasio ospita anche quei ragazzi che arrivano solo al decimo anno di scuola. Abbiamo parlato di amicizia e di accompagnamento nell'ora della morte, in forza di due scene del "Signore degli anelli". Ieri un articolo del sito dei vescovi tedeschi denunciava una scarsa presenza di cattolici negli strati non intellettuali della società. La sfida nell'ottava classe della GS è quindi per me motivo di gratitudine nel cercare di comunicare non solo a livello ginnasiale. Grato anche infine per l'ora di ieri nel corso di filosofia dell' undicesima del ginnasio (17 anni) - con Epicuro abbiamo parlato di "piacere". Cosa è il vero piacere, etc. Cosa è la doppia morale? Etc


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