giovedì 1 febbraio 2018

Perché mi fido più di Etty Hillesum per riflettere sulla sessualità che di Costanza Miriano.

LipIsa. Ho letto, perché me lo ha inviato un amico, un articolo nel blog della Miriano sulla Humanae vitae (HV), in cui invitava a mandare lettere con una frase del genere: La HV mi ha salvato la vita.  Tante cose che lei dice nel suo articolo sono "vere", forse in un certo senso anche tutte, eppure non mi fido. 

Mi fido invece della 27enne ebrea Etty che nel 1941 sa distinguere il "non essere colpiti sessualmente di una persona, anche se sento sempre quella tensione in sottofondo". Questa frase mi sembra vera nel cuore, le frasi della Miriano sono vere, ma sono frasi "di testa", non di "cuore" con uno stile che mi fa innervosire, perché mi sembra che voglia vendere un prodotto e non so come mai. Vuole possedere un pubblico? Lo voglio io? Se fosse così per me allora ho uno stile del tutto sbagliato, con il mio stile non si conquistano masse, né piccole né grandi. Le la sua piccola massa di fan c'è l'ha. 

Poi ci sono i suoi critici che dicono, anche in riferimento alla HV  che la pillola regola la fertilità come la pillola del cuore regola i suoi battiti - ho letto troppo Horkheimer ed Adorno per poter accettare acriticamente una tale asserzione. Il primo diceva che la pillola piuttosto era la morte della amore erotico e difese così la HV. 

Poi c'é la mia esperienza che mi dice che tante cose che aveva intuito Paolo VI, anche non accettando ciò che avevano detto le diverse commissioni sul tema, è giusto: la procreazione fa davvero parte ed è una parte importante della sessualità umana. E l'uso di una tecnica non è mai qualcosa di "neutrale" e diventa davvero un qualcosa tra me e te.

Leggendo le frasi della giornalista cattolica sulla sessualità aperta all'infinito avevo la sensazione che stesse barando, che si trattava di una gnosi "che vuole racchiudere la vita in uno schema determinato" (Etty).

E poi una miriadi di argomenti nei discorsi cattolici sulla differenza tra pianificazione naturale e contraccettivi mi fanno venire il mal di testa come alla Miriano, ma io penso al cospetto della sua sintesi: mio Dio, ragazza, cosa ti è capitato per scrivere cosi? Cosa spinge una persona dominante come la Miriano a scrivere un blog con il titolo: sposati e sia sottomessa? Se dicesse una cosa del genere a mia moglie mi darebbe una sberla. Con ragione. 

Nel corso della dodicesima di filosofia spiegando Hegel e la sua filosofia degli opposti che devono essere "superati" ho fatto, forse per la prima volta come insegnante, un paragone con l'orgasmo. In un rapporto in cui come maschio sono interessato solo al mio orgasmo, che tra l'altro e più facile da identificare, che all'orgasmo della donna, allora non vi è un reale "superamento" dei poli maschio e femmina. 

Anche la sottimissione non è un reale "superamento" della tensione tra maschio e femmina. La sottomissione all'altro è una forma perversa di onanismo. 

Una vero superamento dell'onanismo esiste solamente quando l'orgasmo dell'altro mi è una reale manifestazione del suo mistero di libertà di cui devo avere cura. Non so bene come dire queste cose, ma non inviterei nessuno a scrivere lettere a qualcuno per sostenere l'importanza dell'orgasmo dell'altro. 

Forse si tratta solo di essere sinceri. Quando nell'atto sessuale sono veramente aperto all'altro? Basta una tecnica - perché anche i metodi naturali lo sono - per essere davvero aperto all'altro nella sua singolarità? L'altro che forse arriva troppo presto o troppo tardi all'orgasmo. 

Sono grato al Signore che il Signore abbia usato il nostro (di mia moglie e me) tentativo ironico di avvicinarsi sessualmente per donarci figli e questo forse ha anche a che fare con la HV. 

In vero non mi sento aiutato da un discorso "clericale" sulla sessualità - è quello della Miriano è un discorso clericale. Non ho nessun problema che la madre Chiesa mi metta a disposizione la sua saggezza anche su questo tema, ma mi fanno innervosire tutti, laici e clericali, che parlano così come ci sia un pensiero lineare e non "tensionante" su questa tema e che perdono di vista la singolarità ultima di quell'altro che per miracolo si apra davvero a noi anche a questo livello. Quell'altro che rischia nell'aprirsi anche di essere ferito.

Alla fine per il cristiano non vi è speranza se non nella croce accettata. Ed anche il mistero di piacere insito nella sessualità non toglie il fatto che eros non è la risposta ultima di ciò che cerchiamo in esso, anche se è e rimane una forza forte del coraggio di vivere, che non può essere ignorata, perché "gratia perficit naturam, non tollit".

Alla fine chiederei con umiltà a Dio di essere attento a quel volto singolare che mi si apre e che non voglia possederlo, ma "oggettivamente" (questa parola viene usata spesso da Etty) amarlo, gratis (che vuole dire anche frustra). 

Roberto, un piccolo amico di Gesù 

https://costanzamiriano.com/2018/01/30/un-appello-per-lhumanae-vitae/

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