sabato 10 febbraio 2018

Profezia, amore e ministero - una riflessione!

Profezia, amore e ministero - una riflessione!

Paolo non chiede a nessuno se può compire il suo compito profetico, annunciare il Vangelo alle genti, solo dopo alcuni anni incontra gli apostoli a Gerusalemme per essere "confermato".

Giovanni non chiede a Pietro se può correre più velocemente al sepolcro (Gv 20), ma semplicemente corre più veloce ed arriva prima al sepolcro vuoto (e sa e vede che il Signore è risorto), poi aspetta Pietro e lo lascia entrare per primo, per quel "constatare" che è proprio del ministero di Pietro.

Gesù non chiede a nessuno se può dialogare con Pietro (GV 21) per chiedergli se lo ama! E non chiede neppure se può avere con Giovanni un rapporto preferenziale.

Paolo ha parole molto dure con Pietro (Gal 2), non per il suo temperamento, per la difesa della sua missione.

Pietro viene confermato direttamente dal Signore: "Pasci le mie pecore". Ciò non significa che possa interporsi al rapporto preferenziale con Giovanni (Gv 21). Non immischiarti in questo rapporto, ma seguimi, gli dice.

Chi guida la Chiesa o un Movimento o un ordine non deve perdersi in dettagli, ma concentrarsi sul suo compito, ma ciò non toglie che non vi sia nello stesso tempo una profezia ed un amore che vengono dal Signore e non dal temperamento. Momenti profetici ed amore che accadano mentre un altro guida.

Per tutti vale ciò che mi ha scritto un amico: "guarda al vero e tira dritto senza avere più di tanto la preoccupazione di giustificarti e/o di spiegarti tutto a tutti".

Né Paolo né Giovanni né Pietro perdono tempo a giustificarsi e spiegare tutto a tutti, ma ognuno va per il suo compito.

Il compito per me nasce sempre in dialogo con fratelli grandi, che mi ricordano cose grandi, come questa mattina con #PetrusFaber. Avvicinarsi alla comunione, dice il padre gesuita rimandando a 1 Cor 11,29, quando si è nel peccato è attirare a se il giudizio. Questo verso non è di proprietà dei tradizionalisti, che non agiscono né per profezia né per amore. Paolo ricorda alla comunità di Corinzio, che si trova in una situazione di peccato grande, che bisogna confessarsi. Come ci ricordava ieri Massimo Borghesi: "Quanta zavorra è stata accumulata in questi anni! Un mare di fango finalizzato a costruire l'opposizione di Benedetto a Francesco. Pagine di veleni costruite sul nulla. O meglio su un odio verso il Pontefice che non ha nulla di cattolico. Una vera patologia che attraversa la Chiesa contemporanea". Mentre ci si continua ad avvicinarsi alla comunione senza confessare questo mare di fango!

Il Signore con la sua discesa all'inferno bacerà anche il nostro peccato, ma noi, come dice il beato Faber, non possiamo farlo di nostra spontanea volontà (apparire da lui e chiedergli di essere baciati nella nostra sporcizia), perché nessuno può apparire di fronte al Signore essendo fiero del proprio peccato.

Anche sotto Papa Francesco ci sono compiti di amore e di profezia, come ci sono essi sotto una determinata guida anche molto positiva di un Movimento o di un Ordine, perché anche il Papa può essere solo in modo rappresentativo padre di un miliardo di persone, noi dobbiamo assumerci la paternità nel luogo in cui siamo, nella rete e nella vita.

(Lo dico per inciso. Negli ultimi papi ed in modo particolare in questo, mi sembra che spesso Pietro abbia anche elementi profetici e di amore in sé e questo non è un caso perché anche Cristo chiede a Pietro: "Mi ami tu?" e non "Guidi bene la mia Chiesa?")

La mia vicina di casa mi ha scritto un SMS: grazie per la libertà che lasci alle perone che ti stanno attorno. Avevo assunto la "paternità" nei suoi confronti perché avevo cercato con successo persone che pagassero al suo figlio due mesi della retta scolastica. Non aveva abbastanza soldi e non li ha neppure ora. Ed ora la lettera di ringraziamento del figlio viene con lentezza (anzi per ora non è arrivata) ed io l'ho consolata. È solo un piccolo esempio in cui mi sono assunto quella paternità che Pietro rappresenta a livello mondiale.

Lo stesso vale per il dialogo con i giovani che hanno bisogno che qualcuno si assuma la paternità nei loro confronti e chi li ascolti e non superficialmente, non usando ciò che dicono per le proprie associazioni (anche religiose). In questo mia moglie è molto più brava di me!

Roberto, un piccolo amico di Gesù

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