mercoledì 28 febbraio 2018

Per un ecumenismo dell'amore . in dialogo con Padre Antonio Spadaro

Il capitolo "Opposti ecumenismi: d'amore e d'odio", nell'introduzione al libro "Il nuovo mondo di Francesco" è tra le cose che colpisce il mio cuore più di tutto quanto abbia letto negli ultimi tempi, anche se molte cose che ho letto, in primis i libri di Massimo Borghesi, sono stati una grande preparazione filosofica a comprendere ciò che dice il padre gesuita italiano. Il lavoro svolto nei "Contadini" negli ultimi quattro anni, anche. 

Il padre siciliano parla con una chiarezza sorprendente: esplicita un radicale no, a scuola di Papa Francesco, "dell'uso della religione a fini politici". Un radicale no alla "rappresentazione" della "grande tradizione cattolica" a fini politici. Un radicale no, al terrorismo islamico e all'identitarismo crociato occidentale, che hanno radici socioeconomiche e non religiose! 

Un radicale si a quell'ecumenismo dell'amore espresso in modo molto bello nella frase di un proverbio giapponese: "quando si apre il fiore la farfalla arriva, ma allo stesso tempo quando la farfalla arriva si apre il fiore" (di fronte alla salma della giovane vietnamita, morta nell'incidente di cui ho parlato nei giorni scorsi, mentre pregavo le mie preghiere cristiane insieme ai buddisti, potevo comprendere ancor di più l'amicizia tra don Giussani e il professor Shodo Habukawa che aveva usato questo proverbio giapponese per spiegare la sua amicizia con il sacerdote cattolico italiano). 

Questa tenerezza dell'amore gratuito viene distrutta da ogni "finalità politica", fosse anche per una causa giusta (per esempio la valorizzazione della donna nella Chiesa). 

Padre Spadaro SJ, seguendo Papa Francesco, giunge all'idea del tramonto dell'Occidente cristiano come "risorsa teologica" e non come "tragedia" alla scuola di uno dei grandi maestri gesuiti di filosofia, Padre Erich Przywara SJ. 

Cosa è in gioco? La definizione della Chiesa, non come garanzia dei ceti dominanti, anche quando questi si "vendono" come "tradizione cattolica, popolare e riformatrice", ma una Chiesa che vuole incontrare Cristo, che è stato ammazzato fuori dalla città, come l'Agnello macellato, che non macella nessuno (cfr. il mio articolo del 2004 nella "Communio americana", su una riflessione cristiana in tempo di guerra). 

Padre Balthasar disse che non scrisse mai nulla di filosofia che non fosse stato influenzato da Padre Przywara - l'aver presentato un padre Balthasar "tradizionalista" è stato forse uno degli elementi più deleteri della sua ricezione italiana, che tra l'altro è stata gigantesca e di cui sono riconoscente. Il gigante della teologia cattolica del ventesimo secolo non ha mai avuto alcuna simpatia per movimenti identitari e tradizionalisti che gli hanno augurato la morte e l'inferno fino all'ultimo giorno della sua vita. E ciò che più gli stava davvero a cuore, la comprensione del "descensus ad inferos" di Adrienne von Speyr, è stato bloccato (almeno si è provato a farlo) proprio da questi movimenti tradizionalisti che vedono una donna, Adrienne, che è stata sposata due volte come il fumo negli occhi. Come conciliare con la loro visione del mondo clericale e maschiocentrica che sia proprio una donna ad aver messo il dito nel cuore più profondo di Cristo, morto e disceso all'inferno, per amore gratuito? 

Ora quello che io ho imparato nella vita dai due grandi maestri svizzeri è sceso al trono di Pietro con l'intenzione - del cielo -  di smantellare questo trono a puro servizio degli uomini. In dialogo con altri grandi pastori cristiani, come dimostra l'avvenimento gigantesco ecumenico del Papa sull'isola di Lesbo (con il patriarca ecumenico  Bartolomeo e l'arcivescovo Hieronimus II) e a Cuba (con il patriarca di tutta la Russia Kyrill ). 

È salito sul soglio pontificio un papa che sa parlare a Yad Vashem a Gerusalemme ed avere il rispetto del mondo islamico. Un papa che potrebbe arrivare addirittura nella Cina di Xi Jinping. Un papa che non si serve di nessuna "narrativa della paura"; un papa, come testimoniano i suoi amici, per esempio Lucio Brunelli, che già dal tono della sua voce, di fronte ai disastri del mondo, ha "sgomento" e non "invettiva". Anche il mio post sullo scandalo planetario sul sesso nella Chiesa cattolica ha a che fare, nel profondo, con lo sgomento e non con l'invettiva. Uno sgomento libero da ogni complesso antiromano. Dal più profondo del cuore so cogliere nel giuramento cardinalizio di essere disposto a difendere il Papa con il proprio sangue, uno dei momenti più sublimi delle varie cariche cattoliche. 

Non è un caso che nelle esperienze mistiche di Adrienne, descritte nel libro "croce ed inferno" da Balthasar non ci siano "persone" (come nel caso di Dante), ma solo "vestigia" del peccato. Non è un caso che chi prenda sul serio la discesa negli inferi di Cristo, non può che ritornare alla verità evangelica più autentica, quella dell'amore per i nemici, che fa dire al Papa che anche terroristi sono "povera gente criminale". Cristo, che Papa Francesco, vuole rimettere nel centro dell'attenzione del mondo e della Chiesa, ha davvero redento il mondo fino dentro al disastro dell'inferno stesso. 

Chi conosce la potenza del "bugiardo" "non può che porre una forte resistenza alla fascinazione per il cattolicesimo come garanzia politica". Gloriose vestigia, pilastri di argini al declino, non possono fermare la battaglia di Lucifero contro la Chiesa che non può essere "confusa", anche se è "legata", a determinate costellazioni politiche (di fronte a Cristo siamo tutti cattivi o molto cattivi). Contro le vestigia dell'inferno ci può salvare solo Cristo, non come misericordia posposta al nostro lavoro, ma come l'unico lavoro da fare. 

Un lavoro che possiamo fare poi in dialogo con tutti i tentativi politici che vogliono servire il bene comune dell'uomo. 

Qui in forma video: 

https://www.youtube.com/watch?v=8NsJepQTgak&t=182s

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